Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: MissJB2501    05/08/2016    1 recensioni
"Ci ripetono che l'amore è il sentimento più forte e puro che un essere umano possa provare in tutta la sua esistenza. Non ci credevo, o almeno è quello che mi imponevo di credere. Dopo le mie storielle da quattro soldi ero arrivata a pensare che forse non avrei mai provato amore per qualcuno, che non avrei provato tutte quelle sensazioni che erano scritte nei libri. Adesso posso garantire che mi sbagliavo perchè l'amore, quello vero, è anche meglio di come viene descritto , va oltre l'immaginario. Ma dobbiamo anche ricordare che l'amore è sofferenza e che amare vuol dire distruggere e che essere amati vuol dire essere distrutti."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeremy Bieber, Justin Bieber, Nuovo personaggio, Pattie Malette
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
edwada


-POV LIV-

<< Sono contento che tu sia venuta>> disse Charlie guardandomi dalla testa ai piedi. Quel pomeriggio mi aveva mandato un messaggio che mi aveva davvero preoccupata, ma come al solito io vivevo la mia vita con preoccupazione. Aveva uno sguardo vuoto e mi diede l'impressione di non aver dormito per niente la notte precedente

<< Charlie dimmi quello che devi senza giri di parole, ho già rischiato tanto rubando l'auto del mio patrigno e guidandola fino qui senza la patente>> risposi stringendo le chiavi che avevo in mano. Non capivo perchè quel posto fosse tanto speciale per lui, qualche volta sarebbe potuto venire anche in città, ma non potevo dire nulla perchè sapevo che si trattava di Justin, e quindi ne valeva la pena.

<< Ti ho sempre detto di essere preoccupato per Justin e per quello che avrebbe potuto fare, ma ero sicuro che dopo quello che era successo al loro ultimo incontro lui avrebbe lasciato perdere..>> si fermò per qualche istante prendendo un respiro. Gesticolava parecchio quando parlava e spostava continuamente dei piccoli chiodi che erano sul bancone del suo cupo negozio

<< Che cosa vuole combinare?>> chiesi sentendomi ormai esausta. Non riuscivo a sorprendermi più di nulla, era un continuo vendicarsi e proggettare massacri che non avrebbero portato a nulla, ero in un circolo vizioso senzai via d'uscita

<< E' questo il punto, non lo so. Ieri è stato da me, ma gli ho negato il mio aiuto e quello dei miei uomini, non ci ha visto più>> mi guardò dritto negli occhi << penso davvero che sarà la resa dei conti.>> trattenni il fiato sentendo il cuore accellerare. La voragine che avevo nel petto si allargò cominciando a fare male

<< Ne sei sicuro, Charlie?>> speravo che non fosse davvero così. Mi morsi le labbra e mi spostai i capelli dal viso, ero nervosa.

<< Liv non mi sbaglio mai e lo sai benissimo. Io lo conosco da molto tempo e so come è fatto, c'era una luce diversa nei suoi occhi, ci leggevo tutta la rabbia e la frustrazione che ha covato in tutto questo tempo>> non poteva sbagliarsi, se solo Charlie non fosse stato sicuro di quello che diceva, non mi avrebbe fatto andare al suo negozio con urgenza

<< Che cosa devo fare?>> sentivo la gola pizzicare per il pianto, ma non lo avrei fatto

<< Puoi fare solo due cose: o lo fermi o lo lasci fare.>> sentivo un sapore amaro in bocca, quasi come veleno << Sta a te decidere, è tutto nelle tue mani>> annuì sapendo perfettamente quale fosse la cosa giusta.

xxx

<< Sicura di stare bene?>> Justin mi accarezzava il viso cercando di leggere qualcosa nei miei occhi, ma cercai di non lasciar trapelare nulla. Eravamo in terrazza, la mia terrazza, e il vento mi faceva svolazzare i capelli in ogni direzione. Scossi la testa stringendomi nel suo abbraccio

<< Sono sicura. Smettila di preoccuparti e di chiedermi se sto bene>> la mia voce era gentile. Volevo che quel momento non finisse mai, mi piaceva stare con lui, con il suo odore sotto il naso e il suo calore contro il mio corpo. Non volevo perdere tutto questo, ne avevamo passate davvero tante e non volevo che finisse tutto così, tutto in un lampo.

