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Autore: 18Ginny18    11/09/2016    7 recensioni
Molti segreti le sono stati celati... Loro dicono "per il bene comune"... Ma a quale prezzo?
Piccolo assaggio:
Albus sapeva di dover fare in fretta. Non sarebbe stato facile far allontanare la bambina dai Potter, prima dell'arrivo dei mangiamorte. Voldemort li avrebbe trovati.
Genere: Malinconico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio, Sirius Black, Sorpresa | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, James/Lily, Sirius/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '~The Black Chronicles~'
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"Più dolce sarebbe la morte se il mio sguardo
 avesse come ultimo orizzonte il tuo volto" 
William Shakespeare.

Capitolo 28 - LA FINE
Nonostante l'umore dei due campioni di Hogwarts fosse decisamente peggiorato con il passare dei giorni, la terza prova del Torneo non si fece attendere. Harry e Cedric non avevano smesso un solo istante di preoccuparsi per Ginevra che, a quanto risultava alle squadre di ricerca, era letteralmente scomparsa. E nessuno dei due sembrava avere un minimo di attrazione per il Torneo. Se fosse stato per loro si sarebbero ritirati, ma erano incastrati in una situazione dalla quale era impossibile uscire.
- È un contratto magico vincolante - aveva detto Bagman. - Le regole stabiliscono chiaramente che i Campioni devono gareggiare fino alla fine del Torneo.   
Così, furono costretti ad entrare nel campo di Quidditch, che ormai era del tutto irriconoscibile, ripetendosi che una volta terminata la terza prova avrebbero ritrovato Ginevra anche a costo di passare ore intere senza né mangiare o dormire. Al suono del via, Harry e Cedric entrarono all'interno del labirinto, incontrando vari ostacoli che riuscirono a superare con successo e, insieme, raggiunsero la Coppa TreMaghi. Ma non sapevano cosa sarebbe successo un attimo dopo.

Dopo quella strabiliante scoperta, e dopo che Alastor le raccontò come si fosse trasformata in un lupo, Ginevra si riaddormentò, rincuorata dal pensiero che quella fosse la chiave per far scappare sia lei che il suo compagno di prigionia da quella cella. Dopotutto, il Mangiamorte ignorava cos'era diventata la ragazza. Non avrebbe sospettato nulla. 
Ma ben presto ogni speranza venne dimenticata, non appena si ritrovò a sognare. 
Era nello stesso cimitero buio e abbandonato che la tormentava da giorni, nel quale sapeva che doveva morire qualcuno, ma non aveva mai visto nessuno... fino a quel momento. 
Harry e Cedric continuavano a guardarsi intorno.
Ginevra aveva gli occhi iniettati di paura al solo vederli. Quando venne colpita dalla consapevolezza che i due ragazzi erano in pericolo, iniziò ad urlare loro di scappare. 
Nessuno dei due riusciva a sentirla. 
Tutto le sembrava una scena già vissuta, troppo dolorosa per potersi ripetere ancora. 
Le bastò chiudere gli occhi per rivedere i corpi di James e Lily privi di vita. Erano impressi nella sua mente come un ricordo marchiato a fuoco. Non voleva che accadesse di nuovo. Non voleva che le persone a cui teneva continuassero ad esserle strappate via. 
Una sagoma avanzava decisa tra le tombe, verso di loro. Era piccolo di statura, e indossava un mantello con il cappuccio abbassato sul volto per nasconderlo. Tra le braccia teneva un fagotto informe. 
E man mano che la distanza tra loro si riduceva, Harry e Cedric abbassarono le loro bacchette e si scambiarono un'occhiata confusa. 
Entrambi tornarono a studiare la sagoma che si avvicinava.
Ginevra continuava ad urlare nella folle e disperata speranza che l'ascoltassero. Solo alla fine, Cedric sembrò accorgersi della sua presenza. 
Vedeva la sua immagine sfocata, ma la vedeva. 
- Gi... Ginevra? - sussurrò sbigottito. 
