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Autore: Darth Ploly    29/08/2016    1 recensioni
Per Ponyville è un periodo di quiete: la vita scorre serena dopo che, qualche mese prima, una furia omicida si era scatenata contro gli inermi cittadini. Tutto è però tornato alla normalità e adesso ci si prepara per il grande evento: le elezioni che decreteranno chi sarà il nuovo sindaco. Ma qualcosa sta per cambiare: una pony che tutti speravano di aver dimenticato sta per tornare a Ponyville. Quale sarà il suo scopo? Cosa succederà alla città? E quale sarà la reazione di Octavia di fronte alla pony che le ha cambiato la vita?
Tornano le avventure della Melodia della Giustizia, disillusa detective che indaga lungo le strade di una Ponyville cupa ed egoista. Diretto seguito di "Melodia di Giustizia-A trip into madness", si consiglia vivamente di non iniziare questa lettura senza aver terminato la precedente.
Allontanandosi dal giallo tradizionale, questo racconto narra una vicenda più ampia in cui nuovi e vecchi personaggi troveranno maggior spazio e si verranno a instaurare o a sviluppare maggiori rapporti tra ogni protagonista e gli altri pony o la città stessa.
Mi auguro possa piacervi.
Genere: Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Derpy, Le sei protagoniste, Spike, Trixie
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quando mi sveglio sono stesa su un piccolo letto in una stanza che non conosco. Non so come ci sono arrivata; le ultime cose di cui ho memoria sono Apple Bloom in pericolo, gli occhi infuocati dell’orso e … no, devo essere ancora un po’ intontita.
Mi giro su di un fianco e vedo Octavia che prepara un impacco di ghiaccio in un’altra stanza.
“Octavia …” La chiamo con voce debole.
Quando mi sente, corre da me preoccupata facendo anche cadere il ghiaccio.
“Derpy! Stai bene?” Domanda posandomi una zampa sul capo per accertarsi delle mie condizioni.
“Sto bene, ho solo un po’ di mal di testa. Dove siamo?”
Siamo a casa della dottoressa Sparkle. Octavia mi spiega che, dopo il mio svenimento, Applejack voleva portarmi in ospedale ma la dottoressa ha consigliato di andare da lei: non solo l’ospedale era troppo lontano, ma lei avrebbe anche potuto aiutare di più unendo le sue conoscenze magiche e mediche ai medicinali che conserva in laboratorio. Nonostante i dubbi, Applejack aveva deciso di fare come lei diceva ma era rimasta comunque a vegliare su di me anche dopo l’arrivo di Octavia, prontamente informata. Solo dopo alcune ore si era lasciata convincere a tornare a casa prima che facesse buio.
“Ma si può sapere cosa è successo?” Domanda Octavia.
“Non te lo so dire. Quando Apple Bloom è caduta ho reagito di impulso. Ho creduto che …” Tremo di nuovo al pensiero dell’enorme animale.
“Non preoccuparti. È finita, Derpy” Mi dice accarezzandomi delicatamente il muso “Sei stata davvero coraggiosa. Sono fiera di te”
“Grazie …” Sussurro felice.
Due vigorosi colpi alla porta anticipano l’ingresso della dottoressa Sparkle. Con un’espressione gioiosa sul muso, si avvicina al letto saltellando e gridando: “Tesoro! Ti sei svegliata finalmente! Non sai quanto siamo state in pensiero!”
La sua teatralità mi strappa un sorriso.
“La ringrazio per tutto quel che ha fatto per me, dottoressa. Lei e Applejack mi avete aiutata tanto e … oh, per Celestia! È un drago!”
Vicino alla porta c’è proprio un piccolo drago viola che ci osserva. Se non fosse per il mal di testa martellante direi che sto ancora sognando.
La sorpresa è ancora maggiore quando dice: “Sono lieto che stia bene, signorina Derpy”
“Sa parlare!” Un drago! Un drago educato che parla! Non ho idea di che espressione io abbia in questo momento ma sono certa che sia molto buffa.
“Derpy, ti presento Spike. È un amico di Twilight” Spiega Octavia.
“Non avevo idea che ci fosse un drago a Ponyville. Perché non me ne hai mai parlato?” La incalzo.
