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Autore: AndreMCPro    06/09/2016    2 recensioni
E se gli anime, i manga, i libri e i videogiochi non fossero pura fantasia? E se i creatori di tutti questi fossero stati ispirati da qualcos'altro? Immaginate: se esistono infiniti universi, non potrebbero essercene alcuni in cui tutte queste cose, che secondo noi sono frutto della fantasia, esistono davvero? Ma questo vale anche per le fanfiction, milioni di mondi paralleli a quelli delle opere originali.
E se vi siete inseriti nella vostra stessa storia? Ecco cosa è successo a me...
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alternative Dimensions'
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Alternative Dimensions
Il Diario della Profezia

Cap.104 L’Erede
 
“E siamo arrivati alla fine di questa rocambolesca avventura. Cinque anni e più passati tra le braccia di questo strano mondo che ci ha riservato ogni giorno sorprese di ogni genere. Che dire, non saremo stati gli ospiti migliori del mondo, ma voi ci avete accolto lo stesso tra di voi e nonostante le controversie ci avete fatto sentire a casa. Spero che questo libro vi sia di aiuto per gli sviluppi futuri. E in quanto a te che leggi queste parole sappi che conto su di te perché questo mondo mantenga questo equilibrio di pace. Che la Magia nascosta fra queste pagine non sia motivo di divisione tra le culture, ma di unione fra le genti. Non importa quanti regnanti si siederanno sui loro comodi troni; siate liberi e allo stesso tempo umili e caritatevoli verso chi vi chiederà aiuto, e ovviamente siate intelligenti e non fatevi ingannare”
«Massimo, che fai con il tuo taumometro?» Gli chiedo, vedendolo impegnato a scrivere sulla sua scrivania in ufficio.
«Niente di che, un saluto al giovane che erediterà questo libro. Prima o poi passerà di mano» Risponde lui con un sorriso stampato in viso ma senza alzare la testa. Io mi avvicino e lo vedo scrivere a metà foglio. riesco a malapena a capire le lettere prima che scompaiano e diventino invisibili.
«Ehi, ma come fai a leggere quello che hai scritto? Le lettere…»
«Sì, lo so, scompaiono. È per via dell’incantesimo. È un messaggio che vedrà solo il legittimo erede di questo libro. Spero che le mie parole siano prese come linea guida per le scelte che prenderà» Conclude mio fratello. «E adesso una bella firma » sorride e mi guarda «Che dici, “L’Alchimista d’Acciaio” può andare?»
«Non montarti la testa, non mi pare il caso di rubare il tiolo a Ed» Scherzo. Poi ci penso un attimo. «Hai detto che lo leggerà solo il legittimo erede, giusto? Perché non ti firmi con il tuo vero nome, allora?» Gli consiglio io. «In fondo tutti sanno di chi è il libro, chi l’ha rilegato e incantato ma solo alcuni eletti sapranno la verità su di noi»
Massimo annuisce e mi guarda sorridendo. «Bella idea, fratellino!» E mette la sua firma, che questa volta riesco a leggere per intero prima che scompaia del tutto.
«Ehi, ragazzi, andiamo!» Irrompe Ettore nell’ufficio centrale. «Sono le sei del pomeriggio, meglio muoversi per i fuochi di questa sera. La gente non fa’altro che parlare dell’evento finale… Avete generato parecchie aspettative, ragazzi!»
«Tranquillo Ettore, è tutto pronto. I miei aiutanti hanno già iniziato a portare i materiali. Comunque qui ho finito. Stavo andando a dare un’occhiata, vieni con me?» Si volta attendendo una risposta mentre io torno a sedermi.
«Ho ancora qualcosa da fare, e comunque i miei intrattenimenti sono stati tutti chiusi pochi minuti fa per far tornare la gente nella capitale. Sono più che soddisfatto dell’affluenza che hanno avuto» Rispondo sedendomi al mio posto.
