Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: KiarettaScrittrice92    13/09/2016    7 recensioni
Dopo la conclusione della prima stagione, mi sono finalmente decisa a scrivere e pubblicare la mia prima long su questo fandom...
Avviso che ovviamente se mai la serie continuerà la mia storia non avrà più nulla a che fare con gli avvenimenti che accadranno dopo la comparsa di Volpina.
Questa storia perciò la potete considerare come un seguito alternativo che mi sono immaginata io, oppure semplicemente come una fic in più da leggere che spero vi emozionerà.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Makohon Saga'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La modella

«Chat Noir!» a quel richiamo si fermò all’istante, guardandosi attorno, per poi vedere colei che l’aveva chiamato: si trovava proprio sul marciapiede sotto di lui.
Con un balzo scese dal tetto su cui si trovava, con la sua solita eleganza e un tocco di esibizionismo, facendo un tuffo carpiato, prima di atterrare a pie pari davanti alla ragazza.
L’aveva riconosciuta già dal tetto: Angelie Fontaine, una delle più famose modelle adolescenti, praticamente la sua versione femminile. Era capitato che alcune volte avessero fatto qualche servizio assieme.
Quella ragazza era la prova vivente che, quando vuole, la natura è migliore dei più grandi scultori che esistano al mondo.
Il corpo snello e perfetto con fianchi e seno ben definiti per una ragazza della sua età, non troppo prosperosi, ma nemmeno piatta. Il viso delicato, come se fosse uscita da un quadro appena dipinto, incorniciato da una chioma corvina e leggermente mossa che cadeva sulle spalle ed infine quegli occhi tra il grigio e l’azzurro che sembrano quasi creati apposta per far innamorare all’istante le persone.
«Cosa posso fare per lei, dolce fanciulla?» chiese l’eroe in nero con un elegante inchino.
Quando rialzò lo sguardo la vide arrossire, un qualcosa che la stupì: non aveva mai visto quella ragazza in imbarazzo, era sempre stata molto fredda e professionale.
«Potresti farmi un’autografo?» chiese prendendo dalla sua pochette in pelle nera, una penna ed un taccuino.
Il biondo acconsentì con un sorriso, prendendo entrambi gli oggetti e scrivendo con la sua elegante calligrafia il nome dell’eroe gatto.
«Sei fantastico! Non hai nulla da invidiare a Ladybug, sai?» gli disse, mentre lui le restituì il taccuino firmato e la penna.
«Beh, io non potrei fare nulla senza di lei, siamo una squadra a tutti gli effetti.» disse lui con molta tranquillità.
Si rendeva conto che adesso parlare della sua partner lo rendeva ancora più felice di una volta: nella sua voce non c’era più solo ammirazione, ma anche un tono di orgoglio, era orgoglioso di essere ufficialmente fidanzato con l’eroina di Parigi ed era orgoglioso della sua Marinette.
A quel nome si ricordò del suo appuntamento, maledizione si era fermato e adesso era ancora più in ritardo di prima.
«Ehm... scusami ma devo proprio andare!» disse facendo un balzo verso il balcone più vicino.
«Ma come… Io…» iniziò a dire la giovane modella, ma lui non le diede tempo di ribattere.
«Alla prossima, madmoiselle!» le urlò prima di fare un’altro salto e ricominciare la sua corsa sui tetti parigini.


Marinette stava sistemando di nuovo le sue bambole di pezza nel cesto che aveva di fianco alla scrivania, quando alle sue spalle sentì dei rumori.
«Sei in ritardo! - disse senza voltarsi - Manon è già andata via!»
Sentì il rumore di qualcuno che atterrava sul parquet in legno della sua camera e subito dopo lo sentì parlare.
«Accidenti, ed io che ero già pronto per un’entrata ad effetto…» a quelle parole si voltò e lo vide mentre si stava avvicinando lentamente a lei.
«Voleva anche chiederti scusa per averti usato come marionetta quando era stata akumatizzata.» puntualizzò, alzandosi.
«Pazienza, sarà per la prossima volta.» fece lui alzando le spalle.
La ragazza sospirò per poi andare alla scrivania ed accendere il suo computer.
«I tuoi?» chiese l’eroe in nero alle sue spalle.
«Sono usciti a fare compere qualche minuto fa.»
A quella sua affermazione il ragazzo dietro di lei fece un verso compiaciuto, subito dopo non riuscì più a capire niente, perché lui le aveva messo le mani sui fianchi ed aveva avvicinato la sua bocca al suo orecchio.
«Quindi siamo soli…» le sussurrò.
In un attimo, un brivido la percorse dalla testa ai piedi e fu sicura che anche lui aveva percepito l’effetto che le aveva fatto, anzi era proprio quello che voleva. Le sue guance diventarono del colore della sua stanza e dovette poggiare le mani sulla scrivania per non cadere tra le sue braccia, visto che le sue gambe non volevano più saperne di sostenerla.
«Ch-Chat non mi pa… Non mi pare il momento…» disse.
«Ah, ora balbetti anche con me, coccinellina? Ed io che pensavo fosse solo una prerogativa di Adrien.» continuò a sussurrargli all’orecchio facendola rabbrividire di nuovo.
A quel punto non resistette più, doveva smetterla. Si voltò di colpo con l’intento di dirgliene quattro, ma lo sguardo felino dell’eroe mascherato le fece bloccare tutte le parole in gola: la sua bocca era rimase aperta, pronta per parlare, ma senza che uscisse alcun suono da essa. Mentre lui continuava a guardarla con un sorriso più che compiaciuto, ma allo stesso tempo dolce, un sorriso che non aveva mai visto sul volto dell’eroe mascherato, ma molte volte in quello del modello parigino.
«Tu non hai idea di quanto tu sia stupenda per me.» disse, alzando la mano guantata e accarezzandole la guancia con il dorso.
La ragazza rimase stupita da quell’improvviso cambio di comportamento. Quegli occhi verdi, dalle pupille sottili come quelle dei gatti, la guardavano con un aria completamente ammaliata e dolce, come se lei fosse la sua unica fonte di vita.
«Chat…»
All’improvviso il notiziario sul computer, partì, senza nessun preavviso: per sbaglio, poggiandosi alla tastiera, aveva aperto internet. 
«Un nuovo cattivo sta minacciando Parigi, la polizia è già sul posto, ma sembra non riescano a prendere in mano la situazione, aspettiamo la notizia dell’arrivo dei nostri due eroi.» a quella notizia, Tikki uscì dalla giacca della ragazza.
«Marinette, dobbiamo andare!»
La ragazza fece un cenno deciso con la testa, poi si voltò verso Chat Noir che fece un passo indietro, per lasciarla libera di muoversi.
«Tikki, trasformami!»


