Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: Classicboy    12/09/2016    5 recensioni
storia scritta a quattro mani con Lady White Witch
Superhero!AU, Mutanti!AU, X-man!AU
principalmente Spamano con altre coppie
“Chi sono i mutanti?
L'umanità teme da sempre quello che non riesce a capire. La mutazione è la chiave della nostra evoluzione, ci ha consentito di evolverci da organismi monocellulari a specie dominante sul pianeta. Questo processo è lento e normalmente richiede migliaia e migliaia di anni, ma ogni centinaio di millenni l'evoluzione fa un balzo in avanti...”
Lovino vive a New York assieme al fratello, e l'unica cosa che gli interessa e andare avanti senza essere disturbato da problemi quali i mutanti e il loro folle mondo.
Ma dovrà ricredersi quando, aiutando un gruppo di ragazzi in fuga, scoprirà di farne parte.
E così tra scuole in cui le persone hanno ali d'angelo e attraversano pareti, ragazzi che controllano il fuoco e ti invitano a uscire e pazzi uomini mascherati e i loro scagnozzi, riuscirà questo collerico italiano ad accettare il suo nuovo mondo e ottenere risposte su chi lui sia davvero?
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAP.12: DI FESTE A SORPRESA E ATTACCHI NON PROGRAMMATI

 

Westchester, New York
Istituto Xavier per giovani dotati
Sala svago, quella sera

 

“Oui, esattamente... ah-ha... oui... allora è sicuro di potermi garantire una prenotazione per un tavolo per due per la prossima settimana? C'est magnifique! Grazie mille, arrivederci”

Francis chiuse allegro la chiamata e tornò nella sala svago, pronto a dare l'allegro annuncio a Gilbert.

Quello era il piano perfetto, se lo sentiva. Finalmente l'amour avrebbe trionfato!

Il suo sorriso si spense non appena raggiunse l'amico, chino su di un tavolo con Peter di fronte a lui, le ali che fremevano di eccitazione e tra di loro dei pessimi disegni di quelli che sembravano essere dei robot e due figure che il francese non ci mise molto a capire essere Antonio e Lovino.

“Gil...” riuscì solo a mormorare, prima che l'albino alzasse gli occhi su di lui e gli rivolgesse il suo sorriso da vampiro.

“Franny! Vieni qui, il piano appena progettato dal marmocchio è perfetto e magnifico come il sottoscritto! Non ci resta che attuarlo e poi...!”

“Gil, noi non faremo rapire Lovino da dei robot ninja per fare in modo che Antonio possa salvarlo” lo interruppe con esasperazione l'amico.

“Ma... Franciiiiiiis!” si lamentarono in tono molto simile il tedesco e Peter.

“Niente ma, e ascoltate me, piuttosto. Ho trovato il modo perfetto per far innamorare quei due” e si esibì in un sorriso furbo.

“Di che si tratta, e, per favore, mi auguro che non sia nulla come quando organizzi la mia festa di compleanno” cercò di informarsi incuriosito il ragazzo.

“Umpf, no. Vedi, ho scoperto che tra una settimana è il compleanno di Lovino, e pertanto ho appena prenotato un tavolo per due in un ristorante italiano a Times Square. Antonio accompagnerà lì Lovino, i due chiacchiereranno, scherzeranno, rideranno e finalmente capiranno i loro veri sentimenti. Perché in fondo non c'è niente di più romantico di una bella cena a lume di candela, no?”

Gilbert si limitò a storcere la bocca, visto che a suo parere un salvataggio da dei robot ninja era altrettanto romantico. Ma in fondo quello esperto di relazioni era Francis, quindi...

“Solo una cosa - domandò dopo un po' l'albino - E con la preside come fai? Dopo che ha beccato Lovi e Tonio fuori da scuola li tiene sotto una sorveglianza strettissima, e se li becca che progettano di uscire di nuovo di nascosto, poco ma sicuro li uccide”

“Ho già pensato anche a questo - si vantò il biondo mentre si studiava la manicure assolutamente perfetta - Parlerò con la preside e le dirò che quel giorno è il compleanno sia di Lovino che di Feliciano e le chiederò il permesso di poter organizzare una festa per i due. Quando lei me lo darà, perché sono sicuro che lo farà, chiederò a Heracles di creare delle copie di quei due, in tal modo Zafirah crederà di avere Lovino e Antonio sotto il naso, mentre loro in realtà saranno a New York a festeggiare, e una volta finito torneranno qui come se non fosse successo niente. Oh, non c'è bisogno che mi diciate che sono un genio, già lo so!”

Il silenzio nella sala fu interrotto da una nuova voce che esclamò allegra: “Ve, che piano stupendo! Mi sembra perfetto!”
Francis si voltò stupito e vide Feliciano fermo poco più in là che li osservava deciso.

“Contate su di me per convincere il fratellone, vi appoggerò!” esclamò il ragazzo.

“Oh... bene... grazie Feli” mormorò Francis leggermente perplesso. Non lo aveva notato, e tra l'altro i modi di fare dell'italiano lo lasciavano sempre un po' perplesso, così schietti e diretti.

“Ve, ora io devo andare, però state pur certi che nei prossimi giorni ne parlerò anche col fratellone. Ciao!” e se ne andò.

Francis lo salutò con un gesto della mano, prima di voltarsi di nuovo verso Gilbert, che si contorceva per continuare a vedere Feliciano.

“Però... quello è l'altro italiano, giusto? Ha un culo niente male, inoltre lo trovo assolutamente adorabile” disse con un ghigno.

