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Autore: Yuki Delleran    03/10/2016    2 recensioni
« Deve essere per forza Tobio? Puoi volare solo se è Tobio a darti la spinta? Non potresti permettere anche a qualcun altro di ammirare le tue ali? »
« Cosa intendi dire? »
« Lascia che sia io a farti spiccare il volo. »
E l'espressione di totale incredulità che si dipinse sul volto di Hinata fu così impagabile che Oikawa si rammaricò di non poterla immortalare per ricordarla per sempre.
[OiHina]
Genere: Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Shouyou Hinata, Tobio Kageyama, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 3

Hinata sedeva ad un tavolo del bar dell'università: quella mattina non aveva nessuna voglia di andare di fretta, anzi, in tutta sincerità, non aveva proprio intenzione di alzarsi da quella sedia. Kageyama non si era visto, era da un paio di giorni che disertava il loro appuntamento mattutino e non rispondeva né alle chiamate né ai messaggi del piccolo schiacciatore. Era chiaro che lo stesse evitando e, in fondo, Hinata poteva anche capirlo. Se fosse capitato a lui che il suo peggior rivale tentasse d'ingraziarsi il suo migliore amico per scopi subdoli, sarebbe stato tutt'altro che comprensivo. Tuttavia dal suo punto di vista la situazione era diversa e gli eventuali scopi subdoli avevano cessato di avere importanza non appena aveva varcato la soglia di quell'immensa palestra, che non aveva niente a che fare con quella della scuola superiore Karasuno o con quella della squadra amatoriale dell'università. Osservare tutti quegli atleti eccezionali gli aveva fatto stringere un nodo allo stomaco e desiderare spasmodicamente di scendere in campo con loro. Senza contare che Oikawa era davvero, davvero, qualcuno da cui non si poteva allontanare lo sguardo. Il fisico forte e armonioso, i movimenti calibrati, precisi ed energici, uniti all'entusiasmo e alla volontà incrollabile che traspariva dal suo sguardo creavano un quadro che ai suoi occhi appariva splendente. Poteva capire alla perfezione perché Kageyama, anni prima, avesse ammirato così tanto il suo senpai al punto da farne una meta da raggiungere, ed aveva quasi pensato di porsi lo stesso obiettivo, ma poi Oikawa aveva alzato lo sguardo verso le tribune rivolgendogli un sorriso luminoso e i pensieri di Hinata si erano confusi come foglie al vento.
Sconfortato, crollò con la testa sul tavolo: quella mattina neanche tutti i caffè del mondo avrebbero potuto rimetterlo in sesto, perché il problema non era la mancanza di sonno ma l'immensa confusione che regnava nella sua mente. Era convinto di aver fatto la cosa giusta mettendo le cose in chiaro con Kageyama, invece l'altro sembrava aver deciso che non era più degno della sua compagnia. Poi c'era Oikawa, e più ci pensava, meno riusciva ad essere obiettivo.
« Giornataccia, Chibi-chan? »
In un primo istante Hinata pensò di essersi immaginato quella voce, forse ci stava pensando troppo, ma quando alzò gli occhi si trovò di fronte proprio Oikawa, ed era un'immagine talmente fuori contesto che per un attimo restò senza parole.
« É Hinata Shoyou. » borbottò infine.
« Sho-chan, allora. » continuò quello imperterrito, accomodandosi di fronte a lui.
« Ehi... »
« E tu puoi chiamarmi Tooru. »
Hinata sospirò, incerto sul da farsi. Che Oikawa avesse un carattere tremendo era cosa universalmente nota e il modo in cui Kageyama parlava di lui non era certo d'aiuto, ma era anche vero che non si era mai comportato male nei suoi confronti.
« Senti, Oikawa-san... »
« Tooooru~ »
Il dito che Oikawa appoggiò sulla punta del suo naso lo fece sorridere.
« Tooru... -san. »
Era strano, Hinata non era abituato a chiamare qualcuno per nome, nemmeno Kageyama con cui era in confidenza da anni, eppure il sorriso in risposta di Oikawa lo fece sentire più leggero: sembrava che una piccolezza come quella gli avesse davvero fatto piacere.
« Allora, qual è il problema che ti fa rimanere qui tutto solo e con aria cupa, saltando le lezioni? Hai litigato con Tobio-chan per colpa mia? »
Hinata lo fissò incredulo per un istante: in una frazione di secondo era riuscito a dare voce all'intero problema, su cui lui rimuginava da troppo. Non si poteva certo dire che non fosse un tipo intuitivo.
« Non stupirti, Sho-chan. » continuò l'altro ragazzo alzando le spalle con noncuranza. « Sono un alzatore, sono abituato ad osservare tutto quello che mi succede attorno e ad interpretare le mosse degli altri ancora prima che le compiano. Dunque, fammi indovinare, Tobio-chan ti ha detto di stare alla larga da me perché di certo ti cercavo per fare dispetto a lui, tu gli hai raccontato della visita alla palestra e lui ha perso le staffe. »
« Più o meno. » annuì Hinata mestamente.
Più che la visita alla palestra erano stati i suoi apprezzamenti su di lui a mandare su tutte le furie Kageyama. Forse avrebbe dovuto avere maggiore tatto, riflettere su quanto l'amico potesse rimarci male, però quei discorsi avevano fatto innervosire anche lui e alla fine...
« Facciamo così! » esclamò improvvisamente Oikawa, battendo le mani. « Oggi non ci sono allenamenti e la palestra è vuota. Che ne dici se proviamo il servizio in salto, come ti avevo promesso? Scommetto che ti passerebbe la malinconia! »
Hinata non se lo fece ripetere due volte e, in pochi minuti, erano entrambi fuori dal bar.

