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Autore: Juuri    12/08/2016    0 recensioni
Quelli più importanti sono attimi eterni, strappati da momenti finiti.
Consapevolezza - L'amava da sempre.
Paura - Paura era non conoscerla davvero e non avere l'opportunità di farlo.
Crescita - Lily bramava l'amore, James nell'amore non credeva.
Domani - E speri che un domani ci sia.
Buon compleanno - Sa che il tempo volerà in fretta.
Lasciarsi amare - A lei piaceva il silenzio.
Perfezione - La consapevolezza improvvisa e inaspettata che l'amore non nasce, ma cresce.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Durante l'infanzia di Harry
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Arte


James ha un sorriso che gli illumina i lineamenti marcati mentre stringe una pallina dorata, che agita le ali con tanta veemenza che quasi pare stia esultando anch'essa. Gli occhiali gli sono scivolati giù, lungo il naso, ma lui non ne ha più bisogno: la platea dei Grifondoro era esplosa in un boato di gioia nel momento stesso in cui le sue mani, fasciate dai guanti, si erano chiuse intorno al Boccino d'Oro. La partita è conclusa.
È ancora in sella alla sua Nimbus e sfreccia sulle teste dei membri della sua casa, perchè è pur sempre James e dare spettacolo è il suo forte. Lo accolgono altre grida e il suo sorriso si allarga, come quello dei bambini. Urla, vanta quel gioiello poco più grande di quei meravigliosi cioccolatini che vendono a Mielandia, un campanellino che li ha condotti alla definitiva vittoria. Vola e i colori s'intrecciano tra di loro - il verde delle colline e il rosso del tramonto che si perde sul mare, e gli ultimi tocchi di un cielo dipinto che sembra appartenergli, quando è in sella alla sua scopa. Non è difficile fingersi un dio, pensa.
Quando vola, James è padrone del mondo. Ha i capelli al vento, più spettinati del solito, ed il mantello che sfreccia dietro di lui, il fuoco di un drago, il leone dei Grifondoro.
Rosso è il colore della sua divisa, dello stemma che sfoggia beffardo un leone sulle giacche dei presenti, dei capelli della ragazza che sta cercando. La trova, finalmente, in una delle prime file. È in piedi, Lily, ed ha gli occhi talmente verdi che James si chiede come abbia fatto a non scorgerli prima. Lo guarda e gli sorride, entusiasta. Vorrebbe dirle che ha vinto per lei. Quasi non sente le voci che si alzano in un coro, idolandolo come se fosse un eroe. E James, in quel momento, davanti a Lily, si sente davvero un eroe.
 "James Potter", urlano.
 "Capitano!", esclamano.
 Lily, invece, non parla. Trattiene per sè la sua voce - ed è bella, la sua voce, ed è dolce, come il rumore delle onde - il mare - quando si infrangono sulla spiaggia - e si limita a guardarlo - sorride ancora. Sorride nel pomeriggio di un marzo che diventa sempre più caldo, mentre le sue guance si tingono del colore del tramonto e il sole decora il suo volto di lentiggini. Un sole rosso.
 - PRONGS! - La voce di Padfoot lo richiama. Hanno vinto, ricorda. La coppa appartiene ai Grifondoro. Nemmeno si accorge di come l'argento dei loro avversari si stia ritirando, non sente i borbottii, le maledizioni, promesse di vendetta che vengono spazzate via dall'entusiasmo e dalla gioia della loro vittoria. James sfreccia verso il centro del campo di Quidditch ed atterra senza nemmeno fermarsi, come se fosse nato per quel ruolo, per il Quidditch e per essere capitano. La sua squadra gli corre incontro e lo sommerge.
 - Abbiamo vinto! - urla. - Abbiamo la coppa!
 - Sì, fratello! - conferma Sirius, battendogli una pacca affettuosa sulla spalla e stringendolo in un abbraccio. James guarda verso i professori. Silente è in piedi, ancora applaude, ed ha un sorriso che è lo specchio del suo. Alza la mano e richiama l'attenzione. Al suo fianco, la McGranitt si tampona le guance con un fazzoletto di seta, ed arrendendosi cede a nuovi applausi, perchè quelli sono i suoi bambini e lei è piena d'orgoglio. Quando si avvicina per donaragli la coppa, James guarda la sua squadra e la alza nella direzione della sua rossa preferita.
La dedica a loro, e la dedica a Lily.


Scivola come acqua sulla pelle, James - mani calde che esplorano il suo corpo e labbra che ardono nell'incavo del collo di lei, che si piega, per accoglierlo, e vorrebbe dirgli che può, James. L'incandescenza di un contatto che crea scintille, si direbbe - è il sorriso di Lily a mandarlo in totale confusione, sorriso che scorge quando schiude appena gli occhi e non ci crede, occhi bramosi di ammirarla e poi richiusi, perché la bellezza delle sensazioni è tale in tutti i suoi sensi, ed il profumo di Lily - Dio, il suo profumo! - richiede attenzioni solo per sé. I capelli gli solleticano il viso e le sue dita corrono a togliergli gli occhiali, per raccogliere il calore delle sue guance in una carezza dolcissima.
 - Ti amo, James. - sussurra, voce di velluto che si insinua tra i suoi pensieri, pensieri come un mare, alla deriva, flusso di coscienza, confusione.
Lily è ovunque: tra le sue braccia - quando risale i suoi fianchi, si sofferma sui seni, disegnando ogni curva -, sul suo letto - quando si piega per posare le labbra su di lei, ancora e ancora, perché di amore si potrebbe anche morire, pensa, ed è assurdo come il cuore - il misero, piccolo cuore, dalla grandezza di un pugno - abbia una forza tale da poter contenere tutto quell'amore, tutta quella gioia. Lily è nei suoi pensieri, nella sua stanza che adesso è intrisa del suo profumo - vaniglia, giglio, Lily.
Un quadro, Lily, un insieme di colori e sfumature, ed un pittore, James, quando disegna ogni dettaglio, quando imprime il suo corpo nella propria pelle. Amare è facile. E sarebbe stato facile pronunciare quelle parole, quel ti amo anch'io, Lily già stampato sulla sua lingua, talmente evidente da essere quasi superfulo, lingua che assapora quella di lei. Sarebbe stato facile e avrebbe voluto dirglielo.
 Prima che le urla squarciassero il silenzio.
 - MALEDIZIONE, PRONGS! Spero che tu non ti stia facendo una scopata, perché sto per buttare giù questa fottutissima porta!

 James voleva dirle che la amava, ma quel che fuoriuscì dalle sue labbra fu tutt'altro.
Dannato Merlino. Giuro che questa volta sei morto, Black.

  
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