“Gil, scusa, ma non mi sembra adatto a te”

“Non ti preoccupare, uno del genere non è proprio il mio tipo. Troppo puro, ed io sono un diavolo, mi brucerei - ghignò - Ora che lo guardo sembra avere circa l'età di West, però come caratteri non potrebbero essere più diversi. Chissà cosa nascerebbe in un incontro tra quei due...”

 

 

Stanza di Lovino e Feliciano Vargas,
Il giorno dopo

 

Lovino era sicuro di poche cose nella vita : Bart ed Ernie erano gay, la pizza americana era orribile e suo fratello era un perfetto idiota.
Quest'ultima convinzione si stava rafforzando sempre di più man mano che lo sentiva parlare di feste appuntamenti e.., ristoranti a Manatthan ?
"Fammi capire bene - fece, mentre uscì dalla doccia e si ritrovò il fratello seduto sul letto - Vorresti che io passassi il compleanno con un perfetto sconosciuto, fuori di qui (e forse questa è l'unica cosa che non mi dispiace), in un ristorante in uno dei quartieri più costoso di New York?"
"Ve si!"
"E i soldi, fratellino? Non navighiamo certo nell'oro "
"Francis ha detto che penserà a tutto lui!" esclamò fiducioso il minore, facendolo sbuffare. Un giorno l'eccessiva fiducia negli altri di suo fratello li avrebbe messi in grossi guai.
"Seh certo. Feli, dubito che quell’idiota abbia più soldi di noi...anzi, dubito che abbia anche il becco di un quattrino! Quindi no, preferisco tenermi fuori da... qualunque guaio stiate architettando. Sono stati quasi ucciso, non ci tengo a rivivere l'esperienza"
"ve... è un no?"
"secondo te? Certo che è un no, fratello"
Conoscendo Feliciano, non avrebbe rinunciato al suo piano. Probabilmente, sarebbe ricorso alla sua arma segreta : gli occhi da cucciolo bastonato e abbandonato in mezzo alla strada.

Dio, con quello sguardo lo fregava sempre. Ma questa volta non ci sarebbe riuscito , no signore ! Era un duro, lui!
"Hola Feli, cosa ha detto tuo...ops... momento sbagliato?"
Lovino arrossì fino alla punta dei capelli. Ma che cazzo, nessuno aveva l'abitudine di bussare in quella dannata scuola ?!
Meni male che aveva ancora l'accappatoio (non suo, tra l'altro)!
"Ma sei deficiente?"
"Scusami Lovi, ma qui siamo come una famiglia. Nessuno bussa e... beh... in effetti la cosa ha dato origine a situazioni più imbarazzanti di questa. Non sai quante volte ho beccato Francis con..."
"Non voglio sapere" gli disse l'italiano, per la purezza delle sue orecchie e della sua mente.
"Perché? Sono storie molto carine, una volta..."
"No, stop ! Niente, non lo voglio sapere. E poi... cosa ci fai qui?"
"Ovvio Lovi : volevo parlarti del tuo regalo!"
"Una cena solo tu ed io a Manatthan... non mi sembra tanto un regalo" commento caustico il giovane.
''In effetti, Francis e sempre stato un po spendaccione"
"Io non mi riferivo a questo....bah senti, ho già detto a Feli come la penso. Adesso puoi anche toglierti dai..."
"Voi due - lo interruppe la voce squillante di una ragazzina- Dovete andare a Manatthan!!"
L'italiano si batte una mano in faccia. Era così difficile il concetto di privacy? E lui indossava solo un fottuto accappatoio ! Tra l'altro, iniziava a sentire pure freddo.
"Wy per favore... non ti ci mettere anche tu!"
"Ma non capisci, voi dovete uscire - replicò la bambina - è importante, l'ho visto"
"E cosa hai visto, sentiamo?"
"Oh tante cose... sopratutto lui" disse, indicando Antonio.
"Eh?"
"Sì, lunga storia e non posso dire tutto. Comunque, devi uscire con Antonio, devi incontrare una persona importante e salvare la città. Beh... in realtà lo farà Antonio ma per il momento non ci interessa"
Lovino si gratto la testa. Ma di che diavolo stava parlando?
"Senti, con tutto il rispetto ma io..."
"Tu uscirai dalla scuola! E festeggerai alla grande. E lo giuro sulla testa di Peter ( tanto lui non ha un cervello ) io riuscirò a convincerti a uscire con questo gnocco qua"
"Wow - commento Feliciano - ve ... sei molto...ehm...esplicita"
"Imparo molto in fretta dagli adulti, non capisco perché, credono sempre che noi bambini non li stiamo a sentire. È stupido"
Perfetto...nota mentale per Lovino: evitare bestemmie o parolacce in italiano nelle vicinanze di Wy e degli altri marmocchi.
"Vogliamo davvero avere questa discussione mentre io sono nudo? Vorrei vestirmi, grazie tante"
"Ve... e poi dirai di sì?"
"Mhm... vedremo"

 

 

Una settimana dopo,
Istituto Xavier per giovani dotati,
Sala Grande,
Sera

 

