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Autore: Gabry81    10/10/2016    1 recensioni
Sette capitoli per sette anni.
Sette anni per sette momenti.
Sette momenti mai raccontati.
Sette momenti che parlano di Ginny e di Harry. Di come i sentimenti di Ginny si trasformino nel tempo, senza però cambiare nel profondo. Di come Harry, inconsapevolmente, abbia trasformato poco a poco una semplice cotta nell'amore di una vita.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley | Coppie: Harry/Ginny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Ed eccoci di nuovo.

E' passato un anno. E i nostri protagonisti crescono...

Gli ingredienti per il prossimo momento? Timidezza, amiche invadenti e amici immaturi, troppa pioggia, gratitudine... E un famoso biglietto d'auguri canterino di cui avrete già sentito parlare!

Buona Lettura!!! E grazie a chi mi legge!

 

 

 

 

Ginny e Colin rientrarono in sala comune tremando dal freddo. Erano ancora completamente zuppi per l'acquazzone a cui erano stati esposti sugli spalti dello stadio di Quidditch. I capelli di Ginny si erano fastidiosamente saldati al suo viso e Colin lasciava una vera e propria scia d'acqua lungo il tappeto.

< Dove sono tutti? > Chiese Ginny, cercando i loro compagni per la sala comune, non vedendoli.

< Penso che siano di sopra > Rispose Colin < Vado a vedere! Vieni anche tu? >

Ginny annuì, persa nei suoi pensieri. Seguì Colin lungo le scale del dormitorio maschile.

Il ragazzo non si era sbagliato. Tutti, maschi e femmine, erano seduti attorno al piccolo camino della sala. Stavano aspettando loro. Ginny lo capì quando tutti si voltarono e li tempestarono di domande.

< Come sta? >

< Si è svegliato? >

< Si è rotto qualcosa? >

< Ci avete parlato? >

< Davvero la sua scopa si è rotta? >

< Come l'ha presa? >

I due ragazzi rimasero spiazzati dall'assalto di domande.

< Fatemi sedere vicino al fuoco e vi dico tutto! Ora sto congelando! > Esclamò Colin.

Lui e Ginny si fecero strada verso il fuoco. Demelza fece gentilmente spazio sul pavimento e Ginny si sedette accanto all'amica. Tese le mani verso le fiamme, cercando di scaldarsi.

Colin prese a raccontare, ma Ginny non l'ascoltò. Sapeva già tutto.

Ripensò a quella mattina al campo. Quel freddo innaturale e terribile che le era penetrato fino alle ossa. Il campo invaso da una vera orda di dissennatori. Harry che scivolava via dalla scopa e precipitava. Silente che lo portava via in barella, mentre lui si agitava privo di sensi. Non erano immagini facili da dimenticare.

Dopo la partita praticamente tutta la casa di grifondoro aveva assediato l'infermeria per sapere come stava Harry. Ma madama Chips non aveva voluto sentir ragioni e non li aveva fatti entrare, urlando qualcosa a proposito di una mandria di bufali. Solo Ron, Hermione e i compagni di squadra di Harry avevano avuto il permesso di entrare.

Le sue minacce di andare a chiamare il preside e la fame che premeva vista l'ora avevano fatto sfollare la maggior parte delle persone. Assieme a Ginny e a Colin erano rimasti soltanto i compagni di corso di Harry.

Era rimasto anche Cedric Diggory, il cercatore di Tassorosso. Diceva che voleva sapere come stava Harry, e che gli dispiaceva di aver vinto così. Ma alla fine era stato trascinato via da alcuni ragazzi di Tassorosso.

Dopo un po' di tempo erano uscite le tre cacciatrici di grifondoro. Dissero che Harry si era svegliato e che stava bene. A quel punto Colin e gli altri ragazzi si precipitarono dentro. Ginny invece era rimasta bloccata fuori, senza neanche sapere bene il perchè. Voleva da matti vedere Harry. Capire come stava con i suoi occhi. Ma non voleva entrare e farsi vedere preoccupata per Harry dai suoi fratelli. Sarebbe stato troppo imbarazzante. Così aveva atteso fuori, sperando che i suoi fratelli andassero via prima di Colin. Purtroppo fu proprio il suo compagno ad uscire dall'infermeria per primo, e Ginny non aveva potuto fare altro che seguirlo verso la torre, delusa.

< E questo è quanto > Concluse il suo discorso Colin.

< Poverino > Mormorò Maggie, con le mani davanti alla bocca.

