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Autore: nikita82roma    11/08/2016    6 recensioni
Un mese dopo la sparatoria al loft Kate riprende finalmente conoscenza. Ma lei e Rick dovranno ricominciare tutto da capo nel modo più imprevisto e difficile, con un evento che metterà a dura prova il loro rapporto e dovranno ricostruire il loro "Always", ancora una volta. Ma Rick avrebbe fatto tutto per lei, per loro, per riprendersi la loro vita e non avrebbe più permesso a niente e nessuno di separarli.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Always Together'
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... e quando la tua mamma avrà ritrovato la memoria sarà tutto perfetto tra noi. - Alzò lo sguardo a cercare quello di Kate ma non vide quello che si aspettava. Lei era pietrificata.

 

- Kate? Che succede? Stai bene?
- Sì… Sì… - Ma il suo viso diceva tutt’altro e Castle se ne accorse. Si tirò su, coprendole il ventre con la maglia.
- Non mi sembra. - Rick era molto serio mentre studiava ogni minima espressione del sul volto. Kate fece un gran respiro, avrebbe dovuto dirglielo, doveva farlo subito. Anche lei si sollevò, mettendosi seduta e torturandosi le mani in cerca delle parole migliori.
- Castle… Io in questi giorni ho preso una decisione. Riguarda me, ma riguarda anche te. - Vide che stava per interromperla, ma le bastò uno sguardo per farlo rimanere in silenzio. - In questi giorni ho avuto dei ricordi, del mio passato, del nostro passato e non è stato facile.
- Perché non mi hai detto niente? - Le chiese eccitato dalla novità e deluso allo stesso tempo perché non aveva voluto condividere la cosa con lui.
- Perché non erano cose delle quali si poteva parlare per telefono, Castle.
- Sono qui, ora, facciamo ora, parliamone. - Rick aveva ritrovato la sua solita eccitazione, come un bambino impaziente di scartare i regali la mattina di Natale, peccato che per Kate non era così.
- Non è semplice Castle. Tutto quello che ho ricordato mi ha fatto stare male. Mi ha creato dubbi, insicurezze su di noi e su me stessa. - Kate era sempre estremamente seria, ma non riusciva a guardarlo in faccia mentre gli parlava. Sapeva che quello che gli avrebbe detto lo avrebbe fatto soffrire e non era abbastanza forte per riuscire a sopportare di vederlo così per causa sua. - Io non voglio soffrire, non più.
- Beckett io non capisco, quello che hai detto prima, tu parlavi di noi, di stare insieme.
- È quello che voglio Castle - Ora sì, cercava il suo sguardo - Voglio stare con te, voglio pensare al nostro presente e al nostro futuro. Non mi interessa del passato, di quello che è stato, di quello che non ricordo. Tutto quello che ricordo mi fa solo male. Non voglio stare male.
- Cosa stai cercando di dirmi Kate - La voce di Rick lasciava trasparire la preoccupazione data dalla consapevolezza di quale fosse la risposta a quella domanda.
- Non voglio pensare a quello che è stato. Non voglio avere altri ricordi dolorosi.
- Ma non ci sono solo quelli - Il suo tono sembrava una supplica
- Lo posso immaginare, ma non li voglio più cercare. Non voglio correre il rischio
- Quale rischio Kate? - Castle si lasciò sfuggire quella frase molto più ad altra voce di quanto avrebbe voluto.
- Di scoprire che le cose erano diverse. 
- Certo che erano diverse Kate! - Castle era un fascio di nervi, schizzando in posizione eretta, sovrastandola con la sua fisicità, come a volerla intimorire per farla ricredere. - Era tutto diverso! Tu, io, era tutto perfetto!
- Perfetto Castle? Dopo nemmeno un anno che eravamo sposati siamo stati separati per mesi. Tu che non sapevi se io ti amassi abbastanza, io che me ne sono andata mentendoti. Non è la mia idea di perfetto. Non mi interessa. 
- Non c’è solo questo Kate, c’è molto di più. Ci siamo noi, tutto quello che eravamo. Io so che mi amavi, so quanto mi amavi. Non puoi voler dimenticare tutto questo. Dimenticare noi.