«Ok fratellino, ma ricordati il tuo ultimo impegno»
«Sì, tranquillo, me ne ricordo. Tu vai, intanto. Ci vediamo tra due ore sotto la torre centrale della città»
Massimo esce salutando al suo solito modo, e Ettore lo segue. Io mi rialzo e vado nella stanza segreta, apro la porta nascosta e prendo il libro datoci dal dottore… Una copia della profezia. Gli do’ una rapida occhiata con un po’ di nostalgia… Quei quattro ragazzi mi mancano, ho passato solo poco tempo con loro: uno o due giorni in tutto, ma li conosco come le mie tasche. Chissà come se la cavano con il Dottore.
Già, il dottore. Disgraziato di un dottore, ci ha mollati qui e solo di tanto in tanto passa a trovarci, si ricorderà dei due poveri disgraziati lasciati in un mondo a cubi presi di mira da un dio furioso? Guardo nuovmente nella vetrinetta ed eccolo li, il libro scritto da mio fratello: Mille modi +1 per uccidere il dottore. Do’ un’occhiata anche a quello: non l’ha completato, ma ne ha scritto una buona parte. È quasi divertente… prendiamone una come esempio:
Metodo n°- 48: prendere il dottore, legarlo al suo amato tardis ed inserire le coordinate in rotta di collisione per la prima gigante rossa disponibile. Ovviamente all’ultimo secondo cambiare rotta e tornare sulla prima superficie disponibile” più che altro mi sembra una tortura… sempre se non muore di crepacuore. Doppio crepacuore, ovviamente.
Poso il tutto e mi avvio fra le strade della città. Nel chiudere la porta dell’ufficio sento uno strano rumore che mi sembra di riconoscere, un rumore che non sento da un po’. Mi guardo intorno ma non vedo nulla di strano. Mi sarò sbagliato.
Mi volto e proseguo verso la piazza principale, dove la folla sta facendo la ola per quelle dieci piccole pesti, che ormai tanto piccole non sono, che a quanto pare stanno facendo spettacolo. Con il mio pass entro tra le tribune in cima e do un’occhiata dall’alto. I ragazzi sono stati messi all’angoletto è stanno per finire in una trappola.
«Cavolo, guarda se vanno a perdere il titolo…» Commento, ma ecco il colpo di scena: i tre ragazzi più esili vengono lanciati dal resto del gruppo sulla cima di un muretto. I tre lanciatori -tra cui il loro capo- vengono eliminati l’istante dopo, ed alzano la mano a indicare la loro eliminazione.
«Aspetta, ma quanti…?» Alzo lo sguardo e vedo che dei dieci iniziali solo i tre lanciati sono sopravvissuti. Dieci contro tre non ce la faranno mai. Torno a guardare giù e i tre sono scomparsi. Nessuno li vede più. La squadra avversaria si divide in gruppi da due e quattro gruppi vanno a caccia in cerca dei sopravvissuti, mentre il quinto va alla conquista della bandiera. Uno dei ragazzi sbuca fuori da un angolo ed elimina una coppia di cacciatori, per poi scomparire. «Ma come ha fatto? E dove è sparito adesso?»
«Non l’hai ancora capito?» Interviene mio fratello che mi appare alle spalle. «Hanno trovato qualche passaggio segreto e lo usano a loro vantaggio. Gli altri hanno cercato le armi, mentre i miei invece hanno studiato il territorio di caccia e adesso anche se in netto svantaggio possono dare il meglio di loro. Quei tre sono soprannominati “trio dell’ombra”: come spariscono loro nessuno ci riesce. Nemmeno io sono così bravo… senza poteri, si intende»
Mentre parla altre due coppie vengono eliminate e la terza sta cadendo in una imboscata. Un membro del trio si allontana e si arrampica nella zona coperta di una torretta, e nascosto alla vista degli avversari raggiunge la cima. Lì si apposta con un piccolo fucile. La coppia avversaria è alla bandiera. Esce allo scopeto a tutta velocità per prendere la bandiera e nascondersi nuovamente, ma due colpi e sono eliminati. Gli ultimi due vengono accerchiati e si arrendono. La sirena suona e la battaglia ha fine.
