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Autore: Temari    01/05/2009    6 recensioni
Precedentemente 'Pain' e in via di revisione.
- "Solo ora si rendevano veramente conto che c'era stato qualcosa prima della prigionia e mentre lo guardavano agitarsi, avevano iniziato a domadarsi cosa si nascondesse nel passato di Goku che fosse così angosciante e doloroso [...]" -
Genere: Avventura, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Cho Hakkai, Genjo Sanzo Hoshi, Sha Gojio, Son Goku
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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8/9/2011

Salve a tutti! =D
Ok, me la sono presa comoda per riscrivere questo capitolo, lo so, ma che volete... tanto nessuno se ne accorge, haha!! XD
In ogni caso, non ho molto da dire quindi direi di andare avanti con la storia vera e propria!

Ja ne,
Temari ;)


Pain of the Past






«In questo mondo posso credere solo a me stesso.»
«Se è così, ti sarà sufficiente aver fiducia negli occhi del tuo cuore.» -

(Genjo Sanzo & Sanbutsushin,
Gensomaden Saiyuki)



Chapter 1


        Si sentivano estremamente impotenti e, a peggiorare le cose, il sentire i lamenti uscire dalla bocca di Goku in una voce flebile e disperata procurava loro delle fitte allo stomaco—sembrava impossibile poter associare la parola 'disperazione' ad un ragazzo come il demone dagli occhi dorati. Con il passare delle ore, l'ipotesi di Hakkai riguardo al diadema aveva preso sempre maggiore credibilità - il fatto che Goku continuasse a ripetere nomi quali Konzen, Ken-nii, Ten-chan e Nataku avvaloravano i loro sospetti... E contribuivano a preoccupare i tre ancora di più: quei nomi li avevano sentiti da Homura, e anche Kanzeon Bosatsu li aveva usati riferendosi a Sanzo, Hakkai e Gojyo.
        Il nome che faceva pensare di più era 'Nataku': che tipo di legame poteva esserci fra Goku e l'ex Dio della Guerra che aveva sigillato Gyumaou?

        Hakkai e Gojyo avevano passato delle ore ad osservare il sonno irrequieto del più giovane dei quattro, in silenzio dallo stipite della porta (non era permesso loro di entrare se non in caso di necessità, ordine di Sanzo), e per tutto il tempo non avevano fatto altro che chiedersi cosa potesse vedere Goku dietro le palpebre chiuse.
        Sapevano che il loro amico non aveva ricordi precedenti alla sua prigionia, ma solo ora si rendevano veramente conto che c'era stato qualcosa, prima; qualcosa che era stato sigillato insieme alla parte demoniaca del ragazzo... E mentre lo guardavano agitarsi e lo sentivano chiedere perdono, chiedere aiuto e farfugliare frasi incomprensibili, avevano iniziato a domadarsi cosa si nascondesse nel passato di Goku che fosse così importante da venirgli nascosto, cosa fosse così angosciante e doloroso da farlo soffrire in quel modo, ora che stava tornando in superficie.
        Perché, poi, questo 'segreto' stava venendo dischiuso proprio ora?
        Era in qualche modo volere degli Dei, o si trattava di un evento che andava persino oltre la loro lungimiranza...?
        Dopotutto, il dispositivo del potere maligno di Goku non aveva forse origini divine, data la quantità di potere necessaria a materializzare la tiara?
        Non poteva certo essere così semplice interferire con quel genere di forza. Era anche vero, però, che non era mai giunta voce - né a Sanzo, né tantomeno ad Hakkai o Gojyo - che il sigillo imposto sulla memoria del giovane non si sarebbe potuto rompere, o che non avrebbe esaurito la sua funzione, prima o poi. Restava comunque il fatto che ora i tre del Gruppo non sapessero che fare per alleviare il dolore che Goku stava provando... Poiché non si trattava di dolore fisico, ma di qualcosa che andava molto più in profondità.

