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Autore: Julia_Fred Weasley    09/10/2016    5 recensioni
Un'intera storia che dividerò in piccoli capitoli, ecco un estratto:
- Sei strana, Granger. – constatò, dopo una attenta analisi alla sua figura. Non si permise di farle notare le sue lacrime ancora così evidenti sul viso [...].
- Lo sono sempre per te. – rispose quasi con disprezzo. [...]
- No, Granger, non lo sei mai stata. Ma lo sei ora, in questo periodo. Cos’hai?
Spero piaccia :)
Julia.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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L’amore ha solo un Fiore.

6

 
L'amore non ha un senso
L'amore non ha un nome
L'amore bagna gli occhi
L'amore scalda il cuore
L'amore batte i denti
L'amore non ha ragione

 

Fred con la tracolla in spalla era circondato da ragazzine febbricitanti di desiderio mentre camminava in corridoio. Stava per avere una crisi di esaurimento nel sentire le loro voci così fastidiose che il cervello gli si era completamente bloccato nel vuoto. Voleva provare a togliersele di torno, ma a volte era davvero impossibile.
Quel trambusto con la Umbridge venne raccontato ancora per qualche settimana. Hermione, venne segretamente portata nell'ufficio della professoressa, aspettandosi il peggio. Ma a lei venne servita solo la solita punizione e ora la mano le sanguinava ancora nonostante le continue medicazioni che si era fatta.
Fred non le rivolse più la parola dopo l'accaduto nella stanza, e ognuno sembrò aver ripreso la propria vita. Pensò che per Fred era normale un comportamento del genere, era abituato, forse neanche la considerava sul serio. Lei passò di fronte la scenetta delle trepidanti ragazze di fronte al loro idolo, alzò gli occhi al cielo e con libro alla mano provò una sensazione che non sapeva spiegarsi. In fondo tutto quello che stava accadendo non aveva senso, e sapeva che prima o poi sarebbe passato tutto. Era solo un periodo, come diceva lei.
Fred le mandò uno sguardo di sottecchi, sorridendo malizioso ma non fece altro. Lei si guardò intorno, sentendosi osservata ma cercò di trovare la propria concentrazione osservando bene che nei corridoi non ci fosse di nuovo la Umbridge. Fred sapeva benissimo cosa stava facendo infatti sentì la moneta all'interno della sua tasca infuocarsi, era ora. Si liberò alla svelta delle ragazzine in modo non molto garbato e seguì Hermione anche se a grande distanza. Prima non si rivelò così interessante osservare la ragazza che camminava nei corridoi, ma Fred dovette ammettere a se stesso che lei sapeva come distinguersi.
Forse erano quei strani sentimenti che provava verso di lei a farla risaltare ai suoi occhi, oppure erano i suoi occhi che forse finalmente si erano aperti, e vedere gonne corte e lucidalabbra ora era diventato di meno interesse.

- Cammini veloce, per non essere così alta. - Hermione inarcò un sopracciglio, forse allungò anche leggermente il sorriso per le parole che le erano riferite.

- Mi piace raggiungere in fretta i miei obiettivi a quanto pare. - ma i suoi occhi nella risposta erano rivolti solo al corridoio davanti a lei.

- Bella risposta. - Poi senza difficoltà, si affiancò a lei, formando una strana coppia nei corridoi che man mano stavano andando a sfollarsi.

- Sì, do sempre belle risposte. - si vantò. - Dato che sei lento, forse potresti essere il primo a sfidarmi nella Stanza Delle Necessità.

- Uh, non vedevo l'ora...

- Come immaginavo.

- Ma io avevo in mente una cosa, a dire il vero. - Ecco che Hermione vide il suo sguardo da piano malefico illuminargli il volto.

- Che io non ho intenzione di ascoltare, benissimo! - gli rispose con finto entusiasmo.

- Penso che sia abbastanza allettante da parte di entrambi.

- Oh immagino... – ma l’entusiasmo di Fred scemò quando vide il suo poco interesse nella sua proposta.

