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Autore: Alice95_    09/08/2016    2 recensioni
Una giovane Kate Beckett alla ricerca di una notte da dimenticare, si trova davanti a una persona che invece si ricorderà per il resto della vita.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Altro personaggio, Kate Beckett, Martha Rodgers, Richard Castle
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Nonostante l’aver fatto tardi, Kate si svegliò presto il mattino dopo. Non aveva dormito molto bene, troppi pensieri le correvano in testa dopo la chiacchierata con Castle. Gli stessi pensieri che l’avevano fatta alzare alle sette del mattino, impedendole di cercare altro riposo.

Sperava che quello che gli aveva raccontato la scorsa notte fosse abbastanza, perché non c’era nient’altro che potesse dargli. Non era mai stata così tanto onesta con qualcuno come lo era stata con lui quella notte. Questo la spaventava molto ma allo stesso tempo era stato liberatorio. E aveva ancora le farfalle nello stomaco quando ripensava alle sue parole. Era stata più di una cosa di una notte. Fino a quel momento non aveva realizzato quanto avesse bisogno di sentirselo dire, anche lui aveva provato lo stesso.

Ma ora aveva bisogno di focalizzarsi su altre cose. Sapeva che non poteva recuperare il tempo perduto, non poteva recuperare i due anni in cui aveva tenuto separati padre e figlia. Eppure sperava che lui potesse credere a quello che gli aveva detto, che non l’aveva fatto perché non lo voleva nelle loro vite.

Per il resto ci sarebbe stato tempo, lo sapeva bene. Non si aspettava subito il suo perdono. Da quel lato c’era del lavoro da fare. Doveva dimostrargli che le cose sarebbero state diverse d’ora in poi, che voleva allentare il controllo che dal momento in cui era arrivato Castle aveva stabilito nelle loro vite. Ma era fiduciosa di aver iniziato bene, accettando senza esitazione la richiesta di Castle di trascorrere più tempo insieme a Jamie. 

C’era solo un modo per scoprirlo, ed era affrontarlo. Così trascinò le gambe fuori dal suo letto, già sentendo la mancanza delle soffici coperte e del comodo cuscino, si mise la felpa della NYPD e si avviò verso il soggiorno.

Lo trovò in cucina, intento a preparare quella che sembrava una enorme colazione, e lentamente, con gambe tremanti, gli si avvicinò. Il cuore le stava battendo fortissimo, così tanto che le veniva difficile respirare.

“Hey”, finalmente si fece sentire, così piano che pensò non l’avesse sentita, ma Castle si voltò immediatamente.

“Hey”, rispose lui, un sorriso esitante sul suo viso. “Come stai?”.

“Stanca”, fece spallucce, sbadigliando.

“Già, sei stata piuttosto male negli ultimi tre giorni. Penso ti ci vorranno un altro paio di giorni per tornare veramente in forma”, disse, ed entrambi rimasero in silenzio, entrambi insicuri su cosa fare o cosa dire. Quando il silenziò diventò scomodo, lui optò per la cosa che aveva sempre funzionato tra loro, “Caffè?”, chiese e vide le labbra di lei alzarsi in un sorriso meraviglioso.

“Mi piacerebbe un po' di caffè”, sospirò contenta, attraversando il soggiorno, dove era rimasta ferma fino ad allora, e sedendosi su uno sgabello di fronte al bancone, intenta ad osservare Castle preparare esperto due tazze di caffè.

Le posò la sua tazza davanti, prima di appoggiarsi al bancone e assaggiare la sua.

Lei fece lo stesso e un gemito uscì dalla sua bocca, facendola arrossire, “E’ eccellente”.

Castle sorrise, ovviamente soddisfatto della sua reazione, prima di tornare serio di nuovo.

“Ascolta Kate”, si spostò dal bancone e le si avvicinò. Kate sperava fosse un buon segno. “Non posso pretendere che gli ultimi due anni non siano esistiti”, disse nervoso, guardando la sua reazione. Ma con sua sorpresa, resse il suo sguardo e annuì.

“Mi servirà del tempo per venire a patti con tutto questo”, continuò lui.

“Lo so”, sospirò lei. “Lo so”. I suoi occhi passarono dal suo viso alla tazza che aveva in mano.

“Hey”, appoggiò i gomiti sul bancone, arrivando con il viso allo stesso livello di quello di lei, e aspettò che lo guardasse. “Questo non vuol dire che deve esserci imbarazzo tra di noi. Andrà tutto bene, mi servirà solo un po' di tempo”.

