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Autore: AndreMCPro    30/08/2016    2 recensioni
E se gli anime, i manga, i libri e i videogiochi non fossero pura fantasia? E se i creatori di tutti questi fossero stati ispirati da qualcos'altro? Immaginate: se esistono infiniti universi, non potrebbero essercene alcuni in cui tutte queste cose, che secondo noi sono frutto della fantasia, esistono davvero? Ma questo vale anche per le fanfiction, milioni di mondi paralleli a quelli delle opere originali.
E se vi siete inseriti nella vostra stessa storia? Ecco cosa è successo a me...
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alternative Dimensions'
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Alternative Dimensions
Il Diario della Profezia

Cap.102 Il Mondo Folle di Max – Luce e Tenebre
 
Dopo qualche scossone raggiungo un oblò e guardando fuori, vedendo tante navicelle dalla forma strana. T’pol le nota, ma non ne riconosce la struttura.
«Ecco un’altra cosa assurda che sarebbe troppo lunga da spiegare»
«Le conosce? Perché ci attaccano?»
«Diciamo che non sono sulibani ma sono parecchio più aggressivi» E mentre lo dico una macchia più scura si nota in lontananza, ma subito la riconosco.
«Ma quella è una Sfera!» Afferma lei notando la stessa cosa. «Ma è fuori dalla zona occultata… perché?»
«Quella non è una sfera qualsiasi. Si chiama Morte Nera. È una nave delle dimensioni di un pianeta, e  se è qui direi che siamo decisamente nei guai. Come parlo con il capitano?» Lei si avvicina ad un pannello e premendo un pulsante mi invita a parlare.
«Capitano? Capitano, qui Andrea, mi sente?»
«Sì, Andrea, ma sono momentaneamente occupato»
«Lo so, è per questo che chiamo. Dovete scappare via a massima curvatura prima che sia troppo tardi! Quella macchia nera, quella sorta di luna metallica, è una potentissima base dotata di un cannone che se vi prende vi disintegra all’istante»
«Ti rendi conto che quello che dici è assurdo?»
«Sarà anche assurdo sentirlo, ma se Malcom la analizza le confermerà quello che dico»
Qualche istante di silenzio interrotta solo da alcune esplosioni.
«Capitano, mi dia retta! Giri la nave e se ne vada a massima curvatura!»
«E con suo fratello? Non lo abbiamo ancora trovato!» Ma una voce lo corregge, quella di Oshi che probabilmente è riuscita a trovare il suo segnale.
«Bene, allora. La mando giù con i suoi amici. In bocca al lupo!»
«Anche a lei capitano, e grazie del suo aiuto»
T’pol mi accompagna al teletrasporto, e lungo la strada incontriamo un gruppo di orsacchiotti grandi quanto un uomo e armai di fucili e altre armi che marciano per il corridoio in direzione del portello di attracco, in caso di tentato abbordaggio. E quel che è peggio, nel passare li sento gridare: “Fu mo, fu mo fu mo fu mo, Fumò!”
 
Cosa diavolo ci fa FullMetal Panic sulla Enterprise?
 
Nel procedere troviamo Trip che accompagna i mie amici… molto confusi da quello che sta accadendo.
«Ma si può sapere perché tutti ci attaccano? Tanto vale mettere un grosso mirino sulla corazza della nave!»
Già, pur se nervoso e preoccupato Trip se ne esce con una delle sue battute fuori luogo… che T’pol subito distrugge.
«Vada in sala macchine e si prepari a dare il massimo dell’energia ai motori»
«Sempre se ne resta qualcosa, della mia sala macchine» Re0plica Trip prendendo un turbo ascensore lungo il cammino.
«Andrea che succede? Avevamo trovato finalmente un po’ di tranquillità, e invece…» Protesta Spark visibilmente preoccupato.
«E poi dove eri finito?» Chiede Ettore che poi chiede a bassa voce « e cosè questo posto »
«Ragazzi, sapete bene dove siamo. Tutte queste domande sono inutili»
«Sì, è vero… ma adesso dove ci portano?» Chiede Ettore abbattuto.
«Da Massimo… quindi casa si avvicina» Rispondo, e a Ettore si illuminano gli occhi.
«Presto, salite sul teletrasporto» Ci invita T’pol mettendosi alla console. «E buona fortuna»
«Lunga vita e prosperità!» Rispondo facendo il saluto con le mani e lasciando di stucco la vulcaniana, che tentenna un attimo prima di dare energia.
 
