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Autore: Herm97    08/08/2016    2 recensioni
Rose Weasley poteva definirsi una delle ragazze più popolari di Hogwarts. Non solo perché i suoi genitori si chiamassero Hermione Granger e Ronald Weasley, o perché fosse la nipote del famosissimo Harry Potter. No, Rose era diventata amica quasi di tutti in quella scuola semplicemente perché si era impegnata sempre in tutto e per tutto: era stata eletta Prefetto una settimana dopo l'inizio del suo quinto anno a Hogwarts, studiava sodo e ora era diventata persino Caposcuola. Inoltre era una formidabile giocatrice di quidditch, il che rendeva orgogliosi gran parte dei suoi parenti - sopratutto Ron -, nel ruolo di cacciatrice. La ragazza aveva aiutato parecchie volte la sua squadra, quella giallo-oro, a vincere le partite e il resto della squadra, come anche gli studenti che appartenevano alla sua stessa squadra, gliene erano rinoscenti.
Naturalmente c'era qualcosa che Rose non riusciva a controllare, era una persona ormai vicina alla sua famiglia da molto tempo, col quale aveva purtroppo condiviso un'intera estate alla Tana. Il suo nome era Scorpius Hyperion Malfoy ed era, a detta di Rose, il ragazzo più sbruffone e saccente che lei avesse mai conosciuto. Ma potrà tutto ciò cambiare nel loro ultimo anno a Hogwarts?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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UN SABATO IMPORTANTE
 
Quella settimana, per Rose Weasley, era stata una delle peggiori da che ne aveva memoria. Per colpa di quella maledetta punizione - totalmente ingiusta nei suoi confronti -, la rossa era stata costretta a passare ogni momento libero con Scorpius Malfoy. Certo, i due se ne stavano spesso in silenzio, ma alle volte era capitato di mettersi a discutere persino su futili argomenti. Inoltre, sempre perché stabilito dalla McGranitt, in tutte le lezioni in cui i professori avevano diviso le classi a coppie, Scorpius e Rose avevano dovuto lavorare assieme.

Durante l'ora di pozioni, ad esempio, Lumacorno aveva assegnato alle coppie di preparare dell'Amortentia: i due allora si erano messi subito al lavoro, preparando tutto ciò che sarebbe servito ma Rose, sebbene fosse una delle migliori studentesse che Hogwarts avesse mai visto, aveva spesso confuso gli ingredienti. Scorpius si era quindi preso l'incarico di fare tutto da solo e, senza l'aiuto di Rose, aveva finito il compito prima del resto della classe.

«Vedrai che un giorno diventerai brava come me, Weasley.» si era divertito a dirle in un sussurro, mentre il viso di Rose era diventato rosso dalla rabbia.

«Devo ricordarti chi ha i voti più alti negli altri corsi, Malfoy?» gli aveva rinfacciato lei, incrociando le braccia sotto al seno e reprimendo quella voglia di strozzarlo.

«Eccellente, signor Malfoy e signorina Weasley!» aveva esclamato Lumacorno, senza accorgersi del piccolo battibecco appena finito tra i due suoi studenti. «Ora vorrei una dimostrazione, però. Malfoy, vuole farci l'onore?»

Scorpius si era sporto in avanti, intimorito dagli odori che avrebbe sentito di lì a poco; poi aveva sgranato gli occhi e si era paralizzato. No, non potevano essere quelli i profumi che aveva appena annusato! Eppure li sentiva ancora, poteva percepirli dentro di sé e sapeva di bramarli più di ogni altra cosa.

«Be', che hai sentito?» gli aveva chiesto Rose, quando lui le era ritornato vicino.
«Credo sia una cosa personale, Weasley. Di certo non vengo a dirlo a te!» aveva risposto lui, facendo così cadere il discorso.

Rose aveva ripensato spesso a quel momento, persino quel sabato mattina, quando lei aprì gli occhi prima di tutte le sue compagne di dormitorio. Rimase sdraiata nel suo letto a baldacchino a guardare in alto, senza muovere un muscolo: c'era stata una scintilla negli occhi grigi del gargoyle platinato, lei era riuscita a vederla e qualcosa le diceva che lui le nascondeva qualcosa. Si riscosse e prese a stiracchiarsi, mettendosi poi seduta e cacciando via Scorpius Malfoy dalla sua tesa; di certo non voleva sprecare quel sabato a pensare a lui o a quella stupida lezione di pozioni. No, quello era il giorno in cui si sarebbe disputata la prima partita a quidditch dell'intero anno scolastico e ad aprire le danze, naturalmente, ci sarebbero state le Case di Grifondoro e Serpeverde. Doveva rimanere concentrata dalla mattina alla sera, in ogni cosa che faceva e così avrebbe fatto.

