Crossover
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Autore: Ash Visconti    25/08/2016    4 recensioni
Europa, inizi del secolo XI: in pieno medioevo due cavalieri d’oro, Crysos dei Pesci e Acubens del Cancro indagano su alcune attività sospette di cavalieri rinnegati, ma ben presto si troveranno coinvolti in un’avventura che coinvolgerà loro e il misterioso Regno Argentato ed il Regno Dorato.
Crossover tra Saint Seiya - I Cavalieri dello Zodiaco e Sailor Moon. Nota AU inserita per il fatto che due universi condividono lo stesso universo.
Da un'idea originale di Suikotsu autore qui su EFP. La storia è da considerarsi in continuity con la sua fic "Le guerre degli dei". Non è necessario aver letto le sue fic per comprendere questa fic.
AVVISO: STORIA PER IL MOMENTO INTERROTTA.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Anime/Manga
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3 - Taigeto
 
 
Il Taigeto. La catena montuosa che percorreva il Peloponneso, e separa la Laconia dalla Messenia aveva un suo personale fascino, come tutti i posti selvaggi ed incontaminati dall’uomo. La montagna è ricoperta di neve anche in maggio e in giugno, e da essa scendevano una miriade di torrentelli che confluiscono nel fiume chiamato Eurota.
I monti che dominavano le rovine di Sparta avevano una triste fama nota a molti: nell’antica Sparta tutti i neonati deformi venivano abbandonati sui contrafforti dei monti, lasciati a morire in pasto alle fiere o per le intemperie.
Curioso come ciò che un tempo veniva considerato necessario per il benessere della patria ora era un peccato punibile all’Inferno.
Ma il cavaliere d’oro dei Pesci non era al Taigeto per riflettere sugli usi di  persone scomparse secoli fa ed aguzzò la vista per scorgere eventuali figure sospette che si muovevano furtive nella boscaglia, espandendo contemporaneamente suoi sensi così da percepire il Cosmo emanato da soggetti estranei ma per il momento non accadeva  nulla di strano.
Per ora.
Non si era ancora fatto vivo nessuno, ma sarebbero arrivati: Jamal aveva sentito bene i loro discorsi.
Crysos pensò che poco prima di partire, Jamal gli aveva chiesto il permesso di partire con lui, ma Crysos glielo aveva negato.
“Non ti sei ancora ripreso”. Gli aveva detto. “Non farti trascinare dalla vendetta e dall’ira o ti metterai allo stesso livello dei rinnegati!”
Era stata la rabbia a portare via i rinnegati, promettenti cavalieri, dal Grande Tempio, ed il Gran Sacerdote si rammaricava di non aver saputo porvi un adeguato rimedio.
D’un tratto percepì il movimento di qualcuno, ed accelerato il passo, si portò su un costone della montagna: una figura si muoveva in mezzo alla boscaglia, apparentemente verso un metà ben precisa e chiara in mente, vista la sicurezza con cui si muoveva.
Crysos decise di farsi avanti e sbucandogli alle spalle ordinò:
 “Fermo dove sei!”
Il Rinnegato si presentava come un guerriero alto e possente con braccia muscolosissime e  gambe grosse. Portava corti capelli neri ed una barba incolta dello stesso colore. Gli occhi nerissimi sprigionavano un’aria da pazzo che anche uno sciocco avrebbe colto.
L’armatura d’argento si componeva di busto, schinieri e bracciali assi metrici. Vi era un solo coprispalla sul lato sinistro, e l’elmo era a maschera e copriva fronte e lati del viso.
Impugnava una grande ascia bipenne dal manico lungo che poteva essere impugnato con due mani.
“Cavaliere di Atena” sorrise sadico voltandosi. “La sorte mi arride: ho l’occasione di abbattere i miei nemici!”
Il suo Cosmo cominciò ad avvampare, mentre si metteva in posizione da combattimento reggendo a due mani l’ascia.
Crysos non si scompose minimamente.
“Sai che succede a chi pecca di superbia?”
“Cadi!”
L’attacco con l’ascia fu evitato facilmente, ed anche i fendenti sferrati di seguito fecero cilecca: il cavaliere era troppo rapido e li schivava tutti.
