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Autore: Vivy_chan    06/10/2016    1 recensioni
Dal primo capitolo:
Si ergeva vittorioso sopra quei cadaveri ammucchiati.
Rideva sguaiatamente.
Fiamme alte si ergevano potenti bruciando tutto ciò che trovavano.
La distruzione era ormai padrona di quel luogo dimenticato da Dio.
E lui rideva.
Si sentiva invincibile, potente.
La brezza leggera gli scompigliava i capelli arancioni, portando con sè odore di sangue.
Nulla poteva più contro di lui.
Genere: Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hichigo, Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Aprì a fatica gli occhi. Una luce abbagliante lo costrinse a chiudere le palpebre. Questo giochetto di aprire e chiudere gli occhi continuò per qualche altro minuto, fino a che non si fu abituato alla luminosità dell'ambiente.
"Finalmente ti sei ripreso"
Si girò di scatto verso la direzione dalla quale era provenita la voce e mise a fuoco la figura di un essere uguale a lui, ma tutto bianco.
"Dove sono?" ringhiò il ragazzo.
"Nella tua coscienza" sghignazzò l'altro, cominciando a fluttuare in aria.
"E il vecchio Zangetsu?"
"E chi lo sa"
"Come chi lo sa?" sbottò Ichigo, afferrandolo per la collottola.
"Ehi, calma i bollenti spiriti. Se non lo so, non lo so" ghignò quello liberandosi dalla presa ferrea dell' arancione.
"Stupido hollow inutile" borbottò il ragazzo, infossando le mani nelle tasche dei jeans, rendendosi conto solo ora di come era vestito.
"Ma dov'è la mia Zampakunto?" chiese, mentre si guardava intorno.
"Non ne ho idea" rispose Hichigo continuando a svolazzare qua e là.
"Hollow schifoso" urlò Ichigo gettandosi addosso al suo hollow.
"Idiota levati di dosso" gridò di rimando l'altro, cominciando a tirare pugni e calci per allontanare l'aggressore. Poi il suo volto si illuminò.
"Ichigo..." sussurrò Hichigo con aria furba "Ti ricordo che io ho questa" continuò estraendo la Zangetsu bianca e mostrandogliela.
L'arancione osservò per qualche secondo la lama lucente e poi si scostò dall' hollow, borbottando frasi incomprensibili.
"Bene" sghignazzò l'albino con un sorrisetto fiero.
"Adesso mi dici che ci faccio qui? E non mi rispondere con un non lo so" lo fulminò il ragazzo.
"Beh... probabilmente sei stato proprio tu a volerlo" disse l'hollow con fare annoiato e riprendendo a fluttuare a mezz'aria.
"Perchè io vorrei mai vederti?" chiese l'altro.
"Forse..." ghignò avvicinandosi pericolosamente al viso di Ichigo "dentro di te hai paura di me e automaticamente il tuo subconscio sta cercando di farti parlare con il sottoscritto per provare a farmi cambiare idea sul prendere possesso del tuo corpo"
"Non dire stronzate" urlò l'arancione "Io non ho di certo paura di te"
"E allora mi sai dire perchè sei qui?" ridacchiò Hichigo, che vedendo l'espressione smarrita sul volto dell'altro, allargò il ghigno.
"Comunque adesso ho capito una cosa" disse l'arancione dopo qualche minuto di silenzio.
"E cioè?" L'hollow lo osservò mentre camminava tranquillamente, girato di spalle.
"Ho capito che..." arrestò la sua camminata "...ti devo fermare" proferì voltandosi.
"E come pensi di fare?" shignazzò l'hollow, avvicinandosi a Ichigo. "Qui...Non hai una spada..." gli fece notare, toccandogli le mani.
"Non hai poteri..." gli sfiorò l'addome, coperto dalla maglia.
"E..." gli poggiò l'indice sulla parte sinistra del petto "Non hai fiducia in te stesso"
"Io ho fiducia in me stesso" ringhiò l'arancione, scostando il dito dal suo petto.
"Beh, si come vuoi. Ma resta comunque il problema che non sai come sconfiggermi"
"Senza la tua Zangetsu sei inutile. Sei alla mia completa mercé" disse l'albino, prendendo la spada bianca. Ichigo cominciò a indietreggiare.
" Mi basta fare...così" continuò, mentre conficcava la lama nello stomaco dell'arancione, che iniziò a gridare.
"E così tu non ti vuoi sottomettere, eh?" mormorò all'orecchio dell'altro per farsi sentire. Hichigo estresse la zampakunto macchiata di sangue con un colpo secco.
"Ricorda..."
La vista dello shinigami si annebbiò.
"Prima o poi, il cavallo prenderà il posto del re"
E detto questo Ichigo chiuse gli occhi, lasciando spazio solo al buio più nero.


