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Autore: HakunaMatata_3    09/09/2016    2 recensioni
Dal primo capitolo:
Appena rientrato, Joe si leva il camice e prende dal cassetto della scrivania due cornetti e due caffè enormi.
"Allora? Come stai?" mi chiede dopo aver scaldato il tutto con un colpo di bacchetta.
"Oh, andiamo, Joe! Come potrei stare, secondo te? Oggi è… "
"Venerdì. Grazie a Dio è venerdì. La solita storia" mi interrompe lui, liquidando tutto con un gesto della mano. Scuoto il capo.
"Tu proprio non capisci" gli dico.

Rose Weasley, 25 anni, Indicibile. Felicemente fidanzata, ha un lavoro che adora e una famiglia che le vuole bene.
Scorpius Malfoy, 26 anni, Spezzincantesimi. Felicemente single, ha un lavoro all'estero e una famiglia che non vede da anni.
Ma il letale morso di un Nundu africano sconvolgerà le loro vite.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Lorcan Scamandro, Roxanne Weasley | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Sabato, 3 maggio 2031


Mi sveglio relativamente presto, complici il sonno ristoratore concesso dalla pozione soporifera e la smania di capire cosa devo fare con Lysander. La prima cosa che mi viene in mente è parlare con Rose, ma sono altamente sicura che sia con Scorpius e non voglio intromettermi ulteriormente.
Mando un gufo a Lorcan e aspetto impaziente la sua risposta, poi esco a fare un giro per Diagon Alley prima di aprire il negozio.
C’è poca vita in giro a causa del Galà di ieri e del fatto che è uno dei primi week-end di sole. Molly e Victoire (con l’aria di una condannata a morte) vengono a trovarmi e passo la maggior parte della mattinata a sentire gli ulteriori resoconti delle mie cugine sull’imminente matrimonio. A ogni sospiro di Vic sono sempre più convinta che sia vicina al suicidio e il fatto che lei e Teddy aspettino un altro bambino non la rende proprio la persona più tranquilla del mondo, al momento.
Declino il loro invito a pranzo dicendo che ho l’inventario da terminare, poi decido che è il momento di mandare un gufo a Rose per chiederle di raggiungermi qui con il pranzo.
Il suo “okay” arriva insieme alla risposta di Lorcan, che mi affretto a leggere.

Ehi, Roxy!
Sono contenta che tu e Lysander abbiate finalmente chiarito, è passato davvero troppo tempo e sentirvi parlare l’uno dell’altra ininterrottamente da anni non è propriamente divertente.
Scherzi a parte, ciò che devi fare non possiamo dirtelo io o Rose, devi saperlo tu. Lys si recherà a Hogwarts domani pomeriggio, è stato chiamato come esaminatore per i G.U.F.O. e i M.A.G.O. e come sostituto agli esami di fine anno al posto del professore di ruolo (pare sia stato improvvisamente colpito dal vaiolo di drago causato da qualche traffico illecito), ma forse lo sai già.
Fidati del tuo istinto, Roxanne, non ha mai sbagliato. Te lo dico in qualità di tuo migliore amico e gemello del diretto interessato.
In bocca al drago e un saluto da me e Joe.


