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Autore: Alice95_    12/08/2016    4 recensioni
Una giovane Kate Beckett alla ricerca di una notte da dimenticare, si trova davanti a una persona che invece si ricorderà per il resto della vita.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Altro personaggio, Kate Beckett, Martha Rodgers, Richard Castle
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Forse dopotutto non era stata una buona idea, pensò Kate quando si ritrovò di fronte alla porta di casa Castle. Non gli aveva detto che sarebbe stata in grado di unirsi alla cena. Voleva fare una sorpresa e in più non voleva fare promesse ad Alexis che non poteva mantenere, visto che poteva comunque essere trattenuta a lavoro. Anche se libera dall’incarico della Buon Costume, non significava che avrebbe lasciato il distretto in tempo, ma Montgomery l’aveva mandata a casa presto, e quindi era riuscita a fare un regalo ad Alexis e arrivare anche in tempo per la cena.

Ma ora, in piedi davanti alla porta, pensò che magari avrebbe dovuto chiamare e chiedere a Castle se gli andava bene averla lì con loro. Magari aveva altri piani, forse…

Adesso era troppo tardi per pensarci. Era lì e non poteva più tornare indietro, quindi con un ultimo e profondo respiro, sollevò la mano e bussò.

 

——————————————————————————-


Castle guardò sorpreso la porta, “Aspetti qualcuno?”, chiese lui, aggrottando la fronte verso sua madre.

Martha negò con la testa, fulminandolo con lo sguardo, “Chi dovrei aspettare?”.

“Non lo so”, alzò le spalle con una risatina, “Un ammiratore segreto?”.

“Magari”, l’attrice sospirò drammaticamente, prendendo la spatola dalle mani di suo figlio quando se ne andò dalla cucina e si incamminò verso la porta per vedere chi era. “Non rovinare la mia cena”, disse, guardando dietro le sue spalle e ricevendo un alzata di occhi da parte di sua madre.

Attraversando la stanza guardò le sue bambine, sedute vicine sul divano mentre leggevano un nuovo libro che Alexis aveva ricevuto da sua nonna e che adesso stava leggendo a Jamie.

Aprì la porta con un sorriso sulle labbra, che velocemente se ne andò quando vide chi c’era dall’altro lato.

“Kate”, mormorò, sorpreso. “Che cosa ci fai qui? Pensavo avessi detto che saresti stata a lavoro”.

Per un momento lei ebbe paura fosse arrabbiato, “Io, io sono stata tolta dall’incarico”, balbettò, sentendosi a disagio. Avrebbe dovuto chiamare.

“E sei venuta qui?”, chiese lui, inebetito.

“E’ il compleanno di Alexis”, disse Kate un po' stupidamente, un sorriso nervoso sulle sue labbra, sentendosi completamente fuori luogo.

“Richard tesoro, chi è?”, sua madre lo chiamò dalla cucina, distogliendo la sua attenzione da Kate.

Si girò di colpo, guardò indietro verso la cucina prima di tornare a guardare Kate con una grande sorriso sul viso, “E’ Kate”.

Al nome di Kate, Alexis si girò subito verso la porta, “Kate è qui?”, esclamò, c’era meraviglia nella sua voce e Castle finalmente fece un passo indietro per permettere a Kate di entrare.

Alexis era già saltata giù dal divano, mentre Jamie ci mise un po’ più di tempo.

“Sei qui”, la rossa urlò felice mentre correva verso la porta.

“Hey Alexis”, Kate sorrise, inginocchiandosi davanti alla bambina e esitando solo un secondo prima di avvicinarla per abbracciarla, “Buon Compleanno”.

“Grazie”, Alexis sorrise, le sue piccole braccia erano attorno al collo di Kate.

Martha guardò la scena dalla cucina e quello che vide le toccò il cuore, Alexis, la cui madre ancora doveva chiamarla per augurarle buon compleanno, sprizzava di gioia alla vista di Kate per il semplice fatto che fosse lì, che le importasse abbastanza di lei da fare uno sforzo, anche se non ne aveva nessun obbligo. Gli occhi di Martha si spostarono verso suo figlio, ancora in piedi accanto alla porta aperta e quando si voltò per guardarla, sapeva che dallo sguardo sul suo viso stava pensando la stessa cosa.

