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Autore: ChiaraBJ    22/08/2016    4 recensioni
La vita di Ben è sottosopra... Semir è accusato di aver commesso un brutale omicidio, tutte le prove sono contro di lui.
Questa volta sarà Ben a dover ‘tirare fuori dai guai ’ il suo socio. Ma ovviamente c'è sempre qualcuno che vuole mettere il bastone fra le ruote e ostacolare il giovane ispettore nella ricerca della verità: una vecchia conoscenza:il commissario Bohm!
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ben Jager, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’Acherontia Atropos

Ben parcheggiò la Maserati che aveva prestato a Semir per raggiungere il cottage del padre,  il più possibile davanti all’entrata della sua sala prove, aprì il bagagliaio e diede una rapida occhiata alle condizioni del commissario.
“Sa, in fondo mi dispiace averla messa nel bagagliaio, ma l’auto come vede ha solo due posti. Posso assicurarle però che durante il viaggio ho fatto in modo di evitare tutte le buche o i dossi”
Nella voce di Ben non c’era la solita nota ironica, questa volta il ragazzo era fin troppo serio, questo anche solo per non urtare la sensibilità di Semir che non gli aveva fatto mistero di non approvare quello che stava facendo alle spese di Bohm.
Dalla bocca imbavagliata di Bohm uscirono solo dei versi che a Ben sembrarono dei grugniti, avrebbe voluto dirlo a Semir, stemperare un po’ il clima tesissimo che si era ulteriormente creato, ma appena incrociò il suo sguardo tutta la sua ilarità sparì di colpo.
Purtroppo non avevano avuto molta scelta, visto che il commissario li riteneva colpevoli e ogni tentativo di fargli cambiare idea si era rivelato vano.
“Vedrai socio” lo rassicurò Ben “Un giorno ci faremo perdonare” dopo di che con l’aiuto di un silenziosissimo Semir portò il commissario all’interno dell’edificio.
Bohm era troppo stanco e indolenzito per fare resistenza, quindi anche se la cosa non gli piaceva affatto entrò nello stabile, ma il suo sguardo era più che eloquente, se quegl’occhi azzurri avessero potuto lanciare saette per  i due ispettori non ci sarebbe stato scampo, sarebbero stati inceneriti all’istante.

Mezz’ora dopo i due ispettori entrarono nella sede della scientifica.
“Einstein, dove sei?” chiamò a gran voce Ben entrando nei laboratori della KTU.
“Accidenti Ben quante volte ti ho detto di non urlar…” ma il giovane tecnico si bloccò di colpo quando vide che assieme a Ben c’era anche Semir.
“Semir, che bello rivederti” e fece per andargli incontro e abbracciarlo, ma fu interrotto da Ben.
“Niente smancerie Einstein, ci devi aiutare, abbiamo poco tempo” troncando ogni tentativo di Hartmut di sincerarsi delle condizioni più morali che fisiche dell’amico.
“Sì, sì certo” balbettò il giovane tecnico “Ditemi pure”
“Stiamo cercando di capire un tatuaggio…” delucidò Ben.
“Raffigurante cosa?” giustamente volle sapere Hartmut.
Ben guardò Semir che però era ancora perso nei suoi pensieri.
“Semir? Ehi socio…” lo riportò alla realtà Ben.
“Sì, dunque…mi sembrava un insetto…con le ali…”
“Altro? Ragazzi è poco…avete una vaga idea di quanti insetti abbiano le ali?”  ma incrociando lo sguardo di Ben e le sue conseguenti spallucce, Hartmut non osò nemmeno chiedere altro.
“Va bene ho capito, digito ‘insetti con le ali’…da qualche parte dobbiamo pur cominciare” chiosò Hartmut.
I tre quindi si misero a visionare un’infinità di tatuaggi con le caratteristiche che si ricordava Semir.