Heracles amava il suo potere. Non poteva essere definito potente o di livello omega, ma gli permetteva di dormire ovunque senza venir ripreso.
La sua giustificazione? Allenamento con le illusioni. Una scusa che funzionava sempre, persino con Yao. Purtroppo, gli unici a non cascarci mai erano sua madre e Kiku.
Il che, considerato che ci sarebbe stata anche lei alla festa a sorpresa organizzata da Francis, costituiva un bel problema .
Di certo si accorgerà che il suo pisolino durava un po troppo. E non si poteva ignorare un altro fatto importante: lui adorava le feste.
Forse erano l'unica occasione in cui era quasi sveglio . Quindi, unendo queste due cose,non ci sarebbe voluto molto per sua madre capire che c'era qualcosa sotto.
E dato che era spaventosamente intelligente, la più intelligente che lui avesse mai avuto la fortuna di conoscere, ci avrebbe messo ben poco per fare due più due e scoprire tutto.
Argh, era un vero problema!
"Qualcosa non va ?" gli chiese il suo migliore amico, vedendolo tanto combattuto. Mancavano meno di venti minuti all'inizio della festa, e non si sapeva se era più nervosa la preside o Feliciano, che sapeva benissimo dove era veramente suo fratello.
"Nai" rispose nella sua lingua madre, sovrappensiero.
"Sicuro?"
"Sto solo pensando a come non farmi scoprire da mia madre. Sai, lei è..."
"Inteliggentissima e col fiuto di un segugio - lo anticipo il giapponese - Lo so, me lo dici sempre. Di cosa hai paura? Che capisca che Lovino e Antonio sono illusioni?"
"Se mi vedrà dormire durante una festa, e noterà come Lovino sia... un tantino Ooc, capirà tutto"
"Mhm... e vero - ammise Kiku - Ma non è detto che non possiamo fare un esperimento ''
''Di che tipo?"
"Non hai mai provato a creare un illusione di te stesso "
"Mai, non sono abbastanza egocentrico. "
''Per una volta, potremmo fare uno strappo alla regola - gli spiego Kiku - Oltre a creare dei finti Lovino e Antonio, crea anche una tua copia. I questo modo, tua madre non si accorgerà di niente. Forse"
"Consolante...''
"E pur sempre un idea , no? E poi in questo modo troveremmo anche un uso difensivo per il tuo potere. Immagina cosa potresti fare, riuscendo a creare una tua copia perfetta. Confondere il nemico, attaccarlo di sorpresa... tutto dipenderà da come andrà questa sera"
"Vista in questo modo, l'idea mi piace - commento Heracles - Beh tanto vale tentare''
''Perfetto. Preferisci nasconderti da qualche parte qui o andare in camera?"
"Che domande! Qui ci sarà troppo rumore ! Ovvio che voglia la comodità di camera mia ! Non necessariamente il letto, eh. Mi accontenterei anche del pavimento."
Kiku scosse la testa. Forse un giorno capirà come il suo amico riesca a dormire dappertutto e su tutte le superfici solide.
"Sbrighiamoci allora . Manca poco, e noi non dobbiamo dare nell'occhio"
"Ricevuto!"

 

 

Cortile della scuola

 

Lovino calciò stizzito un sasso e lo mandò diritto nei cespugli.

Alla fine gli altri erano riusciti a convincerlo ad andare a quella cena, e lui nel corso di quella settimana aveva già avuto modo di pentirsi all'incirca una decina di volte.

Inoltre a peggiorare l'intera situazione il giorno prima la preside gli aveva detto che la sua punizione era cambiata, ed ora invece di rimettere in ordine le cartelle dell'infermiera doveva occuparsi di lucidare la statua del primo gruppo di X men. E ciò significava almeno un pomeriggio passato a sgobbare sotto il sole!

Il ragazzo si sedette su di una panchina, vicino alla siepe dietro alla quale c'era il buco per arrivare in strada.

Secondo i piani lui e il bastardo sarebbero usciti poco prima della festa, avrebbero preso un bus per andare in città, e una volta arrivati avrebbero cenato, poi avrebbero pagato, avrebbero preso il bus per tornare fin lì e sarebbero rientrati senza che nessuno se ne accorgesse.

Un piano, a detta di Antonio, infallibile, a detta sua che poteva andare storto in mille modi diversi.

Il giovane abbassò la testa pensieroso, e proprio in quel momento gli giunse al suo fianco una voce che lo fece scattare in piedi dalla paura: “Pensieroso? Rilassati ragazzo. È una serata stupenda, pensa a goderti questa brezza, piuttosto che avere cupi pensieri”

Lovino si voltò e vide una uomo castano dai capelli scompigliati e una barba rada, di forse cinquant'anni, che guardava il cielo, seduto rilassato sulla panca. Il giovane avrebbe giurato che fino ad un attimo fa non ci fosse.

Quello abbassò lo sguardo e si esibì in un sorriso cordiale.

Era un uomo strano, familiare in qualche modo.

Lovino non si fidava mai degli sconosciuti, anni passati a fare da supervisore a Feli gli erano serviti per riconoscere eventuali pervertiti o pedofili.

Quell'uomo, invece, era uno strano miscuglio di stranezza e familiarità. Aveva l'aria di poter iniziare a picchiare uno solo per il gusto di farlo, ma... ecco, era stano, ma era sicuro che non gli avrebbe neppure toccato.

''Ehi vecchio, chi sei? Sei un'altro di quegli stramboidi di Generetion X?''

"Uno dei Generation X? Domanda interessante ragazzo. Potrei risponderti di sì come di no"

Lovino storse la bocca.

Ma chi diavolo era quello che si divertiva a parlare per enigmi?

"Stai cercando di darti delle arie per caso?" gli domandò.

L'uomo scrollò le spalle: "Può essere"

"No, perché non ci stai riuscendo" lo falciò il ragazzo.

L'uomo per poco non cadde per terra in seguito alla risposta del giovane.

"Ah ah - rise non molto convinto - Non c'è che dire, hai proprio un caratterino niente male"

Gli sorrise e Lovino non potè che trovare in quel sorriso qualcosa di familiare, di caldo e di accogliente.

'' Senti, ma io ti ho già visto. Se sei uno dei miei vecchi professori, giuro, non ho allagato io lo spogliatoio della squadra di football .''