Dopo pochi istanti siamo nuovamente sulla superficie, in una pianura. Subito guardo verso l’alto e vedo la nave che si allontana velocemente verso l’esterno dell’atmosfera per poi scomparire, la grande e maestosa Morte nera invece rimane in orbita e prepara probabilmente il suo attacco verso il suo obbiettivo… ma quale?
«Andrea guarda! La nube che vedevamo è una enorme tempesta!» Mi urla Ettore tentando di superare il rumore dei tuoni che scaturiscono da quell’immenso uragano.
«E noi ci siamo proprio a ridosso, ma dov’è Massimo?»
Ed ecco una forma umanoide uscire dalla tempesta che sembra non disturbarlo affatto
«Ciao, ragazzi. È un piacere vedervi»
«Massimo, sei tu? Finalmente, ti abbiamo cercato dappertutto… Facci uscire di qui!» Gli chiede Ettore, ma lo sguardo di mio fratello non mi convince. Qualcosa non quadra.
«E perché mai dovreste uscire? Ora siete miei schiavi e farete quello che dico io»
Massimo allarga le mani, e sui palmi si formano delle sfere di fulmini che aumentano di intensità per poi scagliarsi contro i mie due compagni, stendendoli in un solo colpo.
«Massimo ma che fai?»
«Mi libero degli scocciatori… mentre per te ho in servo qualcosa di più divertente… per me, ovviamente»
Scoppia a ridere, e anche la risata è diversa: più cupa… sembra un’altra persona.
«Ma si può sapere cosa ti è successo? Perché parli così? Perché attacchi i tuoi amici?»
«Io non ho amici. E smettila di fare tanto il piagnucolone… sei solo un piccolo esserino insignificante che ha approfittato fin troppo di me. Sai che c’è? Ti ammazzo subito, cosi mi tolgo il pensiero» Avvicina le mani e tra di esse si forma una grossa palla di fuoco «E lo farò a modo tuo!» Afferma con un sorriso per niente rassicurante, più che altro isterico, e scaglia la saetta di fuoco verso di me. Ma poco prima che la palla mi colpisca una barriera luminosa si forma davanti a me e della grossa sfera solo l’onda d’urto, che mi colpisce facendomi cadere. Ritirandomi su mi guardo attorno cercando di capirci qualcosa. Ettore e Spark sono ancora fuori gioco, ma li vedo respirare, mentre davanti a me, tra me e… Massimo…? C’è un nuovo personaggio vestito di una mantella con cappuccio rosso.
«Tu, maledetto! Questa volta sarò io ad avere la meglio» E guarda verso l’alto. Seguendo il suo sguardo vedo che la morte nera si è quasi completamente girata ed è pronta a sferrare il suo attacco.
«Andrea tutto ok ?» Il ragazzo davanti a me mi chiama per nome, e la voce mi è familiare. Ma non può essere…
Il giovane si volta ed è Massimo… due Massimo davanti a me. No, due no… questo è troppo anche per me…
«Su, vieni a darmi una mano. Sono più debole del normale… e se vince lui puoi dire addio al fratellone che conosci»
«Perché, lui chi è?» Ma l’altro Massimo ci interrompe.
«Pensate davvero di farmi paura? Questa volta non hai scampo, e il tuo fratellino non ti potrà aiutare!»
Ad un tratto inizio a vedere le cose sempre più grandi, senza capirne il motivo. Poi cerco lo sguardo di mio fratello e capisco.
«Cosa mi hai fatto?» Grido con una vocina stridula. Sono diventato piccolissimo, alto nemmeno venti centimetri. «Fammi tornare normale, o giuo che…»
«Cosa? Ora ti schiaccio come un microbo!» E il Massimo nemico si avventa su di me, ma viene intercettato dall’altro che lo blocca.
«Andrea, devi contrastare i suoi pensieri! Hai una tua volontà, non sei un sogno, quindi reagisci!»
In qualche modo riesco a tornare normale, con il disappunto del nostro avversario che riesce a scansare via Massimo e scaglia una saetta blu contro di me, ma come per istinto mi muovo per parare il colpo e la mia barriera elettrica si alza davanti a me.
«Ottimo, ho di nuovo i miei poteri. Ora ci divertiamo!» Rispondo al fuoco con il fuoco… o meglio, con le saette, e restituisco il colpo con gli interessi sbalzando all’indietro il mio avversario, ma con mia sorpresa anche il massimo buono subisce il colpo… in maniera più pesante.
«Ehi, ma che succede…?» Chiedo soccorrendo mio fratello
«Siamo due facce della stessa medaglia, se lui viene colpito io vengo colpito»
«Ma questo vuol dire che non possiamo eliminarlo!»
«No, ma dobbiamo respingerlo. Lui rappresenta tutto quello che è oscuro dentro di me. Tutti hanno questo lato, che solitamente tengono a bada, ma questi nuovi poteri… beh, mi rendono la cosa piuttosto complicata viso che adesso ha vita propria»
«Ho capito, ora capisco cosa intendeva Notch quando ha detto che anche tu avresti avuto bisogno di una lavata di testa. Solo non mi aspettavo che la cosa fosse così letterale…»
«Si, credo che tu abbia ragione. questa volta mi serve il tuo aiuto»
Mentre parliamo i nostri amici si riprendono, e notano che il Massimo cattivo si sta rialzando e sta tornando alla carica con una grossa sfera nera sopra la testa. Poi guardano me e vedono l’altro.
«Eh no, adesso è troppo!» Esclama Ettore. «Un fratello pazzo può passare, ma due…»