“Ecco … è un po’ difficile da spiegare …”
“Sono sicuro che la detective non abbia voluto farle alcun torto” Le viene in aiuto Spike “Immagino sia stato un modo per difendere i miei interessi e per questo le sono riconoscente. Col tempo mi conoscerà meglio ma per ora, signorina, mi consideri soltanto il suo primo amico drago”
Per Celestia! Ho un amico drago! Ho un amico drago!
Riesco solo ad annuire. Spike allora domanda: “Le signorine gradiscono del tè? Vorrete recuperare le forze”
Accettiamo mentre la dottoressa chiede un caffè: “Prendi il servizio buono, Spike: abbiamo ospiti”
Il draghetto si allontana e io riempio subito di domande la dottoressa. Neanche lei può darmi molte informazioni ma vengo a sapere che questa è in realtà casa di Spike e che lei ci si è trasferita tempo fa. Capisco presto che Spike riveste un ruolo molto importante all’interno della città, probabilmente in ambito non legale. Mi stupisce però il rispetto con cui ne parlano non solo la dottoressa ma persino Octavia, di solito insofferente verso ogni criminale.
Dopo un po’ Spike torna dalla cucina portando un vassoio con quelli che sembrano tre teschi equini. La dottoressa prende subito il suo caffè e inizia a zuccherarlo, Octavia afferra la “tazza” con poca convinzione mentre io resto immobile.
Spike si accorge dei miei tentennamenti e assicura: “Non si preoccupi, signorina, quelle sono davvero tazze. La signorina Twilight crede che dai teschi veri si debbano bere solo alcolici”
Rido divertita prima di rendermi conto che quella non voleva essere una battuta. Chino il capo arrossendo imbarazzata.
“E a te che è successo, Octavia? Ho sentito che hai avuto da fare”
Ah, giusto! Octavia era andata dalla polizia!
“È successo qualcosa di grave? È stato tutto così improvviso”
Octavia si morde leggermente il labbro, poi spiega: “Un tizio ha quasi fatto esplodere tre bombe in centro. Mi ha sfidato a trovarne una prima che fosse troppo tardi e, se ci fossi riuscita, avrebbe disattivato le altre”
“Dunque il fatto che la città sia ancora al suo posto dimostra che hai vinto”
“Esatto, Twilight. Ma è stata dura e temo che non sia finita”
Continuiamo a fare domande di ogni tipo e veniamo a conoscenza del bizzarro modus operandi di questo “Master”. Non è da molto che collaboro con Octavia, sono ancora una novellina, eppure questa è la prima volta che sento di un criminale che sfidi le forze dell’ordine e sia anche tanto leale. Sembra davvero che non gli interessi nemmeno compiere il crimine. Come ci si comporta con uno così, con un “giocatore”? Bisogna cercarlo costantemente o assecondarlo e sperare che faccia un passo falso? E fino a che punto lo si può assecondare?

“Possiamo parlare, Spike?”
Dopo che Octavia e Derpy se ne sono andate, Spike ha convocato urgentemente i Gufi Generali, le più alte cariche dell’organizzazione dopo di lui, e ha tenuto una riunione organizzativa giù nei sotterranei. Non l’avevo mai visto così preoccupato, così cupo. Ho aspettato che finisse seduta sulle scale, senza neanche una luce a schiarire le tenebre che mi circondavano.
Posso raggiungerlo solo al termine della riunione quando i Generali, avvolti nei loro mantelli, mi salutano con un inchino e si allontanano dall’abitazione seguendo direzioni diverse. Spike invece è ancora nel laboratorio e studia una grande mappa di Ponyville aperta sul tavolo operatorio.
“È tardi, Twilight. Non vai a dormire?”
