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Autore: risakoizumi    17/09/2016    1 recensioni
La mia breve vita è stata un susseguirsi di momenti di gioia e infelicità.
La sofferenza è quella che ricordo meglio e che è stata al centro delle mie giornate per lungo tempo.
Una volta ero soltanto l’ex ragazza di Sam dal cuore spezzato e che nessuno sopportava.
Adesso mi sento una persona diversa.
Sono più forte, sento che niente può distruggermi. Sono padrona della mia vita. La triste e collerica ragazza di La Push si è trasformata in una persona nuova.
Osservo il ragazzo che sta in piedi accanto a me. I suoi occhi sembrano sorridermi, come sempre.
"Sei pronta?" mi chiede, prendendomi per mano.
"Sì". Ricambio la sua stretta sicura e familiare.
Il momento è arrivato, ma non ho paura. Santo cielo, sono Leah Clearwater! Dovrebbero essere loro ad avere paura di me!
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leah Clearweater, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Sto ufficialmente impazzendo.
Tutto ha avuto inizio due settimane fa. Era passato circa un mese dal matrimonio di Jake e Renesmee, e stavo iniziando a pensare che la minaccia di Alex sul fatto che ci saremmo rivisti presto fosse stata soltanto uno scherzo. Anzi, stavo iniziando a pensare che l’intero matrimonio fosse stato soltanto frutto della mia immaginazione. Infatti, solo quando Seth mi ha inviato le foto del matrimonio ho realizzato che era stato tutto reale: addirittura ho trovato una foto dove c’eravamo sia io che Alex – tra l’altro, con mio grande disappunto, ero io  guardarlo in quella foto. Ovviamente l’ho cancellata.
Forse era la conversazione che avevo avuto con lui nella foresta ad essere stata frutto della mia immaginazione. In ogni caso, la mia vita, tra il college, il lavoro part-time e Gale procedeva bene, a parte il pensiero fisso di Alex e l’ansia di vederlo spuntare da qualche parte da un momento all’altro. Dopo le prime due settimane l’ansia ha iniziato a scomparire, e ho incominciato a pensare che non si sarebbe più fatto vedere. Magari era tornato con sua moglie, ma a chi importava?  A me no di sicuro, mi ripetevo. Tuttavia, quella famosa sera in cui Gale mi ha trascinato al concerto di un gruppo emergente di New York, mi sono dovuta ricredere. Gale e io stavamo ascoltando la band quando il frontman ha chiamato sul palco un suo carissimo amico. Stavo proprio dicendo a Gale che i ragazzi di quel gruppo mi sembravano molto bravi, ma le parole mi sono morte in bocca. Il “carissimo amico” che quel farabutto del frontman - a cui stavo per fare un complimento - ha chiamato sul palco non era nient’altro che Alexander Harvey in persona. Credo di essere diventata prima rossa e poi bianca in volto, perché Gale ha iniziato a chiedermi se stessi bene.
Alex è salito sul palco, con dei pantaloni di pelle nera e una maglietta bianca, i capelli già più lunghi rispetto a un mese prima, e ha detto: << Ringrazio il mio amico Kevin per avermi invitato stasera, è un onore essere qui a New York >>.
Sono seguiti degli applausi mentre io restavo pietrificata.
Non ha aggiunto altro e ha iniziato a cantare con il frontman – Kevin, quel ragazzo che ho creduto coinvolto in un complotto contro di me quando ha chiamato Alex sul palco – e, dopo la prima canzone, ho iniziato a respirare di nuovo. Magari non c’era nessun complotto. Stavano semplicemente cantando insieme.
<< Va tutto bene, amore >> ho detto a Gale, inspirando l’aria calda e satura di vapore del locale.
Forse Alex non sapeva che fossi lì, forse era tutta una coincidenza e davvero Kevin l’aveva fatto chiamare perché era suo amico. Non potevo certamente conoscere tutti gli amici di un uomo ultracentenario, giusto? Inoltre, mi stavo comportando da egocentrica. Alla terza canzone ero davvero quasi tranquilla, anche se avevo in mente un dilemma: avrei dovuto dire o no a Gale che quello sul palco era il mio ex? Alla quarta canzone avevo deciso di dirglielo.
<< Gale, devo confessarti una cosa >> gli ho urlato nell’orecchio.
<< Non puoi dirmela dopo? >> mi ha detto di rimando, dandomi un bacio.
Proprio in quell’istante ho sentito la voce di Alex al microfono che diceva: << Adesso canteremo una cover. Voglio dedicare questa canzone a una ragazza che si trova in questo locale: Leah, so che sei qui. Ti prego, torna da me >>.
Gale mi ha guardato sconvolto e intanto Alex ha iniziato a cantare “Misery” dei Maroon 5. Mi sono voltata verso il palco, riluttante. Gli occhi di Alex mi stavano fissando e, nel locale, tutti hanno iniziato a guardare verso di me. In quel momento avrei voluto morire. Anzi, prima avrei voluto sgozzare Alex e poi morire. Romantico, no?
Come se l’imbarazzo non fosse abbastanza, Alex è sceso dal palco con un salto poco umano e molto da licantropo, suscitando un “Oooh” generale, e si è diretto verso me e Gale. Cantando mi ha preso la mano e io ho cercato di liberarmi. Poi si è inginocchiato ai miei piedi e si è aggrappato alle mie gambe.
Con lo sguardo ho cercato di fargli capire che non stavo apprezzano quella messa in scena e che se serviva per riconquistarmi, stava sbagliando decisamente tutto.
Sentivo Gale, alle mie spalle, fremere di rabbia.
Non sarebbe finita bene quella serata, lo sapevo.
Quando finalmente la canzone è terminata la voce di Kevin è arrivata alle mie orecchie, ma non ho capito cose stesse dicendo. Gli occhi blu di Alex, sorridenti, mi guardavano, e il suo viso era colpevole come quello di un bambino che combina una marachella. Era davvero adorabile, peccato che ero furiosa. Ho preso un bicchiere da un tizio che era accanto a me e gli ho svuotato il contenuto in testa. Era birra, credo. Gale l’ha preso per la maglietta.