«Dobbiamo battere quello nero, ma senza ucciderlo» Dico loro.
«Certo, dov’è il problema? NON ABBIAMO NEMMENO UN’ARMA!» Urla Spark.
«A questo ci penso io» Massimo alza un braccio e tra le mani dei nostri amici compaiono in un lampo di luce due Spade e uno spadone. «Queste sono spade dell’anima. Sono l’unica cosa che può respingere il mio me nero
«E io con cosa combatto?»
«Ti ho ridato i tuoi poteri»
«Ma così corro il rischio di…»
«Mi fido del mio fratellino, e comunque non sei solo» E si rialza dolorante. «Diamoci dentro, ragazzi!»
Partiamo al contrattacco ma quell’essere la sa lunga: evita tutti i nostri fendenti con una agilità che mi ricorda un agente di Matrix, e la cosa non mi piace.
«Più veloci!»
«Non servirà a niente!» Grida quello, e dalla tempesta prendono forma due figure, una vestita completamente di nero e l’altra che sembra un Terminator «Occupatevi di quei due scocciatori. Io penso a me e al mio stupido fratellino!»
Ettore e Spark si ritrovano a fronteggiare i due nuovi nemici, ma senza nemmeno pensarci o guardarsi si affiancano immediatamente così da affrontare la nuova minaccia insieme.
«Bravi, ragazzi ora tocca a noi»
«Ora gli facciamo il sedere a stelle e strisce!» Carico tutta la mia energia sollevandomi da terra.
«Non ne hai il coraggio! Feriresti anche lui!» Replica con una risata il nostro avversario.
«Vai Andrea. non preoccuparti»
Incoraggiato da mio fratello inizio a scagliare saette contro il mio nemico, che accusa il colpo e si vede costretto ad indietreggiare.
«Piccolo verme, ora mi hai stancato!»
I due avversari creati per tenere a bada Spark e Ettore scompaiono, e il massimo nero diventa sempre più grande… quasi tre volte il precedente.
Massimo, quello buono, sembra aver accusato i miei colpi e capendo quello che sta per succedere tenta di venirmi incontro.
«Andrea! scappate»
«Troppo tardi!» Replica il nero, che ha già creato una sfera nera gigantesca sopra la sua testa… e l’urlo di attacco non preannuncia niente di buono: «SFERA DI VENDETTA!»
L’immensa sfera muove contro di noi, e niente sembra poterla arrestare, ma proprio un attimo prima che si schianti su di me e i miei compagni ecco che massimo si para nuovamente davanti a noi e arresta l’avanzata della sfera con un Urlo.
«Fus ro DAH!»
«Ma questo è… un Thu’um…?» Mormoro sorpreso
«Non ti permetto di toccare mio fratello!» Massimo è immensamente arrabbiato… contro sé stesso. «Adesso hai superato il limite!» Dei filamenti di energia blu escono dal suo corpo come se fosse un’aura «Adesso ti spedirò nella parte più lontana e nascosta e ti ci chiuderò per tutto il resto della mia vita!»
Distende le mani fino a toccare la sfera, che viene completamente trasformata in una sfera bluastra.
«VAI VIA!»
Gli occhi di Massimo diventano blu, e la fera si scaglia a tutta velocità contro il suo alterego, che viene inglobato e spedito lontanissimo, e con lui la sua tempesta. La Morte Nera, che era pronta a fare fuoco -ora mi rendo conto, su di noi- scompare come sabbia al vento e tutto quello toccato e alterato dal Massimo oscuro si trasforma e torna al suo stato originale. L’ambiente cambia e ci ritroviamo ai piedi del trono del castello di Massimo, ma lui questa volta e lì seduto che ci guarda.
«Quindi è finita?» Chiedo guardandomi a torno.
«Sì , è tornato nella sua prigione»
«E tornerà?»
«Lo fa sempre, di tanto in tanto, ma non mi troverà impreparato, conto su di te e i miei più stretti amici che mi diate la forza di contrastarlo»
«Quindi possiamo tornare a casa?» Chiede Ettore. «Qui non resisto un minuto di più!»
«Sì, Ettore, lo so. Non te la sei passata bene. Nessuno di voi»
«Lo sai che ci devi delle spiegazioni vero?» Replica Spark, ma la risposta lo sorprende.
«Non potrò darvene nemmeno una, purtroppo»
«E perché?» Gli chiedo.
«Andrea… cosa dico sempre? Io non ricordo i miei sogni, e qui siamo in un sogno. Non ricorderò nulla una volta sveglio»
«E allora mi spighi dove si trova la parte cosciente di te?»
Il palazzo si scoperchia… o per lo meno il tetto scompare.
«La vedete la luna lassù? Bene, quella è la mia parte cosciente e purtroppo non può essere raggiunta se non sporadicamente con qualche razzo con dentro libri e libri di appunti di… questo mondo»
«Allora solo un’ultima domanda» Insisto. «Chi era quel… te nero?»
«Non sei l’intelligente della famiglia?» Mi dice. «Dai, che ci puoi arrivare anche da solo. Ora, se vi voltate…» E dietro di noi si crea un vortice che inizia a risucchiare tutto quello che ha a tiro… cioè noi.
«Eh no, un’altra volta no!» Grida Spark, attirato dentro per primo.
Ettore alza le spalle e ci si butta dentro a pesce.
«Andrea, grazie»
Mi giro e lo vedo come il solito: sorridente, con qualche acciacco ma sempre sorridente. E prima che il vortice mi catturi lo saluto a suo modo alzando la mano e formando una V con le dita.
 