L'odore della palestra era lo stesso dei palazzetti dove si svolgevano i tornei, quello del ghiaccio spray, riconobbe all'istante Hinata. Inoltre vista dal basso sembrava ancora più grande che dagli spalti. Non ebbero bisogno di montare la rete, quello era uno spazio privato ad uso esclusivo della squadra, nessun altro vi aveva accesso quindi le attrezzature non dovevano essere riposte ogni volta. Era così diverso dall'ambiente in cui diversi club sportivi si alternavano nello stesso spazio che, per un attimo, Hinata se ne sentì sopraffatto.
Oikawa però sembrava non avere alcuna intenzione di permettergli di perdersi nei suoi pensieri.
« Forza, vai a cambiarti! » esclamò. « Tengo sempre qui un cambio di scorta, quindi non ci sono problemi. »
Hinata esitò, guardandosi attorno, e l'altro gli indicò una porta che conduceva negli ampi spogliatoi. Lo vide aprire un armadietto che portava il suo nome e, un attimo dopo, si ritrovò in faccia la maglietta che gli aveva lanciato. Quando se la tolse dagli occhi scoprì che era verde chiaro e portava una scritta familiare sul lato sinistro.
« La conservi ancora? » si ritrovò a chiedere, stupito.
Oikawa sorrise.
« La tengo di scorta nel caso dimenticassi quella ufficiale, ma inizia ad essermi corta. Sono cresciuto un po' dai tempi della scuola... »
Si portò una mano alla nuca e ridacchiò, come se la cosa lo imbarazzasse. Hinata invece lo invidiò tantissimo per quell'altezza che gli permetteva di gareggiare alla pari con i migliori giocatori della nazione. A lui, la maglietta dell'Aoba Johsai che Oikawa portava in terza superiore era comunque larga, inoltre gli provocava una stranissima sensazione indossare quel colore e non il nero e arancio della Karasuno.
« Ti sta bene, Sho-chan. » commentò invece Tooru con una punta di malizia. « Se Tobio-chan ti vedesse ora chissà che idee si farebbe! »
A quel commento Hinata finì per arrossire miseramente.
« Oika... Tooru-san! Non è divertente! Piuttosto, se questo è il tuo cambio di scorta, tu cosa...? »
« Oh, non ha importanza, io sto bene anche così. »
Si arrotolò quindi i pantaloni fino a metà polpaccio e le maniche della camicia fino al gomito, e recuperò una palla da uno dei cesti.
« Vogliamo cominciare? »
Dopo un breve riscaldamento, si posizionarono entrambi sulla linea di fondo campo e Oikawa prese a spiegare la posizione e i movimenti del cosiddetto “servizio killer”. La battuta di Hinata era sempre stata piuttosto scarsa, questo perché il suo fisico minuto era più portato alla velocità d'azione che alla potenza. Una possibile soluzione poteva essere guadagnare forza grazie allo slancio della rincorsa e a quello del salto che coinvolgeva tutto il corpo.
Portando una mano sulla schiena del rossino, Oikawa gli mostrò il movimento migliore per ottenere  il risultato più efficace.
« Devi portare il braccio all'indietro così, e quando salti piegarti in questo modo. »
Hinata si ritrovò in una strana posizione, con il braccio dell'altro attorno alla vita e la bizzarra prospettiva del fissarlo dal basso.
« Sembra quasi che tu mi stia insegnando a ballare. » commentò, tentando di mantenere un tono leggero.
Chissà come si sarebbe sentito Kageyama se avesse saputo quello che stava succedendo. Anzi, quello era probabilmente ciò che aveva desiderato per sé per anni, quegli insegnamenti, il tocco gentile di quelle mani... Avrebbe dovuto sentirsi in colpa eppure, in qualche modo, Hinata era felice che stesse accadendo.
Oikawa rise.
« Forse è così. » rispose facendogli l'occhiolino. « Adesso perché non provi questi nuovi passi di danza? »
Hinata annuì e prese un pallone, avvicinandosi al fondo della palestra. Si sentiva nervoso come se fosse stato davvero in partita. Pressapoco aveva capito i movimenti che doveva compiere ma sembrava che metterli in pratica razionalmente fosse più complicato del previsto. Bisognava contare il numero del passi, calibrare il lancio della palla, sollevare le braccia con il giusto slancio, piegare la schiena...