Poi una voce fredda e acuta disse: - Uccidi l'altro. 
- Avada kedavra!
Un lampo di luce verde saettò verso Cedric. L'ultima cosa che udì era l'urlo disperato di colei che amava. 
Ginevra riprese i sensi con un dolore martellante alla testa. Il respiro accelerato, la fronte madida di sudore e gli occhi che le mostravano ancora quel lampo di luce che colpiva Cedric.
Lo aveva visto cadere disteso a terra a braccia aperte. Era morto. 
Senza badare alla presenza di Moody e alla sua espressione preoccupata, Ginevra si coprì la faccia con le mani e scoppiò a piangere. 
Cedric era morto. 
Non sapeva quanto tempo fosse passato, ma le servì un po' per capire cosa stesse accadendo. 
Qualcuno stava gridando il suo nome.
Aprì gli occhi con cautela, più cieca di prima. Cercò di concentrarsi, per vedere chi li avesse salvati. 
- Ginevra. - Sentiva la voce sollevata di Harry, proprio accanto a lei. - Mi senti? 
- Ha...ry... - bofonchiò. 
Un miscuglio di voci ovattate intorno a lei la confusero. Quanti erano? Chi erano? Cosa stava succedendo? Stava ancora sognando? 
Con un movimento rapido e agile qualcuno la sollevò da terra e la prese in braccio. 
All'improvviso non sentì più il pavimento sotto di sé. Aprì gli occhi, piano. Un uomo l'aveva presa tra le braccia di slancio, come se il suo peso fosse pari a una piuma... Aveva dei lineamenti familiari ma non riusciva a capire esattamente chi fosse. 
L'uomo le sussurrò dolcemente: - Sei al sicuro, ora.
'Povera piccola...', pensò quando la vide rannicchiarsi contro il suo petto e cercare di nascondere il viso cadaverico rigato di lacrime.
La portò all'interno dell'infermeria, adagiandola delicatamente sul primo letto disponibile. Le scostò i capelli dagli occhi, con un sorriso appena accennato. Ginevra socchiuse gli occhi e cercò di metterlo a fuoco. Per un attimo si chiese chi fosse, ma alla fine decise che non le importava. Niente importava, ormai. 
- Ciao - tentennò l'uomo. 
Nessuna risposta, lo immaginava. Sapeva cosa provava la ragazza in quel momento. 
Dal corridoio si sentirono dei passi in avvicinamento e l'uomo fu costretto a tramutarsi in felino, nessuno doveva sapere che lui era lì. Ginevra sembrava indifferente alla cosa. Non le importava che il suo gatto in realtà fosse un Animagus e quando lui balzò ai piedi del letto dove era distesa, gli rivolse una breve occhiata, dopodiché spostò lo sguardo verso il muro. 
- Oh, santo cielo! - Madama Chips si scagliò su di lei come una fionda, non curandosi minimamente del gatto lì accanto. Si preoccupò di fasciare le ferite alla ragazza fino a quando non entrarono la signora Weasley accompagnata da Ron, Hermione e Bill Weasley. 
I quattro erano sicuri di trovare Harry all'interno della stanza, per cui rimasero di stucco quando videro Ginevra distesa su uno dei letti. 
- Oh, cara! - La signora Weasley sembrava sul punto di piangere. La ragazza, invece, non accennò a nessuna reazione alla vista di quelle persone. 
- Sta bene? - chiese Bill a Madama Chips. 
- È molto debole, ma si riprenderà. 
Bill sorrise, sollevato, così come Ron e Hermione che però non riuscivano a tenere a freno l'ansia che li attanagliava per lo stomaco al solo pensiero di Harry. Molly si avvicinò piano al letto della ragazza, che aveva sempre considerato come una figlia, e si lasciò scappare un singhiozzo. - Che cosa ti hanno fatto... 
Ginevra non rispose, continuò a guardare il muro lì vicino sforzandosi di non pensare. 
