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Autore: Tessie_chan    06/08/2016    3 recensioni
Mi chiamo Aithusa Duchannes Kuruta, e non sono una ragazza come le altre. Sono una Maga, una Guardiana, e il mio unico scopo è proteggere gli umani,o come li chiamamo noi, i Mortali, dai demoni, dai Rinnegati e da tutto ciò che di oscuro e malvagio ci sia a questo mondo. Oggi ormai ho quasi vent'anni, sono trascorsi dieci anni dal giorno in cui ho perso quasi tutta la mia famiglia nell'attacco al popolo dei Kuruta, e sono sul punto di realizzare il mio destino: affrontare la Brigata dell'Illusione, e fare finalmente giustizia.
E' quasi come una roulette russa. Sto per giocarmi il tutto per tutto, potrei vincere e essere finalmente una donna libera, oppure potrei perdere e morire, abbandonando così tutte le persone che amo al loro destino.
La mia storia comincia cinque anni fa, dal mio esame per diventare Hunter. Perchè è in quell'occasione che ho incontrato le persone che hanno stravolto la mia vita.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Killua Zaoldyeck, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Aithusa, in bilico sui bastioni delle mura insieme a tanti altri soldati, menava fendenti terribili con la spada alle centinaia demoni che cercavano di scavalcare le mura per penetrare nella città di Nimea, la capitale del regno abbarbicata sulla cima di una montagna, e al contempo osservava il paesaggio di distruzione, fuoco e morte che le si profilava davanti agli occhi. Era sconcertata, incredula.
E dire che prima di partire aveva creduto di averle viste tutte..... ma cosa aveva visto lei, povera Maga di appena vent'anni che viveva sulla Terra? Niente, assolutamente niente, in confronto a ciò che con gli altri aveva trovato quando era arrivata a Nimea.
La loro Avalon, la loro bella Avalon, la terra rigogliosa e piena di vita che migliaia di anni prima gli Spiriti avevano donato ai Maghi come loro casa, come loro rifugio.... era stata completamente messa a ferro e fuoco. I boschi incendiati, gli edifici abbattuti.... e ovunque l'occhio potesse arrivare erano cadaveri mutilati di Maghi, Rinnegati e demoni, che nella morte sembravano essere indistintamente tutti uguali.
Dovevano essere circa le tre del pomeriggio, in quel momento. Ma il fumo ardente era così denso e rossastro per le braci che non si poteva neanche dire che sembrava di essere sotto un cielo notturno.
Era peggio. Sembrava di essere in un'illustrazione dell'inferno di Gustavo Doré. Solo che era a colori, e con molto più sangue.
Ma non era quella la parte peggiore. La parte peggiore era l'imponente esercito di demoni che incombeva arrampicando velocemente sui crinali, praticamente ad un passo dalla città!
<< Tirate! >> gridò Desirée qualche metro più lontano puntando il dito contro i demoni, e gli arcieri ai quali era stata messa a comando tirarono l'ennesima salva di frecce, mentre poco più in là i cannonieri sparavano a loro volta, seguendo l'esempio degli arcieri. Il rumore dei colpi fu devastante, al punto che alcuni Maghi che si mantenevano in equilibrio caddero all'indietro.
Hisoka e Lysandro invece erano ai piedi delle mura insieme a tanti altri Maghi, oltre la linea nemica, e combattevano come due forsennati, tentando di tenere lontani i demoni che cercavano di arrampicarsi sulle mura. Hisoka lanciava carte con la velocità e la precisione di un mitra, e la frusta argento-dorata di Lysandro balenava come un fulmine a ciel sereno in mezzo all'esercito di demoni, squarciando e mutilando qualsiasi cosa incontrasse....
E poi c'erano Concorda e Ofelia. Le due donne si trovavano sul punto più alto delle mura e dominavano tutta la situazione gridando ordini con fermezza e precisione, e le loro chiome bionde spiccavano in mezzo al fumo e al fuoco come comete. Ofelia in particolar modo, che Concorda aveva voluto accanto a sé come vice insieme alla figlia, sembrava aver perso quell'aria smorta e sconfitta che aveva mostrato quando era arrivata a Rusko, e lanciava comandi con foce profonda e infervorata, mentre i suoi occhi verdi brillavano di eccitazione e rabbia al tempo stesso.
<< Sbrigatevi! Preparate un'altra salva di colpi! Non devono superare le mura! >>  gridò Concorda, senza smettere di colpire i demoni, e di lanciare grida di battaglia con il volto contratto per la furia.
Aithusa ansimò, guardando la madre; della donna allegra e po' bohémien che aveva cresciuto Aithusa nei suoi primi anni di vita in quel momento non c'era più traccia: ormai c'era solo una delle più grandi e temibili guerriere che l'esercito avesse mai avuto nei propri ranghi, e che mieteva vittime con la precisione e la raffinatezza che Aithusa aveva osservato per anni nei migliori esponenti della famiglia Zaoldyeck.