Fu un miracolo se la sua mano colpì la palla che, inevitabilmente, finì contro la rete.
Ora probabilmente Oikawa si sarebbe infastidito e avrebbe pensato che era inutile tentare di insegnare ad uno come lui, che si muoveva d'istinto e che di tecnica capiva poco.
Invece l'altro lo stupì di nuovo, appoggiandogli una mano tra i capelli scompigliati.
« Sai cosa mi piace di te, Sho-chan? Che non sei un genio. Hai bisogno dei tuoi tempi per imparare le cose, ma poi sai compiere miracoli. »
Non gli diede il tempo di rispondere, di dare voce a quello stupore che lo pervadeva e a quello strano senso di calore che sentiva all'altezza del petto. Semplicemente andò a recuperare la palla e tornò sulla linea di fondo campo.
« Forse ho corso troppo. Probabilmente osservandolo da vicino capirai meglio. »
Si spostò quindi verso il fondo della palestra, prese la rincorsa e lanciò il pallone. Hinata rimase a fissarlo estasiato: era completamente diverso vedere quella battuta dalla parte opposta del campo o dalle tribune ed essere ad un passo di distanza. Il modo in cui Oikawa si chinava in avanti per dare slancio, come la braccia si spostavano all'indietro per poi risalire verso l'alto, l'angolo del gomito, la curva della schiena, ad Hinata non sfuggì nemmeno un particolare e tutti erano espressione di perfetta armonia e forza.
Il pallone che si schiantò sul pavimento dall'altra parte della rete lo riportò alla realtà, seguito dalla risata di Oikawa.
« Chibi-chan, chiudi la bocca o ti entreranno le mosche! »
Solo allora Hinata si rese conto di essere effettivamente a bocca aperta: del resto non poteva fare altrimenti, e pensare che lui potesse riprodurre un simile colpo era impossibile.
Oikawa però non sembrava dello stesso avviso.
« Non pensare ai movimenti, al numero dei passi e a tutte queste cose. Lascia che l'istinto ti dica cosa fare. La forma l'hai vista, il tuo corpo si adatterà di conseguenza. »
L'aria incerta di Hinata probabilmente lo indusse a fare un'altra proposta, volta di certo a portarlo ad avere confidenza con l'ambiente, con la palla e con lui stesso.
« E se ti facessi qualche alzata? Che ne dici di provare a schiacciare? Il movimento base del servizio in salto è quello, quindi magari potrebbe essere d'aiuto. »
Il primo istinto di Hinata fu di rispondere che certo, avrebbe schiacciato qualunque alzata, non c'erano problemi, ma poi si bloccò realizzando che quella era stata un'esclusiva di Kageyama per tantissimo tempo. I suoi assillanti “Alzami la palla! Alzami la palla!” erano sempre stati esauditi eppure ora non riusciva a ricordare l'ultima volta in cui aveva schiacciato su un perfetto passaggio del suo ex compagno di squadra. Non era colpa di Kageyama, lo sapeva bene, ma, allo stesso tempo, non poteva fare a meno di sentirsi elettrizzato all'idea che il Grande Re in persona si fosse offerto di alzare per lui.
« Facciamo una veloce! »
Quelle parole gli sfuggirono dalle labbra ancora prima che se ne rendesse conto e, quando realizzò, balbettò qualche scusa stentata. Non era certo sua intenzione fare l'arrogante davanti ad Oikawa che era stato così gentile fino a quel momento, né tanto meno far apparire quella proposta come una sfida al Grande Re. Semplicemente gli veniva spontaneo proporre il tipo di attacco su cui si era allenato di più.
Tuttavia Oikawa non sembrò cogliere quel disagio.
« Io non sono un fenomeno come Tobio-chan, non sono certo di riuscire a farti avere la palla in qualunque posizione del campo. » rispose con un sorriso appena meno sincero dei precedenti.
Hinata scosse la testa.
« Non ha importanza, la prenderò ovunque arriverà! »
