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Autore: Anown    06/10/2016    1 recensioni
Sachiko annoiata, decide di dare a Morishige tre possibilità di trovare Mayu e uscire dalla Heavenly Host, ma il ragazzo avrà veramente l'opportunità uscire di lì o si tratterà solo di una scusa per procurargli tre wrong and?
Questo è il mio primo tentativo di scrivere qualcosa con più di un capitolo quindi mi farebbe molto piacere ricevere almeno una recensione anche negativa e anche in ritardo. Avvertenza, non sono particolarmente brava, ma spero di fare qualcosa di abbastanza o semi decente.
Inizialmente la storia doveva essere una specie di raccolta (specie perché non si trattava di storie a se, e dovevano essere sono tutte collegate tranne una, forse) ispirati ad alcune parti di book of shadows (quindi spoiler) invece alla fine ciò che nella mia testa entrava in un capitolo in realtà non ci stava affatto... insomma ad una raccolta non ci somiglia più molto... ansi, probabilmente non ci somiglia affatto.
Nota: in corsivo sono scritti i pensieri dei personaggi.
Coppie: Mayu/Morishige, Fukuroi/Mitsuki accenni: Kizami/Yuka, Sachiko/??? non è proprio serio, Sachiko è troppo piccola per queste cose...
Nota di Sachiko: piccola? è più di trent'anni che ho sette anni!
Genere: Malinconico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mayu Suzumoto, Mitsuki Yamamoto, Sachiko Shinozaki, Sakutaro Morishige, Yuuya Kizami
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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A spasso con qualcuno più squilibrato di te… o forse no…

Il ragazzo osservò attentamente il proprio corpo, non vi era alcun taglio eppure fino a pochi secondi prima sentiva di essere stato tagliato da una lama più e più volte. Pensava anche di avere dei lividi, sulle braccia per lo meno, ma non ne trovò nessuno. Si toccò il collo cercando un taglio, ma niente nemmeno lì. Nonostante non trovasse nulla si sentiva ancora abbastanza indolenzito anche se meno di prima, ma non ne capiva il motivo. Il fantasma in rosso diceva ridendo che era stato picchiato da una ragazza, ma l’ultima cosa che lui ricordava era di aver risposto alla sua domanda per il resto era il vuoto più assoluto.

-Bene, le alternative rimaste sono quella di fare una foto dietro di te e quella di girarti a guardare, cosa scegli?- chiese tutta pimpante la piccola.

-Aspetta un secondo, cos’è accaduto prima?- chiese perplesso Morishige.

-Hai dato la tua risposta, hai fatto il tuo percorso di conseguenza, hai tirato le cuoia e cosa più importante ti sei fatto picchiare da una ragazza, ma come ti ho già detto, ho intenzione di divertirmi il più a lungo possibile. Quindi fa attenzione, questa è l’ultima opportunità che ti do.- spiegò allegramente lo spettro.

-Ma perché non ricordo nulla di quello che mi è accaduto?- domandò con fare sospettoso il ragazzo.

-Perché è più divertente sapere di essere stato picchiato, ma non sapere chi è stato.- rispose semplicemente lei.

-Ed è anche più divertente sapere di essere stato ucciso, ma non sapere chi è il colpevole, così in caso incontri la persona che ti ha ucciso non sai che è stata lei e non puoi agire di conseguenza?- chiese il ragazzo e lo spettro sorridendo serenamente annuì.

-Ma io non ho mai detto che sei stato ucciso, potresti anche essere morto a causa di una distrazione, per esempio potresti essere inciampato o cose così.- precisò la ragazzina.

-Già…- disse continuando a toccarsi il collo. Però se la ragazza si è veramente limitata solo a picchiarmi qualcun altro deve avermi pugnalato…

-Alloora… cosa scegli?- chiese curiosa la bimba. Il ragazzo rifletté un po’, poi si arrese. Posso riflettere quanto voglio, ma dubito che ci sia un modo logico di scegliere… Pensò sospirando.

-Scatto una foto dietro di me.- rispose rassegnato.

-Ottimo… ehm… no, aspetta!- disse agitata Sachiko. Se quella è ancora viva come farà lui a fotografare il suo cadavere, spaventare e inseguire la finta bambina ed incontrare l’altro psicolabile? Si chiese allarmata.

-Aspetta cosa?- chiese il ragazzo dubbioso. Ci deve essere un altro modo… Continuò a riflettere lei. -Ehm, ehm…- Morishige cercò di farle notare la sua presenza.

-Ho trovato! Rimani fermo qua per mezzora!- disse soddisfatta.