Svoltarono l'ultimo corridoio, ora desolato e senza neanche la traccia di Gazza, si infilarono nella Stanza.
La Stanza man mano si riempì di ragazzi e ragazze, discussero sul da farsi, degli incantesimi da provare, se la Umbridge stesse pensando a qualcosa... se avesse capito che erano lì. Ma la situazione tra di loro restò alquanto calma. Purtroppo c'erano molti "non lo so" a popolare la stanza e questa cosa ad Hermione dava su i nervi.
Fred notò anche che si era rifugiata da Ron e Harry. Sì "rifugiare"... come se volesse proprio evitare ogni tentativo di sguardi con lui. Neanche quando prima stavano parlando nei corridoi sembrava restare ligia a mantenere la sua reputazione, chissà perché quando era con lui, nessuno sapeva dov'era, cosa faceva e perché lo faceva. George stava cominciando a preoccuparsi, pensava che volesse intromettersi da Prefetto sotto copertura nei loro affari. Ma Fred la considerò idiota come proposta.
Quella volta nei corridoi, al buio, gli aveva detto che non si sarebbe abbassata a così tanto... e le credeva. Dubitava su un sacco di cose e persone, ma di Hermione mai. E a George l'aveva spiegato. Solo che... non riusciva a capire i suoi atteggiamenti... erano troppo criptici anche per uno come lui.
Ma la cosa che lo crucciava di più, era sapere perché aveva fatto tanto per salvarlo, anche se forse non ne aveva tanto bisogno. Era sicuro che prima o poi gliel'avrebbe detto, ma quella confessione non arrivò mai. E Fred odiava non sapere.
Quando i ragazzi si stavano posizionando ai soliti posti spiegati da Harry, Fred sembrò intromettersi nella routine e si posizionò proprio al centro, tra le due file schierate di studenti che vedevano il duello dei maghi sfidanti. Harry lo guardò con punto interrogativo.

- Chiedi alla tua cara amica... alla Granger. - gli rispose Fred. Harry si guardò spaesato cercando Hermione tra gli studenti. Lei, non pensava che potesse prendere sul serio quello che gli aveva detto. Stava cominciando a provare un leggero imbarazzo. Hermione si fece largo tra gli studenti in visibilio di chiacchiere e scansò con la mano Harry per vedere meglio Fred. - Oh eccoti qua.

- Fred, non dicevo sul serio. Pensavo si fosse capito.

- A me sembrava anche abbastanza allettante la tu proposta Granger. Tanto, cosa ti costerebbe? - gli studenti continuavano a bisbigliare mentre George guardava con un ghigno il fratello, forse poteva avvisarlo del suo piano di mettere in ridicolo la Granger. Ma lo perdonò perché gli stava dando delle belle scene. - Allora... ci sfidiamo, mi batti, e la finiamo qui.

- Non mi pare che tu abbia l'atteggiamento di chi verrà battuto. - disse lei per la prima volta zittendo la Stanza.

- Se non vuoi sfidare la mia bacchetta, non lo saprai mai. – Con un sospiro lasciò perdere il doppio senso, Hermione aveva capito che si stava vendicando. L'aveva importunata molte volte per avere una risposta da quel suo arrivo nell'uffuicio della Umbridge. Lei non gli aveva mai dato risposta, il suo orgoglio ne avrebbe risentito. E poi era anche fin troppo imbarazzante confessare così di punto in bianco un certo peso di emozioni contrastanti.
Hermione voleva solo lasciar perdere tutta quella storia. Sapeva che se si sarebbe sfidata con Fred si sarebbe messa in ridicolo, lui nascondeva cose che potevano essere visibili solo quando queste venivano riferite. Combattere contro qualcuno di cui le intenzioni non si leggevano neanche negli occhi per Hermione era difficile, quasi inconcepibile e assurdo.
Era come non avere neanche un minimo di indizio su un caso. Cosa diamine doveva rispondergli adesso, non voleva battersi con lui, già si sentiva in imbarazzo solo a parlargli. Ora erano anche davanti a molti studenti e non sapeva se sarebbe riuscita a reggere il confronto. Ma arrendersi non era da lei, sarebbe stato inconcepibile anche se lei avrebbe mollato alla sua proposta. Sbuffò, e scosse la testa, sfilando la bacchetta dalla tasca del suo mantello.

- D'accordo, muoviamoci. - disse con disprezzo e rabbia, metterla alle strette di certo non era una cosa che la rendeva felice. I ragazzi eccitati si schierarono perfettamente ai lati del duello. Harry era ancora estraneo a tutto quello che stava succedendo mentre Ron era elettrizzato come gli altri. La situazione che si stava presentando era senz'altro memorabile.

