Note: spero non sia una schifezza, ma tanto uscirà fuori una schifezza alla fine, me lo sento :(



II.


«Fare il pendolare mi ucciderà.» è il primo pensiero di Dean appena apre gli occhi. Una vocina nella sua testa gli dice che morirà prima per altri motivi, come per esempio prendersi qualche malattia strana, dato il suo comportamento promiscuo. Si scrolla senza troppa gentilezza l'uomo che ha addosso e corre in bagno, è già in ritardo. Arriva al binario che il treno è già lì e si insulta mentalmente e pesantemente perché lo sa benissimo che non troverà mai un posto libero.

Sale e guarda male tutti, persino la vecchietta che gli sorride gentilmente. 'Signora, non sono neanche le otto del mattino, per cosa sorride? Mi sveli il suo segreto!' Ma la signora è ovviamente seduta e anche Dean sorriderebbe se lo fosse. Forse non un vero sorriso, certo, ma pur sempre qualcosa di più cordiale della smorfia che ha in faccia adesso.

Nota, con grande sorpresa, un posto vuoto. Un sorriso di trionfo gli incurva le labbra finché non vede il ragazzo di ieri seduto davanti. Mentre alza gli occhi al cielo, una ragazzina scatta e sta per sedersi. Il moro – con voce profonda – si scusa con lei: quel posto è occupato. Dopodiché il suo sguardo cade su Dean, gli fa segno di avvicinarsi e gli mostra il posto. Dean si sorprende.
«Ed io che pensavo fossi un coglione.»

L'uomo inclina leggermente gli angoli della bocca all'insù.
«Vorrei scusarmi per il mio comportamento di ieri. Non è stato educato da parte mia.»
Dean sorride. Sta quasi diventando di buonumore.
«Non preoccuparti, amico. L'idea di passare due ore in piedi a respirare l'ascella di qualcuno non rende educato nessuno.»
Lo vede annuire con il capo e tirare fuori lo stesso libro di ieri. Dean sbircia un pochino, dopodiché anche lui prende il suo libro. Passano il tempo in silenzio, immersi nella lettura.

Scendendo, Dean si rende conto che se si curasse un po' di più potrebbe essere molto affascinante.
«Comunque grazie, per il posto dico.»
Il moro lo guarda impassibile.
«Era il minimo.»
Si salutano e iniziano a camminare nella stessa situazione.
«Questo è imbarazzante.»
«Perché?»
«Ci siamo appena salutati e andiamo nella stessa direzione, non pensi sia imbarazzante?»
«No.»
Dean apre bocca per poi richiuderla. Scoppia a ridere divertito.

«Da quanto tempo fai il pendolare?»
«Da cinque anni. E tu?»
«Sei un veterano! Io soltanto da due. Metto soldi da parte per un posto più comodo qui in città.»
«Non mi piacerebbe vivere qui. È tutto troppo caotico.»
«Sembri proprio il tipo che ama la tranquillità e il silenzio.»
L'uomo annuisce. Salgono le scale insieme, in un silenzio quasi imbarazzante.

«Credo che le nostre strade si dividano qui.»
«Ti lascio proseguire allora.»
Dean si vede porgere la mano e, sorpreso, la stringe.
«Ci vediamo domani, 7:39.»
«Questa volta non ti ruberò il posto.»
L'uomo ride, e Dean non può fare a meno di notare quanto sia bella la sua risata.  


 

Note: credo proprio che manterrò i capitoli corti corti, come fossero flashfic, anche perché a dire la verità scrivo il tutto proprio mentre sono sul treno ahah (quale modo migliore per sfruttare quel tempo se non pensare a questi due?) ringrazio tutti per aver letto e soprattutto chi recensisce, grazie grazie grazie, continuate a farlo ❀❀❀