-Come? Perché dovrei?!- chiese irritato. Vuole farmi perdere tempo in modo da far accadere qualcosa di brutto a Mayu nel frattempo?

-Se non lo fai ti ucciderò!- affermò minacciosa. -Ma guarda un po’ che ingrato, cerco di aiutarlo e lui invece di lodarmi per la mia generosità mi risponde male…- disse con tono da vittima. Non le ho risposto male… -Forza, sta’ fermo lì, seduto per trenta minuti!-

Nel frattempo in un altro luogo, ma sempre nella stessa scuola…

È come se una voce nella mia testa continuasse a ripetermi che se vado da questa parte morirò… Perché mi sembra di aver già vissuto questa esperienza!? Si chiese la ragazza dal respiro affannato. Meglio seguire l’istinto… Così prese un’altra via, ma si ritrovò davanti a una voragine. No… no perché? È un vicolo ceco, adesso cosa faccio?! La ragazza si guardò in torno nervosa, poi all’improvviso…

-Hey! Mitsuki!- la chiamò una maschile voce dall’altra parte del corridoio spezzato.

-K-Kurosaki?- inizialmente la ragazza si sentì sollevata nel sentire quella voce familiare poi si sentì prendere dal panico. N-no! Ma che sono, cretina?! Non ho proprio imparato niente… -N-Non ti avvicinare!- disse esasperata.

-M-Mitsuki?- sussurrò il ragazzo perplesso e preoccupato.

-Del resto come puoi non essere d’accordo con lui?- chiese singhiozzando. -S-Siete a-amici di infanzia, no!?-

-Ma di cosa stai parlando? Cos’è successo?- Kurosaki cominciò ad avvicinarsi al bordo dell’apertura nel terreno. Mitsuki indietreggiò terrorizzata nonostante lui non potesse fare un salto abbastanza lungo per raggiungerla.

-Eeek! No, non t-ti avvicinare… ti prego…- strillò. -C-che devo fare? Che devo fare!? Se torno indietro c’è Kizami, ma avanti ci sono K-Kur… il complice di Kizami e una voragine. Che faccio…?- si chiese a voce alta. Kurosaki osservò la voragine attentamente e cercò di fare dei calcoli mentali… no, era molto improbabile che potesse superarla con un salto però…

-Mitsuki, aspetta lì che cerco di raggiungerti…- disse senza troppa fiducia cominciando a prendere la rincorsa. Spero che non scappi. Sì, è spaventata da me in questo momento, ma devo comunque cercare di tranquillizzarla. Non posso lasciarla in quelle condizioni da sola.

-Sei sordo? Ti ho detto di non avvicinarti!- cercò di smetterla di singhiozzare per risultare più minacciosa, ma non poteva fare a meno di essere preoccupata, il ragazzo nel frattempo aveva cominciato a correre. -No! Non ce la farai mai! Non fare sciocchezze!!- cercò di avvisarlo allarmata. Kurosaki fece il salto, sembrava poter arrivare dall’altro lato, ma in realtà cadde poco più lontano, riuscì comunque ad aggrapparsi al bordo più vicino a Mitsuki.

-M-Mitsuki?!- esclamò spaventato. -Ti prego, aiutami!- continuò. La ragazza si avvicinò istintivamente poi si immobilizzò. Potrebbe essere una trap… No, ma che cosa ho in testa?! Voglio forse lasciare che un altro dei miei amici muoia senza che io faccia niente per impedirlo?! Pensò dandosi uno schiaffo mentale mentre gli tornavano in mente le immagini di Emi con il cranio spaccato e Fukuroi a terra agonizzante che le diceva di mettersi in salvo. Si diresse verso il ragazzo, lo afferrò per le braccia e cercò di sollevarlo. Non può essere, non sono abbastanza forte… No, non deve morire anche lui! Poi il corridoio cominciò a tremare come se ci fosse un terremoto.

-Cerca di reggerti, non mollarmi, ti prego!- gli ordinò la ragazza.

-T-tu piuttosto cerca di non cadere insieme a me… eh?- Kurosaki osservò il volto di Mitsuki, sembrava sconcertata, il ragazzo si voltò e capì il motivo. I due bordi… sembravano avvicinarsi come per riunirsi. Non è possibile…? Pensò lui. C-così finirà tranciato in due! La ragazza pensò subito al peggio, così di scatto diede un strattone e riuscì a tirarlo fuori, ma l’aveva tirato un po’ troppo forte così le cadde addosso.

-Per un attimo ho davvero pensato che mi avresti lasciato morire…- sospirò il ragazzo, finalmente il suo cuore aveva ripreso a battere normalmente, poi osservò Mitsuki che lo fissava infuriata… distesa sul pavimento… sotto di lui…

-SPO-STA-TI…- disse lentamente scandendo ogni sillaba.