<< Stai lontano dalla mia ragazza >> gli ha mormorato. Alex, docile, si è lasciato strattonare. Poi ho preso Gale per il braccio e l’ho trascinato fuori, prima che scoppiasse una rissa.
<< Amico, credo che la ragazza non ti voglia >> ha detto Kevin, mentre uscivamo.
Una volta soli, nella stanza di Gale, ho dovuto assistere a una scenata di gelosia. Perché non gli avevo detto che quello era il mio ex? Perché si trovava lì? Sapevo che sarebbe venuto? Voleva tornare con me? Ho dovuto rassicurarlo e promettergli che mi sarei sbarazzata di lui.
Dopo due settimane, non ci sono ancora riuscita. Alex mi ha praticamente seguito ovunque andassi, persino a lavoro.
La mattina dopo il suo spettacolo, quello sfacciato di un licantropo mi aspettava fuori dalla camera di Gale.
<< Che cosa fai qui? >> ho chiesto, allontanandomi immediatamente perché Gale era ancora dentro e dormiva.
<< Sono qui per trascorrere del tempo con te >>.
Appena siamo usciti fuori dal dormitorio, l’ho aggredito. << Ti rendi conto di cosa hai fatto ieri sera? >>.
<< Sì, ho cercato di riconquistarti >>.
<< E vuoi provarci mettendomi in imbarazzo? >>.
<< Che ti importa della gente? >>.
<< Finiremo sicuramente su youtube >>.
<< Sei arrabbiata per via del tuo ragazzo biondo e palestrato, amore? >> chiede, enfatizzando l’ultima parola.
<< Non avresti dovuto farlo >>.
<< Si è ingelosito? >>.
<< Ti prego, torna a San Francisco. Mi metterai nei guai >>.
<< Non posso >>.
<< Ti hanno bandito dalla città? >>.
<< No, non posso tornare senza averci provato >>.
Si avvicina e lo allontano. << Puzzi di alcol e sei ancora vestito con questi ridicoli pantaloni di pelle >>.
<< Mi donano, non trovi? Ho visto parecchie ragazze guardarmi il sedere >>.
<< Prendi una di loro e vattene >>.
<< Non volevo metterti nei guai con Gale. Anzi, volevo, però mi dispiace se ti ha urlato contro. Ti ha picchiato? >> si allarma.
<< Picchiarmi? Sono un ibrido! Inoltre che cosa credi che sia questo? Un film dove tu sei il salvatore? >>.
<< Non sarebbe male se, per una volta, fossi una normale donzella in difficoltà. Ti conquisterei subito grazie ai miei superpoteri >>.
<< Ci sono tante altre ragazze da importunare e che si impressionerebbero dei tuoi “superpoteri” >>.
<< Non voglio nessun’altra ragazza che non sia tu >> mormora. << Possibile che non lo capisci? >>.
<< Sei sparito per un mese! >>.
<< Sono stato a Volterra, Carlisle vuole che partecipi e c’è stato molto da fare con un gruppo di neonati francesi … Non lo sapevi? >>.
<< No >>.
<< Inoltre ho ufficialmente divorziato da Emma. Sta con Max adesso >>.
<< Max il tuo amico? Sul serio? >>.
<< Sì >>.
<< Non ti infastidisce la cosa? >>
<< Sono liberi di fare ciò che vogliono. Non tornerò indietro, la mia storia con lei è finita da molti anni -da quando è sparita- solo che non l’avevo ancora capito >>.
<< Adesso che l’hai capito puoi continuare a vivere la tua vita lontano da me. Buona giornata, Alex, ho delle lezioni da seguire >>.
<< Vengo con te >>.
<< Non puoi >>.
<< Posso. Mi sono iscritto >>.
Scocciata e sconvolta, l’ho visto davvero seguirmi in aula. La cosa più brutta è stata che, quando abbiamo finito la lezione, circa tre ragazze gli hanno lasciato il numero e io mi sono infastidita. E pensare che Gale mi aveva chiesto di mandarlo via!
I giorni seguenti sono stati un incubo. Gale sempre più scorbutico, Alex sempre più insistente, e si è persino preso un pugno da parte di Gale. Ho visto la mascella di Alex contrarsi per resistere all’impulso di lottare contro di lui. La tensione tra i due era decisamente troppa e ho dovuto separarli.
Dopo una settimana di litigi, stalking e stress, sono arrivati anche Edgar e Beatrix.
<< Adesso ci sono anche i supporter di Alex? >> ho chiesto loro, quando sono venuti a salutarmi.
<< Non ruota tutto attorno a te, siamo qui in vacanza. Inoltre ti pare questo il modo di salutare due tuoi cari amici? >>.
Mi sono scusata e li ho salutati, circospetta. Era piuttosto ovvio che erano venuti per Alex, in quanto dopo una settimana di tentativi non aveva fatto ancora alcun progresso per “riconquistarmi”. I fiori sono finiti ogni giorno in spazzatura, le uscite sono state tutte declinate, e le minacce di Gale quotidiane sono state supportate da me. A stento ho impedito a Gale di chiamare la polizia per denunciarlo. E’ successo quando Alex ci ha seguito a una festa. Gale, sempre nervoso e di cattivo umore, l’ha minacciato seriamente e io sono dovuta intervenire in favore di Alex, facendo arrabbiare il mio ragazzo.
<< Stai distruggendo la mia vita! >> gli ho urlato contro.
Forse è stata questa frase a fargli capire che non stava facendo un buon lavoro.
Con l’arrivo di Edgar e Beatrix le cose si sono fatte meno complicate, perché tenevano Alex impegnato in altre attività, impedendogli di tormentarmi.
Tuttavia entrambi mi hanno fatto capire più volte che stavo sbagliando a comportarmi in quel modo con lui.
Domani Alex, Edgar e Beatrix partono per San Francisco, così ho deciso di andare a salutarli, nonostante Gale non sia molto d’accordo. Ho già detto loro che, se Alex si comporterà male, me ne andrò immediatamente.
