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Autore: Venus80    16/08/2016    1 recensioni
Evelyn è una giovane strega forte e determinata amante delle avventure. Quando suo zio Gandalf le propone di raggiungerlo nella Terra di Mezzo per unirsi a lui e ad un gruppo di nani in un viaggio verso la Montagna Solitaria, non si lascia sfuggire l'occasione. Parte desiderosa di sperimentare questa nuova esperienza che la renderà ancora più forte, grazie anche ad un potere che finora non aveva mai conosciuto: il potere dell'amore.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 11: sentimento rivelato
 
Dopo un momento di contemplazione, Evelyn ruppe il silenzio asserendo con un tono posato, “Beh, sarà meglio rimetterci in marcia!”. Si voltarono tutti verso di lei e Thorin le disse affabilmente, “Ma voi dovete riposarvi!”. “Sto già meglio…ce la posso fare”, replicò Evelyn sorridendo. Il re dei nani la guardò poco convinto della sua affermazione ed Evelyn ribatté pacatamente, “Veramente, sto bene!”.
Thorin sospirò e poi dichiarò, “D’accordo! Allora non perdiamo tempo! In marcia!”. La compagnia riprese il cammino e incominciò la lunga discesa dall’alto picco roccioso, sul quale le aquile li avevano lasciati, tramite una scaletta fatta di lastre di pietra. Thorin si mise in testa al gruppo mentre Evelyn rimase in fondo con Gandalf. Fili, che si trovava dietro a suo zio, quando vide che Evelyn era in fondo alla fila, rallentò il passo per fare in modo di arrivare in prossimità della ragazza poco alla volta e senza dare troppo nell’occhio.
Appena Evelyn vide il nano nelle vicinanze che si girava di tanto in tanto verso di lei, lo guardò mestamente e pensò, Fili ha un debole per me e io per Thorin! Ma guarda che situazione, proprio a me che non ho mai dato importanza a queste cose! Io che le ho sempre considerate delle sciocchezze!
Gandalf notò che sua nipote era pensierosa e allora le domandò preoccupato, “Eve, c’è qualcosa che non va? Per caso non ti senti ancora bene?”. Evelyn si destò dai suoi pensieri e, cercando di nascondere il suo reale stato d’animo, rispose, “Oh no zio, sto benissimo!”. Lo stregone, sospirando, la guardò con premura e affermò, “Eve, non sono nato ieri! A me non la dai a bere! E’ da quando sei arrivata a Gran Burrone che sei strana!”. Evelyn si turbò al pensiero che suo zio potesse aver capito qualcosa riguardo al suo interesse per il re dei nani. Oh no! Non avrà capito quello che provo per Thorin!, pensò con apprensione. “N-no, è che…”, Evelyn balbettò cercando di trovare una scusa ragionevole per spiegare il suo atteggiamento, allora le venne in mente che doveva ancora parlare a suo zio dei suoi sogni e colse l’occasione per tirarsi fuori d’impiccio. “…da quando sono arrivata a Minas Tirith ho iniziato a fare dei sogni!”, asserì con decisione Evelyn. “Dei sogni?!”, chiese incuriosito Gandalf. “Sì, e ho come l’impressione che siano dei sogni premonitori”, replicò Evelyn. “Uhm…raccontameli!”, esortò Gandalf sempre più intrigato. Evelyn esitò un momento al pensiero che il primo sogno riguardava Thorin. Del primo sogno sarà meglio che eviti di raccontare il particolare riguardante Thorin!, pensò con calma. “Beh, nel primo sogno che ho fatto a Minas Tirith mi trovavo in un’incantevole valle dove all’improvviso si alzava la nebbia”, esordì Evelyn. Poi guardò suo zio e proseguì, “Ecco, la valle del mio sogno era identica a Gran Burrone. Solo non riesco a capire cosa centri la nebbia; lì non mi pare che ce ne sia!”