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Autore: Vivy_chan    21/08/2016    1 recensioni
Dal primo capitolo:
Si ergeva vittorioso sopra quei cadaveri ammucchiati.
Rideva sguaiatamente.
Fiamme alte si ergevano potenti bruciando tutto ciò che trovavano.
La distruzione era ormai padrona di quel luogo dimenticato da Dio.
E lui rideva.
Si sentiva invincibile, potente.
La brezza leggera gli scompigliava i capelli arancioni, portando con sè odore di sangue.
Nulla poteva più contro di lui.
Genere: Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hichigo, Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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"Eccomi qua. Perdonatemi per l'attesa" si scusò Urahara entrando nella piccola stanza, dove sedevano compostamente Ichigo e Rukia. Il primo aveva un'aria spaesata mentre la seconda una preoccupata.
"Allora, cosa vi serve?" chiese l'uomo accomodandosi su un cuscino posto vicino al tavolo.
"Si tratta di Ichigo" esordì la corvina non riuscendo a celare lo sgomento che provava dentro di se.
Kisuke la inivitò a proseguire con un cenno del capo.
"Ecco... Ichigo forse è meglio che parli tu" disse Rukia voltandosi verso il ragazzo, trovandolo con il viso contratto in un'espressione a dir poco terrorizzata.
"Ichigo?"
Ichigo si alzò di scatto, sotto lo sguardo perplesso dei due, e prese il distintivo trasformandosi in shinigami. Poi estrasse lentamente Zangetsu continuando ad osservare un punto preciso.
"Ichigo? Che succede?" domandò la corvina.
Il ragazzo non la degnò nemmeno di uno sguardo, ma si limitò a sibilare "Un hollow". Poi prese la sua zampakunto e cominciò a menare fendenti qua e là, distruggendo vari oggetti.
"Forse è meglio che lo fermi. Prima che mi distrugga la casa." proferì Urahara alzandosi e assestando un poderoso pugno nello stomaco di Ichigo. Quest ultimo tossì un paio di volte, poi si guardò intorno come se non riconoscesse più il luogo dov'era.
"Cos'è successo?" mormorò con voce roca.
"Hai appena cercato di attaccare un hollow immaginario" chiarì l'uomo dal cappello a righe verdi.
L'arancione, incerto, ritornò a sedersi.
"Non credo ci sia bisogno di dire altro" disse Kisuke.
"Ah Urahara un'altra cosa. L'altra volta l'occhio di ichigo stava diventando nero. C'entra qualcosa il suo hollow interiore, vero?" chiese la shinigami.
"Si. Propabilmente sta cercando di uscire fuori. Deve aver trovato un'apertura" spiegò l'uomo. Poi si rivolse al ragazzo di fronte "Ichigo. Devi stare molto attento. Se questa volta prendesse il controllo sarebbe molto difficile riuscire ad ottenere di nuovo il dominio sul tuo corpo."
"Non ti preoccupare, Urahara" annuì deciso, il ragazzo "Non lo lascerò vincere." detto questo si alzò e uscì, seguito da Rukia.

I due camminarono in silenzio fianco a fianco per interminabili minuti.
"Ehm...Ichigo" esordì la corvina, rompendo quell' opprimente attesa.
Il ragazzo si voltò verso di lei e con un cenno del capo la invitò a proseguire.
"Credi che dovremmo dirlo anche a Inoue, Chad e Ishida?"
L'arancione rimanette in silenzio continuandò a guardare il cielo terso di mille sfumature arancioni.
"No" rispose poi. "È meglio non farli preoccupare"
Rukia sorrise dolcemente. Non capiva proprio come quel vecchio avesse potuto dire quelle cose sul conto dello shinigami.


"M-mamma?"
"Ciao tesoro" lo salutò la donna sorridente.
"Mamma cosa ci fai qui?"
"Sono tornata. Per te. Ora potremo stare sempre insieme, non sei contento?"
"Si è una notizia fantastica" esclamò il ragazzo gettandosi fra le braccia della madre, e iniziando a piangere di gioia.
"A-a-aspetta un attimo..." sussurrò poi, allontanandosi dalla donna, come se avesse appena ricevuto una scossa elettrica.
"Cosa c'è?" domandò lei con un sorriso forzato.
"Tu... Tu sei morta" sussurrò a fior di labbra, sgranando gli occhi.
"Ma cosa dici, Ichigo?" chiese sua madre sorridendo, mentre lentamente la pelle del suo viso marciva.
Il ragazzo si allontanava mentre la donna si avvicinava a piccoli passi. Ichigo cominciò a correre a una velocità che non aveva mai raggiunto. Il cuore batteva forte, il respiro era affannoso e un grosso peso gli gravava nel petto. Non si voltò nemmeno una volta per controllare se la madre lo stesse ancora seguendo. Non gli importava più. Voleva solo fuggire. Scappare.
Tutto si oscurò, costringendolo a fermarsi. Subito dopo lo spazio venne illuminato dai suoi ricordi. Ricordi che raffiguravano la morte di sua madre. Lui che inseguiva quell'hollow credendo che fosse umano, il corpo di sua madre imbrattato di sangue dopo averlo protetto, le perle salate che quel giorno inondarono instacabilmente il suo viso. E nel mentre una voce gracchiante e distorta gli riempiva i timpani:
Ichigo?
Ichigo, vedi?
È solo colpa tua se tua madre è morta.
Se non avessi inseguito quell' hollow tua madre non sarebbe mai rimasta uccisa. Non avrebbe mai sacrificato la sua vita per quella di un inutile ragazzino come te.
È colpa tua.
Solo colpa tua.
Solo tua.
Tua.
Tua.
Tua.