Infine Crysos sferrò un calcio rotante sulla mascella dell’avversario che mandò a gambe all’aria l’omone, che cadde terra con un sonoro tonfo ma si rialzò subito.
“Non mi piegherò così facilmente!”
Bruciato il cosmo, il cavaliere ripartì all’attacco menando fendenti con l’ascia bipenne all’impazzata, ma di nuovo Crysos riuscì a schivarli.
“Reagisci bastardo! Piantala di schivare!”
“Subito!!”
Un nuovo calcio sferrato dal cavaliere dei pesci buttò a terra il rinnegato.
“Tu sei Arles di Eracle, giusto?” domandò poi. “La descrizione corrisponde”.
“Sì, sono io!!” Tuonò il bestione barbuto. “ IO SONO IL GRANDE …”
Un pungo allo stomaco sferrato con forza lo fece piegare in avanti.
“Risparmiamelo, e preparati a rispondere a diverse domande”.
Urlando di rabbia, Arles bruciò il Cosmo ancora di più, ma il cavaliere d’oro non si scompose minimamente.
“E’ inutile che bruci così tanto il cosmo…”
Un fendete caricato di energia spaccò il terreno, ma non colpì il cavaliere dorato.
“Grazie al settimo senso  un cavaliere d’oro ha forza e velocità molto superiori alle tue, dovresti saperlo…”
Un fendete lanciato in orizzontale fu evitato semplicemente piegandosi all’indietro e la lama passò innocua vicino al volto del cavaliere.
“Ma forse un pazzo come te fa fatica a comprenderlo un così semplice concetto. Royal Demon Rose!”
Un serie di rose rosse venne lanciata contro il guerriero d’argento che le prese in pieno, urlando: “Delle semplici rose non possono fermare… ugh!”
Improvvisamente si sentì girare la testa ed avvertì un senso di spossatezza. Pure il suo cosmo diminuì d’intensità
“Attento: le mie rose rosse sono letali; il loro profumo ti condurrà presto alla morte, in maniera indolore”.
“Gr… Lurido...” Arles bruciò il cosmo cercando di destarsi. "IO SONO L’INCARNAZIONE DI ARES, IL DIO DELLA GUERRA, NON MI FARO’ UMILIARE  IN QUESTO MODO”.
“Sei solo un povero pazzo”.
“NON MI PIEGHEROOOOOOOOOOO’!!”
Caricata l’ascia di cosmo l’alzò.
“AVVENTO DELLA GUERRA!”
Il colpo creò un fendente luminoso che spaccò il terreno dirigendosi verso Crysos, ma il cavaliere d’oro bruciò il cosmo dorato a sua volta ed alzò le mani.
Finito tutto, Arles fissò ghignando il punto in cui aveva colpito Crysos, per poi rimanere di stucco quando vide l’avversario ancora in piedi, soltanto con l’armatura leggermente ammaccata.
“Ti avevo avvertito sul destino dei superbi. Royal Demon Rose!”
Le rose rosse colpirono ancora il guerriero barbuto, che si sentì ancora più debole. Cercando di reagire alzò di nuovo l’ascia, ma un colpo gliela strappò dalle mani, poi un pungo allo stomaco lo fece piegare in due ed un pungo al mento lo spedì per terra a pancia in giù.
Frastornato, Arles cercò di rialzarsi, ma Crysos gli mise un piede sulla schiena bloccandolo.
“Parla: come hai ottenuto questa replica della tua armatura? E d dove arriva quell’ascia?”
“Vai a farti fottere!”
“Risposta chiara e semplice. Beh…”
Alzò la rosa per colpire il nemico e finirlo, ma aguzzando i sensi fece un salto all’indietro per evitare un fascio di energia lanciato contro di lui.
“Con calma cavaliere, siamo in due ora!” gridò un voce maschile.
L’uomo apparso era alto e forte, di carnagione medio orientale con una lunga barba intrecciata con fili colorati rossi. Indossava delle semplici vesti da beduino, ma si percepiva un cosmo da non sottovalutare.
Crysos si accigliò.