I Maghi raddoppiarono i loro sforzi, ma Aithusa sapeva che non sarebbe stato abbastanza. I demoni erano in troppi, non sarebbero riusciti a trattenerli ancora a lungo.
Senza smettere di combattere, Aithusa ripensò agli avvenimenti di appena sei ore prima.
Flashback 
Non appena erano arrivati, Jonah Verlac in persona era corso loro incontro in compagnia dei genitori di Desirée e Lysandro, Maureen e Raphael Lovelace. In un primo momento si era apprestato ad aggiornarli, ma si era bloccato all'istante quando aveva visto che con loro c'era anche Hisoka.
<< Maestra Concorda, che cosa significa questo?! Cosa ci fa qui questo Rinnegato?! >>
Hisoka rise, divertito dall'espressione sconvolta da soldato tradito di Jonah, e Concorda si limitò ad indicare la figlia, lasciando intendere che era a lei che il Mago doveva rivolgersi, se voleva spiegazioni.
<< Non prendetevela con mia madre, Jonah. Sono stata io a volerlo qui. >> intervenne subito Aithusa, affrettandosi a spiegare nel tentativo  di calmare le acque << Lui è un mio alleato, e ci sarà molto utile, ve lo assicuro. >> 
<< Alleato?! Voi vi siete alleata con quest'uomo?! >> gridò incredulo Jonah << Ma lo sapete che è uno dei Rinnegati più ricercati di Avalon, famoso per le terribili nefandezze che ha commesso?! >>
<< Sì, lo so. Ma adesso è dalla nostra parte, e noi abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile. Lo avete visto anche voi quanto è numeroso l'esercito di demoni della Brigata! E poi, lui ha molte informazioni su di loro che ci torneranno sicuramente utili. >> rispose con calma Aithusa, rifiutandosi di ascoltare la vocina nella propria testa che le stava gridando che probabilmente Verlac aveva ragione.
<< Un Rinnegato nelle nostre fila?! Mi state perdendo in giro?! >> urlò furibondo Verlac, ormai sull'orlo di perdere la pazienza.
Ma anche Aithusa non era da meno, e in più era decisamente più stressata di Verlac. 
<< No, non vi sto prendendo in giro. Il suo aiuto ci serve, e quindi starà qui con noi. Io mi fido di lui, e non mi serve altro. Ovviamente mi dichiarerò responsabile di ogni azione che commetterà finchè questa guerra non sarà finita, ma non lo manderò via. Se avete qualcosa da ridire in merito... >> dichiarò Aithusa, avvicinandosi minacciosa a Verlac << ... vi prego, non trattenetevi. Parlate pure liberamente. >> 
Se ne avete il coraggio, aggiunse mentalmente la ragazza, senza riuscire a trattenere un sorriso sardonico.
Jonah la fissò per alcuni secondi, sconcertato dal suo atteggiamento così arrogante e autoritario, ma alla fine, incoraggiato da un cenno di approvazione di Concorda, capitolò << Ve ne assumete la responsabilità, Aithusa Duchannes. >>
<< L'ho già detto, mi sembra. E adesso diteci come procede la situazione. >>
Jonah annuì, e spiegò loro la situazione, rivolgendosi in particolar modo alla madre di Aithusa, che era ormai era stata accettata ufficialmente come capo dell'esercito:
<< Ormai sono arrivati sotto le mura che circondano Nimea, regina Concorda, e stanno cercando di arrampicarsi per scavalcarle. Fino ad ora siamo riusciti a contrastarli, anche se a fatica, ma senza qualcuno che studi una strategia.... >> disse Jonah, turbato.
<< Ma come è possibile che i demoni siano già riusciti ad arrivare a Nimea? Non possono essere stati coordinati solo dai membri della Brigata, sono in troppi da gestire! >>
<< Infatti avete ragione, Maestra. Purtroppo di recente abbiamo scoperto che molti altri Maghi si sono uniti ai Ragni nel loro intento di conquistare Avalon. Dalle informazioni che abbiamo, sotto il comando della Brigata ora ci sono almeno altri trenta Rinnegati. Molti di loro prima di questa rivolta erano completamente sconosciuti all'esercito, quindi possiamo presumere che siano cambiati quando questa storia è cominciata. >> spiegò Jonah.
Tutti trattennero il fiato, e Aithusa divenne così pallida da fare quasi paura.
Non bastavano tutte le vittime che quella faida aveva già fatto, addirittura alcuni Maghi erano andati perduti solo perchè corrotti dal desiderio di vendetta di Kuroro! 
Naturalmente era ingiusto considerare Kuroro l'unico responsabile della loro scelta, Aithusa lo sapeva: se si erano uniti a lui per la conquista di Avalon, doveva essere già nato da tempo in loro il seme dell'oscurità, e la brama di sangue e potere, ma sapere che era stata quella rivolta il fattore scatenante del loro cambiamento.... faceva male lo stesso.