< Vi ha detto qualcosa? > Chiese Irine interessata. Colin scosse il capo, ma la domanda della ragazza era rivolta più a Ginny che al ragazzo.

< E tu cosa gli hai detto? > Chiese ancora Irine, stavolta direttamente a Ginny. La ragazza la guardò, irritata per il morboso interesse della sua compagna per qualsiasi cosa potesse trasformarsi in un pettegolezzo.

< Nulla. Non sono entrata > Rispose Ginny piatta.

< Non sei entrata? > Esclamò Irine a bocca aperta. Anche le altre ragazze erano stupite.

< Cioè... Perchè sei rimasta li fuori per due ore bagnata fradicia per poi non entrare? > Chiese Shawn, grattandosi la testa. Dietro di lui Ritchie e Cody si scambiarono uno sguardo. Ginny sentì il primo mormorare al compagno < Ma lui non le piaceva? >

< Non mi andava di entrare > Sbuffò Ginny.

< Non ti andava di entrare? > Strillò Irine < Ma ti sei bevuta il cervello? >

< Non mi sembra! > Rispose Ginny, alzandosi in piedi < Vado a darmi un'asciugata! Non sopporto più questi vestiti! Posso usare il vostro bagno? >

I ragazzi annuirono.

< Grazie! C'è qualcuno che ha voglia di andarmi a prendere dei vestiti di ricambio? >

Demelza annuì alzandosi e Ginny sorrise in ringraziamento. La rossa si diresse verso il bagno ed entrò.

Si spogliò e afferrò il primo asciugamano che le capitò a tiro. Lo sfregò con foga contro il suo corpo, cercando di asciugarsi e scaldarsi. Sentì finalmente il gelo dissiparsi e la sensibilità tornare.

Sentì una serie di voci concitate fuori dalla porta, che si aprì senza preavviso.

< Ma siete matte? > Strillò Ginny, arrossendo furiosamente e coprendosi come poteva con l'asciugamano.

Dentro al bagno erano entrate una Irine a passo di marcia, una Demelza piuttosto rassegnata e una Maggie molto divertita. Guardando oltre le spalle delle amiche, Ginny vide che i ragazzi stavano tenendo lo sguardo fisso nella direzione opposta. Pregò che non avessero visto nulla. Maggie si chiuse la porta alle spalle.

< Noi abbiamo un discorso urgente da fare! > Sbottò Irine, piazzandosi davanti all'amica.

< Talmente urgente da non darmi nemmeno il tempo di vestirmi? >

< Secondo Irine si... > Borbottò Demelza, appoggiando i vestiti di ricambio di Ginny sul mobiletto del bagno.

Ginny si avvolse l'asciugamano attorno al corpo e incrociò le braccia.

< Dunque? > Disse piccata.

< A te piace davvero Harry Potter? > Chiese Irine, senza giri di parole. Ginny arrossì ancora.

< Ecco... Io... Insomma... > Balbettò lei.

< Si o no? >

< Oh va bene! Si mi piace! Mi piace un sacco! Ma lui non mi vede nemmeno... Sembro invisibile per lui > Mormorò Ginny, affranta, pensando a tutte le volte in cui lo aveva incrociato nei corridoi o in sala comune. Tutte le volte in cui i suoi cenni e i suoi sguardi non erano stati ricambiati.

< E' proprio questo il punto! > S'infervorò ancora di più Irine < Non puoi lasciarti sfuggire questa occasione! >

< Quale occasione? >

< Lui in infermeria, da solo, triste e abbattuto... > Elencò Maggie < Fai qualcosa che lo faccia sentire meglio! Di certo non lo ignorerà! >

Ginny si trovò a riflettere. Avevano ragione. Harry non avrebbe potuto ignorare il fatto che lei si preoccupava per lui. Che desiderasse farlo stare meglio.

< Cosa devo fare? > Chiese alle amiche.

< Questo sta a te! > Esclamò Irine, soddisfatta di aver convinto l'amica < Noi la nostra parte l'abbiamo fatta! Andiamo ragazze! >

Lei e Maggie uscirono dal bagno.

< Tu cosa ne pensi? > Chiese Ginny a Demelza, mordendosi il labbro.

< Penso che se Harry ti piace davvero e lui non ti nota, dovresti almeno fare un tentativo per farti notare. Se per te è così importante... > Disse lei, incoraggiante.

Ginny annuì.

< Farò del mio meglio! >

< Non ho dubbi! > Rispose Demelza, uscendo anche lei dal bagno.

