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Autore: Sbirilla    10/09/2016    1 recensioni
«Severus!»
Lei aveva pronunciato il suo nome come fosse una preghiera. Non una supplica, di quelle ne aveva sentite tante negli ultimi due anni. Si vantava di non aver mai ceduto. Ma questa volta, per la prima volta, qualcuno – lei! – lo stava pregando solo di essere Severus e nessun altro.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Famiglia Malfoy, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Ti amo. Lily custodiva il ricordo di quel mormorio, di quelle due parole sommesse, come un tesoro. Se anche lui non lo avesse detto mai più, le sarebbe bastato per tutta la vita. Severus era cambiato. Più dolce, più cauto nei gesti, come se quella improvvisa dichiarazione avesse reso il loro rapporto infinitamente più prezioso ai suoi occhi. Anche i suoi occhi, sì, erano cambiati. I primi mesi del loro rapporto, spesso distoglieva lo sguardo, timoroso che lei potesse leggervi sentimenti profondi. Adesso invece quegli occhi bui erano illuminati da uno scintillio nuovo e perennemente incollati su Lily. La osservava in continuazione, incapace di posare lo sguardo su qualsiasi altra cosa. La scrutava come sperando di cogliere ogni istante un nuovo dettaglio di Lily da amare. Lei se ne accorgeva, si sentiva accarezzata da quello sguardo adorante ma mai insistente. Si tirava indietro i capelli, facendo scorrere le ciocche rosse da una spalla all’altra, sistemandosi per rendersi degna di quella costante attenzione. La amava, per Merlino se la amava! Ed era chiaro adesso, non faceva nulla per nasconderlo. Lei rimaneva a dormire a casa sua, completamente dimentica di avere un marito, una casa, una vita aldilà delle lenzuola ardenti di Severus. Si addormentavano nudi, la mente sgombra da qualsiasi pensiero, i corpi rilassati che sembravano cercarsi anche nel sonno. Al mattino lui si svegliava nel più totale silenzio. Piano si alzava dal letto, si dirigeva in cucina e preparava il caffè. Quando l’aroma caldo si spargeva per la casa, raggiungeva Lily e la svegliava con baci lenti e appassionati, facendo scorrere le labbra e le dita sulla sua pelle accaldata. Lei si svegliava lentamente, a metà strada tra il sogno e la veglia percepiva il corpo di Severus accanto al suo e sorrideva con gli occhi ancora socchiusi. Quei risvegli dolci e appassionati la mandavano fuori di testa, cancellando definitivamente ogni possibilità che tornasse a Godric’s Hollow. Non importava che James iniziasse a spazientirsi per quelle continue e prolungate assenze di sua moglie, non importava che la sua lontananza dal lavoro le stesse facendo perdere l’anno di prova nell’ufficio Auror, non importava che Voldemort la volesse morta, come tutti quelli della sua “razza”. Non avevano neanche vent’anni ed erano disperatamente innamorati, nulla importava per loro. Rimanevano lì quanto più potevano, finché il marchio sull’avambraccio di Severus iniziava a bruciare. Solo allora si guardavano e, senza dire una parola, si rivestivano entrambi per smaterializzarsi in punti opposti del Paese.
 
Una mattina, terminato il rituale del risveglio, Severus piantò quel suo sguardo su Lily e rimase a fissarla per minuti interi. Era bellissima, con le ciocche rosse che sfuggivano dalla treccia disordinata, ancora svestita, mentre beveva il suo caffè. Era lì dal pomeriggio precedente, quando lui era rientrato da una riunione con il Signore Oscuro.
«Sei bellissima» disse all’improvviso.
«Grazie, Sev» lei strinse le spalle, le si arrossarono le gote. Salazar benedetto, era ancora più bella.
«Vorrei… Lily, vorrei parlarti di una cosa»
«Certo, dimmi» Lily poggiò la tazzina di caffè sul tavolo e con quel gesto un seno morbido, perfetto, candido comparve alla sua vista. Doveva smettere di guardarla, o non sarebbe mai riuscito a finire un discorso. Afferrò il mantello nero che aveva lasciato su una sedia il giorno prima, e la avvolse.
«Un piccolo aiuto sai, per la mia concentrazione» disse serio, e lei fece una risatina. «Allora, ehm…ho avuto un’idea. Non so, magari non ti piace o non è realizzabile, insomma…»
Che gli stava succedendo? Era sempre così convinto delle sue idee. Lei percepì una strana agitazione, e per tranquillizzarlo disse «Di solito adoro le tue idee, Principe». Principe. Era stato lei a dargli quell’assurdo soprannome.
 
