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Autore: The_Lock    07/08/2016    1 recensioni
Tyler, Sydney, Kyle, Lydia e Skylar sono i nuovi prescelti per difendere Kandrakar e l'equilibrio dell'universo. Nove sono le missioni che dovranno affrontare, e nove saranno i temibili nemici che minacceranno la Pace e le loro vite; sì perché questi nuovi nemici sono più sanguinari di qualsiasi altro nemico mai affrontato e, per cominciare in bellezza, i ragazzi saranno costretti ad andare alla ricerca del Cuore di Kandrakar
Genere: Avventura, Commedia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Hay Lin, Wilhelmina (Will) Vandom
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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4.10 - Guerra dei due mondi

 

“Non capisco perché siamo rimasti in questo labirinto.” borbottò Dylan, aprendo il grande frigorifero e richiudendolo, deluso nel constatare che gli scaffali erano vuoti.

“Lydia ha detto che la soluzione è qui...” mormorò Tyler, massaggiandosi le tempie.

“Sì, ma...” iniziò Skylar, grattandosi la fronte “...non credo sia la soluzione migliore rimanere nella tana del lupo.”
“Sky... quante volte Lydia ha avuto ragione in due anni?”

“Costantemente per due anni.” annuì il bruno, sospirando. La ragazza giaceva addormentata su un tavolo della mensa, il volto leggermente pallido ed una smorfia di dolore, come stesse sognando di incubi indicibili. Skylar toccò la fronte della ragazza, ora vestita dei suoi soliti abiti raffinati e ricercati e annuì, sapendo che di Lydia ci si poteva fidare, in fin dei conti.

“Credo dovremo andarcene! Non possiamo rimanere fermi troppo a lungo, Void potrebbe comparire da un momento all'altro.” disse Dylan.

“Sì, ma con Lydia? Non può camminare. E se apro un portale Void comparirebbe in un nano secondo.” spiegò Tyler.

“Non... non se siamo abbastanza veloci.” mormorò Skylar, mordendosi le labbra. Dylan e Tyler si scambiarono uno sguardo interdetto, allora il ragazzo, sicuro di non essere stato capito, prese un respiro e spiegò il suo piano: “Se aprissi una porta a caso e iniziassi a giocare con il vento, allora Void verrebbe da me, prima che da te. Tu avrai tutto il tempo di portare Lydia sulla terra, tornare e... trovare un modo per prendere Void a calci, insieme a Dylan.” spiegò il bruno.

“Ti rendi conto di quanto faccia schifo il tuo piano?” domandò Tyler.

“È l'unico che abbiamo!” spiegò Skylar.

“Lo sai che se non dovessi riuscire a trovarti in tempo Void ti succhierebbe via anche la vita, oltre che la magia?” domandò Tyler, ora più serio che mai.

“Non lo farà, se ci sarò io a coprirgli le spalle.” disse Dylan.

 

“Kyle! Kyle, svegliati!”

“Che?” domandò il moro, aprendo gli occhi e subito sentendo una fitta di dolore alla nuca che si percosse lungo tutto il suo scheletro.

“Kyle!” lo chiamò Sydney, ed un treno di ricordi investì Kyle, facendogli ricordare dell'attacco dell'Alchimista, della pugnalata, del grimorio...

“Stai bene?” domandò, facendo per muoversi ma trovandosi impedito da corde lunghe, strette e ruvide attorno a caviglie e polsi. “Ma che..?”

“Credo siamo in ostaggio...” mormorò Sydney. I tre ragazzi erano ancora nel locale della caldaia, ma erano tutti e tre legati a rispettive tubature presenti su tre lati diversi del perimetro della stanza. Vyvyen, l'unica senza corde, giaceva ancora addormentata a causa dell'incantesimo dell'Alchimista.

“Che si fa?” domandò Kyle.

“Riesci a prendere l'accendino dal tuo giubbotto?” domandò il biondo. Il moro provò a divincolarsi dalla scomoda posizione in cui le corde lo costringevano, ma ben presto si rese conto che era una mossa del tutto inutile, anche perché l'accendino giaceva nella stanza antistante la camera della caldaia.

“Perché ci ha legato?”

“Credo per evitare che lo seguissimo.”
“Tu stai bene?”
“Sì, mi ha guarito subito.” mormorò il biondo.

“E se urlassimo?” domandò, lasciandosi sfuggire un sorriso di rassegnazione.

“Credi che abbia annullato l'incantesimo ai piani superiori?” domandò Sydney, aggrottando la fronte.