Rose arriva in negozio poco dopo con un secchiello ormai freddo di ali di pollo piccanti firmate KFC e questo non può che mettermi di buon umore. Ci ho pensato bene negli ultimi minuti, così, dopo aver salutato Rose ed essermi assicurata che stia bene, intraprendo il discorso con un “Indovina chi viene a cena?”. Ovviamente ci prende subito e si lancia a capofitto nell’ennesima invettiva contro Lysander, che stronco sul nascere ripetendole per filo e per segno come sono andate le cose tra me e lui ieri sera: il suo tentativo di parlarmi al Galà, l’agguato fuori casa e il chiarimento sulle parole che avevo travisato.
<< Dove cenerete? >> mi chiede mia cugina dopo qualche secondo di silenzio. Quasi le rovescio le ali di pollo (appena scaldate da un colpo di bacchetta) addosso quando mi alzo e l’abbraccio: il suo è una sorta di lasciapassare e ne sono estremamente contenta.
<< Non lo so ancora, in realtà, non gli ho nemmeno chiesto se è libero o se ha impegni >>
<< Sbrigati a farlo, allora >> mi sollecita lei. Scrivo una frettolosa lettera a Lysander e la mando col gufo di papà, poi decido che abbiamo parlato troppo di me.
<< Ho visto salire Scorpius da te, ieri notte >> dico prendendo una coscia dal secchiello.
<< Roxanne! Ma sei ovunque? >> mi chiede Rose, a metà strada tra l’indignato e il divertito.
<< Rispondi >> le ordino. Prende anche lei del pollo e arrossisce.
<< Il. Miglior. Sesso. Di. Sempre >> scandisce. << Non lo so, mi sento una ragazzina. Sono così felice… ho perso il lavoro, ma mi sento contenta lo stesso, è normale? >>. Non le rispondo, così lei continua.
<< Insomma, ovviamente sono ancora arrabbiato con l’Ufficio e con mezza comunità magica, ma da quando è venuto a casa fino ad ora ci ho pensato solo tre volte… il che è un bel progresso. Ah, mi ha anche offerto un lavoro >>.
Ovviamente lo so già. Me l’ha detto ieri Scorpius, ma, per evitare una scenata come quella che Rose fece al suo compleanno (con spaccatura annessa) mi fingo sorpresa alle sue parole e sgrano gli occhi.
<< Lo so! Pare che il direttore della Gringott non ne sia contento, ma ha detto che riuscirà a convincerlo >>. Le faccio un altro paio di domande al riguardo e il fatto che Rose risponda in maniera elusiva mi fa capire che non ci ha ancora pensato bene e che non le va di parlarne. Mi affretto a virare il discorso sul matrimonio di Molly.
<< Be’, dovrò chiedere sicuramente un permesso dalla Russia o dal Massachussets >> risponde meditabonda. << Ma non me lo perderei per niente al mondo… Non vedo l’ora di vedere Victoire e Lucy con indosso quegli orribili abiti da damigella >>. Scoppio a ridere.
<< Rose, sei tremenda! >>
<< Ti ricordo che al matrimonio di Dominique la damigella ero io… con quel vestito di chiffon beige Vic sembrava una sirena e io una mummia… ne rideste per mesi e sono pronta a vendicarmi >>.
Scoppio nuovamente a ridere al ricordo di Rose in quel vestito osceno e mi arriva una briciola della panatura del pollo addosso.
<< Santo cielo, hai le maniere di un Troll. Non costringermi a scrivere a tua madre, signorina >> la schernisco appellando pergamena e piuma auto-inchiostrante. Con mia grande sorpresa, Rose le afferra.
<< Avverto i miei che ceno da loro >> dice in risposta al mio sguardo interrogativo. << Mi sa che è giunto anche per me il momento di decidere cosa voglio dalla vita >>
<< Oltre a Scorpius, spero >>.
Rose sorride e il gufo di papà entra in questo momento dalla finestra, la risposta di Lysander legata alla zampa.
<< Oltre a Scorpius >> conferma mia cugina.

