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Autore: Shirona    14/09/2016    11 recensioni
[Storia ad OC] Iscrizioni OC ancora aperte.
Nella regione di Kanto una ragazza sta per intraprendere il suo primo viaggio nel fantastico mondo dei pokémon!
Ma nell'ombra, una nuova organizzazione criminale trama di prendere il controllo su tutto e tutti.
Il team GENESIS ha in piano di utilizzare lo stesso Arceus per portare a termine il proprio oscuro scopo.
Tra Amicizie, Discordie e forse persino Amore, riusciranno i nostri eroi a salvare il mondo? A realizzare i propri obbiettivi e diventare i migliori?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Prof Oak, Sorpresa, Team Rocket, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
Capitoli:
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Capitolo 2
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[Regione di Kanto – Città di Biancavilla]
 
 
 

“Ci siamo Tio, riesco a vedere il laboratorio del professore!” Esclamò Alisa, mentre con la mano indicava un edificio dalla strana forma e dallo sgargiante color crema, adiacente ad una pala eolica.
Il giovane in questione si fermò un attimo a sorridere per poi riprendere a seguire la ragazza ormai metri più avanti.
“Fate largo, sono in ritardo!” Una voce maschile proveniente dalle spalle di Tio lo fece voltare; davanti all’ azzurro passò ad una sorprendente velocità la sagoma sfocata di un ragazzo, sagoma che involontariamente spinse il giovane a terra.
La figura sfrecciò in direzione del laboratorio, lasciando un Tio perplesso nel mezzo della strada assieme ad una nuvola di polvere che si era alzata sul momento; dopo essersi ripreso, l’azzurro decise di spolverarsi i vestiti con le mani per poi avviarsi all’ inseguimento della compagna ormai lontana.
 
 

 
“Era ora!” Gridò l’irritata voce di Alisa, posta a braccia conserte davanti all’entrata dell’edificio, in direzione dell’amico.
“Scusami Lisa, mentre camminavo sono stato travolto da un ragazzo che andava di fretta!” Si scusò Tio, portando avanti le mani in segno di resa.
“Un ragazzo? Ah forse stai parlando del tizio che poco fa è entrato nel laboratorio come una saetta!” Ipotizzò la ragazza, portandosi l’indice della mano sotto il mento.
“Probabilmente è la stessa persona che mi ha mandato a terra.” Concordò il ragazzo.
Seguirono alcuni secondi di silenzio, prima che la porta del laboratorio venisse aperta di scatto per poi lasciare uscire una decina di ragazzi dalle varie fasce d’età.
“Sono stato fortunato, al professore erano rimasti solamente due pokémon ed io sono riuscito ad averne uno!” Esclamò un ragazzino dai vivaci capelli porpora.
“Anche io, sono felicissima di poter finalmente partire all’ avventura con il mio amato Squirtle!” Dichiarò una ragazza dagli stravaganti capelli biondi.
Qualche secondo dopo la “parata” di neo-allenatori, un silenzio glaciale avvolse Alisa e Tio; i due si guardarono negli occhi per poi abbandonarsi alla depressione più totale.
“Non può essere vero, giusto? Ci sono ancora pokémon disponibili nel laboratorio e il professore non ha sicuramente finito gli starter, no?” Chiese la rosata al fedele amico di infanzia.
“Io…” Iniziò il giovane, prima di essere preso per la felpa dalla ragazza ormai rossa dalla rabbia.
“Se non avessi voluto aspettarti qui, in questo momento avrei un pokémon starter e potrei partire per il mio viaggio!” Gridò la giovane sul volto dell’amico per poi continuare;
“Ma no?! Dovevo aspettare il mio migliore amico per condividere questa esperienza con lui!” Continuò la ragazza ormai preda dell’isteria, mentre con veemenza scuoteva Tio per la felpa.
“Calmati Lisa! Sono sicuro che il professore abbia qualche pokémon in più, non è forse il suo lavoro studiarli? E poi mal che vada potresti utilizzare…” Propose disperato il giovane mentre tentava di sfuggire dalla ferrea morsa della rosa.
All’improvviso, la porta del laboratorio si aprì nuovamente e la figura di un uomo sulla settantina fece la sua apparizione; il viso era coronato da leggere rughe e gli occhi scuri erano accompagnati da sparati capelli grigi, indossava una semplice polo rossa con sopra un camice da laboratorio, pantaloni color panna e scarpe da lavoro in pelle color mattone.
“Che succede qui fuori?!” Domandò l’uomo inarcando un sopracciglio.
“Professor Oak!” Esclamò sorpresa la ragazza, lasciando rapidamente andare l’amico dalla precedente stretta d’acciaio.
“Assolutamente nulla signore, vede io e Tio stavamo per entrare.” Riprese la giovane, una goccia di sudore a scenderle lungo la fronte.
“Alisa…” Sospirò il professore chiudendo gli occhi, come se quella scena non fosse altro che una delle tante passate.
 
