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Autore: aaannacolli    06/09/2016    0 recensioni
E se Draco Malfoy si fosse innamorato durante il suo quinto anno ad Hogwarts di Hermione Granger? E se fosse subito passato dalla "parte giusta" prima della Seconda Guerra Magica voltando le spalle alla sua famiglia?
La storia è ambientata durante la Seconda Guerra Magica. E' la mia prima fanfiction (ovviamente una Dramione), quindi recensite in tante, spero possa piacervi
Dal testo: "Non sento niente, non vedo niente se non lei, che ricambia il mio sguardo. Ma non è il solito sguardo carico di odio e rancore però, è uno sguardo curioso, e in effetti non la biasiamo: che diamine ci faccio tutto sporco e gravemente ferito all'interno della mia stessa casa?"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Il tempo attorno a me si blocca, o forse sono io ad essere paralizzato.
Non percepisco niente. Anzi, l’unica cosa che riesco a realizzare è che Harry Potter è morto. L’unica cosa che riesco a visualizzare in mezzo a tutti quei Mangiamorte agitati e urlanti è che, Il Ragazzo Che è Sopravvissuto, giace adesso a pochi metri da me, immobile.
Mi guardo attorno cercando di riprendere lucidità, di capire ciò che è appena accaduto. E adesso cosa succederà? Cosa ne sarà del Mondo Magico ora che lui è morto?
Voldemort cerca di rialzarsi dall’impatto che la Maledizione contro Potter ha appena provocato. Mia zia Bellatrix cerca di aiutarlo ma lui la scansa irritato, il suo unico pensiero è sapere se Potter è ancora vivo.
Sembrano tutti timorosi di avvicinarsi al suo corpo, perfino l’Oscuro Signore.
Quest’ultimo poi si gira verso di me, e con uno sguardo eloquente e intimidatorio alza il mento verso la figura di Potter.
Mi alzo a fatica, fitte di dolore mi trafiggono l’addome provocandomi un senso di nausea e vertigine, ma non ci bado. Piano piano mi avvicino al corpo e mi chino sul suo volto, alla ricerca di un qualsiasi segno di vitale.
Lì per lì, apparentemente, ciò che vedo sembra essere un corpo senza vita, ma più mi avvicino, più mi rendo conte che in realtà, anche se impercettibilmente, quel corpo respira ancora.
Mi avvicino ancora di qualche centimetro al suo viso, fingendo di controllare la sua respirazione e intanto gli sussurro pianissimo.
-Tieni duro, non ti lascerà stare così facilmente.-
Lo vedo annuire cauto. Dopo ciò mi alzo in piedi a fatica e punto i miei occhi in quelli di Voldemort.
-E’ morto.-
Un urlo di gioia si alza tra tutti i Mangiamorte. Lui ha l’aria di un bambino il giro di Natale, se prima sembrava debole e vulnerabile, ora è la reincarnazione della gioia.
Si volta verso Dolovh e Fenrir.
-Prendete il traditore, voglio che la Mezzosangue Granger assista alla dipartita del suo caro Draco.-
Stringo i denti dalla rabbia, non voglio che Hermione mi veda sconfitto dal quel pezzo merda.
I due Mangiamorte si avvicinano velocemente a me. Dolovh mi tira un calcio alle costole mentre Fenrir mi lega i polsi con delle corde incantante, che ad ogni mio movimento diventano incandescenti.
Intanto Voldemort sovrasta Potter, tira fuori dal mantello la famosa bacchetta di Sambuco e lentamente la punta verso il suo corpo.
I suoi movimenti sono freddi e calcolati, come se volesse assaporare ogni singolo secondo di quel momento. Si volta verso me e i Mangiamorte.
-Visto? Harry Potter è morto per mano mia e ora nessun uomo vivente può minacciarmi! Guardate! CRUCIO!-
Vedo il corpo di Potter spostarsi di qualche metro a causa dell’impatto, ma a parte questo riesce a mascherare il fatto di essere ancora vivo.
La tortura non finisce lì, ma anzi continua per un tempo che mi pare infinito. Volano maledizioni di ogni tipo dalla bacchetta di Voldemort, che colpiscono puntualmente Potter.
