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Autore: ElenaDobrevSomerhalder    17/08/2016    0 recensioni
[IN REVISIONE]
Una storia dove i personaggi andranno al College in altre città, incontreranno nuove persone e, ovviamente, nuovi pericoli. Fino alla 3° stagione segue la serie TV.
Prima parte di una trilogia.
AMBIENTAZIONE TEMPORALE: alla fine dell'estate che segna il passaggio al College (5° stagione)
AMBIENTAZIONI GEOGRAFICHE: Mystic Falls, Durham, Los Angeles
PERSONAGGI PRINCIPALI: Elena, Damon, Stefan, Caroline, Bonnie, Nuovo Personaggio
PERSONAGGI SECONDARI: Klaus, Rebekah, Matt, Meredith, Jeremy, Tyler, Elijah, Kol, Katherine, Nuovi Personaggi
COPPIE: Damon/Elena, Stefan/Elena, Klaus/Caroline, Matt/Rebekah, Stefan/Meredith, altre nuove coppie
CAPITOLI: 22
ESTRATTO DAL 2° CAPITOLO:
Ad Elena venne in mente di prendere dei fiori dal vasto giardino attorno al loft[...].
Quando ne raccolse una busta piena [...] si voltò per tornare dentro, ma si ritrovò Damon davanti.
«Ti sei lasciata sfuggire il fiore più bello di tutto il giardino. Tieni.» le disse senza nascondere un doppio senso nella frase, porgendole una stupenda rosa rossa.
«Non volevo ferirmi con le spine.» gli rispose a tono Elena.
«Basta toccare i punti giusti.» continuò sull'onda dei significati nascosti Damon, prendendole la mano e facendole appoggiare il pollice e l'indice dove la rosa non aveva spine.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Your Love Saved Me - Chapter 14
14 - Walking On The Wild Side


«Chi sei? Cosa vuoi?» chiese Bonnie al bellissimo ragazzo moro, che se ne stava impertubabile nel giardino del loft.
«Mi chiamo Alec, e se non si fosse capito» rispose, e appoggiò la mano sulla barriera protettiva come se fosse un vetro, «sono un elfo. Vi ho seguiti da Atlanta».
Il ragazzo iniziò a camminare avanti e indietro affianco alla barriera, continuando a parlare: «Ero lì quando siete stati attaccati, assieme ad altri elfi, che però non posso chiamare compagni. Vedete, io non sono affatto d’accordo con questa scelta di Valvic, e dopo aver visto come avete resistito, so che voi potete aiutarci».
«Aiutarvi a far cosa?» chiese coraggiosamente Caitlin.
«E chi è questo Valvic?» aggiunse incrociando le braccia Damon.
«Valvic è il nostro Re. E ha deciso che dobbiamo estirpare il male da questa terra, a cominciare dai vampiri» l’elfo indicò Damon con una mano, poi scorse platealmente l’altra verso tutti gli altri «e dalle loro streghe. Non tutti sono d’accordo con lui per fortuna, e io sono tra questi. Ma siamo troppo pochi, e metterci contro di lui non servirebbe a niente. Anche perché appena viene a conoscenza di qualcuno che è contro di lui, lo fa fuori in un battito di ciglia». L’elfo si fermò, la testa bassa come a ricordare qualcuno che non c’era più, poi rialzò il viso e guardò deciso i cinque: «Ma con il vostro aiuto, e ancor meglio se riuscirete a radunarne altro, potremmo avere una possibilità di mettere fine a tutto questo. E io posso aiutarvi dandovi informazioni interessanti».
«Perché dovresti aiutarci? Alla fine tu cosa ci perdi se il tuo Re dà la caccia alle streghe e ai vampiri?» gli chiese sospettosa Alyssa.
Il ragazzo fece un ghigno imbarazzato, e rispose solo «Ognuno ha i suoi motivi per fare ciò che fa».
«Scommetto che c’è di mezzo una donna.» commentò tagliente Damon.
«Non ti sembra di essere un tantino invadente, vampiro?» lo ammonì Alec, senza però prendersela troppo.
«Lascialo perdere, è una battaglia persa.» suggerì Bonnie all’elfo, prima che iniziassero a volare battutine a non finire.
«Come facciamo a sapere che tutto questo non è una trappola?» s’intromise il professor Shane, forse il più scettico tra loro.
«Lei sa che sono sincero.» disse Alec indicando Alyssa «E poi solo un pazzo suicida verrebbe qui tutto solo ad affrontarvi. Anche se non ve ne siete resi conto, sono io quello ad essere in pericolo».
Damon scoppiò a ridere: «Se prima ci stavo credendo, ora ho capito che è tutto un bluff».
