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Autore: soffio di nebbia    14/08/2016    4 recensioni
Fu la sua ostinazione a colpirlo la prima volta che la vide, insieme al rosso dei suoi capelli, unico tratto distintivo in quel drappello di donne dal volto di ferro.
Dieci storie, dieci momenti della vita di una coppia.
[Questa raccolta è stata scritta per la challenge 10 PASSI DALLA TUA OTP indetta da BuckyBear sul forum di EFP]
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eagle Marin, Leo Aiolia
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Rating: Giallo
Genere: Slice of life
Prompt: Primo incontro
Avvertimenti: Contenuto lievemente violento

Tutte le storie di questa raccolta sono state scritte per la challenge "10 PASSI DALLA TUA OTP" indetta da BuckyBear sul forum di EFP e sul cosmic ocean
 

Fu la sua ostinazione a colpirlo la prima volta che la vide, insieme al rosso dei suoi capelli, unico tratto distintivo in quel drappello di donne dal volto di ferro.
Era poco più che una bambina, doveva avere all'incirca la sua età, ma la sua tenacia era già pari a quella delle guerriere più grandi.
Nascosto dietro al tronco di un albero, Aiolia rimase parecchi minuti ad osservare la scena che si ripeteva senza sosta davanti ai suoi occhi.
La ragazzina, che fino a quel momento si era difesa abilmente, venne colpita in pieno stomaco da un potente calcio che la fece ruzzolare parecchi metri più in là. Tuttavia, a differenza delle altre future sacerdotesse di Athena che si allenavano con leì, la giovane si rialzò lentamente, boccheggiando e, un passo alla volta, si avvicinò nuovamente ad affrontare la sua maestra che la colpì un'altra volta, poi di nuovo, poi ancora. E ancora. E ancora.
Aiolia sapeva che non avrebbe dovuto trovarsi in quel luogo e il fatto di essersi perso non era una scusante. Nessun uomo, adulto o bambino che fosse, era ammesso nei luoghi in cui si svolgeva la vita delle aspiranti guerriere.
Ma ormai era troppo tardi e, anche se era deciso ad abbandonare quel posto il più in fretta possibile, non poteva far altro che continuare a guardare quella scena, come ipnotizzato.
La guerriera adulta smise di colpire la sua allieva soltanto quando ormai dovette giudicare che l'allenamento fosse sufficiente per quel giorno.
La ragazzina rimase sola, riversa a terra per alcuni minuti, poi si rialzò lentamente e si incamminò verso il limitare dell'arena dell'addestramento, strofinandosi un panno umido sulle braccia nude per ripulirsi dalla terra e dal sangue di alcune ferite. Aiolia si nascose maggiormente mano mano che si avvicinava, appiattendosi con la schiena contro il tronco dell'albero. Ad un certo punto il rumore dei passi della giovane cessò.
«Faresti meglio ad andartene» disse con durezza «Non dovresti essere qui»
Aiolia sussultò. Sbrirciò oltre la corteccia, illudendosi per un istante di poterla ancora ingannare. La ragazza era immobile a pochi metri da lui, il volto mascherato e privo di espressione fisso dinanzi a sé come in attesa. Di colpo, si voltò nella sua direzione.
«Avanti, vieni fuori. Ti ho già visto da un pezzo»
A quel punto, Aiolia non poté far altro che uscire allo scoperto.
I due giovani, ora, erano uno di fronte all'altra. Il sole, calando all'orizzonte, proiettava le loro ombre sulla terra bruciata dal calore estivo.
«Stavo per andare via...» si giustificò il ragazzo.
I tratti di quel volto artificiale, mettevano Aiolia in soggezione. Gli occhi erano vuoti come due specchi, le labbra, cesellate nel metallo, erano prive di sorriso.
«Tu devi essere Aiolia» disse la giovane «Sei il fratello del traditore»
Aiolia aggrottò le sopracciglia, improvvisamente risentito. Ormai doveva essere abituato a sentirsi chiamare in quel modo, eppure, ancora non riusciva a non ribellarsi interiormente ogni volta che qualcuno gli si rivolgeva con quell'epiteto.
«Lo sono» affermò Aiolia, restando sulla difensiva «Ma il fatto di essere suo fratello non mi rende complice dei suoi crimini»
«Lo so» rispose la ragazzina «Ma nessuno è disposto a regalare la propria fiducia qui»
Ogni suono, rimanendo intrappolato all'interno della maschera, risultava più profondo del normale. Ciò nonostante, ora, vi era una morbidezza che prima non c'era. Nelle parole di quella ragazza non si avvertiva neanche un'ombra di disprezzo cui ormai Aiolia era abituato. Si avvertiva, piuttosto, la pacatezza di chi sta facendo una costatazione pura e semplice.
«Faresti meglio a ricordartelo se vuoi davvero liberarti del fardello di un crimine che non hai commesso. La lealtà va dimostrata con le azioni» aggiunse.
Suo malgrado, Aiolia si ritrovò ad abbassare lo sguardo, senza sapere come replicare.
La giovane riprese a camminare lasciandosi alle spalle l'area dedicata ai combattimenti.
«Comunque, io sono Marin» concluse, senza troppe cerimonie «Ti consiglio di andare via ora, se qualcuno ti trova qui potresti finire nei guai»
Aiolia rimase ad osservarla mano a mano che la sua sagoma diventava più piccola.
Era confuso. Quella ragazzina dai modi così diretti lo metteva a disagio. Non era sicuro di volerla incontrare di nuovo.
Tuttavia, mentre si lasciava alle spalle il proprio nascondiglio, si stupì a rendersi conto che, da quando aveva perso suo fratello, quella stessa ragazzina che così tanto l'aveva messo in soggezione, era stata l'unica persona a parlargli come si parla ad un amico.

  
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