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Autore: iaia_86    07/05/2009    4 recensioni
Nella ridente cittadina di Konoha, uno dei più importanti Villaggi segreti della Terra del Fuoco, viveva un Clan dannato. La famiglia Hyuuga portava un enorme segreto sulle proprie spalle, la "Maledizione dello Zodiaco". Nessuno ne era a conoscenza, a parte gli Hyuuga stessi. Il loro segreto sarebbe dovuto rimanere tale ed essere seppellito nella tomba insieme all'ultimo discendente di quella Casata.
Prima Classificata al Contest 'Naruto&Fruits Basket' indetto da hotaru
Genere: Commedia, Sovrannaturale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hinata Hyuuga, Altri, Haku, Naruto Uzumaki, Neji Hyuuga
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 1 Ecco il primo capitolo! Finalmente si entra nella storia. Spero che possa piacervi. Un bacione, iaia.




Capitolo Primo.                                



Sospirò, decisamente scocciato dalla situazione che gli si presentava di fronte. Un Naruto nell'immancabile tenuta arancione voleva costringerlo a partecipare alla grandiosa Festa di Capodanno che aveva organizzato Ino nella tenuta dei Nara.

Era a conoscenza del fidanzamento ufficiale tra la ragazza e Shikamaru, ma non riusciva a comprendere come quest'ultimo fosse riuscito a farsi abbindolare, arrivando persino a concedere la propria casa per una festa.
- Non parteciperò, Naruto. C'è il banchetto della famiglia Hyuuga a Capodanno e non posso assolutamente mancare -
- Ma uffa! Dici così tutti gli anni. E poi ti vedo sempre tutto solo sopra un tetto della tua Villa a fissare il cielo. Non mi sembra un buon modo per passare le prime ore del nuovo anno -
Sbuffò, ora più deciso, e con uno strattone si liberò dalla presa del biondo allontanandosi elegantemente verso il campo d'allenamento. Sentì distintamente la voce del ragazzo seguirlo anche a distanza ma non se ne curò.

- Neji, era ora che arrivassi -
- Scusatemi per il ritardo -
Osservò i suoi compagni. RockLee sembrava in piena forma, così carico della sua 'giovinezza' da mettere quasi paura. TenTen invece sorrideva delicata in sua direzione, mentre lucidava un'antica alabarda. Si chiese quando ne fosse entrata in possesso, visto che non era un'arma convenzionale.
- Ti piace, Neji? Me l'ha regalata la nonna per l'arrivo dell'anno nuovo -
- Nh -
Invidiava il rapporto che l'amica aveva con la parente. Dopo la morte dei suoi genitori, era stata la vecchia a prendersi cura di lei e si vedeva da lontano che si volevano bene.
Il suo sguardo si rabbuiò, mentre si lasciava cadere seduto accanto alla ragazza.
- TenTen -
- Uhn* -
Pensò un attimo a cosa avrebbe potuto dire, ma poi decise di lasciar perdere. Si alzò velocemente e si incamminò verso casa.
- Ehi, Hyuuga. Dove stai andando? -
- A casa. Avvisate voi Maito-sensei da parte mia -
- Hai*! -


Passeggiava nervosamente per le vie del Villaggio, cercando di tenersi distante dal suo compagno di squadra. Gli era sembrato strano per tutto l'allenamento e aveva avuto la conferma che qualcosa non andasse quando Kiba aveva cercato di abbracciarla. In quel momento era entrata nel panico, non poteva permettergli di stringerla a sé, ma non voleva neanche renderlo triste. Così era scappata velocemente verso Villa Hyuuga.

Arrivata all'entrata, si era imbattuta in suo cugino, anch'egli abbastanza scosso. Si erano fissati per un istante, in cui aveva percepito perfettamente tutto l'astio che il ragazzo le riservava. Poi lui si era girato precedendola nell'attraversare il portone.
- Neji-nii-san*... -
Il suo richiamo sembrava essersi rivelato inutile, poiché la schiena dell'altro continuò ad allontanarsi, posata ed elegante come al solito.
Questo almeno finché non lo vide imbattersi in Hanabi.
Il corpo snello si irrigidì ed un ronfo inquietante lasciò le sue labbra. La ragazzina per tutta risposta sorrise maliziosa e non perse tempo nel far notare al cugino la sua inettitudine.
- Neji, togliti dalla mia strada; e tu Hinata, sbrigati a raggiungere nostro padre. Deve parlarti di una cosa importante -
Il suo tono gelido la fece tremare, mentre titubante si avviava all'interno della grande Villa.
- Arigatou*, Hanabi-nee-chan* -
- Quante volte ti ho detto di non chiamarmi così, Hinata. Non voglio avere niente a che fare con una debole come te, tanto meno con feccia della sua specie - disse indicando Neji che, furente, cercava in tutti i modi di trattenersi.

