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Autore: Blue_Sapphire    30/08/2016    1 recensioni
Un'epoca di buio, oggi dimenticata. Ciò che accadde molto tempo dopo la guerra di AZ ma prima degli avvenimenti dei giochi Pokémon che noi conosciamo...
Anche se oggi vediamo un mondo che ci appare tutto sommato pacifico, qualcuno ha sicuramente combattuto in passato per renderlo come ci appare ora.
Genere: Avventura, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Capitolo 1

Città centrale (attuale Luminopoli)Tre anni dopo

 

-I miei complimenti Thunder. Questa corda è davvero robusta- sorrise Alya soppesando la corda che le aveva dato il ragazzo.

-Sei sicura di volerlo fare? Questo è praticamente la base principale del generale Older. Non è come borseggiare un passante per strada.-

Per tutta risposta, la ragazza si tirò giù la maschera da Espeon sulla faccia dopo aver fatto un ghigno a Thunder:-Andrà tutto bene fratellino. Quei mostri di Unima devono pagare. Starò attenta, te lo prometto- lo rassicurò, arruffandogli i capelli chiarissimi.

Quindi, si chinò affacciandosi sull'apertura del pavimento. Non amava le zone sotterranee, ma l’idea di derubare il generale più importante di Unima la elettrizzava.

Annodò la corda a una trave e calò l’altro capo nell’apertura, mentre le sue Espeon e Braixen la osservavano.

-Alya... -

-Sì?- domandò la ragazza girandosi.

-Mi manca la mamma, Alya. E lei non vorrebbe tutto questo. Ci voleva bene...-

La ragazza sospirò. Anche se Juliette l’aveva solo adottata quando era fuggita da Romantopoli, la considerava una seconda madre.

L’averla vista morire, impotente, come era successo con i suoi veri genitori, l’aveva fatta soffrire tantissimo. E sempre per mano dei soldati di Unima.

-Thunder. Lo so che non avrebbe voluto. Ma non avrebbe neanche voluto morire davanti a noi, eppure è successo. Accetta la realtà, ora siamo soli- fece una pausa, abbassando la sguardo -Neanche la mia, di madre, avrebbe voluto vedermi diventare una ladra-

Detto questo, iniziò a calarsi con la corda fornitela dal fratellastro con Espeon appesa alla sua schiena, mentre Braixen iniziava a scendere subito dopo.

-Buona fortuna, Lady Eon.- le disse Thunder.

Alya sorrise sotto la maschera, mentre sperava di non trovare brutte sorprese una volta arrivata.

Il ragazzo vide sparire dalla sua vista la ladra, e si sedette a gambe incrociate appoggiandosi alla trave. Si guardò intorno con interesse, poiché prima era entrato di corsa seguendo la sorellastra.

Era un vecchio magazzino sotterraneo, situato sotto una casa ormai abbandonata dai vecchi proprietari.

Ora era abitata dai Rattata, che avevano mangiato o distrutto tutto quello che conteneva.

Avevano scoperto per caso che la base dei soldati nemici si trovava proprio sotto il magazzino durante una di quelle che Alya chiamava “gite di lavoro”.

Odiava quel “lavoro”. Non era un ladro, finché aveva vissuto a Fractalopoli era stato solo il figlio di una sarta. Poi, dopo l’invasione, era diventato quello che era adesso.

Odiava ripensare a quando la sua città era stata invasa, ma per lui era inevitabile ogni volta che rimaneva solo. Alya, nonostante il suo carattere chiuso e freddo, riusciva sempre a distrarlo.

Ma in quel momento pensava solo all’enorme Emboar che aveva sfondato la porta della loro casa un anno prima insieme a due soldati. Ricordava le urla di terrore della madre, la lotta fra l’Eevee e la Fennekin di Alya contro il pokémon nemico, e la loro sconfitta schiacciante.

E poi la madre che moriva per mano di un soldato, mentre i due ragazzi erano costretti a fuggire.

Thunder aveva dovuto portare via Alya in braccio, poiché riportava delle brutte scottature.

All’improvviso qualcosa lo distolse dai suoi pensieri.

Snoover e Bergmite, i suoi due pokémon, entrarono in posizione difensiva e lui si alzò di scatto.

L’unica cosa che vide furono dei cerchi gialli luminosi, poi un getto d’acqua violento lo colpì in viso e lo fece sbattere contro la trave.

I suoi pokémon erano titubanti e aspettavano un ordine dal ragazzo, che però non arrivava.

Poi i cerchi gialli si fecero più definiti e comparve un Umbreon ringhiante seguito da un Greninja.

Dopo di loro, dall’oscurità fece capolino un ragazzo alto e corvino. Gli occhi azzurri brillavano nel buio.

Indossava una cotta di maglia e dei pantaloni di cuoio, mentre teneva sottobraccio un copricapo metallico.

Lo sconosciuto squadrò Thunder e i suoi pokémon:-Direi che non sei di Unima. Pelle diafana, occhi e capelli chiarissimi... devi essere un ragazzo di Fractalopoli. Dico bene?-

Thunder non rispose, confuso e anche un po’ dubbioso.

L’altro fece un passo avanti, mostrando meglio il suo volto preoccupato:-Ehi che hai? Ti ho fatto una domanda. Sei di Fractalopoli?-

Thunder annuì incerto.

-Beh, non era difficile, no? Io sono Hiro, un soldato al servizio della tua stessa regina. Quindi puoi stare tranquillo con me- disse, sedendosi di fronte a Thunder. I suoi pokémon si avvicinarono e fecero lo stesso.

-Come ti chiami, ragazzo di Fractalopoli?- domandò gentilmente posando il copricapo.

-...Thunder...-

-Piacere, Thunder. Posso farti ancora qualche domanda?-

Il ragazzo non rispose.

Hiro appoggiò il mento sul palmo della mano:-Bene... non ti fidi di me eh? Temi che io sia di Unima? Sarebbe normale visto cos’è successo alla tua città. Ma puoi fidarti di me. Voglio solo sapere perché sei qui-

Thunder alzò lo sguardo verso il soldato:-Sono qui per proteggere l’unica persona che ho.-

   
 
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