<< Liv>> mi chiamo dandomi poi un bacio tra i capelli

<< Mmh?>>

<< Starò via per il fine settimana..>> mi alzai di scatto dal suo petto e gli poggiai le mani contro

<< Perchè? Che cosa devi fare?>> lui mi sorrise e mi scostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio

<< Mia madre ha comprato una casa al lago, e arriveranno i mobili; vuole che controlli>> mi suonava tanto di bugia, ma mi costrinsi a fingere di credergli

<< Potrei venire anche io, mi piace andare al lago>> proposi testando la veridicità di quanto aveva detto

<< Non preoccuparti, è un lungo viaggio che ti stancherebbe a morte. La casa sarà un disastro e non voglio che tu la veda prima del tempo.>> alzai gli occhi verso il cielo scuro costeggiato di nuvole, ce l'avevo messa tutta a resistere, ma una lacrima scese comunque.

<< Va bene>> sussurrai. Si affrettò ad asciugarmi la lacrima e mi guardò sicuro che gli nascondessi qualcosa

<< E' solo una stupida casa Liv e non starò via per un mese, ma solo per qualche giorno>> continuava a nascondermi la verità, gli riusciva così bene mentire.

<< Hai ragione, è solo una stupida casa.>> mi strofinai gli occhi per limitare il bruciore che avevo 

<< Non c'è bisogno di piangere, sarò qui prima ancora che te ne accorga>> evitai di guardaro semplicemente perchè sarebbe stato troppo difficile fingere di credere a quello che diceva se avevo i suoi occhi nei miei

<< Sono solo un po' stanca e sopraffatta dalla scuola>> finsi un sorriso << per non parlare del freddo che mi congela anche i denti.>> rise, e mi imposi di ricordarlo così, con una risata stupenda e confortante.

<< Sarà meglio che vada..>> mi fece alzare dalle sue gambe e poi si alzò anche lui

<< Si, vai.>> misi le mani nelle tasche posteriori dei miei jeans per cercare un po' di calore, ma non servì a nulla. Justin mi era daventi, aveva uno sguardo indeciso

<< Ci vediamo domani. Promesso.>> mi prese il viso tra le mani e mi baciò con dolcezza

<< Attento alle promesse che fai>> mi guardò stranito << buonanotte Justin.>> mi tirò per un braccio bloccandomi

<< Che cosa vuoi dire?>> la sua voce era molto bassa e forse anche minacciosa

<< Assolutamente nulla.>> risposi semplicemente liberandomi dalla sua presa.

<< Tu non dici mai niente senza un vero significato>> si stava arrabbiando e la cosa non mi sorprendeva, si scaldava così facilmente. Cercava il mio sguardo che però non c'era.

<< Dico solo che tra le tante cose che sai fare, mantenere le promesse non è incluso>> irriggidì la mascella sentendosi punto << domani non possiamo vederci, mi sono ricordata di avere delle cose da fare.>> eravamo entrambi degli ottimi bugiardi e dei grandi attori

<< Perchè ti stai comportando così?>> si passò una mano tra i capelli e avanzò di qualche passo verso di me

<< Chiedilo a te stesso.>> mi voltai ed entrai in camera chiudendomi la finestra alle spalle.

<< Liv, Liv apri la finestra>> urlò bussando con le nocche. Mi accasciai a terra coprendomi il viso con le mani, non potevo << ti prego..>>

<< Vattene Justin.>> urlai di rimando con le lacrime agli occhi. Si abbassò anche lui dall'altra parte del vetro e ci poggiò una mano sopra

<< Non capisco.. Liv io ti amo>> la sua voce sembrava lontana mille miglia, mi venne un tuffo al cuore.

<< Non abbastanza>> risposi alzandomi e andando a spegnere la luce.

