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Autore: Celtica    03/09/2016    8 recensioni
Nel terzo capitolo è presente un disegno di Crystal25396.
Lezioni obbligatorie di babbanologia.
Esercizi "sul campo".
Squadre miste, Serpeverde e Grifondoro.
Hermione non riesce a crederci: Charity Burbage e la McGranitt sembrano essersi messe d'accordo. Non possono davvero pretendere che lei partecipi! Non in quella squadra... non con "lui" come caposquadra.
Minilong in tre capitoli.
Estratto dal terzo capitolo:
La brezza fredda alle sue spalle non poteva nulla contro il calore del fuoco.
Il calore di quella scena. Di loro, uniti, di Harry e Ron che discutevano di Quidditch seduti su quel tronco, dei loro compagni che avevano preso a cantare una canzone, seguendo la voce della Burbage. Di Draco, stranamente felice. Stranamente tranquillo.
Proprio come lei.
Se c’erano due anime affini, in quel momento, erano loro.

Prima classificata al contest “Summer: urge to Holidays”, indetto da Jadis_ sul forum di EFP
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Minerva McGranitt | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo I

Prima classificata al contest “Summer: urge to Holidays”, indetto da Jadis_ sul forum di EFP

 

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Capitolo I

 

"L’aria è fredda
La notte è nera
Il fuoco riscalda
Le stelle splendono."
(Anonimo)

 

 

Quando la professoressa Charity Burbage diede la notizia, Hermione sollevò gli occhi dal libro di Babbanologia, aperto al capitolo “L’utilità di un ombrello per un babbano”. Bastarono poche parole perché l’attenzione di tutta la classe virasse verso la cattedra.

«Sta scherzando, vero?»
L’espressione schifata sul volto di Malfoy sembrò irritare la Burbage.

«No, il professor Silente approva. Crediamo entrambi che possa tornarvi utile questo piccolo… esercizio.»
Harry lanciò un’occhiata di sbieco a Malfoy, e quando lo vide alzarsi in piedi sembrò pronto a dire la sua, tanto da spingere Hermione a fargli cenno di no con la testa.

«Io non lo farò! Quando lo saprà mio padre…»

«Si sieda, signor Malfoy» la voce della McGranitt giunse alle loro orecchie dal fondo dell’aula. «Suo padre non potrà assolutamente aver nulla da ridire per questo innocuo esercizio. Le garantisco che né lei, né nessun altro studente di questa scuola, rischieranno la vita per aver montato una tenda.»

Hermione ricordò il momento in cui Silente aveva annunciato l’obbligo di quell’anno, nella Sala Grande… “Ogni studente è tenuto a partecipare a una lezione al mese di Babbanologia. La professoressa Charity Burbage si prenderà cura di voi. E sarete tenuti, inoltre, a partecipare a eventuali esercizi babbani. I Direttori delle Case si assicureranno che partecipiate tutti.”
Ron aveva storto il naso a quella notizia. Con la bocca piena di purè di patate, aveva commentato con un: “Artre lescioni…”
Ma erano stati i Serpeverde ad alzarsi in piedi, sbraitando contro di lui.
E ora che la professoressa Burbage aveva annunciato la presenza di un autentico campeggio babbano, entro i confini di Hogwarts, ecco che la storia sembrava ripetersi…

«Noi siamo maghi» insisté Malfoy con aria contrita. Sembrava essere sul punto di vomitare. «Non avremo mai bisogno di fare queste… babbanate

Hermione riconobbe un lampo di furia negli occhi della McGranitt. La vide abbassare lentamente il capo, inarcando le sopracciglia.
«Signor Malfoy» disse, con voce stranamente fredda. «Non mi ripeterò: si sieda. O mi vedrò costretta a togliere punti alla sua Casa.»
Quella minaccia ebbe l’effetto sperato, tanto da piazzare sulla sedia il corpo tremante di Draco.

Anche la Burbage tirò un sospiro di sollievo. Sembrò essere tornata di nuovo tranquilla. Fece un passo oltre la cattedra e giunse le mani, come a voler stringere l’intera classe.
«Bene» mormorò con un sorriso incerto. «Passeremo tutta la notte all’aperto e sarà proibito usare la magia, sia prima, sia dopo aver montato la tenda. Nel momento in cui ci troveremo nel punto dove il professor Silente ha fatto erigere il campeggio, oltrepassato il cartello vi sarà precluso ogni-uso-della-bacchetta.»
Prese un momento per respirare, e Hermione la vide puntare gli occhi su di lei. Proprio su di lei.
«Avrete il permesso di tenerle, ma non di usarle.»
Perché? Si chiese Hermione. Era sempre stata una brava studentessa, non aveva mai infranto le regole. Beh… se non altro, non durante pacifiche lezioni. Sentì di arrossire lievemente mentre lo sguardo della professoressa virava verso la McGranitt.

«Le squadre per montare le tende le faremo noi. Ma per dormire potrete arrangiarvi come preferite.»
«Ovviamente,» intervenne Piton, appoggiato al muro dietro la lavagna. «Sarà come per i dormitori. Ragazze con ragazze…»

Hermione lo vide lanciare un’occhiata penetrante a tutta la classe, quasi come se riuscisse a leggere le menti disinibite dei suoi studenti. E quando gli occhi neri si posarono su di lei, Hermione lo vide incurvare leggermente le labbra verso l’alto.
Che avesse capito a cosa stava pensando?