«Ha ragione. È lui quello in svantaggio.» lo smontò Alyssa.
Tutti la guardarono come se avesse detto la più grande assurdità del mondo, ma lei continuò: «Tanto per cominciare, se non usciamo dalla barriera non può farci nulla. E poi ci basta fare quell’incantesimo che abbiamo appena scoperto per difenderci anche fuori dalla barriera e oltretutto danneggiarlo».
«Tranquilla, rivela pure i nostri vantaggi.» la canzonò sarcasticamente Caitlin.
«Lui sa già tutto. Solo che non sono ancora riuscita a capire come: udito amplificato o lettura della mente?» disse tranquillamente Alyssa, rivolgendo poi la domanda all’elfo.
«Non è un caso se abbiamo delle orecchie che sembrano antenne. E in aggiunta a tutto ciò, sono un ottimo osservatore.» rispose ironicamente Alec.
Alyssa iniziò ad avvicinarsi a lui, sotto lo sguardo preoccupato di Damon, e una volta arrivata alla barriera, invisibile a tutti tranne che alle streghe, appoggiò una mano su di essa, finché le dita sporsero appena: l’elfo poteva toccarle, ma non sarebbe riuscito ad afferrarle. Fece segno ad Alec di appoggiare la mano sulla sua, e lui così fece, guardando Damon con un ghigno di sfida. Le loro mani si stavano toccando, e per un bel po’ non succedette niente, mentre Damon non riusciva a nascondere la gelosia dal suo viso. Poi ad un tratto Alyssa spalancò gli occhi e ritrasse la mano.
Damon le fu subito accanto e le cinse i fianchi, mentre lei deglutiva con difficoltà e sembrava non riuscisse a respirare.
«Alyssa!» cominciò ad urlare il vampiro, preoccupato che l’elfo le avesse fatto qualcosa, ma lei scosse la testa.
«L’ho visto.» disse la ragazza, con un filo di voce, guardando l’elfo.
«Chi?» chiese Damon ancora più preoccupato.
«Il tuo Re. Stava uccidendo qualcuno a cui tenevi.» mormorò dispiaciuta la ragazza all’elfo.
Questo si irrigidì, e disse solo «Mio fratello Lucas».

Matt era seduto in riva al mare. I suoi occhi concentrati sull’orizzonte, in attesa di qualche movimento sul pelo dell’acqua.
Seduti in uno dei pochi locali che avevano ancora i tavolini all’aperto, un centinaio di metri dietro a lui, c’erano Elijah, Rebekah, Klaus e Caroline.
«Io insisto. Potreste stare voi al posto suo.» disse Rebekah ai suoi fratelli.
«Non sappiamo se ora le sirene riescano a capire la differenza tra umani e vampiri.» disse Elijah, e Klaus aggiunse: «E poi il tuo fidanzatino ha la tipica faccina da bravo ragazzo, non riusciranno a resistere a lungo».
«Come volevasi dimostrare…» commentò Caroline, guardando la spiaggia più in là: a qualche metro di distanza, infatti, stava passeggiando una ragazza molto avvenente nonostante si notasse la giovane età e vestita in modo decisamente troppo leggero per la stagione.
«La pesciolina ha abboccato.» commentò soddisfatto Klaus, guardando Rebekah con un ghigno.
La ragazza si fermò davanti a Matt, e i vampiri si concentrarono per affinare l’udito.
«Ehi…tutto solo in riva al mare… Di solito c’è qualcosa che non va.» disse la ragazza con un sorriso dolce. Matt si limitò a fare spallucce, cercando di non farsi tradire dall’emozione.
«Posso…?» chiese la ragazza indicandò la sabbia accanto a lui.
Matt annuì, e la ragazza si sedette.
«Non sei tipo da molte parole, questo s’è capito.» ironizzò la ragazza, facendo ridere appena l’umano.
«Ci sono momenti in cui le parole non solo non servono, ma sono anche di troppo.» le disse, facendola arrossire, poi la guardò negli occhi castani, lo stesso colore dei suoi lunghi capelli. Era strano guardarla: il suo corpo era quello di una donna formosa, ma il viso mostrava la reale età della ragazza. Non poteva avere più di diciassette anni.

«Ti va di fare un tuffo?» chiese lui, lasciandola di stucco.
«Non hai troppo freddo per fare un tuffo?» chiese lei di rimando, guardando il giubbotto del ragazzo in modo eloquente.
«E tu?» le chiese Matt, guardando la magliettina leggera che indossava senza nient’altro sotto di essa.
«Ok, basta così quarterback, prima che la mia sorellina decida di rompere con te e poi rompere anche il tuo corpicino.» disse Klaus sarcasticamente, comparso davanti a loro all’improvviso.
