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Autore: Medeafire    08/09/2016    6 recensioni
Sakura vive ad Argo con i suoi genitori, il padre è richiamato per prendere parte ad una lotta ma la figliola decide di stravolgere un po' la situazione.. cosa c'entra Sasuke in questa storia? scopritelo!
sarà una storia avventurosa, frenetica, piccante ma anche sentimentale, giusto per equilibrare il tutto!
mi chiamo medeachan29 e questa è la mia prima storia, la mia prima long con rating arancio, in pratica la mia prima volta! alzerò il rating durante il corso della storia se lo riterrete opportuno
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Suigetsu | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Sento un dolore lancinante alla testa, come se qualcuno mi stia martellando dall’interno, un fischio continua ad offuscare il mio udito, sento tutto attorno a me ovattato, cerco a fatica di aprire gli occhi ma tutto ciò che riesco a vedere è una macchia nebulosa di colori, sono costretta quindi a chiuderli e strofinarli nella speranza di risolvere il problema; sebbene il mio corpo sia intorpidito riesco a percepire una superficie morbida sotto di me e solo in quel momento capisco di trovarmi in un letto.
D’un tratto le immagini della sera precedente si riaffacciano nitide nella mia mente.. quindi vuol dire che Sasuke sa della mia vera identità?!
No -impossibile-, non mi avrebbe permesso di riposare e riprendermi, non mi avrebbe sistemato in un letto caldo e in primis non mi avrebbe soccorso.
Con questi pensieri positivi mi decido ad alzarmi per potergli parlare e fargli capire le mie ragioni, sono sicura che mi ascolterà e saprà capirmi.. andrà bene, il nostro rapporto non sarà rovinato e io potrò vivere con un peso in meno sulla coscienza. Se Sasuke sa che sono una donna d’ora in poi saprà anche tutelarmi meglio; sì devo parlargli urgentemente, mi inerpico quindi lentamente sulla testiera del letto e facendo leva sulle braccia cerco di mettermi seduta, riesco nell’impresa seppur con qualche difficoltà; in quel momento mi accorgo che il braccio destro è avvolto in una fascia e una chiazza di sangue campeggia al suo centro, non ne comprendo il motivo ma vedere quella fascia mi fa ripensare ai primi tempi quando Sasuke me ne diede una simile -ancora gelosamente custodita- per lo stiramento muscolare, la mia mente è offuscata da una spirale di cuoricini,
 sono quasi arrivata alla porta ma prima che io possa fare un altro passo la maniglia viene abbassata.
Fa il suo ingresso un Sasuke più bello che mai, non riesco a guardargli il volto perché è ruotato a tre quarti; è come se stesse guardando dietro di sé per vedere se ci sia qualcuno, sicuramente vuole essere prudente, d’altronde se si scoprisse che sono una donna anche lui dovrebbe subirne le conseguenze.
Lo guardo sorridendo timidamente, è stato così gentile, premuroso.. poi si gira e il suo sguardo entra nel mio raggio visivo.. il mio sorriso svanisce e vorrei sprofondare sotto terra, i cuoricini si spezzano e sento le gambe molli; è furioso, continua a intermittenza a stringere un po’ gli angoli degli occhi, la mascella, così come la bocca, sono serrate in una piega dura, la braccia sono rigide e le mani sono chiuse in due pugni, tutto il suo essere emana odio e rabbia e adesso non so davvero cosa aspettarmi.