- Noi siamo qui Castle. Io e te. Siamo qui, adesso. Voglio questo.
- No Kate… no… 
- Rick… devi capirmi. Per favore. - Allungò una mano verso il suo volto ma Castle si ritrasse come se avesse ricevuto una scarica elettrica da quel contatto.
- Tu hai combattuto per noi, contro gli altri, contro te stessa uscendo dal tuo muro. Hai creduto in noi e in me, sempre. Tu non ti saresti mai arresa, non avresti mai voluto lasciarti alle spalle tutto quello che ci ha portato qui. Non è stato sempre tutto facile, è vero, ma quello che c’è stato di bello è valso tutto il resto, devi credermi.
Kate scosse la testa, immaginava che lui non avrebbe approvato la sua scelta, ma lei ormai era decisa.
- Beckett tu non avresti rinunciato a noi e ai nostri ricordi io lo so. Per te sono importanti.
- Per me è importante adesso ed è importante domani. 
- Mi stai dicendo che per te noi non siamo importanti? 
- Non ti sto dicendo questo, ti sto dicendo il contrario. Per me sei così importante ora, che non voglio rischiare che quello che c’era prima rovini il presente.
- Non lo rovinerebbe Kate!
- Non posso saperlo con certezza Rick! - Anche il tono di Kate ora era molto più alto.
- Ma io sì maledizione Kate! Io sì! Io volevo tutto questo, una famiglia nostra, e lo volevi anche tu, ne sono sicuro!
- Te ne ho mai parlato? Te l’ho detto? Hai detto anche tu di no. - Lo interruppe lei  e lui non seppe cosa dire, abbassò le spalle in una postura rassegnata - Vedi, non puoi negarlo. Non lo sapevi cosa volevo. Io ora lo so cosa voglio.
- Io sono sicuro che lo volevi, sono sicuro… - disse lui quasi in un sospiro.
- Tu vuoi quello che abbiamo adesso Rick? Quello che siamo ora?
- Sì certo che lo voglio. - Abbassò lo sguardo mordendosi l’interno della bocca.
- Però non ti basta, vero? Tu vuoi quello che eravamo, più di quello che siamo.
- Io ti amo Kate.
- Ne sei sicuro Rick? Ami me? 
Deglutì incapace di risponderle, eppure doveva essere facile. Ma lei lo guardava con il suo sguardo deciso e penetrante, di quelli che scavavano dentro e lo mettevano davanti al sue colpe e le sue paure. Non riuscì a dirle nulla e Kate si morse il labbro inferiore non per malizia, ma per trattenere quel moto interno che sentiva stava per esplodere. Annuì con la testa, avendo capito e si alzò per vestirsi, mettendo distanza tra loro fisica, ma non solo.
Non era così che Kate aveva immaginato fossero andate le cose. Certo, sapeva che sarebbe stato difficile per lui accettarlo, che gli sarebbe dispiaciuto, ma sperava che poi la avrebbe capita, che le avrebbe detto che ci sarebbe stato comunque, che sarebbe andato tutto bene ugualmente. Invece l’aveva solo aggredita, non aveva nemmeno provato a capirla e alla fine le era stato chiaro che lui voleva solo che lei ricordasse, che stava con lei solo per quella speranza, che magari ci sarebbe stato sempre, ma solo sperando che potesse tornare la sua Kate. La sua non risposta l’aveva spiazzata. Non ci aveva nemmeno provato a dirle di sì, che era sicuro di amarla. Aveva aperto la bocca senza dire nulla, preso in contropiede da quella domanda che l’aveva messo a nudo.
Avrebbe voluto dirgli anche il resto, voleva farlo in modo speciale, per farlo veramente felice. Era stata anche tentata di rispondergli “anche io” quando lui le aveva detto che l’amava, ma non poteva farlo così e adesso, ora che lei sentiva che lui non era sicuro dei suoi sentimenti, non poteva dirglielo, non aveva senso. Tutto quello che si era immaginata in quei giorni era stato, appunto solo frutto della sua immaginazione. La realtà era altro. Ma l’aveva scelta lei la sua strada e l’avrebbe seguita in ogni caso. 