<< Cosa ne è stato del territorio che hanno attraversato per arrivare qui? E delle persone che ci vivevano? >> chiese Desirée sconvolta, fissando la moltitudine di Maghi che correvano da una parte all'altra della città circondata dalle fiamme, tentando disperatamente di proteggere le mura dall'assedio nemico.
Jonah non rispose subito. Distolse lo sguardo addolorato, come se il solo pensiero di ciò che era accaduto avesse il potere di distruggerlo annientarlo completamente. 
Ma alla fine rispose con un filo di voce:
<< E' andato tutto distrutto, tutto. Quei bastardi hanno completamente raso al suolo tutto ciò che si sono trovati davanti, senza fare differenze tra persone, case o alberi. >> disse Jonah, affranto << Siamo riusciti a richiamare solo due terzi dei Maghi che vivevano in quella zona attraverso i ciondoli magici, e solo perchè in ogni famiglia c'era almeno un membro dell'esercito che poteva essere contattato. Ma una parte di loro non siamo riusciti a raggiungerli da qui, e quando abbiamo mandato delle squadre di ricerca... >> 
Jonah non finì di parlare, ma i sei Maghi capirono lo stesso. Tutti i Maghi che non avevano avuto il tempo di scappare erano stati uccisi come bestie da macello. 
Perfino Hisoka per un attimo perse il suo solito contegno: il suo sorriso scomparve, e i suoi occhi si adombrarono.
Aithusa invece si sentì invadere da una rabbia così dirompente che i suoi capelli cominciarono a fluttuare, come fossero stati scossi dal vento << MALEDETTI ASSASSINI! LE PAGHERANNO TUTTE! >>.
Sembrava quasi una sentenza divina, detto in quel modo. Aithusa, ringhiando per la rabbia, si era voltata ed era corsa sui bastioni delle mura per aiutare gli altri Maghi a respingere i demoni, imitata dagli altri, che si erano precipitati dove c'era bisogno di loro. 
Fine flashback

Da quel momento ormai erano passate sei ore, e ora la Maga si arrovellava, cercando disperatamente una soluzione.
Ormai era da troppo tempo che tentavano di ricacciare indietro l'avanzata dei demoni, e non solo non erano riusciti a farli indietreggiare di un solo centimetro, ma Aithusa era piuttosto sicura del fatto che fossero ancora più vicini di prima.
Così non va bene! Per niente!
<< Mamma! Dobbiamo cambiare strategia! >> gridò Aithusa, tagliando di netto la testa ad un demone ricoperto di bolle violacee che stava per saltarle addosso << Di questo passo ci faranno a pezzi molto presto! >>
<< Lo so! Ma non so cosa potremmo fare! >> rispose Concorda, scagliando un potente incantesimo di onde sonore nel campo oltre le mura. I demoni, infastiditi dalle onde, vacillarono, e Lysandro ne approfittò per far schioccare la sua frusta, squarciando in due cinque demoni di fila.
<< Ehi voi, là sopra! Se volete fa ritirare almeno parte di questi demoni, dovete eliminare chi li ha evocati e li controlla! >> gridò Hisoka, scagliando un demone contro un altro per mezzo di una strana sostanza rosa, che aveva incollato alla schiena di uno dei due.
<< Ehi, che roba è quella? >> chiese Aithusa, balzando giù dai bastioni e atterrando leggera al fianco del giullare.
<< E' un fluido molto particolare, creato con la Magia. E' una sostanza malleabile e appiccicosa derivata dalla riorganizzazione delle molecole dell'acqua, è può essere reso o più appiccicoso o più resistente, a seconda dei miei desideri! >> Hisoka sorrise compiaciuto << Una volta ero il Mago Guardiano dei Fluidi, te lo sei dimenticato? >>
<< Sembra gomma da masticare. >> commentò Aithusa sarcastica, ignorando la domanda del giullare, e scagliando un dardo di fuoco contro un demone.
<< Be', l'idea era quella! >> rise Hisoka, lanciando altre tre carte contro un altro demone, affettandolo letteralmente in tre pezzi << Tornando a quello che dicevo prima.... attenta! >> gridò il Rinnegato, afferrandola per un polso e tirandola verso di sè, evitando per un pelo che un demoni dai denti lunghi mezzo metro che si era appena fatto largo in quella bolgia la azzannasse.
Aithusa gridò per lo stupore, e Hisoka scagliò contro al mostro una sfera di energia magica, che lo disintegrò all'istante.
