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Autore: Kokky    30/04/2009    7 recensioni
Hiashi-san, mi doni la mano di sua figlia Hinata-sama.
Il falco socchiudeva i propri occhi bianchi, accecanti di acutezza, ragionando sulla proposta. Lasciava che il silenzio riempisse d’ansia Neji, godeva di quella pressione che il nipote provava.

FINE, miei cari!
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Neji Hyuuga
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Questa è semplicemente alla mia nee-san bianca,

un’aquila che libra nel cielo: Leti.


 

Blowing in the wind

 

 

Il tempo scivolava via dalle sue mani, mentre il vento imperversava su Konoha.

Hinata si chiedeva quanti istanti fossero davvero passati, se erano milioni di anni luce – come sembrava a lei – o semplicemente giorni e notti che si succedevano. La percezione di quella vita che correva e rallentava era particolare, variava.

Portava con sé le stagioni e le notizie che viaggiavano rapide, portatrici di gioia o dolore.

Naruto-kun era ancora in cerca di Sasuke-kun. Sakura-chan era ancora fra quei due. Quel tempo batteva il ritmo e Hinata cambiava.

 

Adesso, con il vento fra i capelli nuovamente corti, si chiedeva cosa fossero i sentimenti di fronte all’immensità del tempo. Eppure, proprio quest’ultimo era una fittizia invenzione umana.

Era l’eternità – l’eternità che spaventava tutti quanti, tutti gli esseri umani.

Hinata sapeva che almeno un pezzetto di essa, una piccola parte da conservare in un barattolo di vetro, la si trovava nell’amore sincero.

Piegò le labbra in una smorfia, socchiuse i suoi occhi bianchi e si alzò da lì, dalla rupe che vantava la vista di Konoha, per scendere con i suoi diciassette anni verso casa.

 

Riconosceva la villa Hyuga – la propria casa – nell’austerità del candore dei muri spessi, nell’aria che si percepiva e faceva piegare gli altri con terrore; in quella sensazione di tacita paura, la stessa che provava di fronte a suo padre Hiashi sin da bambina, proprio quella che sua sorella Hanabi non riusciva a sopportare, stizzosamente.

Camminò fra i corridoi vuoti, senza alcuna meta. Sapeva che, da qualche parte in quella enormità, suo padre stava parlando con l’Hokage – era venuta Tsunade-sama in persona, la questione era importante. La guerra sembrava durare troppo per i loro gusti, e Naruto-kun non si trovava.

Una leggera apprensione, dettata dall’abitudine e dal sentimento piacevolmente rimasto, le salì al petto, ma cercò di scacciarla via. Voleva avere un attimo di pace da quel vento di tempesta.

Stiracchiò il collo nudo e pallido, controllò con cautela il corridoio successivo, avanzò e poi uscì fuori, arrivando nel giardino.

Il vento non smetteva di soffiare, nemmeno lì sotto nella valle, e si insinuava fra le mura di villa Hyuga. Hinata scostò i ciuffi corvini dagli occhi, con un gesto meccanico.

“Hinata-sama…”, chiamò una voce alla sua sinistra.

Si voltò subito, nel silenzio pacato che le era tipico. “Neji nii-san, buongiorno”, sussurrò placidamente, facendo un piccolo sorriso.

Neji socchiuse gli occhi bianchi – due specchi d’avorio – e piegò leggermente le punte della bocca all’insù, come risposta. Poi si acquietò e cercò le parole giuste da dire, senza alcun risultato. Non sapeva come parlare a Hinata-sama.

“Sai, Neji nii-san, oggi pensavo… che l’eternità è così vicina, alle volte. A portata di mano. Però dimentichiamo che è il nostro cuore a condurci proprio lì, nella condizione d’eternità”, mormorò Hinata-sama sofficemente, mentre il vento rischiava di coprire le sue parole.

Neji annuì silente, tentando di dare forma a quella confusione che aveva dentro di sé. Le si avvicinò, sovrastandola come un’ombra bianca, e tese una mano verso di lei.

Hinata-sama guardò le sue dita affusolate, simili alle proprie ma più virili.

Il problema di Neji era che, quando voleva dire qualcosa, rischiava di usare le parole sbagliate – era già successo in passato. Con i discorsi si poteva finire in un baratro di sbagliata comprensione.

E allora, lasciando da parte qualunque pensiero, l’abbracciò. Un tocco spigoloso, inaspettatamente: ruvido come il sentimento che gli traboccava dal corpo.

“Domani dovrò partire, Hinata-sama…”, borbottò al suo orecchio.

Lei sospirò solamente: “Ti aspetterò qui, Neji nii-san, così che quando tornerai potrò dirti bentornato”.

E quelle parole morbide, crema di latte sulla pelle di Neji, erano un colpo secco e deciso nel vento, uno schioccar di fronde che sapeva d’eternità.

 

 

 

 I’d come for you
no one but you,
yes, I’d come for you
But only if you told me to
I’d fi
ght for you
I’d lie, it’s true
Give my life for you
You know I’d always come for you

 

I’d come for you – Nickelback

 

 

 

 

 

 

 

 

N/A:

Da Kokkai Bianca Seduta dallo sguardo torvo e l’animo candido a Lettuce Grigia Cangiante dalle parole magiche e l’arte risolina! XD

Futuro ipotetico, dove i sentimenti di Hinata, col tempo, cambiano, sfumano, si allontanano. Neji è super puccioso, sììì <3. Oltre questo, come sempre, non ho altro da dire ò_ò. Recensite?

Cmq *_* Grazie per tutte queste recensioni, sì.

Non ho tempo per ringraziare personalmente, sappiate solo che vi adoro dal profondo del cuore, davvero <3. Neji4ever, Kaho_chan, Lalani, Lonely Angel, Midblooder_The_Joker e ryanforever.

Grazie çOç

 

E ora volo via a fare fisica, vostra (?) Kòkkeggiante Kokò.

   
 
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