In un altro dormitorio, nello stesso momento, Scorpius cercava ancora di prendere sonno. Sebbene il sole si stesse alzando e tutta Hogwarts prendesse nuovamente vita a poco a poco, lui voleva tornare a dormire: quella notte, come anche le precedenti, non era riuscito a chiudere occhio. Il suo pensiero era fisso all'ultima lezione di pozioni che aveva passato con la Weasley, all'odore che aveva annusato e a quel suo rinnegare la verità che si stava portando dietro da tanto, troppo tempo.

«Scorpius, ho fatto un bellissimo sogno stanotte.» mormorò Albus, il suo migliore amico, con voce roca e impastata. «Vuoi che te lo racconti?»

«Qualsiasi sia la mia risposta, Al, so già che lo farai comunque.» replicò lui, sdraiandosi su un lato per poter osservare l'amico.

Albus sorrise e si mise lentamente a sedere sul suo letto, scompigliò i capelli neri e si stiracchiò. Gli occhi verdi erano luminosi e la maglietta del pigiama era stropicciata. Il corvino sbadigliò un paio di volte prima di cominciare, il che fece innervosire Scorpius.

«Passeggiavo per Hogsmeade con Alice Paciock, le tenevo la mano ed eravamo molto felici. Ad un certo punto siamo andati da Mielandia e le ho comprato un sacchetto di dolci, quando siamo usciti di lì, per ringraziarmi, lei mi ha baciato.» raccontò Albus, alzandosi dal letto e barcollando in direzione del bagno.

«Domani potrebbe accadere, non trovi Al?» gli fece notare Scorpius, chiudendo gli occhi e sperando di poter finalmente provare a dormire.

«Che dovre fare, secondo te?» domandò allora Albus; ora Scorpius sentiva la sua voce più lontana.

«Chiedile di uscire e lasciami dormire.» rispose, nascondendo poi la testa sotto il suo cuscino. «Oggi abbiamo una partita importantissima e vorrei evitare di addormentarmi in campo.»

Sentì la porta del bagno chiudersi, segno che Albus aveva lasciato cadere lì il discorso. Quindi Scorpius si rilassò, gli occhi già chiusi e la mente finalmente libera. Poco dopo riuscì ad addormentarsi, ma nei suoi sogni c'era ancora lui e il profumo che gli inebriava i sensi.

Rose ora era nella Sala Grande, seduta alla tavolata dei Grifondoro con sua cugina Lily e il resto della squadra di quidditch. Era una specie di rituale il loro: si ritrovavano presto per fare colazione, passavano il resto della mattinata a parlare dell'imminente partita, pranzavano insieme e via dicendo, fino ad arrivare alla partita vera e propria. Quella mattina Rose si sentiva diversa, però, non aveva molta voglia di restare insieme agli altri, tutto ciò che desiderava era un po' di tempo per se stessa e per i pensieri che le vagavano nella mente.

«Li batteremo, ne sono certa!» esclamò Lily, prendendo un bicchiere e riempiendolo di succo.

Rose rimase a fissare il suo piatto, ascoltanto distrattamente quello che ogni componente della squadra aveva da dire. Non era dell'umore per uno dei suoi soliti incitamenti, sperava solo di poter lasciare la Sala Grande prima che Scorpius ci mettesse piede. Qualcuno le toccò la spalla e la fece tornare alla realtà: era Faith Baston, figlia di Oliver Baston. La ragazza aveva gli stessi tratti del padre e capelli castani che le arrivavano poco sopra le spalle; aveva lo stesso carattere di Oliver, quindi era follemente innamorata del quidditch.

«Rose, tutto bene?» le chiese Faith, sorridendole.

«Si, certo!» esclamò Rose in risposta, sorridendo a sua volta. «Dove eravamo arrivati?»

«Parlavamo di oggi pomeriggio: quelle serpi si giocheranno tutte le carte a loro disposizione solo per poterci battere.» riprese Lily al posto di Faith, finendo poi tutta la sua colazione.