“Te lo dico subito.” disse, prima di schiarirsi la gola ed iniziare a chiedere aiuto.

 

“Pronti?” domandò Skylar, poggiando una mano sulla maniglia. Tyler sospirò, sentendo che quel piano si sarebbe rivelato un buco nell'acqua, ma rassegnato sul fatto che erano il migliore sul quale potessero contare per il momento; Dylan, dal canto suo, annuì con sicurezza.

Skylar aprì la porta, si trovarono in una sala operatoria e varcarono la soglia.
“Diamo il via alle danze.” disse, e creò un leggero mulinello d'aria che accarezzava i capelli dei ragazzi come brezza marina. Poco dopo, attirato dalla magia, Void apparve famelico e bavoso davanti a i due guardiani, ed ecco che gli attacchi ricominciavano, più forti di prima e più frenetici. Bombe d'aria esplodevano, sfere di oscurità si infrangevano contro il mostro, mulinelli di vento lo strattonavano, fiammate di ombra lo ustionavano, ma nessun attacco sembrava abbastanza efficace da tenere a bada il mostro famelico abbastanza a lungo.

“Pronto a cambiare stanza?” domandò Dylan, ed il bruno annuì. Il moro bloccò l'ombra di Void e poi si lanciò contro la porta, trascinandosi Skylar dietro, per poi chiudere la porta poco prima che il mostro gli si lanciasse contro.

I due si accasciarono dietro l'uscio, ritrovandosi in una normalissima stanza per pazienti e si sedettero per terra, sudati ed affannati.

“Credo... credo di aver intuito una cosa, su Void.” disse Dylan, cercando di riprendere fiato. “Ogni volta che si ciba, diventa... vulnerabile. Pensaci. Quando prese Sydney, fu colpito da Lydia; quando prese Kyle e Vyvyen fu colpito da Tyler e quando ha preso Lydia è stato colpito da te.” spiegò, affannato.

“Quindi? Uno dei due dovrebbe ucciderlo mentre l'altro si fa mangiare via la magia?” domandò Skylar, aggrottando la fronte.

“Non ho idea di come ucciderlo, sia chiaro.” spiegò Dylan “Forse con un'arma, come ha detto Lydia.” mormorò.

“O forse con la magia stessa.” rispose pensieroso Skylar.

 

Tyler varcò la soglia dimensionale e chiuse immediatamente il portale, sapendo bene che questa mossa avrebbe distratto Void dai suoi amici e lo avrebbe rispedito in mensa. Il rosso fece stendere Lydia sul letto di Sydney, leggermente preoccupato nel trovare la camera completamente vuota tranne per...
“Lilian?” domandò Tyler, avvicinandosi alla sua ragazza. Ma Lilian continuava a guardare fisso nel vuoto, senza dare segno di aver ricevere gli impulsi visivi e uditivi di Tyler. Il rosso aggrottò la fronte, profondamente stranito nel vedere la ragazza in quello stato, quando delle urla attirarono la sua attenzione.

Tyler aprì la porta che dava sul corridoio e si mise ad ascoltare. Quella voce stava chiedendo aiuto e il suo timbro aveva un che di notevolmente familiare.

“KYLE!” urlò di risposta, prendendo a correre per i corridoi pieni di studenti e professori pietrificati.

“KYLE; DOVE SEI?” domandò, mettendo le mani ad imbuto attorno alla propria bocca per amplificare l'effetto sonoro. Il moro rispose di rimando e Tyler prese a scendere le scale praticamente saltando quattro gradini alla volta, per poi spalancare la porta che dava sulla caldaia e ritrovarsi metà della sua squadra legata a dei pali.

“Ehi! Che è successo?” domandò il rosso, correndo a liberare Sydney poiché era il più vicino.

“L'Alchimista s'è preso il Grimorio...” spiegò Kyle “E ha pugnalato Sydney e addormentato Vyvyen.” aggiunse, con tono stanco.

“Cosa?” domandò Tyler, girandosi verso Kyle per capire se stesse dicendo la verità.

“Ehm... le corde...” mormorò Sydney ed il rosso riprese a provare a slacciarle. Il biondo osservò Tyler da vicino: aveva ancora la tuta di Kandrakar addosso ed un dubbio si fece largo nella sua mente.

“Tyler... non hai avuto paura di farti vedere dalle persone?” chiese.

“Erano tutti come pietrificati, quindi io non...” iniziò il rosso, facendo spallucce.

“Oh... Oh! Oh no! Tyler vai via! Via!” disse il biondo, spingendolo con i piedi uniti.

