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Autore: Blackpanter    09/05/2009    2 recensioni
«Io sono James Potter» si presentò il ragazzo con i capelli neri e gli occhiali. «Io sono Sirius Black» aveva i capelli neri e gli occhi penetranti. «Io sono Remus Lupin» i capelli erano color miele e gli occhi castani. «Io s...sono Peter Minus» mormora l'ultimo con i capelli color topo e una faccia che ricordava lo stesso animale. «Io sono Charlie Evans»
Genere: Romantico, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolino Autrice:

Intanto per iniziare, non uccidetemiiiii!!!! T_T Ci ho messo così tanto per vari motivi. Uno, la scuola. Mi sta massacrando. Due perchè l'ho riscritto 100 volte e ancora non sono convinta. 
Avviso! 

Ho cambiato il punto di vista. Adesso è in terza persona. Spero che possa piacere lo stesso. ^-^

Spero che lo leggiate in moltissimi! Ringrazio tutti quelli che hanno commentato e aggiunto e prometto che posterò presto e un capitolo più lungo! 

Capitolo 4

Nello studio di Silente


Camminarono velocemente per i vari corridoi della scuola. Nessuno dei due parlava e a Charlie non dispiaceva minimamente. Lei non era come tutte le ragazze. Lei non aveva bisogno di rompere i silenzi. Solo quelli imbarazzati la rendevano nervosa, per il resto non aveva problemi.

Arrivarono nella zona delle scale, quella che portava ai piani superiori, e Charlie pensò di non aver mai visto una cosa più bella. Le scale si muovevano da sole, creando confusione in chiunque le percorresse.
I quadri che erano appesi ai muri salutavano i due venuti con grande cortesia e garbo. Ma Charlie sapeva che era soprattutto il preside quello che i quadri rispettavano. Ma esisteva qualcuno che non lo rispettasse?
Silente la accompagnò per molte rampe di scale, rispondendo ai saluti che gli venivano posti. Charlie però non ci badava più di molto perchè era troppo impegnata a guardarsi attorno. Sentiva di appartenere a quel luogo e di conoscerlo come le sue tasche. Solo che non si ricordava di essere stata lì in passato.

«Siamo quasi arrivati Charlaine. Spero che la suola ti ricordi qualcosa» mormorò il preside, guardando attentamente da dietro gli occhiali a mezzaluna la ragazzina. Lei sorrise raggiante e annuì.

«Si. Mi sembra di conoscere questo castello come le mie tasche» borbottò e vide il preside sorriderle comprensiva.

Arrivarono in un attimo davanti ad un gargoyle e il preside con calma aveva mormorato «Caramelle tutti i gusti più uno» e il gargoyle si era spostato creando una scalinata. I due salirono fino ad arrivare in uno studio pieno di cianfrusaglie e oggetti molto interessanti. In una parete inoltre stavano moltissimi quadri con nomi e date di tutti i presidi di quella scuola.

«Bene Charlaine. Saprai già cosa siamo venuti a fare qui» mormorò il preside sorridendo gentilmente. Charlie annuì semplicemente e si avvicinò alla scrivania dove con molta eleganza si era seduto il preside.

«Hai pensato a quello che ti ho detto?» chiese ancora questo, interrompendo il fiume di pensieri che aveva distratto la ragazza.

«Sono sicura di rivolere la mia memoria. Adesso che so, non sopporterei di vivere nell'ignoranza. Poi sarebbe meglio visto che tra un po' devo morire» nella voce di Charlie si sentiva solo rassegnazione per il suo fato. Non c'era dolore, ne rabbia. Sapeva che questo era il suo destino, come lo era sempre stato.

«Non dire così. C'è sempre una possibilità. Per questo abbiamo deciso di metterti al terzo anno insieme a tua sorella (Capirete poi, non è un errore N.d.a). Magari questa volta il fato non si compirà» mormorò il preside. Charlie sospirò e abbassò il capo. Non voleva sperare, ma cosa le costava tentare? Se fosse morta almeno avrebbe saputo di aver fatto tutto il possibile.

«Quando ridarete la memoria anche a Lily?» chiese la ragazza, alzando finalmente il capo e mostrando uno sguardo risoluto. Lei non si sarebbe fatta battere. Lei avrebbe lottato e forse avrebbe anche vinto questa volta.
«Quando vorrai Charlaine. Questa sera è tutta tua, ma quando vorrai starà a te ridarle la memoria» spiegò il preside per poi offrirle una ciotola in cui stavano delle liquirizie. Lei rifiutò e continuò a guardare Silente.

«Allora possiamo farlo adesso? Prima riavrò la memoria, prima potrò pensare a come proteggermi» mormorò la ragazza alzandosi in piedi. Il preside annuì e con un leggero gesto della mano estrasse la sua bacchetta.

«Molto bene allora. Ti avviso che sarà doloroso» senza preavviso mormorò una formula che Charlie non capì e tutto fu buio. Stava camminando nel vuoto, quando un immagine le trapassò la mente. Una ragazza, sembrava avere tredici anni morì sotto i suoi occhi. Fu rimandata nel luogo nero, ma ben presto molte altre immagini la colpirono. Molte ragazze, sempre della stessa età morirono sotto i suoi occhi. L'unico particolare che notò fu che tutte avevano l'aria rassegnata. Erano pronte a morire? Questo volevano dire le loro facce? Voleva rimanere con loro, salvarle, ma una luce la accecò e tornò nello studio di Silente.

«Tutto bene Charlaine?» chiese il preside apprensivo. Lei annuì, ma crollò sul pavimento in un attimo. Il suo aspetto si stava modificando a ripetizione. Capelli neri, biondi, rossi, castani. Occhi verdi, azzurri, neri, nocciola. Corpi diversi e e sensazioni diverse. Non riusciva più a tenere a freno la sua trasformazione.

«Stia calma Signorina. Tra poco sarà tutto finito» e il preside ebbe ragione. Dopo poco riuscì a ritornare alla sua forma originale respirando affannosamente.

«Preside? Perchè?» quella semplice domanda aveva più significati. Molto profondi e remoti. Era riuscita a ricordare tutto. Ma questo non la faceva sentire meglio, solo diversa e piena di rancore. Non era giusto che tutto questo fosse successo a lei.

Lacrime salate le rigarono il volto, scendendo copiose. Charlie non voleva piangere, non voleva essere debole. Se doveva morire come tutte quelle ragazze allora lo avrebbe fatto. Questo però non le avrebbe impedito di lottare con le unghie e con i denti perchè ciò non accadesse.

«Vedi Charlaine. Tutto quello che succede ha uno scopo. Noi possiamo saperlo solo a momento debito. Non angustiarti troppo e cerca di vivere normalmente» la rassicurò l'uomo e la ragazza si sentì sollevata. Aveva ragione Silente. Non doveva chiedersi il perchè, ma solo accettare tutto.

Non era sola poi. Aveva Lily con se.

«Esatto Signorina. Hai tua cugina che ti aiuterà in questa missione. Non tutto il peso deve essere per forza sulle tue spalle. Lo puoi condividere. Ma bada bene, devi stare attenta su chi riponi la tua fiducia. Non tutti sono come sembrano e potresti pentirtene» Charlie rabbrividì. Non aveva mai pensato all'eventualità di dividere quel fardello. Adesso però era ancora più reticente. Essere tradita, per lei, era ancora peggio della morte stessa.

  
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