“Mami”, Jamie rise mentre correva verso sua madre, ovviamente eccitata anche lei di vederla.

“Hey uccellino”, Kate rise, prendendo sua figlia e mettendola nel lato destro, mentre Alexis era ancora attaccata nel sinistro. Diede un bacio a sua figlia, prima di riportare la sua attenzione ad Alexis.

“Ho qualcosina per te”, disse Kate, vedendo poi gli occhi di Alexis spalancarsi dalla sorpresa, non si aspettava un regalo da Kate. “Lo vuoi aprire ora o dopo cena?”, chiese, sapendo già la risposta.

Alexis guardò suo padre, spalancando i suoi grandi occhi blu verso di lui, “Papà, posso aprirlo ora?”.

Lui rise, sapeva veramente come comprarlo, sebbene quel giorno non dovesse nemmeno preoccuparsi di farlo, “Certo che lo puoi aprire ora, sei la festeggiata dopotutto”.

Andarono tutti in direzione del divano, Alexis portando il pacco di Kate mentre Jamie lasciando la mano di sua madre e cominciando a correre in avanti. Kate guardò le due bambine con occhi luccicanti. Erano già legatissime dopo nemmeno una settimana.

Sentì Castle dietro di sè, una mano sulla sulla sua schiena per avvicinarla e sussurrarle nell’orecchio, “Grazie”.

Lei girò il viso leggermente per guardarlo, “Per cosa?”.

“Per essere qui”, disse dolcemente. “Significa molto”.

In qualche modo, aveva la sensazione che non si stesse riferendo solo ad Alexis, ma forse era solo una sua impressione e quindi annuì soltanto, prima di farsi guidare verso il divano.

Martha si unì a loro, portando a Kate un bicchiere di vino rosso, che Kate accettò volentieri.

“Grazie”, le sorrise.

“Non c’è di che”, Martha le ricambiò il sorriso, la mano libera toccò brevemente la spalla della donna, dandole una leggera stretta, prima di sedersi sulla poltrona davanti al divano.

Jamie ed Alexis erano salite sul divano, sedute tra i loro genitori, ed entrambe osservarono con occhi spalancati Kate prendere il regalo dalla borsa, “Non è niente di grande”, disse quando lo porse ad Alexis, “Ma penso che ti piacerà”.

Guardando Kate, Castle realizzò che sembrava nervosa, cosa che lo sorprese. Fino a quel momento pensò che avesse preso qualcosa che era riuscita a trovare velocemente una volta uscita da lavoro, ma adesso era curioso di sapere cosa ci fosse in quel pacchetto.

Ma, ovviamente, sua figlia ci mise anni per scartarlo, “Alexis, nessuno riutilizzerà la carta”. Cercò di velocizzarla, ma lei si limitò a fulminarlo con lo sguardo.

Lui alzò le mani in segno di resa, “Va bene, è il tuo regalo”, disse imbronciato, guardando Kate che era chiaramente divertita dal suo comportamento, anche se cercava di nasconderlo.

Quando finalmente Alexis finì di scartare il regalo, apparve una piccola scatola e la bambina alzò i suoi occhioni confusi verso Kate, che le rivolse un sorriso incoraggiante, “Aprila”.

Con un cenno timido, Alexis lo fece, aprendo il coperchio della piccola scatola e fissando estasiata il contenuto.

“Sono simili ai miei”, spiegò Kate, prendendo uno degli elefanti dalla scatola e mostrandolo ad Alexis, “Ma i tuoi sono di un colore un po' più chiaro, vedi?”.

“Si”, Alexis annuì, colpita.

“Ti piacciono?”, chiese Kate timidamente, e Castle l’avrebbe voluta baciare al suono della sua voce così preoccupata.

Alexis guardò Kate, e con un grande e luminoso sorriso annuì, “Li adoro. Grazie tante, Kate”.

