Prometeo
Ero rimasto rannicchiato a terra, anche quando il mio
corpo si era risanato e Sayu aveva acceso il computer portatile sulle ginocchia
per scrivere con fare quasi isterico.
Ero rimasto. Rannicchiato.
A terra, sul pavimento: parquet. Colui che mi aveva fatto
diventare uno Shinigami mi aveva ingannato. Non poteva che essere così.
Ingannato. Bastardo!
Avevo scritto molti nomi sul quaderno prima di scendere
nel mondo degli uomini, tuttavia il mio tempo era stato vicino a finire e così
sarebbe stato se Sayu non avesse ucciso e se non stesse continuando a uccidere
davanti al computer.
Elimina, elimina, elimina, elimina…
Tum tum tum tum
E io vivo.
Tum tum tum tum
Quella detta a Sayu doveva essere una bugia per
convincerla: “Morirò se non scrivi su quel quaderno”, menzogne! O almeno era
quello che credevo.
Sembrava quasi un beffa che in tutta la mia rete di bugie
-la rete che mi manteneva in vita- l’unica verità fosse quella più scomoda.
Ma tutto questo non mi era stato detto. Nessuno mi aveva
detto che il mio Death Note non era sufficiente a mantenermi in vita.
Elimina, elimina, elimina…
Tum tum tum tumtumtumtumtum
Ingannato.
Ingannato come un qualunque sprovveduto.
Mi appoggiai sulla mano e cercai di rialzarmi.
“Sayu. Basta così” mormorai. Se avesse esagerato
sicuramente i sensi di colpa l’avrebbero distrutta.
Sayu chiuse il computer con le mani che le tremavano, lo
appoggiò sul tavolino davanti al divano e sopra il quaderno ancora aperto, poi
scoppiò a piangere.
“Sono morti! Sono morti!”
Mi rimisi in piedi e presi il mio quaderno, lo sfogliai.
Le prime pagine che avevo scritto mi avevano garantito del tempo, poi
improvvisamente il Death Note non aveva funzionato. Probabilmente solo alcune
pagine erano autentiche, mentre le altre non erano che comuni fogli. Solo che
io non potevo riconoscere quest’alternanza.
Perché quell’inganno?
Dovevo trovarlo. Lo Shinigami che mi aveva tirato fuori
dal buio per sbattermi all’inferno.
***
“Guarda, guarda” Lene era seduta sulla sedia a pochi
centimetri dalla tv, era quasi scattata
quando aveva sentito la voce del giornalista. Persino Jim era rimasto in
silenzio.
Due morti per arresto cardiaco, due criminali. Aveva
ragione lei, si disse.
“Che ne dici adesso, Jim?”
Per lei erano prove sufficienti. Avrebbe fatto qualcosa,
pensò.
Sapeva che rivolgersi alla polizia sarebbe stato inutile:
non le davano attenzione e ormai la ritenevano troppo coinvolta per essere
credibile.
“Jim, non è che sai come si fa un sito web?” Lene si
alzò.
Jim aveva ancora la faccia assonnata, la camicia tutta
stropicciata.
Be’ avrebbe potuto portarsi un pigiama, quello stupido.
Sbuffò e si alzò dalla sedia.
“Se avessi trovato una colazione in tavola avrei anche
potuto pensarci” disse annoiato.
“All’ora di pranzo?”
“Ho capito, ho capito, lascia fare a me!” si alzò dalla
sedia e si mise davanti al computer di Lene, ridusse il documento di testo a
icona e avviò la connessione.
“Non ti aspettare grandi cose, non sono così esperto”
disse grattandosi la testa.
“Non mi interessa” rispose Lene.
“Preparati un testo o qualcosa del genere” l’avvisò lui,
poi sbadigliò.
“Ah e un’altra cosa. Per sicurezza ti serve un nuovo
account di posta elettronica: nell’indirizzo che hai adesso c’è nome e cognome,
non ti conviene… ecco fatto mi serve un nome da scrivere prima della
chiocciola”
Lene si avvicinò e vide la pagina per la registrazione.
“Scrivi la mia iniziale: Elle” disse soddisfatta.
Per Nate.
Si sedette sul tavolo e accavallò le gambe soddisfatta.
***
Il cielo è oro che marcisce.
L’aveva pensato anni prima, quando aveva visto che, no,
il tramonto non era un momento dolce, non era un momento di equilibri. Era
guerra, era buio che si elevava, divorava, uccideva ogni luce.