*
Maxwell, il gufo di George plana nella stanza e mi molla un bigliettino in mano. Lo spiego e la grafia di Rose mi informa che verrà a cena per parlarci. Hugo mi ha accennato a qualcosa su una partenza e, anche se so che mi mancherà da impazzire, non potrei essere più d’accordo: l’intera comunità magica inglese le ha voltato le spalle per una stupida legge risalente agli anni della guerra, cos’altro dovrebbe fare? Do qualche biscottino gufico a Maxwell, che dopo un po’ vola via diretto a casa di mio fratello. Azzardo un’occhiata all’orologio e inizio a sistemare la tavola, mentre do una voce al piano di sopra.
<< Rose viene a cena >> urlo. Ricevo un “okay” in risposta, poi accendo la radio per seguire le partite di Quidditch.
Io e Hugo trascorriamo così il pomeriggio e alle sei cambio stazisone - tra i borbottii di mio figlio - per sentire le novità ministeriali. Ovviamente, parlano di Rose.
<< Oh, non so, Carl, tu che ne pensi? >>
<< Direi che Rosaline Weasley sta perdendo colpi, una reazione del genere non se la sarebbe mai aspettata nessuno >>.
Spengo la radio con un colpo di bacchetta. Sto per inveire contro gli speaker, quando il campanello di casa suona.
Guardo nuovamente l’orologio e aggrotto la fronte.
<< Ti sei Materializzata, Rosie...? Ah >>.
Scruto in cagnesco Scorpius Malfoy, poi sento dei passi frettolosi raggiungermi.
<< Chi è, Ron? >> mi chiede Hermione. Mi sposto per farle vedere il nostro ospite e anche lei lo fissa stralunata.
<< Vieni dentro >> dico con un tono di voce più duro di quello che mi aspettavo.
Scorpius deglutisce e io lo precedo dentro casa ghignando.

Hermione fa accomodare il ragazzo e sparisce a preparare il tè, ma scommetto tutti i Galeoni che abbiamo alla Gringott che sta sentendo da dietro la porta.
<< Qual buon vento? >> chiedo ironico al giovane Malfoy e lui si affretta a balbettarmi contro delle scuse per essersi presentato qui senza preavviso. Quando gli dico che questa è la minore delle sue colpe, sbianca al punto tale da avere lo stesso colore del muro dietro di lui.
<< Va’ avanti >> lo incalzo e lui sembra farsi un po’ di coraggio. Finalmente.
<< I-io sono qui per chiederle scusa per il mio comportamento di ieri sera >> inizia. Annuisco e lui sembra più tranquillo.
<< Ho già parlato con sua figlia ed è tutto a posto, ma ci tenevo a parlare anche con lei e con sua moglie. Non so se Rose ve l’ha detto, ma ho un lavoro per lei, spero vivamente che accetti e non voglio che la sua famiglia mi veda come quello che l’ha schiantata di fronte a tutti i maghi e le streghe più influenti del Regno Unito >>.
Hermione è tornata, lo capisco dal sospiro che ho avvertito alle mie spalle. Poggia il vassoio con il tè sul tavolino basso di fronte a Malfoy e si siede accanto a me sul divano, ma io non ce la faccio a star fermo. Cammino avanti e indietro per il salone per non so quanto tempo, fissando Scorpius che fissa Hermione (come a volere la sua intercessione) che fissa me preoccupata. Mi siedo sul bracciolo del divano, di fianco a mia moglie, senza staccare gli occhi dal ragazzo.
Le ha offerto un lavoro, penso, e di sicuro non è quello di cui parlava Hugo. Mi spremo le meningi. Bill e Fleur mi hanno detto della missione in Russia di Malfoy, un grande vanto per la Gringott, e di sicuro la vuole portare con sé. Penso anche alle parole di Roxanne al compleanno della mia bambina: si piacciono, ma hanno seri problemi di comunicazione.
Mia figlia e Scorpius Malfoy. Incredibile.
<< Be’, è quello che è successo, no? >> chiedo continuando a scrutarlo.
Scorpius sembra essere nel panico e getta all’aria tutta la compostezza e la calma che ostentava prima.
<< Ma… lei mi deve capire! >> esclama con voce acuta. << Io l’ho fatto per Rose, solo per Rose >>
<< Potevi semplicemente portarla via >> borbotto guardandolo male.
<< Lo so! Lo so, ma al momento non ci ho pensato. N-non sapevo cosa fare. Stava male. U-urlava e piangeva e io ero lì, inerme. Cosa avrebbe fatto lei? >>.
Hermione trattiene rumorosamente il respiro e si porta le mani alla bocca. Scorpius sembra rendersi conto solo ora di ciò che ha detto e di come l’ha detto, con un tono di accusa verso la fine. Io lo guardo con tanto d’occhi, ma non per quello che mia moglie e il ragazzo credono.
Stringo la mano sul braccio di Hermione e con un indice le carezzo impercettibilmente la cicatrice ormai quasi sbiadita*, mentre mi riaffiora alla mente un ricordo risalente a trentatré anni fa e che continua a tormentarmi nei miei incubi.
Ero nella cantina di villa Malfoy, nella stessa casa dove il ragazzo che ho di fronte è nato e cresciuto, nella stessa cantina dove suo padre conserva il vino elfico e dove una volta io, Harry, Luna, Dean Thomas, il signor Olivander e Unci-unci il folletto fummo richiusi ad attendere il nostro destino e ad ascoltare le urla di mia moglie e di una furiosa Bellatrix Lestrange.
Ero nella cantina di villa Malfoy e ricordo il dolore di Hermione e la mia disperazione nel sapere che ero impotente mentre la donna che amavo stava soffrendo in maniera inimmaginabile.
Cosa avrebbe fatto lei?
<< Di tutto >> rispondo guardando Scorpius Malfoy negli occhi.
Hermione si gira verso di me, sorridente e confusa, il ragazzo si rilassa.
<< Che hanno detto alla Gringott di Rose? >> chiedo e Scorpius si morde il labbro.
<< Il direttore non è molto contento, ma sono riuscito a fargli approvare un contratto. Mi aveva lasciato carta bianca e non potevo mollare. Io… io tengo davvero a vostra figlia, signori Weasley >>.

