Fanfic su artisti musicali > The 1975
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Autore: imunfjxable    19/08/2016    1 recensioni
" I know when you're around cause I know the sound of your heart"
"So quando sei nei paraggi perché conosco il suono del tuo cuore"
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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7.that's why me and love never got along

 

 

 

 

https://instagram.com/p/BIs0-nbAXQg/ (se volete vedetelo prima di leggere il capitolo)

Spazzolò con vigore i capelli, per raccoglierli in uno chignon che dovette riempire di gel e di lacca affinché fosse perfetto.
Afferrò il suo borsone e scese le scale correndo, mentre con la mano destra si aggiustava la mutanda color carne che si era spostata da sotto l'aderente body nero.
Continuò a camminare, a passo moderatamente svelto, girando ad ogni angolo, per raggiungere la sua scuola di danza. Scorse Matty che fumava che l'aspettava lì.
La salutò sventolando la mano destra, con tutta la sigaretta incastrata fra le dita.
«Matty» gli sorrise «ti vedo particolarmente felice»
«Si, sono contento» rispose cercando di contenere la sua gioia «poi ti spiego. Però ho anche un po' di paura»
Edith scosse il capo e gli passò una mano sulla schiena per rassicurarlo.
«Lo tieni anche per ballare?» le domandò riferendosi al guanto alla mano sinistra. Edith si limitò ad annuire con il capo, era stupido, ma le faceva sempre male parlarne.
Entrarono e lei lo presentò alla sua insegnante di danza, una cinquantenne mora, uscita direttamente dalla ferrea accademia russa dove si insegna il metodo Vaganova così come lo scrisse Agrippina. I suoi gesti lasciavano intuire quella che un tempo era stata non solo bravura, ma puro talento sul palco e che ora, a causa dell'agire del tempo non c'era più.  Squadrò Matty con i suoi occhi marroncini come le noccioline salate che mettono nei pub di Londra in quei contenitori sgraziati che servono per rendere quei drink- ordinati per solitudine-un po' meno tristi.
«Tu saresti il pianista di cui mi ha parlato Edith, giusto?» e lui annuì mostrandole uno dei suoi sorrisi più convincenti. Condusse Matty nell'ampia sala prove, già brulicante di ragazze vestite con le tipiche calze bianche, sedute sul parquet in legno chiaro che si infilavano punte e sporcavano le loro scarpette con la pece.
Matty si sedette e un brivido percorse il suo corpo quando i suoi polpastrelli sfiorarono quel pianoforte. Ritrasse immediatamente le mani quando realizzò che l'uomo che aveva suonato questi tasti, che aveva dato vita a milioni di note, che aveva fatto sì che tutte quelle ragazze potessero danzare;era morto.
È complicata la vita: che senso ha? Se l'era sempre chiesto Matty, ma sapeva che la musica, sapeva che l'arte in generale era una delle poche cose buone belle che l'uomo era stato capace di creare, e riusciva a rendere la permanenza sulla Terra un po' più sopportabile. Matty sospirò e riposò la mano sinistra sui tasti bianchi, poggiando l'anulare su quello nero. Osservò lo spartito e lo studiò velocemente- per sua fortuna era abbastanza semplice e conosceva la maggior parte delle canzoni.
L'insegnante fece cenno di iniziare e Matty iniziò a suonare la prima canzone, e le ragazze andarono alla sbarra, ponendosi in ordine di altezza. Cercò con lo sguardo Edith, e le sorrise. Iniziarono.