“Non finché non mi avrai detto che succede. Questa non è stata una riunione come le altre, vero? Sei scosso, Spike, e Octavia è coinvolta in tutto ciò”
“Lady Octavia non è coinvolta in niente”
“Ti ho visto prima, Spike, mentre Octavia raccontava la sua avventura. Quando sei nervoso cominci a muovere la coda in cerchio, è una tua abitudine. Non prendermi in giro, Spike. Non tu”
Lui si porta una zampa alla testa mentre inizia a tamburellare pensieroso gli artigli dell’altra sul tavolo. Con voce bassa mi dice: “Non lo farei mai. Ma la situazione è molto più complessa di quanto sembri e devo essere io a trovare una soluzione. Octavia, la polizia, la città intera hanno troppo a cui badare e non posso rischiare che succeda qualcosa di grave mentre loro sono impegnate con Trixie”
“Non hai mai avuto molto a cuore il destino di Ponyville”
Il rapporto di Spike con la città non è mai stato dei migliori. Dopo essere stato cacciato dalla comunità dei draghi aveva vagato a lungo alla ricerca di un luogo che potesse diventare il suo nuovo “nido”. Spike non ha mai parlato molto del suo passato ma so che, quando arrivò a Ponyville, aveva già guadagnato una notevole somma di denaro, frutto di attività illegali in molte altre città. Decise di stabilirsi definitivamente e di fondare l’organizzazione dei Gufi. Neanche qui però riuscì a trovare completamente il nido accogliente che desiderava: era pur sempre un drago. Lui però volle restare e decise anche che mai più avrebbe compiuto altri crimini oltre allo spionaggio dei Gufi, il che era una scelta strana in una città così violenta.
Nel corso degli anni si è creato una cerchia molto ristretta di amici e collaboratori e l’organizzazione ha iniziato a funzionare perfettamente, raccogliendo adepti di ogni tipo: senzatetto, criminali pentiti, studenti insoddisfatti, giovani ribelli e perfino alcuni pony benestanti. E così oggi Spike è allo stesso tempo temuto, rispettato e disprezzato. Strano destino per un draghetto esiliato.
Mi rendo conto solo adesso, mentre lo guardo chino a osservare una cartina più grande di lui, di non avergli mai chiesto se abbia trovato la felicità qui o, per lo meno, qualcosa che le si avvicini. Spike ha fatto tanto per me, più di chiunque altro, e ancora oggi continua ad aiutarmi e a viziarmi. Io invece, dopo essere stata scarcerata, mi sono affidata totalmente alle sue cure, quasi pensando che mi fosse dovuta un po’ di fortuna. Ma ho mai ricambiato i suoi favori? Il massimo che ho fatto è stato aiutarlo con le sue attività fornendogli consulenza scientifica, senza nemmeno entrare in azione al suo fianco insieme agli altri Gufi. So di non essere una spia, ma può questo giustificarmi?
Mi sfugge un singhiozzo, non riesco a trattenermi. Quanto mi odio! Odio il non riuscire a comportarmi normalmente quando sono con lui. Non posso farci niente, è più forte di me: è come se qualcosa in lui fosse capace di abbattere ogni mia barriera. Stupida, stupida Twilight!
Con una zampa mi accarezza gentilmente la criniera per calmarmi.
“Saliamo sopra” Mi dice “Ti racconterò tutto”
Grazie di esserci, Spike.

“Il pony con cui si è confrontata lady Octavia si chiama Doctor Whooves. Lo conobbi all’inizio del mio viaggio e fu il primo pony con cui strinsi amicizia. Era un giovane scapestrato e ribelle, ma anche molto intelligente e dotato di un grande senso pratico. Aveva abbandonato casa, studi e famiglia perché non si sentiva motivato e vedeva la sua vita sfuggirgli velocemente dagli zoccoli. Si misi in cammino per fare esperienza, espandere le sue conoscenze e, perché no, divertirsi. Fu proprio per divertirsi che decise di aiutarmi con i miei primi crimini. Ci servivano dei soldi per vivere e quindi collaboravamo per realizzare dei furti: lui creava strumenti utili per i colpi e li metteva in pratica mentre io ricorrevo ai miei sensi di drago, più sviluppati di quelli di voi pony, per evitare ogni pericolo. Da allora viaggiammo insieme insegnandoci l’un l’altro tutto quel che sapevamo e diventando amici. Quando fondai la prima formazione dei Gufi, ancora dedita a diversi tipi  di crimini, lui divenne il mio vice.
Purtroppo però lo spionaggio non gli bastava, così come non gli bastavano quei furti ormai sempre meno frequenti. Lui cercava emozioni, sfide, adrenalina. Divenne sempre più spregiudicato e spesso mise in pericolo se stesso e i suoi alleati: azioni in solitaria, attacchi contro le forze dell’ordine, decisioni affrettate o poco calibrate. Desiderava trovare qualcosa che lo mettesse davvero alla prova e non si curava delle conseguenze che le sue azioni avrebbero potuto avere. Ho provato più e più volte a farlo ragionare, ma non è mai servito a niente.