Ci incontriamo direttamente al ristorante, un locale italiano, piccolo e accogliente. Loro sono già lì. A parte fissarmi qualche secondo di troppo, Alex sembra tornato a essere normale e non più lo stalker psicopatico degli ultimi quindici giorni.
<< Leah, come fai a vivere in questa città? Non mi piace per niente >> esclama Beatrix.
<< Ormai mi sono ambientata piuttosto bene >> dico, prendendo posto di fronte a Alex e accanto a Beatrix.
<< Non ci hai fatto conoscere i tuoi nuovi amici >>.
<< Mi dispiace, li incontrerete la prossima volta. Inoltre loro hanno conosciuto Alex, il giorno in cui mi ha dedicato la canzone facendomi desiderare la morte >> dico con tono tagliente.
Alex è imbronciato. << Era una cosa carina, qualsiasi ragazza sarebbe caduta ai miei piedi >>.
<< Alex, si vede che non corteggi una ragazza da tanto tempo. Sei arrugginito >> lo rimprovera Edgar.
<< Già, è molto difficile per me. Soprattutto se la ragazza non vuole essere corteggiata >> ribatte lui, lanciandomi un’occhiata.
<< Parli forse della ragazza che hai lasciato ben due volte e che adesso sta con un altro ragazzo? >> ribatto io.
<< Leah e Alex! Comportatevi bene, chissà quando saremo di nuovo tutti insieme. Questa deve essere una cena piacevole, non un continuo litigio >>.
<< Hai ragione, Beatrix. Mi comporterò bene. Che ne direste di ordinare? >> chiede Alex.
La cena procede tranquillamente, senza particolari intoppi. Arriviamo fino al dessert e noto che Alex ride tra i baffi.
<< Che cosa ridi? >>.
<< Noto che il tuo appetito non è cambiato, dopotutto >>.
Sorrido spontaneamente anche io. << Conosci il mio stomaco >>.
<< E’ la prima volta che ti vedo sorridere spontaneamente dopo tutti questi anni >>.
Noto che Beatrix e Edgar si scambiano un’occhiata.
<< Se ti fossi comportato normalmente forse avresti visto il mio sorriso in questi ultimi giorni >> borbotto, tornando a mangiare il mio tortino al cioccolato.
Finito il dessert, mi accorgo che Beatrix e Edgar stanno inventando una scusa per lasciarmi da sola con Alex.
<< Volete lasciarci da soli >> sbotto.
<< Sei sempre diretta, Leah >> dice Edgar.
<< Lasciaci pensare che hai creduto alla nostra scusa! >> aggiunge Beatrix, lamentandosi.
Alex ride. E’ strano anche per me sentirlo ridere, mi si stringe il cuore. Sono stata davvero cattiva con lui.
<< Ma sì, andate a vedere la mostra di pesci a Chinatown … sono sicura che esista >>.
<< Possiamo lasciarvi da soli? O vi trasformerete e distruggerete la città? >>.
<< Potete andare >> li rassicuro.
Li saluto, abbracciandoli e poi vanno via.
Resto sola con colui che ho considerato la mia nemesi negli ultimi quindici giorni.
<< Allora domani parti >> esordisco.
<< Sarai contenta >>.
<< Un po’ >>.
<< Forse ho esagerato un tantino con il mio piano di conquista >>.
<< Togli il forse >>.
<< Volevo solo che tu tornassi con me. Non ho pensato che avrei potuto ferirti o che forse veramente non mi volevi più. Suppongo di dovermene fare una ragione >>.
<< Continuerai il college? >> scherzo.
<< No, al momento ho preso già troppe lauree >> risponde, sorridendo mestamente.
Ci fermiamo in una panchina di Central Park. << Quindi è finita, Leah? >>.
 << Ho già sofferto tanto, non voglio rinunciare a tutti i progressi che ho fatto, e Gale … >>.
<< Ha un buon gancio destro. E’ davvero così importante per te? >>.
<< Sì >>.
<< Che presuntuoso! Pensavo che non avresti potuto amare nessuno finché amavi me >>.
<< Conosco bene i tuoi difetti >>.
<< E’ tutto più triste senza di te. Mi hai fatto capire quanto sia bello anche solo esistere. Darei qualsiasi cosa per averti con me di nuovo, ma non posso tormentarti per sempre o finirai per uccidermi. Ho lasciato Emma per trovare la felicità e, paradossalmente, è lei ad averla trovata con Max. Tuttavia la cosa mi lascia indifferente >>.
<< Potrai essere di nuovo felice >>.
<< Non lo so, la mia felicità comprendeva anche te >>.
<< Anche la mia, una volta >> ribatto.
<< Ti sto chiedendo troppo, ho capito >>.
<< Non dobbiamo far dipendere la nostra felicità da altri, ma solo da noi >> dico.
<< Sono d’accordo con te. Per questo ti ho tormentato nelle ultime settimane >>.
<< Alex … >> mormoro, quasi in tono di rimprovero.
<< A volte bisogna solo rinunciare, d’accordo. Lo faccio, Leah. Rinuncio a te >> sbotta.
<< Finalmente l’hai capito >> dico.
<< Immagino che sia meglio non avere alcun tipo di rapporto. Gale potrebbe ingelosirsi. Spero che un giorno ci incontreremo >> dice gelidamente.
<< Abbiamo l’eternità, quindi è possibile >>.
<< Cosa farai? Tornerai ai tuoi studi e costruirai la tua vita con Gale? >>.
<< Questi sono i miei piani attuali. E tu? >>.
<< Ho gli hotel di mio padre da gestire, Carlisle che mi chiama a Volterra. Penso anche che partirò per un po’ >>.
<< Non essere triste, Alex. Incontrerai una ragazza che saprà tenerti testa >>.
<< Ne avevo già conosciuta una >>.
Mi fissa, facendomi sentire a disagio e in subbuglio.
<< Credo che sia meglio andare o resterò single >> dico.