«Ci sono riusciti. Hanno confermato il loro primato, anche se questa volta se la sono vista brutta»
«Sì fratellone, ma è una dote di questa gente. Quando si trovano alle strette giocano il tutto per tutto»
«Bene, adesso andiamo. Il tempo delle premiazioni e i miei fuochi chiuderanno l’evento»
Massimo si volta, e mentre ancora parla una nube nera esce dalle vesti e si vanno a formare due ali.
«Massimo, tieni a bada il tuo ego o mi costringi ad abbatterti» E preparo una scarica. Lui cambia forma e genera un 747 in versione ridotta
«Questo è studiato per assorbire le scariche!» Risponde soddisfatto. Si volta e nota che ho un lanciarazzi sotto braccio.
«Dicevi?» E gli faccio io il sorriso malefico. Lui muta ancora e genera un aereo invisibile anti-radar.
«E adesso che fai?» Mi sfida.
«Cambio missile. Ricerca di calore» Rispondo sostituendo il primo missile. Lui sbarra gli occhi.
«Ma ne hai per tutti i gusti?»
«No fratellone, tutti i gusti +1. Li vuoi provare?» E lo guardo con occhi alla Joker, non so se mi capite.
«Dai, una cosa piccola… piccola piccola permettimela…»  Intanto la nube si ritrae lasciando spazio ad un piccolo elicotterino poco più grande della sua mano.
«Va bene, quello lo permetto» E abbasso il lanciamissili.
«Amico mio» Richiama l’attenzione del piccolo elicottero, che si volta verso di lui. «Portami via da questo cattivone»
Si aggancia alla base con un dito e come se fosse una piuma si lascia trascinare via in cima alla torre centrale di Enderia, dove tutto è pronto per lo spettacolo finale.
«Ma certo, io sono quello cattivo»
Un lampo e lo raggiungo, lui si volta al mio arrivo, mi guarda e scuote la testa.
«Quanto sei scontato, fratellino» E torna ai suoi preparativi.
Dopo circa una mezz’ora ecco Ettore salire sulla torre per dare il segnale.
«Ragazzi siamo pronti per lo spettacolo finale?» Chiede con un po’ di fiatone.
«Certo. Resti qui per i fuochi?» Gli chiedo con un pizzico di malizia. Lui si gratta la testa e sorride.
«No, è che… so che dovevo dare una mano, ma volevo chiedervi se… ecco…»
Massimo lo guarda per un attimo, poi si volta nuovamente.
«Ci stai chiedendo se possiamo fare a meno di te…» Gli concludo la frase «…ma allo stesso tempo ti senti in obbligo nei nostri confronti. Tu che dici Max, possiamo fare a meno di lui?»
Massimo senza rispondere genera una sfera e da quella esce fuori uno dei quei piccoli bastardini parlanti che tanto odiamo, che come si posa a terra e prende coscienza ci squadra dall’alto in basso come se ricordasse che lo abbiamo pestato. Massimo lo guarda e si accorge della sua rabbia, poi guarda noi che lo guardiamo impalliditi.
«Perché ho l’impressine che mi sfugga qualcosa?» Chiede a tutti e tre.
«Chiedilo a loro!» Risponde l’essere con voce stridula. Noi scuotiamo vigorosamente la testa negando ogni cosa.
«Mah, sarà. Comunque tranquillo, Ettore, vai dalla tua bella… e falle gli auguri da parte mia. Poi glieli farò io di persona»
Ettore lo guarda sorpreso e resta senza parole.
«Ehm… che mi sono perso?» chiedo io notando il silenzio.
«Gli ho chiesto di sposarmi… ma… non lo sapeva nessuno, tu come…?»
«Mio caro Ettore, io ho orecchie e occhi dappertutto. E comunque mi riferivo all’altra cosa. La proposta era più una di contorno…» Lo guarda per un attimo poi torna a controllare tutti i fuochi con la sua piccola creatura che per un attimo, un solo attimo, gli sorride come a sapere di cosa parla il suo padrone.
«Ettore?» Insisto.
«È incinta! Avrò un figlio!» Sorride e torna a guardare Massimo. «Te l’ha detto lei?»