Era la prima volta che la vedeva trasformarsi e il suo cuore batteva talmente forte che sembrava volesse uscirgli dal petto. Era la cosa più bella che avesse mai visto in vita sua: l’eleganza e la grazia con cui si muoveva, la perfezione con cui la tuta si adattava perfettamente al suo corpo, sostituendosi ai suoi vestiti. L’eroina a pois lo dovette richiamare due volte per farlo tornare in sé.
«Chat! Ti vuoi dare una mossa?»
«Subito, my lady!» disse per poi seguirla fuori dalla finestra.
In breve tempo, arrivarono sul luogo. L’akumatizzato era un netturbino, che obbligava chiunque passasse nelle vicinanze a ripulire la città da qualsiasi cosa ci fosse per terra.
«Beh, forse potremmo lasciarlo fare.» disse ironico lui, guardando la situazione ridicola che si era creata.
«Non è il momento di fare gli spiritosi Chat!» lo rimproverò lei tirando fuori il suo yo-yo e facendolo roteare.
Anche il combattimento durò molto poco, l’eroe nero non aveva nemmeno avuto bisogno di usare il suo potere che la farfalla bianca era uscita dall’arma della sua amata, accompagnata dal suo solito saluto.
«Beh, anche questa è fatta!» disse la ragazza con un sorriso.
A quella frase lui non resistette più, la prese per il polso e l’attirò a sé, in modo che le loro labbra s’incrociassero. Aveva avuto appena il tempo di assaporare la sua bocca, che lei si staccò, bruscamente da lui, rossa in volto.
«Non qui Chat, tra poco scadrà la mia trasformazione!» disse nell’imbarazzo assoluto.
Lui non disse nulla e, continuando a tenerla per il polso, la portò in un posto più nascosto. Quando furono riparati da qualsiasi sguardo indiscreto, si riavvicinò a lei bloccandola al muro e baciandola. Questa volta lei non fece nessuna piega, anzi rispose al suo bacio, proprio com’era successo a scuola tre giorni prima. Sentiva le sua bocca seguire i suoi movimenti e dopo poco sentì le sue mani sfiorargli il collo e i capelli, mentre la trasformazione finiva, facendo tornare Marinette, solo a quel punto si staccò da lei.
«Lei non ha la minima idea di quanto io l’abbia aspettata, signorina Dupain-Cheng!» disse, usando nuovamente quel tono dolce e completamente innamorato, che stupiva anche lui.


Marinette arrivò davanti all’ingresso della pasticceria, aveva già poggiato la mano sulla porta, quando una sensazione strana la fece irrigidire.
«Che succede Marinette?» chiese Tikki, facendo appena capolino dalla sua giacca.
«Non lo so, ho come l’impressione che qualcuno mi stia osservando…» rispose guardandosi attorno.
Nonostante tutto però la via era completamente vuota e le persone più vicine erano nel parco, qualche metro più in là.
«Sarà stata solo un’impressione.» concluse poi alzando le spalle e spingendo la porta della boulangerie per entrare.
Arrivata in camera sua, si sedette sulla sedia stravolta.
«Accidenti che giornata!» protestò stanca, rimanendo per qualche secondo a guardare il soffitto.
«Marinette, non dovevi studiare?» le chiese Tikki sedendosi sulla scrivania e sgranocchiando uno dei due biscotti al cioccolato che la ragazza le aveva preso al piano di sotto.
La corvina con un sospiro esasperato si rimise dritta sulla sedia e spingendosi con le gambe, si avvicinò al computer.
Il notiziario stava ancora andando da quando l’aveva lasciato acceso prima di partire con Chat Noir da quella stanza, ora sul monitor stava apparendo proprio il viso seducente del giovane modello parigino e la ragazza rialzò il volume.
«Tra due giorni Adrien Agreste parteciperà al videoclip pubblicitario della nuova linea del marchio Agreste, al suo fianco ci sarà la famosa modella Angelie Fontaine, scelta appositamente per posare e vestire i capi della collezione femminile.»
«Accidenti, lei sì che è bella!» disse con tono d’invidia Marinette, guardando la modella salutarla dallo schermo del computer.
«Sì, ma Adrien ama te. - la consolò Tikki - Insomma hai visto come ti guardava oggi?» a quel ricordo la ragazza arrossì nuovamente.
«Eccome se l’ho visto… Sembrava… Sembrava quasi…» il suoi occhi si persero nella miriade di fotografie che ritraevano il biondo.
«Terra chiama Marinette… I compiti!» disse Tikki riportandola in sé.
«Giusto, i compiti!» disse lei dandosi due schiaffetti sulle guance e mettendosi a lavoro.

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: KiarettaScrittrice92