*
Quando sbuco nel salotto dei miei, capisco subito che c’è qualcosa che non va. Non perché la tavola è apparecchiata per cinque e non per quattro o per il fatto che mio fratello sieda sul divano con un ragazzo biondo col quale chiacchiera amabilmente: ero già stata avvertita del suo arrivo da un frettoloso “Indovina chi viene a cena?” scritto da papà all’angolo di una vecchia copia del Profeta. Appena l’avevo letto ero scoppiata a ridere, memore delle parole di Roxanne di quel pomeriggio.
No.
La cosa che davvero mi preoccupa è lo sguardo che mi rivolgono i miei non appena mi vedono. Hanno un’espressione inquietante, mi guardano come se da un momento all’altro dovessi esplodere di nuovo.
<< Sto bene >> metto subito in chiaro. << Ciao, Scorpius >> aggiungo. Vorrei guardarlo male, chiedergli cosa cavolo ci faccia qui, ma non posso non sorridergli. Lui ricambia il sorriso e i miei si rilassano, poi tornano a cucinare mentre io prendo posto sul divano accanto a Hugo.
Non prendo parte alla conversazione, mi limito a sentire mio fratello e… il mio ragazzo? il mio coinquilino? il mio capo?... insomma, mio fratello e Scorpius che parlano di draghi, nundu e altre creature magiche.
Dopo un po’ Hugo ci lascia con la scusa del bagno e fila al piano di sopra. Mi avvicino a Scorpius e lui mi bacia. Perdo il filo dei miei pensieri per un po’, poi ci separiamo e lui evoca una cartellina portadocumenti. Me la consegna e inizio a leggere il primo foglio, ma dopo l’intestazione (“Contratto per pozionista”) lancio un urletto e gli volo in braccio. Mio padre entra di corsa brandendo la bacchetta, seguito a ruota da mia madre (con i guanti da forno e la bacchetta pronta). Hugo inciampa negli ultimi tre scalini per la fretta di scendere.
<< Scusate, non volevo spaventarvi >> ridacchio staccandomi da dosso a Scorpius. Recupero il contratto che è caduto a terra e lo porgo alla mamma. Lo legge attentamente (i contratti lavorativi e i diritti dei maghi in quest’ambito sono una delle mille cose di cui è esperta) e dopo un po’ annuisce.
<< Be’, è un ottimo contratto, Rose >> dice. << Dovremo verificare il cambio del tuo stipendio in Galeoni, ma, se non ricordo male, non c’è niente di cui lamentarsi, anzi. Dovresti avere poco meno di quanto guadagnavi all’Ufficio Misteri, ma la vita a Londra è più cara di quella a San Pietroburgo, no? >>.
Scorpius conferma e mamma annuisce di nuovo, poi fa cenno di sederci a tavola.