Quando l’atroce spettacolo finisce mi ritrovo a sospirare di sollievo, poi Lui parla di nuovo.
-Ora andremo al castello e mostreremo a tutti che fine ha fatto il loro eroe. Chi di voi trascina il corpo? No… un momento…-
Si volta verso Hagrid, ancora incatenato all’albero.
-Lo porterai tu, lo si vedrà bene tra le tue braccia, no? Raccogli il tuo piccolo amico Hagrid. E gli occhiali… mettigli gli occhiali… devono riconoscerlo.-
 I Mangiamorte liberano Hagrid dall’albero.
Il suo faccione è ricoperto di sangue, terra e sudore, ma tra tutto quello sporco son ben distinguibili le righe delle lacrime che solcano il suo volto.
Osservo Hagrid prendere tristemente in braccio Harry, vorrei dirgli che è vivo, che sta bene, più o meno, ma mi trattengo dal farlo.
Intanto il gruppo di Mangiamorte che occupava la radura pochi attimi fa, si sta incamminando dietro a Vodemort.
-E ora mostriamo agli impavidi guerrieri di Hogwarts cosa succede a sfidare l’Oscuro Signore.-
Una risata sadica si alza tra tutti loro mentre si crea una specie di ridicolo corteo. In testa Voldemort con Hagrid con in braccio Potter, dietro tutti gli altri, tra cui me, Dolovh e Fenrir.
La voce di Voldemort si fa di nuovo sentire.
-No, lui davanti, voglio che la Granger veda che non è riuscito a salvare il suo amichetto Potter.-
Vengo malamente strattonato vicino ad Hagrid da Fenrir e Dolovh.
Comincio a camminare, cerco di tenere il passo con gli altri Mangiamorte ma sono debole: inciampo ogni due passi, le corde incandescenti mi appannano la vista dal dolore e sento la ferita sul mio torce pulsare al ritmo del mio cuore.
Oramai siamo arrivati al limitare della Foresta Proibita, in lontananza scorgo le mura di Hogwarts. Alla vista del castello un senso di ansia e angoscia si impossessa di me: i segni della guerra sono ben visibili e sono terribili.
Qui Voldemort si ferma, e con lui tutti i suoi servitori.
-Fermi.-
Poi amplifica la sua voce puntandosi la bacchetta alla gola.
-Harry Potter è morto. E’ stato ucciso. Stava fuggendo, per mettersi in salvo mentre voi davate la vita per lui. Vi portiamo il suo corpo a dimostrazione che il vostro eroe è caduto. Abbia vinto la battaglia, avete perso metà dei vostri combattenti. I miei Mangiamorte vi superano in numero e il Ragazzo Che E’ Sopravvissuto è morto. La guerra deve finire. Chiunque continui a resistere, uomo donna o bambino, verrà ucciso insieme a tutti i membri della sua famiglia. Uscite dal castello, ora, inginocchiatevi davanti a me nel nuovo mondo che costruiremo insieme.-
Poi toglie la bacchetta dalla gola, la ripone nel mantello e riprende a camminare.
-Andiamo.-
Le alte mura della scuola sono ridotte ad un ammasso di macerie, corpi di ambedue gli schieramenti riempiono il terreno. Voldemort con un solo gesto della mano li sposta di lato, come se fossero inutile spazzatura.
Siamo vicini e in lontananza vedo tutti gli studenti, gli insegnanti e gli Auror ammassarsi dal cortile di Hogwarts, davanti all’ingresso del castello. Dietro di me sento i passi di altri centinaia di Mangiamorte che devono essersi uniti al corteo durante il tragitto verso la scuola.
Più ci avviciniamo al cortile, più facce riesco a riconoscere. Sono tutti sconvolti dalla guerra, dalle perdite, dalle ferite, sia morali che fisiche.
Ci fermiamo a una ventina di metri dagli altri studenti. In prima fila vedo Paciock, la Lovegood, Dean Thomas e altri ragazzi che del mio stesso anno insieme agli insegnanti e agli Auror, mentre i più giovani si trovano dietro di loro o probabilmente all’interno del castello.