- Hinata, finalmente sei arrivata -
La voce profonda e cupa di suo padre la fece voltare terrorizzata.
- Si, mi scusi per il ritardo, Otoo-sama* -
Lo sguardo abbassato, sentiva le guance andarle a fuoco mentre si piegava leggermente in un goffo inchino.
- Ho bisogno di parlarti riguardo la danza di inaugurazione del banchetto. Spero ricorderai che quest'anno è compito tuo -
Sgranò gli occhi così chiari da risultare bianchi ed il suo cuore accelerò il battito. Le emozioni contrastanti che si stavano battendo nella sua mente così potenti da prendere il sopravvento.
Con un sonoro 'puff' venne sommersa da una coltre imperscrutabile. Avvertì distintamente l'uomo sbuffare. Poi, la voce di Neji la raggiunse.
- Non c'è nulla che io possa fare qui, vado ad allenarmi -
I suoi passi si allontanarono velocemente, ora poteva distinguerli con facilità.
Quando la nebbia che l'aveva avvolta si diradò, si ritrovò a fissare gli occhi colmi di derisione di sua sorella ed il volto infuriato di suo padre dal basso verso l'alto. Odiava l'idea di non riuscire a trattenere i suoi impulsi, anche mentre si allenava era spesso costretta a scappare a gambe levate.
Si sentì sollevare da terra e si voltò di scatto per vedere il sorriso soddisfatto di Hanabi.
Tremava, e non riusciva ad impedirselo.
- Hanabi-nee... -
- Sai, Usagi*. Dovresti imparare a controllare i tuoi istinti animali -
- Hanabi, lascia andare tua sorella. E tu, muoviti. Yuki-sama vuole parlarti -
Un brivido scosse tutte le sue membra. Il Kami voleva parlarle? Una paura irrazionale si impossessò di lei, mentre veniva nuovamente poggiata a terra tra i suoi vestiti sparsi e si accingeva a seguire su quattro zampe il padre.
Hinata Hyuuga, la portatrice dello spirito del Coniglio.
Segno distintivo, il suo trasformarsi in un grazioso e timido coniglietto ogni qual volta uno stress troppo grande la sopraffacesse o per un abbraccio da parte di un ragazzo.