La mamma non è un asso in cucina, ma ci sono un paio di piatti che le riescono davvero bene (credo che glieli abbia insegnati nonna Molly). Stasera tocca alle costolette e mio padre s’illumina. In genere non è il menù del sabato sera, quindi inizio a pensare che debba ammorbidire papà per qualcosa. I miei sospetti hanno conferma quando mamma mi chiede come intendo sistemarmi. Le dico che non ci ho ancora pensato, poi lancio uno sguardo molto eloquente a Hugo: è lo “sguardo del soccorso”, che ci siamo scambiati un sacco di volte nel corso degli anni per essere salvati da una conversazione imbarazzante o dolorosa. Mio fratello non tradisce le mie aspettative e inizia a parlare di una vacanza a Bucarest che i miei devono assolutamente fare, anche perché “è da tanto che non mi venite a trovare”. Sospiro di sollievo e Scorpius inizia a chiedere a mio fratello qualche notizia sulla Romania, coinvolgendo anche i miei nel discorso. Ringrazio Merlino per la piega che sta prendendo la cena e mi perdo in una dettagliata analisi dei miei pensieri.
Punto primo: perché parlano come se avessi già firmato il contratto? Non ricordano che ho anche un colloquio con l’Istituto delle Streghe di Salem? Anche se, a pensarci bene, tra l’insegnare a un branco di ragazzine chiassose e l’essere interpellata sporadicamente su qualche pozione sospetta o veleno, preferisco di gran lunga la seconda: il mio lavoro è scoprire, non correggere gli errori delle streghe alle prime armi… Okay, forse fanno bene a dare per scontato che preferisca San Pietroburgo.
La seconda cosa sulla quale rifletto è: sono davvero disposta a lasciare Londra, la mia famiglia e i miei amici? La mia amata casa? Anche a questa domanda la risposta è sì, ma non perché lo voglia davvero. La risposta è sì perché altrimenti non lavorerei più al Ministero: se riuscissi a riscattarmi lavorando a un progetto così importante, forse l’Ufficio Misteri mi vorrebbe di nuovo indietro. Sarebbe un sogno. Ci penso su, poi rettifico la mia risposta: sono disposta a lasciare tutto? Sì, al momento.
Cerco di ignorare il groppo che mi attanaglia la gola quando penso ai miei genitori, a Roxanne, Lorcan e Joe, a Eloise e a tutti quelli che mi lascerò dietro. Sarai con Scorpius, però. E questo mi riporta alla domanda che ha posto prima mamma: come intendo sistemarmi?
Scorpius ormai ha una casa, lì. Un’altra casa, nella quale non ci sono io. Non ci sono io, né il nostro divano o la sua poltrona. Niente Friends o soap opera stupide davanti alle quali ridere, niente DVD presi in affitto e guardati mangiando il gelato. Niente sushi o spesa dal Tesco, niente ristorante indiano sotto casa. Niente più “nido di Rose”.
<< Rose, sveglia >> urla mio padre sventolandomi una mano davanti alla faccia.
<< C-cosa? >> chiedo riemergendo dai miei pensieri.
<< Sono cinque minuti che hai la bocca aperta e la forchetta ferma a mezz’aria. Non è così che si mangia, sai? >>. Divento subito bordeaux e borbotto un “lo so, grazie” prima di riprendere a mangiare. Con uno sforzo immenso, accantono le riflessioni di prima e prendo parte alla conversazione. Per fortuna (o sfortuna, nel caso di mia madre) hanno preso a parlare di Quidditch.