Cerco con gli occhi la figura di Hermione finchè non la vedo farsi spazio tra la folla insieme a Weasley.
Un senso di sollievo mi pervade nel vederla ancora viva. Non appena i miei occhi incontrano i suoi non smetto un attimo di guardarla. Anche se ha tutti i capelli arruffati, il viso sporco e i vestiti lacerati è la cosa più bella che io abbia mai visto.
Cerco di farle un sorriso di incoraggiamento, ma leggo la paura nei suoi occhi. Vorrei dirle che Potter è vivo, che andrà tutto bene, ma non so neanche io come andrà a finire.
Un urlo straziante si alza dalla folla. E’ la McGrannit, seguita da Ginny e Ronald Weasley. Hermione, invece, piange in silenzio, gli occhi puntati su di me.
A quella scena l’Esercito di Silente non tarda a farsi sentire, volano urla di indignazione e ingiurie contro i Mangiamorte e Voldemort.
-SILENZIO!-
Un’esplosione vola in mezzo ai due schieramenti, proviene dalla bacchetta di Voldemort.
Cala di nuovo il silenzio.
-E’ finita! Posalo ai miei piedi Hagrid, dov’è giusto che stia!-
Hagrid obbedisce e posa Potter per terra, ai piedi di Voldemort, che comicnia a camminare avanti e indietro davanti a lui.
-Visto? Harry Potter è morto! Lo capite adesso, illusi? Non è mai stato altro che un ragazzo che contava sul sacrificio degli altri!-
Vedo Weasley tra la folla che comincia ad agitarsi, si fa largo tra la gente per poterlo guardare in faccia.
-Lui ti ha sconfitto!-
L’urlo di questo riaccende le grida dell’Esercito di Silente, ma un’altra esplosione provocata dalla bacchetta di Voldemort zittisce di nuovo tutti i presenti.
-E’ stato ucciso mentre cercava di scappare di nascosto dal parco del castello, ucciso mentre tentava di mettersi in salvo…-
Questa volta è Paciock ad insorgere, scagliandosi scontro lo schieramento dei Mangiamorte, la bacchetta sguainata. Viene subito fermato da Voldemort che lo disarma e o schianta, provocando i grugniti di dolore di quest’ultimo, che tanto prova a rialzarsi.

Provo a protendermi verso di lui per aiutarlo, ma subito Dolovh mi molla un calcio in faccia.
-Sta fermo, traditore.-
Prendo una spallata per terra, provo a rialzarmi ma le corde incandescenti mi impediscono ogni movimento. Quello mi molla un altro calcio ridendo.
Stringo i denti, non gli darò la soddisfazione di sentirmi gemere dal dolore. Gli sputo sui piedi.
-Vaffanculo stronzo.-
-Non ne hai avuto abbastanza?-
Un altro calcio nel costato. Tossisco per riprendere fiato e noto che esce sangue dalla mia bocca. Pure questa.
Cerco di rialzarmi e nel mentre la voce di Voldemort interrompe lo scambio di battute tra me e Dolovh.
-Dolovh insomma, è così che si trattano i Purosangue? Ogni cosa a suo tempo debito.-
Dolovh china il capo sottomesso.
-Si mio Signore.-
Cerco gli occhi di Hermione ora inondati di lacrime, le mimo con la bocca un ‘Andrà tutto bene’, sorrido di nuovo e con molta fatica riesco finalmente ad alzarmi.
Una volta in piedi noto che Paciock è riuscito ad alzarsi e guarda Volemort fisso negli occhi, il mento alto e fiero.
-Chi è costui? Chi si è offerto volontario nel dimostrare che cosa accade a coloro che continuano a combattere quando la battaglia è perduta?-
Risponde Bellatrix alla domanda, con una risata gioiosa.
-E’ Neville Paciock, mio Signore! Il ragazzo che ha dato tanti grattacapi ai Carrow! Il figlio degli Auror, ricordate?-
-Ah si, ora ricordo, ma tu sei un Purosangue, vero, mio giovane ragazzo?-
Vedo Neville stringere i pugni.