«Quindi verrai anche domani?» gli domandò aggiustandosi i capelli, passandoci le mani sopra affinché i ricci ribelli restassero nello chignon.
«Già. Mi ha detto che sono stato bravo. È stato strano suonare dopo tutto questo tempo»
«perché hai smesso?» scesero le scale giungendo nell'underground, Edith aveva accettato felicemente di prendere la metropolitana per accompagnare Matty a casa.
«Non era più come prima»
Restarono zitti entrambi.
«Non so se capisci cosa intendo»
«Capisco perfettamente»
Restarono zitti nuovamente, mentre aspettarono il loro treno, che giunse con pochi secondi di ritardo. Entrarono e si aggrapparono all'asta di ferro accanto all'entrata; Matty notò che le dita  di Edith si attorcigliavano con eleganza, come se stesse ancora esercitandosi alla sbarra.
«A volte penso di aver provato tutto quello che proverò mai. E da qui in poi, non sentirò più nulla di nuovo. Solo versioni più deboli di ciò che ho già provato»
Con questa affermazione Edith interruppe il nulla che si era interposto tra loro. E Matty sorrise perché era quello che gli succedeva da un bel po' di tempo.
Il treno si fermò. Scesero in fretta, facendosi spazio tra le persone che erano lì con loro. Procedevano uno accanto all'altro, vicini. Matty sorrideva, non riusciva a smettere di pensare ad Océane.
Improvvisamente non vide più Edith accanto a lui, e si girò preoccupato, ritrovandola qualche metro più avanti accanto a un uomo che suonava il vìolino: si stava togliendo le scarpe.
Corse da lei, chiedendole cosa avesse intenzione di fare e lei non rispose, ridacchiò e basta. Si sfilò la converse sinistra con l'ausilio del piede destro, lasciandole poi accanto alla sedia dove sedeva l'uomo. Era alto, molto. Nulla a che vedere con la statura di Matty che era piccolo e minuto, così insignificante rispetto a tutto quello che c'era dentro di lui, a tutte le rivoluzioni che avrebbe voluto far scoppiare; così piccolo per contenere tutti i suoi pensieri.
Aveva gli occhi grandi, contornati da folte sopracciglia nere, ispide, così come i peli delle braccia, scoperte. Le sue mani afferrarono l'archetto e pizzicarono con gentilezza le corde del violino.
Edith, iniziò a ballare.
Si mosse un po' alla volta, partì con il piede destro, avanzando proprio davanti all'uomo che sorrideva vedendo che c'era qualcuno che apprezzava la sua musica a tal punto da ballarla. Il suo corpo si protese in avanti, slanciandosi sinuosamente tra quell'orda senza vita di persone che procedevano incuranti di quello che si stava svolgendo di fianco a loro.
Edith era per terra, con le punte dei piedi ben tese tracciava il pavimento lurido, rendendolo magicamente bello quanto il palco dell'Operà.
Lei, intanto, ballava. E non le importava di altro. C'erano solo lei e la musica, solo lei e quelle note tristi che uscivano da quel misero oggettino. Erano identici lei e il violino: trasmettevano la medesima nostalgia, pur essendo piccoli. C'era qualcosa di così malinconico nel modo in cui si stava muovendo e lo sapeva. Ballava spesso per capire come stava, e non c'era volta in cui non riuscisse ad esprimersi ballando. Se avesse potuto, avrebbe danzato per sempre. Continuò a muoversi, tracciando con le sue dita disegni nell'aria, osservandone la fattura ad occhi chiusi, mentre curvava la schiena o alzava le gambe da terra saltando, come se potesse quasi volare e andare via da quella Londra caotica e triste, imprigionata nella sua fredda indifferenza.
Poi, come se niente fosse successo si fermò. Rise, cristallina. Si lasciò scappare questa piccola risata, così innocente, che fece quasi male a Matty tanta era la sua purezza.
Ricominciarono a camminare- dopo che lei ebbe recuperato le sue scarpe- passando tra quelli che si erano fermati ad osservare Edith incuriositi- sempre per pochi secondi però, il lavoro, gli impegni, la famiglia; li attendevano. Non c'era più tempo per l'arte.
«Ti ho sentito, e sei così brava a farti sentire. Hai una voce, usala Edith.»
Edith lo guardò con aria interrogativa, non capiva cosa volesse dire. O meglio, l'aveva capito, ma non ci credeva- nessuno gliel'aveva mai detto. Fare la ballerina era sempre stato un suo capriccio da quando era piccola, ma nessuno l'aveva mai incoraggiata e quando lasciò per un anno i suoi genitori sembrarono perfino felici, non come quando lei decise di riprendere. O come quando rifiutò di andare al college perché la danza è una cosa seria, e c'è bisogno di impegno, non solo di passione o talento per eccellere.
«Quando avete ballato nella scuola, non è stato così. Era bello, ma avrei tranquillamente potuto fare altro mente ballavate. Ora non avrei mai distolto lo sguardo da te, sarà stata anche la canzone, l'improvvisazione , non so cosa cazzo sia potuto essere, so solo che è...è stata una prima volta. Hai presente Lucien Carr? Non so se lo conosci. È un autore della beat generation» e si morse l'interno della guancia per trattenere l'ennesimo sorriso rivolto ad Océane. Magari le piaceva pure Carr, anche se parlando davanti alla tazza di caffè amaro- che Matty schifava quanto le sigarette a frutti di bosco- gli aveva confidato che più di tutti preferiva Kerouac e avevano iniziato un ampio dibattito su chi fosse meglio tra lui e Burroughs (il preferito di Matty) «Carr diceva che la vita dovrebbe essere composta solo da prime volte, perché la vita è bella solo se selvaggia»
Edith gli sorrise ampiamente «Lo conosco, ma non sapevo che avesse detto questo»
«Vederti ballare è stata una prima volta, e se è così ogni volta, sappi che sarò sempre in prima fila a tifare per te»
«Edward non c'è mai stato»
«La prossima volta ci sarà. Vedrai»