<< Grazie, eh! >> esclamò Aithusa, e i due Maghi si misero schiena contro schiena per coprirsi le spalle a vicenda << Se continui così potrei anche pensare che stai diventando un eroe! >> 
<< Ora non esagerare, biscottino! >> gridò divertito Hisoka sopra il rumore della battaglia, e Aithusa roteò la spada per tagliare la testa ad un demone che gli stava per squarciare la schiena << Ora ascolta, Tess! Sicuramente una buona parte di questi demoni sono stati evocati da Machi, la più esperta in materia di demoni della Brigata. So come funziona l'incantesimo che usa, se la uccidi spariranno anche i demoni che ha evocato! Così l'esercito si decimerà, e saremo in grado di respingerlo! >>
<< Sei sicuro di quello che dici? >> gridò Aithusa per farsi sentire, facendo una ruota per non farsi colpire, e approfittando della spinta che si era data per sferrare un calcio alla gola di un demone, che cadde all'indietro gorgogliando. Sicuramente doveva avergli rotto la trachea.
<< Sicurissimo. >> sospirò Hisoka con aria triste, correndo ad aiutare Lysandro, che se la stava vedendo contro un demone alto tre metri, e che aveva tre teste. 
Il solito sorriso ironico del rosso sembrava essersi completamente eclissato << Perchè sembri dispiaciuto? >> chiese Aithusa perplessa, avvicinandosi ai due con la spada sollevata e tagliando di netto in due in senso longitudinale un piccolo demone-parassita che si stava per attaccare alla gamba di Lysandro, approfittando di un momento di distrazione del Mago.
<< Oh, non fare caso a me. E' solo che... lei mi è sempre piaciuta parecchio, tutto qui. E' così sensuale, e letale... è un vero peccato. >> sospirò Hisoka. Sembrava un vecchio dongiovanni che rammenta un'antica e appetitosa conquista.
<< Ne sei innamorato? >> chiese Aithusa, smettendo di combattere. Intorno a loro infuriava ancora la battaglia, ma Aithusa fissava Hisoka negli occhi con aria estremamente seria, come se fosse una madre che aspetta che il figlio le confessi di aver combinato chissà quale disastro.
Hisoka si fermò anche lui, e ricambiò lo sguardo della ragazza, senza sforzarsi di nascondere la sorpresa.
Non c'era traccia di biasimo nei suoi occhi, o di disgusto. C'era solo un grande desiderio di conoscere la verità qualunque essa fosse, e c'era anche comprensione. Come se fosse disposta a capire cosa passasse per la mente di un Rinnegato, e ad essere comprensiva con lui, se si fosse reso necessario.
<< Le tue priorità sono cambiate parecchio negli ultimi tempi, eh? >> sospirò Hisoka. 
Era una domanda retorica, ovviamente. Hisoka sapeva bene che ormai Aithusa non era più la rigida moralista di un tempo. La vita era stata inclemente con lei, facendole imparare una lezione che prima o poi tutti dovrebbero imparare, nella vita.
Puoi fare il moralista quanto vuoi, ma non hai nessun diritto di giudicare le azioni degli altri alla leggera. E' facile predicare il bene seduti in poltrona e al caldo, mentre fuori infuria la tempesta. Nessuno dovrebbe rimproverare un altro per una scelta sbagliata che ha fatto, almeno non fino a quando non si ritroverà nella sua stessa situazione, e sarà in grado di scegliere per il meglio anche se tutto in lui gli ordinerebbe di fare il contrario.
Il bene e il male esistono. Ma ci sono cose che prescindono da entrambi.

Un tempo si sarebbe scandalizzata nel sentirlo parlare così di una Rinnegata, o peggio non sarebbe sorpresa affatto, anzi avrebbe affermato, senza trattenere il disprezzo che avrebbe provato, che due delinquenti di una tale risma insieme avrebbero fatto un bel paio insieme.
Ma oggi era diversa. Vedeva l'amore come ciò che era realmente, e cioè come una cosa che prescindeva dai concetti di bene e male, e che era vero sempre, indistintamente. Era una cosa che perfino un mostro come Hisoka aveva capito da molto tempo.
Hisoka riacquistò il controllo di sé, sorridendo sardonico alla Maga che ancora attendeva una risposta << In ogni caso no, Aithusa, io non sono capace di amare una persona in quel senso! Dicevo solo che era un peccato fare fuori una donna così interessante, tutto qui! >>
<< Aaaah, capisco! Be', se proprio ci tieni, possiamo anche non andare a cercarla, e continuare a buttare il nostro sangue sotto queste mura! Certo, se facessimo così non vedremmo più la luce del giorno, ma cosa vuoi che sia di fronte ai tuoi capricci da squilibrato.... >> rispose sarcastica Aithusa, riprendendo a combattere con aria decisamente infastidita.
<< E' bello vedere che nonostante tutto non hai perso la voglia di scherzare! >> rise Hisoka, mentre Aithusa schivava all'ultimo secondo gli artigli di un grosso demone, che però riuscì comunque a strapparle il mantello.