Ci fissiamo e mai come adesso noto come i nostri occhi siano in contrasto, verde contro nero, sgomento contro buggera, sento come se la differenza di altezza tra noi si sia triplicata, vorrei scappare, vorrei dire qualcosa ma sento che anche il più flebile dei sussurri potrebbe minare alla sua, già precaria, pazienza.
 -non..
 -zitta.
 -ma!
 -stai zitta ho detto.
La situazione è peggio di quanto pensassi, ha chiuso a chiave la porta e si sta avvicinando lentamente verso di me, in quel preciso istante mi balena in testa che voglia uccidermi o picchiarmi, comincio a tremare e le parole mi muoiono in gola, ho la bocca secca e sto sudando freddo.
Siamo faccia a faccia adesso, non proprio visto che non ho il coraggio di alzare il viso per guardarlo, quindi la mia visuale è il suo petto.
-adesso mi ascolti, giochiamo a carte scoperte. Pretendo sapere cosa cazzo ci fai qui, cosa cerchi e cosa ti serve
-io sono..
Vorrei dirgli chi sono, da dove vengo e perché vengo e fargli capire che ho delle ottime ragioni per essere qui, la mia frase però viene interrotta da un sospiro spazientito del mio interlocutore accompagnato da un ghigno
-non ci siamo capiti. Non me ne frega sapere chi sei, sei meno di zero. Voglio sapere perché sei finita qui.
E con queste parole è proprio riuscito a farmi sentire meno di zero
-anzi no, non mi interessa sapere niente, adesso tu così come sei venut..a, sparisci.
Dicendo così si volta e mi dà le spalle
L’idea che mi rispedisca a casa e questi causi un disonore alla mia famiglia fa scattare in me qualcosa e ridestandomi dal torpore riesco a rispondergli
-so che ho mentito ma le mie ragioni sono giuste, se tu mi lascias-
-forse non sono chiaro, non me ne frega niente. Domattina ti rispedisco direttamente da dove sei venuta e fidati della mia parola, rimpiangerai di avermi conosciuto, sarò il tuo più grande incubo.
-non puoi farlo!
-ah si? E chi mi fermerà? Tu? Lascia questa stanza, stasera dormi fuori.
-un’altra cosa, se fai parola con qualcuno del fatto che tu sia una donna stai pur certa che le cose peggioreranno.
-non ti ho mai mancato di rispetto, non ti ho dato problemi, perché scoprire che sono una donna ti turba così?! Ho mentito ma l’ho fatto perché..
Di nuovo il mio discorso viene interrotto, penso di avere appena rotto quel fragile equilibrio a cui lui si era aggrappato perché si gira verso di me con uno sguardo omicida e inizia a stringermi le spalle con forza.
Il mio viso è a un soffio dal suo
-ti avevo chiesto una cosa ed una soltanto, di non mentirmi, e tu l’hai fatto. Non mi interessa ascoltare nessuna della tua scuse, domani tu lasci questo posto.
-..Se penso anche che ti ho presentata come uno dei miei uomini più fidati..
Mi lascia andare spingendomi leggermente e mi accorgo che per la stretta il braccio ha ripreso a sanguinare, gli occhi mi si riempiono di lacrime ma per fortuna almeno quest’umiliazione mi viene risparmiata visto che Sasuke è appena uscito dalla porta, sbattendola ovviamente.
 