Sollevata, Kate lasciò andare il respiro che stava tenendo da un po' quando Alexis mise le braccia attorno a lei, questa volta non ne fu sorpresa, ricambiò l’abbraccio con forza, pensando che questo era molto meglio che passare la serata in piedi in un vicolo freddo per la Buon Costume, e si sentì un po' dispiaciuta per quel ragazzo di nome Esposito.

“Buon Compleanno Alexis”, sussurrò Kate nell’orecchio della ragazza, e quando i suoi occhi incontrarono quelli di Castle, fu sicura di averlo visto ricacciare indietro una lacrima.

Mentre sua figli a più grande osservava attentamente i tre elefanti nella scatola con Kate, lui mise Jamie in grembo e la baciò sui capelli, cercando di nascondere le emozioni che lottavano per uscire fuori.

Da quando Meredith se n’era andata, i compleanni di Alexis erano sempre stati un po' una sfida. Di solito era una bambina gioiosa, ma quando la giornata passava senza che Meredith si facesse viva come promesso, nemmeno per chiamarla nel giorno più speciale della sua vita, Alexis diventava triste per tutta la giornata. Quel giorno ovviamente era iniziato uguale a tutti gli altri, con Meredith che non si era presa nemmeno cinque minuti per sua figlia. Quindi Castle si era già preparato per risollevarle il morale, le avrebbe detto che Meredith era davvero molto impegnata e che era sicuro avrebbe chiamato il prima possibile, sapendo che probabilmente era una bugia. Non si sapeva mai con la sua ex.

Ma aveva la sensazione che non ci sarebbe stato bisogno di risollevarle il morale oggi. Jamie l’aveva tenuta occupata per tutto il pomeriggio e con Kate lì insieme a loro, sembrava che non desiderasse avere nient’altro, le cose sarebbero andate bene per una volta. E ne era estremamente felice, perché la sua bambina se lo meritava.

Tornando alla realtà, finalmente si alzò in piedi, mettendo Jamie sulle sue spalle, “Che ne dici uccellino, vuoi aiutare papà ad apparecchiare il tavolo?”.

Jamie rise e urlò felice, cosa che Castle interpretò come un ok, così la portò in cucina, lasciando Kate ed Alexis meravigliarsi sugli elefanti. Prese nota mentale di chiedere a Kate del significato del regalo, mentre Martha lo seguì in cucina.

Sua madre aveva avuto il pensiero di mettere il cibo in forno per mantenerlo caldo, al momento dell’arrivo di Kate, quindi ora dovevano solo sistemare la tavola e mettere i patti.

Jamie prese con cura i tovaglioli da suo padre, e con una concentrazione che solo una bambina di due anni può avere, li portò a sua nonna che li sistemò sul tavolo.

Alexis e Kate si alzarono poco dopo, la rossa che stringeva la mano di Kate e Castle si ricordò ancora una volta di quanto fosse mancata una figura femminile nella vita di sua figlia. Certo aveva sua nonna, ma lei era…, beh era Martha e Kate era, sospirò, lei era Kate. E sarebbe stato più che felice se sua figlia avesse trovato un’amica in lei.

Finalmente si misero a sedere, Castle aiutando Jamie con la carne e mormorandole cose senza senso nell’orecchio, facendola ridere e combinando un disastro sul tavolo, ma a Castle non importava. Non in un giorno come quello.

Nel frattempo Kate stava chiedendo ad Alexis del suo ultimo progetto scolastico, volendo sapere tutto, ed Alexis era entusiasta di condividerlo, visto che sua mamma era sempre annoiata quando le parlava della scuola.

Martha stava osservando la scena con un’emozione che la sorprese, e mentre la cena continuava era sempre più chiaro che bellissima coppia suo figlio e Kate avrebbero formato, e la piccola voce nella sua mente le suggerì di velocizzare le cose con un piano.

“Possiamo ancora fare qualcosa insieme nel weekend?”, chiese Alexis mentre mangiavano il dessert, masticando un grosso pezzo di cioccolata che aveva trovato nel suo gelato, guardando prima suo padre e poi Kate.

Kate guardò Castle. Non era una sua decisione da prendere, “Jamie ed io siamo libere”, suggerì.