In quel preciso istante la porta si aprì e tutti quanti si voltarono di scatto all'ingresso di Harry, Silente e di un cane nero. Nonostante Harry stesse sanguinando, non aveva occhi che per la sorella maggiore, che sembrava l'unica a non aver notato la sua presenza. 
Il cane corse verso di lei e appoggiò le zampe anteriori sul materasso. Guaì piano, spingendo la testa sotto la mano di lei.
A quel punto Madama Chips sembrò accorgersi della presenza dei due animali dal manto nero.
- Preside - disse fissandoli. - Posso chiedere che cosa...? 
- Questi due simpatici amici a quattro zampe rimarranno con Harry e Ginevra per un po' - si limitò a dire Silente. - Le garantisco che sono molto beneducati. 
Ginevra volse la sua attenzione verso il cane e sorrise appena, dandogli una piccola grattatina dietro le orecchie.
Silente provò a scambiare qualche parola con lei, senza alcun successo.
Era diventata una lastra di ghiaccio impenetrabile, così che le sue emozioni non potessero manifestare il suo stato d'animo. 
Madama Chips la incitò a trangugiare una Pozione Sonnifera e, dopo averne bevuto qualche sorso, si addormentò. 
Venne svegliata da urla, che le procurarono un gran mal di testa.
Agli occhi degli altri, sembrava che lei non ascoltasse una sola parola e se lo faceva cercava di non darlo a vedere. Continuando a fissare il muro tutto il tempo. 
Il Ministro della Magia e Silente sembravano aver dimenticato che si trovavano in un'infermeria. Ma Ginevra aveva capito, dalle parole del Preside, che le sue supposizioni erano esatte: Barty Crouch Jr., che aveva finto per tutto l'anno di essere Alastor Moody, aveva scagliato un Incantesimo Confundus sul Calice di Fuoco per inserire Harry nel Torneo. Alla fine aveva trasformato la Coppa Tremaghi in una Passaporta per condurlo da Voldemort e fu lì che... era successo.
- Voldemort è tornato - diceva Silente. - Se accetti immediatamente questo fatto, Caramell, e prendi i provvedimenti necessari, può darsi che siamo ancora in tempo per salvare la situazione. 
Ma il Ministro rifiutava di credergli. Era così accecato dal potere che occupava nel mondo della magia, da non voler accettare la realtà. 
- Ne ho abbastanza, Silente - sussurrò e uscì dalla stanza, sbattendo la porta. 
Non appena se ne fu andato, Silente si rivolse al gruppo che attorniava i letti di Harry e Ginevra. 
- C'è del lavoro da fare - disse. - Molly... ho ragione di credere di poter contare su di te e su Arthur? 
- Ma certo - rispose la signora Weasley. Era pallidissima, ma decisa. 
- Allora ho bisogno di mandargli un messaggio - disse Silente. - Tutti coloro che riusciamo a convincere della verità devono essere avvertiti immediatamente, e Arthur è in una buona posizione per avvicinare i membri del Ministero che non sono miopi come Cornelius. 
Bill si offrì volontario come messaggero e partì immediatamente. 
Quando uscì anche Madama Chips, Silente parlò nuovamente. 
- E ora - disse, - è venuto il momento che alcuni di noi si riconoscano per ciò che sono. - Si volse vero i due Animagus sul letto di Ginevra. - Vi prego di riprendere il vostro solito aspetto. 
Entrambi i due animali guardarono Silente, poi ripresero la loro forma umana. 
La signora Weasley urlò e fece un balzo indietro. 
- Sirius Black! 
Ginevra sorrise appena, sospettava una reazione del genere da pare sua. 
Guardò suo padre che le sorrise. - Ciao, principessa - le sfiorò la guancia con una carezza leggera. Lei cercò di tirar fuori la voce, ma non ne aveva la forza. Era grata della sua presenza e se fossero stati soli, avrebbe voluto sfogarsi con lui, piangere in tranquillità. 
Dopo aver passato settimane a convivere con dei fantasmi che ridevano di lei, cercando di portarle via il lume della ragione, aveva bisogno di sentirsi ancora una bambina almeno per un po'. 