Eravamo al cimitero: Sayu l’aveva quasi dimenticato. Il
funerale di nostra madre.
Là in piedi con Matsuda che le circondava le spalle con
un braccio, mia sorella piangeva, forse più per le morti di cui avevano parlato
al tg che per sua madre.
Poi comparve accanto a me. Lo Shinigami che mi aveva
richiamato.
“Il cielo è oro che marcisce” rise lui.
“Che vuol dire?”
“Oh, Light, è un tuo stesso pensiero”
“No. Che vuol dire questo inganno?” gli porsi il
quaderno.
Lui rise.
“Tu non sei ancora un vero Shinigami, Light. Non perché
sei umano, ma perché hai ancora i tuoi demoni”
Sospirai furioso.
“Smetti di farneticare e dimmi quello che mi serve
sapere”
“Quello che ti serve” mi fece eco.
Un singhiozzo di Sayu.
Il prete aveva parlato della mamma e della sua tragica
morte. Aveva detto che era la ragione e la scienza che portavano alla follia e
poi all’omicidio e ora si apprestava a citare Isaia.
“Confidavi nella tua malizia e dicevi –nessuno mi vede-.
La tua sapienza e la tua scienza ti hanno fuorviato. Eppure tu pensavi nel tuo
cuore –Io e nessun altro-…”
“E quello che ti serve ti sarà detto. Io posseggo tutte
le coscienze dei morti. Come biglie”
Girai la testa di scatto. Dove voleva arrivare?
“Incontra i tuoi demoni”
Poi tutto il suo corpo traballò come acqua e il suo
volto, i suoi capelli, la sua statura mutarono e davanti a me vidi Misa Amane.
La testa bassa le mani unite con le dita intrecciate,
serrate sul grembo.
Non aveva i codini ai lati della testa, ma portava i
capelli biondi sciolti.
“Dimmi soltanto” mormorò con la voce che le tremava per
il pianto.
“Dimmi soltanto… perché? Ho fatto ciò che volevi”
Alzò gli occhi e sorrise.
“Ora che sono anche morta riesci ad amarmi?”
Tumtumtumtumtumtum
E ora perché… paura?
“Mi ami?”
Poi il corpo cambiò ancora. I capelli sollevati, come se
il vento li avesse spostati, non erano più biondi, ma neri, scesero su spalle
magre, attorno a un volto delicato.
Misora.
Tumtumtumtumtumtumtum
Paura. Terrore. No! Mi uccide, ora mi…
“Kira” sibilò inferocita.
“BASTARDO” mi corse incontro.
No! No! NO! Tutto sbagliato! È morta! Morta!
Terrorizzato corsi. Davanti a me una croce. Una croce su
una base.
Non lì!
Fu proprio contro quella croce che mi trascinarono i miei
piedi, le mie gambe frementi dall’orrore, le mani sulla pietra fredda, mi
voltai.
Mi puntellai sulla croce.
Naomi era vicina, vicina e fra poco avrebbe potuto
toccarmi.
Tirò indietro la mano per poi farla scattare verso di me.
I suoi capelli. Lunghi e neri. No, non più lunghi: una zazzera scompigliata
sopra un volto pallido.
Poi la mano sul mio collo.
“AAAH” gridai più per la paura che per il dolore.
“Bastardo” un sibilo e quegli occhi grandi neri.
“El… Elle” dissi boccheggiando.
Cercai d’istinto il suo nome a pochi centimetri dalla sua
testa. Niente naturalmente.
“L Lawliet” soffiò lui, velenoso.
“… e con la moltitudine dei tuoi sortilegi per i quali ti
sei affaticato fin dalla giovinezza: forse te ne potrai giovare, forse ti
renderai terribile!” le parole del prete. Ma il prete è lontano, il prete è…
“A causa tua. A causa tua il mio corpo sotto i tuoi piedi
nutre la terra e i vermi. Come il tuo. Ora le senti… le campane?”
Campane!
Campane per un funerale, ma non erano i miei quei
ricordi, quei bambini, quei vetri.
La neve e le campane!
Poi un’immagine: una lapide. L’immagine si avvicina,
anche se non voglio, non voglio vedere: “Light Yagami”
Un gemito terrorizzato riesce a uscire dalla gola
pressata.
Un corpo in putrefazione: liquidi, ossa, grasso, qualche
ciuffo di capelli castano chiaro.
Gridai. Gridai come quando alla mia prima morte supplicai
di rimanere attaccato alla vita. Vita, vita, vita!