Passò un bel po’ di tempo, ormai i disegni cominciavano a ripetersi.
“Semir” disse ormai sfinito Ben stropicciandosi gli occhi “Ne abbiamo visti a migliaia di tatuaggi di insetti, sei sicuro che …”
“Aspetta … torna indietro … eccolo lì” disse euforico Semir come se si fosse svegliato in quel momento da un lungo letargo.
“E’ un’Acherontia Atropos” sentenziò  Hartmut.
“Dire una farfalla è troppo semplice per te?” esclamò Ben alzando gli occhi al cielo.
“Per carità Ben, le falene e le farfalle sono due cose distinte, appartengono alla stessa famiglia dei lepidotteri, ma le antenne…”
“Okay, grazie per la lezione di entomologia, Einstein” lo interruppe Ben facendo anche lui il saccente “Abbiamo una falena con sul dorso un teschio …”
“Non è un teschio, ma una macchia scura che…” ma Hartmut si zittì subito. Ben lo aveva letteralmente fulminato con lo sguardo.
Semir invece aveva ancora gli occhi incollati allo schermo, cercava di ricordare i particolari di quella sera.
“Quella falena …è quella resa famosa dal film ‘Il silenzio degli innocenti’” esclamò Semir “Ecco perché quel tatuaggio mi ricordava qualcosa”
Ben era interdetto “Ma chi può essere così bacato da farsi tatuare una cosa del genere? Comunque adesso abbiamo uno straccio di pista. Hartmut” disse rivolgendosi al giovane tecnico “Che dici di stampare la foto e una lista completa di tutti i posti in cui si fanno tatuaggi qui a Colonia? Magari qualche tatuatore si ricorda di aver fatto un tatuaggio simile, magari c’è pure un registro”
Hartmut avviò subito il motore di ricerca, in città esistevano una trentina di esercizi in cui si facevano tatuaggi.
“Ecco qua la lista, Ben” disse il tecnico pochi minuti dopo porgendogli alcuni fogli.
“Mapporca, ma quanti sono?” esclamò sconsolato Ben “Vabbè ci divideremo a zone, speriamo di aver fortuna, non è detto che l’assassino si sia fatto tatuare in città. Chiamo Dieter e Jenny, se possono darci una mano faremo prima”
“Vengo con te” propose Semir.
“No socio, tu torna alla sala prove, farai compagnia a Bohm. Se qualche collega ti vede…”
“Bohm?” sgranò gli occhi Hartmut sentendo il nome del commissario.
Semir stava per dire qualcosa, ma Ben lo prese per il braccio conducendolo fuori dai laboratori, non prima di aver salutato il tecnico.

Passarono diverse ore, Dieter e Jenny avevano controllato tutti i negozi delle loro rispettive  liste, purtroppo nessun  tatuatore aveva mai impresso un disegno con quel tipo di insetto. Il giovane ispettore comunque li ringraziò.
Caso mai se avesse avuto ancora bisogno di loro li avrebbe tempestivamente chiamati.
Ben parcheggiò l’auto davanti all’ennesimo esercizio, altri tre e poi anche lui sarebbe arrivato in fondo alla sua lista.
Ormai cominciava ad essere stanco e scoraggiato, e dopo ogni negozio che depennava lo era sempre più.
Pensava a Semir, il suo migliore amico che rischiava seriamente l’incriminazione per omicidio.
Lui invece sarebbe stato arrestato per favoreggiamento e anche per aver sequestrato il commissario Bohm.
Per entrambi sarebbe stata la fine di un’onesta e brillante carriera.
Ben stava per spingere la porta del negozio quando vide sulla porta il cartello  ‘suonare il campanello’, quindi suonò e attese.
Pochi istanti dopo la serratura scattò.