Cercava il conforto di suo padre, nella speranza che le dicesse di aver vissuto un brutto sogno. 
- E lui chi è? - Ron la distolse da quei pensieri. 
Seduto ai piedi del suo letto, dove prima era acciambellato Ice il suo gatto nero, vi era l'uomo che l'aveva trasportata fino a lì. Aveva i capelli neri, e il suo viso, di una bellezza quasi sconvolgente, ospitava un sorriso tutto per lei.  
- Ah, sì - disse Silente. - Permettetemi di presentarvi Regulus, il fratello di Sirius. 
Sui presenti cadde un silenzio irreale. Ginevra guardò Regulus, cercando di capire il perché lei non riuscisse a reagire come tutti gli altri davanti a quella rivelazione. Il silenzio continuò finché non venne rotto da Severus Piton. 
- Ma tu eri... 
- Morto? - lo interruppe Regulus con un'alzata di spalle. - Non è mica una parolaccia. 
Sirius rise sommessamente e Regulus portò gli occhi al cielo. 
- Be', forse capisco il tuo ruolo nella faccenda - iniziò Severus, - ma lui? - ringhiò, fissando Sirius. 
- Ho più diritto io di stare qui di quanto ne abbia tu, Mocciosus - rispose Sirius con voce alterata. 
Regulus lo guardò, sconsolato. Nonostante fossero passati anni, suo fratello non era cambiato. Sapeva quanto Severus odiasse quel soprannome.  - Sirius - provò a rimproverarlo.
- Che c'è? - ribatté Sirius. - Ho solo detto la verità. I miei figli sono qui e solo Dio sa cosa hanno passato. 
Harry dovette trattenersi dall'abbracciare il suo padrino. Non credeva possibile che si potesse provare così tanto affetto e gratitudine per qualcuno. 
- Adesso basta - Silente stroncò il battibecco dei due uomini sul nascere e riprese la parola. - È ora che mettiate da parte i vecchi dissapori e vi fidiate l'uno dell'altro. Stringetevi la mano. 
La risata divertita di Regulus riecheggiò nella stanza come un suono melodioso. - Buona fortuna, allora.  
Come si poteva dargli torto? Sirius e Severus si squadravano con il più profondo disprezzo. 
Harry, Ron e Hermione avevano gli occhi sgranati e sembrava che si aspettassero un'esplosione da un momento all'altro. 
- Non avete motivo di combattere tra di voi - disse Silente. - Adesso state dalla stessa parte. 
Molto lentamente -ma senza smettere di scrutarsi torvi, come se ognuno augurasse all'altro ogni male- Sirius e Piton avanzarono e si strinsero la mano. Si separarono molto in fretta. 
A Silente tanto bastava per procedere con il suo piano, assegnò ad entrambi una missione della quale dovevano occuparsi il prima possibile. 
- Sirius, ho bisogno che tu parta subito. Devi avvertire Remus Lupin, Arabella Figg, Mundungus Fletcher... 
- No. 
Tutti si voltarono verso Ginevra che in quel momento aveva l'aspetto di un cadavere. 
Lei non voleva separarsi da suo padre... non un'altra volta. Harry rispecchiava i suoi stessi pensieri, ma al momento sembrava troppo preso da un senso di sollievo mentre guardava la sorella. Aveva temuto che non l'avrebbe più sentita parlare, così come molti dei presenti. 
- Non voglio - ripeté Ginevra. Non le importava se la considerassero una bambina capricciosa, voleva solo rifugiarsi tra le braccia di suo padre. - Ho bisogno di te. 
Sirius le circondò le spalle con un braccio, le lasciò un tenero bacio sulla fronte e lei iniziò a piangere, silenziosamente. 
- Non preoccuparti - le sussurrò, - tornerò presto. 
- Presto - ribadì Ginevra, singhiozzante. Ricevette un secondo bacio, dopodiché sciolse l'abbraccio e assunse abbastanza autocontrollo da placare il pianto. 
