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Autore: Bakacchi    27/04/2009    1 recensioni
Era il peggiore degli incubi. Già l’essermi risvegliata in una cella fredda e decisamente scomoda non era certo divertente, ma il fatto che lì, a pochi centimetri da me ci fosse la persona che più odiavo al mondo rendeva la situazione insostenibile.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La pioggia batteva impetuosa sulle lamine del tetto malandato, provocando un rumore assordante. La notte, di un nero assoluto, era illuminata solo dai pochi lampioni che fiancheggiavano le strade e dalla pallida luce della luna, resa ancora più opaca dalle grosse nuvole grigio piombo che coprivano il cerchio candido .

Il tetto piatto si protraeva per quindici metri davanti a me e in quello spazio erano disposti, in formazione, i miei compagni. Taiki, il più grande tra noi nonché mio vice, stava in testa, impugnando la sua spada Kuroi saldamente. Dietro di lui, Myu, la più piccola, fissava il tetto del palazzo di fronte nervosamente. Itsuki e Shinji, i fratelli Makuya, le stavano accanto. Correndo raggiunsi Taiki, mentre Aki si posizionava alle nostre spalle con gli altri.

-    Ce ne hai messo di tempo, eh capo? – mi canzonò lui.
- Sta zitto, Taiki. – risposi accennando un sorriso. - Piuttosto, dove sono quei bastardi?-
- Proprio lì. – disse, indicando il tetto del palazzo di fronte.

Aveva ragione: nel punto da lui indicato si stagliavano contro la luce dei lampioni, cinque figure scure, anche loro in formazione.
      - Buonasera, Sagami. - disse uno di loro, con un sorrisetto beffardo stagliato sul volto.

Mi voltai verso l’ombra che aveva parlato, fissandola con disgusto. Avevo riconosciuto all’istante quella voce fredda e dal tono perennemente ironico.

      - Qual buon vento ti porta qui tra noi, Takamura? Di solito, lasci che siano i tuoi carissimi compagni a onorarci della loro presenza, mentre tu...te ne vai a spasso chissà dove - risposi acidamente.

Con un balzo l’alta figura nera saltò sul nostro tetto, arrivando a pochi centimetri dal mio viso, lasciandomi disorientata dalla velocità con cui aveva compiuto quelle azioni.

      - Avevo voglia di vederti, piccola – mi disse con aria strafottente, guardandomi dritta negli occhi.

In un secondo estrassi dalla divisa la Coraline, e gliela puntai al collo, senza muovermi di un centimetro.

      - Bè, io no, anzi, gradirei se...ecco, come dire...sparissi - dissi digrignando i denti.
      - Uh uh, siamo nervosette stasera, eh?Mmm...mi sa che qui ci vuole un calmante –

Chiaki portò la mano dietro la schiena e, lentamente, estrasse una lunga katana dalla custodia che portava al fianco. La lama scintillò di rosso sotto il riflesso delle luci e venne subito avvolta da un'aura fiammeggiante. Prima che me ne potessi accorgere, la punta della spada era appoggiata al mio fianco, e Chiaki la stava facendo scorrere sulla mia pelle, provocandomi un taglio.
Urlai di dolore e mi scostai da lui con un salto.

Shinji, o meglio Shin, mi corse incontro e si inginocchiò accanto a me.
      - Haine-san, stai bene? – mi chiese, sorreggendomi.
      - Il taglio...brucia da morire Shin! - mi lamentai, tenendo una mano sulla ferita.
Il ragazzo fissò con aria preoccupata il taglio sanguinante che si stagliava scarlatto oltre la maglietta strappata.
      - Ragazzi, ritirata!!Haine è ferita! - urlò poi prendendomi in braccio.

Takamura, però, non era d’accordo. Si avvicinò lentamente ed emise una risatina lugubre.
      - Ritirata?Oh non credo proprio, il divertimento è appen...-

Il monotono suono di una sirena interruppe Chiaki. Lo vidi guardare giù dal tetto, il viso in tensione, la katana stretta tra le mani.

- E’ la polizia!!!Ragazzi, VIA! – gridò ai compagni, raggiungendoli sul tetto opposto.

Nel frattempo un gruppo di poliziotti era salito sul tetto del dormitorio degli Hanami, mentre un altro si era lanciato all’inseguimento dei DanFlame.
Shin prese a correre più che poteva quando si accorse che uno degli sbirri puntava verso di noi. Tentò in ogni modo di seminarlo, saltando di tetto in tetto, ma scivolò sulle lamine bagnate. Cademmo insieme ma nell’impatto io finii qualche metro dietro di lui. Mi rialzai a fatica, indebolita dal dolore al fianco, e frugai nelle tasche della gonna, alla ricerca della Coraline.

Quando finalmente la trovai, la estrassi e cominciai a tracciare grandi quadrati nell’aria, borbottando formule magiche. Qualche istante più tardi vidi formarsi davanti ai miei occhi una barriera luminescente. Oltre, c’era Shin, che mi fissava scandalizzato. 

Ormai l’uomo era troppo vicino a me, sarebbe stato impossibile sfuggirgli, ma Shin, lui sì, poteva farcela. 
Il ragazzo si rialzò e cominciò a sbattere i pugni sulla barriera come una furia.

- Haine, cosa diavolo stai facendo??Vieni via! - urlò furioso.
- Scappa Shin!Metti in salvo gli altri!QUESTO E' UN ORDINE! - dissi voltandomi verso di lui e lanciandogli uno sguardo che non ammetteva repliche.

Mi fissò ancora un istante, scuotendo lievemente la testa, per poi dileguarsi nel buio della notte.
Il poliziotto intanto mi aveva raggiunta e, senza alcuno sforzo, mi aveva messo ai polsi due pesanti manette.

- Ma guarda cos'abbiamo qui...proprio la capobanda di quel gruppo di bastardini eh? -

Strattonandomi e spingendomi, mi condusse fino alla macchina e mi sbattè sul sedile posteriore, dove caddi priva di forze. Tentai di mettermi a sedere, sul viso una maschera di rabbia, dolore e odio.

- Oh, ma guarda. Il destino allora ci vuole insieme, piccola - disse una voce accanto a me.

Fu l’unica cosa che sentii prima di perdere i sensi.

   
 
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