<< Forse non sarebbe male >>.
<< Alex >> lo rimprovero.
<< D’accordo. Sentiti libera di venire a San Francisco in qualsiasi momento. L’hotel è anche casa tua >>.
<< Ok >>.
Mi stringe la mano per qualche secondo. << Addio, Leah >>.
<< Ciao >>.
Se ne va.
Torno al dormitorio, nella stanza di Gale. Sono scossa. Gale è ancora stizzito, ma appena gli comunico che Alex non ci tormenterà più, quasi festeggia.
Sto sveglia tutta la notte pensando alla mia scelta e pentendomene ogni secondo che passa. Sento un insopportabile vuoto dentro di me, come se avessi fatto un terribile errore.
Pensare alla conversazione con Alex mi fa venire la nausea. L’ho congedato così, per sempre?
Davvero voglio lasciar andare Alex? Perché dovrei  voler fare una cosa del genere?  Per vendetta? Perché amo anche Gale?
“Andiamo, Leah, non lo amerai mai quanto ami Alex”.
La voce nella mia testa è davvero fastidiosa.
Stretta tra le braccia di Gale, sento il suo lieve respiro. E’ un ragazzo buono, dolce: un tempo avrei dato qualsiasi cosa per avere uno come lui al mio fianco.
La Leah umana avrebbe fatto i salti di gioia. La nuova me sa che la vita con lui non è paragonabile a quella che potrei avere con Alex. Inoltre un giorno Gale morirà. Che prospettive abbiamo?
Perché sono ancora qui?
Sono le sei del mattino. Mi alzo, mi metto al computer e prenoto un biglietto per San Francisco. Perché ci si rende conto delle cose solo quando le perdiamo?
***
Alle nove di sera sono davanti all’hotel di Thomas. Pensando al padre di Alex e a William mi viene un nodo in gola, ma lo caccio. Stamattina è stato difficile dover spiegare a Gale il motivo per cui sono andata a dormire tra le sue braccia e l’ho lasciato quando si è svegliato. Mi ha supplicato di non farlo, perché mi ama e sta benissimo con me. Tuttavia ero ormai convita della mia decisione maturata durante la notte, così l’ho fatto. Gli ho detto addio e gli ho augurato ogni bene.
Adesso è arrivato il momento di iniziare la mia vita con Alex.
Decisa, entro in hotel e alla reception mi riconoscono subito.
<< Il signor Harvey è già andato a casa >> mi dicono.
Così prendo la mia valigia e mi dirigo verso casa sua, a piedi. Ricordo perfettamente dove si trova e il mio cure batte velocissimo quando individuo la casa con le luci accese.
Apro il cancello e faccio per bussare, ma mi arrivano delle voci alle orecchie.
Una donna e Alex, che ridacchiano. Furiosa, sfondo la porta con un calcio. Alex arriva all’ingresso.
<< Leah?! >>  chiede, sconcertato.
<< Brutto verme schifoso! In ventiquattro ore hai già trovato un’altra? >>.
La donna, mora, sulla quarantina, piuttosto avvenente, sorride.
<< Leah, intanto calmati. Hai abbattuto la mia porta, hai perso il senno?! Questa signora che vedi gestisce l’hotel di Portland, stavamo discutendo di affari >>.
<< Affari con champagne? >>.
<< Non credo che ti debba interessare se discuto di affari con una donna bevendo champagne >>.
<< Mi interessa, invece >> sbotto, digrignando i denti.
 Oddio, devo sembrare una pazza.
<< Non credo proprio >>.
<< Signora, mi scusi. Ha avuto una storia con Alex? >>.
Quella, titubante, risponde che sono stati insieme forse una o due volte.
<< Come crede che sarebbe finita questa serata se non fossi arrivata io? >> chiedo.
<< Leah! Stai mettendo in imbarazzo la mia ospite! Esci subito da questa casa >>.
<< Alex è un bel ragazzo … >> inizia quella.
<< Monica, ti prego, non risponderle >>.
<< Monica, prenda le sue cose e mi segua! >>.
<< Non farlo! >> le ordina Alex.
<< Lo faccia se non vuole morire >>.
Monica prende le sue cose, con espressione confusa e scioccata, e mi segue fuori.
<< Che cosa vuoi fare, Leah? >> chiede Alex, seguendoci furibondo.
Proprio in quel momento passa un taxi. Lo fermo, lo pago in anticipo, e gli chiedo di scortare la passeggera all’hotel. Avrei voluto chiedergli di scortarla in prossimità di un precipizio e di gettargliela dentro, ma non l’ho fatto. Sono pur sempre buona, no?
Appena il taxi riparte, mi volto per affrontare la furia di Alex.
<< Sei completamente squilibrata! >>.
Mi avvicino a lui, prendendolo per la giacca del completo che indossa.
<< Sì, solo una pazza avrebbe potuto venire fin qui per te dopo averti mandato al diavolo >>.
Mi impossesso delle sue labbra, baciandolo come se ne andasse della mia vita. Alex si irrigidisce, ma poi risponde al mio bacio, esitante.
<< Perché sei qui? >> chiede, tra un bacio e l’altro. << Pensavo non volessi più vedermi >>.
<< Tutti possiamo cambiare idea >>.
<< E Gale? >>.
<< Dimentica Gale >> dico, spingendolo dentro casa. La porta è rotta ma non ci importa.
<< Se questo è uno scherzo … >> inizia Alex.
Mi fermo e lo guardo negli occhi. << Ti sembra che stia scherzando? >>.
<< No >> risponde, tirandomi verso di sé.
 << La prossima volta che ti trovo con un‘altra, ti taglio i genitali >> lo minaccio.
Gli tolgo la giacca mentre lui mi spoglia.
Gli strappo la camicia e i pantaloni, facendoli a brandelli.
<< Non ci sarà una prossima volta >> ribatte lui, baciandomi lungo il collo.
Lo spingo violentemente sul divano e poi gli salgo sopra. Alex passa le sue mani sulla mia pelle e ogni cellula del mio corpo ne gioisce.