-Eh...?- poi Kurosaki ricevette uno spintone, anche questa volta ci aveva messo troppo forza così la ragazza si alzò di scatto e lo afferrò prima che potesse cadere all’indietro.

-Volevi farmi di nuovo finire in quella voragine?!- esclamò arrabbiato, ma Mitsuki stava osservando un punto dietro di lui… a quanto pare il pavimento si era veramente ricucito… -Che razza di terremoto era?- si chiese pensieroso poi Mitsuki lo abbracciò.

-M-mi dispiace…- disse riprendendo a singhiozzare. -Io mi sono comporta in quel modo, ma…-

-Hey... E chi se lo aspettava di ritrovarsi in una situazione simile con la fredda segretaria del consiglio studentesco…- disse scherzando, convinto di ricevere uno spintone o di essere sgridato, ma la ragazza rimase a piangere appoggiata al suo petto. Preoccupante… -Cosa ti è successo? Racconta…- Mitsuki gli raccontò della morte di Emi, di ciò che era accaduto a Fukuroi e di Kizami che a quanto pare gli aveva dato il colpo di grazia e aveva intenzione di ucciderli tutti.

-Non ci posso credere… Deve essere colpa di questo posto! Dobbiamo parlargli!-

-No! No! Nemmeno per sogno!- Mitsuki sembrava sul punto di impazzire di nuovo, ma cercò di calmarsi fin da subito e utilizzare invece un tono autoritario. -Se proprio vuoi andare da lui vacci da solo! Mi dispiace, lo so che sei in suo migliore amico, ma… ma a maggior ragione dovresti conoscerlo meglio di tutti noi! Come puoi non esserti mai accorto di come è in realtà…?- Kurosaki abbassò lo sguardo pensoso. -In realtà tu lo sai, vero!? Sai bene di cosa è capace, non è così!?- Mitsuki cominciò ad accusarlo.

-No, però… Siamo amici da quando eravamo bambini e non posso riuscire a credere a quello che mi stai raccontando! Io… non posso credere che non ti stia sbagliando, che non ci sia… un'altra spiegazione o qualcosa del genere…- rispose il ragazzo tenendo lo sguardo basso.

-M-mi dispiace, ma…- cominciò a dire Mitsuki.

-Sta’ tranquilla… per ora lasciamo perdere Kizami e cerchiamo gli altri, ok?- propose Kurosaki. Quel ‘per ora’ non poteva farla stare tranquilla… e non poteva credere che con ‘cerchiamo glia altri’ non si potesse più riferire a Fukuroi ed Emi, non poteva credere che fossero morti sul serio… tornata nella stanza del consiglio studentesco si sarebbe sentita decisamente sola…

 

Morishige aveva pure perso la cognizione del tempo, non sapeva se i trenta minuti erano passati però Sachiko non era rimasta ad osservarlo, forse era diventata invisibile o comunque sarebbe spuntata appena lui avrebbe tentato di disobbedirle. Però si tratta semplicemente di una bambina fastidiosa infondo, si sarà stancata di osservarmi… Se mi alzo forse non se ne accorge… Cercò di alzarsi, ma aveva le gambe addormentate così ci mise un po’.

-Fermo li!- ordinò una voce infantile, ma autoritaria -Non fare il furbo e ringrazia il fatto che i trenta minuti siano passati, in caso contrario… sai, io ti avrei ucciso.- disse allegra Sachiko. -Hey, aspetta! Non hai scattato la foto.- gli fece notare mentre lui cercava di andarsene.

-Ma la prima volta che mi hai fatto scegliere non mi hai detto che non avrei dovuto fare sul serio ciò che avevo scelto?- ribattè.

-Sì, sì. È vero, ma ho cambiato idea.- rispose, il ragazzo la fissò con sospetto. -Dai girati verso le scale, prendi il cellulare, portalo dietro la schiena e cerca di scattare una foto.- Morishige fece ciò che gli era stato richiesto, ma posizionando il braccio dietro la schiena cominciò a sentirlo scricchiolare…

-Ahi!- urlò suo malgrado, mentre Sachiko scoppiò a ridere… per l’ennesima volta da quando l’aveva incontrata… -Mi hai chiesto di scattare veramente la foto per farmi storcere il braccio?!- chiese il ragazzo trattenendo la rabbia e massaggiandosi l’arto indolenzito.

