Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: sister_of_Percy    23/08/2016    9 recensioni
STORIA INTERATTIVA || ISCRIZIONI CHIUSE
In tutti i distretti c'è un gran tumulto. La mietitura dei tributi per i Diciassettesimi Hunger Games si avvicina inesorabilmente.
Famiglie disperate, amici, orfani soli che non hanno più niente per cui vivere... Tra chi di questi verranno scelti i tributi?
Chi sarà il fortunato che verrà ricoperto di gloria e onore?
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Tributi di Fanfiction Interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mietitura

(Parte tre)

SHEILA WHITE, DISTRETTO 9

 

Sheila si guardò intorno, osservando tutti quei volti che non significavano niente per lei.

Era circondata da suoi coetanei, ma non aveva un vero rapporto con nessuno di loro.

Non che le fosse mai interessato.

Sheila credeva che l'unica vera persona in grado di conoscerti nel profondo sei solo te stesso, perciò qual era lo scopo dei rapporti con gli altri?

Cercare di stringere legami con le persone, sapendo comunque che quando non sarà più conveniente per loro verrai irrimediabilmente lasciato. Se nemmeno i genitori si facevano problemi a lasciare i propri figli, perchè gli altri sarebbero dovuti essere diversi? Perché a qualcuno sarebbe dovuta davvero importare di lei?

Sheila prese un respiro profondo, cercando di convincersi che, qualunque cosa sarebbe accaduta di lì a poco, non avrebbe avuto conseguenze su di lei.

Quando la capitolina pronunciò il suo nome non provò paura.

Si limitò ad indossare la sua solita maschera di imperturbabilità e a raggiungere il suo posto, messo in bella vista di fronte a persone che non avrebbero pianto se fosse morta.

Nemmeno a lei importava di loro. Non le importava niente.

Mentre rifletteva sulle sue emozioni non potè fare a meno di pensare ad una frase letta in un vecchissimo libro di qualche suo antenato.

Quei libri erano l'unica cosa che le avevano lasciato i suoi genitori prima di svignarsela e scomparire nel nulla.

Il libro diceva: "Assisto terrorizzato al diminuire del mio odio per gli uomini, all'allentamento dell'ultimo legame che mi univa a loro."

Era così che Sheila si sentiva. C'era stato un tempo in cui aveva odiato le persone, ma adesso era semplicemente indifferente a tutto.

Per lei c'erano solo se stessa e la sua gatta.

Sheila osservò con attenzione la capitolina mentre agitava la mano nell'ampolla contenente i nomi di tutti i possibili tributi maschili.

"Leonard Andrew Carter!"

E così sarebbe stato lui il suo compagno di sventura. Sapeva solo che era un ragazzino del suo distretto, più piccolo di lei.

Nonostante l'isolamento della sua casa vicino al bosco aveva sentito le voci.

Sapeva che era stato preso di mira perché omosessuale, ma lui non si era mai sbilanciato. Si era sempre limitato a sorridere e cambiare strada, dimostrando che non gli importava di quello che pensavano gli altri. Che lui era felice.

Non si scompose, nemmeno quella volta.

Era solo un ragazzo di quattordici anni, eppure riusciva ad affrontare tutto con estrema calma.

Sorrise rassicurante a un ragazzo e una ragazza tra la folla.

Procedette, sempre sorridente.

Sheila sbuffò. "Falso." Non potè far a meno di pensare.

Probabilmente non sarebbe stato troppo temibile. Si era sempre mostrato come un pacifista.

Immersa in questi pensieri, non riuscì ad evitare di chiedersi: "Per cosa sto combattendo?"

Non aveva una risposta.

 

HAZEL MARGARET WHITESTORM, DISTRETTO 10

 

Hazel scambiò per l'ennesima volta uno sguardo con suo fratello minore, Richard.

Entrambi erano terribilmente in tensione, anche se cercavano di nasconderlo all'altro.

Hazel si sforzò di distogliere lo sguardo e concentrarsi su altro: sulla parrucca dell'eccentrica capitolina, sul freddo e pungente vento.

Tutto tranne che il suo fratellino sarebbe potuto venire estratto, mentre lei non poteva fare neinte.

Almeno Lux sarebbe stata salva. Era troppo piccola. Perlomeno Capitol aveva avuto la minima umanità di risparmiare quelle sofferenze ai bambini con meno di dodici anni.

Quel pensiero riuscì a rassicurarla un pochino.

Si voltò verso la folla di coloro che non avevano l'eta per partecipare agli Hunger Games.

Suo padre teneva un braccio in vita alla madre, mentre Lux cercava di nascondere la paura che provava per i fratelli.

Sua madre teneva in braccio il piccolo Andrew.

Le si strinse il cuore nel vedere quella scena.

Era arrivato il momento. La capitolina stava per estrarre il tributo femminile.

"Ti prego, ti prego, ti prego..." Pensò Hazel chiudendo gli occhi.

Mentre era ancora immersa nel buio sentì la voce della donna pronunciare le parole tanto temute: "Hazel Margaret Whitestorm."