Dopo aver salutato anche Harry, Sirius riprese la sua forma canina e con un balzo fu alla porta. Abbassò la maniglia con una zampa e poi sparì. 
- Severus - disse Silente, richiamando la sua attenzione. - Tu sai cosa devo chiederti. Sei pronto? 
Il professore di Pozioni impallidì. Sapeva anche fin troppo bene cosa voleva da lui. - Lo sono.
- Allora, buona fortuna - disse Silente, e con una traccia di preoccupazione sul viso guardò Piton scomparire silenziosamente. 
Passarono parecchi minuti prima che Silente parlasse di nuovo. 
- Regulus, confido in te. Io devo andare giù - disse alla fine. - Devo vedere i Diggory. 
Ginevra trasalì. Serrò le palpebre e strinse le lenzuola sotto di lei, con forza. Regulus le si avvicinò, incerto. Non era ancora sicuro di sapere come lei potesse reagire, dopotutto non lo conosceva nemmeno! Be'... quasi.
Quando lei riaprì gli occhi, incrociò il suo sguardo pieno di sofferenza.
Nessuno di loro parlò per parecchio tempo. Tutti lanciavano occhiate preoccupate alla ragazza, mentre quella cercava di non andare in iperventilazione e questo non faceva che aggravare la sua situazione. L'ultima cosa che voleva era essere al centro dell'attenzione.
- Sto bene - disse con tono rassicurante. - Non preoccupatevi, sto bene. 
Ma Regulus sapeva che era anche troppo brava a mentire e mascherare i suoi sentimenti in un battito di ciglia, così poggiò la mano sulla sua e la guardò dritto negli occhi. - Lo so. 
Gli occhi di lei tornarono ad essere lucidi e accennò un sorriso, grata che lui fosse l'unico in grado di capirla. 
Lo trovava strano, ma per un attimo aveva avuto la folle sensazione che Regulus fosse parte di lei. 
- Mi aiuti ad alzarmi? - gli chiese. 
- Non credo sia una buona idea, cara - fu la lieve protesta di Molly. - Sei ancora molto debole. 
- Sto bene - ripeté Ginevra, quasi ringhiando. Non era un invalida, ne aveva avuto abbastanza di stare sdraiata su quel letto. Sospirò e cercò di mantenere la calma. - Ho solo bisogno di un po' d'aria. 
Molly non si oppose e Ginevra fece scivolare le gambe fuori dal letto. Quando sentì le sue forze venire a mancare cercò di non darlo a vedere e ringraziò il cielo che Regulus la sorreggesse. 
Mentre attraversavano la corsia, Ginevra non accennò nemmeno uno sguardo verso suo fratello. Era certa che se avesse visto la sua espressione non avrebbe resistito a lungo e il muro di ghiaccio che aveva più volte innalzato sarebbe crollato definitivamente. 

Quella notte Harry non smise nemmeno un attimo di rigirarsi nel letto, e per quanto ci provasse, non riusciva ad addormentarsi senza pensare a ciò che gli era successo nelle ultime ore. Non appena chiudeva gli occhi vedeva Cedric morire davanti ai suoi occhi e Voldemort che riprendeva possesso del suo corpo. 
Si voltò per la milionesima volta verso la sorella, sdraiata nel letto accanto al suo, e si sentì in colpa per quello che era successo. Era solo colpa sua se Cedric Diggory era morto, lo aveva spinto tra le braccia della morte senza che se ne rendesse conto. Non poteva biasimare la sorella, che non gli aveva più rivolto la parola. 
Doveva sicuramente avercela a morte con lui. 
Quando Ginny Weasley varcò la soglia dell'infermeria silenziosa, sentì solo il respiro leggero dei suoi due occupanti. Dopo aver lanciato una veloce occhiata alla sua omonima, si avvicinò piano al letto del ragazzo che, avvertendo la sua presenza, si volse di scatto e trasalì. 
- Ciao - sussurrò la rossa e, una volta che lui si mise a sedere, prese posto al suo fianco. Restarono in silenzio finché non sentirono il bisogno di troncarlo. 