-Sei proprio messo male, eh? Ah ah… Comunque in realtà non te l’ho chiesto per approfittare della tua situazione o meglio… non solo per quello… ah ah… A parte lo scherzo, in realtà, anche se non te l’ho detto, anche la prima volta che te l’ho chiesto alla fine qualcuno si è veramente girato al posto tuo e… ne ha decisamente pagato le conseguenze… ma prima l’ha fatta pagare cara a te ah ah ahhaaah.- e riprese a ridere. Sta di nuovo parlando della ragazza che mi ha picchiato o di quello che mi ha ucciso? O quella…

 Sachiko lo lasciò andare e lui cominciò a salire le scale, prese il cellulare e guardò la fotografia. Niente di strano, inutile spreco di memoria… Ne approfittò per dare un’occhiata anche alle altre foto, poi si rese improvvisamente conto che man mano che saliva le scale diventavano molto scivolose, si allarmò e provò a tornare indietro, ma… cadde e si ritrovò disteso supino sulle scale con la testa rivolta poco più avanti dei primi scalini.

-A-ahi!- disse dolorante. Sarei potuto morire per qualcosa di così stupido!? Forse esagero, ma mi sarei potuto rompere qualcosa… non posso permettermelo, devo fare molta più attenzione… raccolse lo strano liquido che lo aveva fatto cadere, era molto denso, sembrava olio. Sentì dei passi e un respiro affannato poi i passi si fermarono. Cercò di stare fermo sperando che col buio chiunque stava passando da quella parte non lo notasse.

-Tu... stai bene?- chiese una voce dopo diversi secondi, per essere uno che voleva stare da solo Morishige aveva incontrato molte persone da quando era finito in quel posto…

-Sì, s-sto bene…- disse e cercò di guardare il suo interlocutore, un ragazzo alto con capelli scuri che indossava una camicia bianca e portava sulla spalla una giacca forse violacea, forse rossiccia… era difficile da capire al buio. Il ragazzo sembrava avere i capelli bagnati da un liquido scuro… forse sangue. Stranamente Morishige si sentì nel panico… quel ragazzo non sembrava particolarmente minaccioso o mal intenzionato però si sentiva più a disaggio con lui che con lo spettro dal vestito rosso. Il ragazzo andò verso Morishige, ma camminando si accorse di stare per calpestare un oggetto, lo prese e lo fissò. Morishige si accorse con orrore che si trattava del suo cellulare così scattò in avanti cercando di levarglielo.

-Tranquillo, non sembra essersi rotto.- disse il ragazzo.

-O-ok… grazie.- rispose Morishige riprendendo il telefonino e cercò di andarsene sperando che lo sconosciuto non avesse avuto il tempo di guardare le foto nella galleria rimasta aperta. Perché me ne preoccupo… se pensa che io sia un invasato e cerca di evitarmi, è meglio. Ho una brutta sensazione… Morishige cominciò a camminare per il corridoio abbandonando l’idea di salire le scale. Avrebbe dovuto avvertire l’altro ragazzo dell’olio sulle scale? Forse… ma sentì dei passi dietro di lui, si voltò e vide di nuovo quel ragazzo, lo stava seguendo? No… forse sono solo paranoico, siamo in un corridoio, probabilmente andiamo nella stessa direzione. Se provo a prenderne un’altra dovrei togliermelo di torno… Così fece retro front, ma non sentì i passi allontanarsi, sembravano sempre alla stessa distanza. Si voltò di nuovo e lui era ancora dietro.

-Comunque riguardo alla foto… è opera tua?- disse lievemente incuriosito l’altro.

-Non capisco di cosa tu stia parlando.- disse Morishige cercando di risultare il più calmo e rilassato possibile.

-Sai, penso che potremmo essere fatti della stessa pasta.- ribattè lo sconosciuto sorridendo tranquillamente.

-Ripeto, non capisco di cosa tu stia parlando!- Anche lui scatta foto ai cadaveri? O fa anche altro…? In ogni caso devo seminarlo. Se non fosse stato tanto a disagio gli sarebbe venuto quasi da ridere riguardo alla propria ipocrisia. Quel tizio poteva non essere tanto diverso da lui, si stava comportando come le ragazzine delle medie che aveva precedentemente incontrato che lo avevano scambiato per un pervertito. A proposito, si era ricordato di essere stato molto divertito dalla reazione di quelle due… se voleva seminare il suo inseguitore era meglio limitarsi ad accelerare il passo senza mettersi a correre, lui l’avrebbe probabilmente scambiato per un invito a inseguirlo.