 

 

 

Ginny aveva lavorato al suo regalo per Harry tutto il fine settimana. Alla fine era molto soddisfatta.

Il biglietto di auguri che aveva creato era piuttosto semplice. Niente cuori o frasi sdolcinate, non gli pareva il caso. Si era limitata a scrivere alcune semplici frasi di augurio, e ad incantarlo perchè cantasse quando si apriva.

Quella era stata la parte più complicata. Ginny ci aveva messo un giorno intero per fare correttamente l'incantesimo. Ma adesso il biglietto cantava una leggera canzone, che parlava di amicizia e affetto che aiutano a superare le difficoltà. Era riuscita persino a darle una voce simile alla sua. Di questo Ginny era molto soddisfatta.

< Devi darglielo adesso! > Esclamò Maggie a colazione lunedì mattina.

< Adesso? > Chiese Ginny in ansia, rimanendo con la cucchiaiata di cereali a mezz'aria.

< Si adesso! Subito dopo colazione > Intervenne Irine < E' lunedì e abbiamo un'ora buca adesso. In giro ci saremo soltanto noi e i tassorosso del secondo anno. Tutti gli altri saranno a lezione. Quale momento migliore per un po' di intimità? >

Sola con Harry in infermeria? Ginny si sentiva arrossire al solo pensiero. Però pensò anche che era sicuramente la situazione migliore in cui dargli il suo biglietto. Però gli serviva più tempo, per farsi coraggio.

< Potrei anche darglielo oggi pomeriggio... Dopo le lezioni... > Provò.

< Ho sentito dire da tuo fratello agli altri del terzo anno che Harry sta molto meglio e domani quasi sicuramente tornerà a lezione... > Intervenne Demelza < Se vuoi farlo, devi farlo ora! >

Ginny deglutì. Poi si fece coraggio e si alzò.

< Quindi... Vado! > Disse incerta, avviandosi verso l'uscita. Fece appena qualche passo che le sue amiche la raggiunsero.

< Sostegno morale! > Esclamò Maggie. Le quattro ragazze si infilarono in mezzo a tutti gli studenti che premevano per uscire dalla sala. Ma, invece che dirigersi alle aule, presero la scalinata che portava all'infermeria. Ginny era assorta nel trovare le parole giuste da usare per parlare ad Harry e non si accorse di essere arrivata finchè non si trovò la porta davanti.

< Forza Ginny! Siamo tutte con te! > Incoraggiò Demelza.

< Verrete dentro con me? > Chiese Ginny, non sapendo bene se sperare che la risposta fosse si o no.

< Certo che no! Avrai il tuo Harry tutto per te! > Disse Irine, maliziosa. Ginny fece per ribattere, ma prima che se ne rendesse conto Demelza aveva aperto la porta e Maggie e Irine l'avevano spinta dentro. Sentì la porta dell'infermeria chiudersi alle sue spalle.

Rimase bloccata a fissare l'interno della stanza. Tutte le parole che aveva pensato di dire erano sparite dalla sua mente. I piedi non sembravano volerne sapere di muoversi.

Respirò a fondo. Non era nulla di cui preoccuparsi. Harry avrebbe sicuramente apprezzato il pensiero. Magari anche qualcosa di più... Ginny ci sperava davvero. Doveva solo evitare di fare o dire cose imbarazzanti.

Fece qualche passo verso il centro della sala, superando le tende che nascondevano i letti alla vista. Non vide subito Harry. Tutti i letti le sembravano uguali. Ma poi individuò una colonna di scatole di dolci appoggiata su un mobiletto vicino ad uno dei letti. Vide anche un paio di gambe sotto al lenzuolo di quel particolare letto, e poi una testa mora disordinata fece capolino oltre la pila di dolciumi, guardando chi fosse entrato.

Ginny si sentì arrossire non appena i suoi occhi incontrarono quelli verdi del ragazzo e le labbra di Harry formarono un piccolo sorriso sorpreso.

< Ciao Ginny! > Esclamò lui, gentile.

< Ciao > Pigolò Ginny, a voce piccola piccola.

< Non hai lezione? Che ore sono? > Chiese Harry cercando l'orologio.

< Ho un'ora buca adesso... > Sussurrò Ginny. Mentalmente si maledisse. Che cosa stava facendo? Stava rovinando tutto!

< Come stai? > Chiese al ragazzo, cercando di essere più sicura.