Quello era il tipo di frase che, di solito, faceva sentire al sicuro gli alzatori. Kageyama, ma anche Sugawara, avevano sempre avuto un'espressione sollevata quando la pronunciava. Oikawa invece scosse la testa.
« Indirizzare l'azione è compito dell'alzatore, se tu dovessi prenderla “ovunque arriverà”, significa che non sono stato all'altezza del mio compito. Forza, proviamo. »
Hinata annuì, un po' preoccupato per l'esito di quell'esperimento. Avrebbe potuto muoversi in modo da mettere in atto una veloce normale, ma poi si rese conto che sarebbe stato come mancare di rispetto ad Oikawa, insinuando che non era davvero all'altezza del compito. No, non sarebbe stato così scortese, si sarebbe spostato da un lato all'altro del campo in un istante come nella veloce “mostruosa” che lui e Kageyama avevano creato anni prima. Doveva fidarsi di chi gli serviva la palla.
Si posizionò quindi sulla metà campo e aspettò che anche Oikawa fosse al suo posto, poi iniziò a muoversi verso sinistra, come per ricevere un'alzata normale. Appena prima di raggiungere la rete, però, scattò verso destra e vide che gli occhi di Oikawa lo seguivano saettando da lui al pallone in un istante. L'alzata fu veloce ma non abbastanza e Hinata salò troppo presto, rischiando di perderla. Fu un vero colpo di fortuna se la sua mano riuscì a raggiungere la palla e a schiacciarla oltre la rete.
« Woooohhh! »
Il rossino si fissò il palmo della mano, entusiasta. Non era stata perfetta, ma aveva funzionato e la sensazione che gli aveva dato era la stessa di tanto tempo prima. Non ricordava nemmeno più da quanto non provava un'emozione simile.
« Tooru-san! »
L'altro gli rispose con un sorriso, annuendo.
« Sì, non era eccezionale, ma mi ha dato una bella sensazione. Dovremmo riprovare! »
Hinata era certo che, con un po' di esercizio, sarebbero riusciti a rendere quella combinazione talmente temibile che nessun avversario...
Allarmato, troncò quel pensiero a metà: non poteva certo permettersi di pensare ad Oikawa come un compagno di squadra, anzi, fino a poco tempo prima lo aveva considerato un acerrimo rivale. Inoltre l'ipotesi di trovarsi di nuovo davanti degli avversari in un incontro ufficiale era ancora solo una folle fantasia.
« Sho-chan? »
La voce dell'alzatore interruppe quelle riflessioni senza né capo né coda e Hinata corse a mettersi in posizione.
« Ci sono! »
Questa volta l'alzata fu decisamente più precisa, inoltre Hinata saltò nella direzione opposta alla traiettoria, in modo da poter intercettare meglio la palla. Ne uscì un'ottima azione, tranne per il fatto che, nella direzione opposta alla palla, si trovava anche chi l'aveva lanciata e, invece di toccare terra, il piccolo schiacciatore gli crollò addosso prima che l'altro avesse il tempo di spostarsi.
« Ahi... »
Quando riaprì gli occhi, con un ginocchio dolorante e la sensazione che il mondo si fosse capovolto, Hinata si ritrovò semisdraiato addosso ad Oikawa, decisamente troppo vicino al suo volto per restare impassibile.
« Ah, mi disp... » iniziò, ma l'altro lo interruppe.
« É tutto a posto? » chiese, senza però accennare a muoversi.
« Credo di sì, io... »
« Meno male. »
Hinata accennò ad alzarsi, ma Oikawa lo trattenne posandogli una mano sulla nuca. Un attimo dopo, senza che il ragazzo capisse come e perché, le sue labbra erano sulle proprie. Durò solo un attimo ma fu sufficiente a farlo arrossire fino alla punta delle orecchie e scattare indietro, con una mano sulla bocca .
« O-Oikawa-san! »
Perché?
Cosa significava?
Era uno scherzo?
Mille domande si affollarono nella sua mente confusa, agitata dall'imbarazzo, ma solo una finì pronunciata, forse quella che meno avrebbe dovuto esserlo, vista le risposta che ne seguì.
« Fai così con tutti i tuoi schiacciatori? »
« No, solo con quelli che mi piacciono davvero. »

 

Noticina di Yuki:

Venite a trovarmi! Fairy Circles

   
 
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