-Mi chiamo Kizami e sono uno studente della Byakudan…- disse Kizami, Morishige non si voltò e continuò a camminare. Non glielo avevo chiesto… mi sta proprio seguendo. Se lo ignoro dovrebbe stancarsi, giusto? Il ragazzino cercò di mantenere la calma, ma continuò ad accelerare cominciando a respirare rumorosamente anche per lo stress. -Sembri stanco, respiri in modo affannato.- osservò divertito Kizami. Forse devo sembrare più tranquillo e naturale… Così Morishige cercò di camminare e respirare normalmente… Però così mi cammina direttamente a fianco! Sembrava sempre più agitato. Quando la smette? Si chiese preoccupato. -Senti, hai forse una sorellina?- chiese curioso Kizami, Morishige pensò di non rispondergli poi però si chiese: Non è che se continuo ad ignorarlo si arrabbia? C’è sempre la possibilità che sia stato lui ad uccidermi, non dovrei farlo arrabbiare… Però, non voglio dargli troppa confidenza. Alla fine si limitò a fare di no con la testa. -Capisco… quindi suo fratello non sei tu…- Il fratello di chi? Sentendo quella risposta a Morishige vennero in mente Mochida e sua sorella, forse Satoshi si era distratto, la sorellina si era persa e Kizami l’aveva trovata?

-Hai per caso trovato una ragazzina vestita di blu, con un cerchietto in testa ed i capelli castani e corti?- domandò.

-Sì, aveva proprio questo aspetto, conosci suo fratello?- Il tono di Kizami non sembrava particolarmente apprensivo, Morishige annuì. -Mi sono separato da lei poco fa, se vuoi possiamo andare dove l’ho vista l’ultima volta.- rispose Kizami.

-Io in realtà avrei qualcun altro da cercare...- rispose lui. Ho davvero intenzione di lasciare la sorellina di un mio amico con uno sconosciuto poco rassicurante? Sempre che sia ancora viva… Forse è meglio accertarsene, se fosse morta Mochida non se lo perdonerebbe mai, comunque credo che sia meglio riportargli il cadavere. Forse mi sto agitando troppo, magari questo ragazzo non ha nulla di strano ed a Yuka non è successo niente. Sì, però lui sembra interessato ai cadaveri… ma lo sono anche io… dovrei dargli… il beneficio del dubbio? Alcuni sono convinti che sia spontaneo andare d’accordo con persone potenzialmente simili… beh a quanto pare non funziona! Kizami nel frattempo lo osservava perplesso, quel ragazzino occhialuto se ne stava zitto da un po’, sembrava avere la testa da qualche altra parte. -Ripensandoci, ok… andiamo dove l’hai vista l’ultima volta.- così Morishige cominciò a seguirlo. Perché lo sto seguendo? lo volevo evitare a qualunque costo…

-Chi stai cercando?- domandò Kizami dopo diversi minuti di silenzio imbarazzante.

-I miei compagni di classe.- rispose schivo Morishige. Non voglio parlargli di Mayu e spero proprio che lei non l’abbia incontrato.

-Ah… un gruppo di stupidi che non si rende conto delle tue vere intenzioni, dei tuoi veri interessi e del fatto che stai solo facendo finta di interessarti ai loro problemi…- in realtà non sembrava una risposta, era quasi un sussurro, sembrava più che altro che volesse parlare fra sé e sé. Forse non dovrei giudicarlo male per questa frase, potrebbe semplicemente sentirsi frustrato. Purtroppo non si può mai conoscere sul serio una persona, neanche Mayu mi conosce sul serio, o perlomeno non per come sono ora… -Sto cercando anche la mia sorellina, in realtà l’avevo trovata poi l’ho ripersa. È stata molto disubbidiente, tutto questo non sarebbe successo se si fosse comportata come si deve.- …Poverino? Non sembra preoccupato in realtà, sembra indifferente… forse addirittura arrabbiato…

-Forse dovresti andare a cercarla, ci penserò io a Yuka.- Sembra un ottimo escamotage per liberarsene…

-No, è la mia sorellina ed è mio dovere occuparmene.- Si riferiva a Yuka? No, non ho sentito male… -Forse sarei dovuto essere più paziente, le avrei dovuto dare più tempo per abituarsi a me invece di chiederle subito se saremmo andati a vivere insieme. Beh, non sarebbe successo nulla se lei non avesse cercato di andarsene, però potrei proprio aver esagerato, del resto quando da piccolo desideravo avere una sorellina il mio scopo primario non era ucciderla... Ah eccoci arrivati.- il ragazzo aveva parlato a ruota libera, quasi come volesse suscitare una reazione nell’ascoltatore, come se cercasse di conoscerlo meglio. Erano arrivati di fronte a una stanza. Ecco cosa succede quando decidi di dare il beneficio a qualcuno di sospetto… se voglio trovare Mayu senza farle correre ulteriori rischi non posso assolutamente permettermi di portarmelo dietro. Devo trovare un modo per scappare, ma quale? ...potrei entrare in quella stanza, tenermi vicino più vicino possibile alla porta e sperare che lui si allontani più dentro la stanza per poi andarmene chiudendo la porta per fargli perdere tempo e non fargli vedere dove vado?... non suona bene come piano… ma non ho tempo per pensarci e l’idea di rimanere solo con lui dentro una stanza non mi piace affatto. I due entrarono, Kizami si allontanò.