“Che ti prende?” domandò il rosso, scioccato da quella reazione.

“Non capisci? È una trappola! Lui è...”
“QUI!” disse l'Alchimista, uscendo dall'ombra nella quale si era nascosto.

 

“Non credo di aver afferrato... come possiamo uccidere Void con la magia se si nutre della magia stessa!?” domandò Dylan, alzandosi in piedi e pulendosi i pantaloni dalla polvere.

“Credimi, non so neanche io cosa significhi, ma abbiamo... come dire... chiesto un parere ad una chiaroveggente e lei ci ha risposto così!” rispose Skylar, facendo spallucce e beccandosi un'occhiataccia di sbieco da parte del moro.

“Mi sorprende vedere come chiedete aiuto a encantados e a veggenti e non all'Oracolo!” borbottò Dylan.

“L'Oracolo è strano! Ci da informazioni col contagocce e non è poi così onnisciente...” spiegò Skylar, incamminandosi con il ragazzo per il corridoio nel quale erano capitati aprendo la porta della camera.

“Vi siete dimenticati che i guardiani sono al servizio di Kandrakar? Se non avete voglia di seguire i suoi ordini dimettetevi e lasciate fare a chi ha voglia e dedizione di seguire i suoi ordini.” commentò caustico il ragazzo, mentre Skylar alzava gli occhi al cielo.

“Dylan...” disse, mettendo le mani sulle spalle del ragazzo “sei insopportabile quando fai così! Sembri un automa!” spiegò, assumendo un'espressione irrisoria.

“Skylar. Sei un pagliaccio e sei immaturo!” rispose il moro, facendo ridere il ragazzo.

“Sarò anche immaturo, ma io ho tre missioni alle spalle.” commentò, facendo spallucce e lasciando andare la presa sulle spalle del ragazzo ed avviandosi per il corridoio con aria vittoriosa per essere riuscito ad ammutolire Dylan mostrandogli un dato di fatto che neanche il moro poteva negare.

“Non vuol dire niente questo, lo sai?” domandò Dylan, poco dopo. “Siete in prova quindi non mi pare vi siate mostrati come i perfetti guardiani!”
“Lascia che sia l'Oracolo a giudicare.” canticchiò, stufo di quel confronto. “E comunque, dobbiamo prima cercare di finire questa missione.” mormorò.

 

Tyler lanciò una sfera d'energia contro l'Alchimista ma l'uomo la scansò con facilità, lasciando che il muro si crepasse all'impatto con il potere di Tyler. L'uomo dagli occhi rosa mormorò qualcosa e Tyler fu spedito contro la parete, a pochi centimetri da Sydney, mancando l'impatto con il biondo per qualche centimetro.

“Non vuoi sapere cosa voglio, Tyler? Non vuoi scendere a patti con me?” domandò con tono irritante l'Alchimista, passeggiando tranquillamente per la stanza.

“Con i criminali non si scende a patti!” spiegò il rosso, rialzandosi e facendo scoppiare a ridere l'Alchimista.

“Facciamo così, allora. Tu mi consegni il cuore ed io rimetterò Void nel suo bel sarcofago!” spiegò, facendo spallucce.

“Oh, ti piacerebbe!” sbottò il rosso, senza prendere in considerazione la proposta neanche sotto tortura.

“E cosa vuoi fare, Tyler? Combattere contro di me mentre due della tua squadra sono intrappolati con Void? Lo sai che Void ha sempre fame, vero?” domandò, sorridendogli in modo diabolico.

“Sta' zitto, brutto figlio di...” ringhiò Kyle, ma un calcio al costato lo costrinse a chiuder la bocca e a gemere a labbra strette.

“EHI!” urlò Tyler, lanciandogli contro un'altra sfera d'energia,

“Protego.” disse, e la sfera si infranse contro una barriera invisibile che andò in frantumi all'impatto, generando un'onda d'urto che scaraventò i due rivali ai lati opposti della stanza.

“Ok, basta giocare.” disse l'uomo, rialzandosi e togliendosi la tonaca azzurra.

 

“Ti va di azzardare?” domandò Skylar. “Non possiamo rimanere qui per sempre.” spiegò.

“Va bene, ma chi farà da esca?” domandò Dylan, incrociando le braccia. Qui si decideva tutto: chiunque avrebbe fatto da esca, avrebbe automaticamente perso i poteri, consegnando la squadra vincitrice come nuova custode dell'equilibrio universale. Sempre se l'altro sarebbe stato in grado di uccidere Void, perché altrimenti sarebbero entrambi morti.