 
**
 
Dopo aver cercato di fermare l’emorragia sono uscita dalla stanza con l’intenzione di rintanarmi in qualche angolino per continuare a piangere, sto ancora malissimo e l’unica cosa che voglio è trovare un minimo di sollievo
-sushi!
Come non detto
-tutto bene?! Come ti senti?!
-bene, credo bene
-sei stato privo di sensi per 4 giorni, ci hai fatto prendere un colpo!
-ma cos’è successo?
-a quanto pare durante il primo scontro che abbiamo avuto sei stato colpito da una freccia avvelenata, meno male che Sasuke è intervenuto subito altrimenti non credo che adesso saremmo qui a parlarne, comunque penso che avrai fame!
In realtà ho famissima ma se mi vedesse Sasuke sarebbe la fine quindi mento
-no sono ancora sono abbastanza scombussolata a dire il vero, preferirei andare a stendermi un po’
 
Non appena esco all’aria aperta sento il vento caldo accarezzarmi le guance, che strano: l’ambiente esterno è così in contrasto con il mio stato d’animo, vado a poggiarmi su una roccia con la speranza di poter riposare ancora un po’ .
 
-..vieni qui dai
Una voce cattura la mia attenzione, viene dal basso quindi mi sporgo leggermente per capire chi sia la fonte
-oggi sei particolarmente stressato, qualcosa non va?
-nh, tutto bene
Quella a cui assisto è una scena d’amore tra Tarpea e Sasuke, a quanto pare loro due si sono avvicinati molto, altrimenti non mi spiegherei lo stringersi delle loro mani.
Qualcosa a livello del mio stomaco comincia a bruciare
Poi avviene: Tarpea si issa sulle punte e dona un bacio a fior di labbra –non proprio a fior- a Sasuke che, ovviamente, ricambia, la mano di lei comincia ad accarezzare il volto di lui e il bacio diventa più intenso e serio
Vorrei impedirmi di guardare ma non riesco a smettere, sono ipnotizzata, ho la necessità di catturare ogni singolo frammento, non mi sfugge nemmeno il modo in cui Sasuke cinge la vita della ragazza
-è meglio rientrare
È Sasuke a parlare, e così come sono venuti, spariscono;
 resto quindi sola con i miei pensieri, realizzo che il bruciore allo stomaco non è fame ma angoscia, avevo stupidamente pensato di avere un rapporto particolare con lui, pensavo fosse una bella persona con una bella anima che riusciva a comprendermi davvero, a capire chi ero, cosa volevo, di cosa avevo paura. Con la stessa violenza di un secchio d’acqua fredda prendo coscienza di quanto Sasuke mi sia entrato sotto pelle, di come abbia scavato a fondo nella mia anima, avevo inconsciamente scordato di apparire ai suoi occhi come un ragazzo e avevo dato per scontato che lui avesse una qualche sorta di interesse per me; ma le sue parole erano state fin troppo chiare e taglienti per essere fraintese, mi vedeva solo come un compagno novello da proteggere.
 
Non so dire esattamente quando avessi preso sonno ma di certo non avevo dormito bene, il mio corpo era ancora scosso da brividi di freddo e la testa mi pulsava quindi già all’alba ero sveglia, fortunata perché proprio mentre stavo per entrare in casa mi imbatto in lui.
-dove credi di andare?
-a prepararmi per partire..
-tu non vai da nessuna parte, oggi resti qui e quando tornerò stasera ti riporterò indietro. Adesso sparisci.
Serrando i pugni e mordendomi la lingua pur di non rispondere per non peggiorare le cose decido di andarmene, a testa bassa, umiliata, come voleva lui.
 
**
 
L’inconveniente di stamattina è stato un bene perché una volta che gli altri erano partiti, ero riuscita a riposare, certo riposare è un parolone, diciamo che più che altro ero riuscita ad alternare momenti di dormiveglia a momenti di totale angoscia in cui ripensavo a ciò che mi sarebbe spettato e alla vergogna che avrei fatto piombare sulla mia famiglia; ma almeno il mal di testa era passato e la mia temperatura corporea si era ristabilita.
 