<< D'accordo, ora ne ho abbastanza! Voi state indietro! >> gridò Aithusa ormai spazientita rivolta ai compagni, e tutti i Maghi che erano sotto le mura, compresi Hisoka e Lysandro, indietreggiarono in fretta e furia.
<< Cascata di lava! >> gridò Aithusa, puntando i palmi delle mani davanti a sé. Dai polpastrelli della Maga sgorgò una grande quantità di lava fusa , che schizzò copiosa per terra, sfrigolando quando entrò a contatto con il sangue che scorreva sul terreno in grossi rivoli, e scorse impetuosa verso valle, proprio in direzione dell'esercito di demoni. 
Le prime fila dell'esercito demoniaco furono travolte in pieno dal fiume di lava.... ma ben presto, man mano che scorreva verso il basso, la lava si disperse, scivolando in gran parte nelle profonde crepe che crivellavano il terreno.
E così ben presto l'esercito demoniaco, privato solo delle prime tre fila, tornò alla carica.
<< Mannaggia! Gli ho fatto a malapena il solletico! >> imprecò Aithusa, in un misto di sconcerto e rabbia. Sollevò di nuovo la spada e ricominciò a colpire i nemici alternando fendenti a sfere di fuoco.
<< Hisoka ha ragione, Tess! Dobbiamo andare a cercare i membri della Brigata! Non possiamo continuare a respingere l'esercito in questo modo! >> gridò Lysandro sopra il baccano, mentre anche gli altri Maghi tornavano alla carica per contrastare il nemico.
<< E va bene! Forza, seguitemi! Raduniamoci sui bastioni! >> urlò Aithusa, sbracciandosi in direzione delle altre Maghe << Mamma, Daisy, Ofelia! Venite, presto! >>
Ci vollero diversi minuti per tornare sulle mura, ma alla fine i sei Maghi, schivando colpi e corpi, riuscirono ad incontrarsi in cima ai bastioni, e Aithusa spiegò subito l'idea di Hisoka.
<< Io penso che sia una buona idea.... però devi essere tu a decidere, mamma. Sei tu il capo, adesso. >>
Madre e figlia si guardarono negli occhi, decifrandosi a vicenda. Era un piano rischioso, lo sapevano tutte e due. Della Brigata dell'Illusione ormai erano rimasti in vita i membri più forti, nonché i più astuti, e in più dalla loro avevano un intero esercito di demoni. Non bisognava prendere la cosa sottogamba, per niente.
<< Va bene. Ma non possiamo andare tutti, qui c'è ancora bisogno di aiuto. Io sicuramente devo restare, in quanto capo dell'esercito... >> disse alla fine Concorda << Non possiamo fare altrimenti, ci dobbiamo dividere. Tu andrai a cercare i membri della Brigata, e io rimarrò qui a gestire le milizie magiche. Due di loro... >> continuò, indicando gli altri << ....rimangono con me, gli altri due ti seguono. Scegli tu chi vuoi con te. >>
La ragazza annuì, e si voltò verso gli altri << Ok, allora.... Hisoka sicuramente mi deve accompagnare. Conosce i membri della Brigata meglio di me, e inoltre mi sono presa la responsabilità di tutto ciò che farà finché saremo qui. >> Hisoka annuì, con gli occhi luccicanti di folle eccitazione << Invece l'altro sarà.... >> 
Aithusa si interruppe, pensierosa. Chi sarebbe stato meglio portare con sé? In teoria, per logica, Lysandro era il più indicato. Era il più forte tra quelli rimasti, e a lei sarebbe servito tutto l'aiuto possibile quando si sarebbe scontrata con i membri del Ragno. Ma d'altra parte... 
Era da quando erano partiti che Aithusa aveva un gran brutto presentimento. Sentiva che presto sarebbe accaduto qualcosa di terribile in quel luogo, e sentiva un gran bisogno di agire con prudenza.... 
E se avesse portato Lysandro con sé, i due gruppi sarebbero stati squilibrati fra loro. Non poteva portarsi dietro tutti quelli più forti, sarebbe stato un azzardo troppo grande. Se non fossero tornati indietro...
No, Lysandro doveva restare ad aiutare gli altri. Era un buon combattente, ed era molto intelligente, doveva restare a dare una mano alla madre. Ofelia era esclusa a priori, Aithusa non l'avrebbe mai costretta a sfidare direttamente Kuroro, perciò restava solo...
<< Daisy. >> disse alla fine la Maga.
<< Daisy?! Stai scherzando?! >> gridò incredulo Lysandro << Vuoi portarti dietro mia sorella mentre vai a cercare i Ragni?! Sei fuori di testa?! >>
<< E' la scelta migliore, Lys. Io e Hisoka siamo abili nel corpo a corpo, ma Daisy è una cecchina professionista. La sua presenza equilibrerà la forza del grupppo.... >>
<< E' troppo pericoloso per lei! >> protestò Lysandro.