«Mia madre invece, come ti dicevo, è una strega. Una strega molto importante, cioè voglio dire, di una famiglia molto importante. La nobile famiglia Prince!»
«Wow! Prince come principe?»
«Esatto, come principe. Una famiglia molto ricca, sai, nobile» il piccolo Severus fece un sorriso, poi si rabbuiò di nuovo «Almeno credo. Non li ho mai conosciuti i miei nonni. Mamma dice che ha litigato con loro tanti anni fa, quando io ancora non c’ero»
Lily volle cambiare discorso «Beh ma allora sei un principe! Un principe metà mago… cioè mezzo mago… come si dice?»
«Mezzosangue. Quando uno dei genitori è mago e l’altro è babbano, si dice mezzosangue»
«Un principe mezzosangue allora! Ti chiamerò così» aggiunse in tono solenne «il Principe Mezzosangue»
Quel pomeriggio lo aveva investito con una spada immaginaria e incoronato con una ghirlanda di fiori, con sommo disappunto di Severus.
 
«Ehm, questa volta non si tratta di un incantesimo o cose così»
«Dai, basta tenermi sulle spine! Raccontami tutto, avanti!»
«Va bene, va bene. Allora…tra qualche settimana avrò alcuni giorni liberi. Cinque giorni in cui, insomma, ehm, non sarò convocato» nonostante lei lo avesse visto in vesti da Mangiamorte e avesse curato le ferite inferte dal suo Signore, era sempre molto imbarazzato quando si parlava di quell'argomento.
«Come mai?»
«Non è questo il punto». Il Signore Oscuro si sarebbe recato in Bulgaria, per incontrare alcuni giovani maghi appena usciti da Durmstrang o qualcosa del genere. Non sapeva i dettagli, il suo Padrone non lo aveva informato visto il suo recente comportamento, e tantomeno aveva pensato di portarlo con sé. Non se ne dispiaceva, comunque. «Sarò libero, dicevo, e ho pensato che sarebbe una bella occasione per passare un po’ di tempo insieme. Insomma, più tempo del solito, intendo»
Lily sorrise. Solo qualche mese prima non avrebbe mai pensato che Severus potesse parlare così, balbettare addirittura, alla sola idea di passare qualche giorno tra baci e tenerezze. «Oh, è un’ottima idea. Vedrò cosa posso fare, voglio dire, passare cinque giorni interi qui non sarà facilissimo ma ci proverò»
«Lily non…non voglio passare cinque giorni dentro questa casa». Sospirò, cercando di non dare a vedere quanto fosse agitato, e poi disse in fretta «Possiamo andare da qualche parte, se ti va ovviamente, stare un po’ lontani da tutto questo, senza la paura che qualcuno ci veda. Pensavo all’Italia»
«L’Italia?»
«L’Italia, sì. Non ti piace l’idea, vero?»
«Sev…» il viso di Lily si aprì in un sorriso radioso, balzò in piedi e lo circondò con le braccia «mi stai proponendo una gita romantica in Italia?»
Lui sollevò il sopracciglio, guardandola con aria divertita «Una…gita »
«Una gita certo, una gita e basta. Niente romanticismo! Che io sia dannata se oserò insinuare ancora che Severus Piton è un tipo romantico!» scoppiò a ridere e prese a baciarlo dappertutto, scompigliandogli i lunghi capelli. «Hai pensato all’Italia per tua madre, vero?»
«Sì. Aspetta un attimo, torno subito» andò in salotto a frugare tra i tomi della libreria e tornò con un libriccino rilegato in pelle verde. Avrebbe potuto appellarlo, ma muoversi gli era servito a stemperare il rossore delle guance. «Guarda»
Lily prese il piccolo volume. Era consumato ai bordi, come se qualcuno lo avesse sfogliato ininterrottamente per anni. Aprì la prima pagina. Questo diario segreto appartiene a Eileen Prince. Se continuerai a leggere senza il mio permesso, ti cadrà una mano. La ragazza ritrasse la mano inorridita, facendo cadere a terra il diario.
«È uno scherzo, sciocchina» Severus la schernì in tono strascicato, poi riprese il libriccino da terra. Era zeppo di foto magiche e appunti, scritti in una grafia minuta, leggermente più morbida di quella del figlio. In quelle pagine Eileen aveva raccontato, giorno per giorno, la sua estate in Italia. C’erano cenni storici sui vari monumenti, racconti di giornate al mare e apprezzamenti su un certo cameriere di Roma che fecero arrossire di nuovo Severus. Una ragazza dal viso sottile e i capelli corvini rideva davanti al Colosseo, sembrava che si stesse divertendo molto.
«In Italia lei è stata felice. Ho pensato che, se ti porterò lì, renderò felice anche te»
«E tu Severus? Come posso renderti felice?»
Lui fece un mezzo sorriso «Dimmi che verrai»
 

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Questo capitolo è un po’ più piccino del solito, ma ci serve per due motivi:
1.     Amare un po’ di più Severus, se mai ce ne fosse bisogno
2.    Arrivare al prossimo capitolo, che è molto importante
Aspetto sempre le vostre recensioni, grazie mille per il vostro supporto :)
 
 
 
 
   
 
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