Era inginocchiato sul tatami, davanti all'armadio, ed era intento a sistemarne gli indumenti all'interno utilizzando una logica particolare. Gli abiti da allenamento sul terzo ripiano dell'anta di destra, dove erano più facili da afferrare. La divisa da Jonin regolare era accantonata in un angolo in basso, inutilizzata. Vicino, l'abito nero da lutto ed almeno tre paia di sandali di ricambio. Osservò i kimono bianchi della divisa ufficiale della Casata Principale degli Hyuuga e non poté evitarsi di sorridere. Anche se non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, Hiashi-sama aveva infine accettato Neji; lo si poteva capire dal fatto che l'uomo avesse acconsentito alla sua richiesta di allenarlo e che gli permettesse di utilizzare la loro uniforme.
Sentì distintamente dei passi avvicinarsi lungo il corridoio e non faticò a riconoscerli. Percepì anche la strana andatura che li contraddistingueva, il proprietario doveva essere turbato. Si rivolse alla porta ed attese il suo ingresso.
Lo shoji* scivolò velocemente lungo le guide, prima di venire completamente aperto e rivelare un Neji infuriato che tirò violentemente l'uscio alle sue spalle richiudendolo. Si accorse di lui solo dopo alcuni secondi. Evidentemente era così furente da non aver notato la sua presenza.
Composto come suo solito, gli lanciò un'occhiata penetrante con quegli occhi così magnetici. Non fece altro che sorridere dolcemente ed alzarsi.
- Haku-san, puoi rimanere se vuoi -
Solo un lieve cenno affermativo prima di chiudere l'anta scorrevole dell'armadio e tornare a sedersi con la schiena poggiata al muro. Osservò i movimenti veloci del ragazzo, che nel frattempo stava levando la maglia che indossava e lo vide lanciarla abilmente all'interno della cesta al capo opposto della stanza.
Non riuscì a trattenere una risata, e notò il modo in cui l'altro si voltò per scrutarlo. Tornò serio e decise di chiedere il motivo del suo umore nero.
- Neji-kun, è forse accaduto qualcosa? -
Due iridi bianche lo fissarono intensamente, prima che questi sospirasse sedendoglisi accanto.
Avvertì la vicinanza dei loro corpi e come ogni volta lo sentì ritrarsi leggermente. Avrebbe tanto voluto sapere cosa lo rendeva così reticente ad avvicinarsi a qualcuno.
- Haku-san, tu pensi che voler rendere i propri famigliari orgogliosi di sé sia qualcosa di cui andare fieri? Fin quando non ho incontrato Naruto sono sempre stato convinto che il destino decidesse il nostro futuro e che ci era impossibile poterlo cambiare. Lui mi ha finalmente fatto capire che non è sempre così, ma ho scoperto a mie spese che ci sono delle cose che non cambiano mai -
Lo osservò mentre il suo sguardo vagava senza meta nella stanza. C'erano ancora troppe cose di quella famiglia che non sapeva, ma poteva dire di riuscire a capire almeno un po' il carattere di Neji.
Probabilmente aveva avuto una discussione con un membro della Casata Principale, era sempre e solo quello a farlo ricadere ogni volta nel baratro della sua condizione anche se era sicuro che qualcosa di quella particolare situazione gli sfuggisse.
Decise che sarebbe stato il più sincero possibile con quel ragazzo, lo sentiva simile a sé anche se tra loro c'era una distanza abissale. Ancora una volta, si ritrovava ad immaginarsi come una polpetta di riso in mezzo ad un cesto di frutta, completamente fuori luogo ma deciso a rendersi utile.
- Quando avevo cinque anni, mia madre mi raccontava sempre che noi eravamo speciali e per questo dovevamo nasconderci dagli abitanti del nostro Paese. Quando mio padre scoprì la nostra diversità, la uccise barbaramente ed avrebbe fatto lo stesso anche con me, se quel potere che tanto temeva non gli si fosse ribellato contro. So per certo che lui ci amava, ma la paura era diventata troppo grande. Ho passato molti anni a mendicare protezione nelle mie terre, prima che Hiashi-sama mi trovasse. E' a lui che devo il fatto di essere ancora in vita, di non aver permesso al mio passato di farmi sprofondare. Un po' come è stato Naruto per te, ne*? -
Sentì improvviso il peso del capo di Neji che si posava sulle sue gambe e rimase sorpreso da quel contatto che non si sarebbe mai aspettato. La sua voce gli arrivò chiara alle orecchie.
- Non lo sapevo. Non mi hai mai parlato del tuo passato, Haku-san -
Lasciò che un lieve sorriso increspasse le sue labbra, prima di portare una mano tra i lunghi capelli scuri.
- Mia madre era una kunoichi con l'abilità innata di saper fondere il chakra con le proprietà del vento e quello con le proprietà dell'acqua nell'Arte del Ghiaccio. Mi ha trasmesso la sua abilità, ma io non sapevo che non avrei dovuto mostrare il mio potere -
- Sei una kunoichi? -
Ecco un problema che ancora non era riuscito a risolvere. Neji era pienamente convinto che fosse una ragazza. Questo gli era già successo molte volte, in effetti i suoi tratti estremamente delicati potevano indurre in errore. Ma sembrava che il ragazzo fosse spaventato dal sesso femminile e questo non aiutava minimamente il loro rapporto. Sospirò lievemente, annotando nella sua mente che prima o poi avrebbero dovuto chiarire la situazione.
- Hai, chotto*...Ma non mi alleno da molto tempo; Okaa-san* amava vedermi combattere, diceva che la mia sembrava una danza gentile. Mi insegnava anche quelle -
Sorrise al ricordo dei pomeriggi passati imparando tecniche e movimenti leggiadri. Senza che lo volesse i suoi occhi si inumidirono impercettibilmente e ringraziò il fatto che l'altro avesse lo sguardo dritto avanti a sé invece che puntato su di lui.
- Le volevi molto bene? -
- Uhn -
- Se vuoi potrei chiedere ad Hinata-san se puoi prendere parte ad alcuni loro allenamenti -
Si ritrovò a pensare che avrebbe preferito allenarsi direttamente con Neji, poiché conosceva la propria forza e non aveva voglia di mostrarla alle discendenti del Casato Principale della famiglia Hyuuga. Emise un respiro forzato e cercò di rispondere con un tono neutro.
- Hai, mi farebbe molto piacere -
Il silenzio che li avvolse dopo quella frase era confortevole, rigenerante. La mano continuava a lasciare lente carezze tra i fili castani, così simili ai suoi anche se più chiari. Sentì distintamente un verso simile a fusa fuoriuscire dalle labbra sottili e non poté far altro che sorridere.