«No, Ettore. Ricorda sempre una cosa: gli occhi di una persona, se li guardi con la dovuta attenzione, ti svelano tutti i suoi segreti, e nei suoi ho visti quelli di mia madre quando doveva nascere… quella faccia d’angolo che è qui con me. I miei poteri me ne hanno solo dato conferma. Su, vai, non farla aspettare»
Ettore gli sorride, anche se lui non può vedere, e si avvicina alle scale.
«Andrea dagli uno strappo, o non farà mai in tempo»
Senza rispondere mi avvicino a lui e gli poso la mano sulla spalla.
«Beh, allora auguri doppi, Ettore. Salutaci la sposa!» E prima che possa rispondere lo spedisco nella tribuna reale al fianco della sua Debora.
«Quando volevi dirmelo?» Gli chiedo avvicinandomi ai cannoncini per controllare che siano puntati bene.
«Non era compito mio farlo, ma non riuscivo più a starmene zitto. Lo so da una settimana» E si gratta la testa.
Uno degli addetti si avvicina.
«I fuochi sono pronti ma posso farle una domanda ? »
«Certo che può. Dica pure»
«Ha promesso un’ora circa di fuochi, ma con la velocità che ci ha indicato questi appena sistemati finiranno in mezzora. Siamo ancora in tempo per…»
«Inizi la procedura e non si preoccupi. I fuochi saranno più spettacolari che mai… saranno il fiore all’occhiello dei festeggiamenti! Se ne parlerà per molto tempo…» Risponde Massimo guardando la folla in attesa sotto di noi.
«Non si preoccupi, sicuramente li ha piazzati altrove ma ci sono» Lo consolo io, ovviamente ignaro di quello che sta per succedere.
«Andrea, la barriera della città?» Chiede voltandosi e guardandomi con un aria di chi si prepara a giocare un bello scherzo… e la cosa mi preoccupa.
«È stata già abbassata al di sotto di questo tetto. I cittadini sono al sicuro, e il vento… beh, non c’è, come speravamo»
«Ottimo, possiamo iniziare!» Replica mio fratello, che allo scoccare del campanile però non da’ il segnale.
«Massimo, è ora. Perché non inizi?»
«Un po’ di suspance non guasta mai» Si volta verso gli addetti. «Al mio segnale… scatenate l’inferno! Ah ah… non vedevo l’ora di dirlo!» e si mette a ridere.
«Tutti pronti?» Riprende una deccina di secondi dopo. «Eeee… fuoco alle micce!» Scuote il braccio come se dovesse lanciare un rampino, e con il primo fuoco fa’ un saltello.
I fuochi iniziano partendo da semplici esplosioni fino ad arrivare a cascate di colori, fiori stelle, fontane, fuochi di ogni genere e tipo, senza parlare delle dimensioni, visto che riempiono il cielo di Enderia lasciando la cittadinanza senza parole.
I fuochi proseguono come previsto fino a raggiungere la mezz’ora prevista.
«E adesso, signore?» chiede un addetto che esce da sotto la tettoia fatta mettere appositamente per loro
«Adesso tocca a me. Procedo» Affermo uscendo allo scoperto.
«Aspetta un attimo! Ti dico io quando»
«Ancora? Ma perché sei così crudele?»
Lui si affaccia giù e nota l’agitazione. «Perché quello che vedrai adesso l’ho immaginato migliaia di volte e poterlo fare adesso è davvero spettacolare. Vedi, Andrea, non c’è nessun cannone piazzato in giro per la città»
Si volta e da dietro di lui escono altri nove esserini che subito mi puntano e… uno di loro è anche completamente nero, a differenza degli altri che sono marroncini.
«E quelli che ci fanno qui?» Chiedo io additandoli.
«E lui che ci fa qui?» Chiedono loro con la loro voce stridula, e additandomi allo stesso modo si voltano verso di mio fratello.
«Buoni, ragazzi, fa parte del programma. Non mi chiedete cose che già sapete» Risponde allineandoli uno ad uno alle loro postazioni.
