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Autore: Annoiata    08/05/2009    3 recensioni
Kazuya si girò, come gli aveva detto il padre. Davanti a lui c'era un vetro trasparente, che dava su una stanza dalle pareti completamente bianche. C'era poca luce. -Guarda bene, Kazuya...- disse sottovoce Heihachi. -Guarda e stupisciti- Kazuya si appoggiò al vetro, cercando di intravedere quello che c'era dentro. Nella stanza si accesero delle potentissime luci al neon, che costrinsero Kazuya a chiudere per un attimo gli occhi. Quando però li riaprì, ciò che vide nella camera, lo lasciò sconcertato.
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Heihachi Mishima, Jun Kazama, Kazuya Mishima
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutte! Devo dire che questa storia sta riscuotendo un discreto successo... Spero però che qualcun altro si accorga... bhe, si accorga che almeno esiste XD! Vorrei ringraziare tantissimissimissimo Elilly, che mi sta incoraggiando davvero molto, Nefari, che segue la fanfiction su tekken girls, e Silver Princess che sembra una vera esperta del mondo di tekken! Continua a seguire la mia ff, io leggerò alcune delle tue^^ ne hai scritte su tekken 5? Ah, e poi un piccolo grz anche a gurnie!

Capitolo 3

Il livello cinque. Mai, da quando Kazuya era stato alla Mishima Zaibatsu l’aveva mai visto. Pensandoci bene, fin qui la cosa poteva essere normale, da lui ci si aspettava che fosse solito passare il tempo ad allenarsi piuttosto che in quegli angusti laboratori. Il problema era che Kazuya nei laboratori della Zaibatsu c’era stato eccome. Li aveva girati quasi tutti quando era affascinato dal gene Devil. L’aveva voluto studiare a fondo, anche a costo di fare esperimenti  su se stesso. Ma non gli importava. Avrebbe riso in faccia alla morte pur di comprendere a fondo i segreti di quel misterioso gene. E lo faceva, sfidava il dolore, se ne infischiava delle cicatrici e delle ferite, delle scariche elettriche, dei prelievi di sangue, faceva tutto questo sperando si capirci qualcosa in più. A Kazuya non piaceva restare nell’ombra. Non era come suo figlio Jin, che cercava di liberarsi del demone. Lui l’aveva studiato, capito, compreso finalmente… ed era riuscito ad utilizzarlo a suo piacimento. Gli esperimenti non avevano dato molti risultati. Avevano solo saputo spiegare che il gene Devil non aveva nulla di umano. Non assomigliava a nessuna materia presente in natura, non era nemmeno dello stesso tessuto degli organi umani. Sembrava provenisse da un altro mondo. Inoltre emanava un’energia terribile. Un’energia negativa, a parere degli scienziati, qualcosa che a malapena poteva essere contenuta dentro qualcosa. Aveva l’instabilità di una bomba. Eppure Kazuya lo portava tranquillamente in corpo. Forse il gene Devil aveva bisogno di un essere umano per vivere e svilupparsi, come aveva fatto con Kazuya. Era contenuto nel suo corpo da quando aveva cinque anni ma si era manifestata solo molto tempo dopo... Magari era successo così anche agli altri portatori del gene…

Ad ogni modo, Kazuya non aveva tempo da perdere con tutte quelle spiegazioni. Non gli avevano dato nessuna risposta, solo altre domande. Per questo aveva deciso di scoprire i segreti del gene da solo. Ormai sapeva utilizzarlo bene e riusciva a  trasformasi in Devil ogni volta che ne aveva bisogno. Si avvicinò al portone del livello cinque, affiancando così suo padre.

-Cosa c’è dietro questa porta?- chiese. Per la verità era quasi più che un sussurro, una domanda che non avrebbe avuto risposta, detta più a se stesso piuttosto che rivolta al padre. Voleva davvero saperlo. Nulla in vita sua l’aveva incuriosito più di questo. E per di più era un quesito di cui solo Heihachi conosceva la risposta. Non avrebbe mai pensato che una cosa posta dal padre avrebbe potuto interessargli a tal punto.

Heihachi sentì quello che aveva detto Kazuya, ma non rispose.

Dal canto suo era già in trepidazione. Sapeva di aver incuriosito per bene il figlio. Era sempre stato un bambino curioso, Kazuya. Fin troppo per i suoi gusti. Ma in quel momento quel sentimento infantile gli faceva comodo ora più che mai. L’avrebbe sfruttato fino a quando non avrebbe ottenuto dal figlio ciò che voleva. Passò le ruvide mani sulla scritta “level” in rilievo, poi scese giù con l’indice percorrendo il freddo metallo. Premette il numero cinque, che si rivelò essere un tasto per aprire quel misterioso portone.

Assieme, affiancati, entrarono nei meandri del fantomatico livello 5.

Mi scuso perchè questo capitolo è un po' cortino, ma l'ho diviso in due parti perchè era molto lungo! Quando scrivo non mi so fermare... Aspettate il prossimo^^
  
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