Seduto sotto l'engawa* che dava sul cortile degli allenamenti, osservava le sue cugine riscaldarsi insieme ad Haku prima di iniziare a lavorare. Teneva un libro tra le mani, ma sapeva che era perfettamente inutile; in realtà si era fermato a scrutare le movenze pacate della ragazza che solo ora aveva scoperto essere una ninja.
Da quando era entrata nella loro residenza, poco più di un anno prima, si era sempre occupata solamente delle faccende di casa, bucato, cucina e cose simili. In realtà si chiedeva ancora il motivo per cui suo zio l'avesse portata a casa con sé, visti i vari problemi e la maledizione che gravava sulle loro teste.
Però gliene era grato. Dal momento in cui aveva messo piede lì dentro, le sue giornate erano leggermente migliorate. Quando rincasava il senso d'oppressione non lo avvolgeva più pesantemente come un tempo. Sapeva che sarebbe bastato cercare quegli occhi dolci per far sbollire anche la rabbia più frustrante.
La sua condizione non gli sembrava più così deprecabile come in passato, anche se la sua natura ancora lo spaventava.
Fu bruscamente riportato alla realtà dalla voce di Hanabi che parlava sprezzante.
- Allora, Hinata. Vogliamo iniziare l'allenamento? Facciamo vedere ad Haku di cosa siamo capaci -
- Ha...hai -
Come al solito, il topo aveva la mania di sopraffare gli altri. Rimase comunque spiazzato dalla risposta decisa ma tranquilla della ragazza.
- Itsudemo* -

Fece in tempo a godere dei suoi movimenti lenti e precisi solo per poco, ma gli fu sufficiente per comprendere che non si trattava semplicemente di una persona che in tenera età era stata istruita al ninjutsu ed al taijutsu, ma qualcuno in costante allenamento e decisamente potente.
Questo lo preoccupò, c'erano ancora tantissime cose che non conosceva di lei; non ebbe tempo di continuare le sue riflessioni poiché Hiashi entrò nel porticato da una delle porte delle camere degli ospiti, camminando velocemente verso di lui.
Quando gli fu vicino, si alzò e fece un lieve inchino.
- Hiashi-sama -
- C'è Uzumaki Naruto, vorrebbe parlarti -
Si domandò cosa volesse ancora, ma poi vide la sua capigliatura dorata spuntare dallo shoji da cui era appena arrivato lo zio, mentre si addentrava incerto nell'engawa.
Bastò un lieve cenno all'uomo perché si voltasse ritrovandosi ad osservare il ragazzo ora nervoso.
- Naruto, cosa ci fai qui? -
- Devo riuscire a convincerti, Hyuuga! -
Sbuffò irritato, pensando che sarebbe stato difficile fargli capire che non avrebbe potuto presenziare alla festa di fine anno. Ma vennero distolti da un grido soffocato; si girarono entrambi verso il cortile solo per osservare Haku scansare un colpo di Hanabi, che perse l'equilibrio e precipitò pericolosamente verso il suolo. Le braccia veloci della ragazza la afferrarono per la vita, evitandole di cadere.
Quello che accadde poi fu uno shock per tutti. Hinata, preoccupata per la salute di sua sorella aveva spiccato un balzo veloce verso le due e senza rendersene conto si ritrovò addosso al corpo della mora, proprio nel momento in cui questa stringeva la più piccola tra le braccia.
Con orrore sentì il familiare 'puff' che contraddistingueva le loro trasformazioni, vide la lieve nebbiolina infittirsi intorno al corpo di Haku e l'attimo successivo un topo correre velocemente fino a nascondersi sotto il legno del porticato.
Hanabi Hyuuga, la portatrice dello Spirito del Topo.
Segno distintivo, meglio lasciar perdere. Non era in vena di lanciarsi in sproloqui insensati quando un enorme problema si affacciava su di loro.