“E tu saresti...?”
“E tu che fai qui? Ho detto che ci pensavo io!” tuonò Arles.
“Infatti si vede: stavi per farti ammazzare” disse con palese ironia il nuovo venuto.
Ironia che mandò in bestia Arles. “Non osare insultare me, io che sono…”
“Piantala, non mi interessa chi sei o chi ti credi d’essere. Vediamo di completare la missione”.
Stavolta Arles si rialzò in piedi.
“La missione è mia!! E non metterti di mezzo, altrimenti…”
“Cosa?”
Con un ruggito, Arles lo caricò cercando di prenderlo a pugni, ma il cosmo dell’altro esplose forte e vigoroso come non mai. Nonostante fosse meno grosso  il nuovo venuto lo colpì prima al petto con un calcio poi con un’altra pedata al volto che lo spedì nel mondo dei sogni.
“Tsk patetico, sarà un superuomo ma ce ne vuole per competere con noi”.
Crysos lo fissò guardingo. Il suo cosmo… era pari a quello di un cavaliere d’oro.
“Chi sei?”
“Il mio nome è Hyksos, altro non ti dirò”.
Pareva un conoscente del Rinnegato, come quel tipo che accompagnava l'ex cavaliere del Cane Maggiore.
"Sei forse un amico di Naja?”
“Mh, come lo conosci il mio camerata?”
“Un cavaliere del nostro ordine vi ha visti prendere qualcosa dal Mar Morto”.
“Ah, ecco”.
“Cosa cercate qui? Qualche altro artefatto?”
“Indovinato”. Poi Hyksos scoppiò a ridere. “Buffo: chiacchieriamo su un campo di battaglia come se fossimo tranquillamente seduti al tavolo d’una taverna con un buono boccale tra le mani!”
“Beh, io voglio risposte!” ribatté il biondo sollevando un rosa. “Cosa cercate qui?”
“Come hai detto tu, un artefatto nascosto in una grotta di questa montagna. La spada di Licurgo!”
“Licurgo?”
“Sai chi è, o no?”
"Licurgo è stato, secondo la tradizione di Sparta, il suo principale legislatore. A lui la tradizione attribuisce l'ordinamento politico e sociale di Sparta, ma tutto quanto si conosce su di lui si può dire controverso. Avrebbe preso varie misure volte a intervenire sulla vita sociale degli spartani”.
“Bene, sei informato”.
“Ho letto le Vite di Plutarco”.
Steso a terra, Arles gemette. E Hyksos ghignò.
“Sai, avrei lasciato volentieri a te questo idiota, ma un’arma per quanto bizzarra può essere utile”.
“Dimmi: a te ed al tuo amico Naja che interessa dei cavalieri d’argento banditi dal Grande Tempio?”
“Niente” rispose tranquillamente Hyksos. “Beh, con permesso, ora me ne vado”.
“E la spada?”
Hyksos rise. “Non senti?”
Crysos non capì cosa volesse dirgli ma poi avvertì uno  bagliore di Cosmo a non molta distanza sui monti, breve ma intenso ma inteso. Po nulla.
Al suo sguardo confuso, il nuovo venuto spiegò: “Sapevamo che questo idiota si sarebbe messo nei guai, così i suoi compagni m’hanno chiesto di accompagnarlo di nascosto. E per sicurezza mi sono portato dietro uno dei cavalieri d’argento. Ottima strategia, vero?"
Una strana luce nera avvolse l'uomo ed Arles, mentre il cavaliere avvertì uno strano cosmo.
"Addio!"
Un rosa fu lanciata ma non trovo bersaglio.
La luce svanì, Hyksos, Arles e pure l'ascia erano spariti.
“Maledizione! Possono teletrasportarsi? Come il Cavaliere dell’Ariete? Che storia è questa?”
Crysos imprecò mentalmente, la missione era fallita,così di botto ed inaspettatamente, e non aveva capito cosa volevano i Rinnegati, chi erano gli alleati cosa centravano quei reperti. Scosse la testa, altro non poteva fare.
“Torniamo dal Gran Sacerdote, dobbiamo elaborare un piano”.
   
 
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