<< E' bello vedere quanto sia grande la tua considerazione per le mie capacità di combattente, fratello. >> brontolò Desirée.
<< Non sto contestando la tua abilità, Daisy! Ma quelli non sono avversari alla tua portata! >>
<< Tua sorella ha ragione, Lys! >> intervenne Aithusa, separando i due,  che già si stavano per accapigliare << E' una guerriera estremamente valida, molto più di quanto tu possa immaginare. Credimi, l'ho addestrata personalmente, e so quello che dico. >> 
<< E' una bambina! >> protestò ancora Lysandro, e Aithusa e Daisy alzarono gli occhi al cielo.
<< Ha quasi sedici anni, Lysandro. Non è più una bambina. >> sospirò Concorda nervosamente, e Aithusa non riuscì a trattenere una risatina.
Concorda aveva usato lo stesso tono che aveva usato quando, diversi anni prima, Kurapika le aveva fatto delle domande su come nascono i bambini. Era toccato a lei dover fare il discorso ad un serio e sveglio Kurapika, visto che in quell'occasione Taranis se l'era filata...
Flashback
<< Madre, com'è che nascono i bambini? >>
<< Ku-kurapika! Ma scusa, non è meglio che tu lo chieda a tuo padre? Lui è un maschio come te... >>
<< Ci ho provato madre, ma mi ha detto di venire a chiederlo a voi! >>
<< Cosa ha detto quel farabutto?! >> esclamò Concorda indispettita. Appena avrebbe messo le mani sul marito...
<< Mamma, allora? >> chiese impaziente Kurapika, con i grandi occhi azzurri spalancati, e pieni di curiosità e innocenza.
 << Eeeh.... te lo posso spiegare quando sarai più grande? >>
<< Perchè, madre? Ormai ho quasi dodici anni, mi serve saperlo! E se facessi qualcosa di sbagliato e mi ritrovassi padre senza saperlo? >>
Concorda lanciò un gridolino di orrore << Come padre senza saperlo?! Kurapika! >>
<< Eh sì madre, non avete letto il libretto di Risveglio di Primavera, l'opera teatrale di Frank Wedekind? La protagonista ha un figlio perchè i suoi genitori non le vogliono spiegare come si concepisce... >> spiegò Kurapika, con l'espressione seria da accademico che lo aveva contraddistinto sin da quando era piccolissimo.
<< Risveglio di primavera? Chi ti ha dato quel libretto da leggere?! >> gridò Concorda scandalizzata.
<< Aithusa, mamma! Era da un paio di giorni che se lo portava in giro dappertutto, e io ero curioso, così me lo ha dato per farmelo leggere... >>
<< CHE HA FATTO?! >> fece Concorda incredula, mentre la piccola Aithusa se la rideva di gusto, nascosta dietro una colonna....
Fine Flashback

Aithusa tornò alla realtà riacquistando il suo contegno, e ricordando a sé stessa che non poteva permettersi distrazioni.
<< Lo so, però... >> stava sospirando Lysandro, che chiaramente aveva capito di non poter impedire alla sorella di fare ciò per cui era nata.
<< Basta, Lysandro. E' suo dovere... >> cominciò Concorda con voce severa.
<< Se è questa la motivazione che dovrebbe spingere Desirée, tanto vale rimandarla a casa subito. >> la interruppe Aithusa, con un tono così freddo da gelare il sangue, per voltarsi verso la diretta interessata << Desirée, se è per dovere che sei qui, allora ti ordino di andartene subito. Non si dica mai che io abbia costretto qualcuno ad immolarsi su un altare usando la scusa del dovere! >>
<< Maestra... voi lo sapete che è la volontà, e non il dovere, a spingermi. Non dovete dubitare mai di questo! >> rispose Desirée balbettando, e cadendo nella vecchia abitudine di rivolgersi alla donna come alla propria Maestra, e non come ad un'amica.
Per un momento nel piccolo gruppo regnò il più assoluto silenzio.
<< Bene. Allora siamo d'accordo. Viene Desirée con noi. >> decretò Aithusa, per poi fare cenno alla giovane e ad Hisoka << Forza, andiamo! >>
I due annuirono, e si sollevarono in volo. Aithusa fece per seguirli, ma una mano la trattenne.
<< Stai attenta, figlia mia. Quelli non sono affatto avversari da poco... io ne so qualcosa. >> disse Concorda con voce leggermente tremante, accarezzando la guancia della figlia.
Aithusa sorrise affettuosamente alla madre << Mamma, non ti preoccupare per me.... ce la caveremo, stai tranquilla. >>
<< Tess, io ho paura per te! E' troppo pericoloso, forse non è il caso che tu vada.... >>
<< Mamma, ti ho detto di non preoccuparti. Andrà bene, tranquilla! Tu pensa a dirigere i nostri compagni contro questa marmaglia di mostri! >>
<< Lavoretto facile facile! >> rise Concorda, per poi correre a a dare gli ordini agli altri.