«Abbiamo stilato un breve elenco» spiegò la McGranitt, facendo comparire un foglio davanti a sé con un solo movimento della bacchetta. «Neville Paciock, tu sarai caposquadra. Seamus Finnigan, Theodore Nott e Daphne Greengrass saranno sotto la tua responsabilità. Dovrai essere tu a dir loro cosa devono fare.»

«I-io?» sussurrò Neville, puntandosi l’indice contro e guardandosi in giro.
Hermione provò un misto di pena e invidia per lui… Ma in fondo capiva perché la McGranitt lo avesse scelto. Voleva svegliarlo, infondergli quel poco di fiducia che gli era sempre mancata.
«Sì, Paciock. Tu» ripeté la McGranitt sollevando gli occhi dalla lista. «Avrai un libretto di istruzioni. Di istruzioni babbane.»

D’improvviso, una scossa elettrica sembrò attraversare tutta la classe: non c’era un solo studente felice di quel compito. Persino Hermione, che era già stata in campeggio con i suoi genitori, aveva un grosso timore. Con chi sarebbe finita?
Il primo gruppo era misto, Serpeverde e Grifondoro, ma lei sperò, sperò con tutta se stessa di non finire insieme a quelle persone. No, proprio non avrebbe sopportato di dover essere in squadra con loro.
Sicuramente la McGranitt l’aveva nominata caposquadra, questo era vero… Ma Hermione era certa che molti, tra i Serpeverde presenti, si sarebbero rifiutati di ascoltarla.

«Speriamo che ci metta insieme» sentì sussurrare da Ron a Harry.
Per un istante si considerò un’esclusa. Perché i suoi migliori amici – perché proprio Ron – la stavano tenendo in disparte? Perché non speravano di finire con lei?
In fondo, con lei sarebbe stato semplice montare una tenda. Non lo aveva fatto di persona, ma quanto mai poteva essere difficile, per una nata babbana, fare una cosa così banale?

«Blaise Zabini, caposquadra. Millicent Bulstrode, Lavanda Brown e Ron Weasley sarete con lui.»
Gli occhi di Hermione corsero a cercare quelli di Ron, immaginando la sua reazione. E, infatti, lo vide disperarsi, le mani sulla testa e un’espressione distrutta in volto.

«Pansy Parkinson, caposquadra. Harry Potter, Gregory Goyle e Dean Thomas siete sotto di lei.»

Hermione sentì un brivido scorrerle lungo la schiena, e capì di aver cominciato a sudare. Non restavano moltissime possibilità. E, visto il destino toccato a Harry e Ron, si chiese se sarebbe stata lei la più sfortunata del trio…
Quando udì il nome di Calì Patil, sperò, pregò, di essere in squadra con lei. E al diavolo il caposquadra! Non le interessava più dirigere gli altri, bastava non essere con… lui.

«Calì Patil, caposquadra. Vincent Tiger, Oliver Moon e Sally-Anne Perks con lei.»

Se qualcuno le avesse proposto di scambiare quell’esercizio con un’interrogazione al giorno, da lì alla fine dell’anno, Hermione avrebbe accettato volentieri.
Aveva la brutta sensazione che la McGranitt avesse infilato Malfoy nel suo gruppo… forse per farlo rigare dritto. Forse, pensò ancora, la professoressa era convinta che la sua ottima influenza come caposquadra lo avrebbe aiutato a ragionare.
Sempre che ne fosse in grado…

Ma quando udì il nome di Draco per primo, Hermione sentì il proprio cuore esultare.
Se è caposquadra non possiamo essere insieme. Due capisquadra non possono stare nello stesso gruppo…

«Draco Malfoy, caposquadra.»
Sì, sì, è così. Che sciocca sono stata a preoccuparmi.

«Eloise Midgen,» udire il nome di una Grifondoro rischiò di farle fare una capriola dalla gioia. Mancavano soltanto un Serpeverde e un Grifondoro… Quante probabilità c’erano che la McGranitt chiamasse proprio lei?
«Miles Bletchley e…» Il secondo Serpeverde la fece sentire un momento in ansia, ma doveva stare tranquilla. Sarebbe stato troppo strano che la sua professoressa preferita decidesse di farle un torto così grande.
«…Hermione Granger siete con lui.»

Fu come se qualcuno le avesse rovesciato addosso un secchio d’acqua gelata.

Non solo non era stata nominata caposquadra, ma la McGranitt, la sua insegnante prediletta, quella che le riservava i suoi rari sorrisi, aveva deciso di tradirla, mettendola in gruppo con Malfoy. Con-Draco-Malfoy.
Si chiese dove fosse finito il senso di giustizia che aveva sempre creduto parte integrante e fondamentale di Minerva McGranitt, che insegnava Trasfigurazione a Hogwarts con la stessa intensità con cui lei, Hermione, varcava l’ingresso della Biblioteca.
Con passione.
Con eccitazione.
Con arte.

«Hermione…» mormorò Ron, guardandola con tristezza. «Condoglianze.»

 n

 

Note dell’autrice:

Non volevo mettere note in questa storia, ma ho un paio di cose da dire.
Intanto: Oliver Moon e Sally-Anne Perks sono nomi “rubati” dal primo libro di Harry Potter (Oliver l’ho aggiunto io), ma non si sa in quali Case siano finiti. Non compariranno più, e vista la brevità della storia (tre capitoli) ho pensato di usare solo Serpeverde e Grifondoro per questo “esercizio”, per questo ho ritenuto opportuno aggiungerli.
Bene! Detto questo, mi farebbe piacere dire che è la prima storia su Harry Potter… nonostante sia stato proprio grazie a lui se sono capitata su Efp.
Aggiornerò ogni due/tre giorni. A presto!

Celtica

 

   
 
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