Skylar sospirò, facendo spallucce e trovando per puro caso, una monetina poggiata sul bancone della reception.

“Testa o croce? Lasciamo scegliere al destino.” spiegò. Dylan annuì e disse testa. Il bruno fece scattare il pollice e per un secondo che durò un'eternità, i due guardarono la monetina fluttuare in aria, capovolgersi, fare capriole, e poi atterrare sul palmo del ragazzo.

“Croce.” disse Skylar, mostrando la moneta a Dylan. Il moro annuì, mordendosi le labbra e tradendo un certo sconforto nel suo sguardo sempre così duro ed inespressivo.

“Vuoi... vuoi fare due su tre?” domandò Skylar.

“No.” disse Dylan, sorridendo e lasciando Skylar interdetto poiché erano ormai due mesi che lottavano contro Void e non aveva mai visto Dylan sorridere “La moneta ha scelto.” spiegò, facendo spallucce. I due ragazzi aprirono una porta e si ritrovarono nella stessa sala operatoria nella quale poco prima avevano affrontato Void. La creatura non c'era, ma non sarebbe stata difficile da attirare. Skylar si nascose dietro un armadietto dei medicinali, vicino al carrello pieno di attrezzi chirurgici così tecnologici che Skylar non avrebbe neanche saputo nominare.

Gli occhi viola di Dylan incontrarono quelli grigi di Skylar ed i due ragazzi annuirono all'unisono, prima che Dylan iniziasse ad utilizzare il suo potere.

 

Tyler fu proiettato contro la parete e un terribile scossone percosse le fondamenta del locale della caldaia, mentre i suoi amici notavano che parte dei mattoni si erano frantumati a causa dell'impatto con il ragazzo. Per tutta risposta, Tyler fulminò l'Alchimista, ma l'uomo utilizzò nuovamente la barriera e questa volta l'impatto tra le due magie fu addirittura più forte, creando una piccola esplosione che colpì tutti i presenti nella sala.

Nonostante i rumori, Vyvyen continuava a dormire beata, mentre Kyle e Sydney continuavano a fare pressione sulle corde per liberarsi e correre in soccorso dell'amico, ma ogni sforzo sembrava inutile e presto i loro polsi presero a sanguinare a causa delle corde ruvide.

Tyler lanciò una sfera d'energia, poi un'altra ed un'altra ancora, e riuscì finalmente a colpire l'Alchimista, proiettandolo contro la parete opposta.

“Se continuiamo così, faremo crollare tutto.” sorrise l'uomo, asciugandosi un rivolo di sangue dall'angolo della bocca. Tyler preparò un'altra sfera d'energia e fu pronto a colpire il suo rivale, ma ecco che egli gli lanciò contro il suo coltello, prendendolo al braccio. La sfera d'energia andò contro il soffitto e lo bucò, mentre il ragazzo barcollava per il dolore, afferrava la lama e la estraeva dal suo braccio sinistro, ora fradicio di sangue.

“Facciamo che questo te lo restituisco, prima o poi.” ringhiò, generando un altro fulmine.

 

Una nuvola d'oscurità ed ecco che Void era comparso al fianco di Dylan. Il moro fletté immediatamente le braccia ed investì la creatura con un getto d'ombra che avrebbe atterrito un branco di elefanti, ma Void continuava a rimanere fermo e a spalancare le fauci sempre di più, inghiottendo tutti gli attacchi che riceveva. Poco lontano, il cuore di Skylar batteva all'impazzata, aspettando il momento giusto per colpire Void. Sì, ma colpire come? Non poteva ucciderlo con una semplice bomba d'aria, e poi quello che aveva detto Vanessa: che Void si può uccidere solo con la magia stessa, non lasciava spazio ad altre interpretazioni. Però anche quello che aveva detto Lydia prima di svenire: la soluzione è in questo ospedale. Ma come? Com'era possibile? Skylar vide Void afferrare Dylan per le braccia. I suoi occhi verdi iniziarono a brillare di, mentre la sua bocca iniziava a spalancarsi sempre di più. Poi accadde tutto in pochi secondi: il flash di Lydia che non riusciva ad utilizzare i suoi poteri di Terra in questo luogo, la definizione di illusione, le parole di Vanessa... e tutto si incastrò perfettamente come un puzzle al quale mancava un solo pezzo. Skylar partì all'attacco, prese il bisturi più lungo che trovò sul carrello e si alzò di qualche centimetro in volo, per poi piantare il bisturi nel cranio di Void, sfruttando la forza dell'atterraggio per colpire la creatura con più forza possibile.