*
Rose riceve un gufo da parte di Lily, che le chiede se vuole uscire con lei, Albus, Louis e la sua ragazza. Dopo averle inviato una risposta negativa e aver ringraziato i signori Weasley e Hugo per la cena, entriamo nel camino e ci precipitiamo a casa di Rose. Cioè, a casa nostra… questo punto è ancora da chiarire.
Vedo Rose aggirarsi per il salone, sprimacciando cuscini che non avevano bisogno delle sue attenzioni o sistemando meglio in un vaso il fiore che le ho Trasfigurato il mese scorso. Quando si accorge che la sto fissando mi sorride nervosa. Forse mi sta congedando, così mi affretto a dire che ho bisogno di una doccia e che il mio letto mi attende.
<< Oh. Okay. Credevo… credevo che ti fermassi da me >> sussurra prima tornare a torturare il cuscino del divano. Il cuore perde qualche battito.
<< Ho lasciato la valigia dai miei. Posso andare a prenderla, se vuoi >>. Rose sorride raggiante e, senza nemmeno aspettare una sua risposta, mi affretto a correre fuori di casa per Materializzarmi sulla soglia della villa dei miei.
Speravo di non trovare nessuno, ma è troppo presto per andare a letto, così in salone m’imbatto nei miei genitori. Mia madre legge un libro seduta al tavolo, mentre mio padre fissa il vuoto, un bicchiere di whisky incendiario in mano. Mi chiedo come facciano a sopportare tutto questo silenzio e a vivere così ed è inevitabile paragonare i miei a me e Rose, alle risate che ci facciamo davanti alla TV, alle partite a scacchi magici o con le carte babbane. Chissà se dopo tanti anni insieme si detesti la compagnia del proprio consorte.
<< Bentornato >> mi accoglie mio padre, una punta di ironia nella voce che decido di ignorare.
Mia madre alza lo sguardo dal libro e lo punta su di me.
<< Ha lavorato fino ad ora? Hai cenato? >> mi chiede, un po’ severa e un po’ incredula. Le sorrido e dico che ho cenato con Rose. Evito, però, di dire dove.
<< State insieme? >> indaga papà dopo aver bevuto un lungo sorso di whisky.
<< Be’, non… non è ufficiale >> dico cauto. << Ma suppongo di sì >>. Papà annuisce e torna al suo mutismo, mentre la mamma mi abbraccia forte.
<< Oh, sono così felice! Rose è una bravissima ragazza, che sollievo >>.
Annuisco e mi libero dalla sua stretta con un certo imbarazzo.
<< Sono venuto a prendere le mie cose >> dico quando la mamma ha finito di elencare tutte le virtù di Rose. << Per questi giorni mi appoggio alla casa di Londra >>
<< Ron Weasley ti ammazzerà >> commenta atono mio padre. << Prima schianti la figlia e poi te la porti a letto… non è molto galante >>.
Sia io che mia madre siamo sorpresi dall’affermazione e dal tono che ha usato, ma ci distraiamo dal pensiero quando lo vediamo utilizzare l’incantesimo di rabbocco sul suo bicchiere, che si riempie nuovamente di whisky. Sento la mamma sospirare.
<< Ho parlato con il signor Weasley, sia lui che la moglie mi hanno perdonato. Ho cenato da loro, stasera >>. Papà sembra sorpreso. Ripenso a stamattina e al fatto che mi abbia spinto lui a chiedere scusa al signor Weasley e inizio ad avere lo spiacevole sospetto che forse non era per farmi riappacificare con la famiglia di Rose.
<< Come hai fatto? >> chiede biascicando, complici l’alcol e l’incredulità.
Sinceramente parlando, non lo so.
Mi concentro su quella parte della serata: mi agito, quasi gli urlo contro, la signora Weasley è sconvolta e lui… lui le carezza il braccio.