«Ora Andrea! La folla è pronta, e anche i miei piccoli cannoncini»
«Che?» Chiedo io, ma lui mi incita ad eseguire il mio compito, ed ecco la prima scarica di fulmini ad ampia dispersione colpire le nuvole formatesi con le esplosioni. Poi una seconda che colora il cielo di rosso e infine la terza, più potente, a due mani. Un istante dopo gli esserini generano delle sfere che lanciano insieme nel cielo formando un cerchio e rimanendo in sospensione. Iniziano a girare in cerchio mentre massimo tira fuori la sfera di fuoco esplosiva nella sua tasca e la lancia nel centro.
«Speriamochedurisperiamochedurisperiamochedurisperiamocheduriii!»
Esplode al centro esatto, facendo esplodere le altre che generano una cascata a vortice di mille colori diversi. I piccoli Max iniziano a sparare a raffica con uno strano sorriso e le sfere esplodono formando nuovi colori e disegni nel cielo… beh, con la magia è più facile la formazione di figure complesse.
«Perché “speriamo che duri”?» Gli chiedo.
«Beh, sai, non sapevo quanto tempo restava. L’avevo messa in stasi…»
«Del tipo che ci esplode in faccia ma va bene lo stesso, vero?»
Lui fa’ un sorrisino supido ma non mi risponde.
Intanto, mentre i nove sparano, il decimo tutto nero rimane a braccia conserte imbronciato. Massimo si avvicina e inizia a punzecchiarlo.
«Guarda che adesso tocca a te, preparati»
«Io non lo faccio, non mi va!»
«Ma come? Eravamo d’accordo che avresti fatto la tua parte!» Replica mio fratello.
«Ho cambiato idea, non mi va!»
«Ah è così? Non ti va?» Inizia a picchiettare sulla sua testa fino ad innervosirlo del tutto.
«Smettila, è fastidioso!»
«Ma dai? Non lo sapevo» Risponde Massimo divertito.
«Sì, lo è. Smettila»
«Beh, hai due possibilità. O fai quello che ti ho chiesto o continuo»
«Non sono due scelte, è una sola!» Protesta quello.
«Esatto, sei intelligente… Su, dai, lo so che hai solo paura di sbagliare ma non importa. Sarà comunque uno spettacolo, e poi fidati, non sbaglierai nulla, anzi… sarà stupefacente!»
Ora sembra convinto e, liberandosi dalla sua tortura si posiziona davanti ai suoi fratelli. Inizia quindi una nuova serie: sfere luminose iniziano a ruotare come piccoli aeroplani. con la loro scia creano vortici di colori esplodendo in gigantesche stelle.
Gli addetti scendono nella piazza a godersi la scena, mentre i dieci e noi due restiamo lì, con la piccola aggiunta di qualche saetta e sfera di Massimo che addirittura riesce a fare un drago di fuoco che plana sulla città.
Una voce che conosciamo ci sorprende alle spalle: «Questa mi ricorda qualcosa»
«Un momento, questo…» Mi volo e vedo il Dottore dietro di noi. »Ma allora questo pomeriggio ho sentito davvero qualcosa…»
«Si Andrea, ero io. Mi sono mischiato tra la folla e ho partecipato anche a qualche evento. La corsa dei carretti è divertente, ma non me la sono sentita di salire su quei trabiccoli»
«Sono più sicuri del tuo Tardis… Dottore» Risponde Massimo, avvicinandosi e mettendosi le mani sui fianchi.
«Ssssshh, non dargli retta, tu sei sexy» E accarezza il suo Tardis.
Dopo qualche abbraccio e saluto ci da’ una notizia. LA notizia.
«Allora, ragazzi, siete pronti a tornare a casa?» Ci chiede sorridendo.
«Ma come? Adesso che ci sono i festeggiamenti tu ci porti via?» Chiede Massimo sorpreso e deluso.
«Beh, sì, in fondo siete arrivati con una esplosione… mi sembra la serata giusta, no?»
«Non è divertente, però hai ragione…» Mi volto verso Massimo «Mi manca un  po’ casa, a te no?»
«Sì, manca anche a me… come mi mancheranno loro» E si volta verso la tribuna d’onore dove sono presenti tutti i nostri amici «Ci siamo divertiti parecchio, e ne abbiamo passate di tutti i colori… ma prima o poi doveva finire»
«Beh, allora andiamo» Riprende il dottore.