Lo sguardo di Aithusa indugiò ancora per un momento sulla figura della madre. Il brutto presentimento che aveva da quando erano partiti si faceva sentire sempre di più...
Accidenti, speriamo che quei ribaldi non mi facciano la pelle!
***
<< Hisoka, non vedi ancora niente? >>
<< Niente, biscottino! Continua a tenere gli occhi aperti! >>
<< Oh insomma, è da un'ora che voliamo! Ma dove si sono nascosti quei maledetti?! >> imprecò Desirée, continuando a tenere puntata la sua balestra, nell'eventualità avessero individuato da qualche parte un membro della Brigata.
<< E che ne so io! Sono qua sopra con te, e in mezzo a questo fumo non si vede un accidenti! >> brontolò Aithusa.
<< Ragazze, ferme! >> gridò Hisoka, arrestandosi all'istante << Lo sentite? >>
Aithusa e Desirée si fermarono, e si scambiarono un'occhiata perplessa << Noi veramente non sentiamo niente... >>
<< Appunto! C'è troppo silenzio, e credo di sapere per- >>
<< ATTENZIONE! >> gridò Desirée, spingendo via Aithusa un attimo prima che una cosa che assomigliava parecchio ad una grande sfera di fuoco la centrasse in pieno.
Aithusa barcollò per un momento, rimettendosi dritta a fatica << Ma che..?! >>
<< Bene bene! Eccola qui, la nostra sgualdrinella Kuruta! Dove sono i tuoi amici, adesso? >> chiese una voce maschile profonda proveniente dalla direzione opposta a quella da dove era arrivata la sfera di fuoco, e che Aithusa identificò subito.
Phinks, quel Rinnegato biondo e irritabile che aveva preso in giro più di una volta.
<< Dov'è? Non lo vedo! >> stava gridando Daisy, roteando su sé stessa con l'occhio nel mirino della balestra, cercando di individuare il proprietario della voce in mezzo a tutto quel fumo.
<< Proprio qui, dolcezza! >>
Fu questione di un attimo. Un secondo prima Desirée stava ancora roteando su sé stessa per cercare un bersaglio, e un secondo dopo il bersaglio le era arrivato alle spalle, e l'aveva colpita a bruciapelo con una sfera di energia magica, facendola precipitare nel vuoto.
<< Daisy! >> gridò Aithusa terrorizzata, e si lanciò all'istante in picchiata con le braccia tese, nel disperato tentativo di afferrare la più giovane prima che questa potesse sfracellarsi al suolo.
<< Dove credi di andare?! >> le gridò Phinks, e fece per lanciarsi al suo inseguimento, ma dovette bloccarsi quando Hisoka gli si parò davanti.
<< E tu, vai da qualche parte? >> chiese sprezzante Hisoka, sorridendo con aria da folle.
<< Schifoso traditore! Ti sei venduto al nemico! >> gridò furibondo Phinks, e i due cominciarono a lottare furiosamente, mentre dal mare di fumo sottostante giungeva il grido sollevato di Aithusa << L'ho presa! E' salva! >>
<< Brava, complimenti.... >> disse una voce maschile glaciale e vagamente divertita proveniente da chissà dove << Ma adesso... chi salverà te? >>
Aithusa depose con cautela una semicosciente, ma per fortuna non gravemente ferita, Daisy a terra, e si mise in guardia all'istante.
Questa voce... fa accapponare la pelle, mio Dio...
Questa volta fu questione di millesimi di secondo. Una lama penetrò da dietro profonda e precisa nella spalla destra di Aithusa, che non riuscì a trattenere un urlo agghiacciante di dolore.
Risuonò nell'aria una risata sadica e la lama, che Aithusa in quel momento capì essere di una spada, venne strappata via dalla sua carne, rinnovando violentemente il dolore della ragazza.
<< Allora, piccola stronza Kuruta? Ti ricordi di me, adesso? >> chiese ancora la voce sadica del Rinnegato, e Aithusa si guardò freneticamente intorno, cercando di individuarla.
<< Sì... credo di sì. Una volta ti ho tirato una gomitata alla gola.... >>
<< Già. Ci riuscisti a causa di un mio errore, lo ammetto. Avevo sottovalutato l'avversario, e avevo abbassato la guardia. Un errore che non rifarò, te lo assicuro. >>
La ragazza tremava, in preda all'ansia. Sapeva perfettamente che in quel momento avrebbe dovuto provare una grande rabbia ed un grande odio. E in effetti li provava, ma per fortuna ( o sfortuna, a seconda dei punti di vista )la sua mente non era stata ancora completamente accecata da questi sentimenti.