Castle annuì, “Certo, cosa volete fare?”, chiese lui, togliendosi il tovagliolo e facendo uscire Jamie dal seggiolone per metterla in grembo.

“In verità penso di avere una splendida idea”, Martha li interruppe, sapendo di avere tra le mani l’opportunità perfetta. “Perché non fate un weekend negli Hamptons?”, suggerì con nonchalance.

“Gli Hamptons?”, Castle e Beckett chiesero all’unisono, spalancando gli occhi in direzione di Martha.

Ma l’attrice finse di non sentire il loro tono scioccato e continuò.

“Richard, hai quella splendida casa lassù e non sarebbe l’opportunità perfetta per portarci Jamie e Kate dopo il viaggio cancellato in Connecticut?”.

Castle la fulminò, capendo esattamente cosa stava cercando di fare. Ma ancora una volta sua madre lo ignorò, sapendo che non c’era niente che potesse fare in quel momento.

“Potresti prendere Alexis venerdì, dopo scuola, e andare diretti. Sono sicura che alle ragazze piacerebbe, non è vero bambine?”.

Cercò di coinvolgere Alexis e Jamie nella conversazione ed entrambe urlarono di felicità, sebbene solo Alexis sapesse di cosa stavano parlando e cosa fossero realmente gli Hamptons. Jamie era solo felice di urlare, non doveva avere una ragione particolare per farlo.

“Voglio dire, se Kate può uscire prima da lavoro”, Martha batté le palpebre innocentemente e Castle dovette ammettere che era un’attrice migliore di quanto pensasse.

Kate fu totalmente presa alla sprovvista e l’unica cosa che riuscì a dire fu un mormorio appena accennato, “Credo”.

“Ottimo”, disse l’attrice trionfante, riportando la sua attenzione al dolce non ancora finito e lasciando Kate e Castle con i postumi della sua decisione.

Guardando Kate, Castle ebbe la sensazione che non fosse molto d’accordo con quanto era appena successo, e lui sapeva perfettamente come si sentiva, anche lui ebbe difficoltà ad immagazzinate tutto quello che era stato detto, quindi le offrì velocemente una via d’uscita. “Veramente ho bisogno di scrivere questa domenica”.

Diede a sua figlia un sorriso di scuse, “Magari un’altra volta zucca”.

Kate si rilassò visibilmente e Castle prese nota di fare un discorsino a sua madre più tardi.

 

————————————————————

 

Kate e Castle erano fianco a fianco mentre lavavano i patti. Ovviamente lui aveva una lavastoviglie in casa, ma i bicchieri costosi dovevano essere lavati a mano e Kate suggerì che magari potevano farlo insieme.

Martha e le ragazze si erano ritirate nell’ufficio di Castle per vedere The Lady and the Tramp e Castle sapeva che sua madre si era offerta volontaria solo perché non voleva lavare i piatti, ma non gli dispiaceva più di tanto. C’era una cosa che voleva dire a Kate e non aveva bisogno della madre ficcanaso intorno.

“Grazie”, disse improvvisamente Castle nella cucina silenziosa, e Kate lo guardò, studiandolo. Non le era passato inosservato il fatto che era stato stranamente in silenzio dopo aver finito la cena.

“Per i piatti?”, rise leggermente, “Tu hai cucinato, era il minimo che potessi fare”.

“Non è quello che intendo”, disse lui, ancora non guardandola, concentrato nel bicchiere di vino nelle sue mani.

Mettendo l’asciughino da parte, Kate si voltò per guardarlo più da vicino, “Hey, stai bene?”.

La mano di lei si posò sul suo avambraccio e lui realizzò che era una cosa che facevano spesso, il toccarsi.

Castle sospirò, girandosi a sua volta e appoggiandosi al lavandino, “E’ solo-“, si fermò, cominciando di nuovo, “Meredith, la madre di Alexis, non ha nemmeno chiamato”.

“Cosa?”, Kate lo guardò scioccata. “Non ha chiamato per il compleanno di sua figlia?”.

Lui alzò le spalle, “Nessuna chiamata, nessun regalo, niente di niente. Anche se non ne sono sorpreso, non è la prima volta che succede”.