<< Le ha toccato il braccio >> dico più a me stesso che ai miei. << Ha toccato il braccio della moglie, il sinistro. E si è come trasformato. Ha detto che, se fosse stato al posto mio, avrebbe fatto ogni cosa per far smettere di soffrire Rose >>.
Il bicchiere di papà cade sulla moquette e il whisky incendiario viene assorbito dal tessuto. La mamma si morde il labbro, mio padre sbianca.
<< Va’ a prendere la tua roba >> mi ordina secco. Il suo tono mi sorprende e mi affretto a uscire dalla stanza. Socchiudo la porta alle mie spalle e origlio i borbottii dei miei.
<< Che disastro >> sospira mia madre, non so se allude al liquore versato o ad altro. << Scusami >> chiede mio padre e mi sento più tranquillo… Poi ascolto il seguito e mi agito di nuovo.
<< Finirà male, Astoria. Va bene collaborare con i Weasley e i Potter, essere cordiali dentro e fuori al Ministero, ma questo… questo è troppo per Scorpius ed è troppo per Rose >>.
Il cuore batte all’impazzata. Non capisco il senso di quelle parole e ciò che aggiunge la mamma non contribuisce ad aiutarmi.
<< Draco, ormai è acqua passata. Eravamo in guerra e in guerra spesso si fanno scelte sbagliate. L’importante è che ora sia tutto cambiato. Scrivi una lettera ai Weasley e digli che speri che il rapporto che lega i nostri figli possa gettare le basi per una rinnovata collaborazione tra le nostre famiglie >>.
Papà borbotta un “sì, forse”, poi tacciono. Mamma avrà ripreso a leggere e papà a bere fissando il muro.
Salgo in fretta le scale di camera mia e appello la roba che ho sistemato ieri al mio arrivo -come i prodotti da bagno-, le magliette leggere che non ho mai portato a San Pietroburgo e la biancheria pulita che la mamma ha poggiato sul letto. Ripenso alla conversazione che ho appena sentito e decido che non c’è niente di cui preoccuparsi: so da sempre che mio padre e la famiglia di Rose erano in pessimi rapporti a scuola e che la guerra non aveva fatto altro che peggiorare le cose. So che Harry Potter e i genitori di Rose hanno salvato la vita a mio padre e al suo amico Gregory, so che mia nonna l’ha poi salvata a Harry Potter stesso… Il passato delle nostre famiglie è necessariamente intrecciato, anche se in negativo, e spero che il futuro possa essere più roseo.
Torno in salone, saluto frettolosamente i miei ed esco di casa, pronto a materializzarmi dietro allo sgangherato palazzo di Rose. Dietro al mio sgangherato palazzo.

________
*sono ben pochi i momenti dei film che ho apprezzato più di quelli scritti nei libri. Uno di questi è Bellatrix che incide con il suo pugnale d’argento la parola “Mudblood” sul braccio di Hermione mentre la tortura a villa Malfoy, come se volesse marchiarla a fuoco per quello che, agli occhi della Mangiamorte, è un crimine peggiore di quelli che ha commesso lei.
Nei libri, oltre al taglio che Bellatrix fa sulla gola di Hermione quando la tiene in ostaggio sotto al lampadario, non abbiamo (per fortuna, direi) alcuna descrizione delle torture che la nostra Grifondoro subisce, quindi ho sempre accettato per buona (e inquietante) la versione del film.


Il titolo del capitolo, inutile dirlo, è la versione originale di quello del film Indovina chi viene a cena.


Ciao ciao ciao a tutti!
Non sto più nella pelle, così ho pubblicato ora invece che stasera. Non so che dire, vi chiedo ancora scusa e vi comunico che non ci saranno più ritardi: l’esame è andato bene, il colloquio di lavoro anche… da ora sono tutta tutta vostra 🎉
Ringrazio di cuore Cinthia988 e stefaniad, che hanno recensito lo scorso capitolo ❤
A venerdì prossimo.
  
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