 

“Allora… ti sei svegliata tardi, Tio è stato investito da un ragazzo razzo ed hai sentito che tutti i pokémon starter sono finiti… giusto?” Concluse il professore, ora seduto su di un divano presente in laboratorio.
“Esatto…” Rispose debolmente Alisa ormai sull’orlo di un pianto isterico.
“Non disperare bambina mia, infatti ho tenuto un pokémon molto speciale solo per te.” Esclamò Oak con un sorriso sornione sul volto.
“Davvero?!” Domandò incredula la ragazza, anche essa seduta sul divano.
“Certamente! Tua madre aveva previsto qualche problema e per questo ha prenotato un pokémon per te qualche giorno fa.” Concluse l’anziano, alzandosi dal divano.
“Mamma ti adoro!” Gridò al cielo la rosata, come se sua madre potesse effettivamente sentirla.
La giovane presa dall’euforia, si fiondò tra le braccia del suo amico Tio, anche lui seduto sul divano, per poi abbracciarlo in stile koala; l’azzurro preso alla sprovvista non poté far altro che accogliere la figura esile dell’amica per poi arrossire fino alla punta dei capelli.
Il tossire volontario del professore ruppe il momento che si era andato a creare e riportò i due giovani sull’ attenti.
“Se vuoi seguirmi Alisa, passiamo a conoscere il tuo nuovo pokémon e a consegnarti il pokédex.” Propose Oak, facendo cenno con la mano alla ragazza di seguirlo.
 
 