La ragazza fece per alzarsi, ma Elijah, dietro di lei con una mano in tasca, le appoggiò l’altra mano sulla spalla e le fece cenno di restare seduta.
«Cosa sta succedendo?» chiese la ragazza spaventata a Matt, che ora la guardava triste.
«Scusami…» le mormorò soltanto, poi si alzò allontanandosi un po’.
«Allora…non temi il freddo a quanto pare…» disse Klaus osservandola da capo a piedi.
«Dimmi cosa vuoi.» sentenziò decisa lei, sorprendendo appena l’Originale.
«Coraggiosa la ragazza. Intanto dimmi chi sei.» la incitò, e lei rispose secca: «Maryel».
«Ok, riformuliamo la domanda, Maryel. Cosa sei?» le disse ancora, sorridendole poi in modo da mostrare i canini da vampiro.
«Non uccidermi!» pregò la ragazza, adesso terrorizzata.
«Facciamo così: tu vieni con noi a farti una bella chiacchierata, e noi non ti uccidiamo. Che te ne pare?» le propose Elijah, porgendole la mano.
Lei annuì e prese la mano di Elijah.

«Tu vuoi vendetta.» pensò ad alta voce Damon.
«E non solo.» mormorò Alyssa.
Damon la guardò intensamente, e lei aggiunse: «Vuole proteggere altre persone a lui care, prima che facciano una brutta fine. È dalla nostra parte, possiamo stare tranquilli».
«E voi?» chiese Alec, guardandoli serio, «Voi siete dalla mia parte, o appena avrete liberato il vostro amico farete fuori anche me solo perché sono un elfo?».
«No, non lo faremmo mai.» rispose subito Alyssa, ma Damon aggiunse: «A meno che non fai in modo di meritartelo».
«Non c’è problema. Sarà meglio metterci al lavoro. Cominciate ad imparare quell’incantesimo, quando sarete pronti io sarò qui fuori a testarlo.» disse l’elfo, e si sedette ai piedi di un albero.
Gli altri tornarono dentro, e Caitlin tirò fuori delle pietre rosse da un sacchetto dello stesso colore.
«Dobbiamo farlo su queste pietre l’incantesimo.» disse soltanto, e andò a prendere il Grimorio per ritrovarlo.
«Perché proprio su queste pietre?» chiese Damon.
«Perché sono di diaspro rosso.» rispose la rossa.
«Ne so tanto quanto due secondi fa.» commentò sarcastico il vampiro.
«Ha molte proprietà utili al nostro scopo: è protettivo ed è perfetto per l’incantesimo che dobbiamo fare, infatti di solito viene usato in magia difensiva. Anticamente gli veniva attribuita la virtù di neutralizzare qualsiasi tipo d’incantesimo d’attacco e si diceva anche garantisse una protezione dalle creature sovrannaturali. Questa pietra viene utilizzata perfino per gli umani, per rispedire al mittente le negatività.» spiegò ancora la ragazza, prendendone una in mano.
«Possiamo farlo tutti insieme?» chiese Bonnie, suscitando l’ironia del vampiro: «Ecco, lo sapevo che la compagnia di quel pervertito ti avrebbe fatto male! Io e Alyssa non partecipiamo, voi altri tre se volete darvi da fare tutti insieme fate pure, sono affari vostri!».
«Che disdetta Damon, era tutta una scusa per poterlo fare con te! Beccata!» rispose fintamente disperata Bonnie, facendogli il verso.
«Possiamo essere seri, almeno in questi momenti?» disse il professor Shane spazientito.
«Avete del sale?» chiese Caitlin, e Bonnie andò a prenderlo in cucina, poi la rossa si rivolse agli altri due compagni di magia: «Forza, cominciamo a provare».
I tre si misero in una parte libera da mobili del salone, e cominciarono a leggere l’incantesimo. Appena Bonnie ritornò con il sale, Caitlin si mise a disegnare con esso una specie di ghirgoro a forma di croce sul pavimento, formato praticamente da quattro archi collegati tra loro tramite gli estremi, e all’interno di essa vi disegnò una “X”, al cui centro adagiò la pietra di diaspro rosso. Si mise di fronte ad una delle punte della croce, e fece segno agli altri tre di fare altrettanto. Si presero poi tutti per mano, e iniziarono ad enunciare l’incantesimo.

«Era proprio necessario portarmi fin quassù?!» sbuffò Maryel, varcando la soglia di Villa Mikaelson.
«Ti secchi lontano dal mare, sirenetta?» la schernì Klaus, leggermente offeso dal fatto che la ragazza non sembrava impressionata dalla sua magione.
«Stupide leggende…» bofonchiò lei per tutta risposta, e si accomodò sul divano indicatole da Elijah.