Voltò leggermente lo sguardo verso Naruto, solo per vederlo con gli occhi sgranati fissi al centro del cortile. Girandosi in quella direzione, vide un Haku inginocchiato accanto a sua cugina, evidentemente rimasta pietrificata dalla paura, che la esaminava con espressione attenta. Trovò le iridi perlacee di suo zio leggermente dilatate; sicuramente stava cercando un modo veloce per risolvere il problema.
Fu a quel punto che una consapevolezza lo colpì prepotente. Haku era riuscito a far trasformare le due ragazze e questo poteva significare solamente una cosa.
Si avvicinò velocemente al centro dello spiazzo e gli si fermò di fronte.
Cercò di calmare il suo cuore che era come impazzito e lo fissò gelidamente. Lo vide tremare impercettibilmente mentre avvicinava una mano al kimono leggero, da combattimento, che indossava. Il gesto fu veloce; afferrata la stoffa la strattonò verso il basso facendola scivolare fino alla vita. Dalla maglia a collo alto che aveva sotto, poteva distinguere perfettamente la linea dei pettorali definiti, decisamente non la rotondità di seni femminili.
Tentò di mantenersi freddo davanti alla scoperta, che lo aveva invece sconvolto. Si piegò lentamente fino ad appoggiare le ginocchia al terreno e ringraziò il fatto di aver indossato pantaloni neri invece della divisa Jonin.
Raccolse sua cugina, stringendola al petto e raccattò i vestiti che giacevano al suolo.
- Prendi i tuoi vestiti, Nezumi* -
Dicendo questo, lanciò gli abiti di Hanabi sotto le assi del porticato. Poi voltò le spalle ai presenti e si dileguò in una delle tante stanze che si affacciavano al cortile, incurante delle ripercussioni che ciò avrebbe comportato.

Seduto a terra con le gambe piegate su cui giaceva immobile il coniglio, non riusciva a credere a quello che avevano visto i suoi occhi. La fanciulla stupenda con cui aveva condiviso le sue ore di solitudine fino a quel momento era un uomo.
- E' così importante il suo sesso per te, Neji-nii-san? -
Non si aspettava di sentire la voce della cugina, visto che aveva taciuto fino a quel momento. Soprattutto non si sarebbe aspettato una simile domanda.
In realtà, non era sicuro della risposta che avrebbe dato e questo lo gettava ancora di più in confusione. Stava per risponderle che non erano affari suoi, perché nonostante tutto non si sarebbe abbassato a rivelare i suoi sentimenti, quando la voce tagliente di Hiashi-sama si fece strada nella sua mente. Era ovattata dallo shoji che li separava, ma la distinse perfettamente.
- Haku-kun, Uzumaki-kun, devo chiedervi di seguirmi -
Hinata si agitò turbata. Sapeva dove l'uomo aveva intenzione di portarli e questo lo fece tremare.
- Non glielo permetterai, vero Neji? -
Registrò con una parte del cervello che la cugina l'aveva chiamato per nome, senza suffissi, proprio come succedeva quando erano bambini e pensavano che il loro fosse un sentimento destinato a durare per sempre. Era bastato che la voce del loro avvicinamento giungesse a Yuki-sama per fare in modo che tutto ciò che si era creato finisse miseramente. Riusciva ancora a sentire il dolore dei colpi che gli erano stati inflitti per convincerlo ad abbandonare la sua risoluzione, il loro Kami era una creatura spietata e lo odiava immensamente poiché incarnava lo spirito del gatto traditore.
Neji Hyuuga, il portatore dello Spirito del Gatto.
Segno distintivo, l'essere un mostro ed essere odiato dal dio dello Zodiaco Cinese per essere mancato alla sua festa, a cui invece avevano partecipato tutti gli animali e di questo doveva ringraziare il topo.