'' Hai allagato gli spogliatoi della tua scuola?''

Lovino arricciò le labbra: '' Non c'è niente che lo provi.''

L'uomo lo fissò, un misto di ammirazione e stupore. Poi, scoppiò in una fragorosa risata.

'' Ragazzo, sei proprio come me alla tua età. Non sai cosa feci io ai ragazzi della squadra di nuoto per aver insultato il mio migliore amico. Beh, oggi è un po' più di migliore amico, e già allora dovevamo immaginare che saremmo arrivati a un certo punto e... ok, sto straparlando. Sarà l'emozione.''

<< O sarà perché sei un coglione >> pensò il ragazzo ma si morse la lingua. Le recenti disavventure gli avevano insegnato che talvolta è meglio starsene zitti, se non sai di preciso chi ti trovi davanti.

"Ad ogni modo, che vuoi vecchio? Annoiarmi con gli aneddoti della tua infanzia come tutti quelli della tua età? In tal caso per favore sbrigati, che ho anche altro da fare"

L'uomo assunse un aria offesa: "Io non sono così vecchio" e prese a guardarsi il corpo, come per assicurarsi che fosse quello giusto. Lovino sbuffò: aveva a che fare con un coglione, come lo spagnolo e talvolta suo fratello.

"Senti, mi dici chi sei?"

"Beh, ecco, diciamo che in questo momento sono il tuo grillo parlante, la tua coscienza che ti consiglia per il meglio"

"Ah ha, io a dire il vero avrei preferito il grillo ad un vecchio come te. Quello se non altro se incominciava a rompere le palle avrei potuto schiacciarlo senza pensarci due volte"

L'altro lo fissò per qualche secondo con gli occhi sgranati prima di scoppiare di nuovo in una fragorosa risata: "Certo che sei davvero spigliato ragazzo mio, una lingualunga. Mi piaci"

'' Di solito mi dicono il contrario.''

'' Bah, la gente non sa come prendere i tipi come noi. Ma, sinceramente, caratteraccio a parte, io da giovane facevo sempre un figurino con le ragazze - gli confessò l'uomo, con aria sognante. Poi, facendogli l'occhiolino, disse - Scommetto che anche per te è lo stesso. Un stacco di belle figluole avranno fatto a pugni per uscire con un bel ragazzo come te.''

Lovino arrossì violentemente, e abbassò di scatto lo sguardo.

'' In realtà... no.''

'' Eh?''

'' Mi hai sentito, vecchio. Nessuna ragazza ha mai voluto uscire con me. Hanno sempre preferito quelli dell'ultimo anno, o uno di quelli delle squadre di lacrosse e football. Senza contare che le ho sempre spaventate.''

'' E' che oggi i giovani si accontentano della cose facili - disse l'uomo, stringendosi nelle spalle - La sfida li spaventa. Ma se non c'è fatica, non c'è gloria. Potremo anche non essere persone facili da gestire, ma ci sarà certamente qualcuno in grado di riconoscere il nostro valore.''

"Uao, e questa da quale biglietto dei cioccolatini l'hai tirato fuori?"

"Ahahahah, mi piaci sempre di più. Mi ricordi davvero me alla tua età"

Lovino sbuffò. Ma che diavolo voleva quel vecchio? Eppure doveva ammettere che in un certo senso gli piaceva: prendeva le cose con spirito, non permetteva che nulla scalfisse il suo buonumore, faceva di tutto per metterlo a suo agio. Erano sensazioni nuove per lui, di solito gli altri o se ne andavano o rispondevano acidi per le rime oppure si mettevano a piangere.

Eppure al contempo tutto quello lo sentiva così familiare...

"Ma comunque - esclamò l'uomo riportandolo nel mondo reale - Non ti devi abbattere. Anche se le ragazzine ti hanno sempre ignorato, scommetto invece che i ragazzi avranno fatto a botte per ottenere i tuoi favori. Eh, mi ricordo io alla tua età... Quanti ragazzi ho anche fatto cadere ai miei piedi..."

"Ma-ma sei scemo?! - gli urlò l'italiano - Cosa vai a dire queste cose in giro?! E comunque no, nemmeno un ragazzo ho mai avuto, e non ci tengo sinceramente ad averlo!"

L'uomo assunse un'aria sorpresa: "Non dire queste cose. Ricorda: nella vita nulla è certo, tutto può succedere. Fidati, io lo so bene. Ho visto talmente tante di quelle cose. Alcune bellissime, altre... non proprio"

Gli occhi dell'uomo si fecero scuri.

Lovino deglutì. Non sapeva perché, ma provava la strana sensazione di dover consolare quel vecchio. Ma non aveva senso: l'aveva appena conosciuto!

L'ombra scomparve dal suo volto sostituita dal solito sorriso: "Scusami, continuo a vaneggiare. Eh, si sa: l'età che avanza"

'' Nonno...''

L'uomo a quel nome sgranò gli occhi.

Lovino si portò una mano davanti alla bocca, non sapendo da dove gli fosse uscito.

'' Cazzo, va bene che sei vecchio ma addirittura nonno...''

'' No, non preoccuparti... sono anni che non mi chiamano più così.''

'' Come?''

L'altro sospirò, triste.

In quel momento, sembrava avere molti più anni di quelli che aveva in realtà.

'' Io... ho due nipoti a cui ho fatto una cosa tremenda, credendo di proteggerli. Gli sono stato vicino, in maniera molto discreta, assicurandomi che dopo la morte della loro mamma fossero felici e al sicuro. Non è sempre stato così, e il maggiore ha saputo essere più bravo di me sotto tutti i punti di vista.''