«Ci puoi dare qualche minuto? Vorrei fare alcune cose, e immagino che anche Massimo abbia qualcosa da completare. Niente di lungo, promesso»
Il dottore ci guarda e apre la porta del Tardis.
«Vi aspetto all’uscita Est tra quindici minuti, sotto il grandalbero. Non tardate»
E scompare con il suo Tardis.
«Beh, e adesso? Come facciamo a salutare tutti prima di andare via?»
Massimo rimane a pensare. Poi alza la testa, infila la mano nella sua sacca e tira fuori una bomba targata “RSS+”
«E con quella cosa vuoi fare?» gli chiedo spaventato.
«Tranquillo… tu preparati a lanciare una sfera di energia per attivarla» Poi si volta verso i mini Max. «Ottimo lavoro, bravi a tutti, ma c’è un piccolo cambio di programma e mi servite tutti insieme»
Uno a uno scompaiono nella sua ombra, mentre l’ultimo lancia un ultimo fuoco a forma di cerchio magico con il simbolo di Arbor che si trasforma poi in Sano.
«Ho capito il tuo augurio, ora vieni anche tu» Gli dice Massimo. Lui si volta, sorride e rientra nel fumo che nel frattempo Massimo sta sprigionando intorno a se e alla bomba, e ad opera conclusa questa presenta in tutte le sue facce il simbolo della nostra ditta… Mio fratello in posizione da “Vault boy”
«Pronto Andrea? Guarda che lancio parecchio alto!»
«Quanto alto puoi lanciare?»
Mi volto e lo vedo alzarsi in aria, avvolto dalla distorsione, mettersi parallelo al pavimento e con un braccio gigante lanciare la bomba che inizia a lampeggiare come un segnale luminoso. La bomba viene scagliata quasi fuori l’atmosfera e a malapena riesco a vederla.
«Cavolo, non scherzavi!»
«Certo che no! Ce la fai?»
«Sì, sì, dimmi quando»
Qualche istante e mi da’ il comando. Lancio la mia sfera rossa, che a tutta velocità raggiunge la sua bomba attivandola.
Lui cade lentamente a terra e rimane ad osservare il gigantesco simbolo della nostra ditta ingrandirsi sempre di più. L’onda d’urto mi costringe a terra, mentre la barriera protegge gli abitanti.
«E adesso, il saluto!»
Con un rapido gesto muove le mani come a intrappolare qualcosa e nell’aria tutte le luci si radunano in un sol punto per poi esplodere nuovamente formando una scritta “Grazie” a lettere gigantesche. La folla esulta e l’evento è un grande successo, come previsto da Massimo che rialzandosi sorride beato.
«Adesso andiamo, non abbiamo molto tempo» Riprende Massimo.
«Alzo la barriera. Tu dove devi andare?» Gli chiedo.
«In ufficio» Mi risponde. Poi mi guarda e gli viene da ridere. «Scommetto anche tu»
Gli sorrido e lo porto in un lampo a destinazione.
«Avevo preparato un puzzle, vedi? Qualche quadro è spostato e alcuni non ci sono. Sai perché?»
Lui mi guarda spaesato.
«Lascerò il nostro libro, quello della profezia, qui nella nostra stanza, e solo chi ci conoscere o indagherà a fondo su di noi capirà che qui c’è una combinazione da risolvere che aprirà la camera segreta. Ovviamente dobbiamo disattivare la leva nascosta»
«Sì, mi piace. Motivo in più per prendere il mio libro di Magia, devo darlo a qualcuno. Chiuso li dentro passerà troppo tempo prima che lo trovino, mentre in realtà serve subito»
Entra nella stanza e prende il suo Taumonomicon speciale, poi si mette a ridere e prende un secondo libro da uno scaffale.
«E quello perché?» Gli chiedo prima di sigillare per sempre la stanza.
«Per il dottore» Risponde lui ridendo.
Un secondo lampo e raggiungiamo il Dottore, o meglio, il Tardis nascosto dietro la pianta. Ci avviciniamo ed eccolo uscire.