«Vinceremo noi.» annuì solenne Jason Roberts, un ragazzo del sesto anno che sedeva accanto a Lily.

«Continua a crederci Roberts.» commentò Albus, appoggiando le mani sulle spalle di Rose.

«Dovresti andartene, fratellino.» Lily lanciò ridusse gli occhi a due fessure e continuò a guardare il fratello.

Ma Albus non rispose, non smise di guardare la sorella con aria di sfida, cosa che capitava sempre quando c'erano le partite Grifondoro-Serpeverde. Poi Lily scoppiò a ridere e si alzò per poter abbracciare il fratello, lui ricambiò l'abbraccio e infine diede un veloce bacio sulla guancia a Rose. Quest'ultima fu come risvegliarsi all'imporvviso, per la seconda volta quella mattina, e si girò di scatto verso il cugino.

«Al, ho bisogno del tuo aiuto.» e si alzò da tavola, girandosi solo per scusarsi col resto della squadra.

Raggiunse il cugino e lo seguì fino alla tavola degli avversarsi, non curante di tutti gli occhi che si erano puntati su di lei. Rose prese posto accanto ad Al e lo osservò riempirsi il piatto, chiedendosi dove fosse il suo migliore amico. Le si era illuminata una lampadina e, così, aveva pensato che Albus potesse essere la persona adatta per indagare su quella strana espressione che il volto di Malfoy aveva assunto durante pozioni, subito dopo aver annusato i vapori dell'Amortentia.

«In cosa posso esserti utile, Rosie?» domandò Albus, afferrando uova strapazzate e bacon con la forchetta.

«Devi trasformarti in Sherlock e scoprire che profumo ha sentito Malfoy a pozioni.» si affrettò a dire Rose, guardandosi in torno e sperando che il soggetto in questione non si presentasse all'improvviso. «Sai, quelli dell'Amortentia.»

Albus bloccò la mano, facendo rimanere la forchetta a metà tra la sua bocca e il piatto. Con un'estrema lentezza si girò verso la cugina e notò una strana luce nei suoi occhi celesti; i capelli rossi erano raccolti in una coda di cavallo e le punte ricciolute le ricadevano sul collo, arrivando a toccare anche la schiena. Perché mai la cugina le aveva appena fatto quella domanda? Da quando Rose era così curiosa su qualcosa che riguardava Scorpius Malfoy?

«Ehm... quindi accetti o no?» domandò Rose, pregandolo con gli occhi.

Da una parte voleva aiutare sua cugina, ma dall'altra Scorpius era il suo migliore amico e il profumo che aveva annusato era suo e personale. Inoltre Albus lo conosceva fin troppo bene: quando si iniziava a discutere di ragazze, Scorpius tendeva a non scendere nei dettagli delle sue conquiste, proprio il suo contrario. Sarebbe stato difficile portare a termine il compito che Rose gli stava affidando, poi però pensò che questa cosa potesse avere anche degli esiti positivi per se stesso: Alice era un'amica di Rose.

«Ad una condizione.» disse Al, masticando ora a bocca aperta.

«Qualsiasi cosa.» rispose immediatamente lei, sorprendendosi per quella richiesta fatta al cugino.

«Voglio un appuntamento con Alice Paciock, domani.» fece Albus allungando la mano destra verso Rose, perché lei la stringesse.

Rose non capiva a che razza di gioco stesse giocando Albus. Lo sapevano tutti, e si vedeva lontano chilometri, che Alice aveva una cotta per Albus Potter e che il sentimento era reciproco, quindi perché usare Rose come gufo per chiederle di uscire?

«D'accordo.» rispose allora Rose, stringendo la mano ad Albus e alzando gli occhi celesti al cielo.

Un'ora dopo pranzo, nel dormitorio dei Serpeverde, Scorpius Malfoy si svegliò fresco e in forze. Lasciò il suo letto per rintanarsi nel bagno e fare una doccia calda, lasciandò che l'acqua scorresse lungo il suo corpo nudo e tonico grazie agli allenamenti di quidditch. Pensava alla partita che si sarebbe svolta nel pomeriggio, al boccino a cui doveva fare attenzione, alla chioma rossa di Rose Weasley che svolazzava nell'aria... No, a quello non devi pensarci!, si ordinò nella sua mente, scorllando la testa e chiudendo l'acuqa della doccia.