I tre raggiunsero una stanza interna del laboratorio adibita alla situazione, un enorme tavolo rettangolare posava al centro.
Il professore si avvicinò ad uno strano macchinario per poi tirare fuori da esso una sfera, una sfera rossa e bianca, una pokéball.
“Ecco…” Esclamò l’uomo prima di avvicinarsi ad Alisa e lasciarle in mano suddetta sfera.
La ragazza non perse tempo e subito lanciò la pokéball a terra, l’oggetto emise un debole rumore prima di aprirsi completamente e rilasciare un fascio di energia del colore rosso.
Davanti alla rosata apparve una piccola creatura canina di circa settanta centimetri; il pokémon poggiava su due zampe ed aveva una pelliccia di un vivace colore blu e nero.  
Il pokémon spalancò gli occhi e due pozze d’oro fuso fissarono la loro attenzione sulla figura di Alisa.
“Olu?” Guaì il pokémon, senza distaccare lo sguardo dalla ragazza.
“Ma sei adorabile!” Gioì Alisa avvicinandosi al pokémon in questione, per poi prenderlo in braccio.
La creatura canina sembrò apprezzare il gesto della ragazza ed in segno di affetto pose le sue piccole braccia intorno al collo della suddetta, non prima di aver guaito un nuovo “Ri…”.
Il tossicchiare del professore riportò la rosata alla realtà;
“Come forse saprai Alisa, questo pokémon è un Riolu, specie originaria di Sinnoh.” Iniziò a spiegare l’uomo.
“Normalmente il colore degli occhi di un Riolu è il rosso rubino, ma quest’esemplare invece è nato con occhi dalla sfumatura ambrata; mi è stato inviato da un mio carissimo collega del luogo al fine di studiarlo.” Continuò il professore.
“Ho finito di analizzarlo da poco e tutti i test indicano un perfetto stato fisico, tua madre sapeva di lui e mi ha chiesto di tenertelo da parte.” Concluse l’anziano, posando lo sguardo sulla ragazza.
“Lui? Allora sei un maschietto!” Esclamò la giovane, portando la propria mano ad accarezzare un orecchio del cucciolo; quest’ultimo non poté far altro che godersi l’amorevole gesto della sua nuova allenatrice.
“Per concludere, ecco a te cinque pokéball ed il nuovissimo modello di pokédex.” Il professore porse ad Alisa uno strano strumento elettronico dalla forma rettangolare di un vivace colore rosso e delle sfere poké.
“La ringrazio professore, vedrà che io, Riolu e Tio faremo strada!” Ringraziò finalmente la giovane per poi chinare leggermente il capo in segno di rispetto.
“Lo so cara e non vedo l’ora di vederti in televisione.” Rispose Oak, una mano a spazzolare il capo della ragazza.
“Giusto, quasi dimenticavo… poco fa è passato un ragazzo per ritirare una mia nuova versione del pokédex, con tutti quei nuovi allenatori non ho avuto il tempo di consegnarglielo; se non è un problema Alisa, potresti portare questo pacchetto al nuovo centro medico della città?” Chiese il professore, le mani poste avanti stile preghiera.
“Certamente! Devo passare al centro medico per iscrivermi alla Lega, quindi sono di strada.” Affermò Alisa con un sorriso in volto.
“Ma… come lo riconosco?” Chiese infine la ragazza con aria interrogativa.
 
 
 