< Bene! Grazie > Gli sorrise cortese, e la sicurezza di Ginny vacillò ancora < Secondo me sono perfettamente in grado di andare a lezione. Ma madama Chips mi vuole tenere qui fino a domani! Sai che noia stare seduto qui da solo! L'unica cosa che ho da fare è scartare questi. Ne vuoi uno? >

Prese una scatola nuova di zuccotti al cioccolato e la aprì, offrendola a Ginny. La ragazza ne prese uno con le dita che le tremavano appena.

< Grazie > Mormorò < Chi ti ha portato tutta questa roba? >

< Praticamente tutta la casa di grifondoro si è presentata qui con un dolce > Disse Harry, guardando la montagna di scatole leggermente nauseato < Non so se pensano che mi nutra solo di questo... Pensa che buona parte l'ho già fatta fuori assieme a tuo fratello! >

Ginny guardò la montagna di dolci. Erano proprio uno più delizioso dell'altro. Però forse, come diceva Harry, erano decisamente troppi per una persona sola.

< Ne vuoi prendere un po' Ginny? Non fare complimenti! > Disse Harry, quasi speranzoso.

< Beh... Se non li mangi tutti.. > Fece Ginny. Harry prese alcuni sacchetti di caramelle e le disse di aprire la cartella.

Un minuto dopo la cartella di Ginny era piena fino a scoppiare di dolci, caramelle e cioccolatini. Ginny non riuscì nemmeno a sollevarla.

< Ma è roba tua... > Protestò imbarazzata.

< Io non posso mangiare tutto questo zucchero! Mi sta venendo il diabete solo a starci vicino > Ribattè Harry. Ginny non riuscì a rispondere, impegnata com'era a trascinare il suo zaino e a cercare di chiuderlo.

Osservò il biglietto d'auguri che stringeva ancora tra le mani. Ora o mai più!

< Harry > Disse voltandosi, in un tono molto più serio di quello che volesse. Harry la guardò stupito.

< Si? > Chiese, leggermente preoccupato.

< Ero venuta per darti questo! Spero che ti piaccia > Rispose Ginny, cercando di fare una voce più dolce di prima. Tese impacciata il braccio e gli porse il biglietto, arrossendo furiosamente.

Harry guardò il biglietto con una strana espressione, prima di prenderlo dalle mani della ragazza. Lo guardò attentamente, ed un sorriso comparve sul volto del ragazzo.

< Grazie Ginny > Disse gentilmente. Ginny arrossì ancora di più ed abbassò lo sguardo. Ma sul suo volto comparve un sorrisetto.

Gli era piaciuto! Aveva apprezzato il suo regalo! E sicuramente gli sarebbe piaciuto di più quando lo avrebbe aperto e avrebbe letto la sua dedica e avrebbe sentito la canzone!

Le sue speranze andarono in frantumi quando una voce acutissima e stridula, e non la voce dolce e gentile che aveva sentito quando provava, si diffuse per la stanza. Ginny si coprì istintivamente le orecchie. Alzò lo sguardo e vide Harry richiudere il biglietto di scatto, allibito.

< Ehm... > Mormorò imbarazzato, voltandosi per guardare Ginny. Ma la ragazza era già corsa via, vergognandosi terribilmente di quello che era appena successo. Uscì dall'infermeria e si chiuse la porta alle spalle.

< Allora? > Chiese Irine, speranzosa.

La risposta arrivò da dentro l'infermeria, dove la voce agghiacciante del suo biglietto aveva ricominciato a cantare a squarciagola. Ginny non proferì parola e corse via.

 

 

 

Ginny cancellò con rabbia, e per l'ennesima volta, una frase dal suo tema. Si sentiva isterica. Quella giornata era stata orribile.

Dopo la sua terribile figuraccia con Harry non aveva più avuto pace. Come prima cosa, al momento di andare a lezione, si rese conto di aver lasciato lo zaino in infermeria. Ginny si sentiva morire al solo pensiero di dover rientrare in quel posto, e Demelza fu abbastanza comprensiva da andare lei al suo posto.

A pranzo Ginny aveva scoperto che la notizia del biglietto canterino si era diffusa per tutto il castello, e non era stato difficile per molti capire chi fosse stato a regalarlo ad Harry. Come se non bastasse, aveva dovuto affrontare una doppia ora di pozioni con i serpeverde quel pomeriggio. Quelle serpi non smisero un momento di fare battutine a proposito del biglietto, e fu solo grazie a Maggie che le tenne il braccio fermo che Ginny non gli lanciò contro un vaso di vetro.