Fu Harry il primo a parlare. - Non ho chiuso occhio da quando sono qui. 
Il suo sguardo si posò nuovamente sui lineamenti della sorella, i capelli sparsi sul cuscino con qualche ciocca che le copriva il viso corrucciato. 
- Come sta? - gli chiese la rossa, preoccupata. 
Harry distolse subito lo sguardo dalla sorella quando avvertì i suoi occhi pizzicare. Li piazzò su un punto ben preciso del soffitto e svuotò i polmoni con un sospiro profondo. 
- Non ha ascoltato una parola, se lo ha fatto non lo ha dato a vedere. Ha fissato il muro tutto il tempo... ed è colpa mia - la sua voce suonò strana persino alle proprie orecchie. Sembrava sul punto di strozzarsi. - Non mi perdonerà mai.
Tremava e sentiva senso di nausea al solo ricordo di Cedric colpito dalla terza Maledizione Senza Perdono. 
Ginny preferì non commentare, sapendo che non sarebbe stata comunque di conforto. Non sapeva con esattezza cosa fosse successo nel labirinto e non voleva forzarlo in alcun modo a parlare.
Sapeva che tutto ciò che il suo ragazzo desiderava in quel momento era sfogarsi.
- Gli ho detto di prendere la Coppa insieme a me - disse Harry. - È colpa mia. 
Lo tirò a sé stringendolo in un abbraccio e Harry affondò il viso nei suoi lunghi capelli rossi, assaporando il suo dolce profumo. Lasciò che lei gli donasse un bacio leggero sulla guancia.- Non è colpa tua - sussurrò la rossa con tono dolce e sincero. - Ti perdonerà, vedrai. 

Quando arrivò il momento di preparare il baule per il ritorno a casa, Ginevra sentì chiaramente un vuoto nel suo petto ogni volta che pensava a ciò che si lasciava alle spalle. Mentre riponeva i vestiti con un ordine quasi maniacale, si ritrovò tra le mani una sciarpa dai colori nero e giallo con lo stemma dei Tassorosso ricamato sopra. Quando ispirò quell'odore che era rimasto impresso nell'indumento, non riuscì a frenare alcune, piccole, lacrime silenziose. 
Passando la mano sulle strisce bicolori, le sembrò di sentire la voce di Cedric che le sussurrava all'orecchio. 
- Tienila tu - le aveva detto, - così mi penserai anche quando non staremo insieme. 
La rabbia si impossessò di lei e raggiunse la sala Comune a grandi passi fino a trovarsi davanti al camino spento. 
Sfoderò la bacchetta.
- Incendio! - ringhiò e le fiamme divamparono.
Era sul punto di gettare la sciarpa nel fuoco e fingere che Cedric fosse solo un ricordo, ma non ci riuscì. Non ne aveva la forza. 
Le sue gambe cedettero e si accasciò a terra, stringendo la sciarpa di Cedric tra le mani. Voleva sfogarsi, piangere, persino gridare se le fosse servito. Aveva bisogno di cancellare dalla sua memoria quel lampo di luce che lo colpiva in pieno e i suoi occhi marroni, i suoi bellissimi occhi marroni che erano sempre riusciti a esprimere un infinita dolcezza in grado di sciogliere il suo cuore, aperti, vacui e privi di espressione. La sua bocca socchiusa in un'espressione di vaga sorpresa... 
- Gin.
Alzò la testa di scatto e rimase pietrificata. In piedi, a pochi passi di distanza, trovò Fred. 
Doveva avere un aspetto decisamente pietoso, pensò lei, per aver scatenato quella reazione del ragazzo. Fred non era dolce e affettuoso come il gemello, il più delle volte era distaccato e non amava esporre i propri sentimenti. Eppure, quella volta sembrava diverso. 
Si avvicinò a Ginevra, anche se risultava timido e impacciato. 
Lei si sforzava di mantenere l'autocontrollo quando lo vide sedersi al suo fianco e metterle una mano sulla spalla. 
