Capitolo 46
Charlotte’s Pov
“Perché non li hai fatti spedire a casa di Lou?” chiesi a mia madre, esasperata.
“Perché devo prima controllare tutti gli articoli. Se non sono quelli che avevo ordinato, posso cambiarli subito in negozio” mi rispose sorridendomi dolcemente.
“Ci sono migliaia di negozi anche a Londra” borbottai io, ma lei parve non sentirmi o, semplicemente, fece finta. Sospirai, poi ripresi subito a lavorare. Uscii di casa per prendere l’ennesimo scatolone, ma mi bloccai perché vidi qualcosa che non avrei mai voluto vedere. O meglio qualcuno.
Proprio di fronte a me, dall’altro lato della strada, c’erano Dylan Thorne e i suoi stupidi amici che camminavano tranquillamente per la via. E sapevo che non era una coincidenza visto che vivevano dal lato opposto della città.
Quel bastardo sapeva che sarei tornata e voleva vedermi, anche solo da lontano.
Rabbrividii inconsapevolmente e mi diedi mentalmente della stupida. –È finita ormai, Lottie- mi ripetei, -Sei al sicuro-
“C’è qualcosa che non va?” mi chiese una voce dietro di me, facendomi sobbalzare.
Era Liam. Era venuto con me e Louis ad aiutare. Non che non lo volessi, sia chiaro, ma le strane emozioni che provavo quando lui era vicino mi confondevano. E poi c’era mia madre che quando aveva saputo che avrei partecipato al progetto saltò letteralmente dalla felicità e che aveva insistito perché venisse anche Liam. Diceva che le servivano più mani possibili e che la mia presenza le ricordava i vecchi tempi.. e non avevo avuto cuore di dirle che niente era come prima.
Ritornando a Liam.. beh, lo guardai e gli sorrisi. “No, non è niente. Stavo pensando a quale scatolone prendere” risposi io.
Sapevo che non mi aveva creduto. L’avevo capito da come mi guardava e da come alternava lo sguardo da me ai tre deficienti dall’altro lato della strada che si erano fermati e che parlottavano tra di loro.
“Chi sono quelli?” mi chiese, sospettoso.
Alzai lo sguardo e lo diressi verso quei cretini. “Vecchi amici” risposi, cercando di far risultare il mio sorriso il più autentico possibile. E mi insultai mentalmente quando una piccola smorfia comparve sul mio viso: dove diavolo era finito il mio talento nel recitare? A farsi benedire?
“E perché non vai a salutarli? Sarebbero felici di vederti”
“Credo che questi non siano affari tuoi, Liam. Perché non torni a ciò che stavi facendo?” feci io acidamente, e me ne andai lasciandolo da solo.