-E allora?-
-Mostri spirito e ardimento e discendi da una nobile stirpe. Sarai un Mangiamorte molto prezioso. Abbiamo bisogno di gente come te Neville Paciock.-
La rabbia e la determinazione nel viso di Paciock sono evidenti.
-Mi unirò a te quando l’inferno gelerà!-
Ora si volta verso la folla.
-Esercito di Silente!-
Un boato segue l’incitazione di Neville ed è questa la goccia che fa traboccare il vaso.
-Molto bene, se questa è la tua scelta, Paciock, torneremo al piano originale. L’hai voluto tu.-
Vedo che fa un cenno dal capo a Fenrir e Dolovh. In un attimo vengo spintonato in mezzo ai due schieramenti. Vengo messo in ginocchio, le spalle verso i Mangiamorte, il voto verso Hogwarts.
Cerco di divincolarmi ma sono troppo debole, troppo ferito.
Tengo la testa alta e non smetto un attimo di guardare Hermione, come a volermi riempire gli occhi di lei.
La voce di Voldemort intanto si rivolge a tutti i presenti, ma mi sembra lontana, come se tutto fosse in secondo piano eccetto lei.
-Direi di fare una cosa alla volta, i traditori del proprio sangue vengono prima degli sciocchi Grifondoro che pensano di potermi sfidare, o sbaglio?-
Una risata divertita si alza tra i Mangiamorte.
-Caro il mio Draco, proprio perché sono magnanimo ti offrirò un’ultima possibilità di salvarti. Riunisciti a me e giuro che lascerò in vita.-
Serro la mascella e mi volto verso quell’essere bastardo.
-La morte piuttosto.-
Lo vedo diventare serio tutto d’un colpo. Mi giro di nuovo verso l’Esercito di Silente, alla ricerca degli occhi che mi hanno fatto perdere la testa per anni, che mi hanno fatto innamorare. Li trovo e sorrido. Anche se morirò l’ultima cosa vedrò sarà lei.

Sento i singhiozzi soffocati di mia madre provenire dai Mangiamorte, ma oramai la cosa non mi tocca.
-Molto bene, allora.-
Sento a bacchetta di Sambuco premere contro la mia tempia, ma io non smetto un attimo di guardare gli occhi di Hermione, che intanto piange disperata.
Le mimo un ‘Ti amo’ con la bocca e mi preparo a ciò che verrà.
Sento la voce di Voldemort pronunciare le prime sillabe dell’anatema che uccide, quando è il caos.
Rinforzi da non so dove cominciano a riversarsi verso il castello. Un gigante dall’aria puerile si dirige verso Hagrid a passi pesanti, scansando qualunque Mangiamorte gli si para davanti. Avverto un rumore di zoccoli provenire dalle mie spalle e una moltitudine di frecce riversarsi sui seguaci di Voldemort che, spaventati, rompono i ranghi e si disperdono.
Innumerevoli Thestral volano in cielo, attaccando lo schieramento nemico con becco e artigli.
Ma la cosa più incredibile è che Potter, non so come, è sparito.
Pure Voldemort sembra notare la sua mancanza, perché distoglie l’attenzione da me per rivolgerla alla battaglia.
Mi rendo conto di essere ancora vivo quando sento le mie mani libere dalle corde incandescenti e una matassa di capelli ricci e castani invadermi il campo visivo, mentre Hermione si getta su di me ancora in ginocchio, facendo cadere disteso per terra.
Cerco di sorridere ma il dolore delle ferite mi mozza il respiro, anche se cerco di non darglielo a vedere.
Avvolgo il suo corpo con le mie braccia e la stringo a me forte, mentre lei soffoca i singhiozzi nell’incavo tra la mia spalla e il collo.
Trema come una foglia e sembra non aver intenzione di cambiare posizione.
Mi tiro su col busto, sollevando anche lei in modo da stare seduto ed averla in braccio. Poi, delicatamente, le accarezzo il viso con una mano, con una dolcezza che non sapevo neanche di avere.