Alisa, Tio e il piccolo Riolu dopo essersi congedati dal professore si diressero verso il centro medico della città, un nuovo edificio dalla forma regolare di colore bianco dalle decorazioni rosse, decorazioni come una grande pokéball stilizzata presente sulla facciata.
“Secondo la descrizione del professore dovremmo cercare un ragazzo di circa 17-18 anni dai capelli castani e gli occhi verdi…” Giudicò Tio, mentre con lo sguardo scrutava le varie persone presenti all’interno del centro medico.
“Fortunatamente per noi, a quest’ora del mattino non ci sono tantissime persone.” Incoraggiò la ragazza, spostando la sguardo in varie direzioni.
Ad un certo punto, l’attenzione della giovane si incentrò sulla figura di un ragazzo di circa un metro e settanta di altezza appoggiato ad una delle colonne del centro; senza perdere tempo la rosata si avvicinò al ragazzo in questione.
“Scusami, sei per caso Robin?” Chiese timidamente la giovane, allontanatasi dal suo pokémon e Tio.
Il ragazzo, prima distratto dai suoi pensieri sorrise ad Alisa per poi rispondere:
“Robin Otsuka in persona, cosa posso fare per te dolcezza? Vuoi un autografo? Una foto?” Propose l’ormai identificato Robin.
“No, sono qui da parte del professor Oak, mi ha chiesto di consegnarti questo pacchetto contenente un particolare tipo di pokédex.” Dismise la giovane sventolando una mano come a voler enfatizzare il fraintendimento.
“Oh… Ti ringrazio, sono passato dal laboratorio questa mattina ma il professore era impegnato a consegnare i vari starter ai nuovi allenatori.” Espresse il giovane, un solare sorriso ad arricchire il volto.
Alisa, colpita dal sorriso sincero del ragazzo, si soffermò ad osservarlo meglio;
Capelli spettinati dalla colorazione castana tendente al biondo e due smeraldi come occhi, erano le prime cose che saltavano alla vista; il giovane era vestito in modo sportivo: indossava una semplice t-shirt azzurra abbinata ad una felpa bianca dalle righe rosse sulle maniche, lunghi pantaloni blu petrolio dalle molteplici tasche, scarpe da ginnastica bianche con righe blu, rosse e a completare una sacca sportiva blu pervinca.
“Allora, mi potresti dare il pokédex?” Domandò Robin ponendo una mano in avanti.
La ragazza di riprese dalla sua trance, arrossì leggermente per poi infilare una mano nella borsa e tirare fuori il pacchetto in questione, per poi porgerlo al castano.
“Ti ringrazio!” Esclamò Robin prima di aprire la scatola; una specie di orologio bianco, rosso e nero fece la sua comparsa.
Il giovane comprendendo l’aria interrogativa della ragazza riprese a parlare:
“Questo qui è uno speciale modello di pokédex per coloro che desiderano intraprendere una carriera sportiva pur rimanendo allenatori.” Spiegò Robin ad Alisa.
“Capisco… in questo modo potete tenere il pokédex al polso ed evitare che vada perso o si rompa durante varie discipline.” Ragionò la rosa senza staccare gli occhi dallo strumento.
“Esatto! Con un pokédex come questo arrampicarsi, nuotare e correre non saranno più un problema.” Concluse Robin con un sorriso.
Improvvisamente Alisa venne tirata all’indietro da due braccia forti, braccia appartenenti ad un Tio non molto felice con Riolu aggrappato alla spalla.
“Che succede Tio?” Chiese allarmata la ragazza ormai nella presa dell’azzurro.
“Ricordi che qualche ora fa sono stato investito da un pazzo in corsa?” Domandò il ragazzo, lo sguardo fiammeggiante in direzione di Robin.
Alisa annuì con la testa per poi lasciar continuare l’amico.
“È lui!” Dichiarò l’azzurro, un indice ad indicare la figura del castano davanti a lui.
Robin, prontamente portò le mani in avanti come a volersi difender dall’accusa per poi controbattere:
“Scusami tanto! Questa mattina ero di fretta, un mio pokémon era stato avvelenato e inoltre avevo un appuntamento con il professore per ricevere il pokédex.” Si scusò il giovane.
Tio espirò profondamente per poi incontrare lo sguardo di Robin.
“Non stai mentendo… va bene, ti perdono…” Concluse l’azzurro, le mani ad allentare la presa su Alisa.
“Come fai a dire che non sto mentendo?” Chiese il castano con occhi interrogativi.
“Semplice, dalla tua A…” Iniziò l’azzurro, prima di essere interrotto dalle mani di Alisa poste a coprirgli la bocca.
“Noi dobbiamo andare, speriamo di rincontrarci Robin!” Salutò la rosa prima di prendere il proprio amico di infanzia e trascinarlo a velocità lampo verso il bancone del centro medico.
“Alla prossima…” Salutò a sua volta Robin, allibito e stupito dalla scena precedente.
 
 
“Era necessaria una scenata simile?” Domandò Alisa, un piede a battere ritmicamente il pavimento e braccia incrociate davanti al petto.
“Sei sparita! Non sapevo dove eri finita e girandomi ti vedo parlare con un ragazzo sconosciuto, mi sono preoccupato…” Esclamò Tio con lo sguardo rivolto verso terra.
“Ti capisco Tio, volevi proteggermi ma questo non vuol dire che devi aggredire una persona senza motivo, chiaro?” Ribatté la giovane dallo sguardo addolcito.
“Scusami Lisa… quando ho riconosciuto il suo odore non sono riuscito a trattenermi… non lo farò più.” Rispose infine l’azzurro in stile infantile.
“Perfetto.” Bisbigliò Alisa prima di lanciarsi in direzione del compagno e avvolgerlo in un dolce abbraccio.
Riolu che per tutto il tempo aveva assistito alla scena, decise di aggrapparsi ad una gamba della ragazza.
“Vieni qui anche tu!” Esclamò felice la giovane prima di prendere il pokémon e aggiungerlo all’abbraccio, la rabbia precedente ormai svanita.
 