-No, a quanto pare non è venuta a vedere se ero ancora svenuto… Eh eh… Che stupido a pensarlo, non capisco cosa mi sia saltato in mente…- cominciò a dire adirato il ragazzo. Morishige invece fece come pianificato. Dentro la stanza aveva notato delle corde, ma non voleva sapere se le aveva portate Kizami e a cosa gli erano servite o servivano. Meglio entrare temporaneamente in una classe e nascondersi, se cerco di scappare attraverso il corridoio non avrò abbastanza tempo per seminarlo. Pensò dirigendosi dentro una classe, una volta entrato si diresse verso i banchi infondo all’aula. Vicino ad uno di questi c’era il corpo di una ragazzina, era diviso in due… Morishige per un attimo sentì l’impulso di tirare fuori il cellulare. Sakutaro, ma che fai?! La tua priorità in questo momento è nasconderti! Si ordinò mentalmente. Decise di nascondersi sotto uno dei banchi più vicino al muro che si affacciava verso il corridoio e si coprì con il cadavere della ragazza in caso Kizami fosse passato a controllarlo. Il suo piano era nascondersi e sperare di poter sentire i passi di Kizami che si allontanava abbastanza da sperare di non essere seguito una volta uscito dal suo nascondiglio. In quella scuola quasi non c’era un’anima viva e stando molto attenti si potevano sentire senza difficoltà i passi nei corridoi. Kizami entrò, probabilmente aveva sentito Morishige chiudere la porta di quella classe. Morishige cercò di stare immobile, era terrorizzato dall’idea che lo uccidesse, ma cercò di tranquillizzarsi distraendosi con il cattivo odore del cadavere. Dopo aver dato una veloce occhiata alla classe ed essere passato tra i banchi sbattendo la mano con forza su alcuni di questi, Kizami se ne andò in fretta lasciando la porta socchiusa. Morishige lo sentì aprire un’altra porta, probabilmente voleva controllare anche la classe accanto.

-La ringrazio signorina, è stato un piacere fare la sua conoscenza.- sussurrò il ragazzo alzandosi riferendosi al cadavere. Poi sentì di nuovo l’impulso di fotografarla. No! No! E poi no! Sei riuscito a ottenere un’occasione per scappare, non puoi perdere tempo in questo modo! E così al malincuore il ragazzo se ne andò cercando di non fare rumore.

Morishige era convinto di averlo finalmente seminato, così si mise seduto a terra e cercò di riprendere fiato, ma fu incuriosito da dei rumori provenienti dalla parte più oscura del corridoio e strisciando si avvicinò per controllare.

-Ora tu ti potrai finalmente riposare, tu potrai raggiungere il tuo amichetto e nessuno di voi due potrà più scocciarmi… HAAHAA- disse una voce femminile con tono isterico e affannato, anche da là, Morishige non riusciva a vedere molto se non tre sagome, due spalmate contro il pavimento di cui una più piccola ed una in piedi. -Diciamoci la verità, chi mai potrà sentire la mancanza di una bambina viziata e di un rompiscatole che non distingue un cadavere da una persona viva? Nessuno! Siete due persone inutili! Inutili e incapaci, non sapete fare nulla a parte scocciare gli altri!- Morishige si strinse più che poteva al muro sperando di non essere visto, non voleva tornare indietro rischiando di rincontrare Kizami, ma nonostante la figura in piedi sembrasse di piccola statura di certo non era in buono stato mentale e c’erano buone possibilità che fosse stata lei a sbarazzarsi delle altre due sagome distese quindi era meglio non cercare lo scontro. -N-nnn-nnnaa…- singhiozzò la ragazza avvicinandosi alla figura più piccola. -Naana, Naana, Naana perdonami! Perdonami, io non volevo ucciderla!- si chinò piangendo sulla piccola. -È  che lei era già insopportabile per conto suo, poi è arrivato anche questo idiota che voleva che salvassimo il suo amico morto! Io non li ho retti più così… c-così… maledetta! Maledetta!- disse calciando il piccolo corpo e gesticolando con qualcosa in mano, poi si avvicinò all’altro corpo. -HAAHAAA! Ma la colpa è anche tua, forse anche tutta! Cretino! Se una persona perde troppo sangue, poi non si muove più, non gli senti più né il cuore né respiro e diventa pallida e fredda, fidati, è morta! Morta, morta, morta! Non è ancora viva! Idiota! Se non fosse stato per te Chihaya non avrebbe cominciato a piangere alla vista del cadavere, io non sarei impazzita e non l’avrei ammazzata! I suoi orribili strilli… li ho ancora in testa… Naana… tu saresti stata più paziente, non è vero? Perché non eri con me…? Perché Naana?!- sembrò portarsi le mani alla testa e cominciò a sussurrare:- P-perdonami… Chihaya mi perdoni?- il ragazzo era in agitazione, più fissava quelle sagome inermi più sentiva il bisogno di avvicinarsi, ormai sentiva sempre meno di poter controllare il suo corpo. Poi, la ragazza sentendolo strisciare in avanti voltò la testa verso lui che si rassegnò all’idea che l’avesse visto. -C-che c’è la?- urlò e prese il telefono illuminando il ragazzo che si alzò con calma. -Il maniaco a cui facevano ridere quei filmini macabri?- disse lentamente la ragazza, anche il ragazzo l’aveva riconosciuta.

