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Autore: Sbirilla    09/10/2016    3 recensioni
«Severus!»
Lei aveva pronunciato il suo nome come fosse una preghiera. Non una supplica, di quelle ne aveva sentite tante negli ultimi due anni. Si vantava di non aver mai ceduto. Ma questa volta, per la prima volta, qualcuno – lei! – lo stava pregando solo di essere Severus e nessun altro.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Famiglia Malfoy, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Severus tornò in Inghilterra come ubriaco. Niente aveva senso, se non la percezione chiara e distinta che la sua vita stesse per cambiare. Un passo alla volta. Avrebbero fatto le cose con calma, perché non dovevano rischiare di rovinare tutto. Nulla poteva andare storto. Lui ricominciò a lavorare per il Signore Oscuro con una certa precisione. Rientrare nelle sue grazie dopo averlo deluso diverse volte negli ultimi mesi non era facile, ma era necessario. Nessuno avrebbe sospettato il suo imminente abbandono. Si sentiva sereno, tranquillo, fiducioso come non lo era mai stato dopo quel dannato quinto anno a Hogwarts. Lily era veramente sua e questa certezza gli dava la forza di andare avanti contro ogni difficoltà. Stavolta non ci sarebbero state case a dividerli, compagni di scuola a tormentarli, questioni di sangue a metterli uno contro l’altro. Soprattutto, non ci sarebbe stato Potter. Mai più nelle loro vite. Forse lo avrebbero nominato una volta o due, in occasione del divorzio che si annunciava ormai sicuro, ma chissà quanto lontano. Doveva finire la guerra, prima di poter rientrare in Inghilterra. Con un po’ di fortuna, quell’idiota di Potter si sarebbe fatto ammazzare in qualche sua eroica impresa e non avrebbe più costituito un problema.

Per Lily era un po’ più difficile vedere le cose in quel modo. James era pur sempre suo marito, c’era stato qualcosa tra loro due e c’era un motivo se aveva scelto proprio lui. Non poteva certo definirlo un santo, ma era stato un fidanzato affettuoso e un marito affidabile, un amico con cui confidarsi e un alleato prezioso in diverse occasioni. Gli voleva bene, in un modo speciale e unico che non era certo amore ma neanche amicizia. Le piaceva averlo intorno, ridere delle sue battute. Stare con James era semplice, come stare con Severus non lo sarebbe mai stato. Dopo il rientro dall’Italia, la ragazza cominciò a sentirsi ogni giorno più nervosa e irritabile. Parlava poco con entrambi e si sentiva insofferente alle loro richieste di attenzioni e di intimità. Perché non la lasciavano in pace e basta? In fondo non meritava il loro amore e la loro devozione, così totale da infastidirla. James la guardava con l’aria triste e l’espressione di un cucciolo abbandonato dal padrone, Severus manteneva il suo viso e i suoi gesti imperturbabili mentre dentro si sentiva morire. Conosceva abbastanza bene la sua Lily da capire che aveva soltanto bisogno di essere lasciata in pace. Per quanto gli costasse ammetterlo, era evidente che lasciare Potter e cambiare vita fosse molto difficile per lei, e non doveva forzarla in alcun modo. Presto sarebbe stata pronta.

Finché, una decina di giorni dopo essere tornati dalla loro gita romantica, Lily sparì. Non si presentò a Spinner’s End quel lunedì, e neanche il giorno successivo. Per una settimana intera Severus non la vide comparire nel suo salotto nel suo turbinio di ciocche infuocate e abitini a fiori e cominciò a preoccuparsi. Cercava di negarlo a sé stesso, ma il pensiero che fosse successo qualcosa di brutto gli pizzicava fastidiosamente il cuore. Quando i giorni di assenza di Lily divennero dieci non riuscì più a resistere e si materializzò a Godrc’s Hollow, opportunamente nascosto da un incantesimo di Disillusione. Attese ore tra le siepi di casa Potter, osservando l’interno come a voler distruggere quell’intollerabile vita di coppia. Ecco dov’era Lily, intenta a fare la moglie di quello stupido. La vedeva passare davanti alle finestre sbrigando faccende. Gli sembrò che lei avesse un’aria incredibilmente tesa. Doveva essere successo qualcosa. Finalmente nel tardo pomeriggio Lily uscì in giardino per dar da mangiare al gatto. Quella palla di pelo che lo aveva infastidito per tutto il giorno si rendeva infine utile.
«Lily!» quel sussurro basso e grave la fece sussultare. Si voltò lentamente, per non destare sospetti in James che poteva vederla dalla finestra.
«Severus! Perché sei venuto a casa mia?»
«Perché tu non vieni a casa mia da 10 giorni?»
«Non ho potuto. Sai che non devi venire qui»
«E tu sai che non ho paura di Potter. Che succede? Non ti permette di uscire?»
«Ma no, che dici? James non farebbe mai una cosa del genere. Stai esagerando»
James? Non lo chiamava mai per nome davanti a lui. Deglutì, per qualche secondo incapace di parlare. Poi continuò «Lily, se c’è qualcosa che non va devi dirmelo. Ci penso io, ma dimmelo»
«Non devi fare niente, non devi pensare a niente. Va’ via, Severus, ti prego. Verrò da te appena possibile»
«Lily!» la afferrò con un braccio invisibile e la baciò. Lily si girò immediatamente verso la finestra. Doveva essere un’immagine strana, vedere la propria moglie che bacia l’aria. Ma James non era alla finestra. «Dimmi che va tutto bene»
«Va’ via adesso. Verrò da te domani. Va’ via». Lily rientrò in fretta in casa e lui, dopo aver visto la porta della villetta chiudersi alle sue spalle, si smaterializzò. Sarebbe rimasto lì per sempre, anzi, sarebbe entrato in quella casa e avrebbe spaccato la faccia a Potter. Ma Lily gli aveva chiesto di andarsene e lui non era in grado, mai, di disobbedire alla sua volontà.

