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Autore: HakunaMatata_3    14/09/2016    1 recensioni
"« Ah, la musica » disse asciugandosi gli occhi. « Una magia che supera tutte quelle che noi facciamo qui! »"
(Harry Potter e la Pietra Filosofale)
Sulla scia di questa bellissima frase di Silente, vi lascio questa raccolta di song-fic, il cui titolo è tratto dalla canzone "Could it be magic" dei Take That.
Ecco l'elenco dei personaggi per capitolo:
1) Ron Weasey
2) Merope Gaunt
3) Neville Paciock
4) Dudley Dursley
5) Sirius Black
6) Fleur Delacour
7) Rose Weasley
8) Luna Lovegood, Ginny Weasley, Neville Paciock
9) Scorpius Malfoy
10) Victor Krum
11) James Sirius Potter
12) Igor Karkaroff
13) Ninfadora Tonks
14) Hermione Granger
15) Fiorenzo
16) Severus Piton
17) Remus Lupin
18) Seamus Finnigan
19) George Weasley
Spero vi piaccia!
Genere: Generale, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Neville Paciock, Remus Lupin, Ron Weasley, Severus Piton | Coppie: Bill/Fleur, Remus/Ninfadora, Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Merope Gaunt - I'd wait for life


I don't know where you are
Or how you may be
But I know I love you still
 If you ever turn away
If you ever change your mind
If the road ahead becomes too hard to climb
If there's something in your heart that tells you to stop
Oh to hold you close tonight
I'd wait for life

(Take That - I’d wait for life)

 
Lacrime amare mi scorrono lungo il viso, mi carezzo la pancia e sento mio figlio – nostro figlio – che scalcia. Mi costringo a sorridere, fissando il mio brutto viso riflesso nella vetrina di una sala da tè.
Come ho potuto pensare che saresti rimasto con me?
Altre lacrime, un altro calcio e poi un dolore acuto al ventre. Mi stringo la pancia e continuo a camminare, sola in una Londra caotica piena di Babbani che non fanno caso a me, alla mia disperazione e al mio bambino. Un’altra fitta. Devo muovermi a raggiungere l’orfanotrofio.
Passo davanti al Paiolo magico, lanciandogli un’occhiata carica di malinconia. Penso alla soffitta che abbiamo condiviso abusivamente per qualche mese, nel cuore di Diagon Alley, e che ho dovuto lasciare proprio come tu hai lasciato me.
Il mio Tom.
Continuo a piangere mentre la neve inizia a cadere e a imbiancare tutto nel giro di pochi minuti. Le strade di Londra sembrano un quadro bellissimo e vorrei che tu potessi vederle. Vorrei perdermi nei tuoi occhi scuri e sorridere nel vedere il tuo bellissimo viso. Serro le palpebre e la mia mente torna a qualche mese fa.
Penso a tutti i bei momenti che abbiamo vissuto insieme, ai tuoi sguardi carichi di tenerezza, alla mia magia. Penso al nostro matrimonio, a quando abbiamo fatto l’amore per la prima volta e alla tua faccia felice quando ti ho detto che aspettavo un bambino. Penso ai giorni più belli della mia vita, ai giorni con te. Penso alle notti insonni trascorse a preparare i filtri d’amore per tenerti con me ancora per un po’. Penso a quando feci evanescere una pinta intera di pozione e attesi, speranzosa, la fine del suo effetto su di te. Povera, stupida Merope.
Riapro gli occhi, la pancia dolorante e il passo svelto. La sottoveste mi si bagna e prendo a piangere più forte. Il nostro bambino sta per nascere.
Penso al tuo viso, alla tua voce calda e tranquilla, ti sento quasi vicino, mi incoraggi a resistere e a correre per raggiungere l’orfanotrofio che mi hanno indicato.
Quando arrivo e busso forte alla porta, mi accascio al suolo. Qualcuno viene in mio aiuto e sento domande esplodere ovunque. Vogliono sapere il mio nome, quanto tempo fa si sono rotte le acque, ogni quanto ho le contrazioni.
Rispondo solo “Merope Gaunt”, poi non dico più niente. Non so più niente. Non so dove sei o come potresti stare. Ma so che ti amo ancora.
Urlo a pieni polmoni e i miei pensieri sono per te. Urlo e spingo per un tempo che mi sembra infinito, due donne chine su di me per farmi partorire. Sento nostro figlio piangere e piango anche io. Piango per te, mio Tom. Piango per come te ne sei andato, piango perché per te ho rischiato tutto, piango perché ti amo con tutta me stessa. Piango perché senza di te non ho motivo di esistere. Piango perché il tuo corpo e le tue labbra non sono più per me.
Ho aspettato una vita intera per quei momenti e lo farei ancora. Ma sono tanto stanca e non c’è la tua mano a stringere la mia.
E poi, all'improvviso, vedo il tuo viso sorridente e sorrido anche io. Forse hai cambiato idea e sei venuto a prenderci.
<< Chiamatelo Tom >> mi sento dire. << Tom, come suo padre. E… e Orvoloson, come il mio >>. Sento qualcuno dire “sì, cara, sta’ tranquilla”, ma quando il tuo viso si fa più nitido e sento la testa pesante, capisco che c’è qualcosa che non va. << Riddle >> aggiungo in fretta. << Tom Orvoloson Riddle. Tom… Riddle… Tom >>.
La mia voce si spegne, le palpebre sono aperte a stento.
Sto sognando. Sì, è tutto un sogno e se chiudo gli occhi sognerò un po più profondamente.
Il tuo volto mi esplode nuovamente nella testa. Perché sei sempre nei miei pensieri. Sei sempre nei miei pensieri, per tutta la vita.
Mi agito sulla brandina dell’ospedale dell’orfanotrofio e penso al nostro letto. Oh, per stringerti a me, penso disperatamente  per stringerti a me stanotte aspetterei tutta la vita.
Poi muoio.
  
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