Aithusa infatti aveva anche una gran paura. Paura per sé stessa, per i suoi compagni, e anche per quel tizio che l'aveva appena ferita, e di cui non riusciva a ricordare il nome, e che sarebbe stata costretta a sfidare e tentare di uccidere.
Non sapeva come si chiamava, e già sapeva di doverlo fare fuori. Perchè non riesco a ricordare il suo nome, dannazione!? Che Dio mi aiuti...
<< Come ti chiami? >> gridò Aithusa rivolta al fumo, senza smettere di scrutare dappertutto per trovarlo, e cercando anche di tamponarsi la ferita.
<< Feitan. Che ti importa di saperlo? >> rispose ancora la voce sadica, ma con una punta di curiosità nel tono.
<< Non amo uccidere le persone senza sapere neanche come si chiamano. >> rispose Aithusa angosciata. Doveva farlo parlare, era l'unico modo per individuarlo là in mezzo.
<< Davvero? Quindi ti ricordi i nomi di tutti quelli che hai ucciso? >> chiese Feitan sprezzante, e Aithusa si voltò di scatto. Si sposta, non è sempre nello stesso punto....
<< Sì, praticamente. Non mi diverto a far del male alle persone, a differenza vostra, e quando lo faccio è perchè ho un motivo molto serio! >> replicò la ragazza con voce concitata.
<< Sembra quasi che tu ti stia giustificando! >> rise amaro Feitan << Non mi dire che il tuo desiderio di eliminarci sta vacillando, eh? >>
Sì, cazzo! Non voglio fare del male a nessuno! Voglio solo che questa faida finisca una volta per tutte!
<< Il vostro desiderio di conquistare Avalon sta vacillando, per caso? >> chiese invece Aithusa con voce dura, non volendo ammettere quali fossero i suoi veri pensieri.
<< Certo che no, mocciosa! Sono anni che aspettiamo questo momento, e anche di poterti eliminare una volta per tutte! E adesso siamo così vicini, finalmente... >>
<< Volete uccidermi? Accomodatevi pure, se volete! Prendetevela con me, e lasciate vivere gli altri Maghi! >>
<< Che animo nobile che hai, piccola Kuruta! >> rise divertito Feitan << Non preoccuparti, presto avrai la morte che sembri desiderare tanto! Ma prima dovrai soffrire, e tanto anche, come abbiamo sofferto noi per la morte di tutti i nostri compagni che tu hai ucciso! >> gridò Feitan rabbioso, e Aithusa avrebbe potuto giurare che la sua voce si era leggermente incrinata.
<< Cosa avete intenzione di fare? >> farfugliò Desirée, rimettendosi a fatica in piedi. 
<< Oh ti piacerà, ragazzina! >> dichiarò Feitan sardonico, comparendole davanti all'improvviso << Dimmi, hai notato che qui siamo solo in due, io e Phinks? Secondo te dove sono gli altri dei nostri? >>
Secondo te dove sono gli altri dei nostri?
Aithusa si raggelò, terrorizzata come mai era stata prima di allora. No, non può essere...
<< E' UNA TRAPPOLA! SONO ANDATI ALLE MURA DI NIMEA! VOGLIONO ATTACCARE L'ESERCITO! >> gridò Aithusa, in preda al panico e allo shock.
<< Oh, non solo! Sapessi che altra bella sorpresa ti abbiamo preparato... >> rise Phinks dall'alto, ma ormai Aithusa non li ascoltava più.
Mamma, Lysandro, Ofelia.... contro gli altri membri della Brigata!?
<< DOBBIAMO TORNARE INDIETRO! SUBITO! >> gridò Aithusa rivolta ai suoi due compagni, e si sollevò in volo trascinandosi dietro Desirée.
<< Che fretta c'è, piccola stronza? Avanti, resta ancora ancora un po' con noi.... >> cominciò Phinks con un sorriso cattivo, parandosi davanti alle due ragazze.
Aithusa iniziò a vedere rosso per la furia. Gli occhi cominciarono a bruciarle con forza, come se si fossero trasformati in tizzoni ardenti.... 
<< Ooooh, che meravigliosi occhi cremisi! Fanno davvero paura... >> disse sarcastico Feitan, mettendosi al fianco del suo amico.
<< Voi. due. toglietevi. subito. dai. PIEDI! >> urlò Aithusa in preda alla furia omicida, e dalle sue mani si sprigionò un'ondata incredibile di fuoco. 
I due scattarono subito per evitarla, e Aithusa ne approfittò per schizzare via, trascinandosi dietro Daisy e seguita da Hisoka.
I tre volarono velocemente in direzione della battaglia. Dovevano sbrigarsi, se non volevano assistere al funerale dei loro familiari e dei membri dell'esercito.
In mezzo al panico che le attanagliava il petto, Aithusa però si sentiva anche un gran peso sul cuore. 
Non poteva ancora saperlo, ma, quando sarebbe arrivata, per una persona che amava sarebbe stato troppo tardi.
   
 
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