Immediatamente la creatura lasciò la presa su Dylan e prese a ululare, cercando in tutti i modi di togliersi il bisturi di dosso, ma evidentemente Skylar aveva danneggiato pesantemente le sue articolazioni, poiché il mostro non riusciva a muoversi con la sua naturale crudeltà, ma sembrò impacciato e sofferente. Quando finalmente riuscì ad afferrare il bisturi, però, a causa dei nervi danneggiati, Void non riuscì ad estrarlo, ma invece lo fece scorrere lungo parte del cranio, arrivando quasi a scoperchiare il cervello. Con un ultimo rantolo, la creatura cadde a terra, mentre un fiume di sangue nero e denso colava dai suoi occhi, dalla sua testa e dalla sua bocca.

Skylar e Dylan si guardarono senza scambiarsi una sola parola, incerti di cosa era appena accaduto, e poi il corpo di Void prese a gonfiarsi sempre di più, fino a quando, infine, esplose in una marea di suoni, colori e piccole stille che partirono in cielo per poi esplodere in mille piccolissimi fuochi d'artificio che caddero su Acantha, restituendo al pianeta la sua vecchia gloria ed energia.

 

L'Alchimista aveva bloccato Tyler con uno dei suoi incantesimi in latino, ed adesso si accingeva a colpire il ragazzo con il suo pugnale ritrovato.

“Sai... vi odio. Tantissimo!” confessò, sussurrando all'orecchio di Tyler ormai impotente “Avete ucciso la mia creaturina! Il mio piccolo Golem! Sapete quanto tempo c'ho messo per crearlo? Una vita!” urlò, prendendo Tyler per i capelli e strattonandolo “E voi l'avete ucciso! Quindi perché non vendicarmi? Perché non creare un piano perfettamente diabolico in cui vi avrei privati dei vostri poteri e poi vi avrei ucciso ad uno ad uno, incominciando da te?” domandò, sorridendogli. Impossibilitato, Tyler non poté rispondere con il vigore necessario nei riguardi dell'Alchimista. L'uomo, prese il pugnale in mano e fece per trafiggere il rosso al cuore, quando il pugnale divenne improvvisamente rovente, tanto che l'uomo dovette lasciarlo cadere per soffiarsi sulla mano. Incapace di darsi una risposta sull'accaduto, l'Alchimista fece per girarsi ma un getto d'Acqua lo colpì in pieno, trascinandolo contro la parete, per poi essere colpito da un proiettile di luce che gli spaccò le ossa del braccio sinistro.

“Che...?” domandò, reggendosi il braccio dolorante e inorridendo, nel trovarsi davanti Vyvyen, Sydney e Kyle con le divise di Kandrakar.

“Void... no!”

 

Preso dal panico, l'Alchimista fuggì dalla porta, subito inseguito dai quattro guardiani ora nel pieno possesso dei loro poteri. Kyle si sentiva di nuovo forte come una tigre, Vyvyen aveva riacquistato il suo buonumore e Sydney si ritrovò a sorridere, pensando che, in fin dei conti, essere un guardiano non era così male. L'Alchimista stava per imboccare l'uscita, quando un muro di fiamme si alzò alto e vigoroso; l'uomo, allora, allungò la mano pronto a pronunciare una formula per far diminuire le fiamme, quando un proiettile di luce lo colpì nel retro del ginocchio, facendolo crollare a terra.

“Maledetti!” ringhiò, cercando di rimettersi in piedi. “Non sapete chi sono! Sono l'Alchimista! Sono immortale! Sono il vostro peggiore incubo!” urlò, prendendo a levitare con gli occhi rosa che risplendevano di una luce sinistra.

“Arrenditi, non hai via di scampo.” disse Tyler, creando una sfera d'Energia, subito imitato dai suoi tre compagni che crearono rispettivamente una sfera di Fuoco, una di Luce ed una d'Acqua.

“MAI!” urlò, facendo tremare l'intero corridoio. Si sarebbe potuto dire che l'Alchimista si stava preparando per un attacco letale, ed infatti i guardiani erano quasi pronti a contrattaccare, quando qualcosa di inaspettato capitò davanti ai loro occhi. L'Alchimista giunse le mani, pronto a colpire i quattro guardiani, ma ecco che un mattone si staccò dal pavimento e lo colpì sulla nuca, facendogli perdere immediatamente i sensi e facendolo crollare di faccia in terra.

“Per me parlava un po' troppo.” disse Lydia, comparendo dietro la porta.

  
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