Adesso era seduta ad un tavolo in sala comune con i suoi compagni. Tutti i dolci che le aveva dato Harry erano sparsi sul tavolo. Ginny sperava che il complicato tema di trasfigurazione e le bocche piene di cioccolato e caramelle impedissero ai suoi compagni di tornare sull'argomento.

< Oh andiamo! Un biglietto che canta! Ma come ti è venuto in mente? >

Ovviamente era una speranza vana...

< Volete darci un taglio e lasciarla stare? > Sbottò Demelza.

< Oppure potremmo affrontare l'argomento una volta per tutte! > Fece Irine < Dovevi per forza aggiungere quell'incantesimo? >

< Mi sembrava un'idea carina! > Si difese Ginny.

< Ma a quale ragazzo piacerebbe mai un biglietto che canta? > Chiese Cody.

< Così non aiuti! > Lo rimproverò Colin < Non lo ascoltare Ginny! Harry avrà capito che non volevi fare quello che è venuto fuori! Avrà apprezzato comunque! >

< Ma se lo abbiamo visto schiacciare quel biglietto sotto alla cesta della frutta per farlo tacere! > Intervenne Shawn.

< Ma non lo deve per forza sapere! > Gli ringhiò contro Colin.

< Ma se lo sa tutta la scuola! > Esclamò Ritchie. Ginny avrebbe tanto voluto mettersi a piangere. O prenderli a schiaffi. Una delle due.

< La volete finire? > Chiese irata.

< Lasciali perdere! > Le disse Demelza comprensiva < Secondo me ha ragione Colin. Avrà apprezzato il gesto >

Ginny vide Cody chinarsi verso Shawn e sussurrare qualcosa che somigliava a “Come ha apprezzato il San Valentino musicale”. Shawn ridacchiò.

Quello fu troppo per Ginny. Si sentì umiliata e derisa dai suoi stessi amici. Gli angoli dei suoi occhi pizzicarono fastidiosamente. Si alzò di scatto, prese la sua roba e si diresse ad un altro tavolo.

< Ecco! Soddisfatti ora? > Sentì le voci arrabbiate di Colin e Demelza. Non riuscì a distinguere la risposta di Shawn, ma non le importava. Se quelli erano i suoi amici, tanto valeva stare da sola.

Si sedette all'unico tavolo vuoto che trovò, dando le spalle ai suoi compagni. Aprì il libro di trasfigurazione e riprese a fare il tema.

Pensò che quei ragazzi erano degli idioti. Se solo avessero immaginato cosa provava lei... Ma sarebbe toccata anche a loro prima o poi. Pensò che si sarebbero rimangiati quelle battutine quando sarebbero stati loro a soffrire. Gliele avrebbe fatte rimangiare lei.

Dopo qualche istante Ginny si rese conto di stare scrivendo i suoi pensieri sul tema al posto delle definizioni di trasfigurazione. Con un ringhio furibondo, le cancellò con tanta foga che la penna squarciò la pergamena.

< Ehm... Se mi avvicino non faccio la fine di quel foglio vero? > Chiese una voce incerta.

Ginny sussultò e si girò.

< Harry! Mi hai spaventata! >

< Scusami... > Disse lui < Come mai ti sei seduta qui da sola? Prima ti ho vista la con i tuoi compagni >

Ginny arrossì. L'aveva vista discutere con i ragazzi. Aveva sentito tutto.

< Quanto hai sentito? > Chiese pianissimo, abbassando lo sguardo dalla vergogna e dall'imbarazzo.

< Sentito cosa? E' successo qualcosa? > Chiese Harry preoccupato. Ginny alzò lo sguardo e lo vide sedersi accanto a lei. Sembrava non avere idea di cosa fosse successo.

< I ragazzi mi prendevano in giro. E io non ce l'ho più fatta ad ascoltarli e sono andata via > Disse tutto d'un fiato.

Si rese conto un istante dopo di aver detto quello che le era successo ad Harry. Era imbarazzata, ma allo stesso tempo più leggera. Dire ad Harry cosa la faceva stare male l'aiutava a sentirsi meglio. Non sapeva nemmeno lei il perchè.

< Per caso... Ti prendevano in giro per questo? > Chiese Harry, estraendo parzialmente il suo biglietto di auguri dalla tasca del mantello.

Ginny si stupì di vederlo. Pensava quasi che Harry lo avesse buttato via, o che lo avesse lasciato in infermeria. Invece se l'era portato dietro e lo teneva in tasca. Nella tasca del mantello, sopra al cuore.