Ancora qualche secondo, continuava a ripetersi, non posso cedere davanti a lui. Ma di fronte a quell'espressione preoccupata del ragazzo, si trovò incapace di fermare l'istinto. 
In un attimo, nascose il viso tra le sue braccia e crollò. Fred la lasciò singhiozzare senza dire nulla. Ascoltò i suoi gemiti, limitandosi a cullarla in quell'abbraccio e lasciare che gli bagnasse la camicia di lacrime. 
Non sapeva quanto tempo avesse passato a piangere ma, con una fitta al cuore, venne colpita da un'orribile sospetto che stava iniziando a tormentarla.
- È colpa mia - sussurrò. - È tutta colpa mia. 
Fred si allontanò quel poco che bastava per guardarla in faccia. Gli occhi gonfi e il viso pallido riuscirono a procurargli una strana sensazione allo stomaco, non sopportava vederla ridotta in quello stato. - No, perché dici così. Non è stata colpa tua. 
Lei non la pensava allo stesso modo. Rimase in silenzio, disgustata da quell'ondata di senso di colpa che la investiva mentre riviveva quell'attimo di puro dolore che le squarciava il petto come una lama affilata. 
Anche se per un attimo, Cedric l'aveva vista. Aveva sussurrato il suo nome prima di cadere a terra e questo non lo avrebbe dimenticato mai, ma non aveva il coraggio di rivelarlo a Fred. 
Si guardò i palmi delle mani e le vide macchiate di rosso. Chiuse gli occhi e serrò i pugni, cercando di ripetersi che quello che aveva visto non era reale. Le sue mani non erano colme di sangue. A quel punto quell'insopportabile voce nella sua testa si permise di dissentire: 
- Ne sei proprio sicura? - la schernì. 
Fred depose un bacio leggero sulla sua testa e lei si calmò appena.
Quella sera, quando scese per il Banchetto di fine anno, si trovò davanti all'istinto di correre via piangendo o di cavarsi gli occhi dalle orbite. Qualunque cosa pur di non peggiorare il suo stato d'animo. 
Al posto delle solite decorazioni, erano stati appesi degli stendardi neri e non poté fare a meno di pensare che erano per Cedric. 
Si sentì sfiorare il braccio da qualcuno e non appena si voltò, incontrò due occhi azzurri lucidi e contornati da occhiaie. Il sorriso radioso che, solitamente era stampato sul volto del ragazzo, era stato sostituito da un'espressione lugubre e sofferta. 
Abbracciò Paul, forte, e lasciarono che le lacrime sfuggissero al loro controllo. 
Nessuno dei due aveva la forza di dire qualcosa. Entrambi avevano perso una persona a loro molto cara e sapevano che non sarebbe stato facile da superare. 
Quando si separarono Paul la trattenne per la mano per qualche istante, accennò un sorriso e si asciugò gli angoli degli occhi. 
Raggiunsero i propri tavoli e Ginevra prese posto accanto a Hermione, che la salutò con un sorriso triste. 
La cena trascorse quasi del tutto in un silenzio religioso, a volte rotto da qualche ronzio di voci o dal tintinnio di posate. Gli unici che non emettevano un fiato erano gli studenti di Tassorosso.
Alla fine del banchetto Silente si alzò in piedi e la Sala Grande cadde definitivamente nel silenzio. I suoi occhi si posarono sul tavolo di Tassorosso, tutti i suoi componenti avevano il volto pallido e triste. 
- Ci sono molte cose che vorrei dire a tutti voi stasera - disse, - ma prima di tutto devo ricordare la perdita di una persona molto bella, che dovrebbe essere seduta qui - e fece un gesto verso il tavolo di Tassorosso - a godersi il banchetto con noi. Cedric Diggory era una persona che riuniva in sé molte delle qualità che distinguono la Casa di Tassorosso. Era un amico buono e fedele, un gran lavoratore, credeva nel gioco leale. La sua morte ha toccato tutti voi, che lo conosceste o no. 