<< Si invece, Liv aprimi.>> lo ignorai nascondendomi sotto le coperte. Prima o poi se ne sarebbe andato e avrei potuto piangere in pace.

xxx

Mi svegliai nella tristezza più totale sentendo di non poter uscire dal mio rifugio, dal mio amato letto. Justin se n'era andato cinque minuti dopo avermi ripetuto di aprirgli, ma era una cosa che doveva succedere. Quando mia mamma mi venne a portare la colazione, quella mattina, fui sorpresa di vederla ancora a casa. Cominciavo a pensare che prima o poi sarebbe anche rimasta a dormire in ambulatorio per poi trasferirsi a tutti gli effetti.

<< Perchè sei ancora qui?>> chiesi mordendo il cornetto che mi aveva portato. Il cioccolato al suo interno era ancora troppo caldo e mi scottai la bocca

<< E tu perchè non sei vestita per andare a scuola?>> sospirai e mi sdraiai << Sta tranquilla, io e Rob ieri sera abbiamo ascoltato più del dovuto quello che vi siete detti tu e Justin.>> spalancai la bocca sentendo la mia privacy andare a farsi friggere << Non fare quella faccia signorina. Non si vedono i ragazzi senza il mio permesso in casa mia, anche se quel ragazzo lo conosco benissimo e so che non ti farebbe mai niente di male>> sbuffai già annoiata dalla sua ramanzina. Possibile che non capiva che era un momento critico della mia vita? << detto quello che mi faceva sentire una madre migliore, posso dirti che se non vuoi andare a scuola e passare una giornata tra ragazze.. per me va bene.>> sorrisi leggermente e lei mi prese la mano

<< Non preoccuparti va a lavoro, io me ne resterò qui da sola>>

<< Eliminare le fotografie che avete insieme e mangiare cioccolata viene meglio in compagnia.>> mi sporsi per abbracciarla. Apprezzavo davvero tanto quello che stava facendo per me

<< Qualcosa mi dice che vuoi farlo più tu che io>> non riuscì a non ridere immaginando mia madre fare quelle cose imbarazzanti

<< Non mi piace che qualcuno faccia soffrire la mia bambina>> mi piacque davvero tanto quello che disse, mi faceva sentire amata

<< Io sto bene e poi mi conosci bene, sai che queste cose non sono il mio genere.>> la conversazione si era fatta più divertente e mi aiutò a non pensare per circa dieci minuti

<< Hai ragione non sei il tipo. Va bene se proprio vuoi passare questa giornata sola soletta, io ti rispetterò>> mi diede un bacio in fronte e poi si alzò dal mio letto << finisci la colazione.>> la osservai uscire e darsi il cambio con Rob, okay tutta quella situazione si stava facendo imbarazzante.

<< Non anche tu>> risi guardandolo più goffo che mai nella sua solita camicia da lavoro

<< Credimi non so che cosa fare in questi casi, ma le delusioni si superano>> lo ascoltai curiosa di vedere fin dove si sarebbe spinto << ma andiamo tu li spaventi i ragazzi>>

<< Non intendevo questo quando ti ho detto che aveva bisogno di entrambi. Su vieni via.>>

<< Ti voglio bene.>> disse prima di uscire con mia madre. Era stato un risveglio abbastanza piacevole per quanto triste, la mia famiglia faceva ridere già da se e in queste occasioni non era da meno. La goffaggine era uno stemma. Nonostante tutto quella mattina non sarei rimasta a casa come credeva mia madre, avevo tante cose da fare e poco tempo a disposizione. Feci una doccia veloce e mi vestì in fretta, era necessario agire subito. Raggiunsi la mia scuola con ormai i cancelli chiusi e composi il numero di Mason

<< Perchè mi stai chiamando?>> disse il ragazzo insopportabile dall'altro capo del telefono. Mi costava davvero molto resistere agli impulsi, tenni il sangue freddo.

<< Devo parlarti.>> sentì la sua risata e alzai gli occhi al cielo

<< Non credo che sia un bene incontrarmi, ho ancora voglia di fartela pagare per quello che mi hai fatt..>> lo interruppi

<< Voglio unirmi a voi.>> il silenzio che seguì mi diede la prova di essere riuscita nel mio intento. Sorrisi a me stessa più soddisfatta che mai.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: MissJB2501