«Quindi…quali sono queste stupide leggende e quale invece è la verità?» le chiese poi Elijah, accomodandosi anche lui.
«Non mi avete ancora detto perché volete sapere queste cose.» si lamentò la sirena.
«Perché una nostra amica forse è una sirena, e vorremmo capirci qualcosa di più.» le spiegò Caroline, prima che qualcun altro le rispondesse male.
«Forse?! O la è, o non la è.» disse candidamente la mora, ma Rebekah la esortò ad andare avanti: «È una storia un po’ complicata, per quello abbiamo bisogno del parere di un esperta del settore come te».
«Tanto per cominciare: come vi trasformate?» chiese più diretto Klaus.
«Esattamente nello stesso modo in cui tu fai vedere le zanne: lo vogliamo fare e lo facciamo.» rispose la ragazza in modo strafottente.
«Quindi non vi trasformate non appena vi immergete?» chiese ingenuamente Matt, che le rivolgeva per la prima volta la parola dopo essere andati via dalla spiaggia.
«Leggenda. Potremmo trasformarci anche nel deserto, ma di certo non sarebbe affatto piacevole strisciare a terra come vermi per muoverci.» rispose sarcasticamente lei.
«E l’acqua? Riuscite a vivere anche senza mai nuotare?» stavolta era Rebekah a porre la domanda.
«Ok, forse è meglio smetterla con le domande stupide. Va bene, vi spiego tutto io. Innanzitutto, noi siamo umani. Il che vuol dire che viviamo esattamente come qualsiasi altra persona al mondo. Semmai abbiamo delle cose in più, rispetto a loro. Ad esempio, quando vogliamo possiamo trasformarci, e con questo vuol dire che possiamo stare quanto tempo vogliamo sott’acqua, anche anni, senza mai tornare in superficie. Ci muoviamo molto meglio in acqua come sirene che fuori sulle nostre gambe. Non troverete mai una sirena con gli occhiali: abbiamo una vista perfetta, soprattutto quando siamo trasformate, per vedere bene anche nelle acque più profonde. Non abbiamo bisogno di dormire, soprattutto quando siamo trasformate, e inoltre la nostra vita dura il doppio di quella dei comuni esseri umani. Ovviamente quando ci trasformiamo non respiriamo e non ne abbiamo bisogno, e quando non siamo trasformate riusciamo a trattenere il fiato per molto più tempo rispetto agli umani. Ed infine, alcune sirene hanno dei poteri particolari. Altro?» spiegò Maryel, cercando di dire tutto quello che le veniva in mente per evitare altre domande.
«Siete tutte femmine?» chiese confuso Matt.
«No, per fortuna ci sono anche i maschi. Un tempo non ce n’erano abbastanza, o almeno così si credeva, e le sirene donne cercavano di attrarre gli esseri umani maschi per trasformarli in sirene.» rispose divertita la ragazza.
«Mordendoli.» aggiunse Klaus, soprendendola.
«Come fai tu a saperlo?» chiese la mora, e l’Originale le rispose subito, leggermente irritato: «Perché alcune tue antenate avevano intenzione di trasformare me».
«Ma non potevano.» disse dubbiosa la ragazza, e Klaus quasi rise: «Certo, non avrebbero mai potuto sopravvivere, me ne sarei cibato volentieri se non fossero scappate a gambe levate. O meglio, a
coda levata!».
«No, non hai capito. Tu non ti puoi trasformare in sirena. Non sei più un essere umano. Sei morto. Nada, capisci?» gli spiegò Maryel.
«E se una sirena non sapendo che è un vampiro lo mordesse? Cosa succederebbe?» chiese preoccupata Caroline.
«Questo non lo so…credo che nessuno abbia mai morso un vampiro…» disse la mora, ma non ebbe nemmeno il tempo di rifletterci più di tanto, che già i presenti erano pronti con altre domande.
«Vale per tutti il fatto di non dormire?» chiese Rebekah, pensando ad Alyssa.
«Sì, per tutte le sirene attive.» rispose senza pensarci Maryel, e questo suscitò un’ulteriore domanda: «Attive? Che significa?».
«Sin da quando nasciamo, abbiamo il gene sirenico, per cui ad esempio le ragazze con il gene crescono generalmente con molte più curve delle loro coetanee senza, sviluppandosi prima del solito, e siamo tutte più affascinanti rispetto la media. Doni di Madre Natura che apprezziamo molto, ovviamente. Ma solo dopo esserci trasformate la prima volta riusciamo a vedere alla perfezione, non abbiamo bisogno di respirare sott’acqua e di dormire.» rispose all’ennesima domanda la sirena.
«E la prima trasformazione è come tutte le altre?» chiese Elijah, e il viso della ragazza si scurì.