"Ichigo tutto okay?"
La voce calda e risoluta di Chad gli invase i timpani. Si mise in ascolto e avvertì il fruscio delle foglie e i respiri di altre persone che molto probabilmente erano riunite attorno a lui. Aprì lentamente gli occhi, mettendo a fuoco, non senza fatica, le figure di Chad, Rukia, Inoue e Ishida. Si guardò intorno stancamente e riconobbe il cortile della sua scuola.
"Cosa...cosa è successo?" chiese con tono debole.
"Sei improvvisamente svenuto" spiegò Ishida. I suoi occhi emanavano freddezza, come al solito, ma Ichigo riuscì a scorgere all'interno una leggera sfumatura di preoccupazione.
"Kurosaki-kun sei sicuro che vada tutto bene?" squittì Inoue.
"Si non ti preoccupare" Guardò un attimo tutti i suoi amici "Credo che sia per il fatto che in questi giorni non sto mangiando molto" mentì. Non li voleva far preoccupare. E per questo era pronto pure a mentire.
"Tsk. Che stupido" commentò il quincy.
Ichigo ignorò deliberatamente quel commento. Si alzò con fatica, prese la borsa da studio ed entrò dentro l'edificio, lasciandosi dietro espressioni confuse.


Percorse velocemente il corridoio, scontrandosi con alcuni studenti che passavano per di lì.
"Ichigo!" Una voce femminile lo chiamò. Non si girò e continuò a muovere meccanicamente le gambe.
"Ichigo!" lo richiamò la stessa voce, questa volta però, con una punta di rabbia. Ichigo alzò gli occhi al cielo e accelerò il passo, sperando di seminare la persona che gli stava alle calcagna. Scese febbrilmente le gradinate, facendo un salto dal quarto scalino. Subitò si lanciò in una corsa appena accennata. Per quanto tenesse a lei, non gli andava di parlare con nessuno e pregò che lei lo capisse. Ma a quanto pare non fu così, dato il rumore di passi dietro di lui, che non accennava a diminuire la velocità.
"Ichigo! Fermati subito!" urlò rabbiosa la voce di qualche minuto prima.
Il ragazzo si trovò costretto a fermare la sua corsa. Prese grandi respiri, nell'attesa che la persona che lo stava seguendo, si avvicinasse. Nel suo campo visivo comparse Rukia, con tanto di capelli spettinati, guance arrossate, mani sui fianchi e gambe divaricate. E soprattutto sul suo volto aleggiava un' espressione furiosa. Anzi dire furiosa era un eufemismo.
"Cosa c'è?" chiese lui, voltando il viso da un' altra parte per non incrociare i suoi occhi blu.
"Lo sai bene cosa voglio"
"Non ho idea di cosa tu stia parlando" rispose Ichigo, riprendendo a camminare. Solo allora si accorse di dove si trovassero: la sponda del fiume distava a pochi passi da loro.
Rukia lo raggiunse, affiancandolo.
"Cosa è successo? Prima di svenire hai detto io non mi sottometterò mai a te. A chi ti riferivi?" spiegò la corvina, spazientita.
"Chissà se Yuzu e Karin sono già a casa" mormorò il ragazzo fra sè e sè, ignorandola. Sapeva che stava mettendo a dura prova la  pazienza della shinigami, ma non voleva far preoccupare nessun altro, nè tantomeno creare scompiglio nella Soul Society.
"Ichigo?"
"Ah dobbiamo davvero fare tantissimi compiti"
"Ichigo?!"
"Cosa potrei cucinare? Forse il piatto preferito di Karin"
Scese un silenzio vuoto e tentacolare, scandito solo dal rumore dei loro passi che battevano sul cemento.
Improvvisamente Ichigo si ritrovò a terra, steso, con il fianco che gli pulsava dal dolore e la vista che si tingeva di puntini rossi e neri.
"Ma sei scema?!" sbraitò il ragazzo in direzione di Rukia, la quale, prontamente, lo bloccò al suolo sedendosi a cavalcioni su di lui, con le mani ferme sul petto e artigliate alla maglietta. Nessuno dei due fece caso alla posizione compromettente, pensavano solo a sfidarsi con gli sguardi.
La corvina gli mollò un pugno sulla guancia.
"Ahi prima il calcio e ora il pugno?!" si lamentò Ichigo portando una mano sul punto leso, che doleva come non mai. Fitte fastidiose gli arrivavano constantemente alle gengive corrispondenti alla guancia colpita.
"Non me ne frega niente! Dimmi cosa è successo" urlò Rukia aumentando la presa sulla maglia di Ichigo.
"C'entra il tuo hollow, non è così?" gli chiese lei, notando lo sguardo assente di lui.
Di nuovo scese quel silenzio vuoto e opprimente.
"Cosa ti ha detto? Guarda che a me puoi dirlo Ichigo, ti posso aiutare" mormorò la corvina, con un sorriso dolce e rassicurante.
Il ragazzo se la scostò bruscamente di dosso, si rialzò, spolverò i pantaloni ormai sporchi, caricò la borsa in spalla e riprese a camminare, dando le spalle a Rukia.
"Non c'è niente che tu possa fare" sbottò lui, fermandosi.
"È solo una questione tra me e quel decelebrato del mio hollow. Nessuno può aiutarmi" aggiunse, incamminandosi per la stradina secondaria che portava verso casa sua.
"Nessuno" sussurrò.
Lasciò, così, Rukia. Seduta scompostamente per terra e con lo sguardo confuso.