“Mi dispiace Castle”, mormorò Kate, la sua mano strinse il suo braccio, perché sapeva che non c’era rimasto male per lui, ma aveva il cuore era spezzato per la sua piccola bambina.

“Da quando se ne è andata in California è stata più un fantasma che una madre. Appare improvvisamente senza avvisare e se ne va altrettanto veloce”. Si passò una mano tra i capelli, scompigliandoli. Sembrava più giovane e Kate non riuscì a non pensare che fosse adorabile.

“Non sto dicendo che non ama Alexis, so che non è così, solo che ha un modo terribile per dimostrarlo, ed Alexis è quella che ci rimette. Una bambina ha bisogno di entrambi i genitori—“, lasciò cadere la frase, abbassando la testa e sentendo la mano di Kate spostarsi dal suo braccio.

Quando rialzò lo sguardo, si accorse che Kate era diventata terribilmente rigida al suo fianco.

“Kate?”, le chiese dolcemente, ma lei rifiutò di guardarlo e lui si ripetè le sue ultime parole nella testa realizzando come dovevano essere state recepite da Kate, merda, non era quello che intendeva.

“Kate”, balbettò. “Non credi che io penso tu sia una cattiva madre, vero?”.

Il silenzio fu la sua risposta.

Castle sospirò, passandosi una mano sul viso, non era quella la verità, se c’era una cosa che aveva capito fin dall’inizio, era che Kate Beckett era una delle madri migliori che un figlio potesse mai desiderare.

Castle afferrò la mano di lei e la tirò verso il tavolo, si assicurò che sua madre e le figlie fossero ancora pienamente concentrare nel loro film prima di farla sedere accanto a sé.

Lo sguardo perso ed insicuro sul viso di lei, gli fecero raggiungere la sua piccola mano e avvolgerla tra le sue. A volte dimenticava quanto fosse giovane, ancora non aveva 23 anni e magari oltre a dirle che gli serviva del tempo per venire a patti con tutto quello, le avrebbe dovuto dire quanto l’ammirasse per quello che era riuscita a fare nella sua vita.

Ma temeva che poteva suonare strano detto da lui ed era già stato abbastanza imbarazzante il mattino dopo, quindi quando era sembrato che avessero trovato la loro strada, non aveva osato dire altro per distruggere tutto.

“Non intendevo te, Kate”, cominciò. “Penso che tu sia una madre meravigliosa. Basta guardare Jamie. E’ una bambina bellissima, intelligente e soprattutto felice, e tutto questo grazie a te”. Le disse, e con un sorriso aggiunse, “Beh forse anche io ho fatto qualcosa per l’intelligenza”.

Lei fece uscire una leggera risata, ma ancora rifiutava di guardarlo.

“Forse ho sbagliato l’altro giorno a dirti che avevo bisogno di tempo, anche se è vero. Non posso fingere che gli ultimi due anni non ci siano mai stati. Perché amo Jamie con tutto il mio cuore e non c’è niente che non farei per lei, o che non avrei fatto per lei fin dall’inizio. Ci sarei stato per lei e per te”. Aspettò che immagazzinasse le sue parole prima di continuare.

“Ma quello su cui non sono stato chiaro è che capisco cosa hai passato. E so che le decisioni che hai preso non sono state fatte senza pensarci”.

Qualcosa simile a un singhiozzo uscì dalla bocca di Kate e lui le strinse leggermente la mano.

“Credimi, se avessi dovuto vivere ciò che hai passato tu, non ne sarei uscito a testa alta. Ma tu l’hai fatto, hai lottato per nostra figlia e lei hai dato tutto quello di cui avesse bisogno per renderla felice. E alla fine è quello che conta di più”. Terminò dolcemente e vide una lacrima solitaria scendere sul suo viso, senza pensarci, gliela asciugò. Perché sotto la dura corazza che aveva Kate Beckett, c’era una giovane donna vulnerabile e insicura, che forse ogni tanto aveva bisogno di sentirsi dire quanto fosse grande, quanto fosse straordinaria.