«No…la prima volta…è terribile. Non scegliamo noi di trasformarci. Almeno la maggior parte. Ci succede…quando siamo in pericolo in acqua.» mormorò Maryel.
«Vorresti dire che dovete praticamente rischiare di morire affogate per potervi trasformare la prima volta?» chiese sorpresa Caroline.
La sirena annuì senza aggiungere altro, e in quel momento di silenzio si sentirono dei passi: Elena e Stefan li stavano raggiungendo in salone.
«Nessuno che abbia chiesto dei poteri speciali, eh?» commentò quest’ultimo, guardando tutti i presenti, per ultima la sirena, in attesa di una risposta.
«Sono cose molto rare, o riservate ai Capobanchi e sono più che altro abilità mentali, del tipo leggere nel pensiero o comunicare solo con esso, oppure guidare le onde e le correnti…cose di questo genere comunque.» disse Maryel.
«Immagino già quale sarà la prossima domanda…» mormorò Elena alzando gli occhi al cielo.
«Spara, doppelganger.» le disse Klaus, e lei lo guardò con lo sguardo ridotto ad una fessura.
«
“Cara Maryel, ti spiacerebbe venire con noi a Durham per farti conoscere la nostra amica?” ho indovinato?» disse la vampira, ma l’Originale la prese in giro: «Brava bambina, ma non c’è nessun premio, non metterti a piangere eh!». Poi si rivolse alla sirena: «Allora, sirenetta, te lo vuoi fare un viaggetto con noi?».

«Lo testo io.» disse Damon, allungando la mano per farsi dare la pietra.
«Non esiste. Non sappiamo se funziona.» lo canzonò Alyssa.
«Proprio per questo devo essere io a provarlo. Non mi succederà nulla, piccola, te lo prometto.» le disse il vampiro, e fece un passo in più per baciarla dolcemente.
In quel momento, squillò il telefono di Bonnie.
«Caroline?» disse la ragazza dopo aver accettato la chiamata.
«
Sì, Bonnie, sono io. Non siamo state lontane nemmeno un giorno, che già mi manchi! E proprio per questo volevo dirti che domani o al massimo mercoledì torniamo tutti lì.» disse la vampira dall’altro capo del telefono.
«Avete già trovato qualcosa?» chiese curiosa la strega.
«
Sì, ma stiamo pensando che…non ti posso dire nient’altro, è una sorpresa! Comunque, ci vedremo presto, e spero si chiariranno molte cose. Voi a che punto siete con gli incantesimi?»
«Lo abbiamo appena fatto. Ora dobbiamo testare se funziona.»
«
E come farete? Non è che esci fuori in strada e trovi un elfo che gentilmente ti aiuta a testare un incantesimo contro di lui…»
«A dire il vero, un elfo che ci aiuterà ce l’abbiamo…»
«
Seriamente?»
«Sì…ci ha seguiti da Atlanta ed è dalla nostra parte. Almeno così dicono lui, Alyssa e il suo sesto senso.»
«
Oh. Beh, credo che ci si possa fidare di lei e del suo sesto senso… Che aspetti? Andate a testare questo incantesimo e fateci sapere se funziona!»
«Sì, certo, ti farò sapere prima possibile.» disse Bonnie, terminando la chiamata.
«Allora, mi date questa pietra?» chiese spazientito Damon.
Caitlin prese il diaspro rosso da terra e si avvicinò al vampiro, lasciandolo di stucco quando gli tolse il ciondolo protettivo dal collo per poi mettergli il diaspro nella tasca dei pantaloni.
«Se sei protetto dal ciondolo come facciamo a sapere se il nostro incantesimo funziona, genio?» gli disse la rossa, facendogli poi cenno di uscire fuori.
Damon non le lasciò ripetere l’invito, che andò subito fuori in giardino.
Alec era ancora lì, seduto ai piedi dell’albero, e quando vide il vampiro non fece una piega. Aspettò che varcasse la barriera senza muoversi di un millimetro, poi alzò una mano verso di lui. In un attimo un ramo dell’albero si piegò magicamente e diventò un tentacolo come quello che aveva trafitto Kol. Il ramo puntò alla gamba destra di Damon, ma quando arrivò ad un millimetro dal vampirò sparì, per poi ricomparire davanti alla gamba destra di Alec e trafiggerla, suscitando un urlo di dolore dell’elfo.
Alyssa corse verso Damon, seguita da Bonnie e Caitlin, e lo abbracciò.
«Stai bene?» gli chiese, lasciando andare tutta la tensione accomulata.