. “La nebbia potrebbe anche indicare un male oscuro che si è risvegliato e sta acquisendo sempre più potere!”, rispose Gandalf con tono apprensivo. Evelyn fissò suo zio con sguardo inquieto allarmata dalle sue parole. “Un male oscuro?!”, esclamò Evelyn con ansia. Gandalf annuì con aria seria. “Allora è per questo che, da quando sono qui, ogni tanto mi capita di provare una sensazione di inquietudine?!”, affermò Evelyn sconcertata. Lo stregone osservò sua nipote meravigliato e contento allo stesso tempo e dichiarò soddisfatto, “Bene! Vuol dire che il tuo livello di percezione è aumentato!”.  Evelyn sospirò rassegnata e disse con un tono severo, “Un male oscuro sta minacciando la Terra di Mezzo, se non tutta Arda, e tu pensi al mio livello di percezione che aumenta?!” Gandalf osservò sua nipote con un’espressione malandrina e asserì con convinzione, “Beh, il tuo potere che cresce potrebbe essere d’aiuto per ciò che dovremo affrontare! Comunque, vai avanti a parlarmi dei tuoi sogni”. Evelyn scosse la testa assumendo un’espressione esterrefatta  e dopo continuò,  “Invece quando eravamo a Gran Burrone ho sognato di trovarmi in una grotta buia dalla quale, all’improvviso, sono precipitata giù in pozzo senza fondo. Beh, nella caverna dei Goblin ci siamo finiti cadendo giù per un lungo cunicolo, che sembrava non finire mai, da una grotta dove ci eravamo rifugiati”. “E poi? Hai fatto altri sogni?”, chiese Gandalf con impassibilità. “Sì, ho fatto un altro sogno poco prima di finire nella caverna dei Goblin; questa volta ho praticamente sognato quello che tu stesso hai visto accadere quando siamo stati attaccati da Azog. Ho sognato il fuoco, ho sognato Azog e ho sognato Thorin che combatteva contro l’orco”, raccontò Evelyn sommessamente.
Gandalf divenne pensieroso ed Evelyn lo guardò aspettando che dicesse qualcosa. Nel frattempo, impegnati nella conversazione, nessuno dei due si era accorto che erano rimasti indietro rispetto al gruppo; ad accorgersene fu Fili in un momento in cui si voltò verso Evelyn. Il nano richiamò l’attenzione degli altri affinché si fermassero per aspettare Gandalf ed Evelyn, “Aspettate!”. Tutti si fermarono e si voltarono. Thorin, intuito il motivo per il quale suo nipote aveva intimato di fermarsi, domandò allo stregone, “Gandalf! C’è qualche problema?”. Lo stregone avanzò ed Evelyn lo seguì. Quando si trovarono di fronte a Thorin, Gandalf rispose con un sorriso, “Oh no, nessun problema! Anzi, ho appena scoperto che Eve ha sviluppato un potere che potrebbe esserci molto utile!”. A quelle parole tutti guardarono incuriositi Evelyn. “E quale sarebbe questo potere?”, chiese Bilbo avvicinandosi allo stregone. “Oltre al fatto che il suo livello di percezione è aumentato, è in grado di fare sogni premonitori”, replicò Gandalf con orgoglio. Per un primo momento rimasero tutti stupefatti, ma lo stupore divenne subito contentezza. L’unico che sembrò non condividere lo stesso stato d’animo dei suoi compagni fu Thorin. “Perché non l’avete detto prima?”, domandò il re dei nani ad Evelyn con un tono di rimprovero. Evelyn lo guardò allibita prima di assumere un’espressione severa e rispondergli aspramente, “Non l’ho detto prima perché, essendo la prima volta che mi accade una cosa del genere, non ero sicura si trattasse di sogni premonitori e, quando i miei dubbi sono diventati certezza, non ho avuto subito l’occasione adatta per parlarne…con tutto quello che è successo!”. Thorin fu infastidito dal modo in cui Evelyn gli aveva risposto e la fissò con ira, ma non volle comunque perdere troppo tempo a discutere e intimò con tono stizzito, “Rimettiamoci in marcia o non arriveremo in tempo!”. Il re dei nani riprese il cammino seguito da Gandalf e dal resto del gruppo; Evelyn preferì rimanere in fondo scortata da Fili e Kili che erano rimasti sconcertati dall’atteggiamento del loro zio.