Aprì la cabina armadio scegliendo con cura i suoi vestiti. Osservò i giacchetti di pelle e i jeans aderenti. Non era mai stata una che seguiva troppo la moda, ma certe cose la facevano stare bene, la facevano sentire se stessa. Erano quei vestiti che metteva quando voleva sentirsi bene, quando cercava qualcosa di confortante per essere se stessa e darsi sostegno. Avrebbe voluto metterseli anche in quel caso, per uscire da quella stanza a testa alta, ricordandosi che, innamorata o meno, era sempre lei, Kate Beckett, e non si sarebbe fatta mettere KO da nessuno. Alla fine preferì un paio di pantaloni neri ed una maglia a maniche lunghe dello stesso colore, quello che rispecchiava meglio il suo umore. Vide la busta con la tutina che aveva preso per la loro bimba che voleva dare a Castle, la prese gliela appoggiò vicino sul letto, mentre continuava a prepararsi. Andò in bagno a sistemarsi i capelli, e truccarsi quel minimo necessario per coprire i segni delle ultime discussioni che si erano stampati intorno ai suoi occhi. Poi tornò in camera mentre osservava tutti i suoi movimenti seguendola con lo sguardo, la vide dirigersi lì dove riponeva la sua pistola, prenderla ed indossarla, come se fosse la cosa più normale del mondo e prendere anche il distintivo mettendolo in tasca.
- La devi proprio tenere? - Gli chiese Rick serio mentre ancora gli dava le spalle
- Per noi della polizia può essere utile - Gli rispose con una ironia tagliente.
- A te non dovrebbe servirti - Le contestò lui senza alcuna voglia di scherzare.
- Non si sa mai. - Si voltò a guardarlo - Preferisci sapermi disarmata?
- Preferisco saperti al sicuro.
- Non metterò a rischio la vita di nostra figlia
- Non è solo per lei che lo dico. Voglio che tu sia al sicuro.
- Lo sarò Castle.
- Promettimelo. 
- Cosa? - Spalancò gli occhi per guardarlo meglio, ma lui era serissimo. Cosa era una, una bambina che doveva promettere di non mettersi nei guai?
- Me lo devi promettere - Era irremovibile mentre la fissava con quegli occhi blu così intensi e bisognosi di avere conferma a quanto chiesto.
- Te lo prometto Castle. - Disse presa per sfinimento. Se quello era l’unico modo per farlo stare tranquillo, non le sarebbe stato difficile prometterglielo.
- Va bene. - Sembrò più rilassato solo per aver sentito quelle parole e Kate si stupì. Gli era bastato che lei glielo promettesse, la fece sorridere affettuosamente questo suo essere così dolcemente ingenuo, da dare così tanta importanza ad una promessa. Le fece tenerezza, vederlo seduto sul letto, con le spalle basse e la testa a guardare in un punto imprecisato le lenzuola. Gli si avvicinò, portandogli davanti quel pacchetto che non aveva nemmeno considerato.
- Ehy Castle… Questo è per te.
- Per me? Veramente? Tu hai preso una cosa per me? - Si illuminò subito e con le sue grandi mani andò a frugare nella busta che sembrava minuscola.
- Sì, insomma, più o meno… - Sorrise lei e quando lui la tirò fuori ed osservò la scritta vide tutto il suo stupore e la felicità nel tenere quel piccolo indumento di stoffa rosa in mano.
- Oh… È bellissima… Grazie… - La abbracciò riconoscente, in una abbraccio che nulla nascondeva se non la gratitudine per quel pensiero. - Vuol dire tanto per me Kate, sul serio. 
Beckett gli spettinò i capelli ancora un po’ umidi e lui subito passò le mani a sistemarsi il ciuffo. Lo trovava terribilmente buffo e adorabile quando faceva così e non riusciva a mantenersi distante come si era mentalmente ripromessa di fare. Controllò l’orario. Era tardi, molto più di quanto avrebbe dovuto essere, ma per fortuna i suoi orari erano estremamente flessibili adesso.
- Ci vediamo stasera Castle - gli disse appoggiando appena le sue labbra su quelle di lui, in qualcosa che avrebbe dovuto essere del tutto simile ad un bacio ma che non lo era.
- Ricordati di pranzare - Le disse mentre era già fuori dalla camera ricevendo una risposta in lontananza che non nascondeva la sua esasperazione per quelle continue raccomandazioni.

