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Autore: Elsinor    08/10/2016    6 recensioni
La vita non ti sorride quando sei un Magonò, e il giovane e irriverente Silas lo sa bene, tra Burrobirre, lavori ingrati ed elfi domestici più ricchi di te. Ma se sei un Magonò e ti ritrovi con il soffio di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato sul collo?
È ora di scoprire cosa si può fare senza magia e cosa si può fare con, cosa si può fare da soli e cosa si può fare insieme a qualcuno, specie se quel qualcuno è un mago brillante e vanitoso come Alec Kingsman.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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«Sentiamo, grand'uomo, che vorresti fare?»
Alec mi squadrò freddamente: «Non devo neanche alzarmi in piedi per rivoltarti come i calzini che non hai.»
«Mi piacerebbe vederti provare!»
«M-mh?» inclinò la testa e mi fece un altro sorriso spiacevole.

Nella breve pausa in cui ci guardammo fissi Ratbert squittì tre volte. Aveva trovato l'Avversaspecchio (non so come avesse fatto ad aprire il cassetto in cui era chiuso) e lo teneva tra le zampe anteriori, mordicchiandone i bordi coi denti.

Alec cambiò faccia, corrugando la fronte e contraendo le labbra in una smorfia di disappunto «Allora non è qui che tieni la sfera. È davvero seppellita in quello sputo di giardino qua davanti? Neanche lì Ratbert ha percepito la magia, ma pensavo l'avessi seppellita molto a fondo.»
«La sfera è al sicuro.» dissi, cercando di sembrare sicuro anch'io «Ma magari non mi va di dirti dov'è.»
«Perché? Non ti piaccio?»
«No, neanche un po'.»
Bevve un sorso di whisky «Eppure ti ho aiutato al massimo delle mie forze, finora.»
Lo sapevo che era più falso dell'aspetto di un Molliccio, ma non potei evitare di sentirmi un po' in colpa. Forse perché all'improvviso aveva tirato fuori quell'atteggiamento pacato e innocente. Cercai di enumerare i motivi per cui non mi fidavo, così da ripassarli anche a me stesso:
«Tanto per cominciare, tu conti un sacco di balle...»
«Non dico mai bugie.»
«...perché riesci a rivoltare la verità come ti pare. Ma alla fine è sempre una balla che vendi. In questo somigli proprio a Rita Skeeter...»
«Ma meglio vestito.» precisò con un sorriso tirato.
«E ti tieni stretti i tuoi segreti, anche se ti impicci di quelli degli altri. Ci sono un sacco di cose di te che non so o che non ho capito: che ci facevi di preciso al Ministero, perché ti sei incollato a me, cosa pensi di ottenere...»
«Ma te le ho già dette queste cose. Facevo un'intervista, voglio una storia da scrivere.»
«Ok, chi intervistavi e perché?»
«Un'Auror, per un pezzo sulle streghe coraggiose.»
«Un'Auror chi?»
«Ninfadora Tonks.»
Avevo cercato di fargli domande a raffica per cogliere la più piccola esitazione, ma il bastardo aveva la risposta prontissima. Colse la mia esitazione e aggiunse «Puoi controllare la lista degli Auror del Ministero, se non mi credi. Certo, sarebbe difficile anche per me inventare su due piedi un nome come Ninfadora
«D'accordo, ma io non sono una strega coraggiosa. Ammettilo che questa caccia al tesoro che pensi di stare facendo non c'entra molto col Settimanale delle Streghe
Bevve un altro sorso di whisky «Ho le mie ambizioni.»
Pensai al ragazzino della foto insieme alla zucca, col sorriso studiato e gli occhi pieni di orgoglio e di speranza.
Forse anche Alec ci stava pensando, perché subito dopo aggiunse «Non crederai che il Settimanale delle Streghe fosse il lavoro dei miei sogni, vero? Mi piace fare il giornalista, sì, ma speravo di scrivere altre cose oltre alla lunghezza dei mantelli da giorno e da sera.»
«E speri che questa storia ti porti al Profeta
«Sì, dopodiché potrò fare un simpatico sberleffo a Transfigurazione Oggi che non mi ha voluto.»
Magari mostrarsi vulnerabile era un altro dei suoi trucchi. Oppure il Whisky Incendiario stava facendo effetto. Mi sedetti di nuovo sul bordo del letto, stavolta più vicino alla sua sedia, e mi schiarii la voce «Quindi il tuo sogno era di scrivere di zucche trasformate in carrozze. Be', almeno il Settimanale delle Streghe è divertente.»
«Io ho bisogno di sfide. Di scoperte. Di rischio. Di magia. Non di feste noiose in cui servono Aquaviola in bicchieri piccolissimi e le statue di ghiaccio cantano e tutti fanno a gara a chi è vestito peggio.»