Uscì dal bagno con un solo asciugamano in vita, avvicinandosi a grandi passi al suo letto e al suo baule posto ai piedi del letto. Si vestì velocemente e con un colpo di bacchetta asciugò i capelli chiarissimi, quasi bianchi, per poi scompigliarli con una mano. Si avviò alla sala comune e pensò alla colazione e al pranzo che si era appena perso, chissà dov'era Albus. Seduta su una poltrona in velluto verde, proprio davanti al camino, c'era Trish Zabini - figlia di Blaise Zabini - che leggeva tranquillamente un libro. La sua carnagione scura veniva illuminata dal fuoco e i suoi occhi, di un marrone scuro, correvano di qua e di là sulle pagine del libro che teneva in mano. La ragazza si alzò in piedi quando vide Malfoy arrivare, lo salutò con un bacio sulla guancia e poi lo invitò a sedersi sulla poltrona accanto alla sua.

«Volevo solo chiederti se sei libera domani, Trish.» mormorò Scorpius, declinando l'invito della ragazza.

«Certo che si Scorpius!» cinguettò lei in risposta, piegando le labbra carnose in un ampio sorriso. «Che avevi in mente?»

In mente lui aveva di rimettere in ordine i suoi pensieri, di liberarsi una volta per tutte di quella rossa e di trovarsi una nuova ragazza con cui spassarsela. Trish Zabini era perfetta per i suoi scopi: l'avrebbe usata fino a quando ne avesse avuto abbastanza, finché non fosse libero da quel profumo che tanto odiava.

«Hogsmeade, tu ed io.» disse con un ghigno malefico.

Trish accettò volentieri e poi salutò Scorpius che, con la scusa di dover parlare con Albus, lasciò la ragazza e la Sala Comune dei Serpeverde. Quindi arrivò in Sala Grande, sperando invano di poter trovare qualcosa da mettere sotto i denti; la nota positiva fu che trovò il suo migliore amico seduto a tavola e a discutere con la squadra di quidditch. Intercettò gli occhi celesti di Rose, che si erano posati su di lui non appena era entrato nella sala, ma non volle mantenere il contatto visivo. Si sedette accanto ad Albus e salutò tutti con un cenno del capo, come se non gli importasse di niente e nessuno.

«Che mi sono perso?» domandò poi, buttando una veloce occhiata al tavolo dei rosso-oro.
«Nulla d'importante, stavamo solo rivedendo alcune tattiche per oggi.» rispose il suo migliore amico, passandogli un panino che gli aveva salvato dal pranzo.

Scorpius lo ringraziò, e il suo stomaco fece lo stesso. Divorò quel panino come se fosse stato il suo primo pasto dopo anni, vorace e affamato; poi ritornò a guardare la tavolata dei Grifondoro e il suo cuore perse un battito. Gli occhi celesti di Rose lo stavano osservando, nessuna espressione sul suo viso e i capelli rossi raccolti in una coda alta.

"Che hai da fissare?" le mimò con la bocca, ricordandosi solo dopo che stava finendo di masticare un pezzo di panino.

Rose alzò gli occhi al cielo e ritornò a concentrarsi sulle persone che aveva accanto, scatendando una risata di Scorpius. Era proprio strana quella lì: prima lo fissava e poi alzava gli occhi al cielo. Malfoy si disse che, mentre i suoi compagni di squadra continuavano a discutere sulla partita, non vedeva l'ora dell'inizio della settimana: avrebbe ripreso a punzecchiare la Weasley durante le loro ore passate a studiare, l'avrebbe presa in giro perché a pozioni lui era più brava e, poi, aggiunse anche di ricordarle della partica che, era sicuro, avrebbero vinto quel pomeriggio.
 
NOTA AUTRICE
Vi chiedo umilmente perdono per il ritardo di pubblicazione! Ho avuto parecchio da fare e c'è stato persino il compleanno di mio fratello, +14, e quindi abbiamo festeggiato.
Inoltre, su un altro sito, sto concludendo una storia e quindi ho voluto dare più tempo a quella che a altro.
Cooomunque, dato che mi piacciono un sacco Alice e Albus, ho deciso che una parte di un capitolo futuro sarà dedicato a loro!
E niente, sono le 3:52 e credo sia ora di andare a dormire.
-Elisa

 
   
 
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