“Ognuno erra per conto suo. Non c’è nessuno che ti salvi”
le ultime parole del prete, poi la mano mi lascia e io scivolo in ginocchio
davanti a quei piedi nudi.
“Lasciami stare. Per favore” implorai.
Lui si accovacciò mettendo le mani aperte sulle
ginocchia.
“Prima rispondimi” disse serio e freddo fissandomi con
occhi inespressivi.
“In tutta la tua vita hai mai detto la verità?”
“No. Da molto tempo”
“Perché?”
“Perché la mia missione era la sola cosa che avevo. Perché
le bugie mi tenevano in vita”
Lui mi fissò senza mutare espressione.
“Ti piaceva uccidere”
“Non uccidevo. Mi vendicavo”
“Per cosa?”
“Perché mi sono sentito immobile, perché la rassegnazione
e l’ottimismo erano un’offesa alla mia intelligenza. Io volevo davvero che le
cose nel mondo andassero come speravo. Mi vendicavo col mondo per avermi deluso”
“Anche tu sei deludente”
Respirai. Odore di fiori che marciscono. Come il cielo:
il cielo è oro che marcisce.
“Perché?”
“Perché ti sei lasciato corrompere”
Lo guardai negli occhi, smarrito.
“Non è ve…” ma lui scomparve e al suo posto c’era lo
Shinigami.
“Non è vero!” mormorai.
“Lui non può più sentirti Light” mi disse.
“Non è vero” ripetei guardando in basso. Ero ancora
inginocchiato.
“Ora sai perché sei umano” disse.
“E ora saprai altro, perché c’è dell’altro che devi
sapere”
Sayu stava lasciando il cimitero. Sarebbe salita nell’auto
di Matsuda per andare nella casa in campagna a recuperare le sue cose. Quelle
che aveva lasciato lì.
Ci guardammo per un istante. Dovevo seguirla e io non
avevo ali.
“Verrò con te e ti dirò tutto”
Se Matsuda avesse visto con lo specchietto retrovisore
due Shinigami sui sedili della sua auto gli sarebbe venuto un colpo, pensai.
“Conosci la mitologia?” mi chiese, mentre Matsuda metteva
in moto.
“Abbastanza”
Sayu poteva sentire anche lui? In ogni caso faceva finta
di niente.
“Prima di Zeus ci sono state lotte generazionali, come
saprai” disse.
Annuii.
“Dei e altri Dei si combattevano per il potere”
“E poi arrivò Zeus, lui non avrebbe conosciuto le stesse
lotte, se non ci fosse stato Prometeo. Il benefattore degli uomini. Colui che
si trovava tra loro e gli Dei, pronto a elevare gli umani all’altezza delle divinità”
“Tutto questo che utilità ha?”
“Ne ha molta. Io sono il re degli Shinigami, ho molti nomi,
non chiedermene nessuno. Un tempo gli Dei della morte erano altri, e in tempi
più antichi altri ancora”
Rimasi in ascolto.
“Prima erano animali, poi demoni, poi angeli e ancora
demoni”
“Lotte tra generazioni” dissi.
“È quello che è avvenuto, è così?”
Lui annuì.
“Quando i giusti tempi trascorrono io scelgo una razza diversa
e apro il conflitto tra l’antica e la nuova e così gli Dei della morte si
rinnovano”
“Ora la nuova razza sono gli umani?” chiesi.
“Gli umani che hanno posseduto il quaderno. La guerra ora
è tra gli antichi Shinigami e te. Il tuo Death Note è fallace perché non serve
per uccidere gli uomini. Ti ho mandato in questo mondo per poter combattere. La
tua arma è l’umana”
Sayu non reagì, probabilmente non lo sentiva.
“Sayu non sto parlando da solo, poi ti spiego” dissi per
rassicurarla. Lei non rispose. Solo girò di poco la testa verso di me.
“Come fanno loro a uccidere me e io a uccidere loro?”
chiesi.
“Loro ti uccidono se riescono ad eliminare Sayu.
Tranquillo: non possono vedere il suo nome. Questo è il loro svantaggio. Tu li
uccidi scrivendo il loro nome sul quaderno che tu hai creduto contraffatto, ma
ecco il tuo di svantaggio: non conosci i loro nomi, i loro veri nomi. Li
cambiano spesso nei secoli, per noia” spiegò.
“Mi dici come faccio allora!” sibilai nervoso.
