Film > Il Gladiatore
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Autore: fiphina    20/09/2016    1 recensioni
"Germania, 179 d.C.
La guerra contro le popolazioni barbare continua ad infuriare. L'imperatore Marco Aurelio decide di recarsi a Carnantum, affinché la sua presenza fisica sia motivo di incoraggiamento per i soldati che combattono; L'anziano uomo porta con sé il figlio diciottenne Lucio Aurelio Commodo, l'erede al trono.
Il ragazzo è molto riluttante a seguire il genitore, ma non sa che la sua vita prenderà una piega del tutto inaspettata nella terra lontana e selvaggia dove sta per andare..."
Storia ambientata prima degli eventi de "Il gladiatore".
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Commodo, Nuovo personaggio
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10: 
Commodo uscì dalla sua tenda, andò verso il portone sorvegliato giorno e notte da soldati armati che, dopo i recenti sviluppi, bloccarono l'ingresso al principe. 
-Lasciatemi passare!- 
-Non possiamo farlo, principe!- 
-Io sono il principe e se vi ordino che mi dovete lasciar passare, voi dovete obbedire senza esitare!- 
Il tono di voce alto di Commodo attirò l'attenzione di Marco Aurelio, che si trovava poco lontano, e accorse subito a vedere che cosa stava accadendo, quando capì che il figlio voleva uscire dall'accampamento l'ho rimproverò aspramente: dopo la ribellione che era stata scoperta appena in tempo non era il caso di aggirarsi nei boschi, soprattutto per un principe che poteva essere catturato e sacrificato a qualche strana divinità. 
-Perché vuoi uscire?- 
Voglio fare il mio allenamento quotidiano- Mentì il ragazzo: preferiva raccontare una bugia al proprio padre e sembrare uno stupido incosciente piuttosto che raccontare la verità riguardo a Priscilla, anche perché lui stesso era il primo ad essere ancora confuso. 
-Torna nella tua tenda, appena sarà possibile partiremo per tornare a Roma!- 
-Si, padre...- Rispose Commodo, tornò nella sua tenda e ci restò fino a quando non calò la notte, a quel punto indossò un mantello nero con cappuccio e riuscì ad uscire dall'accampamento illudendo la sorveglianza dei soldati. S'inoltrò nel bosco concentrandosi sulla strada  che aveva percorso una volta piuttosto che sulle strane ombre che vedeva e sui rumori che sentiva. 
Raggiunse il villaggio facendo ben attenzione a non svegliare i lupi, ma quando si rese conto che non c'erano pensò che gli uomini gli avevano portati con loro per la caccia; Pensò che gli dei dovevano essere dalla sua parte e si avvicinò alla capanna più grande. 
Quando ci entrò dentro vide un ambiente illuminato da qualche fiaccola, due donne sdraiate in due paglie ricci ricoperti di pelli di animali: una era Priscilla e l'altra, invece, doveva essere una schiava personale; Il principe si avvicinò a Priscilla e sfiorò appena una spalla e si ritrovò un pugnale puntato contro la gola. -Che cosa ci fai qui?- Sussurrò Priscilla non appena riconobbe Commodo, allontanò la lama e lo lasciò libero dalla propria presa. 
-Ho saputo della ribellione. Volevo venire questo pomeriggio ma mio padre non me lo ha permesso, ho aspettato la notte e poi sono uscito di nascosto- 
-Se fossi venuto questo pomeriggio avresti trovato mio padre e non avresti più occhi e lingua per guardare e parlare!-
Il ragazzo rabbrividì a quella macabra immagine e sperò che gli uomini del villaggio avessero ancora molto da fare nel bosco. 
-Non voglio che resti qui, voglio portarti con me all'accampamento!- 
-Dopo quello che mi hai detto? Dopo il modo orribile in cui mi hai trattata? Non sono mai stata offesa in questo modo!- 
-Se resti qui ti uccideranno! I soldati non avranno pietà di una donna anzi, lo sai che cosa fanno?-
-Se dovessimo perdere la battaglia affonderei questa lama nel petto-
-Tu non vuoi questo veramente, se non mi volessi avresti già gridato per attirare l'attenzione.- 
Priscilla si bloccò, spiazzata che il principe avesse notato quel piccolo particolare; Si, avrebbe dovuto odiarlo per il modo orribile in cui era stata considerata ma quando aveva visto che l'estraneo nella sua tenda era Commodo, aveva sentito sensazioni contrastanti nel suo petto. 