Lo capisco, finalmente. Alex è la mia casa.
***
La mattina, quando mi sveglio, ho le gambe aggrovigliate a quelle di Alex. Siamo sul pavimento. Alzo il mio sguardo verso di lui e mi accorgo che è già sveglio e mi sta guardando.
<< Tra poco mi sveglierò e sarà tutto un sogno >> mormora.
La luce filtra dalle finestre, è pieno giorno.
Gli sorrido e rotolo per trovarmi sopra di lui. << Ti sembro forse un sogno? >>.
<< In effetti la tua enorme mole su di me sembra piuttosto reale >>.
Gli faccio il solletico. << Come osi offendere la ragazza che hai appena conquistato? >>.
Ride e poi si gira per imprigionarmi sotto di lui.
<< Che cosa vuol dire tutto questo? >>.
<< Vuol dire di sì, Alex. Ti amo e voglio stare con te >> confesso, senza tanti giri di parole.
<< Perché mi hai fatto partire da New York per dirmelo? >>.
<< Ho deciso soltanto la scorsa notte di inseguirti e di lasciarmi il rancore alle spalle >>.
<< Dunque, Leah Clearwater, vuoi essere la mia compagna in questa nostra vita immortale? >>.
<< Potremmo stancarci l’uno dell’altra tra quattrocento anni >>.
<< Allora vuoi esserlo per quattrocento anni? >>.
<< Mi stai dicendo che ti stancherai di me? >>.
<< Oh, le donne! Creature impossibili. Credo che diventerò gay tra quattrocento anni >>.
Gli mordo la spalla.
<< Ahi! Ahi! Non mi hai ancora risposto >>.
<< Lo voglio, Alex. Con tutto il cuore >>.
Sorride, felice. << Non te ne pentirai. Ti amo, Leah Clearwater, creatura straordinaria e irritante >>.
<< Se oserai lasciarmi ancora giuro ti staccherò un arto alla volta e poi te li farò mangiare, Alexander Harvey, creatura che deve stare in guardia da me >>.
<< Sei sexy quando fai queste minacce >>.
<< Sono sempre sexy >> scherzo.
<< Quindi hai lasciato Gale? >> chiede soddisfatto.
<< Sì. Ho chiuso con lui, non preoccuparti >>.
<< Non sai quanto sono stato geloso al pensiero di voi due insieme >>.
Sbuffo. << E’ ciò che ho provato io innumerevoli volte >>.
<< Non accadrà più. Da adesso ci sarò solo io per te, e tu per me >>.
<< Dovrai impegnarti molto se vorrai essere l’unico >>.
<< Inizio subito. Inoltre abbiamo tanti anni da recuperare >>. Mi bacia.
Dopo qualche ora decidiamo di fare la doccia e di uscire da casa.
<< Ancora non riesco a credere che tu sia qui >> mi dice per l’ennesima volta, quando ci vestiamo. Non riesce a non toccarmi. Quando glielo faccio notare si giustifica dicendo che ha paura che potrei scomparire.
<< Non sparirò più, scemo. Ho riflettuto molto sulla mia decisione >>.
<< E sei arrivata alla conclusione giusta, per fortuna >>.
<< Dobbiamo ancora discutere di Monica, ti aspetta all’hotel >>.
<< Lasciala stare per ora >>. Mi trascina con sé verso il letto.
<< Alex! Non possiamo stare tutto il giorno qua >>.
<< Perché no? >> protesta.

<< Perché … perché … al diavolo, possiamo >>. E ricominciamo ad amarci.
 
***
 
Tre anni dopo

<< Svegliati, pigrona >>.
<< Altri cinque minuti >> borbotto, mettendo la testa sotto al cuscino.
<< Guardati: una moglie che si fa svegliare dal marito come se fosse una bambina che non vuole andare a scuola! >>.
Quasi non lo sento. << Sì, hai ragione >> dico meccanicamente.
Alex si sdraia accanto a me e mi scuote per svegliarmi. << Ecco l’unico momento in cui Leah ammetterebbe che qualcun altro ha ragione >>.
<< Alex, smettila! Torna a dormire, sei fastidioso! >> mi lamento.
<< Leah Harvey, alzati immediatamente da questo letto >>.
Adesso sono sveglia. << So che per te è un grande piacere chiamarmi con il tuo cognome, ma sono già passati tre mesi dal  nostro matrimonio e non fai che ripeterlo. Sei ridondante >>.
<< Ti ho chiamato così perché sapevo che ti saresti svegliata deliziata dal suono che il mio cognome fa accanto al tuo nome >>.
<< Sei ridicolo >> dico, ridendo mio malgrado.
<< E tu hai una cera orribile. Tua madre cosa penserà del nostro matrimonio? >>.
<< Penserà giusto, ovvero che mi sciupi! >>.
<< Non pensavo che ti dispiacesse farti “sciupare” >> dice, allusivamente.
<< Sei un pervertito. Anzi, sei un vecchio pervertito >>.
<< Ti ricordo che hai sposato questo vecchio pervertito >>.
<< Sai quanti matrimoni a Las Vegas finiscono con il divorzio? Non tentarmi >>.
<< Mi vuoi già mandare un avvocato? >>.
<< Potrei farlo >>.
<< Puah! Giovani d’oggi, pronti a disonorare le promesse la mattina dopo! >>.
<< Numero uno: sono passati novantasei giorni, quindi non è affatto la mattina dopo. Numero due: il sole non è ancora sorto, non è affatto mattina! >>.
<< Aspetta, tieni il conto dei giorni? >> mi prende in giro.
Mi metto a sedere. << Sono solo brava con la matematica, non sto tenendo nessun conto! >>.
<< Leah, sei una romanticona sotto sotto >>.
Lo spingo via dal letto con estrema forza, facendolo cadere a terra. Mi alzo e mi metto con le mani sui fianchi davanti a lui, nuda. Alex sta a terra con un sorriso sornione, le braccia piegate sotto la testa.