Hazel trattenne a stento un'imprecazione.

Perchè proprio lei? Di tutte le ragazze del distretto, il destino aveva voluto condannare proprio lei.

"Devi essere forte." Si disse con tono duro.

Alzò la testa e si fece spazio con sguardo sicuro.

Sentì la piccola Lux gridare. Non aveva la forza di guardarsi. Non poteva vedere le lacrime nei suoi occhi.

Strinse i denti e fece un altro passo.

Udì alle sue spalle i Pacificatori urlare di fare spazio. Si voltò, presa dalla curiosità, ma la scena che vide la tramutò ben presto in rabbia.

Lux era riuscita a passare e stava correndo verso di lei, quando venne intercettata dalle guardie. Una di loro la sollevò, mentre la bambina scalciava e tirava deboli pugni sulle loro armature.

Hazel si affrettò a raggiungerli e ringhiò: "Lasciatela andare."

Evidentemente doveva essere stata convincente, perchè i Pacificatori poggiarono la bambina a terra.

Lux le strinse la vita con le piccole braccia e le riempì il vestito di lacrime.

Non avevano molto tempo. Le guardie non avrebbero esitato di nuovo e l'avrebbero strappata via da lei, magari l'avrebbero anche punita.

Hazel si inginocchiò, in modo tale da avere il volto al livello di quello della sorellina.

Pronunciò poche parole: "Lux, vai da mamma e papà."

La bambina sembrava sul punto di replicare, ma venne interrotta dal tono duro della sorella maggiore: "Adesso."

Lux sgranò gli occhi, sorpresa e ferita dai modi della sorella, ma fece ciò che gli aveva detto.

Hazel prese un respiro profondo: non voleva usare quel tono, ma il risultato era stato quello voluto.

Riprese il suo cammino.

"Cara, presumo che lei fosse la tua sorellina!" Squittì la capitolina.

Hazel la fulminò con lo sguardo senza rispondere.

La donna si affrettò a procedere con la mietitura.

"Il tributo maschile di quest'anno è... Richard James Whitestorm!"

Hazel sgranò gli occhi. Ma perchè? Perchè proprio Ricky.

Il suo fratellino sembrava sul punto di crollare a terra. A prima vista poteva quasi sembrare un diciottenne, ma era solo un quindicenne spaventato.

Lo vide deglutire a fatica e raggiungerla.

"Noto una cosa: avete lo stesso cognome. Siete per caso fratelli?" Chiese la capitolina battendo le mani, eccitata.

I fratelli non risposero, si limitarono a guardarsi a vicendo.

"Guarda che capelli! Dimmi, caro, sono naturali?"

Chiese la donna toccando i capelli completamente bianchi di Ricky.

"Sì." Rispose secco lui, allontanandosi.

Mentre la donna finiva il suo discorso, Hazel capì di essere felice di essere stata estratta: avrebbe protetto Ricky fino alla fine.

 

SANTOS "CARLOS" MELS, DISTRETTO 11

 

Santos prese un respiro profondo.

Guardò verso il suo migliore amico, Damerae.

Lui sembrava sicuro come sempre. Come se niente lo spaventasse.

Santos non era così. Lui aveva paura, ma non per se stesso: temeva più di ogni altra cosa per il ragazzo al suo fianco.

Quando Damerae si voltò verso di lui, Santos distolse lo sguardo.

Cercò di non guardarlo di nuovo, di non attirare la sua attenzione.

Addirittura ascoltò il discorso dell'accompagnatrice. Come ogni anno lodava Capitol e cercava di convincerli che i giochi mantenessero la pace. "Certo, era proprio a quello che servivano..." Pensò Santos sbuffando.

Era arrivato il momento, la ragazza sarebbe stata estratta. Santos non aveva molti rapporti con le ragazze del suo distretto, ma era comunque dispiaciuto all'idea che una persona che conosceva da sempre venisse condannata a morte.

"Nelly Greentree." Quel nome suonava nuovo a Santos. Si voltò verso la ragazzina, di al massimo tredici anni, che avrebbe dovuti partecipare a quel sadico reality.

Santos sperò che qualcuno di più forte si offrisse al posto suo, ma nessuno si fece avanti.

Ovviamente la gente preferiva mandare a morire una ragazzina piuttosto che mettere la propria incolumità in pericolo.

Quella verità lo disgustava profondamente.

Nelly prese a camminare verso il palco. Per Santos era evidente che fosse spaventata, ma capiva che voleva nasconderlo per farsi rispettare.

Non potè far a meno di ammirare la sua tenacia.

"E il tributo maschile di questa edizione sarà..." Disse la capitolina aprendo il biglietto.

"Non lui, non lui, non lui..." pensò Santos.

"Damerae Kayuskin!"

Non poteva essere vero. Damerae, al suo fianco, non si scompose e si avvicinò al corridoio tra i due gruppi di ragazzi.