Capitolo 10:

Nella grotta

 

Commodo uscì dalla sua tenda, andò verso il portone sorvegliato giorno e notte da soldati armati che, dopo i recenti sviluppi, bloccarono l'ingresso al principe. 

-Lasciatemi passare!- 

-Non possiamo farlo, principe!- 

-Io sono il principe e se vi ordino che mi dovete lasciar passare, voi dovete obbedire senza esitare!- 

Il tono di voce alto di Commodo attirò l'attenzione di Marco Aurelio, che si trovava poco lontano, e accorse subito a vedere che cosa stava accadendo, quando capì che il figlio voleva uscire dall'accampamento l'ho rimproverò aspramente: dopo la ribellione che era stata scoperta appena in tempo non era il caso di aggirarsi nei boschi, soprattutto per un principe che poteva essere catturato e sacrificato a qualche strana divinità. 

-Perché vuoi uscire?- 

-Voglio fare il mio allenamento quotidiano- Mentì il ragazzo: preferiva raccontare una bugia al proprio padre e sembrare uno stupido incosciente piuttosto che raccontare la verità riguardo a Priscilla, anche perché lui stesso era il primo ad essere ancora confuso. 

-Torna nella tua tenda, appena sarà possibile partiremo per tornare a Roma!- 

-Si, padre...- Rispose Commodo, tornò nella sua tenda e ci restò fino a quando non calò la notte, a quel punto indossò un mantello nero con cappuccio e riuscì ad uscire dall'accampamento illudendo la sorveglianza dei soldati.

S'inoltrò nel bosco concentrandosi sulla strada  che aveva percorso una volta piuttosto che sulle strane ombre che vedeva e sui rumori che sentiva. 

Raggiunse il villaggio facendo ben attenzione a non svegliare i lupi, ma quando si rese conto che non c'erano pensò che gli uomini gli avevano portati con loro per la caccia; Pensò che gli dei dovevano essere dalla sua parte e si avvicinò alla capanna più grande. 

Quando ci entrò dentro vide un ambiente illuminato da qualche fiaccola, due donne sdraiate in due paglie ricci ricoperti di pelli di animali: una era Priscilla e l'altra, invece, doveva essere una schiava personale; Il principe si avvicinò a Priscilla e sfiorò appena una spalla e si ritrovò un pugnale puntato contro la gola.

-Che cosa ci fai qui?- Sussurrò Priscilla non appena riconobbe Commodo, allontanò la lama e lo lasciò libero dalla propria presa.  -Ho saputo della ribellione.

Volevo venire questo pomeriggio ma mio padre non me lo ha permesso, ho aspettato la notte e poi sono uscito di nascosto-  -Se fossi venuto questo pomeriggio avresti trovato mio padre e non avresti più occhi e lingua per guardare e parlare!-

Il ragazzo rabbrividì a quella macabra immagine e sperò che gli uomini del villaggio avessero ancora molto da fare nel bosco. -Non voglio che resti qui, voglio portarti con me all'accampamento!-  -Dopo quello che mi hai detto? Dopo il modo orribile in cui mi hai trattata? Non sono mai stata offesa in questo modo!- 

-Se resti qui ti uccideranno! I soldati non avranno pietà di una donna anzi, lo sai che cosa fanno?-

-Se dovessimo perdere la battaglia affonderei questa lama nel petto- -Tu non vuoi questo veramente, se non mi volessi avresti già gridato per attirare l'attenzione.- 

Priscilla si bloccò, spiazzata che il principe avesse notato quel piccolo particolare; Si, avrebbe dovuto odiarlo per il modo orribile in cui era stata considerata ma quando aveva visto che l'estraneo nella sua tenda era Commodo, aveva sentito sensazioni contrastanti nel suo petto. 

Aprì la bocca per rispondere, un fruscio improvviso catturò l'attenzione di entrambi e videro che l'altra ragazza si era svegliata e li stava osservando con occhi e bocca spalancati; Prima che Priscilla potesse dirle di non gridare, quella si lasciò scappare un urlo che riecheggiò nel silenzio del villaggio. 

-Presto, fuori!- 

La giovane coppia scappò dalla capanna e dal villaggio che si stava risvegliando, non potevano tornare all'accampamento: era troppo lontano e se qualcuno li stava già inseguendo dovevano trovare un nascondiglio; Commodo prese per mano la fanciulla e s'inoltrò con lei nel bosco più in profondità, quando vide l'ingresso della grotta andò subito in quella direzione, con la speranza che non fosse già abitata da un animale. 