..Passi concitati, urla isteriche, trambusto, qualcosa che viene trascinata è tutto ciò che riesco a carpire da dentro l’accampamento, senza pensarci mi precipito fuori –ovviamente nessuno sa della mia vera identità quindi indosso ancora i miei usuali abiti-
Di nuovo la scena che mi si para davanti è raccapricciante, record, due volte in un giorno; Tarpea ha le mani piene di sangue così come quelle di Naruto e Suigetsu, stanno cercando di pigiare qualcosa ma non riesco a vedere bene con tutte quelle persone che si ammassano davanti a me, a quel punto un Juugo spazientito issa qualcosa, qualcuno, riesco ad intravedere una chioma e a quel punto il sangue mi si gela, ho le vertigini.
Senza pensarci mi precipito lì per capire meglio quello che è successo:
-è colpa mia, è colpa mia! Vi prego qualcuno lo aiuti!
Tarpea ha il volto rigato di lacrime, cerca convulsamente di fermare quella che ora riesco a vedere è un’emorragia, è disperata e cerca spasmodicamente aiuto con gli occhi a tutti quelli che le stanno attorno, Suigetsu mi intravede e corre verso di me, incurante delle mani sporche di sangue mi prende per le braccia, e mi guarda preoccupato, disperato
-tu, tu sei l’unico che può salvarlo! Nessuno conosce la medicina qui!
Sono completamente in stato di shock, non cosa fare, cosa dire
-ma io non..
-con me ci sei riuscito, ti prego Satsushi fa qualcosa!
-lo faccio sdraiare su un lettino
È stato Juugo a parlare, in un secondo Sasuke, proprio quel Sasuke di poche ore fa è sdraiato su un lettino privo di conoscenza con una copiosa emorragia che sgorga dal fianco sinistro, come se il mio corpo si muovesse da solo, d’istinto, mi avvicino al lettino per potere osservare meglio la situazione, nel frattempo mi hanno portato tutto il necessario per affrontare un intervento, taglio quindi la maglia e mi rendo conto che la situazione è più grave di quello che avevo sospettato
-devo operarlo immediatamente, ma mi serve cosciente, aiutatemi a svegliarlo, portatemi una bacinella di acqua fredda e una di acqua calda, anche dell’acqua con del sale.
Mentre tutti corrono a destra e manca per procurarmi ciò che ho chiesto mi giro ad osservare meglio il mio “paziente” e mi concentro sul suo viso: ha il volto un po’ pallido ma sempre perfetto, sembra una statua, incurante di tutto gli accarezzo una guancia e quel semplice contatto mi dà la lucidità e il coraggio di cui avevo bisogno. Il mio momento intimo viene interrotto da tutti gli altri che hanno in mano ciò che mi serve
-Juugo fagli alzare un po’ il busto e tienilo fermo
Fa come gli dico e a quel punto prendendo la bacinella di acqua fredda gliela lancio in viso, sembra rispondere all’impatto quindi immediatamente prendo l’acqua con il sale e tenendolo fermo per la mascella gli faccio aprire la bocca e lo costringo a bere; finalmente sveglio comincia a tossire seppur respirando affannosamente.
-avete un qualche tipo di anestetico?
Mi rivolgo alle inservienti
-spiacenti, non siamo attrezzati
Di male in peggio, a quanto pare ci sarà da sudare, con la coda dell’occhio noto che Sasuke ha per fortuna ripreso piena conoscenza e il suo sguardo adesso brucia su di me, lo posso percepire
-per favore andatevene, l’ambiente deve rimanere quanto più pulito possibile
Sento che Tarpea sta per pronunciare qualcosa, ma per fortuna la mano divina di Naruto la blocca e la invita a seguirlo fuori: adesso ci siamo solo io e Sasuke lì dentro
Sto per avvicinarmi per pulirgli la ferita ma lui con il braccio mi blocca
-devo pulirti la ferita
-non mi toccare.
Sono ormai stufa di essere trattata come una pezza, lo faccio solo ed esclusivamente per lui quindi dovrà sottostare a ciò che gli dico.
-si dà il caso che io sia l’unica persona in grado di salvarti quindi adesso stai zitto e mi permetti di aiutarti
So di averlo fatto infuriare, lo so perché vedo che cerca di alzarsi ma con scarsi risultati, “barcollo ma non mollo” il detto dice e lui segue questa filosofia in pieno, sebbene infatti si sia sdraiato nuovamente continua a respingermi con il braccio.
Non mi lascio abbattere dal suo atteggiamento e imbevendo un panno nell’acqua calda comincio a pulirgli la ferita, impresa titanica visto che lui cerca ancora di ostacolarmi; una volta finito guardo il taglio, è abbastanza profondo e se non faccio qualcosa nel giro di un paio d’ore morirà; comincio a sterilizzare il tutto, poi ricordandomi del fatto che non c’è anestetico sono costretta a parlare di nuovo con il mio ostile paziente
-le inservienti mi hanno detto che non c’è anestetico quindi sentirai un po’ di dolore, tutto quello che posso fare è..
Mi blocco perché comincio a strappare la manica della mia maglia e ad intingerla nell’acqua pulita sotto lo sguardo interrogativo di Sasuke
-tieni, metti in bocca questa e se dovessi sentire dolore stringi più forte che puoi
Ma niente, lui non cede e continua a non voler aprire la bocca, l’unica cosa che mi resta da fare è.. ricattarlo
-se non apri la bocca e non ti fai operare vado di là e dico a tutti che sono una donna e che tu ne eri al corrente
I suoi occhi si sgranano e a quel punto decide di aprire quella dannatissima e bellissima bocca, ma penso abbia ceduto di più perché il dolore lo sta divorando.
Mi metto all’opera cercando di infliggergli meno dolore possibile, Ma è più difficile di quando pensassi, sento che stringe spasmodicamente i pugni e serra i denti intorno ai lembi della mia maglia