Corsero entrambi fuori, incuranti di ciò che li circondava, tesi solamente a raggiungere il gruppo male assortito prima che varcasse quella soglia. Con uno scatto rapido riuscì a portarsi davanti allo zio, che vedendolo arrivare in quel modo riuscì solo ad alzare un sopracciglio con fare interrogativo.
- Ve lo chiedo per favore, Hiashi-sama... -
Si fermò un istante a riprendere fiato, realizzando di aver appena supplicato l'uomo. Abbassò lo sguardo, ferito, accorgendosi che Hinata, ancora nella sua forma animale, era lì con lui. In quel momento, sentì un violento 'puff' e la figura di sua cugina venne avvolta dalla nebbia. Inorridì pensando a ciò che sarebbe avvenuto.
Non appena intravide il corpo nudo della ragazza, tolse rapidamente il sopra del suo kimono da combattimento e glielo lanciò, ponendosi poi davanti a lei per schermarla da qualsiasi tipo di sguardo indiscreto.
Riportando la sua attenzione ai tre, non poté evitare di sorridere vedendo la faccia imbarazzata di Naruto, che si grattava impacciato la testa e ad occhi bassi mormorava qualche scusa. Haku aveva solo un lieve rossore sulle guance, mentre Hiashi-sama aveva portato una mano davanti al volto, esasperato.
- Gomennasai* - sussurrò Hinata alzandosi velocemente.
- Vi prego, Otoo-sama. Non lasciate che gli venga cancellato il ricordo di noi -
Era riuscita a fare ciò in cui lui aveva fallito.
- Scusate se mi intrometto...ano*...non riesco a capire di cosa state parlando -
Osservò esterrefatto il volto del biondo sorridere innocentemente, ignaro di ciò che sarebbe accaduto di lì a qualche istante. Ciò che lo sorprese fu che suo zio prese parola per spiegargli la situazione.
- Avete visto entrambi ciò che è accaduto qualche minuto fa -
- Hai...Hinata-chan ed Hanabi-chan hanno effettuato una tecnica di trasformazione per sfuggire all'attacco di Haku-chan -
Vide Haku tentare di trattenere una risata e si meravigliò nel constatare quanto fosse bello, quanto ciò che provava nei suoi confronti non fosse assolutamente mutato da quando aveva scoperto che era un maschio.
- Uzumaki-kun, la tua ingenuità mi stupisce. Quella che hai visto non era una tecnica, bensì una maledizione che colpisce il nostro Clan ormai da centinaia di anni. E' un segreto che siamo sempre riusciti a preservare, almeno fino a questo momento -
Mentre diceva quella frase, lanciò uno sguardo infuocato prima in sua direzione e poi verso il ragazzo moro, che per tutta risposta si inginocchiò prostrandosi in un inchino di scuse.
- Gomennasai, Hiashi-sama. Non avrei mai voluto contravvenire ai vostri ordini. Immagino che la responsabilità sia mia, quindi accetterò qualsiasi tipo di punizione vogliate infliggermi -
- Non capisci, Haku-san. Yuki-sama farà in modo che tutti i ricordi che ti legano a questa famiglia, a questa casa, ti vengano sottratti -
Non si era potuto evitare di farlo. Gli si era messo di fronte, con le mani sulle sue spalle, e lo scuoteva energicamente. Non sapeva cosa volesse dimostrare in quel modo, forse voleva solo riuscire a capire se veramente era stato qualcosa di importante per quel ragazzo che, a parte sua cugina, gli era stato accanto quando era solo, quando l'unica compagna era la solitudine della sua esistenza maledetta.
Resosi conto di essersi esposto eccessivamente, voltò la testa da un lato e si alzò velocemente incontrando però una resistenza. Le dita candide del ragazzo avevano afferrato un pezzo della stoffa dei suoi pantaloni.
Si voltò sorpreso e fissò le sue iridi perlacee in quelle nocciola dell'altro. Questo prima che un leggero colpo di tosse facesse terminare il contatto visivo.
- Andrò a parlare da solo con Yuki-sama, accompagnato da Hinata. Gli spiegheremo la situazione e cercheremo una soluzione che vada bene per tutti -
Notò la ragazza fremere a quella affermazione, ma annuire e seguire il padre fino a sparire dietro quella porta.