"Dai scommetto che non sarai così terribile - non sapendo bene perché il giovane gli si sedette vicino - Di sicuro sarai meglio del mio di parente affidatario. Si tratta di un coglione a cui non è mai importato un cazzo di noi. Ho sempre dovuto badare io a mio fratello, e questo si faceva vedere solo tramite un inviato che veniva a controllare che non sfasciassimo la casa. Sinceramente se ce lo avessi davanti la prima cosa che farei sarebbe tirargli uno schiaffo e poi andarmene. Rispetto a lui sarai un agnellino"

L'uomo aveva assunto un'aria affranta e ad ogni insulto si era fatto sempre più scuro: "Tu non hai idea di ciò che ho fatto. Il maggiore dei miei nipoti mi odia" sussurrò con voce roca.

"Beh, e allora è lui un coglione - affermò con certezza il castano - Se ti sei preso cura di lui allora non dovrebbe odiarti. si tratterà sicuramente si un cretino"

L'uomo sembrava stare facendo forza su di sè per non scoppiare a ridere di fronte ai suoi commenti.

"Beh, che hai ora da ridere, bastardo?!" chiese rosso in viso l'italiano.

"Niente niente, è solo che... ti trovo molto simile a mio nipote, tutto qui"

''Mi stai dando del coglione?''

''No, è che... ecco, è complicato''

Lovino sbuffò: '' Odio quando lo dicono. Cazzo, cosa 'è di tanto complicato nel dire la verità?''

''Bisogna vedere come una persona riesce ad affrontarla, figliolo''

''Bisogna avere le palle per dirla''

''Sicuro?''

Il giovane annuì, deciso: '' Odio non sapere perchè la preside di questo Istituto mi guardi come se fossi un fantasma. Odio non sapere perchè la Confraternita, o almeno buona parte, mi vuole morto. E odio non sapere perchè non mi ricordo niente prima dei miei sette anni.''

''Non ricordi... niente?''

''No, cazzo. Mio fratello è sicuro di tutto, ma io so che... non è giusto, che quello che ricorda e che dovrei ricordare io non è giusto''

''Non può essere - fece concitato l'uomo - Tu dovresti avere dei ricordi ben definiti''

''Lo so, cazzo! Ma non li ho, è come se la mia mente fosse un puzzle per mocciosi. E' tutto sconnesso. E' come... merda... è come se il mio cervello cercasse di rimettersi a posto. Ho sempre mal di testa da quando sono arrivato qui, nessuno è mai riuscito a capirci niente''

"Co-come sarebbe a dire? Ma-ma io credevo...?"

"Beh, che hai da balbettare come un coglione? Mi hanno sottoposto a diverse prove ma non hanno funzionato, anzi ho ancora più mal di testa di prima. Inoltre sto incominciando a dire cose senza rendermene conto, a volte credo di stare impazzendo. E ad aggiungere carne al fuoco ci sta il fatto che quando mi sembra di essere vicino alla verità, puff, questa scompare, si dissolve come se non fosse mai esistita!”

L'uomo parve rilassarsi un po' a sentire questa notizia. Lovino inarcò il sopracciglio: quel vecchio era davvero strano. Prima era sembrato spaventato, ora invece pareva sempre più rilassato.

Inoltre più lo guardava più aveva la certezza di averlo giù visto.

"Uhm..." si avvicinò col viso.

Il castano si ritrasse leggermente.

"Ehm, cosa stai cercando di fare?" domandò nervoso.

"Uhm... Sì, noi due ci siamo già visti. Ma dove? Vecchio, avanti rispondimi!"

"Ehm... forse mi hai visto in televisione?" domandò.

"No, io ti ho incontrato dal vivo"

"Forse in giro per le strade di New York?"

"Neppure"

"Allora, forse sarà stato in un qualche centro commerciale o ristorante"

"Acqua. Insomma, dove ti ho già visto?"

''Nei sogni? Insomma, mi hai visto no?''

''No, non faccio quel genere di sogni. Io sono sicuro di conoscerti. Ma... non so...''

''Senti, sei piuttosto confuso, è normale quando si scopre di avere certe inclinazioni...''

''Non sono gay!''

'' Allora perchè c'è un ragazzo che ti sta aspettando da un po', all'ingresso della scuola?''

Lovino arrossì.

Quella era una domanda scorretta.

''E' il mio compleanno... e mi sta portando a mangiare fuori. Tutto qui''

"Awww, siete già agli appuntamenti per il compleanno, quanto siete teneri"

"T-taci vecchio! - urlò il ragazzo scattando a sedere - Io-io non sono gay chiaro? Sono etero e ci sto provando con Emma, va bene?"

"Mhm, ne sei sicuro? No, perché altrimenti sarebbe uno spreco buttare via un così bel pezzo di ragazzo. Non trovi che sia carino? Il suo lato B di sicuro merita un dieci e lode"

"Ma ti sembro tipo da mettersi a guardare il culo di un altro uomo?!"

Quel vecchio era incredibile! L'attimo prima gli stava simpatico, l'attimo dopo lo mandava fuori dai gangheri.

Era un po' come il bastardo spagnolo.

"Di' un po' ragazzo: almeno sai che dovete usare le protezioni?"

Lovino era davvero tentato di strozzare quel vecchiaccio della malora.

''Vaffanculo!''

''Oh, questo mi fa capire che non sei mai arrivato a quello... che tenero...''

''Ma che fai, mi leggi nel pensiero?''

''Magari, ma con te non ci riesco. Più che altro, sono bravo a capire le persone''

Lovino smise di agitarsi. Una cosa detta dal vecchio l'aveva colpito, e molto.

''Aspetta... leggi davvero nel pensiero? Allora ho ragione, anche tu sei un mutante!''