<< Sai, forse abbiamo un po’ di tempo, come hai detto tu: è l’alba >>.
<< Tempo per cosa? >> chiedo, mostrandomi indifferente alle sue occhiate.
<< Per adempire ai tuoi doveri di moglie. Vieni qua e dammi un bacio >>.
<< Te lo puoi scordare >>.
<< Vuoi disobbedire a tuo marito? >>.
<< Non siamo più nell’ottocento, forse sei confuso con i secoli. Capita quando arriva la demenza >>.
Ci fissiamo per qualche istante e poi scappo, inseguita da Alex.
Mi trasformo e salto dal balcone della nostra stanza, finendo dritta sulla sabbia.
Alex mi segue, ancora in forma umana: non mi prenderà mai in questo modo.
Corriamo per qualche minuto, poi mi fermo e torno indietro, balzandogli addosso. Lo tengo sotto le mie zampe sul bagnasciuga e inizio a leccargli il viso.
<< Che schifo! Trasformati subito, sei disgustosa! >>.
Non gli do ascolto e sbavo su di lui, che si infuria  e si trasforma a sua volta. Inizia una lotta che dura finché non decido di ritrasformarmi.
Alex torna umano a sua volta.
<<  Ti sei arresa! >> dice, sconvolto. << A te non piace perdere >>.
<< Vuol dire che sto maturando >>.
<< Brava la mia bambina >> mormora.
Siamo tutti sporchi di sabbia, così ci tuffiamo a mare. Il cielo inizia a schiarirsi e il sole fa capolino dall’orizzonte.
<< Questa settimana non è stata poi così male >> ammetto. Quando Alex mi ha detto che voleva portarmi a Isola Esme ho protestato e non ero affatto entusiasta. Dopo tre mesi di viaggi per il mondo mi sembrava ridicolo andare lì! Invece mi sono dovuta ricredere. Stare da sola con Alex su un’isola è stato molto bello.
Alex si avvicina a me e mi bacia lievemente sulle labbra. << L’ultima tappa del nostro viaggio di nozze >>.
<< Vorrei che durasse per sempre >>.
<< Possiamo continuare il nostro viaggio. Dimmi dove vuoi andare e partiamo >>.
Ridacchio. << Non possiamo. Abbiamo delle responsabilità >>.
<< Al diavolo le responsabilità! Ci sono ancora così tanti posti in cui voglio portarti >>.
<< Ci andremo, abbiamo molto tempo, ricordi? >>.
<< Sei già noiosa >>.
<< Dobbiamo tornare a Forks, le nostre famiglie ci aspettano. Temo che ci rimprovereranno per averli messi al corrente del matrimonio solo dopo averlo fatto, e per essere spariti per tre mesi >>.
<< Li accontenteremo con la festa >>.
<< Quale festa?! >> chiedo, preoccupata.
<< Ho dovuto promettere che avremmo festeggiato il nostro matrimonio >>.
<< Oh no! Ti odio, perché l’hai fatto? >>.
<< Devi far felice tua madre! >>.
<< E’ il mio matrimonio, non il suo >> protesto.
<< Non ci sarà per sempre e noi potremo sposarci più e più volte … >> dice in un sussurro.
Mi intristisco. << E’ vero >>.
Alex mi solleva il mento per farmi guardare i suoi occhi blu. << Non essere triste. Avrai conosciuto e amato tua madre per tutta la sua vita mortale >>.
<< Non so se riuscirò a superarlo >>.
<< Ce la farai. Ci sarò io con te. Per sempre >>.
Ritrovo il mio sorriso. << Al posto tuo non direi per sempre. Non puoi saperlo >>.
<< Sì, invece >>.
<< Come con Emma? >>.
<< Emma non è te. Lei è felice e sposata con Max, adesso >>.
<< Eppure era l’amore della tua vita >>.
<< D’accordo, non dirò per sempre >>.
<< Staremo insieme finché lo vorremo. Potrebbe essere fino alla prossima settimana o per l’eternità >>.
<< Voto per l’eternità. Vuoi già lasciarmi? La prossima settimana? >> si allarma.
Rido. << No, sciocco >>.
<< Ti amo, Leah. E se mi lascerai ti tormenterò finché non cambierai idea >>.
<< Sei inquietante e pazzo >>.
<< Già, sono innamorato, quindi sono pazzo. Come è potuto accadere con una come te? Ancora me lo chiedo >>.
Gli do un pugno sul torace. << Idiota, sono io che devo farmi una domanda del genere! Tu sei fortunatissimo >>.
Alex mi tira verso di sé e mi abbraccia. << Lo so, solo che mi piace punzecchiarti. Essere troppo sdolcinati non fa per noi >>.
<< Mi piace così come siamo >>. Lo bacio.
Sono felice.
Poi mi rabbuio. << Torniamo a parlare della festa, Alexander Harvey >>.
<< Ahi, nome intero. Prevedo guai. Mi farò perdonare con il mio corpo >>.
Sbuffo. << Sei impossibile! Devi farti perdonare anche per avermi svegliato all’alba senza motivo! >>.
<< Senza motivo? Dobbiamo partire tra quattro ore e volevo trascorrere questi ultimi momenti con te, nuotando con la mia amata moglie mentre il sole albeggia >>.
<< Alex, così finirai per farmi venire il diabete. Sai se gli ibridi possono morire di diabete? >>.
<< Inoltre devo portarti a caccia, non vorrei che ti sfamassi della gente sull’aereo >>.
Gli metto le braccia attorno al collo. << Chi è quello noioso adesso? Non credo che fare uno spuntino con un’hostess sia un reato. Soprattutto se la guardi >>. Sorrido minacciosa.
<< Ma io non vedo altri che te, te lo giuro! Non esistono più le altre donne >>.
<< Certo, dopo che sei stato con tutte. Ti sei dato da fare durante l’assenza di Emma e poi durante la mia >>.
<< Tu eri con quel Gale! >> sbotta Alex. << Soffrivo tantissimo sapendoti con lui >>.
<< Credo che questa sofferenza sia stata salutare per te >>.