Mentre procedevano, Thorin si perse nei suoi pensieri e, ad un certo punto, scosse la testa non accorgendosi che Gandalf lo stava osservando. Lo stregone gli si avvicinò e gli domandò con tono quieto, “Thorin, qualche preoccupazione?”. Il re dei nani lo fulminò con lo sguardo e replicò con fermezza, “Dovevi proprio farla venire con noi?!”. Gandalf lo fissò con malizia e chiese pacatamente, “Cosa ti da’ più fastidio? Il fatto che sia caparbia e temeraria o qualcos’altro?”. Thorin fu colto alla sprovvista dalla domanda dello stregone e distolse lo sguardo da lui senza proferire parola. “Sai Thorin, credo che dovresti lasciarti un po’ andare…ti farebbe bene!”, dichiarò Gandalf con tono calmo. Il re dei nani rimase sorpreso da quell’affermazione e guardò lo stregone perplesso prima di lasciare che la sua mente tornasse a vagare nei suoi pensieri.

Finalmente la lunga discesa dal picco roccioso giunse al termine. Arrivarono in una vallata e, prima di proseguire, si accertarono che non ci fossero orchi nei paraggi; una volta appurato che non vi era alcun pericolo, ripresero il viaggio.
Evelyn non aveva più detto una parola dopo la lite con Thorin ed era ancora visibilmente arrabbiata. Fili percepì lo stato d’animo di Evelyn, perciò le si avvicinò e le disse con calma, “Non ve la prendete. Mio zio non è cattivo…è solo in ansia per tutta questa storia. Come re ha dei doveri verso il suo popolo e l’idea che potremmo anche fallire lo rende nervoso”. Evelyn lo guardò abbozzando un sorriso e replicò cordialmente, “Siete gentile, ma non dovete preoccuparvi!”. Fili le si approssimò ancora di più e fece per prenderle la mano quando Evelyn dichiarò, “Scusate, ma ho bisogno di stare un po’ per conto mio!”. Detto ciò, Evelyn rallentò il passo in modo da distaccarsi leggermente dal gruppo.
Fili la guardò mestamente, allora Kili si avvicinò a suo fratello ed asserì, “Cosa aspetti? Va’ da lei!”. Fili osservò perplesso Kili che gli mise un braccio sulle spalle e mormorò, “Guarda che me ne sono accorto! Ti piace Evelyn!”. Fili si liberò dalla presa di suo fratello e, senza dire una parola, accelerò il passo. Kili lo guardò confuso e poi lo raggiunse; quando gli fu vicino, si accorse che il fratello era arrossito. Allora Kili abbozzò un sorriso ed esclamò, “Parlale!” “Non so a quanto possa servire…non credo che lei sia interessata a me!”, rispose Fili malinconicamente. Kili, a quelle parole, rimase sconcertato e asserì con fermezza, “Fili, stai scherzando?! Non è da te arrenderti così!”. Fili sospirò e poi affermò sommessamente, “Lei è interessata ad un altro!”. Kili osservò suo fratello con perplessità e chiese, “E sai di chi si tratta?”. Fili esitò un attimo e poi replicò tristemente, “Nostro zio!”. Kili guardò sbalordito prima suo fratello e poi verso Thorin in testa al gruppo.
All’improvviso Gandalf e Thorin si fermarono e aspettarono che il gruppo si compattasse. “Ci fermiamo a riposare un po’ e poi riprenderemo il cammino”, disse lo stregone. “Un’ora e non di più…non possiamo rischiare che gli orchi ci raggiungano”, aggiunse il re dei nani con il suo solito atteggiamento arrogante.
Mentre tutti si sistemarono per godersi l’ora di riposo, Evelyn si guardò intorno e vide che poco più in là c’era un ruscello. Si incamminò per raggiungerlo e Gandalf, vedendo sua nipote allontanarsi, le disse, “Eve, non ti allontanare troppo!”. Evelyn si voltò verso suo zio e sorridendo rispose, “No zio, vado solo vicino al ruscello”. Quando arrivò al ruscello, notò che vicino alla riva c’era un grosso masso e decise di sistemarsi dietro di esso; poi si avvicinò al ruscello, si sedette e si rinfrescò il viso.
Thorin e Fili avevano seguito con lo sguardo Evelyn mentre si dirigeva verso il ruscello. Il re dei nani guardò i suoi compagni e, vedendo che erano intenti a conversare e a rifocillarsi, pensò di approfittarne per andare da Evelyn; Fili ebbe la stessa idea di suo zio che, però, lo anticipò. Quando il nano vide Thorin dirigersi verso il punto in cui si trovava Evelyn si fermò di colpo; Kili affiancò il fratello e lo guardò con compassione, mentre Fili osservava suo zio mestamente. Ma i due fratelli non furono gli unici ad accorgersi del fatto che Thorin stava seguendo Evelyn; anche Gandalf osservò la scena con un’espressione compiaciuta.