Fortunatamente la trovarono vuota e si lasciarono cadere nel terreno roccioso, per riprendere fiato. 

-Guarda che cosa mi hai fatto fare!- Esclamò Priscilla quando ritrovò le parole -Ora non potrò fare ritorno al mio villaggio perché sarò considerata una traditrice!- 

-Ti ho salvato la vita, Priscilla!- 

-Mi hai salvato la vita? E che cosa mi aspetta, adesso? Dove andrò? Cosa farò?- 

-Non ti devi preoccupare di nulla-

-Perché lo hai fatto?- 

-Che cosa?- 

-Perché mi hai portata via dalla mia gente?- 

-Perché non ero sicuro di quello che provavo per te fino a quando non ho sentito mio padre parlare della ribellione e dirmi che anche tu eri con loro...-

Priscilla rimase per la seconda volta senza parole, provò il forte desiderio che Commodo la baciasse, lui sembrò leggerglielo negli occhi. 

Chinò la testa e questa volta non vide il volto di Lucilla. 

Posò le labbra su quelle della principessa, le trovò morbide e profumate come il bocciolo di una rosa; Lasciò passare qualche secondo in modo che entrambi si abituassero a quel contatto così intimo, poi, piano piano, cercò di insinuare la propria lingua in quella bocca così invitante e non trovò nessuna resistenza. 

Il bacio timido e tremante si trasformò, in poco tempo in uno profondo e appassionato grazie all'atmosfera della grotta ed alle emozioni violente provate da entrambi. 

Le lingue si abbracciarono come in una danza e le mani andarono ad esplorare il corpo dell'altro, iniziarono a spogliarsi a vicenda, entrambi emozionati. 

Priscilla non aveva mai avuto un rapporto intimo con un uomo, solo qualche bacio sfuggevole che era solo una ragazzina mentre Commodo aveva già giaciuto con una meretrice solo una volta, quando aveva sedici anni aveva indossato la toga virile e suo padre lo aveva portato in un lupanare, com'era tradizione a Roma. 

In realtà, aveva sempre pensato che la sua, vera, prima volta sarebbe stata con Lucilla. 

Quando rimasero entrambi completamente senza vestiti, il principe rimase senza fiato nel vedere quanto bella era la fanciulla. 

-Sei bellissima!- Le disse, Priscilla arrossì, travolta da quella confessione così sincera. 

Il ragazzo posò il proprio mantello sul suolo roccioso, in modo che fosse più comodo per loro due. 

Si adagiarono su quel povero letto, Commodo le accarezzò il volto, il profilo del collo e proseguì fino ad arrivare all'altezza del fianco destro, tornò nuovamente su e si soffermò nei seni sodi e piccoli. 

La baciò e prese ad accarezzarla, stimolandola per l'imminente momento in cui sarebbero diventati una sola persona, un solo corpo ed una sola anima. 

-Hai paura?-

-No!-

-Ti fidi di me?-

-Si!- 

Il principe prese un profondo respiro ed entrò dentro la ragazza, Priscilla si lasciò sfuggire un piccolo gemito a causa del dolore che era normale sentire durante il primo rapporto sessuale; Si abituò ben presto alle spinte gentili e nient'affatto aggressive o possessive. 

Quando arrivò il momento del culmine del piacere, Priscilla avvolse le braccia attorno alle spalle del suo amante e gridò il suo nome sapendo che nessuno poteva sentirla; Commodo l'abbracciò a sua volta, un gemito gli sfuggì dai denti serrati e mentre giaceva a terra, con Priscilla rannicchiata contro il suo petto, gli tornarono in mente le parole che la strana vecchia gli aveva detto a Roma: 

"Il tuo amore la ucciderà..." 

 


Spazio per le autrici:

Come promesso ecco anche un altro super capitolo!!!😁😁😁 Qui di certo non mancano affatto i colpi di scena!! Quei due hanno fatto quello che hanno fatto, finalmente💖😉, ed è anche riemerso il famoso avvertimento dei capitoli iniziali, ora bisognerà scoprire cosa accadrà!! Chi lo sa!! Alla prossima e grazie a tutti!! Aspettiamo i vostri pareri! Alla prossima, come sempre:

Le antiche romane Mackenzie94 e Fiphina!

 

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