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Autore: AliceCutso    27/08/2016    0 recensioni
Alexis ha dovuto affrontare tante cose negli ultimi mesi. Nel giro di un'estate la sua vita si è completamente capovolta e Jonathan ha di certo approfittato di questo, confondendola per avvicinarla a se.
Ora che lui è tornato Alexis ha la possibilità di conoscere meglio sua sorella, Clary, ma si trova anche a doversi porre delle domande su se stessa, perchè c'è un dubbio che la tormenta e la fa esitare: in lei prevale il bene o il male?
Esiste ancora una possibilità per la sua anima?
Seguito di "Colei che protegge", tuttavia comprensibile anche per chi non avesse letto la storia precedente.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Jonathan, Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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POV Alexis

 

Intorno a me si propaga uno scenario di pura morte.
Uomini e donne che combattono fra di loro, identici fatta eccezione per la divisa rossa degli uni e quella nera degli altri. Un'altra differenza, assai più straziante, è l'espressione piena di dolore che talvolta si può vedere nei visi dei secondi, quando si trovano come avversario un loro familiare o un amico, il quale, a causa di mio fratello, non mostra alcuna pietà per l'altro.
Nel mio immaginario gli shadowhunters sono sempre stati guerrieri impavidi, esperti nell'arte nella guerra e abituati alla morte, perciò ammetto di rimare interdetta nel vedere alcuni di loro gettarsi in ginocchio, disperati, o in lacrime nel momento in cui devono affrontare un qualche viso conosciuto.
La neve è praticamente ricoperta di sangue rosso versato da mogli e mariti, fratelli, sorelle e parabatai. Una vista straziante, quasi paragonabile alla quella di più di 400 anime di Ottenebranti andare in frantumi, in parte, per colpa mia. La trappola di mio fratello sta senza dubbio dando i suoi frutti.
Istintivamente, non posso fare a meno di chiudere gli occhi, voltando un poco la testa. Adesso non sono in grado di calcolare gli orrori di cui sono complice ne posso permettermi di perdere tempo nell'autocommiserazione. Presto, spero, i Nephilim potrebbero aprire un secondo portale, per richiamare i superstiti o inviare nuovi guerrieri, e quella sarà per me e Marck l'unica occasione per salvarci. Non so come verremo accolti dall'altra parte, ne come faremo ad arrivarci visto che i seguaci di Jonathan non mi perdono di vista nemmeno un secondo, ma non posso più restare con lui. Sento che la mia mente si sta letteralmente spezzando.
I presupposti, comunque, non sono dei migliori: non appena un cacciatore mi scorge, anche in lontananza, mi riconosce e si precipita verso di me, con l'arma sguainata e gli occhi pieni dell'odio più puro che io abbia mai visto. Abbiamo cominciato l'attacco da appena un quarto d'ora e ne ho già dovuti affrontare 7, probabilmente perché se mio fratello ha strappato loro per sempre persone care, allora loro sentono di volergli togliere qualcosa che ama, o a cui non vuole rinunciare almeno. Ovviamente faccio il possibile per non ucciderli cercando di stordirli ma non è semplice perché spesso sono i guerrieri in rosso a voler finire il lavoro.
Marck, ad un certo punto, mi si avvicina, cercando di sovrastare il rumore di spade che si incontrano e di urla strazianti -credo di aver visto tua sorella e Jace vicino alle mura-. La sua mano sulla mia spalla mi riporta al presente, facendomi concentrare e tranquillizzare allo stesso tempo. -lei può aprirci un portale! Se solo mi ascoltasse, ci aiuterebbe ne sono sicura- dico cercando di allungare il collo oltre la folla alla ricerca di una massa di riccioli rossi.
-se ti ascoltasse-.
-lo farà, deve farlo- mi volto verso di lui mentre una leggera brezza mi smuove i capelli legati in un'alta coda -lei non è come me, Marck. Lei è buona, totalmente buona-.
Il suo viso si deforma in una strana espressione, i suoi occhi brillano e credo che sia sul punto di dirmi qualcosa quando un bastone per poco non lo colpisce in testa. Dietro di lui appare un fratello Silente dai capelli castano scuro che ci osserva con freddezza.
-Di troppi peccati si sono macchiati i vostri cuori-.
“non è come sembra” vorrei rispondergli ma che senso avrebbe? Non mi crederebbe mai -oggi dubito che il mio cuore funzioni come un tempo, Fratello- mi limito a dire con stanchezza.
Lui sembra sorpreso dalla mia risposta, forse credendo che sarebbe stata più in stile Jonathan, magari qualcosa del tipo “mi sono solo riscaldata veramente, il bello deve ancora arrivare” con un bel sogghigno divertito. Lui, infondo, non può sapere che non esiste nessuno più stanco di me di vedere morte, orrori, paura e anime andare in frantumi.
Marck è semi-acquattato davanti a me, con il suo fedele pugnale ben saldo nella mano destra -non fargli troppo male, vado a cercarla-.
Detto ciò mi fiondo nella mischia, lasciando alle spalle un'accesa lotta appena iniziata fra i due.
Gli Ottenebranti, anche se impegnati in battaglie, mi buttano un occhio addosso non appena mi avvicino a loro, controllando che non riporti il minimo graffio. Come faccio a scappare se sono costantemente sotto stretta vigilanza?