"Yuzu! Karin!" urlò Ichigo, una volta aver spalancato la porta di casa e buttato la borsa lì vicino. Non udì nessuna riposta. Non dovevano essere ancora tornate. Si lanciò su per le scale e entrò in camera sua. Si stendette sul letto di peso, con la faccia rivolta verso il materasso. Lasciò sfuggire alla sua bocca un sospiro. Un sospiro frustrato. Un sospiro rassegnato. Un sospiro colmo di solitudine.
 Solitudine... Una semplice parola che può cambiare il tuo modo di vedere le cose. Dieci lettere che sconvolgono la tua vita perfetta in meno di un secondo. Anche lui era solo. Maledettamente e completamente solo. Nessuno poteva aiutarlo. Solo, era solo nel combattere quella folle battaglia.
"Sono solo" mormorò a fior di labbra. Volse il viso di lato, verso la parete. Le ombre scure che si andavano allungando su per i muri, come se volessero raggiungere il soffitto.
"Solo." L'aria nella stanza che sembrava appesantirsi e la luce che diminuiva, fino a far rimanere la camera al buio.
"Hai me" una voce candida, gli sfiorò dolcemente i timpani. Si issò sulle braccia e girò la testa nella direzione della porta. Una figura evanescente e leggermente luminosa, che riconobbe come quella di Yuzu, sostava sorridente sullo stipite della porta.
"Yuzu" la chiamò stancamente Ichigo. "Sei tornata. Karin dov'è?"
Yuzu si avvicinò al fratello e si sedette accanto a lui, sul letto.
"Fratellone non ti preoccupare, ci sono io con te" bisbigliò la bionda, intersecando le braccia all'addome di Ichigo. Il ragazzo ricambiò l'abbraccio e sorrise.
"Yuzu"
"Che c'è fratellone?" chiese la sorella alzando il capo e mostrando il volto, fino ad allora infossato nella maglia del fratello. Ichigo urlò, allontanando la sorella da sè. Si spinse contro il muro, spingendo con le gambe, nel tentativo di fuggire da quella cosa che sembrava essere la sua adorata sorellina. Yuzu lo guardava perplessa, con gli occhi completamente neri e un ghigno orribile stampato in volto.
"Fratellone cosa c'è?" richiese la ragazzina, mentre iniziava ad avvicinarsi. Ichigo si schiacciò al muro. Goccioline di sudore gli percorrevano lentamente i tratti somatici, ora contratti in un'espressione spaventata. Sentiva il contatto freddo del muro contro la schiena.
"Oni-chan?" Yuzu era a qualche centimetro da lei,  sussurrava il suo nome con enfasi e inaspettata freddezza. Il volto grazioso di lei, ora pallido e marcio, si piegava in un'espressione oscenamente inquietante.
"Fratellone" sussurrò la sorellina a un palmo dal suo naso.