- Ci andrò piano, non preoccuparti Granger. - la guardò malizioso, come se avesse detto qualcosa che solo loro due potevano comprendere.

- Io non ho paura. Osa pure quanto vuoi. - ricambiò lei con soddisfazione. Si sentì un boato di fischi da una parte e molte ovazioni dall'altra. Hermione alzò gli occhi al cielo, nascondendo invece il timore di scontrarsi con lui.
Posizionò come da copione i piedi ben piantati per terra guardando fisso e con determinazione il ragazzo che era a dieci passi da lei. Fred la guardò con la bacchetta davanti a lui, forse mantenuta anche con troppa scioltezza per qualcuno che stava per affrontare un duello.
Era la prima volta che sfidava una ragazza, e non una ragazza qualsiasi, era così strano trovarsi davanti a lei solo per aizzarle un incantesimo. Stava cominciando a sentirsi come se fosse nei panni di un'altra persona. Cosa doveva fare adesso? Doveva pronunciare una formula? Quasi temette per l'orgoglio di lei. Forse per lui, era addirittura strano se a quella sfida avesse vinto.
La guardò ancora, deciso, cominciò a fare un leggero movimento e schiuse le labbra pronunciando nella sua mente un incantesimo che non venne mai pronunciato su di esse. La bacchetta di Hermione volò dalle sue mani, con nota svogliatezza, ma questo non diminuì la sorpresa sul volto degli altri. Hermione alzò un sopracciglio.

- Non ti stai impegnando, questo... è davvero tutto quello che sai fare? - si lamentò insoddisfatta.

- Ti ho battuto Granger, è così il gioco no? - sbuffò Fred. Ne seguì un altro della Granger.

- Sì, se solo ci avessi provato... non mi pare che qui stiamo giocando... ma ci stiamo esercitando, per una futura battaglia mi pare. - lo guardò trasmettendogli tutta la determinazione e la voglia di sfidarlo sul serio. Come se lo stesse incitando con la forza del pensiero.

- Va bene. - digrignò i denti e fece girare la bacchetta tra le dita, pronto a fare sul serio. Anche se non voleva metterla in ridicolo. Diede il tempo alla Granger di prendere la bacchetta e poi attaccò con l'incantesimo. Hermione si stupì di come lui riuscisse a farlo senza pronunciare l'incantesimo, non lo credeva così capace.
Forse questa sua abilità era dovuta ai suoi continui esperimenti, studi e incantesimi che esercitava con i materiali da usare per i suoi scherzi. Hermione alzò la bacchetta e rispose prontamente al suo affondo. Fred le rispose ancora, scambiandosi incantesimi che entrambi continuavano a parare egregiamente. Ron si stupì di vedere suo fratello così agile e pieno di conoscenza, forse lui non conosceva neanche metà degli incantesimi che stava usando. Ma riusciva a vedere come, nonostante l'astio tra i due personaggi sfidanti, c'era qualcosa che rendeva quella scena armoniosa. Come se non si stesse trattando di un duello.
Hermione fu finalmente soddisfatta di aver trovato qualcuno con cui sfidarsi davvero, era così noioso a volte fare solo la maestrina in quella stanza. A volte voleva solo sfogarsi. Entrambi man mano si avvicinarono, forse, per rendere più viva quella "battaglia". Notò alcuni leggeri graffi sul volto di lui, dovuto da alcuni incantesimi e alcuni strappi sul maglione di lei, coperti dai capelli arruffati.
Hermione si fermò quando Fred le puntò con un ghigno ansante la punta della bacchetta alla gola. Lei con lo stesso ghigno, con velocità prese il polso di Fred e poi gli fece volare la bacchetta tra le mani con l'Expelliarmus pronunciato ad alta voce. I due si guardarono mentre respiravano pesantemente incorniciati dagli applausi dei presenti. Quando il ragazzo riprese la bacchetta aggiustò il maglione di lei con qualche movimento di polso, e Hermione gli rimarginò i leggeri graffi.

- Non potevo evitare di sconfiggere anche te.

- Con fatica, Granger. - puntualizzò lui. Ma Hermione si allontanò comunque soddisfatta.