Quando Kate fu uscita Rick si finì di vestire e poi andò in cucina a cercare qualcosa da mangiare. Era a digiuno dal giorno precedente, quando aveva mangiato solo qualche tartina alla festa. Mentre si preparava delle uova con bacon, Martha lo raggiunse, osservandolo cucinare seduta al bancone, spilluzzicando un po’ di acini d’uva. 
- Bentornato Richard - disse infine l’attrice. Castle ripensava a tutto quello che era accaduto con Kate dal momento del suo ritorno ed era talmente assorto che non aveva nemmeno notato la variopinta presenza della madre a pochi passi da lui. - Forse avevo capito male, ma ti aspettavamo per questa sera.
- Ciao madre, avevi capito bene. Vuoi qualcosa?
- Oh no, grazie, queste cose invecchiano, mangiale tu. Stai bene Richard? È successo qualcosa?
- Sono successe molte cose e credo di aver fatto un casino. O forse anche più di uno.
Così Rick, evitando dettagli intimi che non era necessario riferire, raccontò a sua madre quanto accaduto con Kate e si lasciò andare, confidandole anche i suoi dubbi e le sue paure.
- Richard, Kate ha passato delle brutte giornate da sola, ma non hai mollato. Ha parlato con Alexis è stata eccezionale con lei e se lo chiedi a tua figlia ti dirà la stessa cosa. Sta riprendendo in mano la sua vita, non puoi attaccarla così. Perché poi? Perché ti ha rovinato la sorpresa? Le è piaciuto il libro, è stata felice, dovresti esserlo anche tu, non arrabbiarti con lei. Io non so quando fai così Richard da chi sei stato allevato! Possibile che non ti ho insegnato nulla?
- Mamma, per favore…
- Ragazzo mio, fai più capricci adesso di quando eri un bambino!
- Mamma! 
- No Richard, qualcuno te le deve dire queste cose, e quel qualcuno sono io!
- Vuoi scrivere un altro libro di consigli non richiesti basandoti su di me?
- Oh, ma anche per il primo mi sono basata su di te!
- Non sei divertente mamma!
- Non voglio esserlo, Richard, ma ascoltami. Kate è Kate. Io ci ho parlato, l’ho vista in questi giorni. Certo, fa delle cose che magari la Kate che conoscevamo non avrebbe fatto con altrettanto entusiasmo o leggerezza, ma è lei. La sua dolcezza, la sua fierezza, il suo senso dell’onesta, l’amore che ha per te… è sempre lei e i ricordi, piano piano arriveranno. Non è qualcosa che può programmare, in ogni caso.
- Non sono così sicuro che sia innamorata di me. Non lo ha mai detto.
- Da quando c’è bisogno che te lo dica per saperlo Richard? Tutto quello che fa lo dimostra. Come ti lascia i tuoi spazi, come si sforza per integrarsi nel tuo modo e rientrare nel suo. E poi come ti guarda, come ti accarezza e tutto il resto che sicuramente farà che io però non posso sapere! Questo è amore Richard, al di là delle parole che le porta via il vento!
- Per me le parole sono molto importanti, non le porta via nessun vento.
-Richard, dammi retta, devi considerare di più i fatti e meno le parole. Io l’ho vista la tua Katherine quando ha scelto quella tutina per la vostra bambina, le brillavano gli occhi all’idea di prenderla per te, per fare qualcosa per farti felice. 
- Lei lo sa cosa mi farebbe felice, eppure vuole fare l’esatto contrario.
- Le persone non sempre possono fare tutto quello che noi vogliamo. Ti sei mai fermato a chiederle cosa vuole lei? Come si sente lei adesso, in questa situazione? Quali sono le sue paure? Pensi che per Katherine sia facile?
- No ma…
- Rick, non è che sei tu che hai paura di una nuova vita con lei e ti senti insicuro? 