Tra la folla si sentirono alcuni studenti singhiozzare, a versare lacrime silenziose al solo pensiero che Cedric Diggory era morto pochi giorni prima.
Una piccola parte di Ginevra però, non accettava del tutto il fatto che fosse morto. Quando alzava lo sguardo verso il tavolo di Tassorosso si aspettava di vederlo sorridere e scherzare con Paul o incrociare il suo sguardo... Ma era solo una stupida illusione. 
- Credo che abbiate diritto, dunque, di sapere esattamente com'è successo. 
Istintivamente, Ginevra serrò gli occhi e strinse i pugni, come se così facendo fosse in grado di proteggersi. 
La voce del preside era diventata un eco nelle sue orecchie.
- Cedric Diggory è stato assassinato da Voldemort. 
Quando sentì che qualcuno le toccò la spalla, Ginevra si portò una mano davanti alla bocca e si unì ai singhiozzi degli studenti. 
In molti la guardavano, ognuno in modo diverso, ma a lei non importava. Non c'era cosa peggiore, per lei, che pensare a Cedric senza riuscire a trattenersi.
- Il Ministero della Magia - riprese Silente, - non vorrebbe che ve lo dicessi. È mia convinzione, tuttavia, che la verità sia generalmente preferibile alle menzogne, e che ogni tentativo di fingere che Cedric sia morto in seguito a un incidente, o a un errore da lui commesso, sia un insulto alla sua memoria. 
Anche se sapeva di avere lo sguardo di tutti addosso, quelle parole erano troppo da sopportare. Ginevra uscì di corsa dalla Sala Grande e iniziò a correre, lontano. 
Non parlò con nessuno fino al giorno della partenza. Ignorò gli sguardi e i sussurri di quelli che la circondavano e finse che tutto andasse bene. Vide Draco e Hermione sforzarsi di non sembrare una coppia così come Harry e la piccola Weasley, ma, sapendo che lo facevano per lei, li rassicurò dicendo "Sto bene". Nessuno, a parte Alastor Moody, era a conoscenza della sua abilità nel trasformarsi in un lupo. Era un segreto che intendeva mantenere tale per molto tempo. 
Augurò ai suoi amici di passare delle belle vacanze, promettendo al fratello che gli avrebbe scritto presto e quando scese dal treno per Hogwarts, suo zio Ted l'accolse stringendola goffamente con un braccio. 
Ovviamente aveva saputo ciò che era successo ma Ginevra sapeva che suo zio non era bravo a consolare la gente.
- Sto bene - lo aveva ripetuto così tante volte che sembrava diventato il suo nuovo motto. 
Ted annuì, non molto convinto, e la portò a casa Tonks dove avrebbe passato gran parte dell'estate a cercare di dimenticare Cedric Diggory. 




ANGOLO AUTRICE:
Ed ecco a voi... il personaggio "sorpresa" Regulus Black: 
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Allora, vi aspettavate un finale diverso? 
Qualcuno di voi aveva sospettato del ritorno di Reg? Cosa ne pensate? 
Come avrete capito dal titolo, siamo arrivati alla fine... ma siamo proprio sicuri che lo sia? 
Non posso darvi una data precisa ma, spero molto presto, pubblicherò il sequel... Voi lo volete, sì? 

Ringrazio tutti voi che mi avete seguito con pazienza e tenacia, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà... ok, sto esagerando. 
Ma in particolar modo ringrazio coloro che hanno avuto il coraggio di darmi la loro opinione per questo scempio di storia: 
alwais/M_G_Weasley/Moony1960 (voi tre siete state fondamentali! GRAZIE!!! ^___^)/amas95 (CIAO TESORO!!!) /Ginnymary92 (ho scritto la Hinny all'ultimo minuto ma spero che sia stata di tuo gradimento :) )/darkgenius/Natasha Optimus/vittoriaM20/_milagro_/AnnyWolf99/_gaiuccia_ e Nicky_Black. Spero di rivedere tutte voi anche nel sequel "Light and Darkness" :) 
Un bacio grandissimo 
18Ginny18
  
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