"Allontanati mostro!" Ichigo urlava e si schiacciava contro il muro.
"Fratellone!" continuava a chiamarlo la voce, preoccupata.
"Oni-chan" urlò Yuzu, mentre calde perle salate inondavano il suo volto.
Ichigo incontrò di sfuggita due occhi castani. Scacciò di nuovo la sorella, che aveva preso a scuoterlo all'impazzata.
"Fratellone riprenditi!"
"Che succede?" Urlò Rukia entrando nella stanza. Yuzu era chinata su Ichigo che si muoveva in preda alle convulsioni.
"Tu chi sei?" chiese la sorellina, voltando per un attimo il viso nella direzione della corvina, che si era fiondata sul ragazzo.
"Un'amica" rispose velocemente Rukia "Cos' ha?" richiese, poi.
"Oni-chan è impazzito" gridò Yuzu con voce mal ferma.
"Vai a prendere un secchio d'acqua gelata" ordinò la ragazza all'indirizzo della sorella, che senza aspettare altro si fiondò giù per le scale.
"Ichigo! Ichigo! Riprenditi!" sbottò Rukia, schiaffeggiando il volto del ragazzo.
Yuzu ritornò qualche secondo dopo con una bacinella piena d'acqua. La shinigami l'afferrò malamente e la rovesciò sul corpo del ragazzo, sotto gli occhi allibiti della bambina.
Ichigo sgranò gli occhi, per quanto potesse, e cominciò a sputacchiare acqua. Rukia e Yuzu tirarono un sospiro di sollievo. Il ragazzo respirava affannosamente, abbassando ed alzando il petto freneticamente. La gola e il petto gli bruciavano.
"Yuzu" Urlò. La sorella si avvicinò a lui: "Si fratellone?"
Il ragazzo rimase interdetto quando incontrò due iridi castane "Yuzu tu non sei...?"
"Ecco qui" Rukia gli porse un asciugamano, che l'arancione prese. Se lo strofinò sul viso mentre l'odore di detersivo gli pungeva le narici.
"Yuzu forse è meglio se andiamo di sotto. Lasciamo riprendere Ichigo" La invitò Rukia, passando un braccio attorno alle spalle minute della bionda. Yuzu annuì e si lasciò pilotare verso la porta. Prima di uscire Rukia lanciò ad Ichigo un'occhiata che lasciava intendere un "Più tardi faremo un bella chiaccherata."
E così Ichigo rimase solo, la mente offuscata e le braccia mollemente cadute sui fianchi.



Angolo autrice

Eccomi qui! Dopo un mese! Non mi uccidete, vi prego. Sono stata sommersa dagli impegni e ho davvero avuto poco tempo per aggiornare! :( Mi dispiace davvero tanto! Spero vivamente che questo capitolo vi sia piaciuto. Per farmi perdonare, questa volta il capitolo è più lungo degli altri <3 Ah, ho deciso che aggiornerò una volta al mese, in modo da riuscire a gestire meglio il tutto. Alla prossima!
 
   
 
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