Alex mi fa avvolgere le gambe attorno alla sua vita. << Non avere quel tono compiaciuto. Sei vendicativa >>.
Gli sposto una ciocca di capelli dalla fronte. << Non ti ho ancora perdonato per essere stato lontano da me per cinque lunghi anni >>.
<< Non ho idea di come abbia fatto. Non facevo che pensarti >>.
<< Anche io ai primi tempi, poi ti ho chiuso in un angolino della mia mente e ho cercato di odiarti. Non è stato difficile >>.
 << Scommetto che è stata la mia performance musicale a farti cambiare idea >>.
Scoppio a ridere. << Che scemo. Mi hai messo in imbarazzo davanti a un sacco di persone >>.
<< Non ci pensare, tra cento anni non ci saranno più >>.
<< Alex! >> lo rimprovero.
<< Adesso smetti di parlare e baciami. Abbiamo una caccia da fare, i bagagli da preparare e un aereo da prendere. Inoltre, ti servirebbe una seduta di make-up, non vorrai spaventare gli altri passeggeri con la tua faccia >>.
<< Vorrei picchiarti quando menti per offendermi, ma per questa lascio stare >>.
Avvicino le mie labbra alle sue, ma poi faccio un balzo all’indietro e lo faccio finire sotto acqua.
Alex si libera e inizia a seguirmi, sghignazzando.
Spero che non perderemo l’areo.
 
***
Il giorno dopo arriviamo a Forks a bordo della Ferrari dei Cullen – Edward ci ha preso all’aeroporto. Quasi mi viene da ridere, ci comportiamo come se fossimo normali esseri umani. Edward e Alex sostengono che niente possa battere la velocità di quella macchina, ma io sono piuttosto scettica. Non hanno voluto che mi trasformassi per dimostrare loro che si sbagliavano.
<< Esibizionista >> mi ha detto Alex, mentre io gli facevo la linguaccia.
Quando scendiamo dalla macchina veniamo accolti da una folla di Cullen, mutaforma e persino licantropi.
Jake e Seth mi stritolano in un abbraccio e i Cullen mi chiamano “sorella” – sono sotto shock.
Carlisle afferma che è felice per noi due e ci augura ogni felicità.
Persino Beatrix e Edgar sono lì (per i festeggiamenti organizzati senza il mio consenso), pronti a rimproverarci – come tutti del resto – per il nostro matrimonio segreto e precipitoso.
In realtà non è stato poi così precipitoso, era da qualche mese che avevo proposto a Alex di sposarci e lui aveva acconsentito, entusiasta. Una mattina siamo semplicemente partiti e l’abbiamo fatto, senza tante cerimonie o cose del genere.
Credo che adesso le “cerimonie” non ci saranno risparmiate. Mentre siamo accolti da chiassose congratulazioni gemo tra me e me.
Lo sguardo insieme torvo e felice di mia madre mi desta dalle mie riflessioni.
<< Leah Clearwater! >>.
<< Mamma, ti prego. Non dire niente. Per farmi perdonare mi sto per sottoporre a dei festeggiamenti che sai che odio! >>.
Il suo viso si addolcisce. << Lo so, non vedo l’ora! Vedrai come zia Philippa morirà di invidia perché hai trovato un giovanotto così bello e ricco >>.
Lancio uno sguardo ad Alex, che è diviso tra Seth e Emmett.
<< Alex sarà felice di sapere che viene apprezzato per bellezza e ricchezza: lo dice lui stesso che sono le sue qualità migliori >>.
<< Leah, ti sento! >> sbotta Alex.
<< Lo so >> dico, lanciandogli un bacio con le dita.
Ci sistemiamo in casa di Jacob e Renesmee perché la casa di Charlie è piccola. Nemmeno mi oppongo, ormai ci sono così tante cose su cui protestare che ho perso le speranze. I due vivono nella casa che era stata regalata a Edward e Bella per il loro matrimonio, perché Edward e Tanya hanno deciso di trasferirsi a Volterra. Ormai i Cullen vivono tutti lì e hanno già cambiato di nuovo i loro documenti di identità. Le giornate di sole sono tante però, quindi dureranno poco in quella città, contano di trasferirsi presto in nord Europa.
Adesso sono tutti a Forks per celebrare l’ennesimo matrimonio … il mio.
Quando entro in casa di Jacob e Nessie, vengo accolta da un chiassoso moccioso di due anni: il piccolo Billy Black Junior, che si appende alla gamba di Alex e poi alla mia.
So già che questa settimana sarà lunghissima.
***
Avvolta in un abito avorio – ho scelto quello meno appariscente tra i dieci che mi sono stati presentati - sono costretta a sorridere e a salutare un sacco di persone, molte delle quali a me sconosciute. Alex mi rivela che c’è anche gente che non vede da decenni. Credo che mezzo mondo sia stato invitato a questa festa, nella piovosa e triste cittadina di Forks. Fortunatamente è estate, quindi i nostri ospiti umani non sentiranno freddo, o almeno è ciò che ha esclamato contenta Alice – sì, c’è sempre lei dietro queste stravaganti e costose feste, e adesso che si considera sorella di Alex non fa che prendersi confidenze nei miei confronti!
Siamo in mezzo a una radura, vicino la pittoresca casa di Jacob e Nessie. Il giardino dei Cullen non era sufficiente a raccogliere tutta la folla.
Tavoli rotondi, decorazioni, profumi, eccetera eccetera. Le solite cose, solo che stavolta sono organizzate per me.
Alex e io abbiamo dovuto scambiare nuovamente le nostre promesse davanti a un gazebo, sopportare le lacrime dei nostri cari, gli stupidi commenti allusivi di Emmett e Edward, Billy Black Junior che si è appeso alla cravatta di Alex per fare tarzan. Ringrazio il cielo che non ci siano Karen e Beth.
<< Quando potremo scappare? >> chiedo a Alex, durante il maledetto ballo che mi costringono a fare con lui. Sento gli occhi di tutti addosso.