Il panico assalì Santos: non poteva lasciare che accadesse, non poteva lasciare che la persona più importante per lui partecipasse a quello stupido gioco perverso.

Sapeva che Damerae era forte, ma se fosse tornato sarebbe stato irrimediabilmente diverso.

Non poteva permettere che accadesse.

"Mi offro volontario!" Gridò Santos alzando un braccio.

"Oh, bene, un volontario!" Squittì deliziata l'accompagnatrice.

Damerae gli prese il braccio e lo guardò negli occhi: "Non lo fare."

Vedendolo, Santos fu ancora più deciso: "Non lascerò che ti accada niente." Detto questo superò l'amico e raggiune Nelly e la capitolina.

Guardando Damerae, Santos si promise che sarebbe tornato per lui.

 

EDWARD BENSON, DISTRETTO 12

 

Edward avrebbe ucciso Ivan, ne era sicuro.

Il gemello sembrava non capire che il fatto che avessero i genitori in comune non li rendeva fratelli.

In fondo nemmeno si conoscevano, si erano incontrati solo pochi mesi prima.

Ivan non riusciva a capacitarsi del fatto che Ed nemmeno provasse a conoscerlo.

Sembrava persino che non gli importasse di lui.

Ed alzò gli occhi al cielo, cercando di far capire a Ivan in modo molto semplice e chiaro che non voleva parlare con lui.

"Eddie, per favore. Almeno prova a parlarmi." Supplicò Ivan ignorando il discorso dell'accompagnatrice.

Ed lo fulminò con lo sguardo: "Te lo dico per l'ultima volta: non chiamarmi Eddie. Se lo farai di nuovo sarò costretto a tagliarti la lingua."

Senza nemmeno che Ed se ne rendesse conto, la capitolina aveva già annunciato il nome del tributo femminile.

Di certo Ed non si potè dire dispiaciuto nel vedere Zrina Bolton farsi largo tra la folla.

Nonostante avesse solo dodici anni, quella ragazza era una vera stronza.

Non faceva che cercare di mostrarsi superiore agli altri e quella volta non si smentì.

Raggiunse il palco a testa alta. Si fermò per un paio di secondi di fronte alla capitolina, la guardò e poi scoppiò a ridere.

La donna appena derisa cercò di non fare troppo caso all'insolente ragazzina e decise di procedere con la mietitura.

"Edward Benson."

Ed si bloccó dal lanciare l'ennesmo insulto contro Ivan e spostò lo sguardo sulla donna che aveva pronunciato quelle parole.

Nonostante cercasse di non mostrarlo, Ed aveva paura. Osservò il volto preoccupato del gemello, poi strinse i pugni e si decise a farsi avanti.

Si fece spazio a forza di spinte, facendo di tutto per non far trasparire la sua paura.

Si mise al fianco di Zrina, la quale non faceva altro che osservarlo.

Gli rivolse l'ennesimo sguardo di superiorità, come se non si rendesse conto che erano nella stessa situazione.

Ed le avrebbe insegnato a portare rispetto.

 

Salve, bella gente! Prima di mostrarvi l'aspetto dei vostri tributi vorrei farvi una domanda. Preferite vedere anche i saluti e la sfilata, per conoscere meglio i tributi, o andare direttamente agli allenamenti e all'intervista?

Fatemi sapere!

Detto questo, ecco i tributi!

 

Distretto 1

 

Dayla Rawton

Dayla Rawton 

 

Max "Pugno di ferro" Groth

Max Groth 

 

Distretto 2

 

Elisabeth Blackstorm

 Elisabeth Blackstorm

 

Agrippa Wolner

 Agrippa Wolner

 

Distretto 3

 

Bonnie Rosy Gilbert

 Bonnie Gilbert

 

Lars Bork "Joker" Hutcherson

Lars Hutcherson

 

Distretto 4

 

Summer Sunders

 Summer Sunders

 

Kyle Golmir

Kyle Golmir  

 

Distretto 5

 

Mei Hu

Mei Hu 

 

Marcus Benjamin Moore

 Marcus Moore

 

Distretto 6

 

Bethany Bridgette Everdeen

Bethany Everdeen  

 

Tobias "Toby" Malone

 Toby Malone

 

Distretto 7

 

Cinger Elspet

 Cinger Elspet

 

Amon Raenar

 Amon Raenar

 

Distretto 8

 

Sidney Nina Graham

 Sidney Graham

 

Norman Patton Codd

 Patton Codd

 

Distretto 9

 

Sheila White

 Sheila White

 

Leonard Andrew Carter

 Andrew Carter

 

Distretto 10

 

Hazel Margaret Whitestorm

 Hazel Whitestorm

 

Richard James Whitestorm

 Richard Whitestorm

 

Distretto 11

 

Nelly Greentree

Nelly Greentree  

 

Santos "Carlos" Mels

 Santos Mels

 

Distretto 12

 

Zrina Bolton

 Zrina Bolton

 

Edward Benson

 Lo inserirò appena avrò il nome.

 

   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: sister_of_Percy