''Su questo non posso replicare''

''E non riesci a leggermi nel pensiero...''

''No, ragazzo - improvvisamente, l'uomo si fece serio - Sei un caso raro, sai? Ascoltami bene, questo la cara Zaf non te lo dirà mai, è troppo cauta e non si muove mai senza avere più di una freccia nel suo arco. Tu probabilmente possiedi qualcosa di più di un semplice fattore rigenerante. Non so cosa sia, ma è come se la tua mutazione ''blocca'' gli interventi di tipo mentale, come se fermasse il tempo stesso. Affascinante, ma anche spaventoso...''

"Aspetta, cosa..."

"Col tempo lo capirai. Sei un caso davvero unico, ragazzo mio. L'unica cosa da chiarire adesso è: quando scoprirai il tuo potere che cosa ne farai? Ti comporterai come l'egoista che gli altri ti dipingono o diverrai l'eroe che dentro al tuo cuore sei sempre stato?"

"Ma che razza di domande sono? Ovvio che starò dalla parte del bene, non c'è alcun motivo per cui dovrei diventare un malvagio!"

"Ne sei sicuro, ragazzo? Molte delle persone che ho incontrato mi hanno giurato la stessa identica cosa, eppure prima o poi alcune di loro, più di quante io voglia, hanno tradito questi loro ideali, ultimo fra tutti..." si bloccò.

Lovino stava per chiederli che cosa gli era preso quando notò che l'altro stava conficcando con forza le unghie nei palmi della mano. Era una cosa che spesso faceva anche lui: scacciare le lacrime tramite il dolore.

"Scusami ragazzo - disse l'uomo tornando a fissarlo sorridendo, Lovino vide però comunque che aveva gli occhi lucidi - Però davvero: ricordati ciò che ti ho detto"

"Aspetta un attimo! Tu hai chiamato la preside 'la vecchia Zaf', come se fossi in rapporti amichevoli con lei. Ciò vuol dire... che la conosci bene?"

"Sì, conosco da tanto tempo ormai quella donna. Un vulcano, non si fa mai mettere i piedi in testa da nessuno. è proprio la persona adatta per fare da preside in un istituto pieno di ragazzini"

"Però, se la conosci... magari sai anche perché mi guarda in questo modo, come se fossi un fantasma! Se lo sai dimmelo, per favore"

Il sorriso scomparve dal volto dell'uomo: "Mi spiace ragazzo, alcune cose prendono il loro tempo per essere rivelate, e questa temo sia una di quelle"

''Cazzo, ma chi sei Gandalf?''

''Chi?''

''Se non conosci il Signore degli Anelli, è grave. Senti, io voglio delle risposte. Non so se mi piaceranno, ma so che se dovrò, dirò tutto a mio fratello. Mi sono inventato tante balle su una famigliola felice a Roma, che la domenica andava in gita fuori città a fare un pic nic e che avevamo anche un vigneto dove...''

''Non era un vigneto. Era un agriturismo, è diverso.''

Ora fu la volta di Lovino essere sorpreso: '' E tu come cavolo fai a saperlo?''

''Lunga storia...''

''Se sento qualcun'altro dirlo, giuro che ... giuro che corro nudo per Manatthan!''

''Oh, credo che al tuo amico farebbe molto piacere''

"E se sento ancora un commento sullo spagnolo e me giuro che ci aggiungo che mi metto a bere birra, che tra parentesi odio, e mi metto a cantare l'inno nazionale!"

"Americano o italiano?"

"E che ti frega!?!?!"

Lovino stava sinceramente incominciando a perdere la pazienza. Il castano continuava a osservarlo imperturbabile.

"Stammi a sentire, vecchio -mormorò con voce roca l'italiano - Ora tu mi darai delle risposte: come fai a conoscere alcune parti del mio passato, in che rapporti sei con la scuola, e soprattutto chi diavolo sei. Io voglio delle risposte e le otterrò, non mi importa come"

"Te l'ho detto ragazzo, non ti posso rispondere"

"E allora dimmi: chi. Cazzo. SEI?!"

Lovino era davvero fuori di sè: quei tipi lo avevano davvero stufato con il loro atteggiamento di superiorità e il fatto che continuavano a trattarlo alla stregua di un bambino. Lui era un uomo cazzo, oramai da anni, da quando aveva incominciato a prendersi cura di suo fratello! Lovino fissò il vecchio negli occhi e notò che c'era qualcosa.

Osservò meglio... e vide delle fiamme che divoravano ogni cosa, fiamme gialle e rosse, fiamme che volevano distruggere e al contempo creare, fiamme che avrebbero potuto ridurre l'universo stesso in cenere.

Fece un passo indietro e deglutì.

L'uomo continuava a fissarlo serio: "Non ti posso dire niente. Fidati, questa cosa fa più male a me che a te, ma è così. Alcune volte per fare del bene ai nostri cari, dobbiamo prima far loro del male"

''Cazzate...''

''Tu non hai inventato delle storie sulla tua famiglia per non far sentire solo tuo fratello?''

''E' diverso, è solo perchè quel cazzone di nostro... nostro ... insomma, quello lì non si faceva mai vivo. Ero io a dovermi prendere cura di lui. Gli ho creato un'infanzia, e non mi pento di niente''

''Allora perchè non glielo dici?''

''Cosa?''

''La verità: che non ricordi niente della vostra famiglia.''

Lovino si morse il labbro, incerto su cosa rispondergli.