<< Quando tutto sarà finito >>.
<< Avresti dovuto rispondere adesso >>.
<< Mi dispiace, non voglio mentire a mia moglie. Sei bloccata qua, con me. Non ti stai divertendo nemmeno un po’? >>.
<< No! >> sbotto, gemendo.
<< Ho una sorpresa per te … >>.
Alex si stacca da me e poi fa avanzare Beatrix e Edgar. Quando prende un microfono capisco che vuole fare.
<< Oh cielo, Alex! Non anche qui! >> lo rimprovero.
Quel mascalzone di mio marito mi ignora e inizia a cantare, dedicandomi una canzone. Temo che prima o poi canterà sul serio, ha anni e anni per riuscire a fare successo, e poi saremo costretti a nasconderci in Antartide quando gli anni passeranno e lui non invecchierà. Per fortuna non soffro il freddo.
Quando la canzone finisce, Alex mi guarda con occhi così supplicanti che non posso fare a meno di ridere.
<< Ecco, vedi che il tuo umore è già migliorato? >> dice.
<< Leah, lancia il tuo bouquet! Così vedo se devo organizzare il mio quinto matrimonio >> esclama Beatrix.
Prendo la mira, glielo lancio in testa e lei lo afferra al volo. << Ecco, è tutto tuo! >> le dico.
Alla festa è stata invitata anche quasi tutta La Push e, nonostante le mie lamentele, non è così male ballare e scherzare con quella che è la mia vecchia famiglia.
Ci sono anche la moglie di Sam – che si è risposata con uno dei nuovi mutaforma - e suo figlio. E’ identico a Sam e non posso fare a meno di sorridergli con affetto quando mi rivolge la parola. Ormai è tutta acqua passata e questo bambino è tutto ciò che è rimasto di Sam.
<< Fa ancora male, Leah? >> mi chiede Seth quando il bambino si allontana da me.
<< Non più >>.
<< Sono lieto di sentirlo. Sai, devo darti una notizia … >>.
<< Hai avuto l’imprinting! >> tiro a indovinare, con tono accusatorio.
<< No! Ma ci sei andata vicina: ho una ragazza >>.
<< Cosa? E mamma lo sa? Perché non è qui? >>.
Seth sorride. << Perché non volevo terrorizzarla presentandole te. Sì, mamma lo sa >>.
<< Ah – ah >>.
<< In realtà è complicato, non posso rivelarle il nostro segreto perché non ho avuto l’imprinting con lei >>.
<< Dove l’hai conosciuta? >>.
<< A Port Angeles, al college >>.
<< Se ti rendi conto di amarla davvero, dille tutto. Fregatene delle regole >>.
<< Dai proprio dei saggi consigli >> mi prende in giro Embry, passando accanto a me.
<< Una che sceglie un immaturo come Alex non può che dare questi consigli >> dice Rosalie.
<< Ormai le regole non sono più così ferree Seth, non preoccuparti >> si intromette Renesmee.
<< Ros, da che pulpito: dici immaturo a me, ma vogliamo parlare di Emmett? >> chiede Alex mettendosi al mio fianco.
<< Alex, fratellino, vuoi che rompa le tue ossa? >> sbotta Emmett.
<< Ehi ehi! Questa era una conversazione privata tra me e mio fratello >> protesto.
<< Leah, cara, credo che per avere una conversazione privata tu debba nuotare e metterti nel bel mezzo dell’oceano Atlantico >> scherza Beatrix. Edgar, al suo fianco, ridacchia.
<< State facendo qualche discorso? Noi non sentiamo niente >> si lamenta Sue, trascinando Charlie con sé.
<< Sì, Leah stava per parlare >> dice subito Alex, ghignando.
<< Non è vero, io … >>.
<< Discorso! Discorso! >> iniziano a urlare quasi in coro.
<< Ma io … >>.
<< Dai Leah, non essere timida! >> urla Jake.
<< Silenzio, lasciatela parlare >> dice Alex.
Faccio un respiro profondo. << Vorrei dire che domani contatterò un avvocato divorzista >>.
Tutti ridono.
<< Sono seria! >>.
<< Leah, non sono ciechi. Mi guardi con gli occhi a cuoricino, come potresti voler divorziare da me? >> dice Alex, soddisfatto.
Gli lancio un’occhiataccia. Lui mi passa il microfono.
<< Ehm, dunque, vorrei ringraziare tutti di essere qui, anche se la festa non è stata assolutamente una mia idea, anzi … >>.
<< Leah, non fare l’ingrata! >> mi rimprovera Alice.
<< D’accordo, nonostante tutto sono felice di essere qui. Questo è il luogo in cui sono cresciuta e in cui ho amato molte persone che oggi non ci sono più. Ho tanti brutti e bei ricordi, ma oggi, guardandomi indietro, non ho alcun rimpianto. Tutto ciò che è accaduto qui è stato incredibile e credo che la colpa non sia di nessuno, ma sono gli eventi che ci hanno più volte trascinato in certe situazioni. Oggi, però, non voglio rivangare il passato. Siamo qui per festeggiare un evento meraviglioso, il mio matrimonio con Alex. Alex, dalla prima volta che ti ho visto ho capito che eri un idiota. Eppure oggi sono stata qui a rinnovare le mie promesse con te. E’ strana la vita, non trovi? Se dovessi descrivere l’uomo perfetto per me avrebbe poche cose in comune con te ... ma ti amo più di ogni cosa, e non cambierei niente di te. Spero che la nostra vita insieme duri il più a lungo possibile >>.
Ci sono degli istanti di silenzio. << E’ il discorso più lungo che abbia mai fatto in pubblico, non aspettatevi che dica altro! >> aggiungo bruscamente.
C’è un sonoro applauso.
<< Che strano discorso! >> commenta qualcuno.
 Alex mi guarda con un misto di affetto e divertimento. << E’ il discorso più strappalacrime che ti abbia mai sentito pronunciare, Leah >>.
<< Lo so >>.
Mi bacia e non c’è bisogno di dire altro.
   
 
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