“Non possiamo tornare indietro nel tempo e rivivere i due anni, anche se entrambi lo vorremmo, ma possiamo partire da qui, insieme”. Sorrise, “Preparati solo a molte domande come, qual è stata la sua prima parola? Quando ha fatto il primo passo? Il suo primo boo-boo? Il suo…”.

La sentì ridere e finalmente la vide alzare gli occhi per guardarlo, “Mi sembra giusto”.

“Hey”, disse lui dolcemente, “Tutto quello che volevo dire prima è che vorrei che Meredith fosse un po' più come te”.

Oh, gli occhi di Kate si chiusero alle sue parole, nuove lacrime si stavano formando.

“Significa molto per Alexis che tu sia qui oggi”. Sospirò, “Vorrei solo che avesse qualcuno con cui parlare se non volesse venire da me o da mia madre”, sapeva che stava andando oltre, forse stava chiedendo troppo, perché tecnicamente Kate non era legata ad Alexis in alcun modo, sperava soltanto…

“Lei ha qualcuno”, Kate interruppe i suoi pensieri, confermando la sua ipotesi senza un singolo segno di dubbio nella sua voce. C’era una cosa che aveva imparato nei due giorni passati, questa strana vibrazione familiare che percepiva dal compleanno di Jamie, era forte, non solo per Jamie, ma anche per se stessa. 

Adorava Alexis e non aveva idea di come una madre non potesse non voler trascorrere ogni singolo minuto con quella deliziosa bambina dai capelli rossi e Martha…beh, era certamente un personaggio, e a Kate piaceva il suo approccio eccessivamente drammatico alle cose, che solo un’attrice può mostrare, contrariamente al suo modo di pensare molto più tranquillo. Ma soprattutto, non le ricordava sua madre e questo era un grosso sollievo, poteva guardare Castle e Martha senza intristirsi su ciò che aveva perso.

“Sai una cosa?”, disse improvvisamente, prendendo Castle di sorpresa. “A meno che tu non debba veramente scrivere, potremo andare negli Hamptons”.

“Cosa?”, la sua voce uscì fuori molto più forte di quanto avesse voluto.

“Penso che potrebbe essere carino, un nuovo inizio..dobbiamo cominciare da qualche parte, no?”, alzò le spalle.

Castle annuì, aveva capito. L’aveva detto proprio lui, non c’era niente che potessero fare per riprendersi i due anni passati e anche se avevano parlato, fino a quella sera quella mancanza pesava ancora sulle loro teste. Ma Kate aveva ragione, dovevano guardare avanti, lasciare il passato alle spalle.

“Intendi come un inizio di noi come”, esitò ma decise che non aveva importanza dopo tutto quello che si erano detti quella sera, questo non poteva ferirli, “Come una famiglia?”, perché era quello che aveva pensato lui dal momento che lei si era presentata alla porta quella sera, lui Jamie e Kate erano una famiglia adesso, che lei lo volesse o no.

“Per quanto possa essere non convenzionale”, Kate sospirò, ma non sembrò turbato dalle sue parole.

Lui scosse la testa, “Non siamo non convenzionali, siamo solo differenti”.

Kate accettò le sue parole con un cenno del capo, realizzando che la sua mano era ancora protetta tra quelle di lui, e lei la girò in modo che i loro palmi si toccassero, prima di allontanarla lentamente.

“Quindi?”, chiese lui speranzoso.

“Quindi chiederò al capitano se posso avere venerdì libero”, concluse lei, guardandolo.

“Bene”, sorrise calorosamente e lei non poté non fare lo stesso.

Rimasero seduti in silenzio per un po’, ma non fu imbarazzante, c’era un’atmosfera serena, entrambi consapevoli di quello che avevano raggiunto quel giorno, e poi lei lo guardò, mordendosi il labbro, cercando di nascondere un sorriso.

“Ho detto la verità a Royce”, disse, e gli occhi di Castle si spalancarono.

“Tu cosa?”.


Ciao a tutti, mi scuso se sto postando meno ma ho molto meno tempo, sicuramente fra un po' ricomincerò a postare più velocemente...e niente, buona lettura :)

 

   
 
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