Ogni volta che si ritrovava in quella stanza buia, un brivido le percorreva la schiena. Brutti ricordi si affacciavano alla sua memoria impedendole di rimanere calma. Fortunatamente, accanto a lei c'era la figura austera e rassicurante di Hiashi-sama. Entrambi erano in ginocchio di fronte al piano rialzato su cui, di spalle, stava sdraiato il Kami.
L'unica cosa che riusciva a scorgere, oltre al kimono rifinito e riccamente decorato nei colori caldi del rosso, erano i corti capelli argentei che gli ricadevano sul collo scoperto.
- Yuki-sama -
- Hiashi-kun, qual buon vento ti porta nuovamente qui, a così breve distanza di tempo? -
La voce melodica e sensuale, unita al tono tagliente le incutevano terrore. Le parole strascicate ammaliavano chiunque le sentisse. Tremò, incapace di fare altro, aspettando che suo padre continuasse.
- E' insorta una complicazione. Haku-kun ed Uzumaki-kun, uno shinobi del Villaggio, sono venuti a conoscenza del nostro segreto -
- Procedi con la cancellazione della loro memoria, allora -
- Haku-kun vive nella nostra Villa da oltre un anno e Naruto-kun è il figlio del Quarto Hokage, penso che potremmo fidarci di loro -
- Hiashi-kun, sai perfettamente che la nostra maledizione non deve essere svelata... -
- V-vi prego, Kami-sama. Vi scongiuro. Permettete che almeno loro sappiano di noi, sono le uniche persone che si siano avvicinate nonostante cercassimo costantemente di allontanarli ed io non posso permettere che tutti i momenti passati insieme vengano cancellati. E' semplicemente...t-troppo d-doloroso -
Si piegò sul tatami* in una preghiera muta, solo le lacrime che lasciavano i suoi occhi come testimoni del suo stato d'animo.
Improvvisamente, si sentì strattonare i capelli verso l'alto e fu costretta ad alzare il busto fino a ritrovarsi faccia a faccia con il loro dio. Distolse lo sguardo, incapace di reggere quello tagliente che le veniva rivolto.
- Cosa vuoi saperne tu del dolore? Non hai diritto di parlare -
La voce era mutata, sfiorando picchi acuti e aggiungendo una nota isterica alle parole.
Poi, improvvisamente come era arrivata, tutta l'ira del Kami svanì, mentre un sorrisino sarcastico si formava sulle sue labbra sottili.
- E sia, piccola Hinata. Accontenterò il tuo desiderio...ad un patto -
Deglutì, sicura che qualsiasi cosa gli avrebbe proposto sarebbe stato qualcosa di perfido, difficile da poter accontentare.
- Entrambi i ragazzi dovranno venire a conoscenza dell'intera maledizione, compresa la vera forma del portatore del gatto. Se accetteranno la realtà dei fatti, allora gli permetterò di rimanervi accanto -
Portò le mani alla bocca per soffocare il grido che avrebbe voluto lasciare le sue labbra a quella rivelazione. Calde lacrime sgorgarono dai suoi occhi al pensiero della reazione che avrebbe avuto Neji alla notizia. Quasi non sentì le ultime parole che Yuki-sama pronunciò.
- Al banchetto per Capodanno, li aspetto entrambi. E, mi raccomando, il gatto non deve essere messo al corrente della situazione. Diciamo che sarà una piccola sorpresa, per capire se si rende veramente conto della sua posizione, o meno -
- Arigatou gozaimashita, Yuki-sama -
Era stato suo padre a parlare; dopo di che si era alzato e l'aveva aiutata a fare altrettanto. Insieme, uscirono da quella stanza, sconvolti, solo per trovare i tre ragazzi in una confusa attesa.
Quando incrociò lo sguardo di Naruto sorrise dolcemente, ma quando spostò la sua attenzione sul cugino, non riuscì a sostenere quello sguardo penetrante. Si voltò, correndo velocemente verso la sua stanza.





* Uhn/Hai : Si.
* Nii-san : Fratello(in questo caso usato anche per un parente stretto).
* Arigatou (gozaimashita) : Grazie.
* Nee-chan : Sorellina.
* Otoo-sama : Padre (formale).
* Usagi : Coniglio.
* Shoji : Porta scorrevole in carta di riso con intelaiatura in legno.
* ne? : rafforzativo, tipo il nostro no? non pensi?
* Chotto : In questo caso, 'più o meno'.
* Okaa-san : Madre.
* Engawa: porticato tipico delle Ville in stile giapponese.
* Itsudemo : Quando volete, In ogni momento.
* Nezumi : Topo.
* Gomennasai : Scusa, Perdono.
* Ano : Intercalare, simile al nostro 'beh' o 'uhn'
* Tatami : Pavimento tipico giapponese di paglia di riso intrecciata  pressata.
   
 
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