Un momento! Fermi tutti... Teneva il suo biglietto di auguri in tasca sopra il cuore?

Ginny fermò i suoi film mentali prima che potessero iniziare. Ero ovvio che lo tenesse li. Quella era l'unica tasca abbastanza grande da contenerlo nella divisa.

Però se lo era portato dietro. Quindi un minimo significato ce lo aveva per lui.

Harry dovette interpretare il suo silenzio come una conferma alla sua domanda, perchè parlò ancora.

< Lasciali perdere. A me è piaciuto il tuo biglietto >

< Da-Davvero? > Boccheggiò Ginny, stupefatta.

< Davvero > Confermò Harry, ignorando palesemente il rossore che era tornato a colorare le guance di Ginny < E' stato un bel pensiero! >

Ginny abbassò lo sguardo e mormorò qualcosa come “Non è venuto come volevo!”.

< Lo sospettavo... Ma è stato comunque un bel pensiero. Grazie Ginny > Disse lui, sincero.

< N-Non c'è d-di che... > Balbettò Ginny, in preda al rossore, non riuscendo ad alzare lo sguardo e guardare il ragazzo.

Un silenzio molto imbarazzato cadde tra di loro. Ginny si urlava dentro la testa di dirgli qualcosa. Di trattenerlo li, ora che finalmente gli stava parlando. Ma non sapeva cosa dire di abbastanza interessante da farlo restare. Sapeva che si sarebbe alzato da un momento all'altro.

< Compiti di trasfigurazione? > Chiese Harry, guardando quello che avrebbe dovuto essere il suo tema.

< Si > Mormorò Ginny, accettando quel banale discorso.

< Complicati? >

< Un vero e proprio macello! La trasfigurazione animale è un caos! Non ci capisco nulla e non sono in vena di studiare > Sbuffò Ginny. Non aveva per nulla voglia di passare tutta la sera a scrivere quel tema.

< Me lo ricordo l'anno scorso! > Fece Harry, comprensivo < Trasfigurazione è stata un vero trauma! Non che quest'anno sia stata tanto meglio... Ora che ci penso, è stata un trauma anche al primo anno! >

< Cioè sempre? > Ridacchiò Ginny, senza riuscire a trattenersi.

< Si esatto > Rispose Harry. Si stava guardando intorno, come per cercare qualcuno. Poi si voltò di nuovo verso Ginny e si abbassò verso di lei.

Alla ragazza si mozzò il respiro nel trovarsi così vicino a lui. Avevano praticamente i viso uno accanto all'altro.

< Ginny... Accetteresti un piccolo gesto di gratitudine per il tuo pensiero di oggi? > Le sussurrò all'orecchio. Ginny non aveva la minima idea di cosa intendesse, e non riusciva a formulare un pensiero a riguardo. Annuì appena, incapace di proferir parola.

Harry si guardò ancora attorno, furtivo. Poi prese da sotto il mantello un piccolo rotolo di pergamena e lo porse alla ragazza. Ginny lo prese e lo aprì incerta, restando a bocca aperta.

< Ma... Questo è... >

< Il tema di Hermione sulla trasfigurazione animale > Confermò Harry, con un ghigno < Un dieci assicurato! Solo non farti scoprire! Se Hermione viene a sapere che te l'ho dato ci fa la pelle ad entrambi >

Ginny non sapeva cosa dire. Forse poteva sembrare poco, ma Harry gli aveva appena risparmiato una sera intera a fondersi il cervello sul libro di trasfigurazione. E per Ginny non c'era regalo più bello in quel momento.

< Non dovevi Harry... > Disse, riconoscente e imbarazzata.

< Non dovevo fare cosa? Io non so di cosa tu stia parlando! > Fece Harry, con una finta faccia confusa, alzandosi in piedi < Nascondilo! Sta arrivando! >

Ginny nascose immediatamente il rotolo di pergamena sotto al tavolo, mentre Harry si dirigeva verso Hermione. Il ragazzo la intercettò, e tatticamente la condusse nel punto più lontano della sala comune.

“Grazie Harry” Pensò Ginny, sperando che quella si rivelasse essere solo la prima di tante volte in cui sarebbero stati insieme, anche solo a parlare.

Ginny si concentrò sul tema di trasfigurazione, ma non potè iniziarlo.

Non prima di aver raccontato a Demelza, Maggie e Irine cosa si fossero detti lei ed Harry, ovviamente!

  
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