-Hai ancora il coraggio di crederti migliore di me quindi?- Ipocrita… come me, come tutti gli altri del resto. L’oggetto con cui gesticolava la ragazza era un tagliacarte, Morishige non ne era particolarmente spaventato più che altro non capiva come quella ragazzina avesse potuto uccidere due persone tra cui un ragazzo del liceo con quello…

-Bene… un altro essere inutile di cui nessuno sentirà la mancanza…- disse lei puntando il taglia carte nella sua direzione. -E stavolta non farò nulla di male… è legittima difesa… si…- forse al ragazzo conveniva evitare lo scontro, ma non riusciva a riflettere… quei due corpi lo attiravano a loro come la luce attira una falena o, sarebbe meglio dire in questo caso, come dei cadaveri attirano le mosche…

La ragazza gli si scagliò contro e cominciò a colpirlo col tagliacarte, era vero… non era molto pericolosa come arma, ma tagliava provocando molto dolore, se fosse riuscita a tagliargli qualche vena o qualche arteria superficiale come quelle che si trovano nei polsi sarebbe stato un bel problema. Morishige non riusciva proprio a togliersela di dosso, prima provò a spingerla via, ma lei gli fece togliere le mani graffiandole con la sua arma e gli morse il braccio. Non gli aveva fatto male, ma lo aveva fatto spazientire. Dopo diversi tentativi riuscì a prenderle l’arma e con essa la colpì al gola… la ragazzina cadde lentamente a terra… era stato come quando si sente una mosca ronzare e si cerca inizialmente di ignorarla poi non se ne può più e la zittisce per sempre uccidendola… o forse no? Era una scena così irreale… l’aveva sul serio uccisa? Il ragazzo le prese l’id e lesse il suo nome: -Nari Amatoya… Nari… Nari?- disse inizialmente con tono monocorde mentre scuoteva il corpicino. -N-nari! Nari svegliati!- la sua voce prese una piega isterica, ma dopo poco si fermò. È inutile… le hai tagliato la gola... Come potrebbe mai svegliarsi? Rimase fermo a fissarla incredulo per un po’…

-B-beh… è semplicemente l-legittima difesa, lei avrebbe fatto lo stesso. Del resto era un’assassina e… e ha avuto proprio ciò che si meritava.- disse balbettando con voce rotta e tirò fuori il cellulare per scattare foto come al suo solito e fingere che fosse tutto a posto, ma non si sentiva tranquillo e qualcuno lo stava osservando o perlomeno la sua impressione era questa.

“Lasciala in pace, poverina…” disse una voce femminile e familiare di cui non si capiva la provenienza. Morishige cominciò a sudare freddo e a guardarsi in torno nervosamente, qualunque cosa avesse sentito sperava di essersi sbagliato, avrebbe dato qualunque cosa per essersi sbagliato...

“Poverina, non dovevi farlo. Lei era solo spaventata da te e da ciò che aveva fatto prima che arrivassi” singhiozzò la voce.

-Mayu?- sussurrò nel panico il ragazzo.

“Mettila accanto alla sua amica, sarà più felice, d’accordo? Metti anche lui vicino al suo amico, è nell’angolo a destra, sono sicura che ti sarà grato…” il ragazzo dopo un primo momento di paralisi cominciò a correre avanti e indietro per il corridoio illuminando ogni angolo con il cellulare sperando di, o forse temendo di trovarla.