 

“Ecco fatto, da ora sei ufficialmente iscritta alla Lega di Kanto!” Dichiarò un allegra infermiera Joy.
“Grazie mille!” Fu la risposta di Alisa verso la donna.
Dopo aver ripreso il suo pokédex, utilizzato per l’iscrizione, la ragazza si diresse insieme ai suoi due compagni verso uno dei vari tavoli liberi presenti nell’edificio.
“La prossima città è Smeraldopoli, ho fatto qualche ricerca e sembra che l’attuale Capopalestra sia molto forte e utilizzi pokémon di tipo Terra.” Spiegò la giovane.
“Che ne dici di raggiungere la città e fermarci qualche giorno ad osservare le lotte in palestra, allenandoci al contempo?” Suggerì Tio, gli occhi concentrati sull’amica.
“Mi sembra un'ottima idea, visto che ancora non ho medaglie il Capopalestra dovrà utilizzare determinati pokémon presumibilmente non troppo forti.” Concordò la ragazza, una mano distratta ad accarezzare il piccolo Riolu seduto sulle gambe della ragazza.
Prima che il Alisa potesse alzarsi, una voce femminile richiamò la sua attenzione.
“Scusatemi… ho sentito che volete dirigervi a Smeraldopoli…”
Davanti alla rosata si parò una giovane ragazza inferiore al metro e sessanta dagli sgargianti capelli biondi e occhi chiari; la ragazza vestiva una semplice felpa color canarino, leggings bianchi e scarpe da ginnastica scure, alle sue spalle troneggiava un bellissimo esemplare di Typhlosion, una creatura quadrupede in piedi sulle zampe posteriori dal corpo prevalentemente color crema se non per il retro color verde scuro, il pokémon in questione osservava la bionda, due piccole orecchie triangolari sull’attenti.
“Sì, siamo diretti a Smeraldopoli.” Rispose Alisa, un leggero sorriso rivolto alla bionda.
“Mi chiamo Ellie e volevo chiedervi di venire con voi, sapete abito lì, sono scesa a Biancavilla per poter riceve la mia licenza di allenatrice…” Dichiarò Ellie molto timidamente.
“Certamente, più siamo e meglio è! No, Tio?” Esclamò entusiasta Alisa per poi rivolgersi all’ azzurro.
“Sicuro! Benvenuta a bordo Ellie.” Confermò il ragazzo con un sorriso.
“Grazie mille!” Fu la risposta della bionda.
 
 
 

[Luogo Sconosciuto]
 



“Signore, i nostri agenti ci hanno riferito di aver localizzato il flauto.” Una voce di donna, proveniente da un apparecchio elettronico spezzò il silenzio formatosi nell’ ufficio.
L’uomo alla scrivania premette un pulsante per poi parlare:
“Che bella notizia mia cara… il progetto ARK sta filando alla perfezione ed ora con il potere del flauto riusciremo a realizzare il nostro piano; K, riferisci agli agenti di recuperare al più presto l’oggetto e di portarlo alla base…”
“Come desidera.” Fu la secca risposta della donna ,prima che il silenzio tornasse ad avvolgere la stanza.






Note di Autrice

 
Eccomi qui con un nuovissimo capitolo della mia storia ad OC.
Come potete notare amo dare ad ogni cosa il suo tempo, la narrazione vi sembrerà forse lenta ma non posso farci nulla D: Odio veramente tanto andare di fretta.
Cambiando discorso, finalmente vediamo apparire 2 dei vostri personaggi, uno dei quali viaggerà con Alisa per raggiungere la città di Smeraldopoli (Viridian City); Alisa ha ricevuto il suo primo pokémon e nel finale abbiamo qualche accenno ad un piano che coinvolge un certo flauto… ;)
Non mi resta niente da dire se non invitarvi al prossimo capitolo della storia :D
 
Shirona
 
P.S Appariranno molti altri OC date il tempo al tempo ;)
   
 
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