Giunsero poco dopo sotto casa di Matty, Edith si rifiutò gentilmente di entrare: aveva ancora paura di Allen e anche se Matty aveva provato a persuaderla più volte dicendole che le avrebbe preparato il tè alla vaniglia, lei declinò l'invito ad ogni modo. Aggiustò lo zaino che aveva sulle spalle, cercando di tenerlo ben stretto tra le sue dita e di alzarlo il più possibile sulla sua schiena. Era una cosa che faceva molto purtroppo- cercare di scomparire nel suo zaino. Lasciò un bacio sulla guancia a Matty, lui intrecciò le dite nella mano di lei che si staccarono con una lentezza degna di uno di quei film con le sparatorie in slow motion che a Edith non piacevano proprio perché il cinema è un'arte (quanto la danza)è ormai questo mondo martoriato dal cinismo all'arte non ci pensa più.

Océane si rigirava nelle coperte fredde del suo letto, posizionato sotto la finestra aperta per combattere l'afa di Agosto.
Legò i capelli neri e si sedette, aprendo il suo quaderno bianco, dove vi appuntava frasi, e poesie, ma che fungeva anche da diario.
Iniziò a scrivere, era da un po' che non lo faceva, parlò di Matty, del modo stravagante in cui l'aveva approcciata e della sua sicurezza. Aveva fatto tutto come se già si fossero conosciuti da una vita, o come se lui avesse passato pomeriggi interi ad aspettarla. Lasciò quaderno e penna sulla scrivania, annoiata (non finiva mai quello che iniziava) e mise le dita nella boccia di vetro contente Mia Wallace, un piccolo pesce rosso, chiamato così in onore del personaggio di Uma Thurman in Pulp Fiction, decisamente il suo film preferito.
Prese il cellulare e mandò un messaggio a Matty, magari era sveglio anche lui a notte fonda.
E infatti la sua risposta non tardò ad arrivare. Le disse di vestirsi, perché l'avrebbe portata a fare un tour notturno.

Passeggiavano stretti, con la mano di lei attorno alla sua vita, e la mano di Matty saldamente attorno al collo di Océane.
C'era un silenzio piacevole tra di loro, accompagnato dallo scrosciare delle acque putride del Tamigi. 
Matty si accese una sigaretta e gli occhi di Océane si scurirono più di quanto non lo fossero già.
«Fumi?»
«Tu no?»
«No. Sai che può ucciderti?» Matty sbuffò alzando gli occhi al cielo. Certo che lo sapeva. Lo sapeva benissimo. Soprattutto se ogni coglione glielo ripeteva come un mantra ogni volta che accendeva una maledetta Marlboro, come se questo lo facesse smettere.
«Andiamo Océane, siamo un po' tutti attratti dall'idea della morte, dal pericolo- è questo il fascino della sigaretta. È bella. Ti uccide lentamente. Ti fa stare bene. Ne vuoi sempre di più. E poi un giorno BOOM» Océane sobbalzò nel momento in cui Matty mimò l'esplosione con le mani « e sei...morto»
Stava per aprire bocca ma Matty la interruppe, aveva questo maledetto vizio di parlare sopra gli altri, la sua voce doveva essere quella preponderante.
«È un po' come l'amore, non trovi Océane?»
«Forse è per questo che io e l'amore non siamo mai andati d'accordo»

 

 

 

 

AYEEE.
Spero che vi piaccia, sul serio. Non ho tanto da dire questa volta, vi ringrazio infinitamente per tutte le visite e i voti. Quella sopra è Edith che balla, e si, lo so che è un pianoforte in sottofondo e non un violino ma ho dovuto necessariamente scegliere quest'ultimo perché era l'unico strumento che riuscivo a visualizzare in una metropolitana haha
Grazie ancora una volta, vi lascio questa foto di Matty e Adam sotto che ho appena trovato e me ne sono innamorata (non vi preoccupate Adam, George e Ross saranno ugualmente protagonisti anche se per ora non hanno detto molto)

Ps: ringrazio come al solito p8if per le sue meravigliose recensioni ♥

 

 

   
 
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