“Facendo lo scambio degli occhi con la ragazza, lei potrà
vederli”.
Lo scambio? Ma così la sua vita…
“Probabilmente ci sono già molti Shinigami sulla terra.
Non potendo vedere il nome di Sayu avranno dato il proprio quaderno a qualche
umano affinché questi possa vedere con lo scambio degli occhi il nome di tua
sorella ed eliminarla”
“Allora siamo nella medesima situazione” dissi.
“Esatto”
L’auto si ferma e Matsuda e Sayu escono. Davanti a noi la
casa in campagna.
“Ancora una cosa”
Lui voltò la testa e mi guardò.
“Come fai a stabilire che la guerra è aperta?”
Lui sorrise.
“Anni fa mi sono accoppiato con un’umana. Più anticamente
ho assunto forme diverse per segnalare alla generazione antica che la guerra
sarebbe iniziata dopo qualche anno -venti in questo caso- e la specie che
avrebbero dovuto combattere”
Ormai è buio, Sayu e Matsuda tornano con borsoni e valige, aprono il
cofano e le sistemano.
Il re degli Shinigami scomparve e per un istante ricordai
quelle parole ascoltate poco prima durante il funerale della donna che era
stata mia madre: “Ognuno erra per conto
suo. Non c’è nessuno che ti salvi”
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Capitolo faticoso anche perché sono uno che la Bibbia non
la apre per principio. Ma passiamo direttamente ai ringraziamenti:
Darseey: ebbene ecco a te il seguito :) in realtà aggiorno
velocemente perché mi sento ispirato e se perdo tempo so già che non concluderò
niente, per questo continuo nel lavoro: per non perdere la costanza. Sono
contento che si sia notato il mio intento di rendere Lene la degna madre di
Near che ha un’intelligenza di tutto rispetto, diciamolo. Per quanto riguarda
Light… e sì quel quaderno l’ha senza dubbio cambiato. Io credo che il potere
sia la cosa che più distrugge gli uomini e quale potere più grande se non
quello di Dio stesso? Naturalmente Sayu fatica parecchio a riconoscere nel
nuovo Light suo fratello. Grazie mille per i complimenti e il sostegno ^^
Reus: Ma guarda un po’ dove ti ritrovo! Però devo dirti che se
inserisci un nik che suona tanto maschile mi fai sentire un po’ gay -.- grazie
per la tua recensione, pur non dilungandoti mi sei molto d’aiuto, non farti di
questi problemi e sappi anche che se trovi un qualsiasi difetto anche
stilistico ne puoi parlare (so che te ne accorgi anche se fai finta di niente).
Sulla lunghezza dei capitoli… dipende da me fino a un certo punto: arrivo a un
pezzo dove capisco che è così che il capitolo deve chiudersi e lo faccio, spero
che questo non tolga troppo alla storia :)
Bleus De Methylene: I tuoi commenti mi lusingano e ti
ringrazio. Lo so che ci sono spesso fan fiction che inseriscono situazioni
amorose/sessuali spesso ambigue. Alcune sono interessanti, altre forzate. In
questo caso sto cercando di non cadere nell’OOC, pertanto quella di Light non è
stata una perversione, non ama la sorella, è stato un suo modo studiato di
calcare un po’ la mano per convincere Lene, visto che la situazione stava per
sfuggirgli di mano. Sono felice di far rabbrividire il lettore, sinceramente è
una delle cose che più mi soddisfano. Spaventare e far rabbrividire. Spero che
la mia storia continui a piacerti!
Francy91: Be’ non ho messo molte scene Lene-Jim ma almeno credo di
averti dato un bel po’ di occasioni di vedere/pensare a L. Ebbene sì: quei due
sono dei derelitti divertenti, a lui il lavoro, a dire il vero va un po’
meglio, e sono anche entrambi ricchi, tuttavia professionalmente frustrati. Su
Light sono assolutamente d’accordo: calcola le cose in maniera così fredda e
precisa che non può non puzzare di bugia. Povero bugiardo, in effetti. Mio
malgrado non posso che immedesimarmi in lui e stare dalla sua, nonostante
questo adoro L e mi piace citare la sua presenza e soprattutto il suo ruolo
nella storia di Light. Sono felice che la storia ti piaccia. Davvero :)
Ultimo ringraziamento anche a coloro che hanno inserito
questa fanfiction tra le preferite e a chi legge senza recensire. So che ci
siete lettori: vi ringrazio molto per l’interesse alla mia storia.