«Io sì, lui invece non credo…» rispose il vampiro, mentre osservava Alec contorcersi dal dolore mentre cercava di far ritornare il ramo all’origine. Quando finì, al posto del ramo nella sua gamba c’era un buco da cui colava un liquido gelatinoso, trasparente e dall’odore simile a quello dell’erba appena tagliata. L’elfo avvicinò la mano alla ferita, chiuse gli occhi, e dalla mano si sprigionò una luce dai toni aranciati, che velocizzò la guarigione.
«Tutto ok?» chiese il vampiro all’elfo.
«Sì. L’incantesimo funziona, per cui siamo a buon punto. Ora vi resta da recuperare l’incantesimo che ci uccide, se volete vincere davvero. Altrimenti riuscirete solo a resistere.» rispose Alec.
«Beh, la streghetta
Riccioli di Fuoco lo sa, non è vero?» disse Damon, guardando sorridente Caitlin, ma quando lei scosse la testa il sorriso svanì dal viso del vampiro.
«Come non lo sai?» le chiese Bonnie, rivolgendosi poi ad Alyssa: «Tu all’erboristeria avevi detto che…».
«Che ci poteva dire dove trovarlo, ma non che lo sapeva.» continuò la frase la strega sirena, facendo svanire l’euforia che prima si era impossessata del gruppo.
«Senti, so che potrà sembrarti strano ciò che sto per dirti» disse Alec ad Alyssa «ma forse non avete bisogno di quelle pagine dei Grimori dove c’era scritto l’incantesimo. Tu puoi ottenerlo lo stesso».
L’elfo le si avvicinò e le prese la mano, mentre le passava di sopra l’altra tutta sporca della sua linfa, lasciandocene sopra un bel po’.
«Hai me e la mia linfa, se lasci andare la tua mente e la tua magia, loro troveranno il modo per sconfiggermi.» le disse con voce calma e stranamente calda.
«Io non voglio sconfiggerti.» gli disse la ragazza, con lo sguardo accigliato.
«No, non vuoi sconfiggere me, ma noi elfi siamo fatti tutti allo stesso modo, per cui basta scoprire come farne fuori uno per farli fuori tutti.» spiegò Alec, ora diventato freddo come una roccia.
Alyssa guardò Damon, Bonnie, Caitlin e Shane. Tutti annuirono e la incitarono a provare questo metodo, anche se ancora non capivano appieno le capacità della ragazza. Damon le porse la pietra rossa, e lei se la mise nella tasca dei jeans per poi dargli un bacio. Poi si sedette a terra, all’interno della barriera facendo sporgere solo le mani e con una prese quella dell’elfo, che si sedette di fronte a lei, mentre nell’altra aveva ancora la sua linfa, infine chiuse gli occhi.
Aspettarono tutti per un paio di minuti, poi Bonnie prese la mano a Damon e gli disse: «Forse ci vorrà del tempo…andiamo dentro e cerchiamo di scoprire altro. Tu faresti bene a prenderti un sacchetto dal frigo, stai guardando quell’elfo come se fosse un dessert e in lui non scorre nemmeno una goccia di sangue!».
Il vampiro annuì, anche se la sua non era fame, e seguì la strega, mentre Caitlin e il professore intanto erano già arrivati dentro il loft.


Alec e Alyssa si ritrovarono a passeggiare mano nella mano in un posto meraviglioso: c’era un corso d’acqua trasparente come mai ne aveva vista in tutta la sua vita, e ogni tanto nel suo percorso c’erano delle piccole cascate che rompevano il silenzio ma non la tranquillità del luogo; tutt’attorno era pieno di erba rigogliosa ed alberi e piante fioriti, sui quali si appoggiavano rispettivamente uccellini e farfalle di ogni forma e colore. Il cielo era limpido e azzurro, e in alto sopra le loro teste brillava il sole, che però non sembrava scottare troppo, anzi, il contatto con i suoi raggi era piacevole. La ragazza restò talmente estasiata dall’ambiente che non si rese conto di essere mano nella mano con l’elfo, fin quando le fece cenno di accomodarsi in braccio a lui, dopo essersi seduto su una roccia accanto al fiume. Lei cercò di lasciargli la mano, ma lui la trattenne: «Dobbiamo mantenere il contatto per restare qui».
«Qui dove? Cos’è, un sogno indotto?» chiese leggermente agitata la ragazza.
«No, questa è Avalon, la terra di elfi, fate, gnomi e sirene. O, più precisamente, una fedele riproduzione di essa. Vedi, le nostre menti sono molto potenti. Insieme possiamo fare questo e ben’altro.» le spiegò l’elfo, che gioiva visibilmente nello stare in quel luogo.