Attese il giorno successivo in fibrillazione, come un folle, inabile a fare qualsiasi cosa che non fosse fissare il punto del salotto in cui di solito appariva Lily. Lei non apparve, ma intorno alle quattro del pomeriggio sentì bussare alla porta.
«Lily!» quella visione sembrò rincuorarlo di tutti quei giorni di attesa. Era lì, era venuta davvero, andava tutto bene. «Perché non ti sei materializzata?»
«Ero da queste parti…» rispose lei, evasiva. Non lo guardava negli occhi.
Lui le prese le mani, le diede un bacio sulla fronte e sospirò «Va tutto bene Lily, vero? Lo so che è difficile. Ma tu non devi avere paura, se non riesci a parlare con Potter gli parlerò io. Quando saremo pronti ad andare parlerò con lui e metterò le cose in chiaro una volta per tutte. Non potrà farti del male, vedrai»
«James non mi farebbe mai del male!» Di nuovo James. «E non parlerai con lui»
«Va bene. Lo rispetto, è giusto che sia tu a spiegargli la situazione»
«Non gli spiegherò nulla» lei continuava a guardare in basso.
«Vuoi andare via senza dirglielo?»
Finalmente Lily sollevò il viso «Andare dove, Severus? Non andremo da nessuna parte»
«Che vuoi dire?» sentì la terra mancargli sotto i piedi. «Lily andremo via da qui. Ho già fatto delle ricerche sulla comunità magica in Italia, è stato difficile ma ho trovato qualcosa. Quando sarà il momento opportuno andremo via»
«No»
«No? Cosa… che vuol dire no, Lily?»
«Non alzare la voce, adesso. No vuol dire no, non verrò con te Severus. Mi dispiace»
«Ti dispiace? Perché non dovresti venire con me? È per Potter? Dimmi, ti ha detto qualcosa? Ti ha fatto qualcosa? Gli spacco la faccia a quell’idiota!»
«Non farai proprio niente, non siamo più a scuola. James è mio marito, ho fatto una promessa e pronunciato dei voti. Lo hai dimenticato?»
«Mi è sembrato che tu lo avessi dimenticato negli ultimi mesi. Lily che succede? Dieci giorni fa eravamo in Italia, tu volevi stare con me. Che succede?»
«Niente, niente, non è successo niente. Non insistere ti prego. Ho solo cambiato idea, io amo James e non voglio lasciarlo. Mi dispiace»
«Stai mentendo!» Severus urlò, sbattendo una mano sul muro a cui Lily era appoggiata, chiudendola in una morsa forte che non le avrebbe lasciato scampo. «Non lo ami, questa è una bugia»
«No, è la verità. Mi stai spaventando, per favore smettila» Lily cominciò a piangere a dirotto.
«Perché stai piangendo? Perché piangi se stai lasciando uno che non ami?»
«Lasciami andare» lo stava supplicando, ma lui stringeva ancora forte le sue braccia.
«Dimmi cos’è successo, dimmelo!»
Lei lo guardò solo per un attimo, con gli occhi verdi ridotti a due pozze di lacrime, il viso rosso e rigato dal pianto. «Sono incinta» sussurrò pianissimo, rivolgendo di nuovo lo sguardo al pavimento.
La presa di Severus si allentò immediatamente. «Cosa?»
«Sono incinta, Sev. Aspetto un bambino»
Lui deglutì. Gli sembrava così piccola e indifesa, in quel momento. E no, da questa cosa lui non poteva difenderla «Lo so cosa vuol dire. Da quanto?»
«Sono alla quarta settimana»
«Da quando lo sai?»
«Ho avuto il sospetto quando siamo tornati dall’Italia, poi ho fatto il test e sono stata dal medico babbano e al San Mungo»
Da quando siamo tornati dall’Italia. Ecco perché era così nervosa e intrattabile. Doveva essersi consumata nell’incertezza. Lui annuì impercettibilmente, poi la chiamò con un filo di voce «Lily?»