“Ok”, lei finalmente annuì e si immobilizzò quando le mani di lui coprirono le sue, le strinse appena e gli regalò un dolce sorriso.

Kate non si sentiva così da tanto tempo, il suo tocco le provocava qualcosa che non avrebbe dovuto, e realizzò con una chiarezza quasi eccessiva, che avrebbe sempre potuto contare su di lui. Non importava quanto le cose fossero difficili tra loro o quello che gli avrebbe riservato il futuro, avrebbe sempre potuto contare su di lui. L’aveva fatto soffrire eppure lui aveva incassato tutto, continuando a prendersi cura di Jamie e anche di lei. Quello per lei significava molto di più di quello che sarebbe riuscito a esprimere a parole.

 

————————————

 

Il resto della mattinata passò velocemente, Alexis e Jamie avevano tenuto i genitori occupati finché Kate non decise che era giunto il momento di tornare nel loro appartamento.

Aveva appena recuperato la borsa dalla camera di Castle mentre lui stava raccogliendo le cose di Jamie al piano di sopra, quando Alexis apparì al suo fianco.

“Kate?”, domandò, con occhi timidi rivolti alla donna di fronte a lei.

“Hey Alexis”, Kate le sorrise calorosamente, capendo che la ragazza era insicura di dirle qualsiasi cosa volesse chiederle.

Kate si inginocchiò di fronte a lei, sapendo che le cose diventavano più facili quando due persone si guardavano negli occhi, “Che succede tesoro?”.

Con un grande sospiro Alexis iniziò a parlare, gli occhi fissi sul pavimento, “Tu e Jamie potete venire al mio compleanno martedì?”.

Oh. Kate non sapeva che il compleanno di Alexis fosse vicino.

“Mi dispiace tesoro, dovrò lavorare martedì, ma tuo padre può portare Jamie qui, così potete trascorrere il pomeriggio insieme”. Provò a rigirarla positivamente.

Alexis annuì, ma Kate vide che era dispiaciuta e non voleva darlo a vedere.

Kate le portò un ciuffo di capelli rossi dietro l’orecchio, non voleva vederla triste, “Hey, abbiamo ancora il pizzappuntamento da fare domani, giusto? E il prossimo weekend non dovrò lavorare, quindi se vuoi, anche con tuo padre possiamo fare qualcosa tutti insieme. Che ne dici?”.

Gli occhi di Alexis si spalancarono, “Abbiamo ancora il pizzappuntamento?”.

Kate rise alla sua evidente emozione, “Certo”, annuì, “E’ il minimo che posso fare dopo la cura che hai riservato a Jamie in questi giorni”.

Alexis le sorrise e prendendo completamente Kate di sorpresa, mise le sue piccole braccia attorno a lei, “Grazie Kate”, disse la piccola rossa nel suo orecchio.

“Non c’è di che”, disse Kate in risposta, avvicinandola.

Ecco come le trovò Castle quando apparve sulle scale, Kate incontrò i suoi occhi, sembrando un po' imbarazzata, “Ho solo detto ad Alexis che siamo ancora d’accordo per il pizzappuntamento di domani e visto che per il suo compleanno devo lavorare, ho suggerito che possiamo fare qualcosa il prossimo weekend”, gli disse, e aggiunse velocemente, “Se va bene per te, ovviamente”.

Castle la stava fissando e Kate per un secondo pensò che avesse rovinato tutto, ma poi quell’enorme sorriso sul suo viso la fece ricredere e sospirò sollevata.

“E’ perfetto”, disse lui, ma poi la guardò un po' preoccupato, “Sei sicura che stai bene per fare tutto questo?”.

La dolcezza di quest’uomo, pensò lei e poi annuì, “Se vi va bene ordinare qualcosa a casa”.

“Va più che bene”, rispose sorridendo, finalmente incontrandosi davanti alla porta del loft, “Che ne dici se io ed Alexis portiamo le pizze?”.

“Ok”, concordò lei, sorridendogli.

“Ok, scendiamo allora”, suggerì, “La macchina deve già essere qui e ho anche chiesto a Charlie di prendervi qualcosa da mangiare, così non dovete preoccuparvi fino a lunedì”.

“Castle”, sospirò, “Non avresti dovuto—“, ma lui la interruppe.