Il giovane entrò, pensando di trovarsi di fronte il solito omone alto, palestrato con bicipiti tatuati in bella mostra. Inaspettatamente si trovò davanti una ragazza esile sulla trentina, molto bella, con lunghi capelli castani, occhi verdi e con un semplice delfino tatuato sulla spalla.
“Salve” disse con voce decisa la ragazza “Posso esserle utile?”
“Sì, ecco mi chiamo Ben Jager” ed esibendo il suo tesserino continuò “Sono della polizia autostradale, sto cercando una persona…”
“Peccato, pensavo volesse essere ‘tatuato’ sarebbe stato un piacere ‘lavorare’ su di lei, comunque io sono Angelika” replicò civettuola la ragazza porgendo la mano.
Ben fu colto un po’ di sorpresa, stringendole la mano continuò “Sarei tentato, ma vede noi poliziotti dobbiamo mantenere una certa etichetta, non so se rendo l’idea”
“Sì non dovrebbero essere molto visibili, sotto le maniche delle T-shirt, insomma quando si è in uniforme  non dovrebbero vedersi giusto? Anche se a volte fate delle eccezioni”
“Esatto” confermò Ben.
“Ottimo, quindi niente avambraccio, potrei…mi sembra che abbia dei pettorali come dire…notevoli…non di poco conto e…” continuò un po’ maliziosa.
Ben cercò di mantenere lucidità e soprattutto serietà quindi la bloccò prima che il discorso si facesse troppo … compromettente.
“Magari un’altra volta” troncò deciso il ragazzo “Senta sto cercando una persona a cui è stata tatuata una farfalla sul polso, ha presente quella del film con Jodie Foster…” ma fu interrotto dalla ragazza e Ben non dovette nemmeno farle vedere il disegno.
“Acherontia Atropos, si chiama così e non è una farfalla” disse con fare saccente “E’ una falena, compare nella locandina del film ‘il silenzio degli innocenti’”
“Wow, esatto proprio quella” rispose Ben “E mi dica, lei per caso ne ha tatuata una di recente?”
“Sì certo”
“Può dirmi a chi?” Ben era a dir poco euforico, ma cercò di restare saldamente con i piedi per terra.
“Mi scusi, ma voi in polizia non vi conoscete tutti?” rispose aggrottando la fronte la ragazza.
“Sta dicendo che l’ha tatuata a un poliziotto?” Ben era sconvolto.
L’assassino poteva essere un collega.
“Non proprio, cioè, mi diceva che era un allievo dell’Accademia di polizia”
“Tiene un registro? Può farmi dare un’occhiata?”
“Scusi, ma non le serve un mandato?”
“Senta potrebbe essere in pericolo anche lei” replicò deciso Ben “Non sto scherzando, e farmi perdere tempo per procurare un mandato…”
La ragazza aggrottò la fronte “Okay ispettore, aspetti un attimo…l’ho nel retrobottega” e notando che Ben la stava seguendo “Non scappo, ma ho un cliente, sa la privacy…”

Ben decise di non seguirla.
Si passò una mano tra i capelli e la sua testa cominciò a fare una serie di ragionamenti, ma nessuno gli sembrava logico. Cercò di mettere insieme tutti gli elementi che aveva come fossero i tasselli di un puzzle: aveva un’allieva dell’Accademia e il suo fidanzato assassinati con la pistola di Semir, due copie di un manoscritto sparite e un altro allievo poliziotto, forse l’assassino, con un tatuaggio al polso.

La ragazza intanto sparì nel retrobottega e vedendo che dopo un paio di minuti la tatuatrice non tornava, Ben si addentrò oltre la tenda per dare una controllata.
Scostò la tenda e davanti a lui apparve distesa sul pavimento a faccia in giù la ragazza; stava per mettere mano alla fondina quando un colpo secco alla nuca lo fece stramazzare al suolo.
E per Ben fu tutto buio.

Angolino musicale: Questa non ve l’aspettavate…o forse sì? Chi avrà randellato Ben?
Michael Jackson ‘on the line’ (sulla linea)
Per ascoltarla https://www.youtube.com/watch?v=LVLt7D1GtJ8
 
Non ha senso far finta che sia finita I tempi duri non vanno semplicemente via Devi assumerti la responsabilità E’ ora che tu ti apra ed abbia un po’ di fede Nessuna cosa buona viene facilmente Tutte le cose buone vengono a tempo debito Devi avere qualcosa in cui credere Ti sto dicendo di aprire la tua mente Devi mettere il cuore sulla linea Se vuoi farlo nel modo giusto Devi venire fuori e provare Non perdere il tuo tempo sul passato E’ ora che tu guardi al futuro E' tutto lì se chiedi Questa volta potresti provarci più duramente Sarai il meglio che tu possa essere Le cose stanno così Tu devi fare ciò che desideri Devi sapere ciò che devi fare…
 
 

 
  
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