 

Beckett tornò a casa più tardi di quanto aveva previsto. C’era stato un omicidio in pieno giorno, ma fortunatamente riuscirono a catturare e incriminare il colpevole nel giro di poche ore, ottenendo una piena confessione, ma poi aveva dovuto compilare i verbali e si era fatto tardi. Quando Kate entrò in camera era molto stanca ed avrebbe voluto solo sdraiarsi e dormire. La trovò, invece, illuminata solo di candele. Pensava che Castle fosse lì ma la stanza era vuota. Si guardò intorno cercando di capire cosa dovesse fare. Poi sentì alcune note invadere lo spazio. 
Nothing goes as planned Everything will break
Si accese una luce sul muro davanti a lei e si compose un’immagine. Erano lei e Castle, probabilmente poco dopo che si erano conosciuti, i suoi capelli erano corti così come ricordava di averli: portò una mano a toccare le punte ora molto più lunghe, sorrise a vedersi così diversa da come era ora, ed anche a vedere Castle molto più sbarazzino. Era una foto probabilmente scattata quando loro non se ne erano accorti, alla scrivania di lei, sarebbero dovuti essere attenti a guardare il fascicolo che lei aveva in mano, in realtà si stavano guardando di sfuggita. Forse l’avevano fatta Esposito o Ryan.
People say goodbye In their own special way
Altra foto, loro due alla presentazione di un libro di Castle, insieme a Martha e Alexis. Si stupì di se stessa per quell’audace vestito fucsia estremamente corto e notò la sua faccia sorridere maliziosa e lo sguardo di Castle posarsi irriverente su di lei.
All that you rely on And all that you can fake
Erano insieme ad un ballo, lei con un elegante vestito rosso, lui con uno smoking impeccabile. Pensò mordendosi il labbro che vedendoli così era una bella coppia.
Will leave you in the morning But find you in the day
Loro due insieme al distretto in un momento di relax con Javier e Kevin, un’altra ancora mentre brindavano con delle bottiglie di birra insieme a Lanie, ancora una abbracciati al capitano Montgomery che commosse Kate, non aveva ancora del tutto assorbito il fatto che fosse stato ucciso per difenderla, nè il suo coinvolgimento, seppur indiretto, nell’omicidio di sua madre. 
Oh, you're in my veins And I cannot get you out
Ancora foto di lei con Castle lì al loft, poi di lei con Alexis, altre con Lanie e Esposito e Ryan in quella che aveva tutta l’aria di essere una festa per qualche ricorrenza
Oh, you're all I taste At night inside of my mouth
In altre foto erano loro due soli e poi insieme con gli altri in un locale che pensò essere quello di Castle, l’Old Haunt.
Oh, you run away ’Cause I am not what you found
Le foto cominciarono a susseguirsi più rapidamente ed ora erano tutte foto di Rick e Kate, selfie per lo più. Molte le aveva già viste nel suo cellulare, altre da Castle. Si osservava nelle foto mentre vedeva il suo volto sempre più disteso, meno contratto rispetto all’inizio, dei sorrisi sempre più ampi. E poi baci, giochi, scherzi, espressioni buffe che la fecero ridere mentre si commuoveva a vedersi.
Oh, you're in my veins And I cannot get you out
Il ritmo delle foto cambiò ancora, erano solo foto sue mentre dormiva, fatte nel corso degli anni.
Everything will change Nothing stays the same
Nobody here's perfect Oh, but everyone's to blame
Oh, all that you rely on And all that you can save
Will leave you in the morning And find you in the day

Ora le foto erano tutte dello stesso giorno, nessuna era in posa, momenti catturati mentre pensavano solo a loro stessi.  Era il giorno del loro matrimonio e pensava di non avere mai avuto sorriso così radioso. Vedeva come appoggiava la testa sulla sua spalla, come teneva la mano sul suo petto, come lui la stringeva. Pensò che in quel giorno doveva essere stata veramente felice.
Oh, you're in my veins
Il refrain dello canzone ricominciò lasciando l’immagine di loro appena sposati fissa sul muro. Sentì una mano poggiarsi sul suo fianco e quando si voltò sapeva esattamente chi avrebbe trovato. Castle aprì le sue braccia e lei ci si rifugiò, mentre lui la teneva stretta, le prese una mano e poi cominciarono a ballare. Kate appoggiò la sua testa sulla sua spalla accomodandosi lì, proprio in quel punto che sembrava creato appositamente per accoglierla: sentiva il suo profumo inebriarla e nonostante la quasi oscurità chiuse gli occhi per godersi il momento. Sentiva la mano di lui aperta che premeva sulla sua schiena, il calore che le trasmetteva, il senso di pace che le donava. La faceva sentire sua ed era esattamente come voleva sentirsi. Lei portò la sua mano in alto fino alla base del collo di Castle, accarezzandolo lievemente con le dita. Ballarono per alcuni minuti fino a quando le note non si dissolsero nell’aria e la foto scomparve, lasciandoli abbracciati nella quasi totale oscurità interrotta solo dalla tremante luce delle candele.

- Vuoi veramente rinunciare a tutto questo? A quello che siamo stati? A quello che c’è stato tra noi?
- L’unica cosa a cui non voglio rinunciare sei tu.
- Non rinunciare a te stessa.
- Io sono qui Castle. Sono quella che sono oggi. Accettami così, non mi lasciare.

   
 
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