Piano piano si volta verso di me e mi sorride, gli occhi ancora gonfi di pianto.
La guerra attorno a noi si è spostata all’interno del castello, ma nessuno bada a noi.
-Ehi.-
Le rivolgo un sorriso dolce, spostandole lentamente una ciocca di capelli ricci che le era caduta sul volto.
 Tira su col naso come una bambina e poi mi sorride.
-Ehi.-
-Visto che alla fine non sono morto?-
Mi becco un coppino dietro la nuca.
-Non dirlo neanche per scherzo! Ho avuto paura Draco.-
-Certo, uno come me poi dove lo trovi di nuovo?-
-Ma la pianti?-
Incredibilmente si volta dall’altra parte e mette su il broncio. Avvicino le labbra al suo orecchio sfiorandolo appena e riducendo le mie parole a un sussurro.
-Ti amo Hermione, più di qualsiasi altra cosa al mondo, sai?-
Mi allontano da lei e la guardo arrossire leggermente, mentre si protende verso di me. Non me lo faccio ripetere due volte e assaporo finalmente le sue labbra dolci e morbide.
La stringo a me ancora di più aumentando la presa attorno ai suoi fianchi, mentre lei affonda le dita tra i miei capelli.
Intanto però i rumori della guerra continuano attorno a noi, riportandomi alla realtà. Mi stacco a malincuore da lei. Ho la voce roca per il bacio ma cerco di ragionare lucidamente nonostante la sua vicinanza.
-Hermione, non possiamo stare qua, dobbiamo andare.-
Annuisce, mi aiuta ad alzarmi. Sono ridotto abbastanza male e faccio fatica a camminare quindi devo appoggiarmi in parte a lei.
Odio essere così vulnerabile, in più sono anche disarmato.
Quando raggiungiamo finalmente la Sala Grande la scena che ci troviamo di fronte è indescrivibile.
Studenti, genitori, Auror, professori, feriti, e si, anche morti, si trovano ai lati della sala, mentre al centro Voldemort e Harry parlano e si guardano in cagnesco, camminando circolarmente l’uno davanti all’altro.
Noto che tra i cadaveri più vicini al centro della sala, c’è anche quello di Belleatrix Lestrange, più bianca e vitrea che mai.
Hermione si stringe a me, so che ha paura per Harry, ma come dice la profezia, è una cosa che deve fare da solo, non possiamo interferire.
Nasconde il volto nel mio petto mentre l’Avada Kedavra di Voldemort si scontra con l’incantesimo di disarmo di Potter. Un lampo esplode nella sala, diventa difficile distinguere le sagome all’interno di quel bagliore, ma riesco ad intravedere la bacchetta di Sambuco volteggiare nell’aria e atterrare tra le mani di Harry.
La maledizione di Voldemort, rimbalzando contro l’incantesimo Exspelliarmus, ha colpito il suo mittente, uccidendolo.
Vedo il corpo fiacco e rattrappito di quello che era il mago più malvagio di tutti i tempi, ora con le braccia spalancate, le pupille a fessura degli occhi scarlatti che si girano verso l’alto, le mani bianche vuote e il volto da serpente inespressivo e ignaro, cadere per terra con banale solennità.
Nella Sala Grande passano attimi di incredulità, poi la consapevolezza di ciò che è appena successo investe tutti come un’ondata d’acqua.
Il dolore delle perdite, la gioia per la fine della guerra e il sollievo per essere ancora vivi si scatena all’interno dell’enorme Sala.
Hermione piange di gioia, mi salta al collo e mi bacia con un trasporto tale da far sentire a disagio le persone attorno a noi. Ma la cosa sembra non interessare a nessuno dei due, perché io, almeno, non ho intenzione di smettere.
Affondo una mano tra i suoi capelli mentre con l’altra le cingo un fianco, facendo passare due dita sotto la maglietta, a contatto con la sua pelle.
A quel tocco la sento rabbrividire e intensificare il bacio.
Quando si stacca mi guarda felice, poi si avvicina finchè i nostri nasi non si sfiorano e le nostre fronti non si toccano.
-Ti amo Draco Malfoy.-
 
   
 
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