«Non ti seguo…» Alyssa ora era confusa. Quando aveva toccato l’elfo e aveva visto suo fratello Lucas, Alec le aveva detto in una delle visioni che aveva avuto in quei pochi istanti che dovevano rimanere da soli per risolvere il problema degli elfi, ma ancora non aveva capito lo scopo di tutto ciò.
«La mente degli elfi è potente, Alyssa. Più di quella dei vampiri, e tu sai che riescono a convincere gli esseri umani di qualsiasi cosa, con il soggiogamento. Noi possiamo fare molto altro, ma solo con la nostra stessa specie, con le streghe, le fate, gli gnomi e le sirene. Ho capito sin da subito che tu non eri solo una strega. Sai, sembro un ragazzino, ma la verità è che se fossi umano sarei morto da un paio di secoli. E di cose strane in tutto questo tempo ne ho viste. Ma come te, nessuna: una strega sirena che non sa di esserlo. Tu non hai idea di cosa significa, vero?» disse lui, alzandosi dalla roccia e girandole attorno cingendole la vita con la mano per non perdere mai il contatto, finché non le si fermò di fronte.
«No, sto ancora cercando di capire, con l’aiuto del mio ragazzo e dei nostri amici. Ma se tu sai qualcosa, mi pare giusto che tu me la dica.» disse la ragazza, prendendogli la mano, sperando che lasciasse cadere l’altra che teneva sui suoi fianchi.
«Se vuoi puoi saperle senza che te le dica.» le disse, avvicinandosi sempre più, finché i loro corpi si toccarono.
«Che stai facendo?!» chiese irritata la ragazza, ma l’atteggiamento dell’elfo non sembrò scalfirsi.
«Vuoi scoprire tutto? Baciami, e le nostre menti saranno così tanto connesse che riuscirai a vedere tutto quel che vuoi.» le disse lui, mollando la mano intrecciata alla sua per posarla sulla schiena della ragazza e stringerla a sé.
«Sei impazzito? Non lo farei mai! E poi perché con un semplice contatto delle mani puoi portarmi qui ma non farmi vedere ciò che voglio sapere? Non è vero che devo baciarti!» lo respinse la ragazza, senza spostarsi più di tanto per mantenere il contatto.
«Streghetta, molte cose ancora non le capisci, è comprensibile. Questo posto l’ho ricreato io, è semplice come incantesimo, e per questo basta un semplice contatto. Ma per vedere le centinaia di anni che ho vissuto, per viverle come le ho vissute io, e tutto nel giro di qualche minuto, devi aprirti a me completamente. Devi lasciarti andare. E sai bene cosa succede quando ci si bacia: ci si abbandona l’uno nelle mani dell’altro, ci si estranea dal mondo, e ci si sente l’uno parte dell’altro. È questo che devi fare.» le spiegò l’elfo, con tutta la dolcezza del mondo.
«Dove sono i nostri corpi in questo momento?» chiese dubbiosa la ragazza, e l’elfo le rispose tranquillamente: «Esattamente dov’erano prima: seduti in giardino che si tengono per mano. Nessuno sa dove siamo davvero. Nessuno saprà quel che succede qui, se è questo che ti preoccupa».
«Non c’è niente che mi preoccupa. Non bacio chiunque mi capiti a tiro, sai?!» disse irritata lei.
«Quindi ci rinunci? Non vuoi sapere tutto ciò che saresti capace di fare? Non vuoi sapere come far fuori gli elfi e liberare il tuo amico, la madre di quella ragazza e chissà quanti altri vampiri e streghe che non ci avevano fatto nulla di male?» la punzecchiò Alec, allontanandosi sempre più, finché si sdraiò sull’erba, mantenendo il contatto tenendole la caviglia con la mano. Alzò gli occhi al cielo e sospirò, prima di dire: «Peccato, nessun altro potrà aiutarti. Valvic ha fatto sparire l’incantesimo e chiunque lo sapesse. Non avrai mica pensato che stessero rapendo gente a caso?».
«Volevano rapire anche Damon, e lui non sa niente dell’incantesimo.» rispose d’istinto la ragazza ripensando alla disavventura di qualche giorno prima nel giardino del loft, e questo suscitò le risate dell’elfo.
«Pensavi davvero che mirassero a lui? Certo, è pur sempre un vampiro, ma l’obiettivo eri tu.» disse il ragazzo, fattosi serio.
Alyssa rimase senza parole. Aveva sempre dato per scontato che fosse lui quello in pericolo, che fosse lui quello che volevano rapire, ma lei ancora non sapeva di essere una strega sirena. Non avrebbe mai potuto immaginare che era invece lei quella ad essere in pericolo.