- io non volevo mentirti.
Decido di parlare, sarà costretto ad ascoltarmi e solo così potrò fargli capire

-mio padre ha subìto un attacco dal nemico durante una battaglia e da quel giorno in poi la sua gamba non è più la stessa, per camminare deve fare affidamento su un bastone; quando sono venuti i funzionari a reclamarlo ho cercato di oppormi, finendo anche per litigare con i miei; mi sembrava uno scempio mandarlo in battaglia, era morte certa, come avrebbe potuto muoversi agilmente?! Dentro di me provavo una grande rabbia per la consapevolezza che gli uomini vengono considerati molto spesso carne da macello, bestiole da sacrificare in nome di una pace utopistica, di un ideale utopistico e soprattutto di una patria utopisticaMettersi a nudo, operare e cercare il suo sguardo non era semplice ma trovai la forza di continuare perché mi accorsi che nonostante fosse provato dal dolore mi stava ascoltando e guardando con un certo interesse

-Presi una decisione, se era proprio così necessario morire sarei morta io, avrei affrontato io il peso della battaglia, della morte, ma non avrei sopportato di immaginare mio padre spegnersi come una candela, già una volta era stato vicino alla morte; non avrei permesso che la tragedia si ripetesse. E così sono arrivata qui, spaesata, spaventata.. non è facile vivere con il peso di una bugia, non è bello mentire agli altri ma dovevo farlo, era l’unico modo, e poi sei arrivato tu.. tu che mi hai mostrato cos’è l’onestà, tu che mi hai insegnato a non perdere i miei ideali, a lottare per ciò in cui credo, a farmi valere, a trarre sempre qualcosa di buono dal negativo, a mantenere la mia anima pulita, e poco importa che io sia un uomo o una donna, importa soltanto ciò che mi hai detto, come mi hai aiutato, come mi hai salvato dal baratro della perdizione; ma so anche di averti mentito e non conta poi così tanto il movente, ti ho fatto correre un grande rischio, sono stata egoista quindi accetterò di andarmene, ma volevo soltanto che tu sapessi.Finito il discorso mi accorgo con un certo sollievo che sono riuscita a bloccare l’emorragia quindi a testa bassa –non riesco a sostenere il suo sguardo- comincio a fasciare la ferita, poi vado per togliere dalla sua bocca la fascia e il mio cuore perde cento battiti nel guardarlo, l’intensità dello sguardo che mi rivolge è indescrivibile, travolgente; sento che adesso il mio verde e il suo nero non siano in contrasto, adesso i nostri sguardi, i nostri colori sono.. complementari. I suoi occhi si offuscano e capisco che ormai è sfinito quindi gli asciugo le goccioline di sudore che gli imperlano la fronte e con un’audacia che non pensavo di avere gli depongo un bacio proprio su quel punto.
Quando esco vengo travolta da tutti, vogliono delle risposte, in particolare Tarpea, li rassicuro e impedisco a tutti di andare da lui e di lasciarlo riposare.
Ritorno all’accampamento e noto che sono già le ventitré, stremata mi accascio su un giaciglio e con un sollievo a riscaldarmi il petto mi addormento. Il mio sollievo dura poco a quanto pare perché dopo solo quattro ore di sonnecchiamento i miei sensori da croce rossina si risvegliano e prima che me ne renda conto le mie gambe sono dirette nella stanza in cui Sasuke riposa, quando entro mi accorgo che dorme, sembrerebbe tutto a posto ma per sicurezza controllo la fascia, cerco di fare piccoli movimenti per non svegliarlo