Una volta usciti fuori dalla Stanza delle Necessità, si ripeté la scena che prima era andata in atto nei corridoi. Hermione davanti a lui, salutava alcune ragazze che si complimentarono con lei. Fred azzardò un'alzata d'occhi. George, per la prima volta, lasciò stare il fratello da solo, lo salutò solo quando aveva deciso di andare nelle loro stanze. Sembrava da tutt'alta parte in quel periodo e non riusciva a fare una conversazione sensata con lui. Il gemello, neanche badò di tutta quella libertà, anzi a volte neanche se ne accorgeva, perché era accompagnato dalla persistente idea di pensare a far qualcosa, che gli permettesse di andare avanti col "piano" che aveva indirettamente escogitato. Far parlare la Granger. Quando Hermione si trovò da sola nei corridoi, lui subito si affiancò.

- Oh, brava Granger, come sempre hai sconfitto uno di quei sciocchi ragazzi, dopotutto cosa ci si aspetterebbe da una mente brillante come la tua! - la canzonò.

- Ah, ah, quanto sei divertente.

- Beh, non ho di certo dato tanto per fare quelle mosse, lasciarti vincere è stato abbastanza facile. - rise. Hermione si sentì punta sul vivo.

- Non mi hai lasciato vincere, ti ho sconfitto giustamente. - disse, dubitando di quelle parole.

- Come vuoi. - alzò le spalle.

- Tu, non mi hai lasciato vincere! - lo guardò, come se lo stesse autorizzando a non dire menzogne e a offendere il suo ego, perché era andata così e non doveva andare altrimenti. Nessuna l'aveva battuta, quindi anche quella volta doveva andare così. Non c'erano altre spiegazioni. Non aveva senso che Fred facesse il polso leggero per lasciarla vincere, non ne aveva bisogno. Non poteva essere, punto e basta.

- E chi lo sa, hai visto quello che è accaduto. Non avrei fatto tutto quel teatrino, se non per mostrare un po' di fatica, il mio orgoglio ne avrebbe risentito e non potevo permettere che mi disarmassi con un movimento come con Ron. Ho recitato. Mi sarebbe bastata la tua stessa, se non maggiore, abilità per disarmarti. - mise le mani nelle tasche e continuò a camminare insieme a lei, una lei con le sopracciglia corrucciate.

- Se così fosse, ti dico che non avrebbe senso. Perché lasciare che ti disarmassi? - si arrabbiò.

- Beh, non sono l'unico qui ad avere una reputazione, o sbaglio? - sorrise, quasi cattivo. Forse Fred voleva semplicemente una piccola vendetta per le sue taciute parole. Ma non riusciva a non fermarsi. Sapeva benissimo che stava prendendo una strada sbagliata, ma era profondamente arrabbiato per non ricevere nessuna risposta al suo dubbio.

- Stai dicendo... che hai voluto mantener vivo il mio orgoglio? - domandò sprezzante.

- Ehm, già. - rispose ovvio. - Non penso che tu saresti riuscita a reggere una sconfitta.

- Non sono così debole, Fred! Né così orgogliosa. Mi da più fastidio la tua considerazione nei miei confronti che non fa aver perso in duello contro di te. Almeno avrei perso con uno che ci sapeva fare. Ora, se vuoi scusarmi... - e velocizzò il passo entrando nel quadro e salendo il più veloce possibile le scale, prima che Fred la raggiungesse. Buttò sul pavimento della sua stanza la borsa a tracolla con grande rabbia e poi diede un pugno stizzito al muro. "Che grande testa di...", si ritrovò a pensare. Non voleva essere considerata in questo modo, era una cosa che non sopportava. E men che meno, voleva che lo pensasse lui. Non era così orgogliosa come dicevano, non era così debole, non era così rompiscatole, composta e puntigliosa... a volte non voleva essere così se stessa. Quasi si colpevolizzò per esser fatta così, pensando che era colpa sua, dei suoi atteggiamenti. Si lamentò con rabbia, senza emettere una parola sensata. Girò per la stanza, in quel momento voleva solo picchiare Fred. Quando guardò davanti a se, per non prendere in pieno il mobile col piede, vide il suo riflesso, si scansò subito infastidita dalla sua immagine asciugandosi presto la lacrima che era scesa e andò subito in bagno per cambiarsi.





Nda:
Salve! :)
Spero che il capitolo vi piaccia! :D Ringrazio che tutti quelli che prendono del tempo per seguire la mia storia e recensirla! :3 Spero di rivedervi anche nel prossimo capitolo! Julia :D
  
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