«Allora, siete pronti?» Chiede rientrando e lasciando aperto. Massimo si solleva raggiungendo uno dei rami del Grandalbero e in una cassa nascosta tra le foglie posa il libro in attesa di essere trovato, poi scende e mi segue nel Tardis.
«Perché l’hai messo lì? Sicuro che lo troverà qualcuno?» Gli chiedo sorpreso del gesto «Tanto valeva lasciarlo dove era»
«Tranquillo, emette dei segnali magici che sentirà solo il suo futuro proprietario. Anzi, credo che già sia attratto dal libro come una falena con la luce» Poi estrae il secondo libro e lo mostra al dottore.
«Questo è per te»
Il dottore lo apre e lo guarda velocemente, poi lo lancia via spaventato.
«Che scherzo è questo?» Urla guardando Massimo.
«Parli tu che ci hai mollato in un mondo ostile senza nemmeno un bastone per difenderci!»
«E senza spiegazioni!» Aggiungo.
«A che vi serviva un bastone? Sapete benissimo come difendervi in questo mondo»
«Per dartelo in testa! Mi prude ancora l’ascia dietro la schiena!» Specifica Massimo. Fa’ per toccare la sua amica e si accorge di non avere più armi. Io allo stesso modo inizio a cercarle.
«Ma dove sono finite le nostre armi?» Chiedo sorpreso.
«Il tardis. A Sexy non piacciono le armi. Ve le ha tolte al vostro ingresso, e probabilmente le ha messe nella vostra armeria nell’overword»
Ad un tratto la porta del tardis si apre e il libro caduto lì vicino viene risucchiato fuori.
«No! Il mio libro» Urla Massimo avvicinandosi alla porta, che il dottore sigilla subito da console.
«Andato. Si vede che non gli piaceva quello che c’era scritto, mi spiace»
«E adesso dove ci lasci?» Chiedo io avvicinandomi alla console.
«A cinque minuti dal vostro prelievo. Massimo, la tua bici e nella terza stanza a destra, secondo livello »
«Bici? Quale bici?» Domanda lui spaesato.
«Non ti ricordi più? Ti ha prelevato mentre eri a fare la tua passeggiata. Sei tornato lo smemorato di prima, eh?» Rispondo io ricordandomi di quei tragici momenti.
«Siamo arrivati. Ci sei Max?» Chiede il dottore guardando verso uno dei corridoi. Massimo ne esce vestito come allora, con la sua bici.
«Dì al Tardis di smetterla con questi cambi di vestito. È snervante!» Poi alza la mano. «Questo però non me l’ha tolto… strano» E fa’ roteare l’anello facendomelo notare. I suoi occhi si aprono, tornando quello di sempre nel nostro mondo.
«Ci sarà un motivo, non credi?» Afferma il Dottore facendogli strada verso l’uscita
«E quale?» Chiede lui guardandolo.
«E io che ne so?» E lo spinge fuori richiudendo e correndo alla console.
«Ora tocca a te. Puoi uscire» Mi dice
«E adesso che faccio?» Gli chiedo, restando per un attimo sulla soglia della porta del Tardis.
«Non so. Volendo potresti scrivere un libro…» Risponde lui, che sorridendo torna a combattere con la console.
Io esco. La porta si chiude, e lui scompare come se niente fosse. Mi siedo alla mia scrivania. Come per Massimo i miei vestiti sono come quelli di allora. Con un sorriso apro il mio pc e avvio Word
 
Alternative Dimensions
Il Diario della Profezia

Cap.1 Lo Scherzo del Viaggiatore
 
« E adesso come comincio…?» Prendo in mano il mio diario di avventura e, ricordando quei lontani ma appena trascorsi momenti, inizio a scrivere.
 
 
 
 
 
In Minecraftia, circa due giorni dopo la nostra partenza, un giovane si fa aiutare dal suo amico più robusto a raggiungere il ramo più alto del grandalbero a Est di Enderia. Si arrampica come in cerca di qualcosa fino a trovare la cassa. La apre, e il Taumomicon è lì che lo aspetta, brillante di una lieve luce arcana.
«Allora, Edoardo? Hai trovato quello che cercavi?»
«Sì Jacopo! Ora ci divertiamo!»
  
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