-Mayu! Mayu! Dove sei?! Non è come pensi, non avevo altra scelta. M-mi dispiace, ma non avevo altra scelta! Lei mi avrebbe ucciso! Ti prego esci fuori!- singhiozzò istericamente, lei non era da nessuna parte, non riusciva a trovarla. Sperava di essersi sbagliato e che quelle voci che aveva sentito fossero solo un’illusione, l’ultima cosa che avrebbe mai voluto era che proprio Mayu l’avesse visto uccidere una ragazzina, non avrebbe saputo come affrontarla. Devo stare calmo… non ho sentito dei passi, no? Se lei fosse davvero stata qui l’avrei sentita andarsene via o l’avrei trovata. Era solo un monito della mia mente. Se lei mi vedesse uccidere qualcuno o anche solo fotografarne il cadavere cosa accadrebbe? Sarebbe un disastro… scapperebbe via, non si fiderebbe più… Devo smetterla! Il ragazzo prese dei respiri profondi cercando di calmarsi. Doveva per forza essersi trattato di uno scherzo della sua mente… che altre spiegazioni c’erano? Era forse morta e quello che aveva sentito era il suo spirito? Non può essere morta, non può essere morta, non può essere morta. Cominciò a ripetere nella sua testa come un mantra. Si alzò e passo oltre i tre cadaveri. Indietro da Kizami non ci voleva tornare e dopo tutto il rumore che aveva fatto sperava vivamente che lui non l’avesse sentito. Vide un altro cadavere dietro l’angolo ma evitò di fissarlo, in realtà non era affatto sicuro di riuscire a non scattare altre foto, ma voleva farcela per più tempo che poteva. Si girò un attimo verso il corpo Nari. Ormai quel che fatto è fatto… e comunque… non avevo altra scelta, niente di personale, sul serio… Si girò e continuò per la sua strada, ma sentì dei passi proprio davanti a lui. No! Basta persone! Ricordò una porta nelle vicinanze del corpo di Nari così tornò indietro sperando di potersi nascondere dentro quella stanza per un po’.

-Uhm… Quindi volevi uccidere qualcuno senza di me?- chiese Kizami messo lì ad aspettarlo a braccia conserte. -Due bambine e un ragazzo… Uhm? Ohkawa… in realtà lui lo volevo uccidere io…- E cosa hai intenzione di fare ora? Uccidermi perché ti ho rubato la preda?!

 

Note: (i tagliacarte sono armi di distruzione di massa!!)

-questo capitolo è diviso in due parti e questa e la prima.

 Riferimenti al gioco

-alcuni dialoghi iniziali tra Morishige e Kizami sono ripresi dal loro breve incontro(senza pedinamenti) del secondo capitolo extra di blood covered.

-Sachiko costringe Morishige ad aspettare dei minuti perché non potendo fare in modo che incontri Kizami come in blood covered dopo l’inseguimento ai danni di Yuka che scappa spaventata perché ha visto Morishige fotografare il cadavere di Mitsuki(che qui invece è rimasta in vita) vuole fare in modo che i due si scontrino in un altro modo e per questo deve aspettare un po’ prima che Kizami passi di li.

In book of shadows ci sono diversi resoconti di vittime che impazziscono e uccidono gli amici, ma questo nei fatti non è mai successo ai personaggi che vengono visti in vita. No, Kizami è pazzo di suo, quindi non vale... Quando in book of shadows ho visto comparire Nari e Chihaya e ho visto come non andavano d’accordo, ho pensato che Nari avrebbe ucciso Chihaya… no, non è successo e a dire la verità mi è piaciuto come è andata a finire, ma mi è rimasta in mente questa cosa… e Ohkawa ci è andato di mezzo perché… perché sì.

Comunque quando ho iniziato questa storia pensavo di aggiornare normalmente ma, prima c’è stata una pausa, poi essendo d’esami ho avuto un anno infernale e pochissimo tempo libero (ne sono uscita stanca morta), poi il wifi e il computer hanno deciso di suicidarsi e infine ci sono stati i malori estivi(anche mentre studiavo per gli esami), seriamente chi ha detto che se nasci d’estate tolleri meglio il caldo? Comunque mi scuso (anche se francamente non penso che possa fregare a qualcuno) spero di poter aggiornare normalmente. Se volete recensire mi fa molto piacere. Visto che c’ero ho ricontrollato il primo capitolo, ma mi sono limitata a correggere e cambiare qualche dialogo.(a chi importa?)     

  
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