 
 
«Ecco qui, ragazzi. Lo so che non è la classica storiella, ma credo che rendi l’idea. Ho saputo che qualcuno di voi non si comporta proprio bene cosi in accordo con il Re e il nostro Ettore ho deciso di raccontarvi questa storia»
I bambini che fino a poco prima si erano divertiti ad ascoltare il buffo racconto annuiscono con la testa, mentre qualcuno di loro la abbassa capendo di essere uno di quei bambini.
«Che sia chiaro, non stiamo rimproverando nessuno… ma una piccola lavata di testa non fa male a nessuno, quindi che sia di lezione per chi si sente in colpa e di ammonimento per chi lo farà in futuro»
Poi la maestra interviene guardando l’ora tarda.
«Forza, ragazzi, andiamo. Dobbiamo rientrare a scuola. Ringraziate il re e i suoi amici e poi andiamo»
«Quando uscite non dimenticate di prendere il sacchetto che ho fatto preparare per voi con un mio piccolo pensierino… e un extra della colazione» Aggiunge Spark con un gran sorriso, e dopo il grazie generale della classe i bambini iniziano ad uscire dall’ufficio del re.
A sorpresa all’ingresso appare Massimo che, dietro la porta aiuta Cristina a consegnare i sacchetti poco prima nominati… ma è con la bocca piena; sicuramente si è mangiato una fetta di dolce e/o qualche biscotto. Ingordo come il solito..
«Ehi, guardate chi c’è!» Fa’ Ettore, attirando l’attenzione di Spark.
«Parli del diavolo…» Risponde lui.
«No, credo che abbia sentito il profumo dei dolci ed è venuto ad “indagare”» Replico io.
«Tana per Andrea» Risponde Massimo, che senza togliere lo sguardo dai bambini indica nella mia direzione. «Ci avete provato, ma dovreste saperlo che ho i sensi particolarmente sviluppati per i dolci»
«Perche sei ingordo» Gli rispondo.
«No, si dice “buongustaio”» E si mette a ridere, per poi venirci incontro. «Strana storia, quella che hai raccontato. Divertente ma strana… e alcune parti mi tornano familiari»
«Chissà perché…» Risponde a bassa voce Ettore, ma Massimo lo sente.
«C’è qualcosa che mi sfugge?» Chiede perplesso.
«Più che qualcosa direi un intero universo» Replica Spark, ed entrambi lo iniziano a fissare studiando le sue mosse.
«Ragazzi» E con uno schiocco di dita attiro l’attenzione di Spark e Ettore che si mettono in cerchio con me.
 
Andrea: Abbiamo detto che non avremmo tirato in ballo mai questa storia con lui.
Ettore: E allora non dovevi raccontare la storiella
Spark: Senza calcolare che hai tagliato parecchi pezzi.
Andrea: Era per i bambini. Dirgli anche che non abbiamo avuto il coraggio di dormire per almeno tre giorni non serviva.
Spark: Veramente io parlavo di quel tizio con il cappello rosso che si è tuffato in un tubo, l’astronave a forma di piramide che è svanita nel nulla e la nuvoletta gialle che ci ha mandato a quel paese con un braccio che non ho capito neanche da dove è uscito fuori. Altro che tre giorni, io stanotte mi porto avanti con il lavoro!
 
«Scusate… ma che state confabulando voi tre?» Chiede Massimo, che tramutando il corpo in nebbia fa arrivare la sua testa esattamente sopra le nostre, ma con una piccola scarica lo respingo costringendolo a tornare normale, e poi sotto l’occhio incredulo di Massimo rispondiamo:
 
Ettore: Niente!
Spark: Assolutamente niente!
Andrea: È solo una storia per bambini
  
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