E un brutto giorno fui costretto a cacciarlo: per colpa di un’azione sconsiderata si era inimicato un importante clan mafioso. L’Organizzazione fu attaccata di sorpresa e noi non potemmo difenderci. Fummo costretti a scappare ma ci salvammo in pochi: io, uno degli odierni Generali, due che poi abbandonarono l’associazione e lo stesso Whooves; gli altri non furono così fortunati”
Il rumore della pioggia che cade nel vicolo accompagna Spike per tutta la durata del racconto. Ora capisco il suo comportamento: è una faccenda personale.
“Vuoi essere tu a fermarlo. I Gufi lo stanno cercando per tutta Ponyville”
Lui annuisce. Rimango a osservarlo, un piccolo drago pronto a prendersi le sue responsabilità più di quanto non farebbe la maggior parte dei pony di questa città.
“Non lo fai per Ponyville”
“No. Certo, vorrei evitare spargimenti di sangue, ma non lo faccio per la città”
“Vuoi vendicare i Gufi?”
“Se avessi cercato vendetta l’avrei ucciso quella notte. Lo faccio per lui, Twilight. Era mio amico. Non può andare avanti così. E poi meglio io che Trixie”
Non ci avevo pensato: se Octavia ha raccontato il fatto alla polizia, presto o tardi Trixie verrà a saperlo. E se decidesse di occuparsene non è detto che Whooves riuscirebbe a cavarsela. Ma Trixie non è un pericolo solo per lui.
“Spero che tu non voglia esporti troppo”
“Soltanto il necessario” Risponde in maniera evasiva.
Vorrei offrirgli il mio aiuto ma so che rifiuterebbe. I suoi occhi sono malinconici ma brillano combattivi. Mi limito a dirgli: “Sai che io ci sono per ogni evenienza, vero?”
“Sì, lo so. Grazie. Adesso vai a letto: si è fatto davvero tardi. Io resto qui ancora un po’”
“Ah, no!” Esclamo “Resto con te, Spike. A costo di addormentarmi sulla sedia”
Cosa che, credo, accadrà tra meno di quindici minuti.

“Il suo arresto fu un colpo duro per tutti noi. In molti erano morti, la maggior parte era finita dietro le sbarre e lei direttamente ad Arkhay. Ci salvammo in cinque, ma ormai nessuno si sentiva più in grado di continuare. Io ero l’unico ad avere ancora fede in lei, sapevo che sarebbe tornata. Avrei voluto aiutarla, deve credermi, ma ormai ero solo e non potevo neanche tornare a Ponyville: se mi avessero visto, la mia copertura sarebbe saltata. Avrei voluto avere il suo carisma e la sua forza per far rinascere la Illusion e venire ad aiutarla, ma … sono un debole!”
“Però adesso sei qui. Sei l’unico”
“Non potrei mai abbandonarla! Mai!”
Gli occhi blu dietro gli spessi occhiali sono sinceri. Non sono sola. Nonostante la mia precedente sconfitta, lui mi è ancora fedele al punto da inchinarsi.
“Come ti salvasti quella notte?”
“Usai il Libro Nero. L’avevo studiato con attenzione”
Interessante, non sono molti gli unicorni in grado di usare quegli incantesimi.
“Mi hai contattato dicendo di avere informazioni: parla!”
“Alcuni criminali minori temono le sue interferenze nelle loro attività e hanno deciso di dimostrare a Rich chi comanda. Non hanno ancora deciso come fare perché non hanno trovato il sostegno dei principali rappresentanti della malavita”
“Vogliono agire da soli?”
“Precisamente”
Tsk, stupidi! Ma chi si credono di essere? Li schiaccerò come mosche!
Eppure … forse c’è un’altra possibilità. Il piano di Rich procede con lentezza e i cittadini ancora non si fidano di me. Forse potrei prendere il controllo della situazione.
“Sarò io a fornir loro l’occasione adatta” Affermo con grinta, poi gli dico “Mi sei stato molto di aiuto e spero che anche in futuro potrò fare affidamento su di te”
“Sempre pronto a servirla, Grande e Potente Trixie”
“E allora alzati, Sunburst! Io e te faremo risorgere la Illusion!”
   
 
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