-sono sveglio.
Come non detto
-come ti senti?
-bene credo
-d’accordo allora io ripasso tra un po’ per cambiare la benda
Faccio per andarmene, un po’ sollevata un po’ angosciata ma la sua voce mi blocca
-aspetta.. vieni qui
E così sono di nuovo davanti il suo cospetto
-la parole che ti ho rivolto oggi non erano veritiere, erano dette di getto..per rabbia
-corrispondono a verità..
-come ti chiami davvero?
-Sakura
-Sakura..
Ripete fra sé e sé
-sei una bella persona Sakura, una bella anima, non vali meno di zero
I pugni che fino a quel momento avevo tenuto serrati per l’ansia si distendono e le mie nocche riprendono colore, gli rivolgo poi uno dei sorrisi più felici e sinceri che io abbia.
-facciamo che il tuo segreto me lo tengo ancora per un po’, e mi tengo anche te
-davvero?!
-ti sembro uno che scherza?
-grazie, grazie e ancora grazie!
Il mio cuore esplode di gioia per la consapevolezza che non darò un dispiacere alla mia famiglia e.. che resterò ancora con lui, voglio lasciarlo riposare quindi decido di andarmene
-ah e un’altra cosa, non ricattarmi mai più, non ti conviene.
Annuisco felice ed esco dalla stanza, sono troppo euforica per dormire quindi mi dirigo verso un ruscello vicino e ammiro il paesaggio, penso e ripenso e il mio cervello va il brodo di giugiole!
 Mi disfo dei vestiti rimanendo solo in mutandine e fascia pronta per farmi un bagno ristoratore, sento però degli strani rumori e mi guardo intorno per studiare l’ambiente, tutto sembra tranquillo però; come un fulmine a ciel sereno due uomini mi piombano davanti, sto per mettermi a gridare ma un altro da dietro mi tappa la bocca e mi solleva da terra, comincio a scalciare e a dimenarmi come un’ossessa ma non c’è niente da fare, in un ultimo disperato tentativo mordo la mano all’energumeno che mi tiene stretta e lui per il dolore mi lascia andare, provo a scappare ma vengo nuovamente bloccata e questa volta vengo stordita, in un ultimo barlume di lucidità penso soltanto ad un nome.. e poi finisce tutto.
 
 
 
 
 
Angolo Autrice
Le 04:09, sono da rinchiudere in manicomio! Domani devo svegliarmi alle 8 e sono ancora qui a scrivere, da non crederci ma avevo il bisogno di pubblicare questo capitolo, è molto movimentato come avrete notato, spero di essere riuscita a rendere i pensieri/turbamenti di Sakura e di non aver combinato un pasticcio! Fatemelo sapere con una recensione please! La storia adesso sta entrando nel vivo e non vedo l’ora di mostrarvi l’altro capitolo, grazie per le recensioni e scusate se a volte non rispondo, sono molto impegnata ma vi prometto che quando potrò risponderò a tutte.
Un bacio, vado a letto, giusto per sonnecchiare qualche ora come Sakura, buonanotte <3
Medeafire.
   
 
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