Forse io e Marck potremmo cercarci un nascondiglio, un posto dove poter non dare nell'occhio fino al momento giusto però non escludo che loro potrebbero trovarci, oppure che il portale si apra troppo lontano dal nostro rifugio.
Abbiamo una sola possibilità, una scarsa possibilità per giunta.
Con la coda dell'occhio vedo Jace, la sua anima brillante prevaricale su tutte le altre mentre con ferocia, velocità e forza si abbatte su ogni nemico che gli capita a tiro. Clarissa non può essere troppo lontana.
Cerco perciò di concentrarmi, di affinare la mia Vista particolarmente sviluppata per riuscire a vedere anche la sua di anima. Credo di averne scorto una più luminosa delle altre dirigersi su per una collinetta quando una cacciatrice mi para la strada con un colpo di spada. Per fortuna, e grazie ai numerosi allenamenti, riesco ad evitarla appena in tempo per poi voltarmi verso di lei. È una donna di circa trent'anni dai lineamenti fini, i lunghi capelli color mogano tenuti indietro da una fascia nera, macchiata di sangue e gli occhi blu. Il suo viso è contratto e concentrato sull'obbiettivo: me.
-Morgenstern- ringhia a denti stretti, pronunciando il mio nome come se fosse un insulto. E in effetti forse lo è davvero, a causa di mio padre e di mio fratello i quali hanno scatenato nel giro di pochi mesi due delle Guerre più tragiche nella storia dei Nephilim.
Lei, urlando, parte nuovamente all'attacco ma io sono più veloce e le pianto, facendo una piroetta, una freccia nel petto, a pochissima distanza dal cuore. Lei cade in ginocchio ma quando mi avvicino cerca comunque di colpirmi goffamente con la spada. Senza troppe difficoltà gliela tolgo di mano e mi abbasso al suo livello -non preoccuparti, è stato un tiro preciso, non ti ho colpito nessun organo vitale però non sei in grado di combattere perciò se ti svegli prima che arrivino i soccorsi ti consiglio di fingerti morta- detto ciò la colpisco alla tempia con l'elsa della sua stessa arma.
Quando mi rialzo noto mio fratello poco distante e circondato dagli Ottenebranti mentre dialoga con Jace. Probabilmente se quei due sono giunti allo scontro significa che non manca molto prima della fine.
Mi volto alla ricerca di Clarissa ma, invece, trovo Marck il quale sta cercando di farsi largo nella folla per raggiungermi. Noto che ha il viso sporco di sangue fresco.
-L'hai trovata?- mi chiede, visibilmente affaticato.
-non proprio... hai ucciso il Fratello?-.
Lui scuote la testa -ci siamo solo assestati qualche colpo poi l'ho perso di vista. È piuttosto bravo per essere un Fratello Silente- aggiunge asciugandosi il sangue dalla guancia. Nel farlo mi accorgo che quella che in un primo momento mi era sembrata una macchia, si rivela essere un profondo taglio.
Non faccio in tempo a preoccuparmi per lui che la terra sotto i nostri piedi comincia a tremare. Degli Ottenebranti cominciano a spingerci verso lo squarcio che si è appena aperto nel terreno mentre io con la coda dell'occhio vedo una luce bluastra non troppo distante da noi: un portale per Idris.
-Marck!- ma non c'è bisogno che lo avverta perché lui mi stringe immediatamente il polso cercando di aprirsi la strada fra i seguaci di mio fratello. Loro sembrano confusi da un tale comportamento e, per nostra fortuna, gli ci vogliono diversi istanti prima di capire cosa stia succedendo.
Quando, però, realizzano che la loro regina sta scappando molti di loro fanno inversione di marcia, inseguendoci. Uno riesce ad afferrarmi per una caviglia, facendomi cadere ma Marck gli amputa fulmineo la mano. Altri ci raggiungono e siamo costretti a cercare di fronteggiarli mentre i Nephilim attraversano il portale.
-Non c'è più tempo! Marck, vai senza di me!-.
-Non esiste! Se non sbaglio sono ancora in debito di qualche vita con te-.
Con orrore in lontananza scorgo comparire mio fratello, ancora visibilmente provato dello scontro con Jace. Un suo seguace deve avergli detto cosa stavo cercando di fare così lui ha usato l'anello per tornare a prendermi. Anche da questa distanza posso vedere lo strato di sangue che lo ricopre e un'espressione affatto felice sul volto mentre mi fissa austero.
Torna a casa, Alexis, subito”.
Con il viso madido di sudore scuoto lentamente la testa, anche se ammetto che vederlo mi manda in panico.
ricorda chi è il vero nemico” mi dico.
Stavolta sono io ad afferrare il polso di Marck e a trascinarlo in fuga verso il portale, il quale ormai si sta velocemente richiudendo. Con uno slancio e il cuore in gola ci salto dentro ad occhi chiusi, pregando qualsiasi Dio e Angelo di non aver indugiato troppo, di non essere in ritardo.

 


Pochi istanti dopo sento atterrare spiacevolmente il mio corpo su terreno fatto di pietre e roccia. Faccio per mettermi in ginocchio, con un forte dolore dove ho sbattuto la testa, quando una vampata di calore m'inonda.
Stupita, alzo lo sguardo ritrovandomi davanti una decina di spade angeliche infiammate e puntatemi contro. Una di queste appartiene al Console
-Bene- comincia lui sogghignante ma risoluto allo stesso tempo -infondo la missione non è stata un totale disastro-. 

  
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