Si svegliò urlando.
"Ichigo tutto bene?" chiese Rukia uscendo dall'armadio e avvicinandosi al volto del ragazzo ansimante.
"Ehi...stai...piangendo?"
Ichigo non riusciva a rispondere. Violenti tremiti scuotevano il suo corpo. Una terribile nausea improvvisa lo costrinse ad alzarsi e correre verso il bagno.
 Vomitò, assistito da Rukia che cercava di dargli conforto in tutti i modi possibili. Ma lui non sentiva le sue rassicurazioni e la mano poggiata sulla sua schiena. Con la vista appannata dalle lacrime, ripensava e ripensava a quei ricordi che lo tormentavano. I sensi di colpa in lui si erano risvegliati e non lo lasciavano in pace. Vomitò fino all'alba.

Ichigo quella mattina uscì prima di casa, evitando così di incontrare Rukia e i suoi familiari. Aveva bisogno di stare da solo, lontano da tutti e da tutto. Doveva riflettere sugli ultimi eventi accaduti. I ricordi che riguardavano la morte di sua madre l'avevano sconvolto. Continuò a camminare fino a che qualcosa non lo bloccò. La figura evanescente di sua madre sostava sul cipiglio della strada. Dopo la sopresa iniziale, prese un profondo respiro e riprese il suo cammino.
-È tutto finto. È solo il mio hollow che cerca di confondermi- pensò mentre sorpassava la figura di sua madre.
"Ichigo"
La voce calda e profonda della donna lo costrinse a fermarsi.
"Ichigo" sussurrò di nuovo, allungando la mano nella direzione del ragazzo.
Ichigo strinse pugni e denti e andò avanti, ripetendosi mentalmente che quello era solo un suo scherzo. Proseguì fino a quando non si trovò vicino al fiume. Diede uno sguardo all'orologio, che quella mattina aveva accuratamente agganciato al polso: le 6:30. Aveva ancora tempo. Si sedette sulla sponda del fiume per meditare un po'. Il suo hollow interiore stava cercando in tutti i modi di forzare un'apertura che aveva trovato nella sua anima. Ma, quell' apertura da cosa poteva essere stata causata? Si ritrovò a ripercorrere tutti i suoi ricordi, nella speranza di trovare cosa avesse potuto scatenare quell' irreparabile guaio in cui era finito. In tutto questo suo meditare non si accorse del tempo che passava.
 - Cavolo quanto è tardi- costatò controllando l'orario sull'orologio da polso. Si alzò velocemente da terra e iniziò a correre come un forsennato per le stradine di Karakura, spintonando, così, alcuni abitanti ignari di tutto, che ovviamente non dimenticarono di dedicargli qualche parola pescato dal loro  repertorio di insulti, arricchito durante i loro anni di vita.

Arrivò davanti al cancello della scuola in anticipo. All' entrata Inoue, Ishida, Chad e Rukia, che aveva un' espressione abbastanza arrabbiata, lo stavano aspettando.
"Ciao ragazzi"
"Ichigo potresti seguirmi un attimo?" gli chiese Rukia, che senza aspettare una risposta, prese a trascinarlo per la manica.
"Dove diavolo eri finito?" La corvina lo squadrava gelida.
"Non riuscivo a dormire e così ho deciso di uscire prima per fare una passeggiata" rispose lui, evitando di incrociare il suo sguardo.
"Hai idea di quanto mi hai fatta preoccupare?! Soprattutto ora che sei più vulnerabile, non sei al sicuro. Non farlo mai più" sbottò la shinigami, voltandosi e andando, poi, via.
Ichigo rimase qualche secondo ad osservare la minuta schiena dell'amica che si allontanava.
Ehi Ichigo. Come si permette di rimproverarti, nonostante la situazione in cui ti trovi? Non si interessa minimamente di te. Si è preoccupata di te solamente perchè sei una responsabilità affidatale dalla Soul Society.
"Io non sono una sua responsabilità" sibilò lo shinigami a denti stretti.
E allora perchè continua a dormire nel tuo armadio? Potrebbe benissimo ritornare alla Soul Society, dato che ha recuperato i suoi poteri.
Il ragazzo non seppe rispondere.
Te lo dico io perchè. Ti stanno tenendo d'occhio. Non si fidano di te. Temono che con il mio potere tu possa diventare più forte.
"N-non è vero"
Neanche tu sembri molto convinto. Guarda. Rukia è davanti a te. Potresti ancora riuscirle a dimostrare che tu non sei un cagnolino degli shinigmi. Su, raggiungila. Ti basta correre. Corri. Raggiungila.
Senza riflettere, Ichigo, cominciò a correre, raggiungendo in pochissimo tempo Rukia.
"Cosa c'è?" chiese la shinigami voltandosi verso il ragazzo.
Vai Ichigo. È la tua occasione.
"Ichigo?"
Dimostrale chi è il più forte. Colpiscila.
"Ehi, Ichigo?"
Colpiscila.
"Ichigo, tutto okay?"
Su dai, colpiscila.
Il braccio destro cominciò a formicolare.
"Ichigo!"
Vai, colpiscila.
Chiuse la mano a pugno e lentamente alzò il braccio.
Su ci sei quasi. Manca poco.
"Ichigo?"
Il braccio destro del ragazzo si bloccò  metà strada, fermato dal braccio sinistro.
Cosa fai, Ichigo? Su, dimostraglielo. Molla la presa.
"I-i-io..."mormorò con voce strozzata, dato lo sforzo sovraumano che stava compiendo per fermare l'altro braccio.
"Io... non mi sottometterò...mai... a te" e detto questo l'oscurità lo avvolse.

 
   
 
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