Evelyn stava ammirando il paesaggio persa nei suoi pensieri quando sentì un rumore; si voltò allarmata e, quando vide che si trattava di Thorin, tirò un sospiro di sollievo. “Siete voi?!”, esclamò Evelyn. “Perdonatemi, non volevo spaventarvi!”, dichiarò Thorin con tono dispiaciuto. Evelyn distolse lo sguardo e domandò con indifferenza, “Cosa volete?”. Il re dei nani si avvicinò lentamente e poi asserì con tono pacato, “Volevo scusarmi per come mi sono comportato prima. Non era mia intenzione mancarvi di rispetto ed offendervi. E’ che più ci avviciniamo alla meta e più sono nervoso”. Evelyn rimase impassibile, mentre Thorin si sedette accanto a lei. Evelyn fece un respirò profondo, guardò Thorin e affermò risentita, “Io davvero non vi capisco! Una volta siete premuroso e un’altra volta siete arrogante! Non è necessario che vi sforziate ad essere gentile con me solo perché sono la nipote di Gandalf! Se vi do’ fastidio…”. Evelyn non fece in tempo a finire la frase che Thorin le prese il viso tra le mani e le premette le labbra contro le sue.
Evelyn rimase impietrita di fronte al gesto di Thorin e non ebbe la forza di reagire; quando si distaccò da lei, il re dei nani la guardò amorevolmente, mentre lei lo fissò incredula. Poi, accarezzandole le guance, le sussurrò soavemente, “Non mi dai fastidio!”. Evelyn esitò un momento prima di destarsi dallo sbalordimento e, quando rinsavì, si accorse che il re dei nani le stava tenendo le mani e con il pollice le stava accarezzando il dorso. “Oh…beh…io…”, tentennò Evelyn,”…io…non credevo…cioè…io pensavo…di non andarvi a genio. Insomma…il vostro atteggiamento…era, diciamo, ambiguo e io…non riuscivo a capire”. Thorin sospirò abbassando per un attimo lo sguardo per poi alzare nuovamente gli occhi su Evelyn. “Lo so cosa credevi…l’hai detto quando eravamo sul picco roccioso”, dichiarò il re dei nani mestamente. Evelyn ripensò subito alle sue parole, E’ il minimo che vi aiuti dopo che sopportate la mia presenza nella compagnia!, e annuì imbarazzata. “Vi siete offeso?”, chiese Evelyn con tono amareggiato. Thorin abbozzò un sorriso e rispose, “Un po’! Ma adesso non ha più importanza”. “Ma perché vi comportavate in quel modo ambiguo?”, domandò con perplessità Evelyn. Thorin sospirò ed esitò un istante. “Perché ero ambiguo? A dire la verità mi sei piaciuta dal primo giorno che ti ho vista”, replicò il re dei nani con tono sommesso ed Evelyn lo fissò stupita. “Solo che ero combattuto tra il lasciarmi andare ai sentimenti o il metterli da parte e concentrarmi unicamente sull’obiettivo del viaggio”, aggiunse Thorin. Evelyn abbozzò un sorriso ed esclamò, “Capisco!”. “Ma alla fine non ce l’ho fatta a soffocare ciò che provo per te”, asserì con tono amorevole il re dei nani. Detto ciò, avvicinò il suo viso a quello di Evelyn e la baciò di nuovo dolcemente, ma questa volta Evelyn non fu presa alla sprovvista e si lasciò andare ricambiando il bacio che divenne sempre più passionale; Evelyn gettò le sue braccia attorno al collo di Thorin che, a sua volta, l’abbracciò tirandola a sé. Evelyn sentì il suo cuore battere all’unisono con quello di Thorin e un senso di piacere pervase il suo corpo.
Ma quel momento idilliaco venne interrotto da una sensazione di inquietudine che prese il posto del piacere provato poco prima. Evelyn interruppe il bacio e guardò preoccupata Thorin che le chiese inquieto, “Cosa c’è?”. “Sta per accadere qualcosa…sento un pericolo imminente”, rispose nervosamente. Ad un certo punto, in lontananza si sentì un ululato; Thorin ed Evelyn guardarono nella direzione dalla quale provenne l’ululato e insieme esclamarono, “Gli orchi!”.          
 
 
   
 
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