''Visto, io e te siamo uguali - fece trionfante l'uomo - Entrambi siamo dovuti a scendere a dei compromessi, anche se ci è stato difficile. Tutto, perchè abbiamo anteposto il bene di un'altra persona al nostro. Finchè tu non dirai tutto a tuo fratello , io non potrò dirti niente su di me, e su cosa mi lega a questa scuola. Sono vecchio, molto più vecchio di quanto tu possa immaginare...

''Inoltre - proseguì, ignorando lo sguardo del giovane - Ognuno ha la propria croce da sopportare. E' la nostra condanna, il nostro destino come mutanti''

Lovino abbassò la testa e prese a rimuginare su quelle parole. Quando la rialzò per ribattere vide che l'uomo era scomparso.

Confuso prese a guardarsi attorno, come per vedere se fosse lì vicino.

“Ehi, Lovi!” esclamò la voce di Antonio che lo raggiunse con un grande sorriso.

Lo spagnolo si fermò al suo fianco: “Scusa se ci ho messo un po', io e Franny dovevamo portare a termine gli ultimi preparativi. È un peccato che Gil sia dovuto partire così in fretta per l'Europa, il suo aiuto ci avrebbe fatto comodo. Ad ogni modo, sei pronto per andare?”

Il castano vide in quel momento lo sguardo sperduto dell'altro. Aggrottò le sopracciglia e chiese: “Lovi, stai bene? Ti senti male? Se è così... se è così possiamo anche annullare la cena, fa niente. Rientro, vado da Francis e gli dico che...”
“Come? Oh no, dopo che mi hai dannato per una settimana con questa cosa, scordatelo che mi tiri indietro. Su andiamo!” e con uno sbuffo gli prese il braccio.

“Lovi, ma sei sicuro...”

“Bastardo, sto bene, quante volte te lo devo ripetere?” sbottò Lovino, cercando di nascondere all'altro quanto in realtà fosse scosse dall'incontrò appena avuto con quel misterioso e familiare individuo.

 

 

New York,
Times Square,
Ristorante “La Luna”

 

Lovino non era mai stato a Manatthan. Troppo cara, per uno che doveva stare attento ai bilanci e far sì che il fratello minore non sperperasse soldi in stronzate. Mai si sarebbe aspettato che qualcuno, per il suo diciottesimo compleanno, lo portasse in uno dei locali più cari di Manatthan. Mai, neppure nei suoi sogni più sfrenati.

Sul serio, sembrava che in quel posto si dovesse pagare persino l'aria che si respirava.

"Lovinito, stai bene? Sei tutto sudato..."

Il castano si voltò stupito verso il suo accompagnatore e cercò di ritrovare un po' di calma: "Sono solo un po' agitato bastardo, nulla di che. Tutto questo sfarzo e questa eleganza... mi mettono a disagio, ecco tutto"

''Anche a me, sai? - ammise Antonio - Questo posto è più nei gusti di Franny. Gli piacciono le cose sfarzose''

''Cose sfarzose... sfarzoso è un termine riduttivo. Qui sembra di essere in un mondo a parte''

''Spero non Narnia, non ho mai amato molto quella saga''

"Secondo me invece l'hanno comunque saputa rendere piuttosto bene" mormorò Lovino salvo poi mordersi il labbro.

"Lovinito, non mi starai per caso dicendo che..."

"Ma perché non controlliamo che cosa fanno di buono da mangiare qui?" si affrettò a cambiare discorso l'altro. Aprì il menù in cerca di qualcosa che attirasse la sua attenzione... e per poco non so strozzò vedendo i prezzi.

''Bastardo... forse è meglio andarcene''

''Mhm... perchè?''

Gli mostrò i prezzi sul menù, e l'altro non si scompose minimamente.

''Oh, per questo? Non sarà un problema?''

''Cazzo dici? Come sarebbe a dire che non sarà un problema? Io tutti questi soldi non li ho!''

''Neppure io''

''E come diavolo fai a essere così tranquillo''

''Merito di Francis''

Lovino inarcò un sopracciglio: '' Che intendi?''

'' Sai qual'è il suo potere?''

L'italiano scosse la testa in segno di diniego.

''Può controllare i feromoni umani - spiegò Antonio - Non è utile in battaglia, ma nella vita di tutti i giorni fa miracoli''

"Sai vero che io non ci sto capendo comunque un cazzo, vero?"

Antonio sorrise lievemente: "Ti spiego: ti è mai capitato di vedere qualcosa e desiderarla ardentemente con tutto te stesso?"

"Beh, sì, un paio di volte dei giocattoli quando ero marmocchio"

"Si da il caso che a grandi linee potremmo dire che il potere di Francis consista proprio nell'essere in grado di poter ottenere quella cosa semplicemente domandandola"

''Non ci credo''

''E' così, lo giuro!''

''Senti bastardo, metti che ti creda. Ottiene la cosa che vuole, ma cosa succede dopo?''

Antonio lo guardò confuso: ''Dopo?''

''Sì, dopo. Quando svaniscono gli effetti. Come fa?''

"Ehm, ecco quello effettivamente è sempre un po' un problema - pensò ad alta voce il pirocineta - Ora che mi ci fai pensare la maggior parte dei guai in cui ci siamo trovati sono stato proprio conseguenza del potere di Francis. Ma non ti devi preoccupare, mi ha assicurato che non ci saranno questo tipo di problemi stasera" e con un sorriso tornò a guardare il menù alla ricerca di qualcosa che gli potesse piacere.

''E tu ti fidi?''

''Beh, è uno dei miei migliori amici. Perchè non dovrei fidarmi?''

''Come fa a dire che non ci saranno problemi stasera? Come pagheremo?''

"A quanto ho capito è riuscito ad ottenere uno sconto in modo che il prezzo finale sia accessibile alle nostre tasche. Inoltre mi ha dato un po' dei risparmi suoi e di Gil, non ti preoccupare"

'' Risparmi?''