«Ti ci vedo, però.» osservai, pensando tra me e me che avesse una bella faccia tosta a lamentarsi di essere pagato per andare alle feste, e non come me per pulire il casino lasciato dopo. Sempre che avessi ancora quel lavoro.
Lui fece un sorriso per niente allegro e scolò il resto del whisky in un sorso.
«Pensavo davvero di poter ottenere il posto a Trasfigurazione Oggi. Invece hanno preso Quincy e Sherwood» (le sue due coinquiline) «anche se il fatto che abbiano qualche anno più di me significa solo che all'epoca della zucca non erano così speciali. Mi hanno preso solo al Settimanale, per via di quelle quattro stupidaggini che ho imparato grazie alla mia famiglia. Io sono un bravo mago, un ottimo mago. Ma non è mai abbastanza.»
«Magari la magia non è la tua unica dote.» azzardai. «Quando penso a te mi vengono in mente anche altre cose. Tipo che, mh, sei bravo a manipolare le persone...»
«Già, dovevano smistarmi a Serpeverde, vero?» ribatté, con il sarcasmo più acido che gli avessi mai sentito usare. Tra l'altro mi fece anche un po' il verso ripetendo le stesse parole che gli avevo detto al cimitero, se le ricordava benissimo «Spiacente, non sei il primo a pensarla così. Anche per i miei dovevo stare a Serpeverde, solo perché c'erano stati loro. Me l'ha ripetuto un sacco di gente, poi.»
«Ok, non dovevi stare a Serpeverde. Lo sanno tutti che è la Casa degli stronzi. Magari sei un po' stronzo, ma hai un cervello che funziona bene. Funziona a tuo modo, insomma. È quel modo tuo che ti rende speciale, non che sai trasfigurare in cavallo un topo del cazzo.»
Ero diventato il Silente dei poveri, insomma.
Però ad Alec piacqui, almeno mi parve dal sorriso rattesco che mi rivolse dopo, quello in cui ti coccolava con lo sguardo come fossi un pezzo di formaggio. Avvicinò il bicchiere alle labbra un attimo prima di accorgersi che era vuoto, quindi lo appoggiò sul comodino accanto al letto e si protese col busto verso di me.
«Hai finito di farmi il processo?»
Lo chiese tanto soavemente che non capii subito cosa stava dicendo. Accennai al bicchiere vuoto.
«Sì, vuoi ancora?»
«Cosa speri di ottenere tu, cercando di farmi ubriacare? Il problema non è che non ti piaccio, è che -tiro a indovinare- ti è balenato in mente che potrei essere io il mago che temi.»
A quel punto lo avrei apprezzato io un altro goccio di whisky.
«Come hai notato giustamente, non sono stupido» proseguì Alec, un po' meno soave «quindi non vedo perché ti avrei dato l'Avversaspecchio, dato che in quanto tuo nemico ci apparirei dentro in tutto il mio splendore.»
«Me l'hai dato tu, per quanto ne so potresti averlo modificato quanto ti pareva» osservai (nel frattempo avevo bevuto davvero un goccio) «io non so niente di Avversaspecchi, quindi figurati se noterei qualcosa di strano.»
«Non era mio, te l'ha dato Fullerton.»
«Anche la bacchetta non era tua, ma si è magicamente trasformata in stecchino passandoti davanti. E lo specchio l'avevi già preso in prestito da Fullerton.»
«Per la bacchetta te lo concedo, anch'io mi sospetterei» ammise lui «ma Fullerton si sarebbe accorto benissimo che qualcosa non andava nel suo specchio. Mi ha anche accusato di averci lasciato una ditata di burro, cosa ridicola perché non uso mai il burro a colazione. Lascia che te lo dica, stai attribuendo al tuo Mangiamorte (cioè me) un ragionamento inutilmente tortuoso. Perché avrei dovuto fare tutti questi giochetti per fingere di aiutarti?»
«Perché sei un sadico bastardo.» buttai lì.
«Non sono per niente così!» protestò «Al limite sono un pochino vendicativo, ma non sprecherei mai un tale quantitativo di energie, specie se avessi cose più importanti di cui occuparmi, come la rinascita dell'Oscuro Signore. E poi, perdonami...ma per te? Non c'è bisogno di grandi manovre per eliminare un Magonò.»
«Eppure ho incontrato un Mangiamorte e sono ancora vivo» ribattei, sostenuto. Il parlare in prima persona di Alec cominciava a sembrarmi poco divertente «e la ragione per cui continuo a esserlo potrebbe essere proprio quella sfera che insisti tanto ad avere.»