-x-

        All'interno della stanza in cui giaceva Goku, Sanzo se ne stava alla finestra intento ad osservare l'andare e venire degli abitanti di quel piccolo villaggio, lo sguardo più accigliato del solito che contribuiva a farlo sembrare un avvoltoio in attesa - o un leone di guardia così che nessun estraneo potesse mettere piede nel suo territorio -. In effetti questa seconda opzione era quella che si addattava maggiormente, poiché nemmeno a Gojyo e Hakkai era permesso entrare nella camera, a meno che Sanzo stesso non uscisse per qualche motivo—cosa che, a dire il vero, non era capitata molto negli ultimi tre giorni.
        Appoggiato al davanzale dell'unica finestra, il bonzo gettava ogni tanto un'occhiata al demone steso sul letto. In un recondito angolo della sua mente, Sanzo pensava che alla scimmia sarebbe piaciuto essere capitato in quel buco di cittadina che, a quanto pareva, era nel bel mezzo di un festival proprio in quel periodo... Anche se al monaco tutta l'allegria ed il chiacchiericcio della gente che passava per la strada sottostante non risultava altro se non irritante.
       
«Ci mancava solo questo casino, adesso. Come se tutte le maledette deviazioni che mi intralciano la strada normalmente non fossero già abbastanza!» Borbottò il biondo sottovoce, tirando fuori il pacchetto di Malboro rosse dalla veste ed accendendo una sigaretta con un moto vagamente stizzito. «È tutta colpa tua, dannato stupido! Non potevi stare più arrento a quel fottuto diadema?!» Ringhiò ancora il monaco, fissando Goku attraverso le palpebre ridotte a fessure.

        (Con chi sei arrabbiato, Sanzo?
        Veramente, intendo. Goku... O forse è un ammonimento rivolto a te stesso?)

         
«Ugh... Kon-Kon... Zen...» La voce del demone era flebile, carica di dolore e sofferenza.
         
«Ch'.» Fece Sanzo, schiacciando la sigaretta finita nel posacenere ed avvicinandosi a Goku. Posando per pochi secondi una mano sulla fronte fasciata dalla tiara dorata, il monaco la ritrasse quasi subito constratando che il ragazzino del gruppo aveva ancora la febbre molto alta; prese lo straccio ormai asciutto che era scivolato dalla fronte di Goku, lo bagnò con l'acqua fresca del catino appoggiato al comodino e la rimise al suo posto, sperando di abbassare un poco la temperatura cocente che stava divorando il corpo del demone.
        Fatto questo, Sanzo si abbandonò sulla sedia a poca distanza dal letto, passandosi poi le dita sugli occhi che gli bruciavano dalla stanchezza—da quando Goku aveva iniziato a stare male non aveva praticamente chiuso occhio, nonostante i rimproveri di Hakkai.
        In quell'istante, le parole che il demone dagli occhi verdi gli aveva rivolto tempo indietro, subito dopo lo scontro con il Seiten Taisei nel deserto, gli tornarono alla mente: 
«Vuoi diventare un peso?»
        Con uno schiocco della lingua contro il palato ed una scollata di spalle, Sanzo ricacciò la frase in un angolo della mente.
        Faticava a concentrarsi... In verità non gli sarebbe dispiaciuto dormire, ma i lamenti e le urla di Goku - sia fuori che dentro la sua testa - gli impedivano di rilassarsi abbastanza ed il puslare delle vene nelle tempie gli rimbombava nelle orecchie, trasformando il suo mal di testa in un'emicrania. A volte la connessione che lui e Goku avevano lo irritava, avrebbe voluto reciderla in maniera definitiva così da avere la sua mente solo per sé, senza intrusi o quel che era.

        (Restare solo con te stesso? ... In qualche modo, non credo ti piacerebbe.)

         
«No! Non ve ne andate...!!» Urlò all'improvviso Goku, alzando una mano dal materasso come se cercasse di raggiungere qualcosa... E poi
        Sanzo scattò in piedi immediatamente, gli occhi spalancati ed increduli (persino spaventati) fissi sul volto madido di sudore di Goku. "Silenzio. C'è silenzio! Niente urla, niente lamenti... Nulla."  Pensò con una crescente sensazione di sbagliato: c'era qualcosa che non andava, ne era sicuro. Quel cambiamento così repentino non gli piaceva... E tantomeno gli piaceva la strana vibrazione che aveva iniziato ad avvertire.
        Dietro di lui, proprio in quel momento, arrivarono Gojyo e Hakkai che, a quanto pareva, avevano sentito quella vibrazione quanto lui.
         
«Sanzo!»
         «Sanzo che succede...?»
         «Non lo s—»
        In quell'istante, una luce bianca li accecò e li avvolse, mentre nelle loro teste rimbombava il rumore di qualcosa che andava in frantumi.

        (L'ora è giunta, siete pronti a questo viaggio?)




«Le cose immutabili sono monotone, non credi?» -

(Kanzeon Bosatsu,
Saiyuki Gaiden)

 
   
 
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