«No Sev» sapeva benissimo quale fosse la domanda, nonostante lui non l’avesse pronunciata. «Il bambino non è tuo. È James il padre»
A Severus mancò il respiro. «Come lo sai?»
«I medici babbani. Loro hanno… degli strumenti molto avanzati, strumenti che noi non conosciamo». Lui la guardò stranito. Lily pregò con tutte le sue forze che non le leggesse la mente, che non scoprisse la sua menzogna. Ma Severus non avrebbe mai potuto usare la legilimanzia in quel momento. Faticava perfino a distinguere il significato di quelle parole, invischiato com’era nella nebbia densa e invalicabile che aveva invaso la sua mente. Si scostò lentamente dal muro e si diresse al tavolo del soggiorno, abbattendosi sul piano di legno con entrambe le braccia, come se non riuscisse a reggersi in piedi da solo.
«Mi dispiace, Sev» lei singhiozzava ancora più forte, ma quel suono arrivò attutito alle sue orecchie. La nebbia si addensava.
A entrambi sembrò che fosse passata un’eternità quando lui lentamente sollevò il capo e, rivolgendosi a lei, mormorò serio «Non importa»
«Cosa?» aveva immaginato migliaia di reazioni, di frasi, di commenti da parte di Severus, ma non quello.
«Non importa» disse ancora, come in trance, avvicinandosi a lei. «Non mi importa che questo bambino sia di Potter. Questo non cambia niente. Andremo in Italia, porterò via sia te che il bambino. Non vi farò mancare nulla, te lo giuro»
«Severus…» lei continuava a piangere e scuoteva leggermente la testa. Non aveva previsto una cosa del genere.
«Sì, sì, posso farlo. Fidati di me. Ti amo, amo anche questo bambino» si sforzò di sorridere, perfino.
«Tu non ami questo bambino, Sev. Non lo amerai. È il figlio di James»
Lui le accarezzò dolcemente una guancia, poi spostò la mano tra i suoi capelli «È anche figlio tuo»
«Sì, ma…»
«Lo so cosa pensi, ma devi fidarti di me. Non sarò come mio padre, te lo prometto. Mi aiuterai tu. Non è vero, Lily? Mi aiuterai? Tu sarai bravissima con questo bambino, e mi aiuterai ad essere un buon padre»
«Oh, tesoro. Non penso questo, assolutamente. Non lo penserei mai. Ma tu non sei suo padre»
«E allora? Neanche lo saprà, il bambino. Non gli diremo che suo padre è Potter, non saprà neanche chi sia. Lo porteremo lontano»
«Non sarebbe giusto, lo sai anche tu»
«Sì che sarebbe giusto. Io non vi farei mancare nulla, vi proteggerei da qualsiasi cosa. Io ti amo più di Potter, e tu lo sai»
«Questa non è una gara, Severus» Lily sospirò. Non smetteva di piangere. «Cosa vuoi che faccia? Che tolga un figlio a suo padre solo per un mio capriccio?»
L’espressione di Severus divenne di nuovo dura «Un capriccio, Lily? Un capriccio? Io sono un tuo capriccio?»
«Non intendevo dire questo»
«E cosa intendevi, cosa?»
«Che è James quello che ho sposato, è James il padre del bambino. Io l’ho scelto!»
«E allora vattene!» Severus urlò con tutto il fiato che aveva in corpo e si voltò, di nuovo appoggiato al tavolo, il respiro affannato e il cuore a pezzi. «Vattene!»
Lei singhiozzò ancora un paio di volte, poi scomparve. I medimaghi le avevano sconsigliato la smaterializzazione in gravidanza, ma in quel momento voleva solo scappare da lì.  
 

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Perdonatemi, perdonatemi, perdonatemi. Questo capitolo mi spezza il cuore, ma era necessario. Non potevo non far nascere Harry Potter, mi capite? Non mi cruciate, vi prego :(
   
 
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