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Autore: TheMadHatter16    08/09/2016    3 recensioni
Claire Evans, in seguito al secondo matrimonio della madre, si trasferisce in una fredda cittadina canadese dal nome decisamente inquietante: Soulsville. Claire non si fida di quel luogo: spaventose leggende, case infestate, avvistamenti di strane presenze, bestie feroci che si aggirano per il bosco e alcune morti misteriose ne turbano la quiete. Quali segreti nasconde Soulsville? E quali segreti nascondono le persone vicine a Claire?
Genere: Horror, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Soulsville

Mi trasferii a Soulsville, una piccola cittadina canadese a trenta minuti di auto circa da dove abitavo prima, il due novembre duemilaquindici, giorno della festa dei morti. Mia madre si era sposata con rito civile con quello che da circa quattro anni era il suo fidanzato, Adam, un tipo di poche parole, un po' orso, diciamo. Aveva un vocione cupo e scuro e pareva un po' un boscaiolo o un cacciatore, gente che vive nei boschi insomma. Aveva nove anni più di mia madre, ma non li dimostrava affatto: era piuttosto alto e ben piazzato, con un fisico ancora muscoloso e ben fatto da fare invidia a diversi uomini ben più giovani. Era, però, il tipico eremita che abita in campagna e ancora non capisco come abbia fatto un uomo così a piacere a mia madre, una donna tutta abiti chic e aperitivi con le amiche la domenica sera. 
Adam aveva un figlio avuto dal suo precedente matrimonio. Si chiamava Jared e aveva quattro o cinque anni più di me. Lo avevo visto solo quattro o cinque volte a qualche cena che Adam e mia madre avevano organizzato per stare tutti insieme. Jared era indubbiamente un bel ragazzo, con quei lunghi riccioli scuri e quei profondi occhi neri, ma, se possibile, era ancora più orso del padre, un vero burbero, una persona per niente amichevole, ecco. Avete presente quando di un ragazzo si dice che è un "bel tenebroso"? Ecco, questa era una descrizione che gli calzava a pennello. Adam era vedovo e Jared, da quel che avevo capito, non vedeva di buon occhio il fatto che suo padre si fosse fidanzato di nuovo dopo la scomparsa della moglie, avvenuta sei anni prima. Un po' lo capivo, non doveva essere facile, dopo aver subito da poco tempo una perdita così importante, dover sopportare il fatto di avere una "matrigna" e una "sorellastra". 
Ad ogni modo, da quel momento in poi mi sarei dovuta abituare al fatto di abitare con quei due uomini silenziosi e un po' austeri. La cosa non mi faceva impazzire di gioia, ma vedere mia madre felice era sufficiente per me. Lei era assolutamente entusiasta, sembrava sinceramente innamorata di Adam. 
La casa in cui ci trasferimmo era una bella villetta di due piani, vicina a un piccolo boschetto. Era piuttosto carina e aveva un bel giardino. Era lì che Adam e Jared abitavano prima della morte della moglie di Adam.
Adam, poco dopo essere rimasto vedovo, era andato ad abitare in una casetta minuscola nella campagna di Soulsville che io chiamavo "la baita". 
Adam era anche riuscito a trovarmi un lavoro: cameriera presso la tavola calda di un suo amico. Era perfetto, la paga era onesta, gli orari non troppo pesanti e per andare a lavoro ci mettevo meno di dieci minuti a piedi. 
Jared lavorava in un negozio di articoli sportivi poco lontano dal mio posto di lavoro. Lavorava lì assieme a un suo amico di infanzia, Ryan, un ragazzo simpatico e alla mano, decisamente più simpatico di Jared. 
L'unica cosa che non mi convinceva dell'intera faccenda era proprio Soulsville nel suo complesso. Innanzitutto doveva il suo nome al fatto che un grosso incendio avvenuto verso la fine dell'Ottocento aveva ucciso buona parte della sua popolazione e aveva dato vita alla leggenda secondo la quale le anime degli abitanti di Soulsville morti nell'incidente vagassero ancora nel bosco dopo il tramonto. Una cosa che metteva i brividi, senza contare che la mia nuova casa dava proprio sul bosco!
Non so se per via di questa leggenda, ma l'intera cittadina mi sembrava spaventosa e alquanto sinistra. Inoltre, alcuni suoi abitanti (come Adam e Jared, per esempio) mi sembravano alquanto burberi e di poche parole.
Cercai comunque di affrontare con più entusiasmo possibile la mia nuova vita in quella nuova cittadina. Non sapevo che presto il mio entusiasmo si sarebbe spento inesorabilmente.

  
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