Intuendo i pensieri della ragazza, Alec continuò: «Pessima mossa, quella di mandarti alla ricerca dei colpevoli delle sparizioni. L’elfa che hai incontrato è tornata subito ad Avalon a farci rapporto: quando ti ha toccata ha scoperto subito che c’era qualcosa che non andava, che eri troppo potente per essere una semplice strega. Così, hanno iniziato a tenerti d’occhio, ma partendo il giorno del Ringraziamento hai fatto perdere le tue tracce. Sai, a noi elfi non piacciono molto aerei e aeroporti. Ma ad Atlanta eravamo in tanti, stavamo prendendo di mira quella zona in questi giorni, e non appena ti hanno vista nell’erboristeria gli altri pensavano di cominciare ad attaccare proprio da te. Ma sono stato io ad ordinar loro di iniziare dai vampiri, con la scusa di poterti prendere senza farti del male. E tu hai fatto tutto il resto. Vedi, siam sempre stati un’ottima squadra!».
La ragazza si sentì mancare le forze man mano che il racconto dell’elfo andava avanti, e pian piano si sedette a terra.
«Vieni qui, cerca di calmarti ora. Hai bisogno di tempo per assimilare tutto, e non puoi certo scoprire tutto il resto adesso.» le disse l’elfo, facendole cenno verso il suo petto.
Alyssa non era convinta, ma alla fine si sdraiò accanto a lui e poggiò la testa sul suo petto. Lui la strinse a sé, e carezzandole i capelli iniziò a parlare di tutt’altro: «Hai visto che voglio proteggere altre persone, ma non hai capito che legame c’è, vero? Vedi, se ti dico di baciarmi, non è perché ne trarrei piacere. Cioè, sei senza dubbi una bellissima ragazza, ma io sono già innamorato. Non la tradirò baciando te, perché l’intenzione non è quella, e quella che stiamo vivendo alla fine non è la realtà. Ci stiamo semplicemente aiutando. E io lo farei anche per lei, perché è una vampira, e se lo scoprisse Valvic non si farebbe scrupoli a ucciderla davanti ai miei occhi per poi uccidere anche me. Qui si tratta di sopravvivere, di vincere una battaglia in cui altrimenti perderemmo tutti. Per cui aspetterò anche giorni interi qui con te, finché non sarai pronta a farlo».
«Credo che a Damon verranno dei seri dubbi su quello che stiamo combinando già in meno di un’ora, e di sicuro ci interromperà, figuriamoci se ci lascerà giorni interi fermi come statue nel giardino.» disse lei guardandolo negli occhi, e lui fece altrettanto: «Il tempo qui è diverso. Se anche stessimo un giorno qui, per Damon sarebbe passata solo un’ora».
Lui continuò ad accarezzarla, mentre lei ripensava a tutto ciò che le aveva rivelato.
«Puoi far finta che io sia Damon.» le disse Alec dopo un bel po’, vedendo che la ragazza non si mosse.
«Ci assomigli vagamente, è vero, ma far finta che tu sia lui mi sembra
un tantino impossibile…» rispose lei senza intenzione di ferirlo nell’orgoglio.
«Intendevo sul serio. Puoi usare la tua mente. Una specie di incantesimo di camuffamento.» le disse l’elfo carezzandole la testa come per stimolarla.
La ragazza si spostò un po’ in su, in modo da ritrovarsi col viso alla stessa altezza di quello del moro, e gli accarezzò la guancia e gli disse: «Il fatto non cambia. Bacerò te. E non riuscirò a nasconderlo a lui, per cui sappi che appena avremo fatto fuori Valvic tu dovrai scappare comunque, perché non credo che Damon riuscirà a passarci sopra».
«Proverò a farti dimenticare del bacio se vuoi, dopo che avrai scoperto ciò che ti serve. Con le streghe e le sirene funziona, tu sei entrambe…» le disse lui, avvicinando il viso a quello della ragazza, ma lei si limitò a dire che non voleva mentire.
Erano vicinissimi, e lei stava ammirando ogni dettaglio del suo viso: i suoi lineamenti erano delicati, fini, e la sua pelle era liscia e chiara; gli occhi azzurri e i capelli neri le ricordavano il suo vampiro. Ma lui non era Damon. Non poteva dimenticarlo. E non l’avrebbe fatto.
Chiuse gli occhi, si fece forza, e lo baciò.

Ecco un altro capitolo! =)
Molte novità in questo capitolo, e due nuovi personaggi! Passate dal
Blog e dalla Pagina Facebook per gli extra, come le foto dei nuovi personaggi e altro! ;)

Sto pensando di revisionare tutta la storia e ripostarla, visto che non mi piace come sono scritti i primi capitoli! xD Voi che dite? Lasciate pure la vostra opinione in una recensione! ;)
Al prossimo capitolo! =D

ElenaDobrevSomerhalder

   
 
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