«Già, ma se ci pensi non mi servirebbe recitare tutto questo copione. Mi basterebbe fare così» ed estrasse la bacchetta, puntandomela contro con naturalezza «e pronunciare una Maledizione Imperius. Mi consegneresti la sfera e mi faresti pure l'inchino. Oppure, se fossi davvero un sadico bastardo, userei un Cruciatus e ti convincerei a sputar fuori dove l'hai nascosta. È così che fa un Mangiamorte.»
«Levami la bacchetta di dosso.»
Sorrise.
«Scusa» sollevò la bacchetta e il palmo dell'altra mano, poi rifece sparire la bacchetta sotto la giacca. Cercai di non sembrare troppo maledettamente sollevato «era per farti capire. In effetti anch'io ho appena realizzato quanto deve essere lento questo tipo: forse la bottigliata che ha preso in testa non gli ha fatto un gran bene. O forse è un mago molto debole, o spera di uscirne pulito, o non vuole attirare l'attenzione...»
«Be', la mia morte, un po' come la mia vita, non solleverebbe tutta questa attenzione nel Mondo Magico.»
«In effetti no» convenne Alec senza nessuna delicatezza «ma magari un articolo sui giornali uscirebbe» sorrise «io lo scriverei.»
«Penso sia per questo che mi stai appollaiato sulla spalla come un ratto.»
«Ti sbagli, vorrei davvero tenerti in vita. Mentre sei a casa tua è fin troppo facile attaccarti: sicurezza zero, Babbani storditi...saresti dovuto rimanere a Berkshire House, ieri, ma ovviamente non l'hai fatto perché pensavi volessi ucciderti. Non avrei dovuto lasciarti andare.»
Mugugnai, guardando assente il whisky sciabordare nella bottiglia. Non l'avevo fatto perché pensavo volesse fare anche altro, ma mi guardai bene dal dirlo.
«Prego! Non ringraziarmi per la premura» declamò Alec (volevo proprio dargli la bottiglia in faccia) «tanto se continui a non fidarti non c'è motivo per cui io resti.» raccolse la valigetta e si alzò in piedi. Fece mostra di andarsene, insomma, da perfetta primadonna. Ratbert, dal tavolino della cucina su cui aveva rovesciato la scatola dei corn flakes, si mise sull'attenti, anche se masticava ancora.
Sbuffai. Non mi andava di dire "Aspetta...!" come le Babbane idiote alla tele, così mi alzai anch'io e lo afferrai semplicemente per il braccio, appoggiando la mano nell'incavo del suo gomito.
Si voltò verso di me e facemmo una breve gara a chi produceva l'espressione più sarcastica, poi abbassai lo sguardo sul suo avambraccio. Mi venne l'impulso di sollevargli la manica, così ci provai, ma era troppo stretta. Inaspettatamente, la sua mano mi venne in aiuto e sbottonò il polsino.
Si tirò su la manica con grazia e mi ritrovai a fissare la pelle del suo avambraccio, perfettamente chiara e pulita. Alzammo lo sguardo in contemporanea e gli vidi un'irritante faccia da "te l'avevo detto".
«Sei proprio un coglione.» commentai.
Per tutta risposta si spinse in avanti e mi baciò. Stavolta non me l'aspettavo proprio (dopotutto gli avevo appena dato del coglione) e non feci neanche in tempo a tirarmi indietro. Certo, potevo sempre dargli una spinta sul petto e levarmelo di dosso, però non lo feci. A dire la verità mi baciò con tanto entusiasmo che mi avrebbe sbilanciato se non gli fossi venuto incontro, ma gli venni incontro, e le mani addosso gliele misi per tirarmelo più vicino. Lo presi per il nodo della cravatta, gli scompigliai i capelli sulla nuca e tutto il resto. Sarebbe bastato a fargli saltare la mosca al naso, normalmente, ma stavolta non ci badò. E neppure io badai a niente. È normale essere lusingati quando ti si bacia come se non aspettassi altro da tutta la giornata, o dal giorno prima, quando ti è rimasto il desiderio insoddisfatto. E sto parlando di me.
Aveva ragione (porca vacca) Alec, il problema non era che non mi piaceva. Il problema era che mi piaceva, contro il buonsenso e la volontà, anche troppo.












Angolo dell'autrice: dodici capitoli per arrivarci, ma ce l'hanno fatta! Il piano alcolico di Silas ha funzionato...mh, no, aspetta non era proprio questo l'esito previsto. Vabbè. Se avevate preparato le bandierine SilasxAlec è il momento di sventolarle! Questa ship naviga in un mare burrascoso e nel prossimo capitolo...chissà che succederà! Per scoprirlo seguite (o continuate a seguire) la storia, e se vi va lasciate una recensione!
   
 
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