“Non è niente”, alzò le spalle e lei decise di accettare il suo aiuto senza protestare oltre.

“Grazie”, disse, seguendolo poi fuori dalla porta.

Si salutarono in strada, Castle passando Jamie a sua madre e poi dando ad entrambe un bacio sulla guancia. Jamie ridacchiò, mentre sua madre arrossì, portando velocemente la sua attenzione ad Alexis.

“Ci vediamo domani”, sorrise, vedendo il viso di Alexis illuminarsi di nuovo.

“Si”, Alexis sorrise da un orecchio all’altro mentre afferrava la mano di suo padre, guardando poi  Kate e Jamie salire in macchina. Le salutarono finché l’auto non scomparì dietro l’angolo, prima di ritornare di sopra.

 

—————————————— 


Lunedì Kate tornò a lavoro, ancora non si sentiva bene al 100% ma lo era abbastanza per andare a lavoro. Martedì avrebbe avuto un altro incarico speciale con i ragazzi della Buon Costume a cui non sarebbe mai potuta mancare, ed era anche la ragione per cui non poteva unirsi al compleanno di Alexis.

Lei e Castle avevano concordato che lui avrebbe preso Jamie dopo la pausa pranzo di Kate e poi lui e le ragazze avrebbero trascorso il pomeriggio insieme, celebrando il compleanno di Alexis e cenando al loft insieme a Martha. Castle poi avrebbe riportato Jamie all’appartamento di Kate dove Cynthia si sarebbe occupata di lei fino al suo ritorno. Avevano programmato tutto, però Kate di sentiva ancora insoddisfatta mentre cominciò a realizzare che in realtà avrebbe preferito trascorrere la giornata insieme a Castle e le ragazze piuttosto che lavorare per la Buon Costume.

Ma aveva accettato l’incarico molto tempo fa e non poteva ritirarsi con così poco preavviso.

“Beckett?”, Il capitano Montgomery fece il suo nome, squadrando la stanza.

“Signore?”, lo guardò interrogativa.

“Vieni un attimo”, fu più un ordine che una domanda e lei si affrettò a seguirlo nella sala break.

“Come ti senti?”, chiese, studiandola da vicino.

“Sto bene”, rispose lei, ma il suo capitano la guardò scettico.

“Non sembri stare bene”, disse come un dato di fatto, non distogliendo gli occhi dai suoi. Sembrava pallida.

“Mi sentivo molto peggio la scorsa settimana”, provò a buttarla sul ridere per cercare di uscire da quell’interrogatorio, perché era quello che le stava facendo.

“Comunque, ti ho tolto dall’incarico della Buon Costume”.

“Signore?”, disse, scioccata.

“Beckett, sei stata a letto per una settimana. Ancora non sembri stare bene e per nessun motivo lascio uno dei migliori uomini in un vicolo freddo a prendere una polmonite. Ho già informato il Detective Gregson che non sarai disponibile”.

“Capitano-“, provò di nuovo, ma lui la interruppe sollevando una mano.

“E’ un ordine, non ci sarà nessun incarico per te”, il suo tono non lasciava spazio a discussioni.

“Che cosa faranno?”, chiese, sentendo che non poteva fare niente.

“Hanno già richiesto qualcuno dal 54esimo distretto”, Montgomery alzò le spalle. “Esposito, credo si chiami così”.

Il nome non le diceva nulla e Kate decise che era meglio lasciare le cose per come stavano.

“Vai a casa presto, riposati e trascorri un po' di tempo con Jamie”, suggerì lui, “E mi assicurerò di farti tornare in lista per il prossimo incarico”.

“Grazie Signore”. Kate annuì, prima di tornare lentamente alla sua postazione dove un sorriso si formò inconsciamente sulle sue labbra.

“Per cosa stai sorridendo?”, chiese Royce sorpreso, da quello che aveva capito Montgomery l’aveva tolta dall’incarico.

“Montgomery mi ha tolta dall’incarico”, lo informò.

Royce aggrottò la fronte, “E da quando questo ti fa sorridere?”.

“Da quando significa che posso andare al compleanno di una bambina”, continuò a sorridere mentre Royce sembrava sempre più confuso.

“Ma il compleanno di Jamie è stato la scorsa settimana”, la guardò interrogativo.

Kate sospirò. Guardandosi attorno, tornò seria e fece segno a Royce di seguirla, “Vieni, ti devo raccontare alcune cose”.

 

 

   
 
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