'' Beh, lui lavora. Al contrario di me, può uscire dall'istituto. Il suo potere è stato classificato come non pericoloso.''

'' Non pericoloso? Uno che fa il lavaggio del cervello alla gente è considerato non pericoloso?''

'' Lovi credimi, ci sono mutanti con poteri più pericolosi del suo. Come me, per esempio.''

"Già, peccato che per essere pericoloso un potere bisogna anche sapere come usarlo"

Il ragazzo aveva appena finito di parlare che si diede mentalmente dello stupido. Uno era gentile con lui e subito lo insultava con la sua lingua lunga. Antonio lo fissò basito a bocca aperta, per poi mettersi a ridere.

"Bella battuta, Lovi. Non ti facevo tipo"

''O... ecco...''

''Stai bene?''

''A meraviglia'' mentì.

Lui non voleva fare una battuta. Era geneticamente incapace di farle e di risultare simpatico a chiunque.

Allora, perchè quello lì lo trovava... divertente? Era solo stupidità?

Antonio gli sorrise: "Sai mi chiedo perché continui a sottovalutarti così e a dire che sia tuo fratello il più bravo. Anche tu hai un sacco di punti positivi"

No, forse era qualcos'altro. Possibile che fosse...

"E tutto ciò non so perché mi ricorda quella volta in cui io, Gil e Francis rubammo tutti gli abiti di Abel, mutande comprese, e glieli spargemmo per il giardino per aver ritenuto i nostri poteri mediocri!"

Come non detto: era definitivamente stupidità.

''Ora capisco perchè ti odia.''

''Io non lo odio... cioè lo vedo come un rivale. Tipo Logan e Scott''

''Chi?''

''Due vecchi insegnanti. Sono andati in pensione. Ma... sai, il prof Logan aveva il tuo stesso potere. Credo che ancora adesso dimostri solo una trentina o quarantina d'anni''

<< Beh, se non altro questo potere del cavolo un aspetto positivo ce l'ha>> pensò Lovino per poi riportare la sua attenzione sullo spagnolo che continuava a sorridergli come un ebete.

"Ad ogni modo non mi sembra che quello lì ti consideri un rivale. A me pare che ti odi dal più profondo del suo cuore"

"Te l'ho già detto no? Emma, la squadra, eccetera eccetera. Ma io di mio non lo odio. Anzi credo che sarebbe andato molto d'accordo con..." il ragazzo si bloccò mente la sua espressione si faceva scura. Romano stava per chiedergli cosa gli fosse preso quando furono raggiunti dal cameriere per prendere le ordinazioni.

''La fate qui la paella?''

''Certo, signore. La migliore dello stato di New York''

"Bene,allora la prendo! Tu Lovinito invece?" c'era una nota di nervosismo nella voce del giovane.

"Ah sì" mormorò sovrappensiero l'italiano dando una scorta al menù per poi dare la sua ordinazione.

''Anche tu la paella?''

''Si, non guardarmi come se fossi un alieno. A mia madre piaceva, e anche io la so cucinare''

''Sei pieno di sorprese! Se fossi una donna, ti sposerei''

Lovino borbottò qualcosa mentre abbassava imbarazzato lo sguardo. Ma quello lì ce lo aveva un freno tra cervello e lingua oppure parlava senza pensare?

<< Già, è vero: stiamo parlando di lui, è ovvio che non ce l'ha in cervello. Che stupido >> pensò il ragazzo, prima di mettersi a giocare distrattamente con le posate.

"Ehm, Lovino? Ho detto qualcosa che non va?" chiese timidamente lo spagnolo.

<< Che faccio? Glielo dico? >>

Alla fine vedendo il suo sorriso angelico e spensierato, decise di optare per una scrollata di spalle ed un generico: "Niente"

Già una volta prima per poco non aveva rovinato tutto insultandolo, non aveva certo voglia di rovinare tutto di nuovo.

Si concentrò sul piatto, appena arrivato, e cominciò a mangiarlo.

Nel frattempo però aggrottò la fronte: sbagliava, o tutt'ad un tratto si era fatto improvvisamente più freddo?

 

 

Times Square,
tetto di un palazzo

 

Ivan guardò le luci della piazza sotto di lui.

Un ghigno si fece strada sul suo volto paffutto.

Aprì la mano di fronte a sé e un sfera di energia azzurra brillò tra le sue dita.

Un vento freddo si alzò, mentre i passanti sotto di lui si stringevano stupiti nei giubbotti.

“Perfetto - mormorò deliziato - Ed ora, New York, preparati per la tua nuova era glaciale”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

Ed eccoci arrivati a rallegrarvi l'inizio della scuola con un nuovo capitolo! ^_^

Spero che vi sia piaciuto, con vari momenti Spamano, un piano alla Francis, un finale che lascia col fiato sospeso, ma soprattutto un incontro che nessuno si sarebbe aspettato.

Avete riconosciuto il vecchio inerlocutore di Lovino? Beh, lui no XD

Ma a parte gli scherzi, spero che il capitolo vi sia piaciuto, inoltre faccio un annuncio: dopo poco meno di 11 mesi siamo arrivati esattamente a metà storia, yay! Ciò significa che per soddisfare tutte le vostre curiosità dovrete aspettare solo altri 12 capitoli (agiornati chissà quando in quanto questo è l'anno sia per me che per la mia collega della matura, quindi dovremo stare sotto coi libri, sorry).

Spero che abbiate apprezzato il capitolo, bye!

Attenzione: minimo due recensioni per continuare! Volete fare felici due autori, da? ^J^

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Classicboy